ECONOMIA- Pagina 190

Dopo la vittoria di Fdi in Italia la Cina teme ancora di più il G7

Xi Jinping è in allarme: se in Italia Giorgia Meloni, leader del partito “Fratelli d’Italia”, divenisse la nuova Presidente del Consiglio, troverebbe in Liz Truss, la nuova premier britannica, una valida alleata contro il governo di Pechino.

Sotto l’egida statunitense di Biden, il nuovo viso del G7 con Liz Truss e Giorgia Meloni potrebbe risultare ancora più ostile nei confronti del governo di Pechino…

 

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DOPO LA VITTORIA DI FDI IN ITALIA, LA CINA TEME ANCORA DI PIU’ IL G7

Crolla la fiducia dei piccoli imprenditori torinesi. Ma all’Unione industriale ci si limita a mugugnare contro il presidente

Il presidente dell’Api Torino, Fabrizio Cellino, avverte il nuovo governo che le scelte europee sul fronte dell’energia potrebbero danneggiare ulteriormente le imprese italiane che già pagano l’energia più dei concorrenti esteri…

 

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Crolla la fiducia dei piccoli imprenditori torinesi. Ma all’Unione industriale ci si limita a mugugnare contro il presidente

Piccole e medie imprese alla canna del gas

A cura di lineaitaliapiemonte.it

L’Ufficio Studi di API Torino mostra una situazione drammaticamente negativa: in tre mesi crollo della fiducia di 40 punti (minimo storico), il 52% delle imprese prevede un calo produttivo, il 47% rinuncia a nuovi investimenti, il 19% prevede riduzione dell’ occupazione. Cellino, presidente Api Torino: “Subito una nuova politica industriale. Responsabilità del futuro Governo e del nuovo Parlamento”

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https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/09/29/leggi-notizia/argomenti/lineaitaliapiemonteit/articolo/piccole-e-medie-imprese-alla-canna-del-gas-crollo-storico-della-fiducia.html

Collaborazione strategica tra Aruba e Politecnico di Torino

Una nuova collaborazione strategica tra Aruba e Politecnico di Torino, che hanno siglato un accordo, di durata triennale, finalizzato a sviluppare ed ampliare le esperienze comuni già realizzate, attivando una partnership a lungo termine relativa a generazione di idee, studi di prefattibilità, progetti di ricerca svolti in cooperazione e finanziati dalla società nei settori Software Engineering, ICT Security, IT Infrastructure and Networking, Artificial Intelligence and Machine Learning.

 

A promuovere tali attività sarà Aruba Academy, la scuola del Gruppo Aruba specializzata nella formazione in campo IT, che ha tra gli obiettivi quello di favorire una formazione specialistica STEM per giovani talenti da poter poi inserire nel mondo del lavoro. Aruba Academy, infatti, potrà contribuire all’attività formativa del Politecnico di Torino tramite l’offerta di applicazioni pratiche per studi specifici quali tesi, stage, dottorati di ricerca e master universitari al fine di fornire agli studenti e ai laureandi l’opportunità di una migliore conoscenza del mercato del lavoro.

Stellantis, il dibattito in Sala Rossa

Il protocollo siglato con Stellantis rappresenta un passaggio storico importante. In questa città da circa 20 anni si parla della fine dell’industria dell’auto. E’ una buona notizia per tutti noi, per la città e per il Piemonte poter dire che non solo l’industria a Torino non ha finito di esistere ma fa nuovi investimenti nell’ottica dell’economia circolare, della transizione ecologica, della mobilità elettrica che rappresentano elementi di soddisfazione territoriale”.

Così si espresso il sindaco Stefano Lo Russo, a Palazzo Civico, durante le comunicazioni relative alla recente sigla di protocollo tra Città di Torino, Regione Piemonte e il Gruppo Stellantis.

