ECONOMIA- Pagina 194

‘Marazzato’ presenta in anteprima il nuovo showroom di Stroppiana

Dedicato ai mezzi storici, accoglierà la stampa in visita lunedì 26 Settembre 2022.

Una mattina in compagnia dei grandi mezzi del passato. Quelli che hanno fatto la Storia del trasporto merci e persone su gomma. In prevalenza autocarri, seguiti a ruota da alcune fra le più rappresentative due e quattro ruote del Novecento.

Tutti perfettamente restaurati, per un totale di oltre 300 straordinari pezzi raccolti e restituiti a nuova vita dalla passione ardente di Carlo Marazzato, industriale ambientale e collezionista scomparso prematuramente lo scorso marzo: proprio nell’anno in cui l’azienda fondata dal padre Lucillo, in memoria del quale la meravigliosa line-up di veicoli è dedicata, ha compiuto i propri primi settant’anni.

Attraversando sull’onda di uno sviluppo crescente ben tre generazioni di imprenditori che portano il medesimo cognome, e attualmente affidata alla guida altrettanto sapiente dei Fratelli Alberto, Luca e Davide. Esemplari rari, ricchi di colori vivi e altrettanto fascino, per l’occasione riallestiti all’interno dello showroom privato della Famiglia Marazzato di Stroppiana: teatro di importanti lavori che l’hanno reso la casa più accogliente, raffinata ed elegante insieme per raccontare oltre un secolo di motori classici.

E che, soprattutto, verrà aperto in anteprima alla stampa generalista del territorio e a quella specializzata lunedì 26 Settembre 2022 a partire dalle ore 9.45, cornice di una conferenza stampa dedicata al tema, e altresì alla presentazione del libro ‘Dal Trasporto all’Ambiente: il senso è nel viaggio’ scritto dal giornalista radiotelevisivo, saggista e collezionista anch’egli di camion e autobus storici Maurizio Scandurra.

Introducono i Fratelli Marazzato, seguiti poi dalle figure apicali del Gruppo per rendere nota ai media l’avvento della costituenda ‘Fondazione Carlo Marazzato’, atto d’amore incondizionato al ricordo dell’eclettico papà Carlo. Dopo di loro, sarà la volta di Massimo Condolo, fra i più autorevoli e rappresentativi giornalisti del settore del motorismo storico, nonché stimato autore di molti fra i volumi di maggior diffusione e successo sul medesimo argomento.

Conclude Maurizio Scandurra, per una breve sintesi sui contenuti e gli aneddoti più significativi dell’opera editoriale che ha firmato per l’anniversario della fondazione del ‘Gruppo Marazzato’.

Massimo Condolo prenderà per mano poi gli appassionati, i collezionisti e gli uomini dei media intervenuti per una visita guidata alla collezione, coinvolgendoli in un avvincente percorso a ritroso nel tempo sulla scia degli elementi narrativi più curiosi legati ai mezzi esposti.

Onorati di proseguire con altrettanto entusiasmo e impegno sulla strada della cultura d’impresa intrapresa da nostro padre Carlo con l’aiuto prezioso e costante di Mara, nostra madre”, dichiarano i Fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato. “Consapevoli che la collezione aziendale costituisce uno dei punti di forza e di partenza per sottolineare come, tanto nella vita quanto nel lavoro, la cultura delle radici sia la sola capace di fare la differenza in segno di continuità tra passato, presente e futuro”, chiosano i tre manager.

La pandemia fiscale è alle porte

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Stanno per giungere ai contribuenti 5 milioni di cartelle esattoriali.

Ma cosa ci sarà da aspettarsi considerato il caro bolletta che andrà a colpire pesantemente la popolazione? E’ alle porte una pandemia fiscale che rischia di essere gestita male come quella sanitaria.

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https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/09/14/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/la-pandemia-fiscale-e-alle-porte-di-lorenza-morello.html

Inflazione, Confagricoltura: interventi urgenti per produzione e occupazione

Dopo un anno difficile, fortemente caratterizzato dagli alti costi, gli ultimi aumenti dell’energia elettrica e del gas mettono letteralmente fuori controllo il sistema degli oneri delle aziende agricole. Nelle prossime settimane, senza interventi governativi in grado di modificare lo stato attuale, le imprese saranno costrette ad aumentare i prezzi dei prodotti, con un effetto a caduta sui consumatori, se non addirittura a tagliare l’attività produttiva”.

