CULTURA- Pagina 87

I luoghi ricchi di armonia da scoprire a Torino

L’armonia può essere ricercata dovunque, non solo nelle melodie e nei suoni. Si può ritrovare nella perfetta combinazione di alcuni elementi che seppur diversi, nelle loro precise proporzioni e nell’accordo unico delle loro sfumature di forma e colore hanno la capacità di generare una piacevole sensazione di equilibrio.

E di questa stessa incantevole percezione di perfezione ci si può trovar investiti in determinati luoghi della città. Ecco quali sono i luoghi più ricchi di armonia, pace e bellezza racchiusi nella città di Torino.

Parco Europa e Cavoretto – Via Nuova

Il parco Europa chiamato anche “Parco di Cavoretto” è un parco che si trova sulla collina di Torino nel delizioso borgo omonimo situato nella circoscrizione 8. Per raggiungerlo si può imboccare una delle avvincenti stradine in pendenza situate alla destra di Corso Moncalieri e scoprire Piazzetta Freguglia, cuore del borgo di Cavoretto per poi proseguire sulla strada che conduce all’ingresso ufficiale del parco, la quale, è da sottolineare non è priva di qualche entusiasmante tornante.

Giunti al Parco Europa, questa splendida area verde a circa 370 metri di altezza, si può subito ammirare dal suo belvedere una vista speciale su Torino, ma anche passeggiare nei deliziosi vialetti circondati da pini, platani e cipressi, soffermarsi in una delle panchine presenti, alcune baciate dal sole e altre nascoste sotto le fronde degli alberi ed infine lasciarsi avvolgere dall’armonia del bello che questa terrazza panoramica così amata dai torinesi è capace di regalare a tutti i suoi visitatori.

 

Mausoleo della Bela Rosin – Strada Castello di Mirafiori 148/7

Un imponente e austero edificio neoclassico circondato dal verde sorge in uno dei quartieri periferici di Torino. Si tratta del Mausoleo della Bela Rosin. Non tutti sanno della sua presenza e soprattutto non tutti sanno che questo Mausoleo ha una storia avvincente.

Innanzitutto è la copia, anche se in versione ridotta, del più noto Pantheon di Roma ed è stato intitolato alla “Bela Rosin” ovvero Rosa Vercellana, contessa di Mirafiori e Fontanafredda e moglie di Vittorio Emanuele II.

Questo affascinante luogo si apre proprio come una luccicante perla all’interno di una conchiglia: al suo interno il visitatore può rimanere rapito dall’armonia delle forme architetture, dal perfetto dualismo che mette in una relazione perfetta e duratura un solenne edificio con la quieta e verdeggiante vegetazione che lo circonda e dal senso di pace e quiete che si può respirare passeggiando al suo interno.

Murazzi del Po – Corso Cairoli / Lungo Po Armando Diaz / Lungo Po Luigi Cadorna

C’è un punto un po’ speciale a Torino dove il suolo sabaudo si avvicina all’altro grande elemento della città: l’acqua. Questo punto si è trasformato anche in uno dei simboli della città: i Murazzi del Po.

Queste antiche arcate e rimesse per le barche che costeggiano il grande fiume sulla sponda ovest sono nate nei secoli scorsi per preservare la città dalle piene del fiume. Da allora ne è passata molta di acqua “sotto i ponti” e questa zona dopo esser stata per decenni – sperando anche che possa ritornare ad esserlo – la meta preferita dei torinesi nelle serate del week end grazie a vivaci locali notturni (Il “Giancarlo dei Murazzi” è stato uno dei luoghi iconici della Torino anni 90) possiede ancora oggi un fascino unico.

Questa lunga passeggiata che costeggia il Po a Torino è uno dei luoghi più ricchi di armonia di Torino, capace di regalare un bellissimo scorcio da cartolina della città e snocciolare ad ogni passo ai torinesi che la scelgono come luogo per una passeggiata a piedi o in bicicletta o per una corsa serenità e quiete.