Il Sindaco ha ricordato i principali contenuti del documento che prevede la produzione della 500 elettrica, il montaggio della linea Maserati, con motorizzazione tradizionale, Hybrid e full electric, e la scelta di realizzare a Torino l’hub europeo per il recupero funzionale dei veicoli elettrici, che rappresenta da una lato una politica di sviluppo industriale, dall’altro garantisce effetti ambientali benefici.

Lo Russo ha evidenziato che, come amministratori territoriali, occorre farsi carico anche della filiera dell’indotto che sarà anch’essa coinvolta nella trasformazione ecologica. Si tratta, ha sottolineato il Sindaco, di un background storico importante per Torino, una filiera che vale il 33% del pil e migliaia di posti di lavoro, una vocazione che insieme alla vocazione universitaria e tecnologica della città rappresenta un’eccellenza europea.

Nel dibattito in aula, il consigliere Giuseppe Catizone (Lega) ha ringraziato il sindaco Lo Russo e il presidente Cirio per l’accordo siglato, che prevede anche la produzione di cambi per vetture ibride, e ha ribadito che la principale vocazione di Torino è quella industriale. Ha quindi auspicato un maggior numero di assunzioni nello stabilimento torinese e la realizzazione del Tav per offrire maggiore competitività alle industrie.

Elena Maccanti (Lega) si è augurato un passaggio più graduale alle vetture completamente elettriche per non danneggiare le aziende dell’indotto dell’automotive, mentre Andrea Russi (M5S), pur condividendo un cauto ottimismo, ha chiesto maggiori garanzie sui livelli occupazionali e sulle esternalizzazioni delle produzioni e un maggiore coinvolgimento dei sindacati nelle trattative.

Per Nadia Conticelli (PD) una buona notizia per il quartiere e per tutta la zona nonché una ulteriore sfida per l’Amministrazione. La capogruppo del PD ritiene ci siano poi altre tematiche da affrontare quali i livelli occupazionali, da non abbassare, anzi da implementare, oltre alla questione salariale. In Francia Stellantis discute del buono anti inflazione che si aggancia al salario minimo, tema da noi ancora fermo al rinnovo contrattuale. Per questo Conticelli si augura che il prossimo Governo intervenga presto sulla materia. Sulla questione elettrica, Stellantis dovrà fare i conti con la concorrenza del mercato orientale perché la transizione ecologica o per tutti o non serve. L’auto elettrica non può restare un prodotto di nicchia e la transizione ecologica va sostenuta con politiche concrete.

Simone Fissolo (Moderati) considera positivamente che la visione di un’azienda vada a combaciare con quella di una realtà del territorio che chiede di essere riconosciuto per le sue competenze. La rete di realtà che già esiste sul territorio e si occupa di economia circolare non potrà che beneficiare della notizia che Torino diventa hub di economia circolare per una delle aziende più grandi d’Europa. Positivo anche il recupero degli spazi di Mirafiori. Per Fissolo non ci sono solo batterie ed elettrico e sarebbe bello se Torino potesse diventare avanguardia nello sperimentare buone pratiche quali l’utilizzo di materiali riciclati per la produzione di auto.

Nel suo intervento, Pierino Crema (PD): ha ricordato, in merito al rapporto con le organizzazioni sindacali, che la Fiom in un suo comunicato precisa come le scelte del Gruppo Stellantis siano novità positive e un passo importante per il rilancio di Mirafiori. Critico Silvio Viale( Lista Civica per Torino), che si è detto soddisfatto per l’accordo, ma ha ricordato che la sede finanziaria di Stellantis non è a Torino e che l’azienda si muove in un contesto mondiale e prende decisioni in maniera indipendente dalla Città di Torino.

Favorevole Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) alla svolta di Stellantis verso l’economia circolare negli spazi dello stabilimento di Mirafiori; la consigliera auspica un ruolo attivo della Città per favorire e creare nuova ‘buona’ occupazione.