Così la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco commenta le stime comunicate oggi dall’Istat, che riportano un aumento dell’inflazione dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua.

Anche l’inflazione annuale dell’area euro, secondo Eurostat, l’ufficio statistico della Ue, dovrebbe attestarsi al 9,1% ad agosto, un nuovo valore record, in aumento rispetto all’8,9% di luglio. Anche in questo caso è il fattore energia la principale variabile.

Il nuovo balzo in avanti dell’inflazione, che ha raggiunto il livello più alto dal 1985, è da imputare prevalentemente al prezzo dell’energia. Se non si mettono in atto misure immediate a livello nazionale e straordinarie in ambito europeo sul costo del gas, dell’energia elettrica e del gasolio, l’Italia rischia una grave recessione”.

Tra le voci che hanno registrato forti aumenti ci sono infatti  beni alimentari. In particolare, frutta e verdura hanno visto incrementi di prezzo intorno al 10% nell’ultimo periodo, con picchi del 30-50% per alcuni prodotti. Cresce il prezzo delle uova, della farina e della pasta. “Come sosteniamo da tempo, – prosegue la presidente – gli imprenditori agricoli non riusciranno  ad assorbire l’aumento dei costi di produzione. I rialzi hanno toccato punte del 300% per gas ed energia. Inutile ricordare che dietro ad ogni azienda ci sono famiglie che lavorano”.

Tenendo conto della specificità del settore agricolo, anche alessandrino, dove in molti casi le chiusure delle attività sarebbero definitive, Confagricoltura chiede che L’Europa e il Governo assumano decisioni straordinarie e altrettante urgenti sul prezzo del gas, dell’energia elettrica e del gasolio.

Dalla Regione i fondi per sostenere gli affitti delle case

FONDO SOSTEGNO ALLA LOCAZIONE, ARRIVANO 23 MILIONI E 2 DI «PREMIO» PER IL PIEMONTE.

Per l’assessore regionale alla Casa Chiara Caucino l’obiettivo è quello di sostenere il più possibile, con ogni mezzo a disposizione, chi è meno garantito, anche a fronte del pericolo della bomba sociale che potrebbe provocare il caro energia.

La giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale alla Casa, ha ripartito ai Comuni capofila del Piemonte 25 milioni di euro del Fondo alla locazione privata. Lo stanziamento statale è di 23 milioni di euro più 2 di «bonus» riservati al Piemonte per per il sostegno all’abitazione fornito anche con il finanziamento delle Agenzie sociali per la locazione. Rispetto all’edizione del 2021, quindi, ci sono 4 milioni in più da ripartire.

Per l’assessore regionale alla Casa si tratta di una fondamentale boccata d’ossigeno in un momento più che mai delicato caratterizzato dall’aumento dei costi dell’energia che andranno a colpire soprattutto le fasce più deboli della popolazione, che potrebbero trovarsi brutte sorprese nella buca delle lettere. Così, insieme ad altre misure – ad oggi ancora in fase di studio – questi 25 milioni di euro andranno a sostenere chi paga l’affitto nel mercato privato e versa in condizioni di oggettiva difficoltà.

I fondi verranno ripartiti nei 71 Comuni capofila, e distribuiti da questi ultimi a tutti gli altri centri del territorio, a seconda delle necessità.
Per l’assessore biellese si tratta di un’operazione che permetterа di sostenere in modo concreto i piemontesi nel difficile percorso che si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi.

In base alle prime simulazioni – ancora provvisorie e al ribasso – è realistico prevedere che, come minimo, nell’Alessandrino andrà un milione e 100mila euro, nel Biellese 300 mila euro, nella provincia di Asti 600 mila euro, un milione e mezzo in quella di Cuneo, uno nel Novarese, 300 mila euro a Vercelli e 250 mila nel Vco. A fare la parte del leone è sempre l’area metropolitana torinese, che potrebbe ricevere circa 17 milioni.

