ECONOMIA- Pagina 210

Politecnico di Torino tra i migliori nella classifica di U-Multirank 2022

Politecnico di Torino tra i migliori nella classifica di U-Multirank 2022, il più grande database internazionale sulle università del mondo

U-Multirank, sviluppato con il supporto della Commissione Europea e Programma Erasmus, valuta ogni anno oltre 2.200 università: l’ateneo torinese si conferma eccellenza in knowldge transfer

 

Nella sua nona pubblicazione annuale, l’ U-Multirank , classifica avviata dalla Commissione Europea e cofinanziata dal Programma Erasmus, premia Politecnico di Torino, che si conferma tra i migliori in knowledge transfer.

Gli ultimi dati rilevati dalla ricerca U-Multirank non solo forniscono indicazioni sulle prestazioni nazionali delle università, ma, in quanto classifica globale multidimensionale, consentono di mettere in luce la diversità del settore dell’istruzione superiore su un palcoscenico mondiale.

In Italia le università con il maggior numero di punteggi più alti includono:

Università italiane con il maggior numero di migliori risultati in assoluto

Totale punteggi “A” 2022

Università Bocconi

15

Università Humanitas

14

Scuola IMT Alti Studi Lucca

13

Politecnico di Bari

12

Università IULM

12

Politecnico di Torino

12

La piattaforma di U-Multirank, il più grande database internazionale sulle università del mondo, consente infatti agli utenti di generare confronti interattivi multidimensionali su cinque dimensioni di performance: una valutazione ponderata dell’offerta formativa che consente agli utenti di orientarsi meglio nella scelta dell’università e che colloca gli istituti italiani in cima alle classifiche di determinate aree di eccellenza. Nell’ambito della Ricerca, ad esempio, il 72% delle università italiane ottiene una valutazione superiore alla media, mentre il 62% si posiziona molto bene per connessione e impegno verso il territorio, attività con valore educativo, culturale e di sviluppo sociale:

Le indagini più recenti, che coinvolgono in totale 82 università italiane, misurano le performance dei vari istituti su scala nazionale e globale: osservando da vicino le prestazioni degli atenei nazionali nella categoria Ricerca di U-Multirank, si può capire facilmente perché le italiane si trovano in vetta al ranking. Le seguenti misurazioni della capacità di Ricerca evidenziano le specifiche aree di forza delle università italiane:

Numero di posizioni Post-dottorato (93% di risultati ‘A’ o ‘B’ )
Tasso di citazione (85%)
Pubblicazioni più quotate (83%)
Pubblicazioni ad accesso aperto (79%)
Percentuale di autrici donne (79%)

Offrendo una classifica personalizzabile, gli studenti possono scegliere con maggiore consapevolezza cosa o dove studiare in base a ciò che è più importante per loro. A loro volta, le università possono utilizzare i dati di U-Multirank per valutare i propri punti di forza e di debolezza e trovare il modo di creare o rafforzare i propri piani strategici, compresi gli aspetti di cooperazione.

Colf e badanti. In un workshop i numeri che emergono

Mercoledì̀ 22 giugno 2022 alle ore 10,30, a Torino, presso l’Hotel Victoria (Via Nino Costa 4), avrà luogo il workshop organizzato da NC Nuova Collaborazione intitolato: “Colf e badanti. I numeri che emergono dal “Report 2022 dell’Osservatorio INPS sul Lavoro domestico in Italia”.
In occasione della pubblicazione del Report 2022 dell’Osservatorio INPS sul Lavoro domestico in ItaliaGiulio Mattioni (Coordinamento statistico attuariale della Direzione generale INPS) – responsabile del rapporto – illustrerà i principali dati nazionali su colf e badanti pubblicati dall’Istituto, con un focus specifico relativo a Torino e al Piemonte.
I dati saranno, poi, commentati da Alfredo Savia (Presidente nazionale NC Nuova Collaborazione e Fidaldo) e dall’economista Giuseppe Russo (Direttore del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi), con la moderazione del giornalista Francesco Antonioli (Direttore di Mondo Economico).

Estia e Homes4All uniti per la rigenerazione urbana e sociale

 Oggi a Torino e in prospettiva  su scala nazionale

Homes4All la startup innovativa società benefit che opera secondo un modello innovativo di rigenerazione urbana e di finanza ad impatto sociale riducendo l’emergenza abitativa si rafforza in una partnership d’eccellenza con ESTIA, società per azioni di Amministrazione Condominiale che opera in Italia con principi virtuosi di trasparenza e qualità. La mission di Homes4All – coniugare, attraverso il social housing, investimenti immobiliari privati e impatto sociale contribuendo a realizzare città più inclusive – si allinea con l’operato di Estia rafforzandosi nel servizio di gestione e amministrazione condominiale. La partnership è ufficialmente iniziata con il conferimento della gestione di un condominio situato in zona Barriera di Milano, a Torino.