Nella replica, Lo Russo ha sottolineato come occorra fare di tutto per affrontare il tema dell’approvvigionamento elettrico del Paese e della diffusione delle colonnine. L’auto, oltre ad essere prodotta, deve poter circolare ad un prezzo non elevato come quello attuale. Ha evidenziato come oggi ci sia una diseconomia nell’acquisto del veicolo elettrico e nel costo dell’energia, tema che riguarda direttamente il trasporto pubblico locale.

In termini di approvvigionamento energetico, un veicolo elettrico ha costi chilometrici maggiori di quelli alimentati con altre fonti di energia.

Questo, ha concluso il Sindaco, presuppone che il Paese si doti di capacità produttiva autonoma di energia e di una rete distributiva efficace che favorisca la mobilità elettrica.

Gli artigiani: “Costo energia, inflazione, pressione fiscale: un trittico devastante per le imprese del Piemonte”

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Elezioni. Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte):“Governo e nuovo Parlamento affrontino subito crisi energetica, pandemia, fisco” 

  La richiesta principale degli artigiani: affrontare subito la questione energetica. A rischio 62mila imprese artigiane del Piemonte.

 

 

 

“Auspichiamo che il nuovo Governo di centrodestra si insedi velocemente e che si possa riaprire, al più presto, il dialogo con i Deputati e i Senatori del Piemonte, nuovi e confermati, a molti dei quali abbiamo già illustrato, negli incontri territoriali pre-elezione, le esigenze delle imprese, dei lavoratori e del Piemonte. Auspichiamo, inoltre, che le nostre istanze siano state recepite e messe in agenda, affinché il  lavoro da svolgere nel prossimo quinquennio, possa ripartire da un tessuto imprenditoriale, quello delle piccole e medie realtà, che rappresenta il 99,2% del sistema economico. In tutto questo è imprescindibile affrontare immediatamente la crisi energetica che rischia di cancellare gran parte delle attività produttive, la riforma fiscale e, ultima ma non ultima, la pandemia che non è finita ma che, nell’eventuale recrudescenza autunnale-invernale, non deve nuovamente essere pagata dagli imprenditori con chiusure e limitazioni, e, infine i progetti del Pnrr, che rappresentano un’occasione che mai più si ripresenterà per il nostro Paese”.

E’ questo il primo commento di Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte), al risultato delle Elezioni Politiche appena concluse e che hanno visto vincitrice la coalizione di centrodestra.

“Proseguiranno, dunque i nostri incontri con i Parlamentari piemontesi – continua Felici – per non interrompere quel dialogo collaborativo e di costruzione di un percorso che veda le attività produttive sempre al centro di ogni ragionamento di sviluppo in Italia e in Piemonte. Le aziende che rappresentiamo hanno bisogno di un forte interesse da parte dei parlamentari”.

Confartigianato Imprese Piemonte ricorda come il prossimo Governo e il nuovo Parlamento avranno il compito di affrontare un delicatissimo incrocio di condizioni: l’uscita dalla pandemia e la crisi energetica con un potenziale negativo devastante che sta andando a incidere sulle imprese dell’Italia e del Piemonte.

L’artigianato in Piemonte, infatti, con le sue 117mila imprese, è un tessuto produttivo in difficoltà che sta lottando per sopravvivere. Una situazione ormai insostenibile per migliaia di aziende che rischiano il lockdown energetico e la chiusura.

“Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di attività – rimarca Felici contro il caro energia sono impegnate oltre 62mila imprese artigiane, con i loro 262mila addetti, pari a oltre il 19% degli occupati delle realtà del settore, che rischiano una pesantissima frenata produttiva se non una fermata definitiva.”

Un impatto senza precedenti sulle piccole attività produttive piemontesi che rischia di ingigantirsi ulteriormente se nei prossimi mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno.

Per Confartigianato Imprese Piemonte vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate dall’Esecutivo uscente: azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre, va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve che lo Stato entri direttamente nella gestione delle risorse energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione.

