Gli assessori Gabusi e Tronzano: «Piemonte pronto a giocare un ruolo da protagonista»
Si è tenuto nella sede di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) a Roma, il terzo Incontro annuale per lo sviluppo sostenibile delle Regioni, un appuntamento chiave per il confronto sulle strategie di crescita e innovazione del Paese.
A rappresentare la Regione Piemonte sono stati l’assessore al Bilancio, Finanze e programmazione economica e finanziaria, Sviluppo delle attività produttive, Andrea Tronzano e l’assessore alle Infrastrutture e trasporti Marco Gabusi, quest’ultimo in qualità anche di coordinatore della Commissione Affari istituzionali della Conferenza delle Regioni.
L’evento, promosso da Cdp, Conferenza delle Regioni e Associazione nazionale finanziarie regionali (Anfir), ha posto al centro del dibattito il Piano strategico Cdp 2025-2027, con un focus particolare su strumenti finanziari a sostegno degli investimenti territoriali, fondi pubblici, rigenerazione urbana e sostenibilità.
«La giornata di oggi ha fatto emergere chiaramente come la sfida attuale sia quella di costruire l’Italia di domani, rendendo le nostre regioni sempre più competitive e sostenibili. Il Piemonte è pronto e vuole giocare un ruolo da protagonista», hanno dichiarato gli assessori Marco Gabusi e Andrea Tronzano, sottolineando l’importanza del coordinamento istituzionale tra le Regioni per garantire un efficace utilizzo delle risorse disponibili.
Il Piemonte, con la sua visione strategica, punta su investimenti mirati per infrastrutture moderne e resilienti, strumenti di credito per le imprese e soluzioni innovative per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale.
Nei prossimi mesi, le indicazioni emerse dall’incontro saranno fondamentali per definire nuove progettualità e garantire un impatto concreto sul territorio.
Inclusione femminile nel mercato del lavoro, i numeri che premiano il Piemonte: il tasso di attività ha raggiunto livelli mai toccati prima, ben superiori alla media nazionale. Il vicepresidente e assessore al Lavoro Elena Chiorino: “Le donne affrontano ogni giorno sfide importanti: in Piemonte e in Italia sanno di poter contare sul sostegno della Regione e del Governo”
L’anno dei record per l’occupazione femminile. Il 2024 si conferma un anno di svolta in Piemonte, con dati che attestano una crescita costante e significativa. L’incremento dei contratti a tempo indeterminato e l’aumento del tasso di attività e di occupazione delle donne segnano un trend positivo che rafforza il tessuto economico e sociale della nostra regione.
Record di occupazione e contratti a tempo indeterminato tra le donne: i numeri in Piemonte
I numeri – elaborati dall’Osservatorio Mercato del Lavoro – parlano chiaro. Il forte incremento dei contratti a tempo indeterminato tra le donne rappresenta un ulteriore segnale positivo: nel 2024 si contano 589.034 contratti stabili, un dato mai raggiunto prima, in crescita rispetto ai 567.793 dell’anno precedente (+21.241 unità) e ai 546.830 del 2022 (+42.204 unità). Questa tendenza dimostra la solidità del mercato del lavoro piemontese e il successo delle politiche regionali a sostegno della stabilità occupazionale.
Il tasso di attività delle donne tra i 15 e i 64 anni ha raggiunto livelli record, attestandosi al 65,8% nel terzo trimestre del 2024. Questi valori sono nettamente superiori alla media nazionale (57,9%), confermando il Piemonte come un modello virtuoso per l’inclusione femminile nel mercato del lavoro. Parallelamente, il tasso di occupazione delle donne continua a crescere, arrivando al 62,7% nel terzo trimestre. Un risultato straordinario che si accompagna a una riduzione del tasso di inattività, sceso al 34,2% nel terzo trimestre dell’anno.
Mettersi in proprio, quando la nuova impresa è donna
Un altro elemento significativo riguarda l’imprenditoria femminile. Su 323 nuove imprese nate nel 2024 grazie al programma regionale “Mettersi in Proprio“, ben 209 sono gestite da donne (88 da donne d’età compresa tra i 18 e i 35 anni, 107 fra i 36 e i 55 anni, 14 da donne ultra 55enni). Questo dimostra non solo l’efficacia della misura di supporto promossa dalla Regione, ma anche il coraggio e la determinazione delle donne nel costruire il proprio futuro con iniziative autonome e innovative. Infine, l’impegno per la valorizzazione delle esperienze professionali trova conferma nei dati sulla validazione delle competenze: su 1.000 persone che hanno intrapreso questo percorso in Piemonte, 600 sono donne. Un ulteriore segnale di quanto sia fondamentale garantire strumenti di crescita e sviluppo professionale per rafforzare la presenza femminile nel mondo del lavoro.