Recentemente il tratto dei Murazzi del Po che dal Ponte Vittorio Emanuele I raggiunge Ponte Regina Margherita è stato intitolato al cantautore torinese Ferdinando “Fred” Buscaglione mentre il tratto precedente il Ponte Vittorio, dove tra l’altro fino a pochi anni fa erano ormeggiate i due battelli Valentino e Valentino è dedicato al torinese Gipo Farassino.

Giardino Roccioso – Parco del Valentino

Chi entra per la prima volta all’interno del Giardino Roccioso di Torino potrebbe avere per un attimo un senso di smarrimento pensando di trovarsi anziché nella città sabauda in qualche delizioso angolo del Giappone, invece si trova proprio a Torino, all’interno dell’orgoglioso polmone verde che contraddistingue questa città, ovvero il Parco del Valentino.

Suggestivi giochi d’acqua, incantevoli ruscelli, piccole stradine, graziose aiuole in fiore, piante autoctone ed esotiche disseminate lungo i sentieri e anche la romantica panchina degli innamorati con due lampioni seduti e abbracciati creati dal giardiniere-artista Rodolfo Marasciuolo. Il Giardino roccioso è pura oasi di bellezza, pace e armonia a Torino.

Questo angolo di meraviglia e delizia si trova a pochi passi dal Borgo Medievale e dal Castello del Valentino ed è l’ideale per passeggiare curative e rilassanti.

 

Ex Cimitero di San Pietro in Vincoli – Via San Pietro in vincoli 28

C’è un ex cimitero nel quartiere Aurora di Torino capace di racchiudere un angolo di magia avvolgendosi anche in un alone di mistero. Si tratta dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, il primo cimitero di Torino edificato fuori dalle mura cittadine nel 1777. Dopo esser stato chiuso al pubblico per anni il cimitero negli anni 80 è stato ristrutturato ed oggi è utilizzato come interessante sede di eventi culturali e rassegne teatrali.

Una curiosa storia coinvolge questo spazio dall’architettura neoclassica. All’ingresso del cimitero fino a poco tempo fa c’era una statua di stile neoclassico denominata “La morte velata” raffigurante la principessa russa Varvara Belosel’skij che fu la moglie dell’ambasciatore russo presso la corte sabauda. La storia narra che la principessa si trovava nella città di Torino nel lontano 1792 quando una malattia mese fine alla sua giovane vita. E da allora circola la leggenda che proprio il fantasma della principessa passeggi intorno al cimitero nelle notti di luna piena.

Un luogo leggendario quindi questo ex cimitero torinese intriso di storie antiche ed avvincenti che si lasciano ascoltare solo da chi vuole e sa avvicinare l’orecchio alla curiosità.

Rossella Carluccio

Scrivere per il cinema alla Scuola Holden

Venerdì 29 aprile, dalle 14 alle 19, alla Scuola Holden verranno presentati 22 progetti di lungometraggi, serie TV, animazione seriale e format televisivi a un panel di 50 professionisti provenienti da realtà importanti come Cattleya, Endemol, Rai,Indiana Production, LaEffe TV, Lucky Red, RAI, Sky Tv, Studio Bozzetto, Tempesta Film, Torino Piemonte Film Commission, Asifa Italia. Al termine di ogni sessione, ci saranno anche dei meeting one to one per approfondire la discussione.dei vari settori. La giornata sarà la conclusione di quattro Training Camp, percorsi di formazione della durata di sei mesi, in cui i partecipanti vengono affiancati da sceneggiatori e autori professionisti per portare a termine lo sviluppo dei loro progetti personali.

 

Nelle precedenti edizioni dei Training Camp dedicati ai progetti audiovisivi è già accaduto che i partecipanti abbiano vinto premi e riconoscimenti importanti con i progetti che hanno sviluppato durante il percorso: per le serie di animazione, Andrea Mannino ha vinto il 3° premio al concorso “Pitch me!” di Cartoons on the Bay 2021 con Terra in vista, mentre Elisa De Fazio è arrivata in finale per la stessa categoria con Space Bone. Inoltre, due progetti che verranno presentati il 29 aprile a Scuola sono già stati selezionati da Cartoons on the Bay 2022, sempre all’interno degli 11 progetti della sezione “Pitch me!”: si tratta di School of Pasta di Bianca Frasoldati e The Seneca Effect di Gloria Savino.