Confartigianato Imprese Piemonte chiede che il tema energia diventi priorità per il nuovo Governo e si aspetta la riforma della tassazione dell’energia che oggi incide per il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio “chi inquina paga”.

E la paura di un taglio all’erogazione dell’energia verso le imprese è un’ipotesi che non lascia tranquilli i piccoli imprenditori.

“In questa delicata e complessa fase economica – continua Felici – gli artigiani e i piccoli imprenditori hanno sfoderato coraggio e passione, mostrando grandi capacità nell’affrontare la crisi pandemica e le conseguenze della guerra in Ucraina. Oggi vogliono contribuire al rilancio del Paese e a dare prospettive alle nuove generazioni, pronti come sempre a fare la loro parte con senso di responsabilità e coscienza civica”.

“A coloro che guideranno il Paese – conclude Felici – chiediamo di considerare l’artigianato e la piccola impresa centrali rispetto agli interventi per rilanciare lo sviluppo e di ri-orientare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale. Insomma, tutto ciò che necessità questo fragile ma fondamentale settore è una stabilità politica ovvero la certezza di poter programmare e di poter portare avanti progetti e sviluppo. L’Italia, così come il Piemonte, ha bisogno di certezze e di una visione prospettica di lungo respiro”.

Environmental, Social e Governance (ESG). La Misurazione della Sostenibilità

Si è svolta presso l’Aula Magna del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazionedell’Esercito, la conferenza dal titolo ESG – La Misurazione dellaSostenibilità” in collaborazione con ESG European Institute e Studio legale Improda.

Alla presenza di personalità del mondo dell’impresa, della culturae di una rappresentanza di Ufficiali frequentatori, il  Comandante dell’Istituto di Formazione, Generale di Divisione Mauro D’Ubaldi, nel suo indirizzo di saluto ha sottolineato come la misurazione della sostenibilità rappresenta un passaggio fondamentale per realizzare effettive ed efficaci azioni di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

La giornalista Chiara Pacilli ha moderato l’evento nel corso del quale sono intervenuti il Presidente della Fondazione Città Italia e CEO Studio Legale Improda, Alberto Improda, il Manager Avio e Vice Presidente ESG European Institute, Letizia Macrì, l’ArtExpert e Direttore del Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea, Carolyn Christov-Bakargiev, il Presidente IREN e ESG European Institute, Luca Dal Fabbro, il Presidentedell’Unione Industriali di Torino, Giorgio Marsiaj, il Presidentedella Camera di Commercio di Torino e Vice PresidenteFederazione Mondiale delle Camere di Commercio, Dario Gallina, e il già direttore del Piano Strategico di Torino, Paolo Verri.

Nel corso della conferenza è stata messa in luce come la misurazione delle performance ESG sia fondamentale per sviluppare un’economia ed un’industria più sostenibile. Oggi per valutare un’impresa o un investimento non basta più guardare aisoli dati finanziari. Sempre più spesso le decisioni di investimentoe le valutazioni sui piani aziendali non si basano esclusivamentesu parametrifinanziari”, ma tengono conto anche dei fattori“extra-finanziariovvero dei fattori ESG (Environmental, Social and Governance), che giocano un ruolo fondamentale neldeterminare la strategia di sostenibilità di un investimento nelmedio-lungo periodo

Dietro l’acronimo ESG ci sono tre termini molto chiari: Environmental, Social e Governance: si tratta di tre dimensionifondamentali per verificare, misurare, controllare e sostenerel’impegno in termini di sostenibilità di una impresa o di unaorganizzazione o di uno Stato. Il processo di definizione degliobiettivi e della misurazione dei fattori ESG è avviato ma ancorain grande evoluzione.      

L’intervento si colloca nell’ambito degliIncontri Culturali a Palazzo Arsenale“, progetto educativo rivolto principalmente agliUfficiali frequentatori, e rappresenta un tradizionale strumentoformativo della Scuola di Applicazione dell’Esercito.

