AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
21 – 27 luglio 2023
VENERDI 21 LUGLIO
Venerdì 21 luglio ore 16.30
VITA, CIBO E DIVERTIMENTO A BISANZIO
Palazzo Madama – visita guidata tematica
La mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario allestita a Palazzo Madama non consente soltanto ammirare sculture, mosaici, oggetti e monete, ma offre l’opportunità di indagare la vita, le abitudini e le peculiarità di una civiltà a noi meno nota. Imperatori, aristocrazia e clero sono le gerarchie meglio conosciute, ma è sicuramente interessante scoprire la vita quotidiana di quella società. Quali erano le fiere di strada e di piazza che animavano città e vie? Quali spettacoli si allestivano nell’ippodromo? E ancora, quali cibi, interessi e abitudini condividevano?
La visita tematica proposta avvicina a quel mondo e offre interessanti approfondimenti.
Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com
MERCOLEDI 26 LUGLIO
Mercoledì 26 luglio ore 17
NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA
MAO – attività per famiglie
L’attività prende avvio dalla visita della nuova mostra Metalli sovrani. Le incisioni e gli sbalzi presenti sui preziosi oggetti esposti provenienti da The Aron Collection saranno lo spunto per l’attività di laboratorio, che prevede la realizzazione di lastrine di rame decorate con la tecnica a sbalzo.
Prenotazione obbligatoria: 011-4436927 – maodidattica@fondazionetorinomusei.it
Costo laboratorio €7 a bambino; adulti ingresso ridotto alle collezioni permanenti.
Mercoledì 26 luglio ore 19
ARUSHI JAIN. Elettronica contemporanea e classici raga indostani amalgamati in un’armonia perfetta.
MAO – concerto nell’ambito del public program di Buddha10 Reloaded
Arushi Jain è cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente DIY di una tradizione secolare. Le sue composizioni infatti si ispirano ai raga classici indostani, esplorati però tramite una lente ed un’estetica contemporanee e molto attuali.
Jain è cresciuta a Delhi, dove è stata esposta alla musica classica indiana e alla musica tradizionale locale sin dalla giovane età. Successivamente si è trasferita in California per studiare informatica alla Stanford University, dove è stata introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA).
La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichiraga dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella Bay Area.
Il suo ultimo album Under the Lilac Sky è stato pubblicato su Leaving Records nel luglio 2021 ed è stato nominato Global Album of the Month del Guardian, oltre ad aver ottenuto recensioni entusiastiche su Pitchfork, Bandcamp, Boiler Room, Ableton, Resident Advisor, FACT, Crack, DJMag e molti altri.
Recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di Forbes 30 under 30.
I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.
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Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO. Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html
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Suggestioni mistiche e filosofiche (“Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza”). Suggestioni esotiche (“Vagavo per i campi del Tennessee/ come vi ero arrivato chissà”). Suggestioni oniriche (“Più veloci di aquile i miei sogni/ attraversano il mare”). C’è, in compendio, tutto il modo di fare e concepire musica e testi narrativi, come strumenti terreni in grado di far volare su sù sogni poesia memoria ed emozioni, in quello che può indubbiamente considerarsi il capolavoro musicale di Franco (al secolo Francesco) Battiato, nato a Ionia (oggi Riposto) nel 1945 e scomparso due anni fa sempre nel catanese, a Milo. Parliamo de “La cura”, una delle canzoni più note e amate del grande cantautore (ma anche scrittore, regista, pittore e politico) siciliano. Brano dal significato fra i più controversi della sua discografia, pubblicato nel 1996 all’interno dell’album “L’imboscata” e scritto insieme al filosofo Manlio Sgalambro, la canzone è oggi diventata un album illustrato “dai toni sognanti, intimi e delicati”, grazie ai disegni della reggiana di Canossa, Sonia Maria Luce Possentini, fra i nomi più apprezzati del panorama illustrativo contemporaneo, una cattedra di “Illustrazione” alla “Scuola Internazionale di Comics” di Reggio Emilia e all’“Università degli Studi” di Padova, nonché prestigiosi premi vinti in carriera.
Pittrice e illustratrice, Sonia Maria Luce Possentini, laureata in “Storia dell’arte” al “Dams” di Bologna, ha ricevuto molteplici riconoscimenti in Italia e all’estero, tra cui il “Premio Andersen 2017” come miglior illustratrice, il “Premio Pippi” e il “Silver Award” all’“Illustration Competition West 49” di Los Angeles.
La Cavallerizza e’ uno dei simboli di Torino, ma era da anni anche uno dei simboli più vistosi del degrado di ogni genere, di illegalità, di occupazione degli spazi come abitazioni abusive, di commercio non autorizzato, di allacci luce e gas con il fai da te più sfacciato, di consumo e di spaccio di droghe di ogni tipo. Dopo le proteste di molti cittadini illustri o semplicemente amanti di una Torino bella, curata ed ordinata, dopo che la giunta Appendino ne aveva fatto uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del 2015, con assemblee permanenti di giovani “alternativi”, gli stessi che la occupavano, scese per un po’ il silenzio. La Appendino anche qui falli’ clamorosamente. Pochi mesi fa, viceversa, tramite Urban file, un Ente del Comune, è stato presentato il progetto a firma di un architetto milanese. Non discuto ne’ il nome, né le molteplici destinazioni d’uso, ma quello che sorprende me, non addetto ai lavori ma amante del bello, della Torino che fu e di un certo orgoglio “sabaudo” , è – almeno così mi sembra – lo stravolgimento totale della bella architettura barocca del Sei /Settecento insito nel progetto. La Cavallerizza si trova tra l’altro quasi frontale alla sede storica dell’Università, a pochi passi dalla Prefettura, Palazzo Reale, Cappella della Sindone, Chiesa di San Lorenzo e Palazzo Madama, tutti simbolo di una dinastia che aveva creato una bella, austera, elegante, uniforme architettura che tanto piaceva ai viaggiatori dei Grand Tour. Dovrebbero spiegare ai torinesi che vorrebbero la loro città riappropriarsi delle sue caratteristiche di soffusa eleganza come mai si è scelta nel progetto una mutazione che appare così violenta rispetto a quello che avrebbe dovuto essere un restauro ed una esaltazione dell’architettura storica della città. Spero di sbagliarmi, ma anche se autorevoli esperti da me consultati la pensano come me che vedo le cose prevalentemente da storico.