CULTURA- Pagina 46

Open To Polo, oggi arriva a Torino il presidente Mattarella

Oggi la visita del Presidente Sergio Mattarella al Polo del ‘900e al Sermig

La stagione autunno-inverno si apre con Mare, Polvere e Orizzonti: tre nuovi maxi progetti per parlare di confini, guerre e partecipazione politica  

 

Novità autunno-inverno per il Polo del ‘900. Tre elementi naturali – Mare, Polvere e Orizzonti – ispirano un’ ampia offerta culturale per parlare di confini, guerre e partecipazione politica, frutto del lavoro corale dei tanti enti del Polo. D’ispirazione anche gli 80 anni dall’inizio della Resistenza armata che l’8 settembre aprono un programma triennale che ripercorrono quei Venti mesi, seguendo tre parole chiave: “disobbedire”, “combattere” nel 2024 e “sognare” nel 2025.

 

NUOVI PROGETTI, NUOVE SFIDE: MARE, POLVERE, ORIZZONTI

Con lo spettacolo originaleIdrogeno” inaugura, il 28 settembre, il primo dei nuovi progetti, “Mare”, che porta il dibattito sul transito di corpi e merci, sul colonialismo e sui porti a cura dell’Unione Culturale Franco Antonicelli. Tra gli appuntamenti, la masterclass con il regista francese Sylvain George, testimone delle zone di frontiera per vent’anni (14 ottobre, ore 15.30), cui si aggiunge un ciclo di proiezioni con Job Film Days e il nuovo allestimento di “Archeoplastica” (fino al 28 ottobre) con oggetti rinvenuti dal mare a parlare di emergenza climatica. Tema che al Polo passa anche per l’azione con la sfida free plastic che da settembre introduce un sistema di sharing bottle con rifornimento d’acqua gratuito all’interno dei palazzi. Con “Polvere”, il 15 novembre, arriva al Polo la prima winter school che indaga i conflitti contemporanei. Con la Fondazione Nocentini e l’Istituto Salvemini: tre giorni fino al 17 novembre; una mostra con le foto inedite dell’artista ucraina Ira Lupu ad aprire le lezioni; 17 laboratori e altrettante attività con Lorenzo Pregliasco, Nello Scavo, Anass Hanafi tra gli ospiti; 8 eventi collaterali tra cui lo studio site specific dello spettacolo Sette a Tebe, tratto dalla tragedia Sette contro Tebe di Eschilo, regia di Gabriele Vacis, della compagnia teatrale PEM (Potenziali Evocati Multimediali). 14 attori e attrici che, da ottobre a aprile, entrano in residenza al Polo per altre collaborazioni: il laboratorio teatraleSguardi aperti”, in partenza il 15 ottobre, e la “Carte Blanche che restituisce in un ciclo di spettacoli la ricerca individuale degli attori sugli archivi del Polo. Sono invece già partite altre tre grandi ricerche con “Orizzonti” a cura del Centro Studi Piero Gobetti. Al centro il movimento studentesco dell’Onda, il movimento No global e No Tav, per un confronto con la partecipazione giovanile di oggi in collaborazione con il collettivo Stasis, che a settembre apre una call agli artisti, e con la casa editrice Morsi editore per la pubblicazione delle ricerche. 

 

1943-2023: 80 ANNI DALLA RESISTENZA 

“Disobbedire” è la parola scelta per aprire le attività dell’Ottantesimo. L’8 settembre alle ore 18.30, la lectio magistralis di Giuseppe Filippetta ne indaga la dimensione etica, sociale e politica. A interrogare le esperienze di quei Venti mesi anche la mostra Disobbedire. Resistere. Storia degli Internati militari italiani”, in arrivo il 26 ottobre e il monologo sul grande Alessandro Galante Garrone, scritto da Leonardo Casalino con Diego Coscia, che si tiene il 30 ottobre, a 20 anni dalla scomparsa. L’11 settembre, i 50 anni del golpe in Cile danno vita a un mese di eventi con “Memorie dal Cile” che, dalle ore 15.30, riunisce al Polo il giornalista Paolo Hutter, in Cile al momento del golpe,

insieme a Jaime Riera Rehren, scrittore ed esule cileno e Eduardo “Mono” Carrasco, famoso muralista esule in Italia. Nella stessa giornata, ore 18.30, l’autrice e attrice Stefania Rosso dedica una performance a Carmen Ansaldi, politica cilena in lotta contro il regime. 

 

NUOVI ARCHIVI, NUOVI SPAZI 

Cresce intanto il numero degli archivi. Tra gli ultimi arrivati il fondo del giurista Franco Cordero e, per ospitarne di nuovi, un grande investimento recupera 600 ml di scaffalature nei Palazzi di San Celso e San Daniele. A settembre continuano i lavori sull’Archivio Leone Ginzburg e il 17 settembre partono le iniziative sull’Archivio Bosso a cura dell’Istituto piemontese Gramsci, frutto della residenza di quattro associazioni giovanili. Intanto la Fondazione Donat-Cattin continua i lavori sull’archivio di Michele L. Straniero con la presentazione in prima nazionale dell’album “Domani si vive e si muore” del 29 settembre. Anche altri spazi del Polo sono protagonisti di interventi di riqualificazione, la Sala 900 si trasforma in un auditorium da 150 posti con un adeguamento tecnologico che la predispone a moderne connessioni verso l’esterno. Mentre la suggestiva Sala Voltoni diventa una galleria espositiva e inaugura il nuovo allestimento con l’installazione multimediale del collettivo artistico multiculturale Art Nomads, il 19 ottobre.

 

NUOVE GENERAZIONI

Per inaugurare l’anno scolastico – il 5 ottobre, ore 16.30 – il Polo presenta le attività per le scuole e insegnanti. Ospiti della giornata gli studiosi di didattica innovativa Chiara Panciroli e Pier Cesare Rivoltella con il libro: “Pedagogia algoritmica. Per una riflessione educativa sull’Intelligenza artificiale”. Tra le nuove attività per bambini dai 2 ai 12 anni Archetti al Polo”, laboratorio di canto, body percussion e esplorazione di alcuni strumenti musicali in partenza il 23 settembre, ore 10.30. Con I giochi di Clio”, invece, ci si siede a tavolino con alcuni game designer, dal canadese Brian Train a Andrea Angiolino, per giocare con la storia in 4 incontri (12, 19, 26 settembre e 3 ottobre). Da ottobre a maggio, per il secondo anno consecutivo torna la Scuola di Architettura, per bambini dai 7 ai 12 anni, con Fondazione per l’architettura che apre il programma a contenuti coprodotti con il Polo ispirati al tema dell’anno: l’Utopia. Dall’ 11 ottobre, in partenza anche i corsi di francese gratuiti per adulti e bambini.

