ECONOMIA- Pagina 156

Lavoro, Confagricoltura: una legge regionale per tutelare chi opera in campagna

Occorrono garanzie per gli operatori agricoli sia stabili, sia stagionali”. È il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.

In Piemonte, abbiamo circa 45 mila aziende agricolein diversi comparti che necessitano di manodopera specializzata, per svariati mesi all’anno” afferma il presidente della Federazione piemontese degli imprenditori agricoli. “Crediamo che una legge studiata per le realtà locali possa garantire agli occupati maggiori tutele, mantenendo in salute un settore che conferisce all’Italia e all’Europa prodotti di alta qualità”.

 

Apprezzamento è stato espresso verso il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale, che riducendo le aliquote contributive delle imprese sosterrà, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario stesso.

 

“Il fattore umano nelle aziende è importante: i nostri imprenditori sono costantemente impegnati nella formazione dei dipendenti, nell’ammodernamento di impianti e attrezzature che migliorino le condizioni di lavoro, per ridurre al minimo i casi di infortunio” prosegue Allasia che ha rammentato, in occasione della scorsa “Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro”, i dati forniti dall’INAIL sull’andamento degli infortuni totali, denunciati che ammontano a 144.586; “A livello nazionale, apprendiamo di una riduzione complessiva del 25,5% rispetto a marzo dello scorso anno ma ancora molto c’è da fare per il nostro settore e con gli Enti di formazione di Confagricoltura, ci candidiamo a incentivare l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze degli operatori agricoli”.

Trasporti, anche per il 2023 c’è il bonus dedicato

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

E’ attiva la piattaforma per la domanda di accesso al bonus trasporti 2023, il beneficio per studenti, lavoratori, pensionati e cittadini con un reddito complessivo 2022 non superiore a 20mila euro.

Ancora prima che la piattaforma partisse ufficialmente, si registravano oltre 200mila utenti in coda per la richiesta del contributo fino a 60 euro sul sito bonustrasporti.lavoro.gov.it . Ciascun beneficiario potrà chiedere un bonus al mese, entro il 31 dicembre 2023 e fino a esaurimento risorse.

Possono richiedere il bonus trasporti gli studenti, i lavoratori, i pensionati e i cittadini che hanno conseguito un reddito complessivo individuale nel 2022 non superiore a 20mila euro.

L’importo del bonus è pari a un massimo di 60 euro ogni mese. Se non si conosce il costo dell’abbonamento, si richiede il bonus per il valore massimo di 60 euro: sarà poi il gestore a riscattare la sola parte corrispondente al valore dell’abbonamento.

Il buono è nominativo e si può utilizzare per acquistare un solo abbonamento (annuale, mensile o valido per più mesi) relativo ai servizi: trasporto pubblico locale, regionale, interregionale; trasporto ferroviario nazionale.

Restano esclusi i servizi di prima classe, executive, business, club executive, salotto, premium, working area e business salottino.

La richiesta del bonus può essere effettuata una volta al mese e, in caso di disponibilità di fondi residui, sarà possibile effettuare ulteriori richieste nei mesi successivi. Al momento della richiesta il richiedente deve specificare il Gestore del servizio di trasporto presso il quale acquisterà l’abbonamento annuale o mensile. Questa scelta sarà vincolante.

Si potrà fare la domanda online per sé o per un minore del quale si ha la potestà o la rappresentanza. I figli maggiorenni, anche se fiscalmente a carico, devono provvedere autonomamente alla richiesta del buono. Resta il limite del reddito complessivo individuale conseguito nell’anno di imposta 2022 non superiore a 20.000 euro. Nel caso in cui il beneficiario sia minore, tale requisito deve esistere in relazione al minore beneficiario del buono, a prescindere dal reddito del richiedente.Se il minore non è a carico dei propri genitori, anche avente reddito proprio e con reddito inferiore a 20.000 euro, la richiesta va fatta da chi esercita la patria potestà (curatore, amministratore).

Per fare domanda si deve accedere all’apposita piattaforma, e si può fare con SPID con livello di sicurezza 2 oppure con Carta d’Identità Elettronica (CIE), indicando poi il codice fiscale del beneficiario, ad esempio il genitore può richiedere il bonus per il figlio minorenne.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Farine con insetti? Coldiretti: “Torino non scordi il principio di precauzione. Rilanciamo il pane km Zero”

 E’  la base della nostra sicurezza alimentare. Rilanciamo tra i giovani il consumo di pane da filiera a Km Zero

Coldiretti Torino accoglie con preoccupazione la notizia che proprio dal capoluogo subalpino potrebbe partire la panificazione commerciale con farina di insetti polverizzati.

«Non sono la sperimentazione e la conoscenza a spaventarci – ci tiene a precisare Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino – Il mondo agricolo torinese è carico di innovazione e lavora ogni giorno a stretto contatto con la ricerca scientifica come dimostrano i numerosi progetti in corso tra l’Università di Torino e le aziende agricole. Nemmeno ci spaventa l’entomologia. Gli agricoltori conoscono bene gli insetti: ci hanno a che fare tutti i giorni. Nessun agricoltore prova ribrezzo nell’osservarli, nel maneggiarli e nel cercare di capire come può difendersi dagli attacchi dei parassiti, vecchi e nuovi che il cambiamento climatico porta con sé. Ed è proprio da questo approccio disincantato e non modaiolo che ci sentiamo di esprimere le nostre riserve sulla diffusione dei derivati proteici da insetti nell’alimentazione dei torinesi».

La tradizione alimentare piemontese ha da sempre fonti proteiche invidiate dalle diete di tutto il mondo. Pensiamo ai formaggi freschi leggeri come il tomino o quelli più grassi e stagionati ma gustosissimi come la toma o gli erborinati. Senza contare la carne cruda piemontese o le mocette magre come la bresaola. Altre fonti proteiche tradizionali sono i legumi, le uova da galline allevate a terra, i prodotti apistici, i pesci di acqua dolce come la trota. «Ci troviamo di fronte al paradosso che le nostre tradizionali fonti di proteine, cui il nostro microbiota è adattato da millenni, vengono demonizzate mentre si saluta con entusiasmo un “novel food” di cui non conosciamo fino in fondo la nostra capacità di assimilazione e le potenzialità allergeniche. A differenza dei rigidi protocolli in vigore per gli allevamenti degli animali vertebrati, per gli insetti non abbiamo nemmeno metodiche sufficientemente rodate per evitare contaminazioni da agenti patogeni dannosi per l’Uomo».

