CULTURA- Pagina 51

“Dialoghi sulla Memoria” all’interno del Salone Internazionale del Libro

 

Cinque incontri organizzati dal “Comitato Resistenza e Cosituzione” e dall’“Anpi”,

Da giovedì 18 a lunedì 22 maggio

Tatiana Bucci aveva solo 6 anni. La sorella Andra, 4. Originarie di Fiume, nel 1943 vissero sulla propria pelle il dramma della deportazione ad Auschwitz. Scambiate per gemelle, vennero tenute in vita per fungere da cavie per gli esperimenti medici condotti dal dottor Josef Mengele e vennero per questo risparmiate. Il 27 gennaio 1945, quando i sovietici arrivarono ad Auschwitz, erano in vita solo 650 bambini di varie nazionalità. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati nel campo di Auschwitz, ne sopravvivranno solo 25. Tra questi Tatiana e Andra. Oggi le sorelle Bucci sono fra i più importanti testimoni dello sterminio nazista e la loro storia l’hanno raccontata nel libro “Noi, bambine ad Auschwitz”, da cui è stata tratta la versione per ragazzi “Il baule dei segreti” e il film di animazione “La stella di Andra e Tati”.

Il 18 aprile scorso sono state anche fra gli accompagnatori del Presidente Mattarellanella sua visita ad Auschwitz. E anche di questo, insieme al dramma della “Shoa” e delle disumane brutture perpetrate dai nazisti in quei “luoghi dell’orrore” che furono i lager, Tatianaparlerà il prossimo giovedì 18 maggio, alle 14, in “Sala Oro”, nella giornata  di apertura della XXXV edizione (18 – 22 maggio; tema “Attraverso lo Specchio”) del “Salone Internazionale del Libro” di Torino. A dialogare con lei e a raccoglierne la testimonianza, in un incontro dal titolo “Testimoni allo Specchio”, sarà PIF (al secolo, Pierfrancesco Diliberto), volto noto e amato dal grande pubblico, regista, attore, conduttore televisivo e radiofonico, nonché scrittore, presente al “Salone” con il suo ultimo romanzo “La disperata ricerca d’amore di un povero idiota”. L’incontro (condotto dall’attrice e scrittrice Sara D’Amario) è il primo, per un totale di cinque tutti incentrati sul tema della “Memoria”, organizzati e promossi negli spazi del “Lingotto” – ampliati per la prima volta allo Spazio “Pista 500” – dal “Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte” e dall’“ANPI”. Spiegano, in proposito, Daniele Valle, vice presidente del “Consiglio Regionale”, e Nino Boeti, presidente dell’ “ANPI” torinese: “Siamo convinti che oggi per ‘fare Memoria’ non siano sufficienti le cerimonie di commemorazione in occasione delle date fondamentali del nostro calendario civile. Crediamo che si debba parlare di Resistenza e Costituzione anche adoperando modalità, formule e linguaggi in grado di arrivare alle nuove generazioni, che sono le più esposte ai tentativi di riscrittura e falsificazione della Storia, ai negazionismi vari, al ritorno di simboli e di parole neofasciste e antisemite”. In linea con queste parole anche gli altri quattro incontri. Sempre giovedì 18 maggio, alle 17,30, presso l’“Arena Piemonte” (Padiglione 2), Andrea Ripetta(curatore del volume “Le Pietre di inciampo. Gunter Demnig, Accademico d’onore”) e Michele Cella (“ANPI Novara”) si confronteranno, sul tema “Alla fine vince sempre l’oblio? Le ‘pietre d’inciampo’ e la forza delle microstorie”, con Anna Foa e Adachiara Zevi. Figlia di Vittorio e Lisa Giua, la prima ha di recente pubblicato, con Lucetta Scaraffia, il libro “Anime nere. Due donne e due destini nella Roma nazista”; la seconda – curatrice dal 2002 della “Biennale Internazionale Arte in Memoria” nei resti della Sinagoga di Ostia Antica e, dal 2010, del progetto “Memorie d’inciampo” – è autrice del volume “Monumenti per difetto. Dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d’inciampo”.