 

ALTRE NOVITÀ 

Altre attività, temi e collaborazioni arricchiscono il programma. A settembre in arrivo il Festival delle Migrazioni (19 – 24 settembre),  il Festival delle piccole storie della Rete Italiana di Cultura popolare sul tema “cittadinanza” (28-30 settembre) e La settimana del lavoro off a cura di Ismel (dal 27 settembre al 6 dicembre). A ottobre, a cura del Centro Internazionale di Studi Primo Levi, il primo passo verso il Primo Levi LAB, un luogo di incontro interattivo e permanente in via Maria Vittoria 38 che inaugura con una a mostra a Levi dedicata, più eventi fino a giugno 2024. L’arte si schiera contro la violenza di genere con lo spettacolo “Rosso Indelebile” in arrivo a novembre in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Lo sport e la politica sono protagonisti del libro di Loris Caruso “La vita in campo sparisce dedicato a Diego Armando Maradona il 12 ottobre. Da ottobre, alla luce delle prossime elezioni europee e dell’alto tasso di astensione, il Centro Einstein di Studi Internazionali (CESI) propone un percorso di accompagnamento al voto. Anche divulgazione scientifica con i “GiovedìScienza” in programma dal 15 novembre. In ultimo, ad anticipare tutte le novità della stagione autunno-inverno, il 2 agosto, attesissima la visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Polo.   

 

Il programma autunno-inverno del Polo è in continuo aggiornamento al sito www.polodel900.

 

1943-1945 / 2023-2025

Ottantesimo della Resistenza

Polo del ‘900

 

Perché continuare a parlare oggi, a ottant’anni di distanza, della Resistenza?

Perché è da quell’esperienza – molteplice, difficile, affascinante – che sono nate le regole della nostra democrazia. Perché attraverso quell’esperienza, un Paese che ha inventato il fascismo e il suo sistema di potere – caratterizzato dalla repressione del dissenso e al tempo stesso da una costruzione moderna del consenso, dall’uso della violenza come strumento della politica e del dominio, dalla discriminazione e dall’esclusione – ha saputo rifondare le basi del suo vivere civile attraverso un documento di grande respiro politico e umano come la Costituzione. 

Serve ancora oggi comprendere e ricordare la Resistenza perché ne sono stati protagonisti donne e uomini che, nel momento più buio, hanno avuto la forza di disobbedire, di scegliere e di agire, di costruire con impegno un nuovo orizzonte etico e politico, di trasformare le difficoltà in opportunità. 

Le motivazioni individuali che allora hanno spinto i protagonisti a partecipare alla guerra di Liberazione pongono a ciascuno di noi un interrogativo esistenziale: come si reagisce quando il mondo in cui si è vissuti crolla, quando scompare ogni certezza, quando la vita stessa e il suo significato vengono messi in discussione? Una generazione educata all’obbedienza e con pochi strumenti per leggere un presente tremendamente complesso si è trovata di fronte alla necessità di combattere, di provare a rispondere a interrogativi e problemi nuovi, e lo ha fatto in forme e modi diversi. Soprattutto, uomini e donne impegnati nella Resistenza sono stati capaci di saldare speranze, aspettative e progetti in un orizzonte collettivo. Sono stati capaci di sognare un futuro per tutti. 

Oggi è importante ripartire da quella storia perché i principi e i valori che allora hanno animato le persone anche al di là delle appartenenze nazionali, ancora ci interpellano, come individui, come cittadini italiani, dell’Europa e del mondo, che quella storia la vogliono raccontare ancora.

 

Il progetto

Il Polo del ‘900 e i suoi enti partner propongono alla Città di Torino un progetto che ha l’intento di mettere al centro delle iniziative culturali della Città gli eventi, i protagonisti e il lascito della Resistenza. È una scelta che scaturisce direttamente dal patrimonio documentario sull’antifascismo e sulla Resistenza che essi custodiscono, un giacimento ricchissimo e senza uguali di fonti originali della più diversa natura (documenti, fotografie, filmati, interviste, manifesti). Le prime indicazioni di progetto, proposte dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (sviluppando un’idea di Barbara Berruti, Chiara Colombini, Carlo Greppi, Bruno Maida, Enrico Miletto, componenti del comitato scientifico dell’Istituto) sono state discusse e approvate dal gruppo di lavoro individuato all’interno del Polo e composto da Unione culturale, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza,  Fondazione Istituto Antonio Gramsci, Centro studi Piero Gobetti, Centro studi Primo Levi, Fondazione Donat-Cattin, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Fondazione Vera Nocentini, Anpi. Tali indicazioni si articolano su tre anni, dal 2023 al 2025.

Si intende individuare per ogni anno dal 2023 al 2025 una parola-chiave (un verbo all’infinito) che, cogliendo gli elementi essenziali del contesto degli anni 1943, 1944 e 1945, permetta di definire una cornice di senso capace di collegare il passato al presente, di tenere insieme la riflessione storiografica al dibattito culturale e civile. Ciascuna parola-chiave, pur legata a date o questioni specifiche del calendario del 1943-1945, consente di riattraversare tutti quei 20 mesi.

Per il 2023, pensando sia alla data cruciale dell’armistizio dell’8 settembre 1943, che segna l’inizio della Resistenza, sia agli scioperi del marzo di quell’anno – i primi dopo vent’anni di dittatura – che anticipano la lotta di Liberazione, la parola-chiave è “disobbedire”. 

Disobbedire aiuta ad affrontare una serie di temi che intersecano anche la celebrazione del ventennale del Museo diffuso della Resistenza, della deportazione, della guerra, dei diritti e della libertà. In particolare, nel momento in cui cominceranno ufficialmente le celebrazioni dell’Ottantesimo sarà allestita la mostra personale di Zehra Dogan, giornalista, artista e attivista curda di cittadinanza turca. 

 

Per il 2024, considerando che il 1944 è l’anno in cui la Resistenza di radica e si sviluppa, arrivando al picco della “grande estate partigiana” e all’esperienza delle zone libere, per poi attraversare la dura crisi invernale successiva al proclama Alexander, la parola-chiave è “combattere”. Una parola che però non vuole alludere soltanto alla Resistenza armata: si combatte con le armi e senza le armi, con gli scioperi che proseguono nelle fabbriche (a partire da quelli del marzo 1944) e con azioni di Resistenza civile.

 

Per il 2025, facendo riferimento alla Liberazione, la parola-chiave è “sognare”, un termine che ricomprende le attese e le speranze di futuro, come anche i disincanti e le delusioni per i desideri di giustizia frustrati, e al tempo stesso i progetti politici perseguiti per la nuova Italia democratica da costruire che conducono alla Costituzione.

