ECONOMIA- Pagina 142

Claudia Porchietto  presidente del cluster SmartCommunitiesTech

L’imprenditrice torinese succede a Rodolfo Zich alla guida dell’ente che raggruppa
190 tra imprese e Comune che fa parte della rete dei dodici cluster tecnologici del Mur
Porchietto: “Lavoriamo per sviluppare un soggetto già forte e autorevole”  

 

Il consiglio di amministrazione ha eletto Claudia Porchietto nuova presidente del cluster tecnologico nazionale SmartCommunitiesTech. L’imprenditrice torinese succede a Rodolfo Zich, scomparso l’8 maggio, che aveva guidato il cluster sin dalla sua fondazione nel 2012.

“Quando ricoprivo l’incarico di assessore regionale al Lavoro e alla Formazione professionale, partecipai all’istituzione di quello che allora era un soggetto nuovo, percependone immediatamente il potenziale. L’autorevolezza e l’impegno profuso dal professor Zich su questo progetto in questi anni hanno trasformato il cluster SmartCommunitiesTech e quel nostro lavoro iniziale, in un soggetto forte: un riferimento stabile e consolidato per il comparto tecnologico nazionale. Personalmente, quindi, ritengo la mia nomina una chiusura di un cerchio e metterò a disposizione tutto il mio impegno personale per garantire lo sviluppo ulteriore del cluster” ha dichiarato Porchietto appena ricevuta la nomina a presidente.

Cluster Tecnologici Nazionali sono partenariati pubblico privati messi a sistema per le politiche di ricerca e innovazione del Paese. Sono promossi e finanziati dal Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca) insieme alle imprese che ne fanno parte. Lo SmartCommunitiesTech rientra tra i primi otto cluster che furono lanciati nel 2012, oggi il network è composto da 12 soggetti che si occupano: dell’ottimizzazione dell’efficacia dei fondi strutturali; dell’innesco di processi di modernizzazione industriale e di transizione digitale, verde, energetica; della promozione di sistemi economici più produttivi, diversificati e in grado di rispondere ai cambiamenti. In termini numerici, il network dei 12 cluster conta su 1.300 Pmi, 100 grandi imprese e 90 università e centri di ricerca aderenti, e complessivamente nella sua storia ha coinvolto oltre 20mila soggetti. I Cluster organizzano ogni anno oltre 500 eventi nazionali e internazionali di promozione, disseminazione e trasferimento tecnologico e gestiscono direttamente 42 grandi progetti di ricerca e sviluppo che determinano oltre 400 milioni di investimenti e sei lighthouse plant, ovvero fabbriche intelligenti, su cui si sono attivati oltre 130 milioni di investimenti.

Il cluster SmartCommunitiesTech, in questo quadro, è il riferimento nazionale per la rete di attori della ricerca e dell’innovazione, promuovendo sia progetti di innovazione che soluzioni tecnologiche ed applicative per realizzare città e comunità più intelligenti in grado di rispondere in modo efficace ai bisogni dei cittadini e di una società più sostenibile, giusta ed inclusiva. Ciò avviene tramite un continuo processo di consultazione che lavora su tre attività principali: supporto ai policy maker ed advisory; sviluppo collaborazioni; networking. L’insieme di queste attività determina un portafoglio di 96 idee progettuali con oltre 200 partecipanti e 193 milioni di attività, 36 progetti supportati da bandi, oltre 800 incontri B2B127 imprese e 63 città che collaborano e 35 enti coinvolti sulla valorizzazione della ricerca.