Chiorino: “In Piemonte un sostegno concreto alle donne”
“Questi risultati straordinari non sono frutto del caso, ma di precise politiche regionali e nazionali che hanno puntato sul talento, sul merito e sul sostegno concreto alle donne – dichiara il vicepresidente e assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino –. Il Piemonte si conferma una regione all’avanguardia nelle politiche per l’occupazione femminile e, consapevoli di aver tracciato la giusta via da seguire, continueremo a lavorare con determinazione affinché sempre più donne possano trovare opportunità stabili e di qualità”. “La Regione Piemonte – in sinergia con il Governo – proseguirà su questa strada, con l’obiettivo di consolidare e migliorare ulteriormente i risultati raggiunti, offrendo alle donne strumenti efficaci per affermarsi nel mondo del lavoro e nell’imprenditoria. Le donne affrontano ogni giorno sfide importanti: in Piemonte e in Italia sanno di poter contare sul sostegno della Regione e del Governo” conclude Chiorino.
cs
Banche, Uncem: “Troppe chiusure”
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Nuova vita per Mirafiori dal 2027
Lo storico stabilimento di Mirafiori rinascerà nel 2027 nell’ambito del programma Green-Campus per la trasformazione dei luoghi di lavoro grazie a progetti innovativi e sostenibili. “Con questo progetto, siamo orgogliosi di dare una nuova vita a un edificio iconico, un simbolo dell’auto italiana nel mondo, proiettandolo nel futuro – spiega Jean-Philippe Imparato, responsabile delle attività europee di Stellantis – e vogliamo inoltre contribuire a ridurre le emissioni di carbonio dell’azienda, tramite soluzioni tecniche e tecnologiche all’avanguardia”. Nel contesto del Piano Italia di Stellantis la palazzina centrale, sede storica del gruppo Fiat inaugurata nel 1939, dal 2027 sarà utilizzata da alcune migliaia di persone attraverso la riqualificazione che inizierà con i progetti tecnici tra aprile e maggio di quest’anno, in contemporanea con i lavori nella carrozzeria di Mirafiori per l’installazione della nuova linea della 500 ibrida.
8 marzo: un convegno, un film e uno spettacolo teatrale
Il 7 marzo viene organizzato un convegno dal Consiglio Regionale, in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione , la Consulta delle Elette e la Consulta femminile regionale sul tema “ Lavoro al femminile, dal Quarto Stato a oggi. Fra diritto acquisiti e prospettive future”. Questo il titolo dell’incontro che si terrà al Museo del Risorgimento a partire dalle 9.30.
Ad aprire i lavori saranno i saluti istituzionali del presidente del Consiglio Regionale, Davide Nicco, del vicepresidente Domenico Ravetti, della consigliera segretaria Valentina Cera e della presidente della Consulta femminile regionale Ornella Toselli. Seguiranno le relazioni della storica dell’arte Aurora Scotti, già ordinaria di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano, di Valeria Marcenò, ordinaria di diritto costituzionale all’Università di Torino e di Sonia Bertolini, ordinaria di Sociologia del Lavoro nel medesimo ateneo. A moderare il convegno sarà la giornalista Maria Teresa Martinengo.
Un convegno, un film e uno spettacolo teatrale per riflettere sul ruolo della donna oggi e sul modo in cui sia cambiata la partecipazione femminile al mondo del lavoro nell’ultimo secolo, a fronte del peso crescente dei suoi molteplici ruoli familiari, professionali e sociali. Dalle prime rivendicazioni di lavoratori e lavoratrici espresse magistralmente dal celebre dipinto del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, fino ad oggi, il convegno si chiede quali passi avanti siano stati compiuti nell’ambito del welfare lavorativo e quali siano le sfide all’orizzonte.
Sempre in occasione della Giornata internazionale della donna, che ricorre l’8 marzo, il Consiglio regionale, in collaborazione con Agis, il 5 e 6 marzo promuove la proiezione gratuita rivolta alle scuole secondarie di secondo grado del Piemonte del film dal titolo “C’è ancora domani” diretto e interpretato da Paola Cortellesi.
Infine l’8 marzo la Consulta femminile regionale promuove “Storie di donne di fuoco e di luce”, un one woman show che vedrà in scena l’artista Sara D’Amario e il musicista François Xavier Frantz. Lo spettacolo sarà allestito alle 18 presso il Polo Artistico Culturale Le Rosine di Torino, con ingresso da via Plana 8/C. Vuole essere un viaggio epico e divertente alla scoperta di quanto siano cambiati i modi di pensare, guardare e definire le donne nel corso del tempo. Un inno alla luce dell’intelligenza umana, capace di superare tutte le barriere di genere e le barriere di tutti i generi.