Il congresso dei geometri

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Si tiene giovedì 29 e venerdì 30 settembre 2022 l’evento “Geometri. Professione e futuro”, organizzato dal Collegio dei Geometri di Torino e Provincia, con Fondazione Geometri Torino.
Due giorni di incontri, proposte e dibattiti sulle sfide attuali e sull’evoluzione della professione del geometra, all’NH Hotel Santo Stefano, in via Porta Palatina n. 19 a Torino.
Il convegno è realizzato con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino e grazie al contributo di Galileo ing., Analist Group, Geoweb, Geo Network e Deal Service.
Proseguendo il grande lavoro svolto in questi anni dal Collegio, al primo giorno di lavori partecipano anche studenti delle scuole CAT (Costruzioni Ambiente Territorio) degli IIS “Erasmo da Rotterdam” di Nichelino e “Buniva” di Pinerolo. Una presenza massiccia e significativa, in considerazione dei temi trattati, che vertono anche su scuola e università.
“Abbiamo compiuto un grande sforzo organizzativo, sottolinea Luisa Roccia, presidente del Collegio. Nelle dieci sessioni dei due giorni affrontiamo insieme ad esperti tutti i temi fondamentali della nostra professione e della sua evoluzione, dalle tecnologie alle norme, dalla visione sul futuro alla pratica quotidiana, dall’informatizzazione alla sicurezza. Aspetti che in questi ultimi quattro anni, pur tra le difficoltà causate dal periodo pandemico, abbiamo sviluppato con impegno e azioni concrete”.
Le due giornate di lavoro consentono ai geometri partecipanti di acquisire crediti formativi. Il costo di partecipazione è di euro 15,00. Gratuito per gli under 35.

Iscrizioni attraverso il portale ISIFORMAZIONE: www.isiformazione.it
Al seguente link un’immagine di Luisa Roccia, presidente del Collegio dei Geometri di Torino e
Provincia: https://www.dropbox.com/s/d4gcq4ts98g0it4/luisa_roccia.jpg?dl=0 Il programma generale del convegno:
https://www.dropbox.com/s/otc8z66t5tonvtz/programma_generale.pdf?dl=0
Per maggiori informazioni e iscrizioni rivolgersi alla segreteria del Collegio:
011.537756 – dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 13,30, lunedì e mercoledì anche dalle 14 alle 17, segreteria@collegiogeometri.to.it

Al via il progetto europeo GigaGreen, guidato dal Politecnico di Torino

Per realizzare la futura gigafactory sostenibile

 

Il progetto è finanziato con quasi 4,7 milioni di euro dall’Unione Europea nell’ambito del programma quadro per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe, finalizzato allo sviluppo di processi di produzione di celle sostenibili e sicure per le batterie agli ioni di litio.

 

L’iniziativa è sostenuta da un consorzio multidisciplinare di 16 partner che comprende centri di ricerca, università, società di consulenza, fornitori di materiali e produttori di celle di 8 paesi europei

 

Prende il via GIGAGREEN, un progetto guidato dal Politecnico di Torino e finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma quadro per la ricerca e l’innovazione Horizon Europe con l’obiettivo di sviluppare processi di produzione di celle per batterie sostenibili e sicure, facendo così dell’Europa un leader globale della produzione di batterie agli ioni di litio.

Per 48 mesi GIGAGREEN, formato da altri 16 partner provenienti da 8 diversi paesi europei – oltre al Politecnico anche Sustainable Innovations, ABEE, Solvionic, Leclanche, Nanomakers, Università di Parma, Università Politecnica di Valencia, Sintef, Inegi Porto, Cic Energigune, Arlanxeo, Alphanov, Manz Italy, CETIM e Johnson Matthey – lavorerà per realizzare la gigafactory sostenibile del futuro, posizionando l’Europa all’avanguardia del mercato globale nella catena del valore delle batterie agli ioni di litio, fondamentali per la prossima generazione di veicoli elettrici.

