E' impossibile non notare il magnifico organo. Con più di 8.000 canne e più di cento registri è il più grande di Francia

Saint- Eustache, chiesa “magnifica e trascurata” nel ventre di Parigi

Lungo il viale deserto, nel profondo silenzio della notte, i carri degli ortolani, diretti verso Parigi, percuotevano con l’eco dei loro monotoni scossoni, a destra e a sinistra, le facciate della case immerse nel sonno dietro i filari confusi degli olmi. Un carro di cavoli e un altro di piselli si erano riuniti sul ponte di Neully ad otto carri di rape e di carote calati da Nanterre; ed i cavalli procedevano a testa bassa, con andatura pigra e uguale rallentata dalla fatica della salita. Su in alto, sdraiati bocconi, sul carico dei legumi, sonnecchiavano i carrettieri coi loro mantelli a righe nere e grigie, le redini arrotolate al polsi..”. Così inizia Le ventre de Paris (Il ventre di Parigi) che Émile Zola pubblicò nel 1873, ambientando il racconto a Les Halles , i vecchi mercati generali dove venivano venduti all’ingrosso i prodotti alimentari freschi. Un mondo incredibile, carico di odori e colori che si è trasformato nei secoli, fino ai nostri giorni. Oggi  dove sorgevano i padiglioni ottocenteschi in ferro battuto ( “un gigantesco ventre di metallo, inchiavardato, saldato, fatto di legno, vetro e ferro”) c’è la Canopée, megastruttura di vetro e acciaio, dal tetto ondulato aperto verso ovest, che sovrasta il Forum des Halles, secondo centro commerciale di Francia. Siamo  nel primo arrondissement, il centro del centro di Parigi dove tutto è cambiato, stravolgendo quello che era il “ventre” della città. L’unica a restare immutata e impassibile davanti al turbinio delle trasformazioni è la chiesa di Saint-Eustache, una delle più grandi e famose di Parigi, costruita per volere di Francesco I di Francia tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600. Varcata la soglia è l’imponenza delle cinque navate ad ammutolire; si resta senza fiato percorrendo l’interno maestoso di questo luogo di culto dove lo stile tardo gotico è di quelli  “flamboyant”, fiammeggianti, accompagnato da decorazionirinascimentali. “Chiesa magnifica e trascurata”, scrive Corrado Augias ne “I segreti di Parigi”. Eppure l’église Saint-Eustache  contiene importanti opere d’arte antiche e come una delle più celebri tele di Rubens, i “Discepoli di Emmaus” del 1611, varie opere di artisti italiani  ( Santi di Tito, Rutilio Manetti , Luca Giordano) e vi sono sepolti personaggi illustri come Jean-Baptiste Colbert, madame de Pompadour e Anna Maria Pertl, madre di Wolfgang Amadeus Mozart. Sotto le volte di Sant’Eustachio furono battezzati Molière, il cardinale Richelieu e Jeanne-Antoinette Poisson, futura marchesa di Pompadour; Luigi XIV, il Re Sole, ricevette la sua prima comunione mentre vi si sposò il compositore Jean-Baptiste Lully. Nella chiesa si svolsero i funerali di Mirabeau e La Fontaine, Franz Liszt  asistette all’esecuzione della sua Messa solenne mentre Hector Berlioz diresse per la prima volta il suo Te Deum. Visitando la chiesa è impossibile non notare il magnifico organo. Con più di 8.000 canne e più di cento registri è il più grande di Francia, superando gli strumenti storici della cattedrale di Notre Dame de Paris e della chiesa del Saint-Suplice. E se Enrico di Navarra abiurò il calvinismo per il cattolicesimo pur di conquistare Parigi dove fu incoronato re nel 1594, affermando che “Parigi val bene una messa”, si può ben dire che vale altrettanto la pena assistere ad una messa accompagnata dalle note dell’organo di questa splendida chiesa di Saint- Eustache.

Marco Travaglini