ECONOMIA- Pagina 111

La Regione Piemonte raddoppia i fondi destinati all’internazionalizzazione delle pmi

PIÙ 2 MILIONI E 423MILA EURO PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE:


L’assessore Fabrizio Ricca: “Le imprese piemontesi hanno da insegnare al mondo. È nostro dovere facilitare l’incontro”



Da 3 milioni a 5 milioni e 423mila euro. La Regione Piemonte raddoppia i fondi destinati al sostegno all’internazionalizzazione delle pmi piemontesi visto il grande successo degli eventi b2b organizzati sul territorio e all’estero.

Sono sempre di più le imprese che decidono di aderire alle occasioni di crescita estera organizzate dalla Regione: ultimo caso è il successo del VTM Michigan (Vehicle and Transportation Innovation Meetings), spin off dell’evento piemontese organizzato insieme a Camera di Commercio e gestito da Ceipiemonte nella capitale dell’automotive statunitense. In questa occasione sono state 18 le imprese italiane partecipanti che hanno avuto l’occasione di svolgere oltre 100 b2b con le più grandi aziende americane del settore.

L’aumento di fondi, pari a 2 milioni e 423mila euro, servirà a sostenere ulteriormente la rete regionale di supporto alle imprese locali che vogliono affacciarsi a nuovi mercati per mostrare cosa hanno da offrire o per attirare investitori e industrie straniere che vogliono puntare sul nostro territorio aprendo nuove sedi.

“Con questo ulteriore stanziamento di risorse andiamo a potenziare una strategia che sta dando risultati concreti – afferma l’assessore regionale all’Internazionalizzazione Fabrizio Ricca -. La rete di supporto estero che stiamo costruendo per le pmi piemontesi sta permettendo a tante imprese di affacciarsi a nuovi mercati partendo da un porto sicuro capace di assisterle durante la navigazione. L’affermazione di un mercato completamente globalizzato è oggi un dato di fatto ma una sfida simile non deve spaventarci necessariamente perché il nostro territorio, basti pensare ai comparti dell’automotive e a quello dell’aeorospazio, ha le carte in regola per mostrare al mondo che è il luogo giusto in cui investire e quello migliore da cui comprare”.

L’Uncem: digitalizzare le Valli di Lanzo

Superano i 3,4 milioni di euro le risorse che i 25 Comuni delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, delle due Unioni montane, hanno incamerato nei mesi scorsi grazie ai voucher del PNRR. Un sistema che ha permesso a tutti gli Enti locali italiani di introitare risorse che dovranno essere spese e asseverate, come prevede il Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha gestito le operazioni. Il lavoro che i Comuni dovranno fare per ottimizzare spesa e risultati, a beneficio della PA e dei cittadini, è stato presentato ieri sera a Lanzo in un incontro con il Presidente Uncem Roberto Colombero e i vertici del CSI Piemonte, Consorzio che sta operando per agevolare gli Enti locali.

Le risorse ai Comuni serviranno per nuove app, per trasferire i dati in cloud, per i sistemi IO e PagoPA, per rendere i siti degli Enti più facili e accessibili, per migliorare le app. Dai 240 mila euro per Lanzo ai 70 per Vallo, i Comuni delle Valli di Lanzo hanno cifre importanti, che sommate portano il totale disponibile a 3,4 milioni. “È una cifra molto significativa – commenta Roberto Colombero – che permette di cambiare il rapporto degli Enti con imprese e cittadini, ma soprattutto di ottimizzare il lavoro nelle due Unioni montane del territorio favorendo relazioni e scambio di dati sulle piattaforme. Che saranno in cloud, dunque connesse tra loro. I Comuni hanno un voucher che avrà un residuo di spesa, e su questo dobbiamo insistere affinché non si utilizzi in modo frammentato. Si calcola che il 40% delle risorse possa rimanere in disponibilità dell’Ente. Se ciascuno lo spende per conto suo, serve a poco. Se invece, fatta la somma, si uniscono 1,5 milioni di euro con le due Unioni montane in sinergia a fare da registi, il supporto del Team digitale nazionale e del CSI, si possono invece fare operazioni importanti. Penso a blockchain per le filiere alimentari e forestali, a intelligenza artificiale, a strumenti digitali per il turismo, ad altri interventi per rendere smart il territorio. Dobbiamo puntare sul futuro. Leggere le sfide dei prossimi anni e capire oggi come cambieranno le esigenze delle comunità e del turismo. Ci aiutano tanti esperti, anche nelle Valli di Lanzo. Se ogni Comune pensa di far da solo, in particolare in questo campo, si va poco lontano. Facendo insieme si va lontano. Ringrazio i Sindaci che a Lanzo hanno ben compreso la sfida”.