 

Per ogni parola-chiave, una lectio magistralis con relatori e relatrici di alto profilo e di rilevanza internazionale (storici e storiche ma anche sociologi e sociologhe, antropologi e antropologhe, politologi e politologhe ecc.) propone un inquadramento generale e una riflessione sul tema prescelto, con riferimenti al 1943-1945 ma con lo sguardo rivolto tanto all’intero Novecento quanto all’oggi.  I testi delle lectio saranno poi pubblicati da un editore di scala nazionale raccolti in un cofanetto dedicato all’Ottantesimo.

 

La lectio è l’elemento-quadro costante, accompagnato di volta in volta da iniziative diverse le une dalle altre (es. lectio+convegno; lectio+podcast; lectio+mostra; lectio+rassegna cinematografica), variando i linguaggi sulla base del pubblico che ci si propone di raggiungere. 

 

In questo modello possono così trovare spazio e al tempo stesso coordinamento proposte di eventi e di dibattito in grado di restituire la complessità delle anime della Resistenza e delle sensibilità culturali e politiche che vi si richiamano.  Il programma è immaginato come un crescendo che abbia il suo culmine nel 2025, con un coinvolgimento il più esteso possibile della cittadinanza, con iniziative capaci di animare gli spazi pubblici.

 

Parole chiave 

1943-2023 

  • disobbedire 

1944-2024

  • combattere 

1945-2025

  • sognare

 

1943-1945 

Le iniziative per l’Ottantesimo avranno l’avvio ufficiale l’8 settembre 2023, nell’anniversario di quell’armistizio tra il Regno d’Italia e gli angloamericani al quale, dopo la fuga del re e di Badoglio al Sud, seguono il crollo dello Stato e lo sbandamento dell’esercito, ma che al contempo rappresenta l’inizio della Resistenza. 

 

Settembre 2023

Venerdì 8 settembre 2023, inaugurazione dell’Ottantesimo

Disobbedire, lectio magistralis di Giuseppe Filippetta

 

Data, Orario | Luogo (indicando in ordine l’indirizzo e la sede)

8/09/2023 ore 18,30 – Sala 900, Palazzo San Daniele, piazzetta Antonicelli
Titolo evento 8 settembre 1943: Disobbedire 

Tipologia (scegliere tra proiezione, spettacolo, concerto, incontro, mostra).

Lectio magistralis

Descrizione evento (max 500 battute)

Lectio magistralis di Giuseppe Filippetta sull’8 settembre 1943, data che segna l’inizio della Resistenza. Si inaugura con questa lectio il triennio dedicato all’ottantesimo della Resistenza, Per ogni anno dal 2023 al 2025 una parola-chiave (un verbo all’infinito) coglie gli elementi essenziali del contesto degli anni 1943, 1944 e 1945 e permette di definire una cornice di senso capace di collegare il passato al presente, di tenere insieme la riflessione storiografica al dibattito culturale e civile. La prima parola-chiave è “disobbedire” di cui viene condivisa una riflessione sul significato storico, politico ed etico. Ieri e oggi.


Relatori Giuseppe Filippetta, già direttore dell’archivio storico e della biblioteca del Senato della Repubblica italiana e autore di L’estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della costituzione (Feltrinelli, 2018)

A cura di Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” – Fondazione Polo del 900.

Data, Orario | Luogo (indicando in ordine l’indirizzo e la sede)

26/10/2023 Galleria delle immagini, Palazzo San Celso, piazzetta Antonicelli 

Titolo evento: Gli internati militari italiani (titolo provvisorio)

Tipologia (scegliere tra proiezione, spettacolo, concerto, incontro, mostra).

Mostra 

Descrizione evento (max 500 battute)

Le iniziative dell’ottantesimo proseguono con una mostra dedicata agli Internati Militari Italiani (IMI), la cui disobbedienza è all’origine di una delle molte forme che la Resistenza italiana ha assunto tra il 1943 e il 1945. Una mostra che riflette e racconta valorizzando gli oggetti e le raccolte documentarie custodite negli archivi di Istoreto, Istituto di studi Gaetano Salvemini, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza. Sono previste proiezioni, visite guidate per la cittadinanza e per le classi. 

Crediti: a cura di Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto), Istituto di studi Gaetano Salvemini, Archivio nazionale cinematografico della Resistenza.

 

Data, Orario | Luogo (indicando in ordine l’indirizzo e la sede)

30/10/2023 – Sala 900, Palazzo San Daniele, piazzetta Antonicelli

Titolo evento: In memoria di Alessandro Galante Garrone

Tipologia (scegliere tra proiezione, spettacolo, concerto, incontro, mostra).

Spettacolo e presentazione

Descrizione evento (max 500 battute)

A vent’anni dalla morte di Alessandro Galante Garrone, figura di spicco della Resistenza, magistrato, storico e protagonista del dibattito culturale dell’Italia repubblicana, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di cui fu uno dei fondatori, lo ricorda in due momenti.

Una lezione recitata scritta da Leonardo Casalino con Diego Coscia, in una produzione della compagnia teatrale Lo Stagno di Goethe, che ne ripercorre la vita e l’insegnamento; il volume: Alessandro Galante Garrone, Per l’eguaglianza e la libertà, a cura di Paolo Borgna, Francesco Campobello e Massimo Vogliotti con un saggio introduttivo di Paolo Borgna (Einaudi, 2023). 

 

Crediti: a cura di Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto), Lo stagno di Goethe, Polo del ‘900

 

Torino: I-MUSE, la prima app che utilizza l’intelligenza artificiale per la visita nei musei

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Politecnico e Università di Torino, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.

 

Nasce I-Muse, la “Musa di tutti i musei”, la prima app che utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza di visita nei musei.

 

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Università di Torino e Politecnico, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito della prima edizione del bando Intelligenza Artificiale. La sperimentazione parte da Torino e coinvolge otto realtà museali: Reggia di Venaria Reale, Museo Egizio, Palazzo Madama, GAM- Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO – Museo d’Arte Orientale, Museo Nazionale del Cinema, Museo Nazionale dell’Automobile e Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli. Insieme a loro, partner del progetto sono Associazione Abbonamento Musei, Osservatorio Culturale del Piemonte e Big Data Analysis Lab del Comune di Torino.

 

Grazie ad I-Muse, sviluppata in collaborazione con la società Synesthesia, e attualmente disponibile per iOS e Android, gli utenti potranno migliorare e amplificare la loro esperienza di visita, con percorsi personalizzati, approfondimenti suggeriti sulla base delle loro preferenze e la possibilità di scoprire sia le opere esposte sia quelli custodite nei magazzini e archivi. Ma non solo. L’app fornisce suggerimenti di visita in altri musei, creando connessioni trasversali e percorsi di visita originali. Se per esempio, alla Pinacoteca Agnelli ci si sofferma su La Baigneuse Blonde di Renoir, I-Muse mostrerà le connessioni con Ritratto di signora di Giovanni Boldini nelle collezioni della GAM. Oppure, se si visita il Museo Egizio e ci si sofferma sulla Statua di Tauret del XII secolo a.C., l’app suggerisce di andare ad ammirare anche la statua DadAndroginErmete del 1987 di Luigi Ontani.