Questo percorso di partenariato appena iniziato, ha come obiettivi principali:

– Amministrazione condominiale e Building management
– Favorire interventi di efficientamento energetico degli edifici
– Sviluppo di Comunità energetiche
– Promozione di interventi volti alla valorizzazione dell’immobile, le performance reddituali degli stabili
– Monitoraggio e presidio costante della comunità condominiale e sportelli di ascolto destinati alle famiglie in situazioni di difficoltà abitativa al fine di migliorare il percorso di inserimento e di ridurre il rischio locativo

“La partnership con Estia è importante e strategica per lo sviluppo della gestione immobiliare non solo su Torino ma anche sul territorio nazionale. Inoltre, il primo condominio conferito in gestione ad Estia è particolarmente significativo per Homes4All per la valenza sociale che ha nel quartiere e per tutte le attività connesse che intendiamo sviluppare” dichiara Giorgio Mosci – Presidente di Homes4All. Estia, società che ha interamente rivoluzionato il processo di gestione condominiale, dispone di un Team composto da specialisti ed esperti Amministratori di Condominio coadiuvati da tecnici ed ingegneri che, occupandosi degli aspetti amministrativi, legali, assicurativi e fiscali garantiscono un servizio di altissimo livello. La mission di Estia è di garantire prima di ogni altro la miglior soluzione a qualsiasi esigenza che si possa avere in casa o nel condominio, promuovendo le scelte che valorizzano l’ambiente, le persone e la comunità.

“Siamo orgogliosi di questa nuova partnership. È necessario che le realtà imprenditoriali sappiano armonizzare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento, contribuendo con la loro attività a rendere la società più inclusiva e sostenibile. Questo primo progetto pilota nella nostra città conferma quanto Torino e il Piemonte siano territori fucina di idee e innovazione. Con l’aiuto di Homes4All e le  amministrazioni locali ci auguriamo di estendere la nostra mission a tutto il territorio nazionale. Abbiamo un grande sogno: essere i migliori in Italia nel semplificare la vita delle persone nella propria casa, creando una società più sostenibile e inclusiva. ” afferma
Giuliano Garesio, Ceo di Estia SpA

Cuneo fiscale, ma quanto mi costi!

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Si fa un gran parlare di tagliare il cuneo fiscale ma poi la politica non mette mano alla riduzione di sprechi e privilegi e lascia che continui a portare soldi nelle casse dello Stato. E a pagare sono i soliti. L’ Italia è al quinto posto tra i paesi più industrializzati per cuneo fiscale

Continua a leggere:

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/06/20/mobile/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/cuneo-fiscale-ma-quanto-mi-costi-di-carlo-manacorda.html

Università e Politecnico, cresce il tasso di occupazione dopo la laurea

Performance positiva dell’Ateneo torinese rispetto all’anno precedente e alla media nazionale. Aumentano il tasso di occupazione a un anno dalla laurea, sia per i laureati triennali che per i laureati di secondo livello, e la retribuzione mensile

È stato presentato  il Rapporto 2022 AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati, XXIV Indagine. Curato da AlmaLaurea, Consorzio Interuniversitario fondato nel 1994 e che rappresenta 77 Atenei italiani, ha indagato la condizione occupazionale dei laureati italiani e le caratteristiche del capitale umano uscito dal sistema universitario nel 2021.

Per quanto riguarda l’Università di Torino, l’indagine sulla condizione occupazionale ha coinvolto complessivamente 25.825 laureati. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2020, intervistati a un anno dal titolo, e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2016, intervistati dopo cinque anni.

Per i laureati triennali (mai iscritti a un successivo corso), aumenta il tasso di occupazione a un anno dalla laurea dal 72,8% (nel Rapporto 2021) al 76,2% (nel Rapporto 2022), cala il lavoro part-time dal 22,6% al 21,4% e la retribuzione passa da 1.301 a 1.304 euro mensili netti. UniTo fa registrare una performance positiva anche rispetto alle medie nazionali. Il tasso di occupazione dei laureati triennali Unito è del 76,2% rispetto al 74,5% nazionale.