Tra i partecipanti al Training Camp di sceneggiatura per Serie Tv, Primavera Contu è arrivata finalista al Premio Solinas Experimenta Serie 2021 con Dope!; Patrizia Dellea è tra le autrici di Christian, serie prodotta da Lucky Red per Sky nel 2021; Chiara Zago ha vinto il Premio Solinas Experimenta Serie 2020 con Post Partum.

L’evento è aperto al pubblico.

L’attualità delle parole di Giorgio Gaber e la svolta del suo “teatro canzone”

Ci sono testi di autori che, anche se gli anni passano, rimangono miracolosamente attuali, come le parole finali di una bella canzone intitolata “Il grido” di Giorgio Gaber, “C’è  nell’aria un’energia che non si sblocca […]”

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L’attualità delle parole di Giorgio Gaber e la svolta del suo “teatro canzone”, di Mara Martellotta

Il diario “adulto” di Enrico Vanzina: 11 anni di vita italiana

Fra i volumi più letti, nel corso dei secoli, i diari occupano un posto significativo.

Sono diari, tutto sommato, le “Confessioni” di Sant’Agostino ed i “Saggi” di Montaigne, due dei libri più studiati ed amati di sempre, i “ Memoires” di Giacomo Casanova, il Diario dei fratelli Goncourt, testo imprescindibile per comprendere la controversa Francia ottocentesca, la raffinata ed estetizzante “À la recherche du temps perdu” di Marcel Proust.

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Il diario “adulto” di Enrico Vanzina: 11 anni di vita italiana

 

Inaugurazione oggi in Duomo del Crocifisso Sindonico

Si inaugura oggi 26 aprile alle 17.30 in Duomo, a Torino, in piazza San Giovanni, il “Crocifisso sindonico”, opera dell’artista non vedente Andrea Bianco. Con lui, a guidare i visitatori, sarà anche la studiosa della Sindone Emanuela Marinelli. Illustreranno l’opera e i suoi rapporti con il Santo Sudario, che è custodito a pochi passi dall’altare, in cui è posizionata la croce.
L’opera, donata al Museo Diocesano, rimarrà in Duomo per tutto il Tempo Pasquale, fino alla solennità della Pentecoste, per venire poi esposta nel Museo sottostante, nell’area dedicata alla Santa Sindone.

Mara Martellotta

Il riscatto del turismo culturale fa volare le visite ai musei torinesi nel weekend del 25 Aprile

Con circa 15 mila visitatori negli ultimi tre giorni, continua la grande affluenza di cittadini e turisti che anche per il ponte del 25 aprile hanno scelto di passare qualche ora tra le bellezze e la ricca offerta culturale dei Musei Reali.

Nello specifico, sono stati infatti 10684 gli ingressi ai Musei Reali mentre in 1300 hanno scelto di visitare A tu per tu con Leonardo, la mostra che racconta e documenta l’attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all’anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo.

Continua inoltre l’enorme successo della mostra Vivian Maier Inedita, su una delle più affascinanti esponenti della street photography, che ha registrato circa 3 mila ingressi in questo lungo weekend.

Sono 7.647 le persone che hanno visitato, invece,  le collezioni permanenti e le mostre in corso della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, del MAO Museo d’Arte Orientale e di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

In particolare, 3590 persone hanno visitato Palazzo Madama, 2953 il MAO e 1104 la GAM.

