CULTURA- Pagina 26

Inseguendo il Liberty

Oltre Torino: storie miti e leggende del torinese dimenticato

È l’uomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nell’arte

L’espressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo l’uomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare. Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo. Non furono da meno gli autori delle Avanguardie del Novecento che, con i propri lavori “disperati”, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto “Secolo Breve”. Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di “ricreare” la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i “ghirigori” del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa l’edera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di un’arte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che l’arte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

 

Torino Liberty

Il Liberty: la linea che invase l’Europa
Torino, capitale italiana del Liberty
Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
Liberty misterioso: Villa Scott
Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
La Venaria Reale ospita il Liberty: Mucha e Grasset
La linea che veglia su chi è stato: Il Liberty al Cimitero Monumentale
Quando il Liberty va in vacanza: Villa Grock

Articolo 5. Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti

Negli articoli precedenti mi sono soffermata su due particolari edifici torinesi assai noti, Villa Fenoglio e Villa Scott, ma, poiché la nostra città è ricca di palazzi e ville in stile Liberty, nei due articoli che seguono vorrei proporre una sorta di “guida turistica” rivolta sia a chi, per caso, si trovi a passare nei dintorni di case e ville Liberty, e sia a chi, per pura curiosità, amerebbe approfondire l’argomento.

Pietro Fenoglio, celebre ingegnere-architetto, figura essenziale per il Liberty torinese, nel 1902 progetta per i fratelli Besozzi il Villino Gardino di corso Francia 12, angolo via Beaumont, dove lo stile floreale si affaccia nelle morbide linee del ferro battuto dei balconi. Nel 1909, sempre per la medesima famiglia, si dedica alla palazzina di via Magenta, e all’ampio isolato situato tra le vie Campana, Saluzzo e Morgari. La Palazzina Ostorero, di via Beaumont 7, del 1900, due piani più sottotetto, è contrassegnata da una raffinata decorazione floreale a graffito, da un tetto a capanna e torrette a tre livelli. La Palazzina Besozzi, di corso Francia 10, ha finestre doppie suddivise da colonne e capitelli, e discrete decorazioni sotto la gronda del tetto in legno. Tra il 1899 e il 1900, l’illuminato costruttore si dedica a Casa Gotteland, di via San Secondo 11. La facciata ha una scansione regolare e simmetrica, le decorazioni si concentrano sul ricco cornicione che corre tra il quarto e quinto piano, sui balconi, sulle finestre, sul portone d’ingresso. Sotto il davanzale, le finestre presentano un motivo decorativo ispirato alle forme di una conchiglia, festoni di fiori ornano i timpani sovrastanti le finestre; un motivo pure a conchiglia si trova nelle ringhiere in ferro battuto dei balconi; il portone d’ingresso in legno e vetri colorati e i fregi dipinti sull’androne ne segnano l’indirizzo apertamente floreale. Nel 1901 l’avvocato Michele Raby commissiona a Fenoglio la propria abitazione privata, da allora conosciuta come Villino Raby, corso Francia 8, vicino a via Beaumont. Una costruzione contrassegnata da un’estrema articolazione degli spazi esterni, a volte arretrati, a volte avanzati, con un originale portico terrazzato utilizzato come ingresso. Di grande rilievo l’originale bovindo angolare decorato da piccole teste di fanciulle. In fondo all’ampio cortile vi è una palazzina di servizio con annesse scuderie, caratterizzata da un tetto conico alla francese. Rimaneggiato nel corso degli anni, il villino nel 2009 è stato acquistato dall’Ordine dei Medici della Provincia di Torino, che si è occupato della sua lunga ristrutturazione. Del 1901 è Casa Boffa Costa, di via Sacchi 28 bis, che doveva necessariamente adeguarsi, per altezza, facciata e dimensioni, agli attigui e omogenei palazzi del tratto del corso porticato. Suggestioni Liberty si evidenziano comunque nelle finestre e nei balconi modellati in pietra artificiale; quattro finte colonne a tutta altezza hanno il compito di snellire il gioco prospettico, armoniosamente ritratto dal tondo dei balconi e il culmine delle finestre. Della vicina Casa Debernardi, via Sacchi 40/42, caratterizzata da due bovindi laterali che si alzano al colmo dei portici, forse Fenoglio ha posto solo la propria firma su di un’opera realizzata da altri. Interessante e aggraziata la facciata che dà sul cortile, con decorazioni Liberty in litocemento. Del 1902 (stesso anno di Palazzo Fenoglio-La Fleur e di Villa Scott) è Casa Pecco, via Cibrario 12, destinata all’affitto di abitazioni e di negozi, che evidenzia un apporto Liberty più modesto e garbato e meno vistoso. Si tratta di un edificio piuttosto imponente, che occupa un isolato trapezoidale nei pressi di via Le Chiuse, contraddistinto al piano terra da un portone in legno, la cui sagoma è ripresa dalle aperture del piano rialzato. Le finestre sono sovrastate da decorazioni geometriche, una cornice con motivi floreali caratterizza il paramento murario del terzo piano. La modellazione del ferro battuto contrasta piacevolmente con i lineari elementi litocementizi dei balconi del primo piano.