Sui pericoli allergenici sono ancora troppi i dubbi da parte del mondo scientifico. Gli insetti sono utilizzabili per i mangimi dei pesci, in acquacoltura, e spesso dal 2015, cioè da quando si è iniziato a parlare di moda dell’entomofagia, si confonde l’utilizzo come mangime ittico con l’alimentazione umana.

Torino ha un forte tradizione di soggetti che si occupano di sicurezza alimentare e tutela dei consumatori. La città ha imparato dagli scandali del passato che hanno investito mense scolastiche, esercizi di alimenti etnici, commercio alimentare illegale.

Coldiretti Torino si appella alle istituzioni perché non venga meno il principio di precauzione che è alla base della legislazione sanitaria europea e che a Torino guida da anni le attività amministrative e di controllo sul settore della produzione e della commercializzazione alimentare.

«Non possiamo permetterci scandali alimentari che lederebbero l’immagine estremamente positiva che ha oggi il sistema torinese del cibo nel suo rapporto tra produzioni sicure e spesso tipiche e i consumatori su cui occorre continuare l’opera di educazione verso la salute alimentare anche rilanciando prodotti tradizionali oggi ingiustamente attaccati.

«Invece di assecondare la nascita di una moda, magari passeggera, che proporrebbe pagnotte con farine di insetti Coldiretti Torino chiede di rilanciare il consumo del pane, oggi ingiustamente demonizzato. Serve diffondere nuovamente la cultura del pane e l’educazione alla sua fragranza. Serve diffondere la conoscenza dell’arte della coltivazione del grano, della molitura e della panificazione. Oggi il vero rischio è che, nelle nostra vita frettolosa, il pane fresco sia sostituito da prodotti cerealicoli a lunga conservazione. Coldiretti Torino ha creato le filiere del pane torinese al Km Zero con il Gran dij Bric prodotto sulla collina Chivassese e con i grani prodotti a Stupinigi. Noi facciamo della conoscenza del pane e del grano una battaglia per tutti i cittadini e per l’ambiente. Le esperienze con insetti lasciamole ai nostri viaggi esotici: il nostro pane profumato, dalla crosta croccante semplice e nutriente è quello che vogliamo tramandare anche alle giovani generazioni».

Deposito logistico Zero Carbon a Orbassano

Il deposito logistico situato a Orbassano (Torino), rappresenta un connubio di sostenibilità e innovazione per il settore delle costruzioni, ed è il primo edificio in Italia – e tra i primi in Europa – a concorrere alla certificazione Zero Carbon by International Living Future Institute

 GSE Italia filiale italiana del gruppo francese operante nel settore dell’edilizia industriale, con oltre 600 dipendenti e più di 1 miliardo di Euro di fatturato nel 2022 – da sempre ha la sostenibilità nel suo DNA. Uno degli obiettivi primari del gruppo, infatti, è quello di innovare il settore, contribuendo a migliorare costantemente gli standard in ambito di sviluppo sostenibile.

Ne è un esempio il progetto realizzato per Vailog-SEGRO, leader in Italia per il settore dello sviluppo immobiliare industriale. Un deposito logistico con una superficie coperta di 36.305,66 mq situato a Orbassano (TO), che rappresenta un esempio eccellente e virtuoso per l’intero settore dell’edilizia industriale, grazie alla capacità di conciliare due aspetti fondamentali: sostenibilità e innovazione.

Il primo edificio in Italia a concorrere alla certificazione Zero Carbon

Il deposito rappresenta un particolare motivo di soddisfazione per GSE Italia, dato che grazie alle sue caratteristiche persegue la certificazione BREEAM International New Construction by BRE livello Excellent e, in particolare, perché si tratta del primo edificio logistico in Italia a concorrere alla certificazione Zero Carbon by International Living Future Institute.

Per accedere a questa importante certificazione è richiesto di dimostrare la “carbon neutrality” dell’edificio, sia per emissioni “embodied” – relative ai materiali e al processo di costruzione – sia per quelle operative – relative all’utilizzo dell’immobile. Questo è stato possibile grazie a un attento monitoraggio delle quantità di materiali installati in fase di progettazione e di costruzione, oltre al monitoraggio delle caratteristiche tecniche relative alle emissioni di CO2, attentamente documentate attraverso EPD (Dichiarazioni Ambientali di Prodotto). Hanno giocato un ruolo di primo piano anche l’ottimizzazione delle quantità di materiali utilizzati, la selezione dei fornitori e l’approvvigionamento dei materiali.

Per la costruzione dell’edificio, inoltre, GSE si è impegnata a non superare la produzione di 500 kg di CO2 per mq, raggiungendo pienamente l’obiettivo con 325kg di CO2 / mq: un risultato che ha superato del 30% il target concordato.

GSE e sostenibilità: un impegno allineato agli obiettivi europei

La certificazione Zero Carbon è importante in ambito edilizio per due ordini di motivi: uno di contesto e un altro più «settoriale». In primo luogo, la Commissione Europea ha fissato degli obiettivi ambientali molto sfidanti, che puntano a rendere l’Europa il primo continente neutrale dal punto di vista climatico con una riduzione del 55% delle emissioni climalteranti in atmosfera entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. In secondo luogo, va considerato che circa il 40% delle emissioni a livello globale sono generate dal settore delle costruzioni. Proprio per questo, la Commissione Europea è intervenuta con una normativa specifica che regolamenta il settore edilizio e prevede l’azzeramento delle emissioni derivanti dagli edifici entro il 2050.

Consapevole di questo aspetto, è con grande senso di responsabilità che GSE, a livello di gruppo, ha reso lo sviluppo sostenibile parte integrante della propria filosofia aziendale a partire dal 2010 con le prime certificazioni ambientali per gli edifici logistici.