“L’improvvisa scomparsa del professor Zich, a cui dobbiamo anche la creazione Torino Wireless oggi Fondazione Piemonte Innova, cui il ministero ha affidato la gestione del cluster, ha rappresentato una perdita rilevante a livello umano per tutti noi. Abbiamo però assorbito pienamente in questi anni la sua lezione principale, che era quella di guardare al futuro e alle persone con serenità e ottimismo. Forti di questo insegnamento, abbiamo accolto quindi con grande piacere e soddisfazione la disponibilità di Claudia Porchietto a ricoprire la presidenza del cluster SmartCommunitiesTech e la accogliamo quindi a braccia aperte, sicuri che ci guiderà e supporterà in questa nuova fase di grande opportunità di sviluppo anche sui Sistemi di Innovazione del MUR, nati con il PNRR, e con cui il nostro Cluster già collabora attivamente per sostenere l’attivazione delle componente industriale” commenta Laura Morgagni, segretario del cluster SmartCommunitiesTech e direttore generale di Fondazione Piemonte Innova.

Con la nomina di Claudia Porchietto, il consiglio risulta composto come segue: Claudia Porchietto (Presidente), Alessandro Monti (Vicepresidente), Lucia Mazzoni (Consigliere), Filippo D’arpa (Consigliere), Fabio Germagnoli (Consigliere).

In Piemonte l’occupazione sale del +1,1% con un +1,6% per le donne 

Sara Origlia (Presidente di Donne Impresa di Confartigianato Imprese Piemonte): “L’imprenditoria femminile continua a rappresentare un traino per la nostra economia, ma dalla BCE un altro colpo per le nostre imprese: Europa miope con i più piccoli”

 

 

Le più recenti analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese in relazione al mercato del lavoro e all’imprenditoria femminile nel nostro Paese disegnano un quadro preoccupante per quanto riguarda la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Permane infatti un grave ritardo rispetto al resto d’Europa, con un tasso di occupazione femminile tra i più bassi rispetto al resto dell’UE, con un dato negativo che si fa più marcato nel Mezzogiorno.

In un quadro di tale portata, tuttavia, è doveroso evidenziare come l’attività imprenditoriale rappresenti una via fondamentale per la partecipazione femminile al mercato del lavoro. L’Italia, infatti, ricopre il primo posto tra i Paesi Ue per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome. Nonostante la vigorosa stretta monetaria e le incertezze legate al prolungamento del conflitto in Ucraina, infatti, è stata osservata una crescita robusta dell’occupazione: nel primo trimestre 2023 l’occupazione sale del 2,3% rispetto allo corrispondente periodo precedente, combinazione di un aumento del 2,9% per le donne e del +1,8% per gli uomini. La dinamica dell’occupazione femminile in Italia è superiore al +2,1% della media Ue e, nel dettaglio supera il +1,5% della Francia e il +2,5% della Spagna, mentre in Germania si registra una crescita più marcata (+3,1%). Nel Piemonte, infine, l’occupazione sale del +1,1% con un +1,6% per le donne e un +0,7% per gli uomini, risultato senz’altro positivo, anche in comparazione delle altre maggiori regioni italiane.

L’imprenditoria femminile rappresenta dunque un traino nel lavoro indipendente, che ha rappresentato la categoria più colpita nella crisi pandemica. Nell’ultimo anno il recupero dell’occupazione indipendente (+50 mila unità, pari al +1,0%) ha registrato il maggiore impulso dalle donne imprenditrici e lavoratrici autonome, in aumento di 41mila unità, pari al +2,6%, mentre gli uomini sono saliti di 9mila unità, pari al +0,3%. La componente femminile spiega l’81,7% dell’incremento di occupati indipendenti.

“Senz’altro è positivo il dato che emerge dalle relazioni del nostro Ufficio studi nazionale – commenta Sara Origlia, Presidente di Donne Impresa di Confartigianato Imprese Piemonte – Le imprenditrici hanno da sempre scontato delle difficoltà legate a fattori culturali che le vorrebbero relegate in una posizione di secondaria importanza, ma la realtà dei fatti dimostra la forza e le potenzialità sottese alla parità di genere”.