Anche per i laureati di secondo livello a 1 anno dalla laurea, rispetto ai risultati del precedente Rapporto, l’Università di Torino migliora il tasso di occupazione, dal 72,1% del 2021 al 75,4% nel 2022, e la percentuale degli occupati con un lavoro a tempo indeterminato, dal 17,7% al 24,4%A 5 anni dalla laurea di secondo livello, il tasso di occupazione rimane pressoché invariato rispetto all’anno precedente, mentre aumentano la retribuzione mensile netta, che passa da 1.563 euro del 2021 a 1.603 euro del 2022, e la percentuale degli occupati con un lavoro a tempo indeterminato, che sale dal 54,3% al 57,6%.

In confronto ai dati nazionali, l’Ateneo torinese fa registrare risultati migliori nel tasso di occupazione a 1 anno dalla laurea (75,4% contro il 74,6% nazionale), a 5 anni dalla laurea (90,3% contro l’88,5% nazionale) e nella retribuzione mensile netta, che a 1 anno è di 1.416 euro rispetto al dato nazionale di 1.407 euro, mentre a 5 anni è di 1.641 euro rispetto a 1.635 euro

 

LA LAUREA AL POLITECNICO DI TORINO È UNA GARANZIA PER TROVARE LAVORO

Quasi il 90% dei laureati lavora a un anno dal titolo magistrale e con retribuzioni superiori ai laureati degli atenei italiani

I laureati del Politecnico coinvolti nell’indagine sono 8.542; tra questi, 4.130 di primo livello e 4.407 laureati magistrali, mentre a livello nazionale il campione è composto da 660 mila laureati di 76 università italiane.

Appuntamento atteso dagli studenti e dalle loro famiglie, che spesso influenza la scelta del percorso di studi, l’Indagine conferma una tendenza ormai consolidata: i laureati del Politecnico di Torino trovano lavoro, e ricevono in media retribuzioni più alte rispetto ai laureati degli altri atenei italiani, anche in periodi di recessione come quelli che stiamo vivendo.

Analizzando più nel dettaglio il profilo occupazionale dei laureati del Politecnico, l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte (l’87,4%) continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta comunque del 76,7%, a fronte di un dato nazionale del 74,5%.

Il dato di riferimento più significativo risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea, che continua a salire rispetto agli anni precedenti, in controtendenza con l’andamento nazionale: è occupato l’89,5% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 74,6%. Sempre molto alto il tasso di occupati a un anno dalla laurea magistrale nell’area dell’Ingegneria90,5% (a fronte di una media nazionale di 82,8%); al di sopra della media nazionale (del 79,8 %) anche il dato relativo ai laureati magistrali in Architettura, con l’82,8% di occupati.

 

La percentuale di occupati aumenta ancora, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 92,9% a fronte dell’88,5% del dato nazionale.

Interessante la tipologia di occupazione di questi laureati (il 43% può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato) e con una significativa differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.599 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.407 euro a un anno dal titolo e 1.872 euro rispetto a 1.635 euro a cinque anni dalla laurea.

L’Indagine fornisce infine alcuni dati interessanti circa il profilo dei laureati. Da notare come il rapporto con il mondo del lavoro cominci per i laureati del Politecnico già negli anni degli studi: il 33,8% tra i laureati di primo livello e il 46,4% dei magistrali ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e la metà degli studenti dei due livelli di studio lavora già durante lo svolgimento del percorso formativo.

Altro dato che emerge è la dimensione internazionale del Politecnico, con una percentuale di studenti stranieri in crescita: il 15,5% in media (il 11,2% di quelli magistrali, a fronte del 4,2% a livello nazionale). Inoltre, quasi un terzo degli studenti durante la Laurea Magistrale compie un’esperienza di studio all’estero, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, gli studenti hanno comunque ripreso a spostarsi.

Incoraggianti infine le risposte relative alla soddisfazione: in generale, quasi 9 laureati su 10 si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso e l’85,6% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente.

“Anche quest’anno i dati emersi dall’indagine annuale proposta da Almalaurea ci confermano che è vincente la nostra scelta di puntare sulla didattica innovativa e sulla progettazione di corsi che, in accordo con il tessuto produttivo, possano formare professionalità legate alle nuove tecnologie che oggi le aziende faticano a trovare sul mercato e a formare autonomamente; così come la scelta di massimizzare la dimensione internazionale del nostro Aeneo, attraendo i  migliori docenti, ricercatori e studenti da tutto il mondo” commenta il Vice Rettore alla Didattica del Politecnico Sebastiano Foti.