“Valori che non mutano col scender della sera”
in ricordo di Adriano Bianchi (partigiano, politico, capogruppo della DC in Consiglio regionale, che nel 1978 non esitò a salire sul palco di piazza San Carlo per esprimere lo sdegno di una comunità intera, nel giorno del rapimento di Aldo Moro) sarà invece il tema su cui, venerdì 19 maggio, alle 15, in “Sala Argento”, si confronteranno lo storico Gianni Oliva e il costituzionalista ed ex Ministro della Salute Renato Balduzzi. A seguire, alle 17, sempre in “Sala Argento”, sarà poi lo storico Alessandro Barbero a confrontarsi – sul tema “Raccontare i luoghi della Memoria” – con il presidente della rete nazionale dei “Paesaggi della Memoria” Daniele Borioli, Tatiana Bucci e il presidente nazionale dell’“ANPI” Gianfranco Pagliarulo, autore del recente volume “Antifascismo adesso. Perché non è ancora finita”.

Infine, lunedì 22 maggio, alle 10,30, presso lo “Spazio Città di Torino”, Padiglione 1, è in programma l’incontro, organizzato in collaborazione con la “Città Metropolitana” di Torino, dal titolo: “Gli Istituti Storici Piemontesi e le giovani generazioni: quale dialogo?”

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Tatiana e Andra Bucci, con il cugino Sergio De Simone, anch’egli deportato ad Auschwitz

–       “Testimoni allo specchio” – PIF e Tatiana Bucci

–       Anna Foa

 

A Quaglieni il Premio Cultura libera – Civetta 2023

Il prof. Pier Franco Quaglieni ha ritirato oggi a Sirmione il Premio Cultura libera – Civetta 2023 per il suo costante impegno culturale e civile dalla cattedra ai giornali,  dai libri alle magistrali conferenze in tutta Italia e all’estero. Il prof. Quaglieni che e’ l’anima del Centro Pannunzio di Torino da lui fondato insieme ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati, e’ atteso domani al Vittoriale degli Italiani e proseguirà nei prossimi giorni per il sacrario di Redipuglia e il castello di Fratta dove terrà’ un discorso e una conferenza.

“Dedico questo premio a tutti gli amici del Centro “Pannunzio”. La nottola di Minerva che si alza in volo al tramonto , e’ il simbolo della cultura libera che non presume di fare o rifare il mondo come le ideologie totalitarie del Novecento”, commenta Quaglieni.

La Notte Europea dei Musei, una festa dedicata all’arte

Ogni anno si svolge la Notte Europea dei Musei, serata dedicata all’arte e diffusa nelle più grandi città europee.
L’iniziativa è organizzata dal Ministero della Cultura francese e patrocinata dall’Unesco, dal Consiglio d’Europa e dall’ICOM.

Per l’occasione, anche Torino partecipa alla sua diciottesima edizione, con la possibilità di visitare le mostre e le collezioni di diversi musei a tariffe agevolate o con ingresso gratuito

Il tema della Giornata Internazionale dei Musei 2023 è  “sostenibilità e benessere”.

Quest’anno la Notte Europea dei Musei si svolge sabato 13 maggio 2023.

Tutti i musei statali aderiscono alla Notte Europea dei Musei.

A Torino sarà possibile visitare i Musei Reali sabato 13 maggio dalle 19.30 alle 22.30 (chiusura biglietteria ore 21.30) e accedere al costo di 1 euro ai seguenti musei:

 

Fondazione Torino Musei
GAM, MAO e Palazzo Madama saranno straordinariamente aperti fino alle 23 (ultimo ingresso ore 22)
A partire dalle 18, si potranno visitare con la tariffa speciale di 1 euro le collezioni permanenti e la maggior parte delle mostre in corso.
La tariffa speciale di 1 euro sarà applicata anche ai possessori di Abbonamento Musei.
La Fondazione Torino Musei e Theatrum Sabaudiae propongono inoltre in ogni museo una serie di visite guidate alle collezioni e alle mostre temporanee, oltre a workshop serali.