Di raffinatissimo stile Liberty è la Palazzina Rossi Galateri di via Passalacqua 14, (una perpendicolare di via Cernaia, alle spalle di piazza XVIII dicembre), segnata da motivi naturali quasi Rococò: tralci di vite, finta corteccia, fiori di grandi dimensioni, bovindi sormontati da terrazzini, e un elegantissimo portone d’ingresso in legno, al di sopra del quale si evidenziano le linee eleganti in ferro battuto del balcone. La costruzione è stata commissionata a Fenoglio dalla contessa Emilia Rossi, figlia del deputato Teofilo Rossi e moglie di Annibale Galatei, conte di Genola e di Suniglia. Squisita la resa armoniosa dei ferri battuti lavoratissimi, i particolari lignei come i telai delle finestre, la luminosa cromia delle vetrate, la morbida decorazione floreale, la bellissima vetrata ovale al piano rialzato e i particolari decorativi della facciata: tutto è studiato nei minimi particolari, ed è reso all’insegna del bello assoluto. Del 1903 è Casa Guelpa, via Colli 4, all’incrocio con corso Vittorio Emanuele 115, in un raffinato Liberty disegnato sui balconi con i motivi a conchiglia (il lato sul corso si richiama, invece, al Neobarocco). Casa Rey, di corso Galileo Ferraris 16/18, risale al 1904. Il palazzo, tra i cinque e i sei piani, ai lati ha due bovindi su tre ordini con vetri colorati e decorazioni floreali; la facciata si distingue per l’alternanza tra intonaco e laterizio in cui qua e là compaiono piccoli mostri su alcune finestre e capitelli su qualche balcone. Le finestre, che più si innalzano e più si alleggeriscono per gioco prospettico e capacità costruttiva, presentano eleganti modanature Liberty. Molto raffinati i quattro portantini in legno scolpito.

Casa Bellia, di corso Matteotti, angolo via Papacino, è caratterizzata da un ampio rosone, con colonnine poste a raggiera nella parte più alta di una simil-torre e cornici a dente di lupo che si alternano a particolari sia orientali che zoomorfi e fitomorfi. Nella parte angolare, un bovindo dalle linee tonde e dalle finestre ad arco, è sormontato da un tetto fatto a cupola piramidale. Particolari i balconi del primo e del terzo piano con finestre a triplice luce. Sempre in via Papacino e ancora con committenza Bellia, nello stesso anno – 1904 – viene edificato un edificio di quattro piani fuori terra, con seminterrati in vista e mansarde laterali a finestre binate. Un bovindo poligonale, chiuso nella parte superiore da un balcone con balaustra in cemento, allaccia due piani. Ornamenti floreali impreziosiscono il portone. Casa Rama, su progetto di Fenoglio, del 1909, in via Cibrario 63, è per noi torinesi del tutto particolare: in questa palazzina Liberty morì Guido Gozzano, il poeta crepuscolare che così ricorda la sua e nostra città: “Come una stampa antica bavarese/ vedo al tramonto il cielo subalpino/da Palazzo Madama al Valentino/ardono l’Alpi tra le nubi accese/È questa l’ora antica torinese,/è questa l’ora vera di Torino”. Cari curiosi e appassionati di Liberty, sarete ormai stanchi e affaticati, allora vi propongo una meritata pausa prima di riprende il tour nel prossimo articolo.

Alessia Cagnotto

“8 settembre 1943 – 2023”. 80 Anni di Resistenza Al “Polo del ‘900” si dà il via alle celebrazioni