Ora, una volta perfezionata la ripartizione esatta, i 71 Comuni capofila dovranno aprire i bandi per almeno 30 giorni da ottobre a dicembre 2022: la cittadinanza interessate dovrà quindi interfacciarsi con i Comuni tenendo d’occhio anche i siti istituzionali degli Enti Pubblici interessati.

Lo scorso anno a usufruire della misura erano state 18mila famiglie piemontesi.

Amazon presenta il nuovo programma per l’inserimento lavorativo di persone sorde

Riceviamo e pubblichiamo

All’interno del centro di distribuzione di Torrazza Piemonte

L’azienda ha ospitato i rappresentanti di ENS, insieme alle istituzioni e ai media locali, nel suo sito piemontese per una presentazione del progetto. Per tutto il mese di ottobre, una volta alla settimana, le visite guidate virtuali saranno disponibili anche in lingua dei segni.

Nei giorni scorsi Amazon ha presentato una nuova importante iniziativa all’insegna della
massima inclusione: l’inserimento lavorativo di persone Sorde presso il centro di distribuzione di
Torrazza Piemonte (TO). Alla presenza dei rappresentanti della sezione regionale dell’Ente Nazione
Sordi, le istituzioni e i media locali, l’azienda ha illustrato il suo progetto e ha offerto agli ospiti una
visita del sito guidata dal Responsabile del centro di distribuzione, Matteo Conti che si è soffermato
sulle implementazioni tecnologiche e le procedure introdotte per poter garantire l’inserimento
lavorativo delle persone Sorde in totale sicurezza.

Il programma, sviluppato in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi, conta già l’inserimento di 40
persone in tutta Italia, di cui 6 presso il centro di distribuzione di Torrazza Piemonte.
La nuova iniziativa si inserisce all’interno di una politica aziendale che poggia su valori quali diversità
e inclusione, pilastri fondamentali della cultura di Amazon.

“Sono davvero molto orgoglioso che questa importante iniziativa di inclusione sia iniziata in Italia dai
nostri centri di distribuzione. Conoscere, imparare ed essere sempre aperti al punto di vista degli altri
è ciò che contraddistingue il nostro modo di guardare al futuro, di lavorare e innovare. Crediamo che
la diversità in tutte le sue molteplici sfaccettature sia un valore aggiunto e una ricchezza da cui trarre
nuovi spunti e idee. Questo nuovo bellissimo viaggio intrapreso insieme all’Ente Nazionale Sordi ci ha
insegnato e ci continua ad insegnare moltissimo, arricchendoci ogni giorno” ha dichiarato Lorenzo
Barbo, Responsabile di Amazon Logistica Italia.

“Siamo orgogliosi di aver avviato questo progetto nel centro di distribuzione di Torrazza Piemonte, e
di essere stati tra i primi in Italia” ha dichiarato Matteo Conti, Responsabile del centro di distribuzione
di Torrazza Piemonte. “Siamo sicuri che questo sia solo il punto di partenza di un progetto che si
svilupperà ulteriormente nei prossimi mesi”.

“Io credo che il compito delle istituzioni sia quello di creare le condizioni per l’inclusione. Tuttavia,
affinché questa inclusione sia reale, è necessario che ci sia la collaborazione delle realtà produttive. In
questo senso apprezzo molto questo progetto di Amazon che permette di tradurre in azioni concrete
ciò che si intende per inclusività” ha dichiarato Sonia Cambursano, Consigliere Delegata allo sviluppo
economico, attività produttive, turismo e pianificazione urbanistica della Città Metropolitana di Torino.
“La realtà di Amazon qui a Torrazza Piemonte è impegnata ormai da anni nella realizzazione di
importanti iniziative a livello locale che hanno avuto anche un rilevante impatto sociale. Come sindaco
ritengo che questo programma per l’assunzione di dipendenti Sordi rappresenti un esempio positivo
di integrazione. Ritengo davvero importante che le aziende si impegnino ad offrire opportunità di
lavoro e sviluppo che siano davvero inclusive” ha commentato il sindaco di Torrazza Piemonte,
Massimo Rozzino.