  • GAM 
    Oltre alle collezioni permanenti del ‘900 Il primato dell’opera, saranno visitabili con il biglietto unico a 1€ le mostre Ottocento Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento, Alberto Moravia Non so perché non ho fatto il pittore e Giuseppe Gabellone Km2,6 in VideotecaGAM.
    Aggiungendo 1€ si potrà visitare anche la mostra Viaggio al termine della statuaria. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM.dalle 20.00 alle 20.45 – dalle 21.00 alle 21.45 LETTERE DALLA NOTTE
    In occasione della Notte Europea dei Musei la GAM propone un workshop in orario serale. L’attività si svolge a flusso continuo, scandita da poche pause di un quarto d’ora durante la quale si sperimenterà la tecnica del collage. A partire da diverse immagini che riproducono opere della GAM esposte in museo e visitabili durante la serata, il pubblico è invitato a ritagliare, comporre e ibridare le diverse parti delle opere per creare una personale cartolina da portare via. Questa potrà essere spedita, conservata o donata, come testimonianza della creazione di un messaggio ‘proibito’, da custodire o donare. Il tema sarà quello della notte: da intendere in maniera figurata, ma anche come simbolo. Le opere scelte rimandano infatti a un immaginario di divertimento, di libertà e di mistero, di oscuro e inconscio, realizzate da artisti attratti da tematiche spigolose, misteriose… notturne.
    Costo del workshop: 5 € (+ biglietto di ingresso 1 €) Info e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
  • MAO
    Accesso con biglietto unico a 1€ alle gallerie delle collezioni permanenti, alle mostre in corso Lustro e lusso dalla Spagna islamica e Hidden flowers | Jacopo Miliani (t-space X MAO)
    Tra le ore 21:00 e le 22:00 si potrà assistere e partecipare alla performance Sonic Blossom di Lee Minwei.
    Aggiungendo 1€ sarà possibile visitare la mostra Buddha10 Reloaded.ore 18:30 BUDDHA 10 RELOADED
    L’incontro con straordinarie statue buddhiste delle collezioni del MAO, alcune delle quali mai esposte al pubblico, messe in dialogo e in contrasto con alcuni esemplari provenienti dal Museo delle Civiltà di Roma e dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova e con significative opere di artisti contemporanei, diventa l’occasione per riflettere su temi come l’originaria collocazione e funzione delle opere, le modalità di importazione in occidente, le logiche e procedure di restauro, le complesse relazioni fra vero e falso. Questi e altri interrogativi saranno al centro della visita guidata che si propone come momento di condivisione e riflessione su questioni che si celano dietro a soggetti dalla natura e funzione essenzialmente sacra.
    Costo della visita guidata: 6 € (+ biglietto di ingresso 1 €) Info e prenotazioni: t. 011 5211788, prenotazioniftm@arteintorino.com
    ore 21:00 – 22:00 SONIC BLOSSOM di LEE MINGWEI
    Commissionata per l’inaugurazione del National Museum of Modern and Contemporary Art, Corea, nel 2013, e dopo essere stata presentata nelle più prestigiose istituzioni internazionali quali il Centre Pompidou di Parigi e il Metropolitan Museum of Art di New York, la performance partecipativa dell’artista taiwanese-americano LEE Mingwei arriva per la prima volta in Italia al MAO. Nelle sale del museo si avvicendano 7 cantanti della Scuola di musica vocale da camera di Erik Battaglia del Conservatorio “Giuseppe Verdi”, selezionati e formati da Lee Mingwei in collaborazione con lo stesso professor Battaglia. Fra tutti i visitatori che incontreranno, ne sceglieranno uno a cui offrire in dono un Lied di Schubert; se questa persona accetterà l’offerta, sarà condotta nel Salone Mazzonis al primo piano e avrà inizio la performance.