Ricordiamo le mostre in corso:

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna

UNA COLLEZIONE SENZA CONFINI. Arte internazionale dal 1990 –  fino al 25 settembre 2022

CARLO LEVI. Viaggio in Italia: luoghi e volti –  9 febbraio – 8 maggio 2022
VINCENZO AGNETTI (In VideotecaGAM) – 22 febbraio –  12 giugno 2022

MAO Museo d’Arte Orientale

KAKEMONO. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino

12 novembre 2021 – 25 Aprile 2022

CREDERE CON IL CORPO NEL SUD-EST ASIATICO. Esposizione fotografica a cura di Eva Rapoport

27 novembre 2021 – 1 maggio 2022

ROTAZIONE | La veste del Buddha. Preziosi kesa giapponesi dalle collezioni del MAO

28 marzo – 29 settembre 2022

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

INVITO A POMPEI – 8 aprile – 29 agosto 2022

La rinascita e la riscossa dell’Esercito Italiano in mostra al “Mastio della Cittadella” a Torino

“1943-1945. Dai Gruppi di Combattimento al nuovo Esercito Italiano”

Fino al 1° maggio

Mostra assolutamente doverosa, a cavallo di quel 25 aprileFesta Nazionale della Liberazione, che dopo circa ottant’anni, ancora non è riuscita (con l’indispensabile neutralità critica) a mettere in piena luce il ruolo determinante del “Regio Esercito” ai fini della Liberazione dell’Italia a fianco delle Armate anglo-americane. Organizzata dall’“ANARTI-Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia” in collaborazione con il “Museo Storico Nazionale d’Artiglieria”, la rassegna “1943-1945. Dai Gruppi di Combattimento al nuovo Esercito Italiano” vuole essere un racconto per immagini, testi, curiosità varie e reperti d’epoca di un importante capitolo della nostra Storia, dal 25 luglio 1943 al maggio 1945, per il quale ancora manca una valutazione storica corretta rispetto al generoso impegno delle nostre Forze Armate che, dopo l’Armistizio di Badoglio dell’8 settembre e per 19 lunghi mesi di guerra, diedero prova di grande coraggio e amor patrio “da protagonisti e non da gregari” combattendo a fianco degli Alleati contro i tedeschi fino alla Liberazione del Paese. Inaugurata il 22 aprile scorso (relatori gli storici Gianni Oliva e Pier Franco Quaglieni), la mostra è ospitata, fino alla prossima domenica 1° maggio, presso il “Mastio della Cittadella” di corso Galileo Ferraris ed è curata dal giornalista Pier Carlo Sommo. Dall’armistizio badogliano fino al contributo delle Forze Armate alle formazioni partigiane e a quello prestato dai soldati prigionieri negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, l’iter espositivo racconta di guerre, di sacrifici umani e atti eroici, spesso ancora oggi trascurati e molto poco conosciuti. Oltre ai significativi fatti – si è sottolineato – della difesa di Roma e di Cefalonia, ve ne furono molti altri, in Italia e all’estero, che sono stati dimenticati, come la cacciata dei tedeschi dalla Corsica rivendicata dai francesi, nonostante il loro ruolo marginale”“L’8 settembre 1943 fu una tragedia nazionale– hanno ribadito i relatori – ma anche, e principalmente, un punto di svolta in una situazione bellico – politica disastrosa che, per l’Italia, proseguendo invariata, avrebbe portato ad un disastro materiale e istituzionale totale come quello poi subito nel 1945 da Germania e Giappone”. E ancora: “Molto si è discusso sul trasferimento del Re e del governo a Brindisi. È doveroso dire che sul piano politico fu una scelta corretta, in quanto preservare l’operatività del governo legittimo era politicamente giusto, ma il tutto fu fatto in modo maldestro, senza coordinamento né nel lasciare Roma né nell’insediarsi a Brindisi. Il principe ereditario Umberto con coraggio personale e consapevolezza delle proprie responsabilità istituzionali richiese al padre di lasciarlo a Roma per organizzare la resistenza. Vanamente. Questo fatto lese la sua immagine poi spesso collegata a eventi negativi che fu costretto a subire, nonostante il suo coraggioso impegno con l’Esercito che risalì la penisola”. E le immagini raccolte al “Mastio” ben testimoniano lo sforzo incredibile dei soldati italiani nella Campagna d’Italia, a Montelungo, a Monte Marrone, a Filottrano o lungo la “Linea Gustav” (o Linea Invernale”), organizzati – proprio per  il loro coraggio – in sei “Gruppi di Combattimento” attrezzati con armi e divise inglesi e in otto “Divisioni Ausiliarie” e tre di “Sicurezza Interna”, che divennero – con ingenti tributi umani- essenziali quando sette Divisioni (tre statunitensi e quattro francesi) furono rimosse dalla penisola per partecipare, il 15 agosto del ’44, allo sbarco nella Francia meridionale. Di rilievo anche la partecipazione dei militari nelle missioni speciali nel Nord Italia. Circa 80mila militari operarono nelle unità partigiane. In totale furono oltre 500mila i militari di tutte le armi e gradi che parteciparono alla Lotta di Liberazione. “Al termine della guerra – ricorda Pier Carlo Sommo – quel rinnovato ‘Regio Esercito’ fu il nucleo fondante dell’ ‘Esercito Italiano’ che abbiamo oggi”“La Guerra di Liberazione fu un momento di aggregazione intorno al ricostituito Esercito e riflettere sul sacrificio dei soldati che combatterono per la libertà del Paese con risorse limitate ed un futuro di incognite ha da essere oggi di stimolo a operare con tenacia e al meglio per il bene del Paese”. Così insegna la Storia. La Buona Storia. Spesso inarrivabile alle ottuse orecchie del Potere. A ingresso libero, la mostra ospiterà sabato prossimo 30 aprile un dibattito finale tenuto dallo storico Aldo Alessandro Mola e dai generali Giorgio Blais e Antonio Zerrillo.