Per poter soddisfare le esigenze delle persone Sorde e offrire loro un ambiente di lavoro sicuro,
inclusivo e moderno dove poter esprimere al meglio il proprio talento, l’azienda si è affidata a
consulenti ed esperti con i quali ha trovato le migliori soluzioni affinché i processi e le postazioni
fossero idonei alle esigenze di tutti i lavoratori.

“Sono felice di essere qui oggi a testimoniare il lavoro svolto da una multinazionale come Amazon,
attenta, alle esigenze e ai bisogni dei suoi dipendenti Sordi. Una strategia quella di Amazon, che ha
tenuto conto del fatto che i suoi dipendenti Sordi potessero essere un’opportunità di crescita,
mantenendo gli standard di produzione. Un esempio da seguire per tutte le altre aziende. Un primo
passo per Amazon, sicuramente degno di ammirazione e mi auguro l’Azienda voglia continuare con
questa filosofia” ha commentato Timeo Serafino, Presidente di Ens Onlus APS Consiglio Regionale
Piemonte.

Al fine di favorire un’integrazione a 360 gradi, l’azienda ha organizzato corsi di formazione dedicati al
tema dell’inclusività. Il corso si è rivolto alla leadership e a tutti i dipendenti dei centri di distribuzione
coinvolti nel programma. In quest’ottica, e per favorire massima interazione e integrazione, Amazon
ha organizzato anche corsi di Lingua Internazionale dei Segni.

Il progetto ha inoltre riguardato processi, procedure e dotazioni tecnologiche all’interno dei centri di
distribuzione. In particolare, dopo un’attenta analisi, l’azienda ha provveduto a dotare le strutture di
tablet installati in punti strategici in prossimità delle postazioni di lavoro, di cui ogni lavoratore può
avvalersi per usufruire di un servizio di traduzione simultanea in lingua dei segni, disponibile in
qualunque momento durante l’orario di lavoro. I dipendenti sono stati poi muniti di dispositivi connessi
direttamente al sistema di allarme che vibrano in caso di segnalazione di evacuazione.

Per garantire la massima sicurezza possibile ed essere certi dell’immediata reazione in caso di allarme,
Amazon ha inoltre integrato il sistema di segnalazione sonoro con un capillare impianto di segnali
luminosi.

Al momento, oltre Torrazza Piemonte, gli altri centri di distribuzione in cui il progetto è già attivo e
che vedono la presenza di lavoratori Sordi sono Passo Corese (Rieti), Colleferro (Roma),
Castelguglielmo-San Bellino (Rovigo), Castel San Giovanni (Piacenza), Novara e Cividate al Piano
(Bergamo). Nei prossimi mesi l’iniziativa sarà allargata anche agli altri centri di distribuzione presenti
in Italia: Vercelli e San Salvo (Chieti).

Come segnale di continuità del progetto e di stretta collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi,
Amazon ha annunciato una donazione in favore di quattro sezioni regionali, tra cui il Piemonte,
dell’associazione con l’obiettivo di supportare le attività svolte dal nostro ente a favore delle persone
Sorde o per l’acquisto di tecnologie utili alle stesse all’interno degli uffici.

Tour virtuali in diretta con interpretazione simultanea in lingua dei segni
Come ulteriore prova del suo impegno nei confronti dell’inclusività, Amazon ha annunciato che, a
partire ottobre e per tutto il mese, una volta a settimana, il programma di tour virtuali in Italia sarà
fruibile anche nella lingua dei segni. Chiunque lo desideri può registrarsi alle visite virtuali nei centri di
distribuzione Amazon per scoprire tutto ciò che accade dal momento del click sul sito Amazon.it fino
alla consegna a casa.

Le guide dei tour saranno collegate in diretta dai centri di distribuzione Amazon di Passo Corese
(FCO1), Torrazza Piemonte (TRN1), Castelguglielmo-San Bellino (BLQ1) e Cividate al Piano (BGY1) per
accompagnare i visitatori alla scoperta dei processi che caratterizzano la logistica Amazon, mostrando
come vengono gestiti e preparati gli ordini dei clienti. Per partecipare è sufficiente accedere

al sito https://it.amazonfctours.com/virtualtours, prenotarsi e collegarsi al giorno e all’orario
prescelto.