    ore 21:00 VISITA ALLE GALLERIE DEDICATE A CINA E GIAPPONE
    L’itinerario attraverso le opere esposte si trasforma in un viaggio verso l’Asia Orientale. Il percorso parte dagli oggetti d’arte della Cina antica, caratterizzati da vasellame neolitico, bronzi rituali, lacche e terrecotte – databili dal Periodo Neolitico al X secolo d.C. – per proseguire nella suggestiva galleria dedicata al Giappone, che presenta statue lignee di ispirazione buddhista, eccezionali paraventi, armature dei samurai e dipinti su rotolo verticale e xilografie policrome note come ukiyo-e, ‘immagini del mondo fluttuante’.
    Costo della visita guidata: 6 € (+ biglietto di ingresso 1 €) – Info e prenotazioni: t. 011 5211788, prenotazioniftm@arteintorino.com

  • Palazzo Madama 
    Con il biglietto a 1€ il pubblico potrà accedere alle collezioni permanenti e La porta della Città. Un racconto di 2.000 anni.
    Aggiungendo 1€ si potrà visitare la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario.ore 18:30 e ore 21:00 DA PORTA ROMANA … A CASTELLO… A MUSEO
    È la Notte Europea dei Musei: un’occasione per vivere l’arte e la storia in un orario diverso. Tarda serata e fuori il buio: momento perfetto per visitare le collezioni di Palazzo Madama. Il sito fu in origine porta romana, poi divenne fortezza medievale e castello dei principi d’Acaia,  proseguendo quale residenza delle due Madame Reali e divenendo successivamente la sede del primo Senato Subalpino. Dal 1934 assume un nuovo ruolo: si inaugura la sede del Museo Civico d’Arte Antica con un patrimonio che vanta oltre 70.000 opere.
    La visita rivela ogni aspetto senza nulla tralasciare, scandendo ogni passaggio che, nei secoli, in questo luogo si è verificato. Architettura, arte e apparati decorativi: venti secoli di storia da respirare in orario inconsueto.
    Costo della visita guidata: 6 € (+ biglietti di ingresso 1 €) – Info e prenotazioni 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

Palazzo Carignano
Apertura straordinaria dalle 18.00 alle 21.00 e biglietti di ingresso a 1 euro.
Info e prenotazioni 011 5641711.

Altri musei

  • Polo Museale degli Istituti Anatomici
    sabato 13 maggio 2023 dalle ore 10 fino alle 23 con ingresso gratuito a partire dalle 18
    Sarà possibile visitare:
    Museo di Anatomia Umana
    Museo Lombroso
    Museo della Frutta
    Dalle ore 18 verranno organizzate visite guidate gratuite, senza prenotazione
    Non è necessaria la prenotazione.
  • Planetario di Torino
    In occasione della Notte dei Musei sarà possibile, dalle 18.30 alle 24.00 (ultimo ingresso ore 22.30), visitare con ingresso gratuito il Museo interattivo.
    Acquistando un biglietto aggiuntivo, si potrà assistere a uno spettacolo all’interno del Planetario digitale. L’ingresso al Museo interattivo è gratuito, mentre lo spettacolo all’interno del Planetario digitale ha un costo di 5 euro ed è facoltativo.
    Il Planetario di Torino è in via Osservatorio 30 a Pino Torinese.