 

Grazie a I-Muse dunque sarà possibile allargare gli orizzonti di visita, superando l’idea di musei separati e mettendo le collezioni in dialogo. I visitatori potranno fruire del patrimonio come se fosse custodito in unico grande museo, a portata di app. E il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico ha progettato a questo proposito venti musei virtuali su temi trasversali, come per esempio il cambiamento climatico, il cibo, il movimento, il tempo che ospitano opere da tutti gli otto musei coinvolti in uno spazio virtuale appunto comune.

 

Il funzionamento di I-Muse è semplice. Una volta scaricata l’app si potranno impostare i temi di interesse a cui si aggiungeranno mano a mano le opere in mostra. Per inserirle nel proprio database basterà inquadrare il Qrcode posto di fianco all’opera. Tutto questo permetterà ad I-Muse di conoscere meglio l’utente e dunque di proporre suggerimenti in linea con il profilo.

 

Tra le molte funzionalità di I-Muse anche il gaming sviluppato dalla società Garycom, con una sezione apposita dell’app che permette di giocare con le collezioni.

 

Tra i vantaggi per i musei non solo quello di offrire una migliore esperienza di visita ma anche di acquisire dati sulle preferenze degli utenti, permettendo così di migliorare i percorsi, ottimizzare gli ingressi anche attraverso ticketing dedicati e più in generale conoscere meglio il proprio pubblico.

 

I-Muse è ideato da un team di ricercatori e nasce dalla collaborazione dei due Atenei torinesi, Università di Torino e Politecnico. I Dipartimenti coinvolti sono quattro: Dipartimento di Scienze economico-sociali e matematico-statistiche dell’Università di Torino, (referente: Giovanni Mastrobuoni); Dipartimento di Management dell’Università di Torino (referente: Nadia Campaniello); Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino (referente: Giovanni Squillero); Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino (referenti: Sergio Pace, Manfredo di Robilant).

 

La sperimentazione di I-Muse parte da Torino a cura di Club Silencio, nell’ambito del progetto Una notte al Museo che ogni settimana permette a un ampio pubblico, con una forte presenza under 35, di vivere i musei in chiave insolita e coinvolgente.

Il 13 settembre, in occasione di un appuntamento dedicato, saranno presentati i dati di questa prima fase di sperimentazione.

 

Nadia Campaniello raccoglie la voce del team di ricercatori e dichiara “L’app I-Muse fa parte di un progetto più ampio, che utilizza un approccio matematico-statistico per studiare il mondo della cultura. L’obiettivo è quello di ampliare in futuro il numero di musei che ne fanno parte, per ampliare l’offerta dei percorsi tra musei diversi”.

 

Con il bando Intelligenza Artificiale, la cui prima edizione è stata lanciata nel dicembre del 2020 dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e la seconda, con dimensione nazionale, nel 2021 con Fondazione CDP, la Compagnia di San Paolo conferma il proprio sostegno a progetti di ricerca innovativi, finalizzati all’avanzamento della conoscenza scientifica nell’ambito dell’intelligenza artificiale e con una ricaduta concreta sul territorio in termini economici e sociali. “– ha dichiarato Francesco Profumo, Presidente della Fondazione torinese – “Un bando proiettato verso il futuro e rivolto a chi, in questo futuro, sarà assoluto protagonista: i giovani. Rientra in questo ambito il progetto i-Muse che ci dimostra quanto sia importante che intelligenza artificiale e il patrimonio museale dialoghino tra di loro al fine di trovare soluzioni innovative per la formazione dei cittadini di oggi e di domani.”

 

Per conoscere I-Muse e scaricare l’app download.aimuseum.art

 