“Il trend positivo evidenziato anche quest’anno dal rapporto  sulla condizione occupazionale dei nostri studenti è ormai consolidato da molti anni e conferma la solida reputazione che l’Ateneo ha acquisito a livello nazionale ed internazionale  – aggiunge la Delegata del Rettore per l’accompagnamento al lavoro Carla Chiasserini – anche grazie ai numerosi accordi sottoscritti con aziende nazionali ed internazionali per incrementare la didattica  learning by doing attraverso i tirocini e le tesi di laurea svolte in azienda, una modalità che consente alla domanda e all’offerta di lavoro di incontrarsi e conoscersi ancora prima della fine del percorso universitario”.

 

 

“Torino e il Piemonte debbono ancora puntare sull’automotive”

Caro direttore, ho partecipato con interesse alla relazione annuale dell’IRES il Centro Ricerche che una politica illuminata come quella degli anni 50 volle darsi negli anni 50 per avere un centro di analisi autonomo dai potentati locali e mi spiace che i rappresentanti politici fossero molto pochi. 

Torino e il Piemonte debbono ancora puntare sull’automotive.  Il Piemonte che, lo ricordo agli smemorati, dal 1996 al 2019 ha perso 18 punti rispetto alla Lombardia e ben  8 rispetto alla media nazionale deve puntare come sta facendo bene la Regione a guida CIRIO sul Piano di rilancio utilizzando al meglio fondi del PNRR e europei ma non può fare a meno del settore automotive, come ha dichiarato  il Direttore dell’Ires Vittorio Ferrero, perché il settore automotive nella nostra Regione ha ancora una importante e storica presenza di aziende dell’indotto internazionalizzate e che lavorano non solo per conto di Stellantis. Le 737 imprese piemontesi del settore fatturano secondo Anfia ben 15,8 miliardi di euro , il 15% del PIL piemontese.
 
Mino GIACHINO 
SILAVORO SITAV

Il Piemonte ha sempre più sete Le azioni della regione per fronteggiare la crisi idrica

Richiesta dello stato di emergenza per l’intero territorio e dello stato di calamità per l’agricoltura, rilascio di acque dai bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supporto dell’irrigazione delle colture e deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi: sono queste le principali misure che la Regione Piemonte sta mettendo in campo per fronteggiare la crisi idrica che sta colpendo l’Italia a causa del prolungarsi della siccità.

Le decisioni sono state assunte nel corso dell’insediamento del tavolo permanente voluto dal Presidente della Regione Alberto Cirio per monitorare e affrontare la situazione di emergenza e del quale fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’ANBI (Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari).

Il coordinamento dell’attività del tavolo, che rimane convocato fino al superamento della crisi, è stato affidato all’Assessore all’Ambiente.

Illustrando queste misure agli organi di informazione, il Presidente ha evidenziato che la crisi idrica causata dalla siccità sta facendo registrare in Piemonte livelli di gravità assoluta per gli agricoltori, che stanno già affrontando l’aumento dei costi dei concimi e della benzina agricola, il cui prezzo ha raggiunto ormai quello della benzina tradizionale. Per questo motivo, già nella giornata di ieri, è stato chiesto per il comparto lo stato di calamita naturale, che consente di agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni, che già ci sono e che bisogna evitare si prolunghino.

È stata inoltre valutata la possibilità di agire, in accordo con i gestori degli invasi, per rilasciare un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici, operazione che permetterebbe di garantire 15-20 giorni di respiro e salvare il raccolto e le produzioni agricole grazie all’aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione.

Altra misura sul tavolo la deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi, procedura che compete alle Province e che consente di prelevare più acqua di quella prevista garantendo la quantità necessaria per mantenere l’equilibrio stesso del fiume e la vita degli organismi che ne popolano le acque.

Con Lombardia e Canton Ticino si sta valutando, inoltre, l’eventualità di provvedere ad un maggior rilascio di acqua anche dai laghi.

Il Presidente ha fatto il punto anche sulla carenza in alcune zone dell’acqua utilizzata per l’uso domestico. Al momento in Piemonte sono 170 i Comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri. Nel Novarese 10 Comuni hanno anche dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura.

Nel dettaglio, in provincia di Torino sono 80 i Comuni che hanno emanato o stanno per emanare ordinanze e in 3 è stato necessario intervenire con autobotti per rifornire di notte le cisterne. In provincia di Cuneo ci sono 10 Comuni con ordinanza emanata o in via di emanazione e in 5 si è già intervenuti con autobotti. A Biella e Vercelli 9 Comuni con ordinanze emanata o in via di emanazione e 12 interventi con autobotte. Ad Alessandria 30 Comuni con ordinanza emanata o in via di emanazione e un intervento con autobotte. A Novara e VCO 40 ordinanze emanate o in via di emanazione, 10 interruzioni notturne e mille interventi con autobotti. Ad Asti invece la situazione risulta meno critica grazie al prelievo del 100% dell’acqua da faglia profonda.