Gianni Milani

“1943-1945. Dai Gruppi di Combattimento al nuovo Esercito Italiano”

Mastio della Cittadella, corso Galileo Ferraris 0, Torino, tel. 011/8170560 o www.anartitorino.blogspot.com

Fino al 1° maggio

Orari: ingresso libero dalle 14 alle 19

Nelle foto:

–       Figuranti in divise storiche con Pier Carlo Sommo, curatore della mostra

–       Montelungo:artiglieri e trattori XI Reggimento

–       Presenzano: il Principe di Piemonte in visita alla 210^ divisione

–       Maggio 1944: Linea Gustav, i marinai del Battaglione Bafile

Beppe Fenoglio e il suo legame con il Monferrato

 NELL’INCONTRO CHE SI E’ SVOLTO SABATO A CERRINA

 

La lunga storia di una breve vita (morì a soli 41 anni ed il successo per lui arrivò postumo) è stata al centro di un incontro ‘Beppe Fenoglio – Letteratura, storia e Monferrato’ che si è tenuto sabato nel salone parrocchiale di Cerrina nell’ambito della rassegna itinerante dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, con l’organizzazione del circolo I Marchesi del Monferrato ed il supporto del Comune di Cerrina e il patrocinio del Centro studi Beppe Fenoglio. Dopo l’introduzione del sindaco di Cerrina, Marco Cornaglia, del consigliere delegato alla cultura dell’Unione, Massimo Iaretti e del presidente del circolo I Marchesi del Monferrato Emiliana Conti (che ha fortemente voluto l’appuntamento), la ‘palla’ è passata al relatore, l’avvocato Sergio Favretto, autore di ‘Fenoglio verso il 25 aprile. Narrato e vissuto in Ur Partigiano Johnny’ libro edito nel 2015 per Falsopiano. Il relatore, ha evidenziato il ruolo che ebbe Fenoglio anche nella lotta di Liberazione in Monferrato, pur essendo quasi sempre conosciuto come un autore legato alla Langhe. In particolare nel libro ‘Ur Partigiano Johnny’, scritto in inglese, Favretto ha spiegato che sulle novanta pagine una cinquantina almeno di rifanno proprio al Monferrato. L’incontro è stato arricchito da testi letti, con notevole partecipazione, da Fulvia Maldini che letteralmente ‘affrescano personaggi come la partigiana Dea, il comandante  Tek Tek, la Banda Lenti e luoghi come Moncalvo o il fotografo dei partigiani, tutti fortemente aderenti a realtà di vita (e di guerra) vissute in prima persona dall’autore. In particolare è emerso, come ha detto Favretto ‘prima di tutto il ritratto di un uomo, un uomo che aveva fatto una scelta, e che sapeva da che parte stava la ragione’. Poi l’autore ha dialogato con il pubblico, moderato dal consigliere Iaretti. Erano presenti oltre al sindaco di Cerrina, quelli di Gabiano, Domenico Priora, e di Villadeati, Angelo Ferro, oltre al dirigente scolastico dell’Istituto Balbo di Casale Monferrato, Riccardo Calvo.