La rivista Vernice dedicata a Wilma Minotti Cerini

Vernice, la rivista semestrale di formazione e cultura, edita dal 1994 a Torino e diretta da Sandro Gros-Pietro, si occupa da quasi trent’anni di letteratura proponendo nuovi testi di poesia, narrativa, teatro e testimonianze di arte contemporanea. L’ultimo numero, il sessantunesimo, come tradizione dedica la copertina e un’ampia biografia a un protagonista della cultura italiana, proponendo il profilo della scrittrice e poetessa Wilma Minotti Cerini. Milanese di nascita – è nata nel capoluogo lombardo nel 1940 – attualmente vive a Pallanza, sul lago Maggiore. Nell’ampio spazio dedicatole ( che ospita anche il racconto inedito Storia di un foglio puntiglioso ) emerge la ricca e avventurosa vita di questa donna dai molti interessi che ha vissuto un infanzia difficile durante la guerra, con la perdita prematura di entrambi i genitori – il padre partigiano venne ucciso dai fascisti ai primi di aprile del ’45 mentre era in missione per conto del Cln – ma seppe affrontare mille difficoltà fino ad affermarsi, frequentando i circoli culturali memeghini e sposando il Visconte Livio Cerini di Castegnate, fine gastronomo e studioso, membro dell’Accademia Italiana della Cucina. Personaggio di indubbio fascino e spessore culturale, Cerini ha pubblicato con Sonzogno, Salani e Longanesi  volumi di grande interesse e successo sulla gastronomia e sulla storia della cucina. Wilma Minotti Cerini nel corso della sua lunga carriera ha pubblicato molte opere tra le quali vanno segnalate il monumentale lavoro di ricerca sulla vita e la poesia dell’inglese Peter Russell, diverse sillogi poetiche, l’interessante saggio dedicato a Guido Gozzano, il racconto filosofico I figli dell’illusione, i romanzi Ci vediamo al Jamaica e Le verità nascoste. Recentemente ha curato i libri Il re mangia solo e altri racconti del marito Livio Cerini di Castegnate e C’era una volta il Bagutta, dedicato alla famosa trattoria milanese dove è nato il più antico premio letterario italiano, forse quello dalle origini più insolite che risalgono al 1927, scaturito dall’idea di un gruppo di amici, artisti, scrittori e giornalisti che avevano l’abitudine di riunirsi in quel locale per discutere di letteratura.

Marco Travaglini

Confini e sconfinamenti, il tema della 28esima edizione del Festival delle Colline Torinesi

Il festival delle Colline Torinesi, giunto alla sua ventottesima edizione , è stato presentato alla Fondazione Merz. Nuovamente organizzato da TPE Teatro Astra, manterrà la sua identità di Festival d’Autunno, sviluppandosi dal 14 ottobre al 5 novembre prossimi, con un’anteprima dal 10 al 12 ottobre prossimi.

Il tema è quello dei confini-sconfinamenti, soprattutto con l’attenzione rivolta alla vita dei migranti, del passato come la Arendt e Benjamin, ma anche alle contaminazioni linguistiche tra arte e teatro.

“Esuli, profughi, migranti, rifugiati, espatriati -hanno spiegato gli organizzatori- sono termini quasi equivalenti, spesso utilizzati per identificare persone che hanno lasciato il loro paese d’origine, varcato uno o più confini a seguito di guerre, calamità o persecuzioni. L’espatrio come necessità individuale o collettiva, è antica come il mondo, ma ha assunto caratteristiche ben precise nel XX e XXI secolo, correlate all’avvento di dittature o sommovimenti politici”.

Si tratta di un progetto condiviso con la Fondazione Merz. Il Festival ha eletto il Libano a nazione ospite, esplorando la realtà artistico-culturale, in ambito teatrale, performativo e cinematografico.

Toccherà inaugurare a Lina Majdalanie e Rabin Mrou il festival con lo spettacolo “Artaqat”, composto di tre racconti di sconfinamenti dalla Palestina verso il Libano di Izdihar; dal Libano verso altri Paesi, dalla propria obbligata identità di genere ad altra.

In fuga verso l’Europa parlerà lo spettacolo Blind Runner dell’iraniano Amir Rezz Kooestani, storia di due coniugi che vogliono fuggire in Inghilterra correndo lungo il canale della Manica.

Tante saranno le vicende umane rievocarte nel corso della rassegna, da quella del filosofo Walter Bejamin in disperata fuga dai nazisti a quelle tante persone il cui nome non sarà ricordato dalla storia, ma che hanno vissuto situazioni analogamente tragiche.

Gli spettacoli si terranno in diversi luoghi della città, anche molto differenti tra loro, il teatro Astra, la Fondazione Merz, il teatro Bellarte, le Fonderie Limone, la galleria Subalpina, mentre gli eventi collaterali si svolgeranno al Museo Nazionale del Cinema e presso il Polo del Novecento. Insieme al teatro Stabile di Torino, sarà rappresentato uno spettacolo omaggio a Romeo Castellucci, dal titolo “Il terzo Reich”.