Si tratta di una crisi idrica peggiore di quella del 2003, tanto che il Po ha una portata d’acqua inferiore del 72% di quella naturale. La criticità riguarda l’acqua di sorgente, perché non c’è neve sulle montagne.

Razionare l’acqua anche di giorno non è una misura attualmente sul tavolo, ha spiegato il Presidente, ma è importante che tutti prendiamo consapevolezza della complessità della situazione mettendo in campo un comportamento saggio e virtuoso sul nostro modo di usare l’acqua, un bene prezioso che non dobbiamo dare per scontato.

L’Assessore regionale all’Ambiente, che coordinerà tutte le iniziative correlate alla carenza idrica, ha affermato che verranno messe in campo tutte le iniziative possibili per contrastare la crisi e salvare il comparto agricolo in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni. Gli effetti dei cambiamenti climatici, ha aggiunto, inducono a considerare questa situazione come un problema con il quale ci si dovrà purtroppo confrontare e quindi diventa sempre più necessaria un’azione strutturata e non “di rincorsa” sfruttando al meglio i fondi europei in arrivo.

Come sottolineato dall’Assessore regionale alla Protezione civile, il Piemonte si trova in una situazione di siccità particolarmente pesante e come Regione stiamo mettendo in campo tutte le misure di nostra competenza. La Protezione civile, in particolare, è pronta per tutti gli interventi che saranno necessari, dalla fornitura di autobotti per i luoghi dove l’acqua è più scarsa all’assistenza alla popolazione per le necessità che si stanno manifestando. Nell’Alessandrino è già stato attivato un servizio di emergenza con rifornimenti tramite le autocisterne della Protezione civile per alcuni Comuni e nelle altre province siamo pronti ad intervenire in base alle esigenze che ci verranno segnalate.

L’Assessore regionale all’Agricoltura ha dichiarato che è stato importante incontrare tutte le parti coinvolte in questa grave emergenza del Piemonte per condividere soluzioni immediate e definire i progetti futuri per contrastare le emergenze idriche.

 

 

Allarme per l’edilizia: arriva l’obbligo SOA. In Piemonte rischiano oltre 50mila imprese

(In Piemonte solo 1.223 sono iscritte per le categorie interessate) Confartigianato Imprese Piemonte scrive ai Parlamentari: “Intervenite con urgenza per bloccare la norma: il settore rischia la catastrofe”

 

“Abolire l’obbligo per le imprese di possedere un’attestazione SOA per operare nel mercato dei bonus edilizi”.

 

E’ questo ciò che, attraverso una lettera, Confartigianato Imprese Piemonte ha chiesto ai Parlamentari piemontesi per ribadire l’allarme per le continue modifiche alle norme sugli incentivi in edilizia (in particolare per l’obbligo della attestazione SOA) che rischiano di bloccare definitivamente i lavori di riqualificazione degli edifici e di tagliare fuori dal mercato oltre il 90% delle imprese.

Confartigianato Imprese ha, inoltre, presentato un emendamento per l’abrogazione dell’attestazione SOA in vista della discussione per la conversione in Legge del DL Aiuti.

A complicare un quadro legislativo già intricato, poche settimane fa è arrivata  una norma della legge 20 maggio 2022, n. 51 che impone, anche per le imprese che operano in subappalto, il possesso delle attestazioni SOA, l’Attestazione di qualificazione per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici, per i lavori che danno diritto alle detrazioni edilizie di importo superiore ai 516mila euro.

“Se la norma sarà approvata, entrerà in vigore fra circa otto mesi ma consentirà di lavorare solo a una minima parte delle imprese che attualmente sono presenti sul mercato. Se teniamo conto che su oltre 50.000 imprese artigiane piemontesi operanti nel comparto delle costruzioni e dell’impiantistica sono solo 1.223 quelle iscritte per le categorie interessate  possiamo capire il danno – commenta Enzo Tanino, Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte – e, inoltre, se teniamo conto che l’importo medio dei lavori nei condomini è superiore al tetto massimo consentito per operare senza attestazione SOA, il rischio è che quasi tutte le imprese, che oggi lavorano con ristrutturazioni di importo superiore alla soglia stabilita, saranno impossibilitate a continuare”.