Il giorno di Shakespeare, il grande Bardo

Il 23 aprile è una data che potrebbe definirsi il “giorno del grande Bardo”. In quel giorno del 1564, nacque William Shakespeare e, nel medesimo giorno, cinquantadue anni più tardi, morì ( correva l’anno 1616) lasciandoci eredi di opere indimenticabili che lo immortalarono come uno dei più illustri drammaturghi e poeti d’ogni tempo.

Tutto accadde, l’inizio e la fine della vita del più grande bardo della Gran Bretagna,  nello stesso paese a nord-ovest di Londra, Stratford-upon-Avon. Ad essere sinceri sui suoi dati biografici c’è parecchia incertezza. Addirittura, il periodo successivo al matrimonio con Anne Hathaway (da cui ebbe tre figli: Susannah e due gemelli, Hamnet e Judith) viene definito dagli studiosi con il termine  “lost years”, gli “anni perduti”, per l’assenza di documenti certi sulla sua vita. Resta il fatto che il suo nome cominciò ad essere popolare in ambito teatrale verso la fine del Cinquecento, periodo a cui risalgono anche i primi poemi come  Venere e Adone e Il ratto di Lucrezia, e l’inizio dei Sonetti. La fama che lo ha fatto conoscere in ogni angolo del mondo è legata all’ampia produzione teatrale che conta circa 11 tragedie, 16 commedie e 10 drammi storici, pubblicate tutte nell’arco di un ventennio. Capolavori senza tempo, tradotti in tutte le lingue, assolutamente straordinari e ricchi di fascino al punto da rappresentare una parte fondamentale del repertorio classico universale: dal dramma storico Enrico VI (1588) alla commedia Sogno di una notte di mezza estate (1595), passando per le famose tragedie di Romeo e Giulietta (1594-1596), Amleto (1600-1602) e Otello (1604). Per non parlare poi  del Giulio Cesare o di Macbeth e la Tempesta. Shakespeare  contribuì, con le sue espressioni linguistiche entrate a far parte dell’inglese quotidiano, a innovare la lingua del paese su cui sventola l’Union Jack. Ma, a parte ciò che fece per la sua madrepatria, è il lascito culturale che ha arricchito la storia del mondo la sua enorme eredità che viene rappresentata con le opere in tutti i teatri e nei libri che vengono letti da milioni di appassionati “fans” del grande Bardo.

Marco Travaglini

Un ciliegio per Beppe. Anche a Torino

 

Non solo Alba e Langhe. Torino si inserisce nell’agenda delle celebrazioni per il Centenario della nascita dello scrittore-partigiano Beppe Fenoglio