Windtre Business e Visit Piemonte: avviato il progetto  data analytics

Al via la fornitura di soluzioni per l’analisi puntuale e approfondita dei flussi di visitatori nella regione, a supporto delle decisioni strategiche nel settore turistico

WINDTRE, attraverso il brand WINDTRE BUSINESS, e Visit Piemonte, in cui opera l’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte, hanno avviato un progetto di monitoraggio della fruizione turistica.

WINDTRE BUSINESS, in particolare, mette a disposizione dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte Mobility Analytics, la sua soluzione di big data che permette di analizzare i flussi di mobilità di turisti e visitatori e dei punti di interesse all’interno di zone specifiche. Al momento il servizio è stato messo a punto per alcuni Comuni del territorio regionale, così da permettere di approfondire e sfruttare al meglio tutte le potenzialità dello strumento, con la finalità di poterlo estendere sull’intera regione Piemonte.

Mobility Analytics fa uso di dati di rete mobile e di geolocalizzazione degli utenti gestiti in forma anonima ed aggregata, nonché di sofisticati algoritmi statistici, al fine di offrire alle aziende e alle pubbliche amministrazioni i più efficaci strumenti di supporto alle decisioni strategiche.

La soluzione è erogata attraverso un flusso di informazioni che rende disponibili indicatori su una web-dashboard interattiva, realizzata appositamente per offrire un’interfaccia semplice e intuitiva e facilitare così l’utilizzo di una soluzione molto evoluta a chi si occupa di pianificazione, gestione e analisi della movimentazione turistica.

Nell’ambito dello sviluppo del cruscotto di analisi e monitoraggio dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte, lo strumento di Mobility Analytics va ad arricchire gli indicatori disponibili ed aumenta la rapidità con cui si rendono disponibili le informazioni agli stakeholder del territorio.

“Grazie al ruolo di operatore leader nel mercato mobile italiano, WINDTRE ha la possibilità di accedere, in tempi ridotti e nel completo rispetto della privacy, ad un’enorme quantità di dati aggregati molto puntuali. Si tratta di un asset prezioso per le pubbliche amministrazioni e per le imprese, perché, attraverso le nostre soluzioni di Data Analysis, consente di orientare i processi decisionali attraverso informazioni reali e approfondite, di realizzare piani di business più efficaci e di gestire al meglio gli eventi straordinari con grande affluenza di pubblico. Una soluzione che conferma il supporto di WINDTRE BUSINESS nello sviluppo dei territori e nella digitalizzazione delle PA e delle aziende italiane” Commenta Luca Cardone, Responsabile Marketing Top & Large di WINDTRE.

Il progetto è volto a valutare un ulteriore strumento a supporto della strategia data driven di sviluppo e promozione turistica della Regione Piemonte, che attualmente stiamo utilizzando per monitorare alcune destinazioni piemontesi come casi studioanalizzando non solo il movimento turistico, ma anche la fruizione della destinazione specifica per definire meglio gli attrattori principali e individuare indirettamente le principali motivazioni. Gli indicatori ottenuti attraverso la big data analysis di telefonia mobile completano le informazioni quantitative delle statistiche ufficiali, delle recensioni on-line e della spesa sul territorio che offre già il modello dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte”, commentano Beppe CarlevarisPresidente del CdA di Visit Piemonte e Alessandro Zanon, Direttore di Visit Piemonte.

Il Lingotto di Torino: simbolo della città e storia della Fiat

L’AUTOMOTIVE A TORINO / 2


Quando si parla di Lingotto, la prima associazione che viene in mente è senza dubbio con la Fiat che, in pieno periodo bellico nel 1916, ebbe l’esigenza di racchiudere in un unico comprensorio tutte le produzioni automobilistiche primarie e accessorie.