“Il paradosso è che invece di agevolare l’iter dei bonus, soprattutto il superbonus 110%, per imprese e cittadini già alle prese con rincari, burocrazia e difficoltà nelle cessioni del credito – continua Tanino – il Governo propone l’ennesima norma che penalizza ulteriormente tutto il comparto, con ovvie ripercussioni sui clienti e filiera”.

“Una disposizione che, pur ispirata al condivisibile principio di garantire sicurezza, trasparenza e qualità dei lavori – rimarca Tanino – di fatto si è rivelata una barriera anticoncorrenziale. Infatti, negli ultimi 20 anni, il mero possesso delle attestazioni SOA non ha garantito, negli appalti pubblici, la qualità e la sicurezza dei lavori”.

“A mettere in crisi il mercato delle riqualificazioni edilizie – sottolinea Tanino – è anche il blocco del sistema della cessione dei crediti a causa della stretta adottata dalla maggior parte delle banche e degli intermediari finanziari.

“Il risultato di questa continua e inarrestabile stretta – aggiunge Tanino– è che le imprese non riescono a recuperare i crediti per lavori già eseguiti e non possono pagare dipendenti, fornitori, tasse e contributi. Così il settore è sull’orlo del precipizio. Tutto questo è ancora più paradossale se si considera come il settore delle costruzioni sia il driver della ripresa economica e, in questo drammatico periodo di congiuntura negativa, abbia giocato un ruolo anticiclico.”

“I bonus edilizia – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – che avrebbero potuto favorire la ripartenza post Covid dell’economia, dopo aver generato un’enorme aspettativa in cittadini e imprese, sono frenati dall’atteggiamento ondivago del decisore pubblico che ne ha volutamente depotenziato l’efficacia”.

Confartigianato Imprese Piemonte ribadisce che “questa non è la strada giusta, né per contrastare il fenomeno delle frodi, né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto, una legge da tempo attesa dal settore, che riconosca il profilo professionale ed individui i requisiti delle imprese edili, senza imitare gli istituti tipici degli appalti pubblici nel settore privato”.

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia).

Al via la seconda stagione delle grandi opere stradali in Piemonte: cinque nuovi interventi

Al via la seconda stagione delle grandi opere stradali in Piemonte. Dopo le prime tre grandi opere infrastrutturali avviate nel 2021, la Regione Piemonte finanzia ora con 1.250.000 euro la progettazione di altri cinque importanti interventi.

 

200 mila euro vanno alla Città Metropolitana di Torino per la progettazione degli interventi di messa in sicurezza della SP 6 a Piossasco. 400 mila euro sono destinati alla Provincia di Alessandria per la progettazione della bretella di collegamento tra Strevi e Predosa. 300 mila euro alla Provincia di Biella per il progetto di messa in sicurezza di due strade provinciali, la SP 320 ‘di Massazza’ nel tratto che interessa il Comune di Gagliano e la SP 400 nel tratto conosciuto come il ‘Maghettone’. 200 mila euro serviranno alla Provincia di Cuneo per studiare la variante della SP 589 per gli abitati di Verzuolo e Manta. 150 mila euro, infine, sono riservati alla Provincia del Verbano Cusio Ossola per diversi interventi di consolidamento, adeguamento e messa insicurezza di tre strade particolarmente a rischio: la SP 90, la SP 70B e la SP115.

 

Le risorse, deliberate dalla Giunta Regionale su proposta dell’Assessore alle Infrastrutture e Opere Pubbliche rappresentano il secondo passo concreto della strategia di miglioramento delle condizioni infrastrutturali del Piemonte, che ha visto la Regione Piemonte chiedere nel 2020 alle Province e alla Città metropolitana di Torino di selezionare, in base a criteri predefiniti, le opere strategiche e prioritarie per il territorio, per le quali la Regione stanzia fondi specifici per avviare gli studi propedeutici alla realizzazione. Soddisfatti dell’incremento delle somme stanziate per la progettazione rispetto al 2021, il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio con l’Assessore alle Infrastrutture ha sottolineato che, “come promesso, si stanno finanziando progressivamente tutte le opere indicate dai territori in modo da poter accedere più facilmente ai fondi europei in arrivo che ne consentiranno la realizzazione. Il metodo voluto dalla Regione è, in questo modo, premiante per le opere che uniscono le caratteristiche di priorità e urgenza con uno stato avanzato di progettazione, così da rendere più rapida la realizzazione secondo le direttive di erogazione dei fondi europei. Si inverte così la tendenza che vedeva interventi spesso indispensabili languire perché privi di coperture economiche, che andavano invece a interventi magari meno urgenti ma che potevano presentare un progetto appetibile per l’accesso ai fondi”.