“Tuttavia – continua Origlia – a fronte degli enormi sforzi messi in campo dalle nostre imprese, è doveroso commentare quanto sta accadendo in relazione ai tassi di interesse. Non c’è niente da fare: dall’Unione europea non arriva mai una buona notizia per le microimprese ma solo scelte ‘lacrime e sangue’. L’ultima in ordine di tempo è la decisione della Banca centrale di innalzare di un altro 0,25% i tassi di interesse, portandoli al 4%. Una misura che sarebbe finalizzata a contrastare l’inflazione ma che di fatto si traduce per imprese e famiglie in un maggior costo del denaro: pagheremo di più mutui e prestiti.

Quindi – conclude Origlia – riassumendo: artigiani, commercianti e microimprenditori hanno sofferto duramente durante la pandemia, pagando chiusure, restrizioni e adeguamenti sanitari dei luoghi di lavoro; hanno poi subito il rincaro delle materie prime e la febbre inflazionistica conseguenza soprattutto di speculazioni internazionali; subiranno gli effetti delle decisioni “green” che Strasburgo e Bruxelles impongono sul nostro patrimonio immobiliare e sulla produzione automobilistica; infine, ecco che saranno presi alla gola dalla crescita dei tassi. Un accanimento senza fine da parte di una politica economica europea miope nei confronti della piccola impresa. Intanto, le criticità croniche della difficoltà di accesso al credito, dei ritardi nei pagamenti della PA e delle troppe tasse rimangono inaffrontate. Mentre le sinistre di Schlein e di Conte sono impegnate a fare crociate a difesa del ‘pizzo di Stato’ o del reddito di cittadinanza elargito a pioggia, ci aspettiamo che il Governo Meloni sappia fare argine allo scempio di questa Europa dei ricchi e forti, tutelando, non a parole ma con atti concreti, chi in questo Paese continua a credere nella fatica del lavoro, nella propria bottega, negozio o fabbrichetta”.

Moto che passione: più di 1 torinese su 3 pensa di acquistarne una

E cresce l’attenzione alla sicurezza

L’Osservatorio Sara Assicurazioni ha esplorato i principali trend nel rapporto con le
due ruote a motore

Le due ruote a motore si ritagliano uno spazio sempre
maggiore nelle preferenze di mobilità degli abitanti di Torino. E viaggiano di pari passo
con una crescente attenzione alla sicurezza alla guida.
Sono questi i principali risultati dell’ultima ricerca dell’Osservatorio Sara Assicurazioni,
che ha analizzato il rapporto dei torinesi con motocicli e ciclomotori.
Dati alla mano, più di uno su tre (44%) si dichiara interessato ad acquistare una moto
nel prossimo futuro, pensando quindi non al classico cinquantino quanto a veicoli di
maggior cilindrata, in prevalenza piccola-media (38%) ma anche cilindrate superiori
(8%).

A spingere i torinesi verso le due ruote a motore risultano in primis i fattori psicologici,
a cominciare dal desiderio di recuperare un senso di libertà (63%) e di lasciarsi alle
spalle, salendo in sella, lo stress e i problemi della quotidianità (35%).

Tutti questi dati lasciano ipotizzare nel complesso una domanda di mercato vivace per
le due ruote a motore, dopo un mese di maggio che in Italia ha registrato una crescita
importante con 42.884 nuove immatricolazioni, di cui 18.198 moto e 22.372 scooter.
Incoraggianti anche i primi cinque mesi del 2023, dove il mercato ha guadagnato
l’11,8% sullo stesso periodo del 2022 (fonte: ANCMA).

Diverso il discorso per scooter e moto elettriche, che nel complesso solo un 6% oggi
prenderebbe in considerazione, mentre una fetta significativa (65%) esprime dubbi
sull’opportunità di questa tecnologia e non sembra al momento intenzionata a rinunciare
agli aspetti più materiali della guida, come l’uso di marce e frizione.

Sicurezza in primo piano. Il desiderio di macinare chilometri in libertà si accompagna
a un’importante sensibilità verso i rischi alla guida. Un aspetto di rilievo se si
considerano le statistiche sull’incidentalità legata a questi veicoli.