Così la casa automobilistica elaborò un piano di espansione che prevedeva la costruzione di un nuovo grande complesso industriale sui resti dell’antico podere appartenente ai nobili Robilant, prendendo il nome di Fiat Lingotto. Giovanni Agnelli individuò, nell’architetto Giacomo Matté Trucco, la persona adatta ad eseguire la progettazione di questo imponente complesso di 150000 metri quadri sito nell’area compresa tra la ferrovia e le vie Narzole, Nizza e Passobuole: un gigante di cemento armato – il primo in Italia – che divenne il simbolo dell’aspirazione alla modernità dell’azienda torinese. Il fabbricato principale è a cinque piani ed è costituito da due corpi longitudinali della lunghezza di 508 metri e della larghezza di 24,50 metri, uniti tra loro da 5 corpi trasversali che formano quattro cortili interni, il tutto sormontato da un tetto molto particolare: una pista in cemento armato destinata al collaudo dei veicoli con pavimentazione in asfalto costituiti da due rettilinei di 443 metri ciascuno e da due curve sopraelevate. Il circuito è stato ultimato nel 1921 e ha destato fin da subito stupore e meraviglia, considerato un vero e proprio “monumento della civiltà in movimento” (M. Pozzetto, 1975). Sempre nello stesso anno iniziarono a entrare in funzione le fonderie, le fucine, il reparto preparazione telai e quello forni automatici e la Fiat avviò il trasloco dei macchinari dalle officine di Corso Dante concludendo a fine anno con la sistemazione dei reparti della carrozzeria, del montaggio finale e delle officine meccaniche; nel 1923 il nuovo stabilimento è stato inaugurato alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.

Lingotto si presentò come una struttura innovativa capace di rompere con la tradizione non solo nelle linee estetiche, ma soprattutto nell’organizzazione del lavoro, dando una spinta decisiva verso la produzione in grande serie; si trattò inoltre della prima fabbrica europea a essere concepita e costruita sulla base dei metodi di produzione statunitensi, tanto da essere presentata da Valerio Castronovo nel 1978 come “un nuovo grande stabilimento ad uso americano”. I mutamenti apportati dal nuovo complesso della Fiat interessarono anche il territorio cittadino, che vide modificati i rapporti tra fabbrica e città; non furono reclutate solamente le maestranze tra gli abitanti del territorio circostante, ma Fiat Lingotto rivestì un ruolo decisivo nell’incremento dell’immigrazione e nel popolamento di tutta la zona che va da Barriera di Nizza al Lingotto sia di operai provenienti da altri quartieri della città, dai comuni limitrofi, che dalle altre regioni d’Italia. Nel corso degli anni ‘30 lo stabilimento Lingotto produsse decine di modelli di automobili, come la Torpedo, la Balilla, la Topolino, la Fiat 1100 R e la sportiva X 1/9 con la rivoluzionaria posizione centrale del motore.

L’attività produttiva fu parzialmente interrotta nel 1939, in pieno inizio della Seconda Guerra Mondiale, essendo la stessa fabbrica un obiettivo delle incursioni militari su Torino e parte della produzione fu già spostata nel più grande stabilimento torinese chiamato Fiat Mirafiori. In seguito a diversi e devastanti bombardamenti, molte parti delle facciate dell’edificio furono parzialmente danneggiate, ma prontamente ricostruite nel periodo 1945-1947; la produzione di automobili però fu totalmente trasferita nel moderno comprensorio Mirafiori, mentre il Lingotto fu destinato, negli anni del boom economico, alla produzione di lavatrici e frigoriferi fino al 1982, quando dopo aver intrapreso una politica di graduale diminuzione della manodopera, la Fiat decide di chiudere lo stabilimento.

Dagli anni ‘80 ci fu la ristrutturazione – da parte dell’architetto Renzo Piano – e il recupero dello stabilimento appena dismesso. L’edificio centrale della ex fabbrica fu riqualificato e inaugurato già nel 1987 come 8-Gallery e adibito a uso commerciale, con negozi, bar e ristoranti concentrati in un’unica area, mentre ad inizio anni ‘90 fu riqualificata la palazzina distaccata delle ex presse, sul lato sud del comprensorio, diventano un centro fieristico-espositivo, denominato Lingotto Fiere, che ad oggi ospita diverse esposizioni di una certa rilevanza come il Salone internazionale del Libro, Salone del Gusto, Artissima – Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea – e molte altre. Suggestiva è La Bolla, un progetto di Renzo Piano del 1994: una sala riunioni semi-sferica e trasparente, attrezzata e panoramica da 25 posti, realizzata in acciaio e vetro-cristallo con vista sulle Alpi e sulla pista parabolica di collaudo.