Dov’è finito papà? Una serata con Assemblea Teatro in memoria di Willy Jervis

Sabato 5 agosto, alle ore 21, la piazza Jervis di Villar Pellice (TO) in occasione della serata in memoria di Willy Jervis, ingegnere olivettiano e antifascista, alpinista e partigiano di Giustizia e Libertà, fucilato dai nazisti nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1944, ospiterà la pièce di Assemblea Teatro dal titolo Dov’è finito papa?. Uno spettacolo per chi resta. La rappresentazione nasce da un percorso civile di Renzo Sicco con Arturo Gerace, Elena Cavallo e Tiziana Catalano. La regia è dello stesso Sicco con musiche di Ryuichi Sakamoto e Peter Gabriel. L’evento è promosso anche dalla municipalità di Villar Pellice. “Sebbene, in queste ultime ore, con la conclusione della vicenda di oppressione, ingiusta accusa e carcerazione in Egitto, la vicenda di Patrick Zaki si sia felicemente conclusa, con gioia di tutti noi – dicono ad Assemblea Teatro – sono ancora troppi, nel mondo, i giovani come Patrick, che hanno sofferto, e come Giulio Regeni, Mahsa Amini, Mohsen Shekari che, per la libertà e la democrazia, hanno perduto la loro vita. A tutti loro ed ai troppi giovani scomparsi in Egitto, Iran, e nei conflitti di Siria, Ucraina, Africa, alle loro madri, ai padri e ai parenti tutti, è offerta la nostra memoria e il nostro impegno”. È così che è stato creato Dov’è finito papà?, un vero “spettacolo per chi resta”, la storia del piccolo Giulio (un nome non a caso..) al centro del racconto. È un bambino normale con una vita normale di una famiglia benestante, ma basta un istante perché la sua vita e quella della sua famiglia precipitino nel caos. Mentre sta giocando in camera nella sua casa, una pattuglia sequestra il padre che scomparirà nel nulla per sempre. Oltre al terrore si innestano diverse altre dinamiche che sfaldano decisamente l’intera famiglia. Il dolore, la confusione, lo sgomento, a volte uniscono, il più delle volte dividono le comunità. La paura è costruita apposta, per recidere tutti i legami sociali e così anche i vincoli affettuosi più forti cedono di fronte alla necessità di ognuno di trovare la propria soluzione al dramma. Resta la domanda “dov’è finito papà?” perché, anche dopo, quando è ormai certa la sua morte, scomparso il corpo, non esiste lutto, non esiste una elaborazione della giustizia. Non bisogna andare troppo lontano per trovare Paesi dove la perdita di ogni diritto umano e il potere di sopraffazione sui corpi provocano uragani di questo tipo. La storia simbolica di giovani eroi laici, in una sera in cui si fa memoria di un altro eroe del passato democratico e repubblicano italiano: William Jervis, più noto come Guglielmo o come Willy. I legami della famiglia Jervis con la Val Pellice sono stretti. Il nonno di Willy, un importante geologo britannico che come lui si chiamava William Paget Jervis, aveva sposato una donna valdese di Torre Pellice, Susanna Laura Monastier. Anche Thomas Jervis, il padre di Willy, pur vivendo abitualmente a Milano, era frequentemente in visita alle valli valdesi”. Guglielmo Jervis studiò a Torino, Firenze e al Politecnico di Milano dove si laureò in ingegneria nel 1925. Attivo nel movimento giovanile valdese, Jervis collaborò alla redazione della rivista Gioventù Cristiana e nel 1932 sposò una ragazza fiorentina conosciuta a Torre Pellice, anch’essa valdese, Lucilla Rochat. Nel 1934 il giovane ingegnere passò alle dipendenze della Olivetti. Dopo un breve incarico come direttore della filiale di Bologna, Adriano Olivetti lo chiamò nella sede di Ivrea, affidandogli il compito di pianificare e coordinare la formazione professionale degli operai meccanici della prestigiosa fabbrica di macchine per scrivere. Intelligente, schivo, riservato e, al tempo stesso, estremamente concreto e dinamico, l’ingegner Jervis nutriva una grande passione per l’alpinismo. Amava le montagne, le ascensioni in roccia e fece parte del Club Alpino Accademico Italiano, la sezione d’eccellenza del sodalizio, il fiore all’occhiello del CAI, formato da alpinisti che si erano distinti per le loro imprese sportive. Deciso oppositore del fascismo dopo l’armistizio dell’8 settembre fu tra i primi a organizzare la resistenza armata nella zona di Ivrea. Mettendo a frutto la sua abilità alpinistica e la conoscenza delle lingue, accompagnò più volte gruppi di profughi ebrei e di sbandati in Svizzera, dove entrò in contatto con esponenti dell’esercito e dei servizi segreti militari inglesi dell’OSS che gli affidarono importanti missioni di collegamento con i partigiani italiani. Ricercato da fascisti e nazisti, Jervis raggiunse Torre Pellice e le valli valdesi dove proseguì l’attività partigiana assumendo il nome di battaglia di “Willy” diventando Commissario politico delle formazioni piemontesi di “Giustizia e Libertà”. Dopo essere stato catturato e torturato venne portato a Villar Pellice e fucilato sulla piazza che oggi, in memoria del suo sacrificio, ne porta il nome. Il corpo di Willy Jervis, a spregio e monito, fu poi impiccato a un albero. Il giorno dopo, sul luogo dell’esecuzione, fu ritrovata la Bibbia tascabile che portava sempre con sé sulla quale aveva inciso con uno spillo l’ultimo suo pensiero: “Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea”. Dopo la sua morte, considerando il suo ingegnere un “caduto sul lavoro”, Adriano Olivetti si offrì di mantenere la famiglia di Jervis, chiedendo alla vedova “l’onore di provvedere” a lei e ai figli. Nel 1950 Jervis venne decorato alla memoria con la medaglia d’oro al valor militare. Ecco dunque il valore della scelta di Assemblea Teatro di onorare la memoria di Willy e di tutti i giovani che, nel mondo, cercano di diradare le cupezze (guerre, carestie, crisi climatiche, economiche e democratiche) che il futuro, per ora, sembra continuare a riservarci.

Marco Travaglini

Musei Reali di Torino in prima fascia: un riconoscimento importante

Il Presidente Alberto Cirio: «Importante segnale di attenzione del Governo verso il Piemonte»

L’Assessore Vittoria Poggio: «Abbiamo rafforzato il posizionamento di Torino nel segno dell’autonomia»

 

«L’inserimento dei musei reali di Torino tra quelli di prima fascia è un risultato importante per cui ringrazio il governo e in particolare il ministro Sangiuliano. Il confronto su questo tema era iniziato in occasione della visita del ministro Sangiuliano a Torino per l’apertura del salone del libro, quando il responsabile del dicastero della cultura aveva avuto la possibilità di visitare con i suoi occhi i nostri musei e apprezzarne il valore. Il fatto che in poche settimane quell’impegno sia diventato un atto concreto dimostra l’attenzione che questo governo ha per il Piemonte e per Torino che con questo riconoscimento si conferma meta culturale e turistica e di primo livello e potrà continuare a crescere con l’obiettivo di portare sempre più persone a visitare le bellezze architettoniche, culturali e paesaggistiche del nostro territorio».

 

Così il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio dopo l’ingresso in prima fascia dei musei reali di Torino che saranno in compagni di altri Big come la Galleria Borghese; la Galleria degli Uffizi; la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; le Gallerie dell’Accademia di Venezia; il Museo di Capodimonte; la Pinacoteca di Brera; la Reggia di Caserta. Musei appunto di «rilevante interesse nazionale» dotati di un regime di gestione autonomo dal punto di vista contabile e organizzativo.

 

«Un riconoscimento – ha aggiunto l’assessore alla cultura turismo commercio Vittoria Poggioche rafforza ulteriormente il posizionamento del capoluogo piemontese nella classifica delle città di rilevante interesse culturale e turistico, un fatto tra l’altro dimostrato dal crescente interesse dei turisti verso Torino e il Piemonte che sono ormai una meta turistica inserita nei più importanti circuiti escursionisti europei ed extra europei. Questa certificazione equivale ad un diploma di laurea per uno dei luoghi meglio conservati e più visitati d’Italia che segna anche un momento importante nel segno dell’autonomia gestionale».

Un pomeriggio a Palazzo Conti di Bricherasio

Visite guidate alla dimora storica sei-settecentesca dei Conti Cacherano di Bricherasio e presentazione dell’ultimo libro di Bruna Macaluso

Domenica 30 luglio

Bricherasio (Torino)

Costruito a cavallo fra Sei e Settecento (ai piedi della collina del Castello, dove sorgevano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui Bricherasio, occupata dai francesi, venne riconquistata dalle truppe dei Savoia dopo quaranta giorni di bombardamento), il “Palazzo dei Conti di Bricherasio” aprirà al pubblico le sue porte e il suo vastissimo Parco, con visite guidate programmate per domenica prossima 30 lugliodalle 14,30 alle 19,30.