A preoccupare è innanzitutto il rischio di infortuni (46%), a cui segue l’eventualità di
arrecare danni ad altre persone o beni (33%). Un 29% sottolinea, su altro versante, il
timore di subire furti o atti vandalici. Insieme all’adozione di comportamenti
responsabili, per più di uno su due (56%) un importante aiuto può venire dalla
tecnologia, che grazie a sistemi innovativi renderà l’esperienza di guida sempre più
sicura.

Per una protezione completa, i torinesi sottolineano l’utilità di una polizza assicurativa,
di cui apprezzerebbero soprattutto le opportunità di personalizzazione con le tutele
ritenute più utili al caso proprio (46%).

“La nostra ricerca ha evidenziato come il diffuso interesse per ciclomotori e motocicli si
accompagni, ed è un aspetto molto importante, a specifiche esigenze di sicurezza e di
tutela – commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer
Relationship di Sara Assicurazioni – “Come compagnia assicuratrice ufficiale dell’ACI
da anni portiamo avanti molte iniziative di educazione e sensibilizzazione alla sicurezza
per tutti gli utenti della strada e abbiamo sviluppato soluzioni complete e all’avanguardia
per soddisfare le più diverse necessità di protezione di chi, per lavoro o per passione,
sceglie questi mezzi per i propri spostamenti”.

*Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, genere ed area
geograf

Grandinata in Piemonte: perso dal 70 al 100% del raccolto

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REGIONE AL LAVORO PER RACCOGLIERE LA STIMA DEI DANNI
Il presidente Cirio questa mattina a Cortemilia con i rappresentanti delle istituzioni e degli agricoltori: “È un evento eccezionale nella sua eccezionalità,
per questo la Regione metterà in campo anche risorse proprie per non lasciare indietro nessuno”
Telefonata del ministro Lollobrigida che ha garantito il supporto del Governo 
 
 
Una perdita che va dal 70 al 100% del raccolto e danni enormi alle auto, ai tetti e alle coperture di case e imprese.
Anche se una stima esatta dei danni non è ancora possibile fornirla, è purtroppo evidente la gravità delle conseguenze della violenta grandinata che si è abbattuta giovedì pomeriggio su alcune zone del Piemonte, in particolare l’Alta Langa cuneese e alcuni comuni delle province di Asti, Alessandria e Torino.
Per fronteggiare e fare il punto sulla situazione il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme all’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, ha voluto convocare questa mattina una riunione in Comune a Cortemilia (CN), uno dei più colpiti dalla calamità. Al suo fianco il sindaco Roberto Bodrito, il presidente della Provincia di Cuneo Luca Robaldo, con il consigliere provinciale Massimo Antoniotti, il presidente dell’Unione montana Alta Langa Davide Carlo Falletto,il presidente dell’Associazione Sindaci del Roero Silvio Artusio Comba e il presidente dell’Unione montana Langa Astigiana Marco Listello.
 