Nel 2021 Lingotto Torino diventa il simbolo della rinascita green della città: il suo tetto iconico è stato trasformato nel giardino pensile più grande d’Europa. L’area, progettata dall’architetto Benedetto Camerana e nata sulla pista di collaudo situata in cima all’ex complesso industriale, ospita più di 40.000 piante appartenenti a 300 specie e varietà diverse. Insieme al nuovo giardino sospeso, denominato Pista 500, è stata inaugurata anche Casa 500, il nuovo spazio espositivo dedicato alla più amata icona della Fiat, parte del complesso museale della Pinacoteca Agnelli – inaugurata nel 2002 nel cui interno vi è una mostra d’arte permanente tratta dalla collezione privata della celebre famiglia – visitabile gratuitamente per i possessori della Torino Piemonte Card.

Giulia De Sanctis

 

L’economista Carlo Cottarelli ospite di Forte di Bard Incontri

Venerdì 11 agosto 2023, alle ore 21.00, l’economista Carlo Cottarelli sarà ospite della rassegna Forte di Bard Incontri per presentare il libro Chimere. Sogni e fallimenti dell’economia (Editore Feltrinelli). Cos’hanno in comune il sogno libertario delle criptovalute, quello tecnocratico dell’indipendenza delle banche centrali, la finanziarizzazione del sistema economico, l’abolizione della fatica attraverso la tecnologia, la globalizzazione e un mondo senza barriere, l’illusione della crescita infinita e l’idea che, tagliando le tasse ai ricchi, tutti staranno meglio? Sono sette grandi sogni immaginati e concretizzati da riformisti visionari, uomini e donne con la volontà di cambiare il mondo.

Carlo Cottarelli chiama quelle visioni “chimere” e le racconta spiegando qual è la consistenza dei sette sogni e qual è la posta in gioco del loro successo o fallimento. Sono questioni che riguardano noi e le generazioni future, perché dovremo affrontare il problema di una crescita compatibile con i vincoli ambientali, la necessità della stabilità monetaria, le conseguenze di un’eventuale deglobalizzazione.

In collaborazione con Libreria Mondadori, Ivrea.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.

prenotazioni@fortedibard.it

T. + 39 0125 833811

Pragelato, un marchio De.C.O per difendere, rilanciare e valorizzare i suoi prodotti

Così cresce e si rafforza l’identità culturale e produttiva di un territorio.
“Difendere e valorizzare i prodotti locali attraverso un ‘marchio’. È questa la decisione illustrata
oggi a Pragelato in una pubblica iniziativa che ha visto la presenza di molti produttori locali e di
tanti turisti accorsi. La scelta è finalizzata a salvaguardare e rilanciare le produzioni locali – dalle
patate alle fragole, dai formaggi al miele, dalle erbe romantiche alle verdure, dalla trasformazione
dei vari prodotti ai piatti tipici del territorio ai gofri – attraverso un ‘marchio’. Prodotti che sono il
frutto del lavoro nelle varie borgate pragelatesi e che rappresentano una specificità unica di questi
territori.
In sintesi, si tratta di un marchio De.C.O., finalizzato, appunto, al recupero della tradizione e della
stessa identità pragelatese attraverso il riconoscimento dei suoi prodotti e dei suoi piatti tipici.
Del resto, è ormai abbastanza evidente che l’identità di un territorio e di un comparto montano si
basano su alcuni caposaldi di fondo. E, per quanto riguarda Pragelato e i suoi dintorni, accanto
ad uno spiccato turismo estivo e invernale, alla storica vocazione sportiva legata allo sci di fondo
e alla antica tradizione paesaggistica e naturalistica, c’è indubbiamente la sua specificità eno
gastronomica. Un settore che però, d’ora in poi, sarà molto più sensibile alla difesa, alla
valorizzazione e al rilancio delle sue produzioni locali. Perchè solo attraverso questo metodo sarà
possibile legare l’identità di una comunità, la ricchezza del suo territorio e la commercializzazione
dei suoi prodotti nello stesso progetto. Un ‘marchio’, questo, che rappresenta un ulteriore tassello
dell’identità storica e culturale di Pragelato e del suo territorio”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato Consigliere Nazionale Anci
Paola Borra, Assessore Turismo Pragelato

Merlo e Vaglio: Turismo, dimenticanza delle ‘montagne olimpiche’

E del turismo montano piemontese.