Venerdì 8 settembre, ore 18,30

“La Resistenza oggi, ottant’anni dopo”. Sarà questo il lungo fil rouge su cui, venerdì 8 settembre, si inaugureranno al “Polo del ‘900” di Torino (dove il 2 agosto scorso era già stato il presidente Sergio Mattarella, a “benedire” il prezioso lavoro condotto dal Centro sui temi di “Memoria, futuro e partecipazione”), le manifestazioni celebrative a 80 anni, tondi tondi, dall’inizio della “Resistenza” o “Secondo Risorgimento” italiano contro l’oppressione e la dittatura nazifascista. Non casuale la scelta del giorno. Era, infatti, l’8 settembre del 1943 quando il generale e 34° presidente degli USA Dwight D. (Ike) Eisenhower e un’ora dopo, alle 19,42 dai microfoni dell’“EIAR”, il maresciallo d’Italia (nonché capo del governo dal 25 luglio 1943 all’8 giugno 1944), annunciarono l’entrata in vigore dell’armistizio firmato dall’Italia, cinque giorni prima,  il 3 settembre, a Cassibile, con gli anglo – americani. Il 9 settembre sarebbe nato il CNL (Comitato Nazionale di Liberazione). L’armistizio segnò uno spartiacque nella storia italiana: finiva l’alleanza con la Germania nazista, ma contestualmente iniziarono gli ultimi sedici mesi di guerra, mesi terribili, mesi di stragi, bombardamenti e rappresaglie, che portarono al 25 aprile del 1945. Alla liberazione del Paese, alla fine del fascismo e della guerra. Il giorno stesso della firma dell’armistizio gli anglo – americani sbarcavano a Salerno iniziando a risalire verso Nord. Alla fine del 1943 l’Italia Meridionale era sostanzialmente libera e sotto il controllo del governo italiano che intanto, il 13 di ottobre, aveva dichiarato guerra alla Germania. L’esercito regolare, subito dopo la divulgazione dell’armistizio, sembrò sciogliersi come neve al sole (senza alcuna guida, dopo la “fuga di Brindisi”, il giorno dopo l’annuncio dell’armistizio, del re Vittorio Emanuele III e dello stesso Badoglio, fra gli eroi di Vittorio Veneto, con altri membri del Governo): molti soldati tornarono alle famiglie e alla vita civile. Altri si unirono alle formazioni partigiane, in diversi casi prendendone il comando anche grazie alla loro esperienza sui campi di battaglia.

Tutto ciò sarà oggetto di riflessione e discussione della “lectio magistralis” dal titolo “8 settembre 1943: disobbedire” di Giuseppe Filippetta – già direttore dell’“Archivio Storico” e della “Biblioteca” del Senato, e autore de “L’estate che imparammo a sparare. Storia partigiana della costituzione” – che aprirà ufficialmente, venerdì 8 settembre alle 18.30, le celebrazioni dell’Ottantesimo, che proseguiranno per i prossimi tre anni a cura di “Istoreto” (“Istituto piemontese per la storia della Resistenza ‘Giorgio Agosti’”) e degli Enti del “Polo”Alle 17, in “Sala900”, sarà anche accolto per la prima volta il “Comitato d’onore”. Come spiega il presidente Alberto Sinigaglia“Quando la Città di Torino e la Regione decisero che il ‘Polo del ‘900’ sarebbe stato coordinatore delle manifestazioni per gli 80 anni dell’inizio della Resistenza pensammo che sarebbe stato necessario avere accanto i protagonisti di quella storia e i figli dei protagonisti che non ci sono più”. Con il partigiano Bruno Segre, che proprio al “Polo” ha festeggiato lunedì scorso i suoi 105 anni, sono quindi stati invitati Paola e Aldo Agosti, Patrizia Antonicelli,  Lisa e Renzo Levi figli di Primo, Fabio Levi,  Claudio e  Mariapia Donat-Cattin, i cui cognomi identificano insegne prestigiose tra gli Istituti che compongono il “Polo”. Naturale proseguire con Carlo e Alessandra Ginzburg, che si apprestano ad affidare al “Polo” il prezioso archivio di Leone Ginzburg, e ancora con Andrea e Marco Bobbio, Nicoletta Bocca, Alberto e Stella Bolaffi, Andrea Casalegno, Francesco Cordero di Pamparato, Ludovico Einaudi, Margherita Fenoglio, Giovanna Galante Garrone, Anna Giubertoni moglie di Massimo Mila, Andrea Gobetti, Elena Loewenthal, Lodovico Passerin d’Entrèves, Gianguido Passoni, Giuseppe Perotti, Marco Revelli e Fabrizio Salmoni. E non solo. Da Palazzo San Daniele infatti “ si  attendono altre risposte e adesioni”.

Per info“Fondazione Polo del ‘900”, via del Carmine 14, Torino; tel. 011/0883200 o www.polodel900.it

g.m.