In connessione telefonica anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, che nelle scorse ore ha già ricevuto dal presidente Cirio una prima ricognizione delle aree interessate dai danni e ha garantito la massima vicinanza del Governo per sostenere famiglie e imprenditori.
In sala molta commozione da parte dei Sindaci e dei rappresentanti del mondo economico e agricolo, in particolare vitivinicolo e corilicolo, per una situazione senza precedenti in un territorio che rappresenta una assoluta eccellenza nella produzione in particolare di vini rinomati e della celebre nocciola Tonda gentile delle Langhe.
«In questa fase – hanno spiegato il presidente Cirio e l’assessore Protopapa – è fondamentale certificare la stima dei danni e soprattutto, è importante ricordarlo a tutti, documentare dettagliatamente prima delle operazioni di ripristino, conservando questa documentazione, perché sarà fondamentale per poter accedere agli indennizzi, sia per i danni all’agricoltura che quelli legati alle case, alle auto e alle aziende. Chiederemo l’accesso al fondo di solidarietà nazionale, ma siamo già al lavoro per stanziare anche risorse regionali, in modo da non lasciare nessuno indietro. Sarà inoltre necessario monitorare nel tempo la situazione, perché oltre al danno immediato c’è anche quello che si manterrà in modo evidente per gli anni a venire e dovrà essere tenuto in dovuta considerazione. I tecnici dell’Arpa insieme a quelli della Regione sono già al lavoro dalle prime ore dopo la grandinata per effettuare i sopralluoghi. Siamo consapevoli che non è una situazione normale, perché è un evento eccezionale nella sua eccezionalità, per questo la Regione metterà in campo anche risorse proprie per riuscire ad indennizzare le aziende. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per non lasciare solo nessuno».
«La Provincia di Cuneo – ha sottolineato il presidente Luca Robaldo – si mette fin da subito a disposizione con i propri uffici e i propri tecnici per aiutare i Comuni a raccogliere tutta la documentazione necessaria alla Regione per attivare velocemente le procedure di richiesta dello stato di emergenza. Giovedì pomeriggio alle 17.30 si svolgerà una assemblea dei sindaci e, se necessario, siamo pronti anche noi ad approvare una delibera provinciale di richiesta dello stato di calamità».
«Ringrazio il presidente Cirio per aver voluto essere qui e per l’attenzione immediata che ha dato a questa situazione, davvero senza precedenti – ha dichiarato il sindaco di Cortemilia Bodrito –. Abbiamo visto arrivare sfere di grandine del diametro di quasi 10 centimetri che hanno colpito e devastato campi, vetture e abitazioni come proiettili. Siamo persone abituate a darci da fare e basta guardarsi intorno perché ovunque ci sono persone già al lavoro per ripristinare le proprie case e le proprie attività, ma la vicinanza delle istituzioni è fondamentale perché serve un aiuto importante di fronte alla gravità dei danni».
Regione e Provincia di Cuneo nelle prossime ore si attiveranno anche per garantire la possibilità per i Comuni di procedere con lo smaltimento e il rimessaggio dei materiali e delle macerie dovute ai danni, individuando anche degli eventuali centri di raccolta.
Un altro aspetto da tutelare nel caso dei trasformatori, di fronte alla perdita consistente della quota di autoproduzione, riguarda la possibilità di acquistare prodotto esterno garantendone lo status agricolo.

Incontro sul nuovo piano regolatore e commercio a Torino

Nell’ambito del percorso verso il nuovo Piano Regolatore Ascom Confcommercio approfondisce con il Comune di Torino gli aspetti di economia commerciale del Piano.

Martedì 11 luglio alle ore 11:00 gli assessori Paolo Chiavarino e Paolo Mazzoleni dialogheranno con la presidente di Ascom Maria Luisa Coppa sulle opportunità e le criticità per il settore del commercio nella Torino di domani, con il contributo di Luca Tamini, professore del Politecnico di Milano ed esperto diEconomie di prossimità̀ e regolazione urbanistica e dell’architetto Elena Franco, che interverrà sui Distretti del Commercio come opportunità di sviluppo. In via Massena 20 a Torino.

Un nuovo sostegno dalla Regione alla montagna piemontese

Ripartiti dalla Giunta regionale i 10.735.000 euro che costituiscono il Fondo per la montagna relativo al 2023.

“Compiamo un altro passo – dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio e il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso – all’interno della nostra strategia di attenzione e valorizzazione della montagna piemontese, cuore pulsante del territorio, che deve essere vissuta tutto l’anno con servizi e attività economiche oltre che come straordinario luogo di villeggiatura e turismo. Ed è per questo motivo che fin dall’inizio di questa legislatura abbiamo dedicato grande attenzione alla nostre terre alte stanziando importanti risorse, come ad esempio gli oltre 10 milioni del bando per la residenzialità, i 3 milioni per le botteghe dei servizi e i fondi per le scuole, accanto ai contributi destinati alle Unioni montane”.