Innovazione, alte prestazioni e attenzione al paesaggio

Per la realizzazione dell’immobile di Orbassano sono state adottate soluzioni particolarmente all’avanguardia, tra cui l’impiego di fondazioni e pavimentazione industriale low carbon, con l’utilizzo di cemento di classe III/B e III/A e aggiunta di aggregati riciclati. L’impiego di questi materiali attentamente selezionati ha consentito un risparmio rispettivamente del 30% e del 25% delle emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo di miscele tradizionali.

Il progetto è dotato di una trincea drenante con una capacità di 10.000 mc di acqua piovana e di un sistema di recupero delle acque piovane, da riutilizzare per irrigazione e scarichi wc. Dal punto di vista impiantistico, invece, il magazzino punta in modo deciso sull’efficienza energetica, grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico da 1 MWp e di un sistema HVAC idronico basato su pompe di calore polivalenti collegato a unità di trattamento dell’aria e fan-coils a 4 tubi che riducono l’impatto ambientale dell’edificio, diminuendone i costi in termini di emissioni e consumi energetici.

Siamo molto orgogliosi di questo progetto, per il quale GSE si è impegnata a garantire un risparmio di emissioni di CO2 superiore al 30% della soglia imposta e, in fase di progettazione, l’energia utilizzata è stata ridotta del 25% rispetto a un edificio convenzionale equivalente”, afferma Vincenzo Binetti, Sustainability Manager di GSE Italia. “Oltre ai risultati in termini di prestazioni ambientali, un altro aspetto che rende il progetto di Orbassano una milestone nella nostra storia recente, è la capacità dell’immobile di rispondere perfettamente alle necessità finali di utilizzo integrando al tempo stesso tecniche che ne minimizzano l’impatto ambientale”.

Un altro risultato non trascurabile e meritevole di menzione”, aggiunge Mathieu Hamm, Project Director GSE Italia, “ritengo sia stata la capacità di mantenere gli impegni concordati con il cliente a livello contrattuale anche in termini di tempistiche di consegna del progetto, nonostante le difficoltà insorte in corso d’opera a causa dell’importante rialzo dei prezzi delle materie prime”.

Per GSE Italia, infatti, un edificio logistico sostenibile è un edificio che, oltre a garantire il proprio aspetto funzionale, riesca a integrare una gestione corretta dei diversi ambiti della sostenibilità quali, per esempio, performance energetica, impatto di CO2, comfort, biodiversità, localizzazione strategica.

Infine, l’integrazione paesaggistica degli edifici è un aspetto fondamentale dei suoi progetti. In questo caso, nell’area del deposito logistico di Orbassano saranno riqualificati 7 ettari di aree verdi, tra aree private e ad uso pubblico, ed è prevista la piantumazione di oltre 500 nuovi alberi scelti tra le specie locali.

SU GSE

Il gruppo GSE, fondato nel 1967, è il Global Contractor di riferimento per la gestione di tutti gli aspetti di un progetto di costruzione, impegnandosi contrattualmente nel rispetto di un corrispettivo fisso, di tempi di costruzione certi e di una qualità garantita dell’opera. Nel 2022 il gruppo GSE ha sviluppato un giro d’affari appena superiore al miliardo di euro per la sua prima volta, e a oggi conta 554 dipendenti tra Europa e Cina, dove costruisce edifici industriali, logistici, direzionali e commerciali. Nel 2019 GSE è stata acquisita da Goldbeck Gmbh, leader europeo nel mercato immobiliare con un fatturato 2022 di oltre 6 miliardi di euro e 10.000 dipendenti in più di 100 sedi in Europa. Insieme, le due società costituiscono il primario operatore pan europeo in grado di svolgere interventi “tailor-made” o “system-based” con una fitta rete di filiali operative per essere quanto più prossimi al cliente.

GSE Italia, filiale italiana del gruppo francese fondata nel 1999, è una società operante nel settore immobiliare e delle costruzioni come General Contractor e specializzata nel mercato della logistica e dell’industria, partner di fondi e sviluppatori immobiliari, di aziende della GDO, operatori logistici, aziende manifatturiere, con un centinaio di collaboratori e un fatturato nell’anno 2022 di circa 255 Mn Euro.

Tra gli utilizzatori finali e i clienti di GSE Italia rientrano aziende come: Carapelli, Euronics, Kramp, Fresenius Medical Care, Lyreco, Michelin, Pirelli, Susa Trasporti, DEA Capital Sgr, Prologis, Vailog-Segro, Carlyle.

Per più informazioni su GSE: www.gsegroup.com/en/

Canavese, nuovo slancio per le imprese

ANDAMENTO DELLE IMPRESE E DEL LAVORO

Presentati nel corso di una Conferenza Stampa i dati elaborati da Confindustria Canavese, Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro  

 

Sono stati presentati  i dati relativi all’andamento del lavoro e delle imprese elaborati da Agenzia Piemonte LavoroCamera di commercio di Torino e Confindustria Canavese con l’obiettivo di fornire una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sull’andamento del lavoro nel territorio del Canavese. La lettura complessiva dei dati elaborati dagli enti che hanno partecipato all’analisi denota un clima discretamente positivo, in un contesto nel complesso però ancora piuttosto fragile, poiché in parte legato alle molteplici criticità dello scenario economico e internazionale.   

I dati relativi al Canavese restituiscono una situazione di crescita che conferma i risultati positivi tra le aziende registrati nelle nostre ultime indagini congiunturali. Stiamo, cioè, assistendo a un importante consolidamento della fiducia di imprese e, con essa, a una ripresa degli investimenti con conseguente effetto positivo sullo sviluppo delle nostre aziende“, commenta Cristina Ghiringhello, Direttore di Confindustria Canavese. “Le aziende del territorio sembrano cioè aver preso lo slancio necessario per imboccare a tutti gli effetti una nuova fase di crescita, il nostro auspicio è che il trend di risalita venga mantenuto e confermato e che, con il primo calo di costi energetici, anche i margini economici tornino ad essere adeguati. Il mondo imprenditoriale è chiamato ad affrontare sfide importanti nel prossimo futuro (trasformazione digitale, transizione ecologica…), risulta quindi determinante non soltanto informarsi e aggiornarsi in continuazione sulle nuove opportunità, come il PNRR e i Fondi strutturali del Programma 2021/2027ma anche sfruttare l’onda positiva del rientro in Europa di molte catene di fornitura”. 