Il gruppo di Elettrochimica del Politecnico di Torino coordina il progetto e sfrutterà la sua linea pilota per realizzare alcuni piccoli prototipi oltre alla caratterizzazione e testing

Il Politecnico di Torino è la prima università italiana ad avere una piccola linea pilota utile allo sviluppo delle linee di produzione di celle a ioni di litio che sono utilizzate nelle gigafactory europee. Inoltre, tale linea supporterà anche la formazione di nuove figure professionali cosi richieste a livello europeo: infatti secondo le ultime stime

saranno necessari 800.000 nuovi lavoratori nel settore.

Per rispondere a questa necessità di formazione, il Politecnico di Torino ha ideato un percorso ad hoc sull’energy storage con corsi specifici di formazione. Progetti come GIGAGREEN daranno l’opportunità a molti studenti e studentesse di arrivare preparati/e all’appuntamento con la transizione elettrica dei prossimi anni.

Il progetto propone un piano di ricerca strutturato per sviluppare e scalare nuovi processi di produzione di elettrodi e componenti di celle che seguono un approccio Design to Manufacture (DtM) basato sui dati per raggiungere gli obiettivi prefissati di ottimizzazione della flessibilità delle fabbriche, scalabilità dei processi e sostenibilità complessiva delle linee di produzione.

In questo senso, il progetto si occuperà della ricerca di processi di produzione degli elettrodi che garantiscano le massime prestazioni, velocità di produzione, sicurezza ed efficienza dei costi con il minimo impatto ambientale e consumo energetico nella progettazione della cella, facilitando anche il riutilizzo e il disassemblaggio. L’approccio DtM, supportato da soluzioni digitali come i Digital Twins, consentirà lo sviluppo di concetti facilmente scalabili e automatizzati che risolvono le esigenze della prossima generazione di gigafactory di celle europee.

In sintesi, GIGAGREEN rappresenterà un punto di svolta per l’industria manifatturiera delle celle dell’UE, poiché si ritiene che i suoi risultati contribuiscano a una transizione graduale tra gli attuali metodi di lavorazione – ottimizzati da approcci per tentativi e non pronti per una produzione di massa flessibile – e la fabbrica di celle agli ioni di litio del futuro, basata su tecnologie più ecologiche, più economiche, più sicure, migliori, più pulite, digitalizzate e flessibili.

Grazie ai progressi apportati da GIGAGREEN, l’industria dell’UE sarà in grado di utilizzare rapidamente i risultati relativi alla lavorazione ad acqua dopo il 2026, in modo da migliorare immediatamente le prestazioni e la competitività dell’industria grazie a materiali progettati e migliorati per funzionare e per essere lavorati in tali condizioni, e aprire la strada verso le tecniche di lavorazione degli elettrodi a secco come prossima rivoluzione tecnologica nella produzione degli ioni di litio.

Attualmente, la capacità produttiva globale di celle è di 60 GWh, principalmente nei paesi asiatici come Cina, Giappone e Corea. Con l’incremento della domanda di mercato di batterie per veicoli elettrici, che si prevede aumenterà significativamente nel tempo fino a 247 GWh nel 2054. Per questo motivo la capacità di produzione di celle deve tenere il passo e si stima che l’Europa potrebbe acquisire 250 miliardi di euro all’anno entro il 2025 se sviluppasse rapidamente ed efficacemente un’industria di produzione di celle di successo da zero. L’aumento della capacità di innovazione della catena di valore delle batterie a celle dell’UE, grazie all’adozione di elettrodi a base d’acqua e a secco, può posizionare le gigafactory europee all’avanguardia del mercato globale, grazie al valore aggiunto apportato dai principi della DtM, attirando così nuovi investimenti e generando posti di lavoro.