La disponibilità del Fondo è stata così ripartita:

– 7.090.000 euro alle Unioni montane sulla base della superficie del territorio montano e della popolazione residente; di questi, 2.364.00 euro sono riservati al finanziamento dei progetti presentati in attuazione del programma annuale della montagna;

– 3.043.000 euro per coprire parte dei costi del personale dipendente delle Unioni montane che svolge le funzioni regionali delegate.

Inoltre, 522.000 euro vanno a finanziare iniziative di promozione, salvaguardia del territorio, valorizzazione delle risorse umane, culturali ed economiche organizzate da enti pubblici, associazioni no profit e privati aventi particolare rilevanza e considerate strategiche per la Regione in quanto coerenti con le proprie politiche di sviluppo e promozione dei territori montani.

Con 80.000 euro sono finanziate le attività delle Commissioni locali valanghe.

 

Il Comune di Torino vuole rilanciare le edicole in città

Quotidiani e periodici, modifiche al regolamento per la disciplina dell’attività di vendita

 

La Giunta comunale ha deliberato di apportare alcune modifiche al Regolamento n. 380 per la ‘Disciplina dell’attività di vendita di quotidiani e periodici’ (approvato dal Consiglio Comunale il 18 giugno 2018).

La novità sostanziale consiste nell’abolizione della programmazione quantitativa che consentiva di aprire un’edicola solo nei cosiddetti “addensamenti lacunosi” e ne vietava l’apertura in quelli considerati “saturi”, parametri questi calcolati sulla base del rapporto tra edicole e attività commerciali attive sul territorio di riferimento. Le modifiche introdotte permetteranno quindi l’apertura o la riapertura in qualsiasi area della città di nuove edicole senza vincoli geografici specifici. Laddove oggi ci sono locali o chioschi chiusi, magari perché i proprietari hanno deciso di terminare l’attività, l’attività di rivendita di quotidiani e periodici potrà riaprire senza limitazioni. Nel rispetto del regolamento le edicole potranno vendere al proprio interno anche prodotti diversi da quelli editoriali, fino a un massimo del 49% della superficie di vendita.

Un provvedimento che mira a rilanciare la funzione delle edicole, tra le attività commerciali che più hanno risentito della crisi economica: a Torino erano 401 nel 2012, scese a 375 nel 2017.

A oggi il totale degli esercizi attivi che effettuano attività di vendita di quotidiani e periodici è di 310. Sul suolo pubblico sono presenti 120 chioschi edicole: 40 risultano aver cessato la propria attività recentemente mentre 80 risultano essere in possesso di un’autorizzazione commerciale attiva. Tuttavia, questo non implica che l’edicola sia effettivamente operativa, perché i proprietari potrebbero aver cessato l’attività mantenendo ancora la licenza. Grazie a questa modifica potranno così cederla a terzi e riaprire l’edicola in tempi brevi.

“L’obiettivo– afferma l’Assessore al Commercio Paolo Chiavarino – è quello di rilanciare le edicole che rappresentano un luogo di socialità, di commercio di prossimità e assicurano allo stesso tempo anche un importante presidio del territorio. Questo provvedimento sblocca una situazione di impasse per coloro che vogliono avviare un’attività, favorendo il commercio locale e l’occupazione. Non parliamo soltanto di un luogo dove acquistare i giornali, ma di spazi pubblici dove le persone si possono ritrovare, commentare i fatti quotidiani, punti di riferimento che tracciano una mappa dei nostri quartieri”.

La delibera varata dalla Giunta passerà successivamente all’esame del Consiglio Comunale per l’approvazione definitiva.