Grazie a questo programma i partecipanti prendono parte a un’esperienza unica, nel corso della quale
possono interagire e rivolgere le proprie domande direttamente alle tour leader.
Investimenti in Italia

Dal suo arrivo in Italia nel 2010, Amazon ha investito oltre €8,7 miliardi creando più di 14.000 nuovi
posti di lavoro a tempo indeterminato, di cui 4.500 solo nel 2021, in circa 60 siti in tutto il Paese. Altri
3.000 posti di lavoro saranno creati entro la fine del 2022, per arrivare a una forza lavoro complessiva
di oltre 17.000 dipendenti.

Oltre ai nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato che l’azienda continua a creare, Amazon supporta
imprenditori e chiunque intenda avviare un’attività in proprio, digitalizzare un’attività già esistente,
oppure espandere il proprio business attraverso vari programmi: utilizzando il marketplace per la
vendita o affidandosi alla rete di distribuzione di Amazon per lo stoccaggio e la consegna dei prodotti
con FBA (Fulfillment by Amazon). Le imprese italiane che vendono i propri prodotti su Amazon.it
hanno creato 60.000 posti di lavoro e nel 2021 hanno registrato circa € 800 milioni in di vendite
all’estero

Crisi energia, la Regione chiede al Governo sconti in bolletta e prezzi calmierati

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RICHIESTE ANCHE FACILITAZIONI PER CHI REALIZZA IMPIANTI PER L’AUTOCONSUMO E RIDUZIONE DELL’IVA SUL TELERISCALDAMENTO

Le richieste del Piemonte nate dal confronto con imprese e mondo produttivo
Il Presidente della Regione e l’Assessore alle Attività Produttive sottolineano il ritardo dell’Europa che deve fare la sua parte e in fretta

 

In vista del prossimo Consiglio dei Ministri e dei provvedimenti che il Governo sta predisponendo per affrontare l’emergenza del caro energia, la Regione Piemonte nelle scorse ore ha inviato a Roma un documento che riassume le richieste e le proposte nate in queste settimane di confronto sul territorio con gli imprenditori e i rappresentanti del mondo economico e produttivo.

Il Presidente della Regione Alberto Cirio  e l’Assessore alle Attività Produttive sottolineano che serve un doppio tipo di intervento. Misure urgenti, di cui si possa avere una ricaduta subito per affrontare questo momento di estrema difficoltà, perché ne va della tenuta economica del nostro Paese. Parallelamente, però, vanno pensati strumenti di medio e lungo periodo che diano una prospettiva di stabilità a imprese e cittadini, perché, esattamente come avvenuto con il Covid sulla sanità, questa emergenza ha accelerato le conseguenze di decenni di gestione sbagliata del tema energia.

Tra le richieste del Piemonte al Governo c’è quella di definire degli stock di energia a prezzo calmierato (tenendo come riferimento il 2020) da mettere a disposizione del sistema produttivo in funzione di dimensione, settori produttivi, consumi e fatturato e uno sconto in bolletta con i fondi degli extra profitti.
La produzione di energia, spiegano Presidente e Assessore, è generata in percentuali importanti anche da fonti rinnovabili, ma il prezzo che paga l’utente finale è interamente tarato sul valore del gas. Una anomalia che grava interamente sulle spalle di cittadini e imprese e che non ha senso, più che mai in un momento come questo.

Il Piemonte chiede anche al Governo di attivare subito facilitazioni sugli impianti per l’autoconsumo. Presidente e Assessore spiegano che oggi una impresa che realizza un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili aspetta più di un anno prima di poterlo utilizzare. Questo a causa dei tempi di allacciamento alla rete nazionale, obbligatorio per legge. È fondamentale velocizzare queste tempistiche e, nell’attesa, consentire comunque l’autoconsumo, perché è assurdo che un imprenditore che investe su un impianto di questo tipo non possa beneficiarne subito appena pronto, continuando invece a pagare bollette altissime. Inoltre una misura di questo tipo incentiverebbe altri investimenti analoghi, potenziando l’autonomia energetica del nostro sistema produttivo.