Sabato 23 e mercoledì 27 aprile

Studente alla Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, l’8 settembre del ’43, all’atto dell’armistizio di Badoglio, Beppe Fenoglio (Alba, 1922 – Torino, 1963) si trovava a Roma come allievo ufficiale dell’esercito. Tornato, con un viaggio avventuroso ad Alba, sua città natale, si unì alle “Formazioni Partigiane Autonome” di Enrico Martini Mauri, assumendo il ruolo di ufficiale di collegamento e partecipando con coraggio alla guerra di Liberazione nelle Langhe. Il 10 ottobre del ’44 fu fra i partigiani che entrarono in Alba, proclamando una “repubblica antifascista” che durò 23 giorni. Fervente partigiano fino alla Liberazione, scrittore-partigiano, autore di libri e racconti in gran parte ispirati proprio alla Resistenza: a lui è dedicata una fitta programmazione di eventi, “Beppe Fenoglio 22”, organizzata dal “Centro Studi Beppe Fenoglio” di Alba, atta a celebrarne, per tutto l’anno, il Centenario dalla nascita. Palcoscenico naturale della maggior parte delle manifestazioni, ovviamente, la sua città e le Terre di Langa. Ma non solo. Anche Torino si unisce alla macchina celebrativa, con alcune iniziative che cadono a pennello nei giorni ormai prossimi al 25 aprile e dedicati all’Anniversario della Liberazione. Due, nello specifico, gli appuntamenti subalpini. Si inizia sabato 23 aprile prossimo, data in cui l’“ANPI Torino” dedicherà a Fenoglio la piantumazione di un ciliegio al Parco del Valentino, nei pressi di “Torino Esposizioni”, alle ore 11. Un gesto simbolico, di alto valore etico e culturale, “per noi – commentano dal “Centro Studi” di Alba – un segnale che Fenoglio non è uno scrittore solamente albese, ma che le sue parole, così attuali in questi giorni drammatici, sono un patrimonio di tutti. Questo ciliegio, che ci ricorda ‘Una questione privata’, ci dice in fondo che la memoria di Fenoglio è la questione privata di tanti fra noi”. E a commemorare la figura di Fenoglio partigiano si rivolge anche l’idea dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza “Giorgio Agosti” che– insieme ad “Anpi” sezione di Alba Bra Langhe e Roero, “Associazione Colle della Resistenza”“Associazione Volontari della libertà del Piemonte”, “Istituto storico della Resistenza in provincia di Cuneo”, “Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà” e “Fondazione Circolo dei Lettori” – organizza per mercoledì 27 aprile al “Polo del 900” di Torino (corso Valdocco,4) un pomeriggio di studio dalle 15 alle 18,30. In programma “una riflessione – dicono gli organizzatori – incentrata sulla partecipazione dello scrittore alla Resistenza, sull’importanza della sua opera nella riflessione storiografica e sulla sua ricezione nel dibattito pubblico”. I lavori saranno coordinati da Chiara Colombini, storica e ricercatrice presso l’“Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea”. Ad Alba, intanto, proseguono a tutto spiano gli eventi già sulla carta. Organizzata ad hoc per il 25 aprile e per chi vorrà ripercorrere i passi del partigiano Beppe, alle 9.45 da Manera di Benevello parte l’escursione organizzata dal “Centro Studi” La Primavera sul sentiero di Johnny”. Il percorso, di circa 14 chilometri, tocca numerosi punti di grande interesse letterario dove si intrecciano le vicende della Resistenza e della vita contadina della “Malora”, realisticamente narrate dallo scrittore. Luoghi come il Rittano, il Pilone del Chiarle, il Boscasso, la chiesetta di Sant’Elena a picco sulla Valle Belbo “come una vedetta paziente”, San Bovo di Castino, il Pavaglione, sono diventati per altro luoghi di un mito, fra narrazione e realtà storica. Prenotazione obbligatoria sul sito www.terrealte.cn.it o al numero telefonico 339/6575703 o ancora info@terrealte.cn.it
Alle 10 a Valdivilla, il Comune di Santo Stefano Belbo deporrà una corona a memoria della “II Divisione Langhe”. Sempre alle 10, per chi vuole restare in Alba, il programma prevede l’edizione del 25 aprile del percorso Tra le righe di Fenoglio”: una speciale visita dei luoghi dello scrittore partendo da piazza Rossetti per tornare in piazza Risorgimento per le 11, per un momento di “celebrazione pubblica”, con i vertici della Città di Alba, l’“ANPI” e il “Centro Studi Beppe Fenoglio”.
La tradizionale Passeggiata Resistente” della “Fondazione Mirafiore” si svolgerà, eccezionalmente, al pomeriggio con partenza  alle 15 dal “Garden del Lago” a  Serralunga d’Alba. Camminando nel “Bosco dei Pensieri” si parteciperà a gruppi di lettura guidati da Oscar Farinetti, Antonio Armano e Paola Farinetti. Iscrizione obbligatoria su www.fondazionemirafiore.it La lunga giornata si concluderà a Treiso alle 20 con la Fiaccolata Antifascista” per commemorare i partigiani delle Langhe caduti per la Libertà. Calendario completo degli appuntamenti, in continuo divenire, su www.beppefenoglio22.it

g.m.