Mara Martellotta

Salone Off a Bardonecchia il 13 e 14 ed il 20 e 21 maggio

Si preannunciano due fine settimana all’insegna dei libri a Bardonecchia.

Da domani, infatti, il Foyer del Palazzo delle Feste, ospitera’, l’edizione 2023 di Salone Off a Bardonecchia.

Si comincia sabato, alle 16, con Roberto Capocristi, autore della trilogia gialla ” I casi di Elettra Keita”, interamente ambientata a Bardonecchia.

Domenica alle 17 presentazione ” a due” di Elisa Bevilacqua con il libro di recente uscita ” Acqua Chiara” e Marco Gaviani con ” Sherlock Holmes e il cammino del poeta”.

Estemporanea curerà l’accompagnamento musicale degli appuntamenti.

Nel fine settimana del 20 e 21 maggio, in concomitanza con il Salone Internazionale del Libro di Torino, ancora autori ed ancora libri.

Sabato si potrà incontrare Diletta Bianco ed Erik Vergnano, autori di ” Un vichingo a Compostela” ed, a seguire,
Caterina Migliazzo Catalano con “Il falco e l’altalena”.

Ed ancora, nel pomeriggio di domenica saranno ospiti di Salone Off a Bardonecchia,
Bruna Bertolo che presenterà ” Donne e follia in Piemonte ” e Federico Ghirardi, con la sua ” La saga fantasy di Bryan”.

E Salone Off sarà anche in Biblioteca a Bardonecchia.

Venerdì 12 maggio alle 16 appuntamento con la presentazione in anteprima di “Dahu” di Riccardo Levi.
Il 19 maggio, invece, Letture e laboratorio per bambini dai 4 ai 9 anni “Tutto fa… libro”.

Alla Mole la Mostra delle meraviglie

Entrare nel cuore della Mole è sempre emozionante, trovarci una mostra tra fantastico e fiabesco è meraviglioso.
Fino all’ 11 settembre sarà possibile visitare gratuitamente una mostra diversa,divertente curata da Domenico De Gaetano -direttore del Museo del Cinema – e Stefano Bessoni regista, illustratore e animatore.
Per questa mostra è stata creata una nuova fiaba, con i protagonisti del Museo: Antonelli,Prolo,Darwin Lombroso e Greenaway.
L architetto della Mole, la Fondatrice del Museo Maria Adriana Prolo, Charles Darwin naturalista, Cesare Lombroso antropologo e Peter Greenaway regista.150 opere esposte raccontano gli ambienti in cui si muove Bessoni per la ricerca espressiva delle sue fiabe.
Un talento unico, un illustratore entusiasmante.La mole delle Meraviglie aiuterà a tutti i visitatori di interpretare il museo con nuovi occhi e sotto un profilo molto divertente.
La figura di Maria Adriana Prolo è raccontata anche in un libro nella figura di chi ha voluto la nascita del Museo Nazionale del Cinema.
Peccato per la mancata occasione di ricordare chi ha sostenuto la Prono nei Palazzi romani, il regista senatore Massimo Scaglione, allora  presidente commissione cultura al Senato.
La visita è vivamente consigliata. Gd

La pittura di Gianni Bui tra movimento e trionfo del colore

 

 

L’Osteria Rabezzana, nelle sue eleganti sale, accoglie la mostra, inaugurata sabato 6 maggio scorso alla presenza dell’artista e intitolata “La pittura di Gianni Bui”.

Da diversi anni l’ex giocatore del Torino Gianni Bui, centravanti granata indimenticato degli anni Settanta, si dedica alla pittura e ora l’Osteria Rabezzana ne ospita una mostra personale, che consente di apprezzarne il suo talento artistico.

“La pittura – afferma il professor Marco Basso – in qualcosa assomiglia allo sport del calcio e richiede una personalità assoluta. Gianni Bui non ha mai frequentato l’Accademia, ma si esprime artisticamente a livelli molto elevati. Diversi artisti provenienti dal mondo dello sport si sono espressi a livelli abbastanza simili.