 

È un altro passo in avanti, evidenziano il Presidente e l’Assessore, verso un Piemonte cuore pulsante della mobilità europea, che vede la realizzazione contemporanea di due grandi corridoi ferroviari europei, delle aree di logistica per le merci da e per i porti liguri e, con questi importanti interventi stradali, dei collegamenti più adeguati ad una regione a forte vocazione trasportistica.

 

Ericsson, TIM e Comau sperimentano la “fabbrica del futuro” grazie al network slicing 5G

I tre partner hanno sviluppato, in via sperimentale, soluzioni innovative per l’Industria 4.0 e lo smart manufacturing sfruttando le potenzialità della rete 5G.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito del progetto 5Growth finanziato dall’Unione Europea.

Grazie alla realizzazione da parte di TIM ed Ericsson di una rete 5G presso la sede Comau di Torino, sono state messe in campo tre nuove applicazioni per dimostrare i vantaggi della nuova tecnologia in un ambiente industriale, in particolare quelli derivanti dalla funzionalità di slicing della rete. Le “Network Slice”, sono delle porzioni di rete logiche virtuali del 5G, che supportano diversi casi applicativi con caratteristiche e requisiti particolari. Una stessa rete fisica 5G può quindi avere molteplici slice, ciascuna dedicata a servizi o clienti specifici, offrendo quindi una maggiore flessibilità, un uso efficiente delle risorse di rete e maggiori opportunità alle aziende che a loro volta possono utilizzare servizi differenziati con specifici requisiti di velocità, latenza e affidabilità.

Il primo caso d’uso oggetto della sperimentazione ha riguardato il movimento di un robot che, attraverso un collegamento radio a bassissima latenza, produce una replica digitale dove il movimento del robot meccanico e dei rispettivi rendering virtuali sono perfettamente sincronizzati. Inoltre, grazie al costante aggiornamento del sistema centrale, è possibile decidere il miglior processo produttivo in base ai parametri di lavoro.

La seconda applicazione è relativa al monitoraggio in tempo reale degli asset industriali; i dati vengono acquisiti da diversi sensori e inviati a un’applicazione che li utilizza per migliorare la pianificazione degli interventi di manutenzione predittiva, i processi produttivi e la qualità. Integrandosi con la piattaforma digitale di Comau “in.Grid”, è possibile riconoscere in modo efficace e tempestivo ogni deviazione dal normale funzionamento. Allo stesso modo, l’assistenza remota e l’accesso a risorse basate sul cloud, come video ad alta definizione e connessioni in tempo reale con dispositivi di realtà aumentata, riducono fortemente i tempi di riparazione in caso di guasto.

Il terzo caso ha interessato l’applicazione della telepresenza immersiva in uno scenario di assistenza remota avanzata, in cui il personale di manutenzione presente sul sito è assistito remotamente da un esperto, al fine di risolvere un guasto, sfruttando sia la realtà aumentata (AR) che tutorial digitali. Grazie all’elevata capacità di banda del 5G, è infatti possibile per l’operatore condividere ciò che vede in tempo reale con gli esperti in remoto, con benefici sulle tempistiche e sui costi.

“Siamo fieri di sostenere la crescita e l’evoluzione del mercato industriale e dell’ecosistema digitale che senza dubbio rappresentano delle enormi opportunità per produrre soluzioni innovative – dichiara Daniele Franceschini, Head of Innovation di TIM -. Con partner come Comau ed Ericsson possiamo garantire lo sviluppo di nuovi servizi e di nuove reti che possono essere configurabili con un alto livello di sicurezza in tempo reale per creare scenari di business personalizzati come ad esempio quelli legati all’Industry 4.0. Grazie alle nostre competenze contribuiremo alla digitalizzazione, fornendo soluzioni che migliorano i processi produttivi di imprese e Pubblica Amministrazione.”

“Comau è impegnata nella definizione di un nuovo paradigma di automazione, che prevede l’utilizzo di sensori esterni per il rilevamento dei parametri all’interno dei contesti produttivi automatizzati e per raccogliere in tempo reale i dati rilevati in un “cervello” centrale. Le informazioni raccolte vengono utilizzate per definire e ottimizzare automaticamente le attività che le macchine devono svolgere in modo flessibile ed efficiente”, ha spiegato Alessandro Piscioneri, Digital Solutions and Services Segment Leader. “Il progetto 5Growth, che abbiamo sviluppato in stretta collaborazione con due partner di rilievo, come TIM ed Ericsson, ha permesso a Comau di testare direttamente sul campo il valore della tecnologia 5G privata come fattore abilitante per questa innovativa architettura, soprattutto in un contesto di robotica mobile”.