 

“C’è una singolare ed originale dimenticanza nella promozione del turismo montano estivo da parte dei grandi organi di informazione: dalle reti televisive nazionali alla stragrande maggioranza della carta stampata. Una dimenticanza che, guarda caso, colpisce particolarmente le cosiddette ‘montagne olimpiche’ ma che coinvolge tutta le mete del turismo montano piemontese. E, specularmente, c’è – seppur giustamente e comprensibilmente – una grande esaltazione dell’offerta turistica di altre zone, a cominciare d quelle del nordest e di altre realtà italiane che non hanno nulla da invidiare al ricco ed articolato comprensorio del nord ovest. A partire da quello piemontese.

Ora, come ovvio e scontato, non si tratta di innescare una competizione, o un derby, tra i singoli territori del nostro paese ma di prendere atto, amaramente, che persiste una sottovalutazione delle potenzialità e della concreta offerta turistica di territori montani che rappresentano un fiore all’occhiello e un ‘valore aggiunto’ per l’intero comparto turistico del nostro paese. Una realtà che coinvolge il turismo invernale ma anche, e soprattutto, quello estivo.

Ecco perchè, questa eccessiva e persistente distrazione del sistema informativo e mediatico del nostro paese, non vorremmo che fosse un obiettivo che viene sapientemente pianificato e programmato e non una semplice e banale dimenticanza da parte di chi gestisce le leve del comando. Una preoccupazione, questa, che non può che impensierire la rete degli amministratori locali di questi territori e che, soprattutto, penalizza la concreta offerta turistica estiva ed invernale di questo immenso patrimonio naturalistico. Un grave danno per la nostra economia soprattutto e non solo, e di conseguenza, un modo alquanto singolare per non evidenziare la ricchezza e la bellezza dei nostri territori”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Roberto Vaglio, Sindaco Cesana Torinese.

In arrivo dalla Regione i “voucher digitalizzazione” per le imprese

 10 MILIONI DI EURO

 

Tronzano e Marnati “una misura per essere competitivi”

Promuovere la transizione digitale del sistema imprenditoriale: dopo il bando da 80 milioni di euro dei fondi FESR 21-27 per la digitalizzazione e l’efficientamento produttivo delle imprese, dalla Giunta via libera ad un’altra misura, che poggia su una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro, sempre sulla programmazione 21-27 dei Fondi Europei di Sviluppo Regionale, denominata “voucher digitalizzazione”.

La misura è dedicata principalmente alle micro e piccole imprese e ai liberi professionisti per supportarne gli investimenti nel campo della digitalizzazione, anche quelli di minor portata economica, ma allo stesso tempo necessari e strategici. Nella sostanza vengono concesse agevolazioni per la realizzazione di progetti che includano in particolare spese per acquisto di beni e servizi, nonché attività di consulenza e formazione.

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto, per un massimo di una quota variabile tra il 50 e il 70% in base alle dimensioni dell’impresa, delle spese ammissibili sostenute. Si tratta della quarta misura a valere sui fondi europei per la programmazione 21-27 messa a disposizione dalla Regione per le imprese piemontesi, e la seconda dedicata specificatamente alla digitalizzazione del sistema imprenditoriale su cui ovviamente si gioca una partita importante nel futuro sviluppo del nostro sistema.

Con queste risorse sia i professionisti che le micro e piccole imprese potranno, tra le altre cose, dotarsi di nuove dotazioni digitali di ultima generazione, sviluppare e-commerce e provvedere a sistemi di archiviazione in cloud. Il bando sarà attuato dal sistema camerale piemontese e sarà pubblicato nella seconda metà di settembre.

“Oggigiorno per essere competitivi imprese e liberi professionisti devono essere in grado di disporre di strumentazione adeguata che consenta loro di affrontare le sfide del mercato – afferma l’assessore alle attività produttive Andrea Tronzano. Una misura di questo genere sarà pertanto un sostegno utile e necessario per competere ad alti livelli e fare in modo che la qualità e la specificità dell’inventiva piemontese possa ancora di più emergere”.