“Il numero di imprese che abbiamo registrato nel 2022 è pressoché stabile nel Canavese, con una lieve flessione delle sedi di impresa e un aumento delle unità locali, ma alcuni comuni a maggiore densità imprenditoriale, come Caluso e Volpiano mostrano tassi di crescita più alti”, commenta Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. “La ripresa è in parte frenata dalla ripartenza delle cessazioni che si erano fermate durante il periodo pandemico e che adesso inevitabilmente incidono nel bilancio complessivo: continua la crescita di costruzioni e servizi alle imprese, ma il commercio mantiene il primato di primo settore per consistenza”.

 

ANDAMENTO DELLE IMPRESE IN CANAVESE 

 

Il sistema imprenditoriale 

Il bacino oggetto dell’analisi è composto dai 158 comuni di riferimento di Confindustria canavese, territorio che corrisponde a una definizione estensiva del Canavese e riconducibile a 5 delle 11 Zone Omogenee della Città metropolitana di Torino (Eporediese, Canavese occidentale, Ciriacese, Chivassese, AMT Nord). 

  

Secondo i dati Istat, al 1° gennaio 2023 su tale territorio risiedono 362.510 abitanti, il 16,5% della popolazione dell’area metropolitana torinese, di cui il 6,6% è di origine straniera. 

In termini imprenditoriali, nel Canavese sono insediate 32.956 sedi d’impresa (il 14,8% del torinese), alle quali si aggiungono 8.077 unità locali (il 15,5%) per un totale di oltre 41.000 localizzazioni che, nel complesso, impiegano più di 113.000 addetti. 

Il 95,5% del totale delle sedi d’impresa sono microimprese,il 3,8% sono piccole e soltanto lo 0,7% è di medie e grandi dimensioni

Dopo il lieve aumento registrato nell’anno precedente, nel 2022 cala leggermente il numero di sedi d’impresa (-0,2%) mentre continua l’aumento delle unità locali (+1,8%), in particolar modo di quelle con sede fuori provincia, per le quali si rileva un +2,7%. 

L’andamento dei flussi di iscrizioni e cessazioni d’impresa è stato caratterizzato, rispetto all’anno precedente, da una diminuzione delle nuove iscrizioni (1.725 rispetto a 1.908) e da un aumento delle cessazioni (1.738 a fronte di 1.563), producendo un sostanziale avvicinamento dei due valori che si è tradotto in un tasso di crescita pressoché pari a zero (-0,04%). 

 

Tuttavia, un affondo sui primi dieci comuni del Canavese per presenza di sedi d’impresa (dove si concentrano il 43% delle imprese totali) evidenzia come nel 2022 essi presentino tassi di crescita quasi tutti positivi, con risultati migliori per Caluso, che conferma il primato già registrato nello scorso anno, e Volpiano

 

La suddivisione delle imprese per forma giuridica mostra una presenza predominante di imprese individuali (il 64,3% rispetto al 53,5% della CMTO), seguite dalle società di persone (il 19,4% a fronte del 21,9% torinese), mentre risultano meno consistenti le società di capitali (il 14,4% contro il 22,4% provinciale). Tuttavia, sono proprio le società di capitale a registrare il miglior tasso di crescita rispetto al 2021: +2,9%, a fronte del -0,3% delle imprese individuali e del -1,0% delle società di persone.


 

L’analisi della composizione del sistema imprenditoriale del Canavese consente di individuare alcune caratterizzazioni produttive: diversamente da quanto si rileva nella Città metropolitana di Torino, è il commercio il primo settore per consistenza (il 22,4%), seguito dalle costruzioni (il 18,6%) che per il primo anno sorpassa i servizi prevalentemente orientati alle imprese (il 18,5%). Emerge, inoltre, una maggiore incidenza dell’agricoltura (il 12,5% contro il 5,2% del dato torinese) e dell’industria (l’11,3% verso l’8,9%). 

Continua la crescita del settore edile (è pari a +1,6% la variazione di stock del 2022 sul 2021 che fa seguito al +2,3% del 2021 sul 2020), grazie alla prosecuzione dei bonus governativi, e di quelli dei servizi alle imprese (+1,2% e +2,5%) e alla persona (entrambe le variazioni al +0,7%). Tuttavia, confermano la contrazione già rilevata negli scorsi anni i restanti settori: l’industria (-2,3%), il commercio (-1,3%), l’agricoltura (-1,1%) il turismo (-1,0%)

In ultimo, uno sguardo alle componenti imprenditoriali presenti sul territorio. Rispetto alla Città metropolitana di Torino, il territorio si connota per una maggiore presenza di imprese femminili (il 23,7% a fronte del 22,3%) e di imprese artigiane (il 33,2% rispetto al 26,8%), medesima per le realtà giovanili (il 9,7% contro il 9,6%) e minore per quelle straniere (il 7,9% verso il 13,9%); tuttavia sono proprio le imprese straniere a registrare una crescita sul 2021 (+3,3%), mentre le restanti componenti imprenditoriali registrano una contrazione. 

Il mercato del lavoro 

Accanto all’analisi della natimortalità imprenditoriale, anche quest’anno è stato realizzato a cura di Agenzia Piemonte Lavoro – ente strumentale di Regione Piemonte che coordina i 31 Centri per l’impiego piemontesi – un focus dedicato al mercato del lavoro e ai movimenti contrattuali all’interno dei 164 comuni esaminati.

L’approfondimento, grazie alla collaborazione avviata con Camera di commercio di Torino nel 2021, prevede l’integrazione degli archivi delle imprese attive sul territorio estratti dal Registro Imprese e gli archivi delle comunicazioni obbligatorie di assunzioni/cessazioni relative al bacino di riferimento. La metodologia di analisi da sperimentale diventa sistematica: sono 4.451 le imprese registrate CCIAA (13,4% del totale) che hanno movimentato il mercato del lavoro locale per il 71,2% del totale dei contratti da lavoro dipendente. Mentre il 13,3% ha terminato rapporti di lavoro.