Sanità, la Regione: “Risorse aggiuntive per oltre duemila assunzioni”

 ENTRO DICEMBRE 2024
Un piano straordinario per la sanità pubblica piemontese dopo 15 anni di tagli e blocco delle assunzioni
 
Un corretto utilizzo delle risorse del DL 34, risorse aggiuntive pari a 175 milioni per la sanità in quattro anni e reinternalizzazioni per arrivare a 2 mila assunzioni entro il 31 dicembre 2024, al netto del turnover e delle stabilizzazioni. Questo l’esito dell’accordo sottoscritto oggi da Regione e sigle sindacali del comparto sanità al termine del tavolo che si è svolto al Grattacielo Piemonte, all’interno del percorso che porterà all’insediamento formale dell’Osservatorio regionale in materia di risorse umane in sanità, che è previsto il 14 luglio insieme a quello “gemello” in costituzione per la dirigenza medica.
Al tavolo hanno partecipato il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, il coordinatore dell’Osservatorio Pietro Presti, il direttore regionale della Sanità Antonino Sottile e i rappresentanti di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fiasl, Nursind, Nursing Up.
Regione e sindacati oggi hanno concordato un percorso che porterà al raggiungimento dell’obiettivo di 2 mila nuove assunzioni complessive entro il dicembre del 2024 di personale a tempo indeterminato, di cui una parte da definire con la dirigenza medica, al netto del percorso specifico per gli specializzandi. Questo numero si raggiunge grazie a una serie di linee di intervento all’interno del rispetto degli equilibri di bilancio.
«La Regione è riuscita ad individuare risorse aggiuntive per il potenziamento della sanità che, andando ad implementare le risorse necessarie alla sanità territoriale, permettono di liberarne altre che, grazie anche al Dl 34, ci fanno garantire questo piano straordinario di assunzioni del personale» spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
L’operazione prevede lo stanziamento di 25 milioni già nel 2023, e poi di 50 milioni all’anno per gli anni 2024, 2025 e 2026 di coperture finanziarie aggiuntive per le Aziende sanitarie che la Regione è in grado di assicurare attraverso il Fondo per lo sviluppo e coesione. In particolare all’interno della prossima programmazione 2021-2027 dei fondi FSC, la Regione ha presentato al Governo un piano che prevede di destinare 175 milioni al potenziamento della sanità territoriale, ciò permetterà alle aziende sanitarie di liberare nei propri bilanci risorse da investire sul personale, finanziando in questo modo il nostro Piano straordinario di assunzioni.
A questo si accompagna, inoltre, l’utilizzo progressivo delle risorse del DL 34. Le aziende sanitarie regionali, entro la fine dell’anno, dovranno poi presentare alla Regione un’analisi delle esternalizzazioni mirata a definire progetti di internalizzazione, che garantiscano un risparmio effettivo rispetto all’attuale affidamento all’esterno, pari almeno al 20 per cento della quota complessiva – attualmente circa 136 milioni all’anno – entro il dicembre del 2024.
Le parti hanno concordano che questo piano è al netto del turnover e delle stabilizzazioni.
«Dopo 15 anni di gravissime riduzioni del personale della sanità pubblica, siamo di fronte a un’inversione di rotta radicale e di un’intesa con le organizzazione sindacali che ha l’obiettivo di dare ossigeno e risorse alla sanità pubblica, abbattere il precariato e potenziare gli organici, nel rispetto degli equilibri di bilancio» spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio.
«La Regione Piemonte non ha mai lesinato risorse per le assunzioni di personale sanitario – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, come dimostrano i reclutamenti effettuati durante l’emergenza pandemica, senza limitazione ai bandi, e le successive stabilizzazioni del personale avente diritto, secondo i requisiti individuati dal Ministero. L’accordo di oggi con le parti sindacali consolida un percorso fondamentale per la gestione della Sanità regionale, investendo sul personale, il capitale più importante per il raggiungimento di tutti gli obiettivi di assistenza sanitaria».