Per oltre due secoli, magnifica residenza nobiliare dalle eleganti forme barocche, nel dopoguerra, il “Palazzo” di Bricherasio (piccolo comune all’imbocco della Val Pellice, nel territorio dell’“Unione Montana del Pinerolese”) venne adibito a residenza estiva, per poi passare di proprietà dei Conti Calleri di Sala. Qui visse e morì quel celebre Giovan Battista Cacherano di Bricherasio (1706 – 1782), comandante delle truppe piemontesi e austriache che, il 19 luglio 1747, sconfissero i francesi nella battaglia del Colle dell’Assietta e che, nominato poi “vicerè”, pronunciò proprio all’“Assietta” la famosa frase “Dije a Turin che da sì nojàutri i bogioma nen” (“Dite a Torino che noi da qui non ci muoviamo”) che ha dato origine al termine “bogia nen”, da allora affibbiato, in senso positivo, ai torinesi. A cavallo fra Otto e Novecento, nelle stanze del “Palazzo” visse anche Emanuele Cacherano di Bricherasio (Torino, 1869 – Aglié, 1904) che il 1° luglio 1899, nell’omonimo “Palazzo” di via Lagrange a Torino, convocò un gruppo di aristocratici e notabili torinesi, che proprio nel suo studio al primo piano firmarono l’atto costitutivo di una prima società automobilistica che prese poi il nome glorioso di F.I.A.T. e di cui Emanuele Cacherano figurò fra i soci fondatori insieme, fra gli altri, al senatore Giovanni Agnelli. Lo storico evento venne raffigurato nel dipinto commissionato al pittore amico Lorenzo Delleani, in cui Emanuele è  ritratto proprio nel momento della sigla del documento, in qualità di vicepresidente.

Ma, oltre a queste, di storie nel “Palazzo” di Bricherasio se ne incrociano molte altre: da quella di Sofia di Bricherasio (ultima discendente della famiglia, pittrice e filantropa) a quella di Teodoro, secondo comandante della “Scuola di Cavalleria”, fino a quelle, più recenti, legate alla famiglia dei Calleri e, in particolare, a quell’Edoardo Calleri che fu primo presidente della “Regione Piemonte”, presidente della “Cassa di Risparmio di Torino” e illuminato imprenditore.

Storie che torneranno a rivivere nelle visite organizzata per domenica 30 luglio e aperte non solo all’interno dei numerosi locali della dimora storica, ma anche al magnifico Giardino: qui, le visite saranno condotte da otto studenti dell’“Istituto Agrario” di Osasco che, grazie a un progetto di “Alternanza Scuola Lavoro”, sono stati formati sulle peculiarità di questo polmone verde, oltre 4,5 ettari di Parco, dominato da stili che attingono sia dal giardino inglese sia dalla vena del collezionismo botanico. Oggi vi si possono trovare una cinquantina di specie arboree e venti arbustive per un totale stimato di oltre un migliaio di esemplari.

 Alle 17, nell’ambito del Progetto “Bellezza tra le righe”, è prevista anche la presentazione del libro della bricherasiana Bruna Macaluso “La rotta migratoria dell’anima”, pubblicato da “LAReditore”. Ad accompagnare la scrittrice al piano, l’“Atelier Laumin”ensemble composto da Marta Salmin e Martino Laurenti. Al centro del libro il “viaggiare”, un atto fisico, ma soprattutto uno stato mentale. “In un periodo – annota la scrittrice – di costrizioni sociali e imposizioni mediatiche votate alla paura verso chi/cosa ci sta accanto, la possibile salvezza passa anche attraverso i nostri viaggi interiori, in cui l’anima vaga tra ricordi e luoghi ancora da visitare, alla ricerca di oasi pacifiche e di una salvifica conoscenza del Sé”.

 A seguire, per chi vuole, possibilità di aperitivo nel parco, al costo di 14 euro.

 Il costo di ingresso (comprensivo di visita sia agli interni sia al Parco sia della presentazione) è di 8 euroInformazioni e prenotazioni: tel. 366/6866556 o palazzocontidibricherasio@gmail.com

g. m.

Nelle foto: Esterni e Parco del “Palazzo dei Conti di Bricherasio” e Bruna Macaluso

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

21 – 27 luglio 2023

 

VENERDI 21 LUGLIO

Venerdì 21 luglio ore 16.30

VITA, CIBO E DIVERTIMENTO A BISANZIO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

La mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario allestita a Palazzo Madama non consente soltanto ammirare sculture, mosaici, oggetti e monete, ma offre l’opportunità di indagare la vita, le abitudini e le peculiarità di una civiltà a noi meno nota. Imperatori, aristocrazia e clero sono le gerarchie meglio conosciute, ma è sicuramente interessante scoprire la vita quotidiana di quella società. Quali erano le fiere di strada e di piazza che animavano città e vie? Quali spettacoli si allestivano nell’ippodromo? E ancora, quali cibi, interessi e abitudini condividevano?

La visita tematica proposta avvicina a quel mondo e offre interessanti approfondimenti.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

MERCOLEDI 26 LUGLIO

 

Mercoledì 26 luglio ore 17

NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA

MAO – attività per famiglie

L’attività prende avvio dalla visita della nuova mostra Metalli sovrani. Le incisioni e gli sbalzi presenti sui preziosi oggetti esposti provenienti da The Aron Collection saranno lo spunto per l’attività di laboratorio, che prevede la realizzazione di lastrine di rame decorate con la tecnica a sbalzo.

Prenotazione obbligatoria: 011-4436927 – maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo laboratorio €7 a bambino; adulti ingresso ridotto alle collezioni permanenti.

 

Mercoledì 26 luglio ore 19

ARUSHI JAIN. Elettronica contemporanea e classici raga indostani amalgamati in un’armonia perfetta.

MAO – concerto nell’ambito del public program di Buddha10 Reloaded

Arushi Jain è cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente DIY di una tradizione secolare. Le sue composizioni infatti si ispirano ai raga classici indostani, esplorati però tramite una lente ed un’estetica contemporanee e molto attuali.

Jain è cresciuta a Delhi, dove è stata esposta alla musica classica indiana e alla musica tradizionale locale sin dalla giovane età. Successivamente si è trasferita in California per studiare informatica alla Stanford University, dove è stata introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA).

La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichiraga dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella Bay Area.

Il suo ultimo album Under the Lilac Sky è stato pubblicato su Leaving Records nel luglio 2021 ed è stato nominato Global Album of the Month del Guardian, oltre ad aver ottenuto recensioni entusiastiche su Pitchfork, Bandcamp, Boiler Room, Ableton, Resident Advisor, FACT, Crack, DJMag e molti altri.

Recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di Forbes 30 under 30.

I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

“IAAD” e “Raduno di Stile” per il 90° del MAUTO

Davanti alla sede del “Museo dell’Automobile” di Torino, una mostra en plein air con i modelli iconici del design automobilistico

Venerdì 21 luglio

Fra i tanti appuntamenti in programma per spegnere le 90 gloriose candeline del “MAUTO – Museo Nazione dell’Automobile” di Torino (attualmente intitolato a Gianni Agnelli, in precedenza al fondatore Carlo Biscaretti di Ruffia e fra i più importanti e antichi Musei automobilistici al mondo), è sicuramente di particolare rilievo l’iniziativa del torinese “IAAD. – Istituto di Arte Applicata e Design”, fra i principali poli di “Educazione ed Alta Formazione” in Italia ed in Europa nell’ambito del “Design”, che, per l’occasione, ha attivato la propria “community” (sede dal 2017 nel quartiere “Aurora”, all’interno del quartier generale “Lavazza”) organizzando, in collaborazione con la 7^ edizione di “Raduno di Stile” una suggestiva mostra “a cielo aperto”, davanti  alla sede del “Museo dell’Automobile” in corso Unità d’Italia 40.