Oltre al già proposto indicatore di dinamicità delle imprese, da quest’anno è stato elaborato anche quello della dinamicità del mercato del lavoro locale. La fotografia restituita rispetto ai movimenti occupazionali evidenzia un dinamismo positivo: il 2022 chiude con +978 contratti in attivo da parte delle imprese iscritte al registro.

Nel 2022 i saldi assunzioni/cessazioni, impiegati come indicatori di consistenza contrattuale, sono negativi per i servizi, anche se in leggera ripresa; positivi per tutti gli altri settori tra cui spiccano industria e costruzioni. Incrementano i saldi positivi delle Professioni Tecniche, Professioni Intellettuali, Scientifiche; rimangono invece negativi quelli delle professioni non qualificate.

A completamento della panoramica del mercato del lavoro locale, vengono presi in esame i servizi erogati alle parti datoriali intermediati dai Centri per l’impiego: sono 527 le aziende che hanno ricevuto 2.026 servizi; tra questi servizi 928 sono rivolti ad aziende in obbligo ai sensi della L. 68/99.

Il Centro per l’impiego intercetta vacancy prevalentemente di professioni di media qualifica e riesce a evadere il 16,5% delle richieste.

L’indagine Congiunturale di Confindustria Canavese Trimestre – aprile-giugno 2023 

 

L’ultima Indagine congiunturale elaborata da Confindustria Canavese per il Trimestre aprile-giugno 2023 evidenzia una situazione positiva per le Imprese manifatturiere e di servizi del nostro Territorio con dati in miglioramento rispetto al trimestre precedente e mediamente più elevati di quelli della media regionale. 

Tutto ciò nonostante le difficoltà legate agli incrementi dei costi dell’energia e delle materie prime, che hanno inciso sui margini ma che ora registrano una prima discesa, la difficile reperibilità dei componenti elettronici e metallurgici, i rischi geopolitici presenti o in agguato in molte parti del mondo. 

La reattività del nostro sistema produttivo ha permesso di adattarsi a tali situazioni, non sempre agevolmente comunque, e di cogliere i primi segnali della modifica delle catene di fornitura nelle principali filiere produttive, con una maggiore attenzione alla possibilità acquistare più vicino e direttamente in Europa ed in Italia in particolare. 

Riguardo ai dati, sono molto positivi in particolare le previsioni per Produzione e Ordini totali, con il 32,6% delle imprese che dichiarano aumento e il 62,8% costanza. Sono lievemente inferiori, invece, le previsioni relative all’Export e in sostanziale pareggio quelle sulla Redditività. Dati per lo più in crescita anche per l’Occupazione ma con una prima risalita, seppur limitata al 7% delle Aziende, della Cassa Integrazione Guadagni

Il dato più significativo, tuttavia è quello degli Investimenti programmati per i prossimi 12 mesi, con il 50% degli intervistati che li prevedono per Ampliamento e il 34% per Sostituzione

Questo evidenzia che le Aziende canavesane sono consapevoli che solo investendo e guardando al futuro è possibile cogliere quelle opportunità che pur in una fase critica come questa si possono aprire. Sapendo, tuttavia, che i cicli economici sono ormai più brevi e che non è escluso che un rallentamento economico possa prefigurarsi nei prossimi mesi come scenario globale.

 

Qualità dell’aerospace, forum al Politecnico di Torino

 

Sistemi spaziali, operazioni, sottosistemi, payload, lanciatori e minisatelliti alcuni degli argomenti al centro della due giorni organizzata  da Aicq Aerospace e Politecnico di Torino con Thales Alenia Space

 

Dal design alle aerostrutture, dalla propulsione ai satelliti, dalla metrologia al testing, la qualità è l’essenza stessa del comparto aerospaziale. Per il Piemonte e l’Italia la New Space economy rappresenta una grande opportunità. Per mantenere la leadership è però oggi un cambio di paradigma anche della qualità, con il passaggio dai grandi e medi sistemi spaziali, ai piccoli satelliti ai Cube Sat e ai servizi forniti.

Di tutti questi temi si discute oggi e domani alla seconda edizione del convegno d’interesse nazionale “Qualità dell’Aerospace” organizzato da Aicq Piemontese, Aicq Aerospace, Politecnico di Torino, Thales Alenia Space con il patrocinio di Confindustria Piemonte, Unione Industriali Torino e il sostegno e la partecipazione dei maggiori player italiani e internazionali quali: Esa, Asi, Iaass, Altec, Avio, Leonardo, Atla, Sitael, Rina, Sella, Lma, Protocube Reply, Premek, Aviotec, Italian Identity Group, Titan4, Sistel. Dopo la prima edizione del 2019, l’evento si conferma come un momento di riflessione e scambio di informazioni e idee su questi temi. L’evento, che si svolge al Politecnico di Torino fino a domani, farà inoltre il punto sulle sfide del prossimo futuro e i risultati raggiunti negli ultimi quattro anni dal comparto regionale e nazionali. Il forum affronta temi quali sicurezza, qualità, product assurance, tecnologie emergenti con relatori eccellenti di aziende aerospaziali, agenzie spaziali, associazioni internazionali e università.

Le sessioni riguarderanno i sistemi spaziali, operazioni, sottosistemi, payload, lanciatori, minisatelliti, cube sat. Il workshop indirizzato alle industrie coinvolge anche comunità scientifica e studenti. Ad organizzare l’evento l’Aicq che rappresenta un polo culturale in materia di qualità per le organizzazioni del Piemonte e della Val d’Aosta che si occupa dell’individuazione delle tendenze e la diffusione di metodologie innovative, insieme alla promozione dell’analisi e misura di coerenza tra i prodotti e servizi delle organizzazioni, e le aspettative dei clienti e altre parti.

Cartier apre uno stabilimento a Torino La crisi si vince (anche) con il lusso

Cartier, il celeberrimo marchio  francese famoso per i gioielli e i prodotti di lusso ha ristrutturato e riaperto  uno stabilimento  industriale in via Ramazzini, alle Basse di Stura, a Torino nord. Saranno 450 i suoi dipendenti a pieno regime, di cui 120  assunti appositamente per la nuova apertura. Soddisfatti il presidente della Regione Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lo Russo per le ricadute positive sulla città e sull’occupazione.