“Con questa ulteriore misura – commenta l’assessore regionale all’Innovazione, Matteo Marnati – prosegue la nostra strategia per supportare tutte le imprese del territorio ed accompagnarle nel percorso della trasformazione digitale che, insieme alla transizione ecologica, rappresenta una delle grandi sfide. Un’opportunità anche per le realtà imprenditoriali più piccole e per i liberi professionisti che così potranno avere un supporto concreto per aumentare la propria competitività sul mercato e migliorare il livello dei servizi forniti”

Residenze fittizie in montagna, Uncem: “grave danno”

“Le residenze fittizie per non pagare imposte, come l’Imu sulla seconda casa in località turistiche montane e marine, sono un grave danno per tutti, per il sistema montagna e per il sistema Italia. Risiedo dove non vivo, e così pago meno. Marito in città, moglie o figlio residente in montagna. Una pratica diffusa e dannosa. Sono un danno di milioni di euro per i Comuni, che stanno rafforzando, intensificando i controlli. È un gettito altissimo che andrebbe nelle casse comunali e che invece sfugge per mistificazioni e truffe sulla reale residenza. Nella delega fiscale si dovevano trovare soluzioni contro questa pratica. Il Governo e il Parlamento mettano ora regole più dure per evitare che le residenze fittizie danneggino fisco ed Enti locali”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Oltre il danno, la beffa: qualcuno apre ai cinghiali i varchi

CANAVESE. CHI HA SQUARCIATO LE RETI DI PROTEZIONE?

Cia Agricoltori delle Alpi denuncia gli episodi di “vandalismo” e invoca giustizia

 

Gli agricoltori mostrano indignati e arrabbiati i numerosi squarci aperti a colpi di tronchese nelle reti elettrosaldate poste a protezione delle loro coltivazioni lungo la Dora, tra Ivrea, Montalto Dora e Borgofranco. Non c’è dubbio che si tratta di atti praticati con l’intento di fare danno, in modo da consentire ai cinghiali nella boscaglia attigua al fiume di raggiungere i campi di mais al di là della rete e banchettare a spese dei coltivatori.

Tanti sospetti, ma nessuna certezza sui responsabili di queste azioni “vandaliche”.

Cia Agricoltori delle Alpi è stata sul posto con il suo presidente Stefano Rossotto e il responsabile dell’Area di Ivrea-Caluso Fabio Bottino per denunciare quanto è accaduto: «Episodi di questo genere sono inqualificabili – accusa il presidente Rossotto -, confidiamo che le autorità possano quanto prima rendere giustizia agli agricoltori, che non solo devono difendersi dai cinghiali, ma anche dai vandali. E’ una situazione assurda e intollerabile, bisogna unire le forze e pretendere che il lavoro e la dignità degli agricoltori vengano rispettati».

L’iniziativa di recintare i campi con la rete elettrosaldata è stata assunta dai proprietari dei fondi coltivati, i quali hanno tirato fuori di tasca propria oltre dodicimila euro solo per l’acquisto del materiale, senza contare il lavoro di posa in opera della recinzione, lunga più di tre chilometri. Un lavoro fatto bene, con palinature robuste, fissaggio a terra della rete e cancelli in corrispondenza degli attraversamenti di campagna.

«Tutto inutile – commentano rassegnati gli agricoltori, mentre mostrano le devastazioni provocate dai cinghiali nei campi di mais -, gli “strappi” nella rete sono una manna per gli ungulati, che così possono introdursi facilmente nei campi, facendo man bassa delle pannocchie migliori e rivoltando il terreno da cima a fondo. Possiamo escludere con certezza che si tratti di “dispetti” tra agricoltori. Qui siamo tutti uniti e tutti abbiamo contribuito a pagare e montare la rete. Nessuno di noi ha interesse a favorire la proliferazione dei cinghiali, bisogna farsi delle domande e darsi delle risposte, non è difficile, ma non tocca a noi condurre indagini e punire i colpevoli».

Sul piano economico, oltre al danno alle coltivazioni, per gli agricoltori si aggiunge la beffa delle spese per la recinzione divelta.