Venerdì 21 luglio, dalle 17.30 alle 19saranno esposti oltre 40 modelli iconici del design automobilistico presentati dai progettisti del car design dei principali “Centri Stile” italiani e internazionali presenti sul territorio.

Per celebrare l’anniversario, sarà inoltre donata al “Mauto” un’opera d’arte unica, realizzata a mano in Italia da #Anterarte e “IAAD.” su un parafango di una supercar“EFFea, omaggio alla vitalità e alla creatività”, risultato di un viaggio in un mondo di colori, “immaginando di attraversare l’arcobaleno per raccogliere gocce dai toni vivaci e trattenerle sul metallo”.

Lo sfondo giallo, colore di Modena, è un tributo alla solarità della manager Mariella Mengozziprima donna alla guida del “Museo nazionale dell’Automobile” dal 2018 al 2023 e prematuramente scomparsa alcuni mesi fa. “Le linee tracciate – spiegano i responsabili – richiamano quelle della mano e rappresentano le carriere professionali. Alcune si incrociano, altre sono distanti o parallele, ma sono tutte accomunate dal senso di appartenenza al magico mondo dell’automobile. I colori e le linee corrono secondo il senso di marcia, lasciando allo spettatore la curiosità di inseguire le campiture cromatiche per trovare una continuità nei flussi aerodinamici e trasformarle in sensazioni personali”. L’opera sarà firmata dai designer di “Raduno di Stile”.

La community “IAAD.”, in collaborazione con “F.O.R.M.A – Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita Onlus” –  coinvolgerà anche i bimbi del “Regina Margherita” nei festeggiamenti con una giornata di “laboratori creativi” in reparto condotti da un gruppo di volontari tra docenti e designers. Tra le attività proposte: racconti sul designstorytelling attraverso video e immagini, nonché laboratori di disegno su tessuto e carta.

Le attività sono organizzate in collaborazione con il “Mauto” che a sua volta offrirà una visita guidata gratuita ad un gruppo di pazienti in cura all’“Infantile” e con “CARIOCA”, che metterà a disposizione i materiali per i laboratori e alcuni premi per i bimbi.

g.m.

Nelle foto:

–       “Itala 11”

–       “EFFea”

–       “EFFea”

IED e Gallerie d’Italia di Torino presentano il progetto “Il margine fa la pagina. Immagini dai confini della città”

IED e Gallerie d’Italia Sanpaolo presentano il progetto dal titolo “Il margine fa la pagina- Immagini dai confini della città “. Si tratta di ricerche fotografiche inerenti la città di Torino che raccontano storie, vite, peculiarità che vanno oltre gli stereotipi.Rappresentano il secondo capitolo del progetto triennale  di indagine sulla città di Torino dal titolo “Bureau Metamorfosi”, che ha visto la curatela di Giulia Ticozzi, conduttrice del corso triennale di Fotografia dello IED di Torino e la supervisione di Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie di Italia di Torino,  oltre che il contributo di quattro esperti, Maurizio Cilli, Francesca Berardi, Arianna Arcara e Giulietta Fassino,  la guida del docente e fotografo  Luis Aniceto. Questo progetto sarà  visibile dal 18 luglio al 15 settembre presso le Gallerie d’Italia di Torino  nella sala immersiva del museo.

Se la prima tappa di Bureau Metamorfosi aveva esplorato il tema del centro città,  con il nuovo progetto  l’Istituto Europeo di Design  presenta sedici ricerche fotografiche realizzate da altrettanti studenti e studentesse del corso triennale di fotografia, che hanno indagato da prospettive diverse e inedite di vita quotidiana storie e persone che abitano gli angoli periferici della città, dalle molte suggestioni ma dai confini incerti, non solo geografici,  ma anche antropologici e architettonici.

Con un approccio che li ha coinvolti dal punto di vista didattico gli studenti hanno raccontato quartieri come Barriera di Milano,  Madonna di Campagna, Falchera Vecchia, MJrafiori, senza avere vincoli tematici. Ne è  nata un’indagine libera, eterogenea, svincolata dal concetto di “città  dormitorio” e di degrado associato spesso alle zone urbane periferiche.  Il ventaglio di storie è  stato raccontato attraverso una città  rivelata, con una visione capace di superare gli stereotipi di quartiere,  esaltandone la quotidianità  fatta di vita, lavoro e socialità.

Gli sguardi fotografici di studenti e studentesse sono passati dal raccontare la vita di alcune associazioni sul territorio alla trasformazione e abbandono di diversi luoghi, testimonianza di un tessuto industriale passato; dalla prima scuola Ucraina di Torino a quelle situazioni difficili che vedono incrociate generazioni, etnie e gruppi sociali differenti, dalle barriere architettoniche alla quotidianità degli universitari ai protagonisti dello street food per eccellenza, il kebab. Gran parte del progetto di compone di ritratti e street photography, come per esempio in  ‘Crux Via’,  una ricerca incentrata sul parco Dora, vista come baluardo del libero arbitrio, in quanto crocevia immobile e testimone di combinazioni diverse di elementi in grado di dar vita a Infiniti risultati, scenari e istantanee.

“Il margine fa la pagina” si diffonderà a partire dal 18 luglio anchenella città.  Grazie alla collaborazione con GTT, IGP Decaux i manifesti e i progetti fotografici occuperanno gli spazi pubblicitari di strade e pensiline, in una forma di narrazione e restituzione alla città  di ciò  che il progetto vuole esprimere.

“Questo lavoro che segna la seconda tappa di un progetto triennale realizzato in collaborazione con le Gallerie d’Italia di Torino- dichiara Paola Zini, Direttore  Ied di Torino – testimonia come i fotografi siano oggi interpreti del contemporaneo da diversi punti di vista, economico,  sociale, culturale, paesaggistico e sianofigure con molteplici sbocchi professionali che vanno dal fotoreporter alla fotografia di moda, dalla fotografia di prodotto e pubblicitaria a quella editoriale.

MARA MARTELLOTTA

Guido Calleri di Sala, dalle energie rinnovabili alla cultura

Ritratti torinesi

 

Torinese, 55 anni, il suo nome si lega alla dimora storica della famiglia, il palazzo dei Conti di Bricherasio, in provincia di Torino, che egli gestisce da qualche anno.

Esperto nel settore delle energie rinnovabili, Guido Calleri di Sala ha due figli, Melania e Matteo, e il suo nome riporta alla memoria proprio  un palazzo tuttora esistente, che ha vissuto fasti nel passato, il palazzo dei Conti di Bricherasio.