Turismo, il Piemonte cresce nelle presenze dall’Italia e dall’estero

Cresce il turismo del I trimestre: +19% dall’Italia e +30% dall’estero. Si stima +9%degli italiani in Piemonte per l’anno 2023.

L’inizio del 2023 ha confermato che il settore sta crescendo a ritmi importanti: dai dati provvisori, il primo trimestre ha registrato un aumento dicirca il 19% dei movimenti nazionali e oltre il 30% dall’estero rispetto all’anno precedente.

Ottimo l’andamento delle prenotazioni sulle Online Travel Agency per Pasqua e per il Ponte del 25 aprile. Per la notte dell’8 aprile, la saturazione, cioè la quota di camere venduta rispetto alla componente veicolata sui canali OTA, per il Piemonte e Torino e prima cintura è stata pari al 59,2% e 69,5%; per le notti 22-23 aprile, 68,9% e 96,3% di saturazione per la nostra regione e per l’area del capoluogo.

Prospettive molto buone anche per il ponte del 1° maggio, dove, ad ora, per la notte del 29 aprile, le camere ancora disponibili sui canali OTA per il Piemonte e Torino e prima cintura sono rispettivamente pari al 2,5% e 3,7% con una saturazione pari a 53,8% e 61,6%.

Infine, guardando alle prospettive per l’anno, si stima una crescita del 9% degliarrivi italiani a consuntivo 2023, che porterà a quasi 3,5 milioni di turisti nazionali sul territorio piemontese. Questo dato prospettico è reso disponibile dal modello predittivo sui movimenti turistici che l’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte sta sviluppando con la collaborazione di METIS Ricerchesulla base di indagini sul campo che permettono di raccogliere le nuove tendenze di stagione in stagione.

Intesa Sanpaolo e Confartigianato Imprese Piemonte hanno siglato un accordo

SERVIZI E CONDIZIONI SU MISURA PER LE IMPRESE DEL TERRITORIO

  • Punti centrali del protocollo: nuove linee di credito supportate da un plafond nazionale di 5 miliardi di euro, finanziamenti innovativi per accelerare la transizione sostenibile e la digitalizzazione, iniziative per favorire l’accesso ai fondi del PNRR, sostegno a fronte del rincaro delle materie prime e dell’energia
  • Secondo la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, le imprese piemontesi restano fiduciose, nonostante i rallentamenti attesi per il 2023, occorre però evitare la frenata degli investimenti
  • I contenuti dell’accordo sono stati presentati ai rappresentanti delle associazioni provinciali del Piemonte in un incontro presso il grattacielo Intesa Sanpaolo

 

TIntesa Sanpaolo e Confartigianato Imprese Piemonte hanno siglato un accordo per sostenere le imprese associate attraverso servizi e condizioni economiche volti a favorire un percorso di crescita e di sviluppo del business.

Il protocollo sottoscritto da Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte e Stefano CappellariDirettore Regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo, individua nuovi strumenti non solo finanziari per agevolare i processi di innovazione, di sostenibilità ambientale e di valorizzazione del capitale umano.

La partnership prevede nuove linee di credito per le quali Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di 5 miliardi a livello nazionale. Nell’ambito del programma CresciBusiness gli associati a Confartigianato Piemonte potranno beneficiare della   gratuità del canone di carta Credit, la carta di credito aziendale che permette all’azienda di gestire i pagamenti in maniera flessibile e di dilazionare gratuitamente fino a 2 mesi il pagamento delle spese effettuate con la carta.

L’accordo punta a sensibilizzare le imprese e ad incentivarle nella transizione sostenibile, attraverso linee di finanziamento a medio-lungo termine che prevedono un innovativo meccanismo di premialità sui tassi in base al raggiungimento di determinati obiettivi in ambito ESG (Environmental, Social, Governance). Intesa Sanpaolo offre alle aziende artigiane il sostegno lungo tutto il percorso della digitalizzazione, grazie a finanziamenti ad hoc e a una rete di partner specializzati. Per favorire l’utilizzo dei fondi del PNRR, l’accordo include per i clienti l’accesso gratuito a Incent Now, la piattaforma web frutto della collaborazione con Deloitte, che contiene tutte le informazioni relative alle misure e ai bandi resi pubblici da enti istituzionali nazionali ed europei nell’ambito della pianificazione del PNRR, nonché un’ampia gamma di soluzioni di finanziamento che integrano le agevolazioni pubbliche. Particolare attenzione è poi dedicata alle imprese che affrontano il rincaro dei costi delle materie prime e dell’energia e agli investimenti volti a ridurre la dipendenza energetica, con un’offerta dedicata definita anche in coerenza con quanto già previsto dallo Stato tramite le garanzie pubbliche.

Altre iniziative distintive riguardano infine il sostegno alla nuova imprenditoria e all’imprenditoria femminile; soluzioni di tutela e protezione da un’ampia gamma di rischi sia di impresa che rivolta alle persone (business manifattura, infortuni, cyber protection); valorizzazione del capitale umano attraverso formazione e strumenti di welfare aziendale; noleggio di beni strumentali attraverso Intesa Sanpaolo Rent Foryou, per le aziende che intendono effettuare investimenti senza impegnare capitale, sostenendo esclusivamente il costo del canone.

Le imprese artigiane stanno attraversando una congiuntura particolarmente negativa – dichiara Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte  l’impennata eccezionale dei prezzi dell’energia, delle altre materie prime oltre alle difficoltà di approvvigionamento oggi aggravate dal conflitto in corso, i crediti incagliati sul fronte edilizia, stanno avendo un impatto fortissimo. Siamo fiduciosi che questo accordo con Intesa Sanpaolo possa aiutare le nostre imprese che stanno investendo sulla competitività e sulla crescita. Ora la priorità è supportare i fabbisogni delle mpi, per accompagnarle nel processo di rafforzamento e sviluppo per garantire loro la continuità operativa in una prospettiva di business”.