Le Regioni, spiegano Presidente e Assessore, possono sostenere i progetti per investimenti in rinnovabili ed efficienza energetica attraverso i fondi europei e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha già dichiarato di voler potenziare il Fesr, il fondo europeo per lo sviluppo regionale, affinché possa essere piegato maggiormente alle esigenze dei territori in questo momento. Ma finora non abbiamo visto le parole trasformarsi in fatti. L’Europa è in grave ritardo su questa emergenza, deve fare la sua parte e farla in fretta.

Tra le altre misure che il Piemonte propone di valutare ci sono finanziamenti legati proprio agli investimenti in corso sull’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, attivabili anche mediante le ESCO, ovvero aziende che offrono tutti i servizi tecnici, commerciali e finanziari necessari, facendosi carico sia degli oneri economici che di quelli organizzativi.

La Regione propone anche di allargare la categoria dei beni strumentali che godono del credito d’imposta, inserendo gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

Chiede anche la ridefinizione dei parametri per incentivare le imprese in cui il consumo energetico ha alta incidenza rispetto al fatturato, indipendentemente dalla classificazione come energivore.

Infine per aiutare le famiglie il Piemonte chiede la riduzione dell’IVA sul teleriscaldamento al 5%.

A Rivoli si formano i super tecnici della logistica

In partenza un corso gratuito di 800 ore per disoccupati

ENAIP RIVOLI 

Nella partnership: EnAIP, UPO, IIS Amaldi-Staffi e le aziende S.I.T.O., Mole Logistica e Pro Design

Per chi è diplomato e vorrebbe specializzarsi nel settore della logistica. Il centro Enaip di Rivoli propone un corso IFTS (Istruzione Formazione Tecnica Superiore) gratuito di TECNICHE PER LA PROGRAMMAZIONE DELLA PRODUZIONE E LA LOGISTICA.

Ha una durata di 800 ore, di cui 400 saranno svolte in alternanza, al fine di sperimentare sul campo le competenze acquisite durante le lezioni teoriche. È rivolto a persone disoccupate, maggiorenni, in possesso di diploma.

Il Tecnico superiore opera all’interno di imprese di produzione e di servizi nelle attività correlate all’approvvigionamento, alla distribuzione, alla spedizione, adottando le soluzioni e gli strumenti più idonei alla realizzazione del ciclo logistico. Ha una visione sistemica del ciclo logistico e dell’intera fase del trasporto ed è in grado di coordinare come Multimodal Transport Operator le relazioni con gli attori del canale logistico interno ed esterno all’azienda.

Il corso è realizzato da una partnership di soggetti, di cui EnAIP Piemonte è capofila: Università del Piemonte Orientale (UNIPO), IIS Amaldi- Sraffa di Orbassano, S.I.T.O. Società interporto di Torino, Mole Logistica S.c.p.a., Pro design Snc.

Nella rete di imprese interessate al profilo, tra le altre, ci sono: BRT SpA, Carioca SpA, Codé Crai Ovest, Cultraro Automazione Engineering Srl, Facet Srl, Flenco Fluid System Srl, Leroy Merlin, Lidl Italia, MOLE SCPA, MR Transport Srl, Prima industrie SpA, Progefai SC, Torino Terminal Container Srl”.

ISCRIZIONI online: https://enaip.org/7EdD

Per informazioni:

EnAIP Rivoli

011.9591252

csf-rivoli@enaip.piemonte.it

Elezioni: le richieste del mondo delle imprese ai partiti politici

Le richieste di Confartigianato Imprese Piemonte per ricostruire un patto di fiducia tra imprenditori, Politica e Istituzioni. Lavoro, burocrazia, energia, sostenibilità e PNRR.

 

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “L’artigianato e le PMI al centro degli interventi per rilanciare la competitività”.