Venne costruito a cavallo tra il Seicento e il Settecento ai piedi della collina del castello, dove sorgevano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui Bricherasio, occupata dai francesi, venne riconquistata dalle truppe dei Savoia,  dopo quaranta giorni di bombardamenti. Nel parco, come testimonianza storica, si può ancora vedere ciò che è rimasto delle mura di quelle fortificazioni. Nel palazzo nacque nel 1706 il conte Giovanni Battista di Cacherano di Bricherasio, comandante delle truppe austropiemontesi che il 19 luglio 1747 sconfissero i Francesi nella battaglia del colle dell’Assietta. Tra Otto e Novecento frequentò il palazzo Emanuele Cacherano di Bricherasio, tra i primi esponenti della nobiltà italiana a intuire le enormi potenzialità dell’industria meccanica volta alla produzione di automobili a uso privato.  Erail primo luglio del 1899 quando Emanuele Cacherano di Bricherasio convocò nel suo studio,  nella sua residenza torinese, un gruppo di aristocratici e notabili per siglare l’accordo costitutivo della prima società che prese il nome di FIAT. Per l’occasione Bricherasio convocò il celebre pittore Delleani, amico di famiglia, per abbozzare il soggetto che ritrasse lo storico evento.

Residenza nobiliare per oltre due secoli, il palazzo dei Conti di Bricherasio venne adibito dal dopoguerra a residenza estiva e fu da quel periodo che iniziò a disegnare l’attuale architettura del parco di oltre quattro ettari, che oggi conta una cinquantina di specie arboree e almeno venti specie arbustive per un totale di oltre mille alberi.

Dominato da stili che attingono sia al giardino inglese di prima maniera sia alla vena del collezionismo botanico il parco presenta grandi macchie arboree che si contrappongono ad ampie radure a prato con laghetti e rigagnoli.

Il palazzo dei Conti di Bricherasio è inserito nei beni culturali sottoposti a  vincolo di tutela dalla Sovrintendenza del Piemonte e fa parte dell’ADSI, Associazioni Dimore Storiche italiane e del consorzio turistico del Pinerolese con cui collabora ad organizzare diversi eventi, quali, per esempio,  quello dedicato al bicentenario della nascita della Cavalleria di Pinerolo oppure il percorso Benessere come quello in programma il 15 luglio prossimo.

Da quest’anno partecipa alla rassegna letteraria, giunta alla sua quarta edizione, dal titolo “Bellezza tra le righe”, in collaborazione con il Castello di Miradolo e con Casa Lajolo  di Piossasco. Sono nove incontri,  di cui il primo inaugurato lo scorso 25 giugno con la presentazione del libro di Beppe Pezzetto,  dal titolo “Pala e Tequila”. Il prossimo 30 luglio presenteremo alle 17 il libro dell’autrice Bruna Macaluso e la rassegna si concluderà  con la presentazione di un libro divertente e al tempo stesso ironico, dal titolo “De rebus brevi” di Marco De Candia, in arte Mark Mc Candy.

“Bellezza tra le righe” rappresenta una rassegna di ottime letture che ogni anno porta autori e libri nei giardini storici di alcune dimore del Pinerolese. In questa edizione sono casa Lajolo,  il castello di Miradolo e palazzo Bricherasio.

“Come ADSI siamo aperti l’ultima domenica ogni mese tra aprile e ottobre, quando i nostri visitatori saranno condotti a conoscere gli interni e il parco. Le visite del parco fanno parte di un progetto in collaborazione con l’Istituto Agrario di Osasco, dove un gruppo di studenti porta i visitatori alla scoperta del parco e delle sue bellezze.

Ad ottobre chiuderemo poi la stagione ospitando le Giornate del Fai d’autunno”.

MARA MARTELLOTTA

Ricordando Andrea Camilleri scomparso il 17 Luglio 2019

 

A Torino l’edizione 2019 di Portici di Carta fu dedicata al grande scrittore siciliano

Tra le tante, questa foto di Camilleri è emblematica della sua esistenza di scrittore e di ricercatore della vita, nel suo studio stracolmo di libri, volumi, quaderni di annotazioni, penne e calamai da collezione, con quel disordine ordinato che fa parte di chi è abituato a districarsi nel suo mondo fatto di tanti oggetti, ricordi, pezzi di storia vissuta da sé e da altri. Alla sua scrivania, con i suoi occhiali, fedeli alleati di giorni e di notti, il suo sorriso ospitale, quel suo sguardo ironico che anche oltre le lenti sapeva giungere all’anima della gente e delle cose.

Ci sono persone che non si ha modo di conoscere nella vita ma che sono entrate pienamente nei giorni di tutti e Camilleri è stata una di queste per molti che hanno scelto i suoi libri e per quanti hanno scelto invece di conoscerlo attraverso il piccolo schermo, con il suo Commissario Montalbano e le tante vicende che lo hanno reso popolarissimo e familiare. Ha traghettato il suo mare siciliano oltre i confini italiani, lui così presente con i suoi libri nelle case del mondo ! Oltre cento libri, tradotti in più di trenta lingue, per trentun milioni di copie vendute soltanto in Italia, con Mondadori e Sellerio editore. Ha fatto parte di quelle persone che non si vorrebbe mai dover lasciare, mai dover dire non ascolteremo più la sua voce ormai familiare che ci narra, dal piccolo schermo, di mondi tutti suoi facendoci partecipare in prima persona come solo lui sapeva fare. Camilleri che sapeva di sapere e per questo si faceva umile senza stancarsi mai di porgere quel suo mondo di conoscenza, di una lunga vita vissuta pienamente !


Il 17 Luglio del 2019 questo prolifico scrittore ha lasciato questo mondo ed in molti lo ringraziarono quel giorno per averli accompagnati per mano per tanti anni nei suoi percorsi, sempre illuminanti, vivi, intelligenti con quella sua capacità di entrare nei mondi delle sue narrazioni e di quanti sapeva dipingere attorno a sé, tratteggiandoli con la sua penna prolifica ed infaticabile ! Non si può che pensare a lui con un sorriso di simpatia come al ricordo di chi è stato caro a tanti per tanto tempo, scandendo giorni, stagioni ed anni e ricordare quando Torino, nell’anno della sua dipartita, gli dedicò Portici di carta 2019 ! Due chilometri di libri nella libreria più lunga del mondo , sotto quegli antichi portici torinesi che videro la nascita dell’Italia e che ci raccontano l’autentica storia sabauda in ogni loro pietra. Quell’anno i librai che ancora sono presenti nel capoluogo piemontese e nella sua provincia, gli editori pedemontani, e sono tanti, i giornalisti , gli scrittori, tutti gli amanti della carta stampata e della lettura si trovarono a rendere omaggio ad un grande siciliano, nato a Porto Empedocle nel 1925, legato indissolubilmente alla sua terra d’origine che contribuì a far conoscere nel mondo.

Patrizia Foresto