Formazione giovani agricoltori, iscrizioni al corso regionale di 150 ore

E’ partito il 3 luglio il corso di formazione di 150 ore per giovani agricoltori e nuovi agricoltori organizzato da Regione Piemonte in collaborazione con Inipa Nord-Ovest, Cia Consulenze Piemonte e Agripiemonteform.

Il corso ha lo scopo di formare i giovani che si insediano in agricoltura per sviluppare competenze e conoscenze di alto livello e migliorare la loro capacità tecnica ed imprenditoriale.

Anche la formazione è un aspetto importante della vita di un agricoltore perché permette di essere più preparati nel cogliere le novità in campo produttivo e ambientale e nell’adeguare la propria azienda agricola alle normative, così da poter partecipare all’assegnazione dei contributi europei tramite i bandi regionali” sottolinea l’assessore all’agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa.

La necessità di questa formazione specifica nasce da un Decreto del Ministero dell’Agricoltura che impone ai nuovi insediati una qualifica professionale che, in mancanza di specifici titoli di studio agricoli, si ottiene tramite un corso di 150 ore con esame finale su tematiche riferibili al settore agroalimentare, ambientale e della dimensione sociale.

Questa specifica formazione, insieme agli altri requisiti previsti dal Decreto, consentirà ai giovani che si insediano di accedere all’assegnazione dei diritti all’aiuto previsti per i nuovi agricoltori dalla Comunità europea.

A tal fine la Regione Piemonte ha recentemente deliberato per individuare le materie del corso e le modalità di svolgimento dello stesso.

Nelle docenze sono coinvolti, oltre a funzionari regionali e a vari esperti di specifici settori regionali, anche docenti dell’Università di Torino.

Il corso, della durata di 3 mesi, prevede lezioni in presenza e tramite formazione a distanza, oltre a uscite didattiche per conoscere realtà produttive e aziende agricole “modello”, così come istituti di ricerca piemontesi.

All’esame finale il candidato presenterà il bussiness plan della propria azienda, preparato con il supporto dei

Academy per filiera, il lavoro cresce

FESTIVAL LAVORO BOLOGNA, CHIORINO:
“L’OCCUPAZIONE IN PIEMONTE CRESCE ANCHE GRAZIE ALLE ACADEMY DI FILIERA CON PERCORSI FORMATIVI SU MISURA SCRITTI DALLE IMPRESE”
“Per strutturare un processo di crescita, per creare nuove opportunità di lavoro e per sviluppare la competitività delle imprese del Piemonte abbiamo investito sulla formazione, perché non c’è competitività senza competenze e le competenze si sviluppano dove c’è formazione qualificante. In Piemonte abbiamo cambiato il paradigma del sistema della formazione professionale, un tempo intrappolato nella cosiddetta offerta “a catalogo” che non rispondeva né ai bisogni delle imprese, né alle effettive criticità di un territorio. Oggi invece, attraverso una politica attenta alle trasformazioni in atto e perennemente in ascolto con il mondo produttivo, nascono percorsi “su misura”  scritti dalle imprese stesse che quindi rispondono alle reali esigenze del mercato, che soddisfano e permettono alle imprese il proprio rilancio in termini di competitività così come creano le condizioni per chi è in cerca di un’occupazione di aver un posto di lavoro pressoché assicurato, stabile e qualificante al termine del percorso di formazione. Ho immaginato e disegnato le Academy per filiera, perché è sulle filiere che il sistema economico e produttivo Italiano si fonda; attraverso la formazione sosteniamo la crescita su tutti i fronti e a tutti i livelli delle nostre imprese che fanno grande questa Nazione sotto l’unico grande brand riconosciuto al modo qual è il ‘Made in Italy’ ” .  Lo ha dichiarato  l’Assessore al Lavoro e Formazione della Regione Piemonte Elena Chiorino nel corso del panel “Le Politiche Attive, il punto di vista delle Regioni” alla 14^ Edizione Festival del Lavoro Bologna.