 

 

 

“Ricostruire un patto di fiducia tra imprenditori, politica e istituzioni e costruire un Piemonte e una Italia a misura di oltre 4 milioni e mezzo di artigiani e piccole imprese, 117mila in Piemonte, che danno lavoro a 11 milioni di addetti, 235.255 quelli piemontesi”.

E’ questa la richiesta di Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte per sollecitare un impegno concreto a rimuovere gli ostacoli che bloccano gli imprenditori e a creare le condizioni per la ripresa economica.

“A chi si candida a guidare il Paese chiediamo un patto di fiducia per realizzare le riforme irrinunciabili per lo sviluppo – continua Felici – domandiamo di porre l’artigianato e le micro e piccole imprese, che rappresentano il 99,4% del tessuto produttivo e danno lavoro al 64% degli occupati, al centro degli interventi per rilanciare la competitività e di ri-orientare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale”.

Nell’agenda delle priorità indicata da Confartigianato Piemonte c’è anche la richiesta di “un fisco semplice e leggero, visto che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona. Da riformare all’insegna dell’efficienza anche la macchina burocratica, poiché oggi l’Italia è al 24° posto nell’Ue per la qualità dei servizi pubblici e soltanto il 28% delle amministrazioni locali gestisce completamente pratiche on line”.

“Il lavoro di qualità è un altro importante tema che deve essere affrontato – prosegue Felici -diciamo no al salario minimo legale e sì al lavoro di cittadinanza, va ridotto il cuneo fiscale e contributivo sul lavoro e potenziati formazione tecnica e professionale e apprendistato per agevolare il reperimento di manodopera qualificata da parte delle imprese”.

 

E sul caro energia secondo Confartigianato Imprese Piemonte non ci sono alchimie che tengano: lo Stato deve in prima coprire gli aumenti (costi di elettricità e gas, incrementato 108%) ma subito dopo recuperare il suo ruolo centrale nella gestione e nella distribuzione dell’energia, tagliando fuori gli speculatori”.

 

Sul fronte della sostenibilità ambientale – sottolinea Felici – vanno mantenuti gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, sciogliendo rapidamente il grave problema dei miliardi di crediti fiscali incagliati legati ai bonus edilizia che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende di costruzioni e di 47mila posti di lavoro”.

Sull’accesso al credito, Confartigianato Imprese Piemonte chiede delle concrete politiche creditizie che portino ad un intervento forte dello Stato anche su questa partita, per sostenere il tessuto economico caratteristico del nostro Paese costituito da micro e piccole imprese.

“E sul PNRR – conclude Felici – è necessario proseguire spediti nella sua attuazione con bandi improntati alla facile accessibilità che devono essere inclusive e accessibili per le piccole imprese. Bisogna poi essere molto attenti a non rendere la “transizione energetica” un business che poco ha a che fare col contenimento delle emissioni; piuttosto va sburocratizzata completamente l’installazione di impianti alternativi e va incentivata l’autoproduzione e l’autoconsumo; va inoltre creata una premialità per le Comunità Energetiche”.

Caro energia, il grido di dolore del settore agroalimentare

 

Vertice tra una trentina di imprese piemontesi del settore e gli assessori regionali competenti Franco Biraghi: “Non so quanti potranno resistere. Servono interventi immediati”

 

A pochi giorni dal grido d’allarme lanciato sul caro energia da Confindustria Piemonte insieme alle rappresentanze regionali di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, una delegazione del settore agroalimentare ha incontrato gli assessori competenti direttamente in Regione a Torino. Al confronto hanno partecipato una trentina di aziende piemontesi di vari settori, tra cui quello lattiero caseario che in questo momento sta registrando la fase più acuta dei costi.

“Non siamo qui per dare la colpa a qualcuno o per chiedere soldi. Quello che vogliamo è far capire in modo chiaro a che punto siamo arrivati e quanto potremo resistere. In un mese abbiamo registrato un aumento della materia prima superiore a quanto avevamo previsto solo a luglio. Il costo dell’energia, una volta irrilevante, incide oggi in modo molto significativo. Mi chiedo quante aziende potranno andare avanti, come settore dobbiamo incominciare a lavorare insieme come filiera e non uno contro l’altro. Quello che chiediamo è una tregua, e vi chiediamo di portare queste nostre esigenze a livello nazionale” ha spiegato Franco Biraghi, delegato di Confindustria Piemonte per il settore agroalimentare.