GIGAGREEN è uno dei tanti progetti del partenariato BATT4EU che lavorano per la creazione di un panorama di ricerca e sviluppo UE, in grado di generare sinergie efficaci tra gli attori del mercato delle batterie e di contribuire al trasferimento della produzione di celle dall’Asia all’Europa. Uno dei vantaggi iniziali dei Paesi dell’UE è la loro vicinanza agli impianti di assemblaggio dei veicoli e la solida catena di fornitura automobilistica costruita negli ultimi 20 anni.

Le innovazioni apportate dal progetto avranno un impatto diretto sul miglioramento degli ecosistemi di innovazione nei paesi dell’UE, riducendo al contempo i costi di produzione e migliorando di conseguenza il posizionamento di questi paesi nella competizione per la collocazione di nuovi impianti di produzione di celle avanzate.

“GIGAGREEN ci darà certamente la possibilità di sviluppare nuove competenze – spiega la professoressa Silvia Bodoardo, coordinatrice del progetto – uniche nel contesto nazionale, nella produzione di celle, di formare giovani leve pronte a lavorare nelle nascenti gigafactories che speriamo presto insediate nel nostro territorio.

 

“Allevamenti razza Piemontese a rischio”

 “In 10 anni ha chiuso un allevamento da carne su cinque, oggi si lavora in perdita”

L’emergenza determinata dalla siccità ha aggravato significativamente la situazione di difficoltà economica degli allevamenti a causa della scarsa disponibilità di foraggi. Il problema è ancora più sentito per noi allevatori di razza Piemontese, il cui prezzo è rimasto invariato negli ultimi anni, a fronte di un aumento di costi che rischia di diventare insostenibile”. Daniele Malfettani, produttore associato a Confagricoltura Alessandria e vice presidente della sezione di prodotto allevamenti bovini, esprime preoccupazione per lo stato di salute del comparto degli allevamenti bovini anche in provincia di Alessandria.
La questione è stata affrontata il 7 settembre al tavolo di filiera che si è riunito all’assessorato regionale all’Agricoltura guidato da Marco Protopapa.
Dall’incontro è emerso che, in base ad uno studio condotto su un campione rappresentativo di aziende, aggiornato alla luce dei recenti forti rincari delle materie prime e dell’energia, gli allevamenti di bovini registrano attualmente una perdita di 41 centesimi al chilogrammo (peso vivo, riferito a capi maschi) rispetto al prezzo massimo rilevato dai mercuriali della Camera di commercio di Cuneo.

La scarsa redditività degli allevamenti spinge gli allevatori all’abbandono delle stalle; nel 2010 in Piemonte c’erano 3.625 allevamenti di bovini da carne con 264.488 capi; attualmente il numero delle stalle è sceso a 2.828, con 239.821 capi bovini allevati. In un decennio praticamente una stalla su cinque ha chiuso i battenti.
La situazione della nostra provincia riflette quella regionale – dichiara la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco – perché in assenza di misure adeguate, si rischia di andare incontro a una forte contrazione degli allevamenti, anche a causa dei probabili aumenti delle materie prime che si profilano nei prossimi mesi a seguito del peggiorare della crisi dovuta al conflitto russo-ucraino. Per questi motivi – aggiunge Sacco – oltre ai sostegni diretti agli allevatori già previsti a livello comunitario e nazionale e a quelli indispensabili e urgenti finalizzati a contenere il costo dell’energia, sarebbe importante che nelle sedi istituzionali competenti si promuovessero azioni, anche strutturali, idonee a riposizionare sul mercato, in un ambito economicamente sostenibile, la carne di bovino e in particolare quella della razza Piemontese certificata”.
Nonostante la Fassona sia considerata un fiore all’occhiello della produzione Piemontese, il consumo si è fortemente ridotto. Da tempo riteniamo sia necessaria una campagna di marketing incisiva a livello regionale e nazionale per riconquistare quote di mercato perdute anche a causa della chiusura, in aree rurali e non solo, di punti vendita specializzati nella vendita di carni di pregio, ossia le ‘vecchie’ macellerie. Incentivare in questo senso accordi di filiera sarebbe determinante”, aggiunge Malfettani.