Ingresso gratuito, prenotazione a eventi@lerosine.it
Mara Martellotta
I dialoghi sugli investimenti: parliamo di cedole
Tornano i dialoghi sugli investimenti, sotto forma di vignette, del consulente finanziario Riccardo Ferrero. Parliamo di cedole questa volta, quella quota di interessi che viene corrisposta a chi detiene azioni o obbligazioni. Cedole che possono essere pagate con frequenza annuale o semestrale e anche ogni tre mesi. Un modo per integrare la pensione o la busta paga. Ma attenzione… avverte l’esperto.
Il dato emerge dal dossier dedicato a “Donne Impresa-8 marzo“, dell’Ufficio Stampa di Confartigianato Imprese Piemonte, sui dati Unioncamere-Infocamere.
“Questo dato racconta che più di tre imprese piemontesi su quattro sono guidate da uomini. Per invertire questa tendenza non chiediamo le quote rosa, che non rappresentano la formula magica per risolvere il problema della parità di genere, e neanche interventi una tantum o effimere corsie preferenziali – commenta Sara Origlia, Presidente del Movimento donne impresa di Confartigianato Piemonte– ma politiche strutturali, sistemiche e coordinate per sostenere la propensione imprenditoriale e favorire l’occupazione, garantendo a tutti un contesto normativo e culturale che consenta alle imprese femminili a valore artigiano di esprimere al meglio i propri valori e potenzialità, di creare occupazione, generare innovazione, contribuire alla crescita economica e sociale. Qualità, professionalità e saper fare sono i capisaldi delle aziende al femminile in Piemonte, un autentico valore aggiunto nel tessuto imprenditoriale locale in una fase delicata come quella che stiamo vivendo”.
Secondo un sondaggio effettuato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte, che prevede la possibilità di risposte multiple (utilizzando un questionario telematico rivolto ad un campione significativo di imprese femminili del Piemonte che rappresentano maggiormente l’artigianato della nostra regione) le imprenditrici affrontano più difficoltà ad accedere ai finanziamenti, trovano meno opportunità di crescita e devono fare i conti con un welfare inadeguato, che rende complicato conciliare lavoro e famiglia. La burocrazia rimane un ostacolo insormontabile e la mancanza di misure strutturali per incentivare l’imprenditoria femminile continua a frenare lo sviluppo economico del Paese.
Nel dettaglio: il 43,5% del campione femminile chiede un accesso al credito più facilitato per migliorare la propria performance imprenditoriale e maggiori sgravi fiscali.
“Le imprenditrici faticano più degli uomini a ottenere finanziamenti e agevolazioni. Servono misure concrete come: maggiori fondi dedicati alle imprese femminili, procedure più snelle, un accesso al credito agevolato, anche tramite garanzie pubbliche, premialità fiscali per chi investe in imprese guidate da donne.
Molte donne abbandonano l’attività imprenditoriale perchè impossibilitate a conciliare lavoro e famiglia. Per questo servono congedi di maternità adeguati e flessibili per le lavoratrici autonome, detrazioni fiscali per i servizi di cura (asili nido, baby-sitting, assistenza familiare), contributi economici per le imprenditrici madri e un sistema di welfare che permetta di conciliare davvero lavoro e famiglia, senza dover rinunciare alla propria attività. Nello specifico riteniamo utile intervenire sull’incremento del limite di detraibilità dei costi sostenuti per gli addetti all’assistenza domestica e familiare: si rende necessario ampliare la portata delle agevolazioni fiscali, già presenti nell’ordinamento tributario, al fine di rendere concreta la conciliabilità tra lavoro e famiglia, anche nei confronti delle donne imprenditrici.”
Il 65,5% del campione ritiene che i servizi pubblici di assistenza per figli e anziani siano insufficienti.
“Questa percentuale, particolarmente alta, dimostra come tra i tanti aspetti su cui sia necessario lavorare, ve ne sia uno particolarmente importante: quello dell’offerta di servizi nido, asili e partecipazione delle donne al mondo del lavoro sono, infatti, temi strettamente legati. Aumentare l’occupazione femminile era l’intento esplicito degli obiettivi di Barcellona, stabiliti dall’Ue più di un decennio fa, e va di pari passo con l’obiettivo di offrire una assistenza all’infanzia per almeno il 90% dei bambini tra i 3 e i 6 anni e per almeno il 33% dei bambini con meno di 3 anni. Se pensiamo che ancora oggi circa 16% delle famiglie sceglie di non mandare i propri figli all’asilo nido per motivi di costo, ci far rendere conto di come la donna debba scegliere la famiglia al posto del lavoro, per questo come Confartigianato Imprese, a livello nazionale, stiamo portando avanti la richiesta dell’aumento dei contributi concessi ai servizi per la prima infanzia. Non ci stanchiamo mai di ripeterlo: il Dna dell’imprenditoria piemontese e italiana è tenuto assieme dai legami familiari e il mondo politico e amministrativo deve rendersene conto, pensando, assieme alle aziende e alle Associazioni di Categoria, ad un nuovo welfare su misura, che tenga conto anche del ruolo delle donne nel mondo del lavoro e della gestione aziendale”.