“Tutti i settori sono toccati da questi aumenti, ma quello agricolo in primis. Dobbiamo trovare un accordo per cui tutti, in tempi normali abbiano un profitto, e in questo momento un’intesa è necessaria per sopravvivere. Dobbiamo salvare le nostre imprese, e per questo ci impegniamo a spendere al meglio le risorse che arriveranno” ha risposto l’assessore all’Agricoltura, Marco Protopapa.

“Siamo combattivi e vogliamo essere concreti per affrontare i problemi. Siamo fortemente preoccupati, a cominciare dall’entità delle risorse previste dal nuovo decreto Aiuti, ovvero 14 miliardi. La politica deve poter programmare, e queste risorse non lo consentono. Ma gli imprenditori non devono sentirsi soli, abbiamo compreso le loro difficoltà e abbiamo compreso come il rischio di chiusura delle aziende, non è qualcosa di lontano. Con le banche mi impegno personalmente a sentire l’Abi, e valutare le condizioni che hanno le aziende settore, per avviare un percorso agevolato, proprio come capitò durante la pandemia. Posso già escludere da ora eventuali bonus, invece garantisco nei prossimi anni che ci saranno dei fondi per energia” ha aggiunto l’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano.

I rappresentanti delle aziende presenti hanno evidenziano come sia impossibile fermare i flussi commerciali, anche perché se ci si ferma, in una fase come questa è difficile ripartire. “Siamo arrivati al tempo zero, dobbiamo quindi guardare a domani. I programmi a lungo o anche solo medio termine, in questa fase non sono la priorità. Eppure, la burocrazia e gli adempimenti ci sono lo stesso, e sono molti i fondi spesi per aggiornare impianti o tecnologie che vanno comunque ammortizzati” ha concluso Biraghi anche a nome dei colleghi.

Caro-energia: costa alle PMI del Piemonte 1,6 miliardi in più in un anno

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Se non si interviene i maggiori costi possono arrivare a 4.2 miliardi. Interventi subito per evitare ecatombe imprese”

Piemonte 5° regione più penalizzata. I settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.

 

 

“La situazione è insostenibile, le imprese hanno ormai pochi margini di resilienza. L’incremento smisurato dei costi energetici rischia di portare alla chiusura molte attività d’impresa, circostanza con la quale dovremo fare i conti qualora i flussi di fornitura di gas dalla Russia dovessero di colpo interrompersi. Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti”. L’allarme lo lancia Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte. 

 

“Vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate da questo Esecutivo -continua Felici: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre, va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti per non aggravare la situazione del bilancio pubblico. Serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione”.

Da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese del Piemonte hanno pagato per l’energia elettrica 1,6 miliardi in più rispetto all’anno precedente (21,1 a livello nazionale). Una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente: se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, i maggiori costi per i piccoli imprenditori saliranno nel 2022 a 4,2 miliardi in più rispetto al 2021. L’allarme arriva da Confartigianato Imprese, che ha calcolato l’impatto sulle MPI della crisi energetica e dell’impennata dei prezzi del gas.

Nel dettaglio, la rilevazione di Confartigianato Imprese mette in evidenza che gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2000 MWh si traduce in un maggiore costo, tra settembre 2021 e agosto 2022, di 21,1 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti, pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI. A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro. I settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.

In Italia – rileva Confartigianato Imprese– la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è decisamente più elevata rispetto a quanto avviene nell’Unione europea: a luglio 2022, infatti, nel nostro Paese il prezzo dell’elettricità è cresciuto dell’85,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia.

“Il tema energia -conclude Felici– deve diventare priorità per il Governo in carica e nell’agenda del nuovo Governo. Da quest’ultimo ci attendiamo la riforma della tassazione dell’energia, che oggi tocca il 51% della bolletta e penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio ‘chi inquina paga’”.