Questo accordo potenzia la capacità di Intesa Sanpaolo di accompagnare la piccola e media impresa del territorio – spiega Stefano CappellariDirettore Regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo –. Per accelerare la crescita del sistema produttivo abbiamo messo in campo negli anni numerose iniziative. A cominciare dal programma Sviluppo Filiere, che in Piemonte conta oltre 80 contratti di filiera, con il coinvolgimento di 3.700 fornitori per un giro d’affari di quasi 10 miliardi di euro. Anche grazie alla piattaforma Incent Now, abbiamo accompagnato 300 imprese piemontesi ad aggiudicarsi un bando PNRR. A fine 2022 in Piemonte abbiamo supportato con quasi 540 milioni di euro gli investimenti finalizzati al raggiungimento di obiettivi ESG e in circular economy. Inoltre, la Banca ha da poco sottoscritto un protocollo di collaborazione con l’ANCI per promuovere sui territori la diffusione di modelli di produzione e condivisione dell’energia rinnovabile”.

Imprese artigiane: trend e scenari in Piemonte

 

a cura della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo

Unioncamere conta quasi 1,3 milioni di imprese artigiane in Italia, che danno lavoro a oltre 2,6 milioni di addetti. Poco più di un quinto delle imprese artigiane sono attive nel manifatturiero, quasi il 40% nella filiera delle costruzioni e la parte restante nei servizi. In Piemonte le imprese artigiane sono oltre 115.000, il 27% del totale.

Dall’analisi condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo su un campione di 130 gestori di aziende retail, emerge che, dopo un 2022 positivo, nel 2023 in Piemonte è attesa una frenata che sta coinvolgendo anche le imprese artigiane. Pesano inflazione e rialzo dei tassi. Ma l’economia si stanno dimostrando più resiliente di quanto atteso. Dall’indagine, le attese sono positive per le imprese artigiane piemontesi specializzate in trasporti e logistica, prodotti alimentari, elettrotecnica e servizi avanzati, sistema casa e sistema persona. Le prospettive sono positive anche per l’artigianato artistico, che potrà beneficiare della ripartenza del turismo: nel 2022 in Piemonte presenze e arrivi hanno superato i livelli del 2019 (rispettivamente +1% e +3%) e i pienoni registrati nei primi mesi del 2023 sono sintomo di un ulteriore rimbalzo. Le imprese delle costruzioni si mantengono fiduciose nonostante il rallentamento atteso per via di una minore generosità degli incentivi e del rialzo dei tassi: i mesi di attività assicurata sono 15 (vs i 4 mesi in Germania). Per quanto riguarda i servizi di mercato, l’ultima rilevazione dell’Istat relativa al primo trimestre 2023 evidenzia un miglioramento della fiducia tra le imprese italiane di questo settore.

Il quadro si mantiene quindi tutto sommato positivo, nonostante la grande incertezza che contraddistingue l’attuale scenario economico e l’ampia varietà di risultati, in funzione del settore di specializzazione e del posizionamento qualitativo delle imprese artigiane. Chi si rivolge alle fasce più ricche della popolazione potrà sperimentare un buon andamento economico-reddituale, così come chi può contribuire ad efficientare la catena logistica, ridurre i consumi energetici domestici e, nell’industria, facilitare il potenziamento della connettività di abitazioni e fabbriche. Maggiori criticità interesseranno le altre imprese.

Nel 2023 è attesa una frenata degli investimenti, per le imprese artigiane già deboli nel 2022. Il trend va invertito. In prospettiva si dovranno affrontare alcune priorità. Su tutte il digitale, soprattutto per aumentare la connessione con la clientela, sia famiglie che imprese. Occorre poi incrementare gli investimenti nelle rinnovabili per aumentare l’autosufficienza energetica (qui le imprese artigiane sono in ritardo). Infine, per garantire il rinnovamento e il potenziamento delle competenze e favorire un adeguato passaggio generazionale, servono investimenti in capitale umano. Sono questi i temi al centro dell’agenda delle imprese artigiane nei prossimi anni.

Cirio: “Il Pnrr in Piemonte rispetta i tempi”. Una panoramica di progetti e investimenti

E’ ONLINE IL NUOVO SITO INTERNET DELLA REGIONE

E’ al 66 per cento l’avanzamento del pacchetto sanità, con le Case della salute, centrato al 100 per 100 l’obiettivo del reclutamento da parte dei Centri per l’impiego, che in meno di un anno hanno preso in carico 45 mila persone, sono stati acquistati 70 autobus ed è conclusa la selezioni dei progetti ammessi al bando cultura. Sono solo alcuni degli esempi dello stato di avanzamento dei progetti del Pnrr gestiti in modo diretto dalla Regione Piemonte a cui è dedicato il nuovo sito internet presentato  al Grattacielo dal presidente Alberto Cirio e dal vicepresidente della Regione Fabio Carosso, con la partecipazione, in video collegamento del ministro affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr e della presidente della Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti per il Piemonte, Maria Teresa Polito

Il Piemonte sul Pnrr sta rispettando i tempi, confermando di essere una Regione virtuosa nell’uso e nella spesa dei fondi europei. Per quanto riguarda infatti la programmazione 2014-2020, la cui chiusura è prevista alla fine dell’anno, l’Europa ha già certificato il 90 per cento delle spese del Fesr, il 98 per cento per quelle del Fse. Nella programmazione 2007-2013 era stato certificato il 111 per cento delle spese Fesr, generando un overbooking di 117 milioni, e oltre il 100% delle spese Fse. Numeri che il Piemonte conta di replicare anche per il Pnrr, per cui debutta oggi il sito internet di presentazione e monitoraggio. Progetti, importi e località coinvolte: il nuovo portale è un contenitore dinamico che consente di avere una fotografia completa degli interventi finanziati dal Pnnr nei quali è coinvolta la Regione Piemonte. Dal menu orizzontale della home page del sito istituzionale si accede al nuovo portale che è stato progettato avendo come riferimento diverse tipologie di target: cittadini, Enti locali, imprese e altri soggetti pubblici e privati ed è finalizzato a fornire contenuti di interesse per ognuno di essi. Nelle varie sezioni sono disponibili informazioni generali sul Pnrr, sulle varie missioni strategiche, sui bandi disponibili e le schede dei progetti. La ricerca attraverso luoghi e temi consente poi in modo agevole di individuare quali progetti, e quante risorse, sono investite in un particolare territorio o in uno specifico ambito tematico. Enti locali, imprese e privati troveranno inoltre una specifica sezione in cui sono raccolti i bandi Pnrr, sia quelli gestiti direttamente dalla Regione, sia quelli emanati dai ministeri.