Il 39,5% del campione femminile intervistato ha individuato nella riduzione e semplificazione della burocrazia un driver di crescita per l’imprenditoria femminile.
“Le imprese femminili vogliono essere competitive ma spesso non vengono agevolate ed aiutate nell’affrontare gli impegni burocratici, per questo chiediamo alla politica di istituire uno sportello unico per le imprenditrici, con assistenza su pratiche e finanziamenti”.
Il 31% delle imprenditrici intervistate chiede più formazione e networking per le donne d’impresa, incentivi per l’innovazione, percorsi di mentoring e supporto concreto per la crescita delle aziende.
“Possiamo aprire una nuova fase per l’imprenditoria femminile solo attraverso sostegni e azioni di diffusione della cultura e la formazione imprenditoriale rivolta alle imprese femminili. L’augurio che possiamo, e dobbiamo, farci è che ogni donna possa, in tempi brevi, conquistare ciò che per sè è più caro, come: autonomia, rispetto, maternità retribuita per indipendenti, cambiamento culturale, fiducia, considerazione, condivisione del tempo di cura, libertà di scelta, non dover scegliere tra lavoro e famiglia, tutele, opportunità, sicurezza, parità di competenze, più tempo, nessuna rinuncia e tranquillità”.
Il 55,9% delle imprenditrici chiede maggior rappresentanza e presenza femminili nelle istituzioni.
“E’ora di assicurare maggiore possibilità di presenza femminile nei luoghi in cui si decide il futuro dell’economia, nei tavoli decisionali economici e politici che richiedono scelte strategiche. Sono necessari ulteriori sforzi per affrontare le disparità di genere nel mercato del lavoro e promuovere una maggiore partecipazione delle donne nell’economia regionale. Il Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Piemonte si batte per affermare una significativa rappresentanza delle donne nelle istituzioni e nelle sedi decisionali e per costruire un sistema di welfare che permetta alle imprenditrici di esprimere nel lavoro e nell’impresa le proprie potenzialità, realizzando un percorso di crescita personale ed offrendo il proprio contributo allo sviluppo economico e sociale”.
L’appello di Origlia a Regione e Istituzioni: “Gli interventi spot non servono più, il futuro della nostra Regione e del resto del nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili, per favorire la piena e duratura partecipazione delle donne al mercato del lavoro perché sostenere le donne contribuisce a valorizzare una parte qualificata del capitale umano. Le donne indipendenti sono maggiormente istruite: sono laureate quattro imprenditrici e lavoratrici autonome su dieci (41,1%) e la quota è quasi il doppio del 21,4% degli uomini. Senza dimenticare che migliorare le condizioni lavorative delle donne sostenendo la natalità è fondamentale anche per contrastare gli effetti di un inverno demografico che stiamo vivendo da anni”.
Se l’Unione Europea vuole davvero sostenere il ricambio generazionale nelle campagne e porre le basi per una crescita della produzione alimentare, occorre che i fondi della Politica agricola comune vadano esclusivamente ai veri agricoltori. Questo il messaggio lanciato dal delegato nazionale di Coldiretti Giovani, Enrico Parisi, nel corso dell’incontro a Bruxelles con il Commissario Europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Cristophe Hansen, promosso dal Ceja.
“ È urgente – spiega Claudia Roggero, delegata regionale Giovani Impresa – semplificare la burocrazia che soffoca il settore e investire in innovazione e tecnologia. In tale ottica è importante il cambio di passo annunciato dalla Commissione dopo le manifestazioni di Coldiretti a Bruxelles su temi importanti che vanno dall’obbligo dell’origine in etichetta alla lotta alle pratiche sleali fino alle preoccupazioni per il consumo di cibi ultraformulati, abbandonando l’impostazione ideologica che aveva contraddistinto il precedente esecutivo”.
Risponde alle richieste Coldiretti anche l’annunciata costituzione da parte della Commissione di un Osservatorio per i terreni agricoli, con l’obiettivo di rendere la terra disponibile ai giovani e contrastarne il consumo e la cementificazione. Una storica battaglia di Coldiretti Giovani, protagonista in Italia di numerose iniziative in tale direzione. Ad Hansen è stata sottolineata anche l’importanza della gestione della risorsa idrica per evitare lo spopolamento delle aree rurali a rischio desertificazione.
“Per sostenere il ricambio generazionale – osservano Cristina Brizzolari presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale – occorrerà garantire l’autonomia del bilancio della Pac, senza la quale ogni obiettivo in tale direzione è destinato a fallire. L’obiettivo di garantire la sovranità alimentare nell’UE passa dalla modernizzazione del settore “.
Mara Martellotta