Gianni Bui, ex giocatore del Verona, è stato un prolifico attaccante a cavallo degli anni Sessanta e Settanta.

È stato anche giocatore del Torino e capocannoniere in serie B con il Catanzaro.

Lasciato il calcio si è dedicato alla grande passione della sua vita, la pittura.

Già da bambino si divertiva a disegnare e ha avvicinato questa disciplina da autodidatta”.

“Mi dilettavo – afferma Gianni Bui – con i colori. Nei ritiri prima della partita si giocava a carte, ma io mi annoiavo e così iniziavo a dipingere, a disegnare riempiendo quaderni su quaderni. I pennelli sono diventati i compagni più assidui della mia vita”.

Seguo il mio istinto, qualche paesaggio a volte me lo chiedono, ma non sono temi che mi attraggono molto.

Se devo proprio dipingere un paesaggio lo faccio mostrando qualcosa di nuovo, allontanandomi dal linguaggio classico.

Anche i ritratti li dipingo in modo diverso, magari contorto, ma sicuramente unico”.

Quello compiuto da Gianni Bui rappresenta un percorso pittorico lungo che gli ha permesso di sviluppare una notevole sensibilità che ha attraversato negli anni diverse fasi artistiche, ben rappresentate dai suoi quadri.

La figurazione tocca il ritratto, il paesaggio, la natura morta, fino a raggiungere una sensibilità astratta in cui forma e colore si compensano con delicatezza e raffinatezza. Gianni Bui dipinge ciò in cui si rispecchia e risulta molto indicativa la ricerca di un linguaggio personale in cui figura un graduale abbandono della stesura pittorica più significativa. Proprio questo abbandono della stesura pittorica più figurativa e tradizionale lo conduce alla sperimentazione, dimenticando i riferimenti alla realtà e privilegiando il processo tecnico del colore con garbo e gusto. In questo modo Gianni Bui conquista la libertà espressiva dell’astrattismo, assimilando elementi dei grandi maestri del Novecento che, dalla pittura figurativa, sono passati al non figurativo. In lui sfuma il bisogno di misurarsi con la realtà oggettiva, traducendo la propria emotività nel segno e nel colore.

Il suo viaggio pittorico ha origine dell’emozione e proprio attraverso l’emozione è possibile avvicinare il percorso di questo artista, in cui l’esplorazione viene affiancata sempre all’introspezione.

Gianni Bui, la cui mostra rimarrà aperta all’Osteria Rabezzana fino al 28 maggio prossimo, lavora molto con l’acrilico e la grande novità della sua arte è stata la sua capacità di conquista rappresentata dalla novità dell’astrattismo, che lo ha reso capace di assimilare elementi propri dei maestri del Novecento.

Orari da martedì a sabato dalle 9.30 alle 12; 16.30-19.

Chiuso lunedì e domenica.

MARA MARTELLOTTA

Barbara, ti ricordi Venezia?

Ti ricordi quel freddo pomeriggio di fine inverno a Venezia? Ci eravamo persi tra le calli di Cannaregio, dove la città sfuma verso oriente nel silenzio ovattato da quella impalpabile nebbia.

 