Per il Presidente della Regione l’obiettivo è mettere a disposizione di tutti una panoramica degli interventi finanziati in Piemonte con i fondi del Pnrr. Il modo migliore per investire le risorse è monitorare costantemente come vengono spese e l’avanzamento dei progetti a cui sono destinate. E’ un’operazione di trasparenza per i cittadini, che possono in questo modo capire come e dove vengono investite le risorse, ed è anche uno strumento utile per gli enti locali, le imprese e i soggetti interessati a intercettare le risorse in campo. Si tratta di un quadro completo e aggiornato dei progetti che vedono il coinvolgimento dell’amministrazione regionale. Auspichiamo che il governo raccolga l’appello che da tempo rivolgiamo per un maggior coinvolgimento delle Regioni nella regia del Pnrr in modo che i nostri enti possano avere consapevolezza non solo dei progetti che transitano attraverso i nostri uffici, ma anche di ciò che viene finanziato sul territorio regionale tramite l’azione diretta dei ministeri, ma comunque all’interno del Pnrr.

Secondo il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, intervenuto in video collegamento, l’impegno della Regione per fotografare e monitorare l’avanzamento dei progetti è molto importante per verificare il rispetto dei tempi e per avere una visione unica delle risorse in campo sul territorio. Il Piemonte è una delle Regioni più efficienti nell’uso e nella spesa dei fondi europei, ha proseguito il ministro che ha dato appuntamento al presidente della Regione per un incontro in Piemonte nelle prossime settimane per verificare l’avanzamento del Piano e valutare l’utilizzo di nuove risorse.

«La Corte dei Conti è in campo per supportare anche dal punto di vista tecnico gli enti che si trovano a gestire le risorse del Pnrr. La Regione Piemonte ha colto in pieno l’importanza di verificare e monitorare tempi e costi per centrare gli obiettivi e rendere davvero il Pnrr occasione di sviluppo per questo territorio e l’intero Paese. E’ importante che ci sia stretta collaborazione fra tutte le istituzioni perché tale obiettivo si realizzi», ha detto la presidente della Sezione regionale di Controllo della Corte dei Conti per il Piemonte Maria Teresa Polito.

Per il Piemonte il Pnrr ha stanziato circa 6 miliardi, di cui 4 già assegnati. In questo quadro la Regione Piemonte gestisce in maniera diretta – attraverso bandi e finanziamenti – oltre 1,1 miliardi di euro attualmente destinati a 851 progetti sulle sei missioni in cui è suddiviso il Pnrr. Di questi il 62 per cento, oltre 693 milioni sono destinati a lavori (ad esempio le case di comunità, gli ospedale, interventi contro il dissesto idrogeologico, siti culturali, impianti di produzione di idrogeno), e il 38 per cento, 432 milioni, a servizi e forniture (digitalizzazione, borse di studio, apparecchiature sanitari, acquisto di bus e treni).

In particolare:

 oltre 75 milioni di euro per la Missione 1 – digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;

◦ oltre 250 milioni di euro per la Missione 2 – rivoluzione verde e transizione ecologica;

 oltre 140 milioni di euro, per la Missione 3 – infrastrutture per una mobilità sostenibile;

 oltre 15 milioni di euro per la Missione 4 – istruzione e ricerca;

 oltre 65 milioni di euro per la Missione 5 – inclusione e coesione;

 oltre 560 milioni di euro per i progetti della Missione 6 – salute.

Molti interventi, cui corrispondono assegnazioni per circa 735 milioni di euro, hanno una ricaduta diffusa su tutto il territorio regionale: è il caso, ad esempio, del potenziamento delle strutture per l’assistenza sanitaria territoriale, l’ammodernamento delle apparecchiature tecnologiche e digitali, il miglioramento strutturale degli edifici ospedalieri, l’accrescimento delle competenze del personale del Servizio sanitario nazionale. Anche gli interventi finalizzati alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, la sostituzione del parco mezzo dei trasporti pubblici e ferroviari, l’istruzione e la formazione professionale interessano tutto il territorio regionale e non hanno pertanto una localizzazione puntuale.

Altri interventi, invece, sono destinati a preciso territorio: a un comune o a un gruppo di comuni. Attraverso il motore di ricerca è possibile dal sito, individuare un’area geografica, o un tema, e vedere quanti progetti, e quante risorse, sono destinate a quel particolare territorio. Per monitorare l’avanzamento dei singoli progetti del Pnrr in Regione è attivo un gruppo di lavoro che ne controlla costantemente l’aggiornamento, in modo da rispettare scadenze, milestone e target, così come previsto dal Piano. Ogni due mesi l’aggiornamento sarà pubblicato sul sito, in modo che anche i cittadini possano verificare la progressione dei vari interventi.

Sempre relativamente ai progetti su cui la Regione Piemonte ha diretta competenza, per gli interventi del Pnrr la cui realizzazione avviene in un determinato Comune, o insieme di Comuni, le risorse risultano così suddivise a livello provinciale:

 circa 35 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Alessandria;

 circa 14 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Asti;

 circa 11 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Biella;

 circa 42 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Cuneo;

 circa 23 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Novara;

 circa 198 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Torino;

 circa 12 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Verbano-Cusio-Ossola;

 circa 30 milioni di euro per gli interventi che interessano la provincia di Vercelli.

ALTRI INTERVENTI

Nelle prossime settimane, la Regione avvierà un’attività di raccolta dati nei confronti di enti e istituzioni destinatari di risorse del Pnrr, per alimentare il nuovo portale e renderlo il più possibile completo anche degli interventi che non vedono il coinvolgimento diretto della Regione. Si tratta infatti di parecchie risorse, pari a circa 2,6 miliardi di euro. A queste si aggiungono poi le risorse destinate alle aziende nei bandi gestiti direttamente dal governo.