Alessandro Pane, Direttore Ricerca e Sviluppo, Ericsson in Italia, commenta “Insieme a TIM e Comau abbiamo dimostrato alcune applicazioni indispensabili in un contesto manifatturiero in rapida evoluzione, dove la produzione ha bisogno di essere più sicura, flessibile e veloce. Il network slicing svolgerà un ruolo cruciale nella creazione di servizi innovativi, accelerando la trasformazione digitale di tutte le imprese. Grazie ad avanzate tecnologie per una gestione efficiente delle risorse di rete, sviluppate nei centri R&S di Ericsson in Italia, gli operatori possono così realizzare nuovi casi d’uso per diversi settori industriali e sfruttare nuove opportunità di mercato.”

Il progetto 5Growth (5G-enabled Growth in Vertical Industries), finanziato dall’UE, si occupa dello sviluppo di soluzioni 5G in grado di soddisfare i rigorosi requisiti di importanti settori verticali come Industria 4.0, Trasporto, Energia, seguendo un approccio basato sulla sperimentazione sul campo. Avviato nel 2019, il progetto rappresenta un ulteriore passo in avanti nella partnership di lunga durata tra Ericsson, TIM e Comau.

CHI È ERICSSON

Ericsson consente agli operatori di sfruttare appieno il valore della connettività. Il portafoglio dell’azienda comprende le aree di business Networks, Cloud Software and Services, Enterprise Wireless Solutions, e Technologies and New Businesses. Tutte le soluzioni sono pensate per aiutare i nostri clienti a diventare digitali, aumentare l’efficienza e trovare nuovi flussi di ricavi. Gli investimenti in innovazione di Ericsson hanno portato i vantaggi della mobilità e della banda larga mobile a miliardi di persone in tutto il mondo. Le azioni Ericsson sono quotate al Nasdaq di Stoccolma e al Nasdaq di New York. www.ericsson.com

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CHI È TIM 

TIM è il gruppo leader in Italia e in Brasile nel settore ICT, sviluppa infrastrutture fisse, mobili, cloud e datacenter e offre servizi e prodotti per le comunicazioni e l’intrattenimento, ponendosi all’avanguardia delle tecnologie digitali. TIM rivolge la sua offerta a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, oltre che al mercato wholesale e si avvale di digital companies specializzate che realizzano soluzioni, anche in partnership con gruppi di primaria importanza: Noovle è la cloud company di TIM, Olivetti è il polo digitale con focus sullo sviluppo di soluzioni Internet of Things, Telsy opera nel settore della cybersecurity e Sparkle realizza e mette a disposizione infrastrutture e servizi internazionali. Kena è il secondo brand di telefonia mobile del gruppo, mentre TIMVision, produce e distribuisce contenuti di entertainment.
In Brasile, TIM Brasil è uno dei principali player nel mercato sudamericano delle comunicazioni e leader nella copertura 4G.

 

CHI È COMAU          

Comau, società parte di Stellantis, è leader mondiale nello sviluppo di sistemi e prodotti avanzati per l’automazione industriale. La sua offerta include tecnologie e sistemi per la produzione di veicoli elettrici, ibridi e tradizionali, robot industriali, soluzioni di robotica indossabile e collaborativa, strumenti per la logistica a guida autonoma, centri di lavorazione meccanica dedicati, servizi digitali interconnessi e sistemi in grado di trasmettere, elaborare e analizzare dati macchina e di processo. Con oltre 45 anni di esperienza sul campo e una forte presenza nei maggiori Paesi industrializzati, Comau aiuta le aziende costruttrici, di tutte le dimensioni e di qualunque settore, a migliorare qualità e produttività, riducendo time-to-market e costi complessivi. La sua offerta si estende al project management e alla consulenza, nonché ai servizi di manutenzione e training, per una vasta gamma di segmenti industriali. Comau ha il suo centro direzionale a Torino e opera attraverso una rete internazionale di 6 centri di innovazione, 5 digital hub, 9 stabilimenti di produzione, in cui lavorano 4.000 persone, presenti in 13 Paesi. Una rete globale di distributori e partner consente di rispondere velocemente alle esigenze dei clienti, ovunque si trovino nel mondo. Attraverso le attività di formazione curate dalla sua Academy, Comau si impegna inoltre a sviluppare le conoscenze tecniche e manageriali necessarie alle aziende per affrontare le sfide e le opportunità dell’Industria 4.0

www.comau.com