Tu fotografavi e mi dicevi: “Adoro Venezia, perché ogni volta che ci torniamo è diversaogni volta che ci torniamo riusciamo a scorgere qualcosa di nuovo che la volta precedente ci era sfuggito”. E mentre parlavi ti stringevi a me. E io ti cingevo le spalle con un naturale gesto d’affetto e protezione. Camminavamo senza avvertire stanchezza, in cerca d’immagini ed emozioni. In fondo alle Fondamenta Nove, dove la laguna si fa larga e quasi mare, s’intravedeva la sagoma dell’isola di San Michele. Come un antico pesce galleggiava nella bruma, quasi sospesa tra l’acqua grigia e il cielo intonato al più brunito dei metalli. Oltre al cancello di ferro battuto, il silenzio del riposo dei morti: dei più umili e di quelli che, in vita, suscitarono passioni e invidie. E più giù, varcato il confine immaginario del sestiere del Castello, l’imponente edificio dell’Arsenale, per secoli il più grande del mondo, con i suoi leoni a far da immobili guardiani al cantiere e ai granai della Serenissima repubblica. Scattavi immagini e nelle pause, guardandomi negli occhi, mi sorridevi, felice. Felice di poter trattenere nella memoria della reflex i colori delle case e delle barche che si fondevano le une nelle altre, specchiandosi in quell’acqua che ha visto passare secoli di storie e di passioni. Di tanto in tanto s’intravvedeva qualche veneziano andare di fretta tra un ponte e l’altro, nei pressi delle chiese di San Zaccaria e San Giovanni in Bragora. Un brivido, un lungo brivido lo provammo quando, ormai persi senza meta, in prossimità del Ponte dei Conzafelzi incontrammo la Corta Botera dove un tempo c’erano i fabbricanti di botti. E più avanti la Corte Sconta detta Arcana di  Corto Maltese, marinaio mai sazio d’avventure. Seguendo la sua ombra e quella di chi gli diede la facoltà di vivere nel suo mondo di viaggi e d’amori di carta, scopriamo la “favola di Venezia”. Accompagnati dall’ombra di Hugo ci avviamo verso i tre luoghi magici e nascosti. Sembra d’udire la voce profonda, mediterranea, di Corto: “Uno in Calle dell’Amor degli Amici, un secondo vicino al Ponte delle Maravegie, il terzo in Calle dei Marrani, nei pressi di San Geremia in Ghetto Vecchio. Quando i Veneziani (qualche volta anche i Maltesi …) sono stanchi delle autorità costituite, vanno in questi tre luoghi segreti e, aprendo le Porte che stanno nel fondo di quelle Corti, se ne vanno per sempre in posti bellissimi e in altre storie”. E noi, tornando a Venezia una, due, cento volte faremo lo stesso, schiudendo cancelli e abbassando la testa nei sotopòrteghi. Incontreremo per la strada ogni cinquanta, cento metri un ponte, e poi un altro e un altro ancora.  Una ventina di gradini da salire e altrettanti da scendere. Così continueremo ad andare, a salire e scendere, tra calli e campielli, canali e rii terà, scoprendo che Venezia non è piatta; è un continuo dislivello, tutta groppe, dossi, gnocchi, schiene gibbose, avvallamenti, depressioni, displuvi; le fondamenta digradano verso i rii, i campi sono trapuntati dai tombini come bottoni affondati nei gonfiori di una vecchia poltrona. Perdersi in lei, in compagnia di noi stessi, non ha alcun prezzo. Cannaregio, Castello, Dorsoduro, San Polo, Santa Croce e poi San Marco. Dipinti di Canaletto, Tiziano e Tiepolo nelle chiese, tra candele accese e vecchi altari. Calli, ponti e selciati ci porteranno dal mercato del pesce di Rialto fino a Campo SS. Giovanni e Paolo, dalla Basilica di Santa Maria della Salute – l’ex voto dei veneziani graziati dalla peste – alla Madonna dell’Orto, dove una delle statue degli apostoli contiene all’interno una delle trenta monete d’oro che furono date a  Giuda per tradire Gesù. Da un campo all’altro ci si troverà come d’incanto sull’orlo della laguna, dove Venezia da ogni parte incontra l’acqua, riflettendovi la sua immagine. Così camminando fino a sfinirci ci troveremo al Campo del Ghetto Nuovo, tra sinagoghe e nebbie, profumi di spezie della cucina kosher e vecchi rabbini di nero vestiti. E lì, stringendoti forte e dopo averti baciata, ti offrirò in dono i versi di un poeta turco nato a Salonicco quand’era ancora una città dell’impero ottomano. Versi scritti a mano su carta leggermente crespa: “Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto”. E ci riposeremo, abbracciati, con i versi di Nâzım Hikmet sulla bocca e nel cuore.

Marco Travaglini