Nelle foto:

–       Palazzo San Daniele – “Polo del ‘900”

–       Giuseppe Filippetta

–       Alberto Sinigaglia con il presidente Sergio Mattarella

Riprende “Una notte al Museo”, la rassegna di successo organizzata dall’Associazione “Club Silencio”

“In notturna” andar per Musei

A partire da venerdì 8 settembre, ore 19

Il format è indubbiamente di gran successo. A dirlo sono i numeri che parlano di 75mila persone, in prevalenza under 35 (l’80 %), che dallo scorso gennaio ad agosto hanno aderito all’iniziativa. Su questa, più che incoraggiante, base di partenza, torna, dopo una breve pausa estiva, “Una notte al Museo”, la rassegna firmata dalla torinese Associazione Culturale di via Mantova, “Club Silencio”“per aiutare a valorizzare e a promuovere il patrimonio storico-culturale dei musei e degli edifici storici d’Italia”. Gli appuntamenti, sempre dalle 19 in poi, portano il pubblico alla scoperta del museo in una maniera insolita e originale, coniugando cultura, arte, musica, performance, food & drink, giochi interattivi e visite a spazi e collezioni.

Il primo appuntamento della stagione si terrà venerdì 8 settembre nella suggestiva “Reggia di Venaria Reale”, seguito mercoledì 13 settembre da una delle location più amate, il Museo Egizio di Torino. Il calendario prosegue con cadenza settimanale ed è sempre aggiornato su https://clubsilencio.it .

Tra gli incontri del mese un posto speciale è riservato alla “Vendemmia Reale”, in programma sabato 16 settembre ai “Giardini dei Musei Reali” di Torino, in collaborazione con la “Torino Wine Week”. Sarà la più grande festa della vendemmia in città, alla scoperta di grandi e piccoli produttori, con oltre 50 cantine da tutta Italia e più di 100 etichette. Inoltre per l’occasione si potranno visitare le affascinanti “Cucine Reali”, aperte per l’occasione, oltre al primo piano di “Palazzo Reale”, con la stanza del trono e gli arredi storici, l’“Armeria Reale”, che espone più di 5mila oggetti tra cui armi e armature cinquecentesche e, grazie alle visite guidate con “CoopCulture”, si potrà accedere alla “Cappella della Sindone”, capolavoro architettonico del Guarini.

Un partecipante su due – sottolinea Alberto Ferrari, fondatore di ‘Club Silencio’ ed ideatore di ‘Una notte al Museo’ – non è mai stato nel museo che ospita la serataLa nostra Associazione vuole quindi stimolare la partecipazione attiva dei giovani under 35 alla vita culturale, sociale e democratica del proprio territorio. Per cui facciamo in modo che ogni partecipante alle nostre iniziative trovi un contenuto o viva un’esperienza culturale in un contesto gradevole e divertente, abbattendo quella diffidenza verso la cultura che talvolta resiste. Se partecipa ed esce appagato, sicuramente la volta successiva entrerà in un museo più facilmente”.

L’Associazione “Club Silencio” porta avanti due direzioni progettuali: “una relativa al rendere accessibile il patrimonio artistico-culturale locale ai giovani under 35, l’altra impegnata nel favorire l’‘empowerment’ giovanile locale”. Tra i suoi progetti più noti certamente c’è proprio “Una notte al Museo” (che dal 2017 ad oggi ha toccato oltre 40 musei tra Piemonte, Liguria e Lombardia) oltre a “Earth Day”, tenutosi nel 2023 per la prima volta a Torino con oltre 25mila partecipanti nei “Giardini Reali” per celebrare la “Giornata Mondiale della Terra”.

Per partecipare alle serate di “Una notte al Museo” è necessario accreditarsi sul sito di “Club Silencio” al link https://clubsilencio.it/next-event/

www.clubsilencio.it

Fb e IG @Clubsilencioofficial

Linkedin @Clubsilencio

g.m.

Nelle foto:

–       I “Giardini Reali” per la “Vendemmia Reale”, credit Filippo Masini Studio

–       Le “Cucine Reali” per la “Vendemmia Reale”, credit Filippo Masini Studio

Vinovo, un Santuario e un tunnel segreto

Al centro del Santuario una lapide pavimentale ricorda che lì sotto, un tempo lontano, venivano seppelliti i defunti ma quello era anche un passaggio segreto, una sorta di galleria che, secondo la tradizione popolare, collegava il tempio alla chiesa parrocchiale di San Bartolomeo e al cinquecentesco castello della famiglia Della Rovere. È il Santuario di San Desiderio, primo patrono di Vinovo, posto all’interno del cimitero. Ed è per questo motivo che non è facile trovarlo aperto e per vederlo bisogna approfittare di alcune ricorrenze religiose come la festa patronale alla fine di agosto o di qualche evento particolare. Con un po’ di fortuna è anche possibile contattare il custode che aprirà il portone. Comunque sia, anche se fa parte del cimitero ed è sovente chiuso, è un santuario molto caro ai vinovesi. Le notizie più antiche si trovano nei documenti dei Conti della Rovere e risalgono al Duecento anche se a quell’epoca la chiesa era molto più piccola ed era la sede della parrocchia di Vinovo. Ma c’è anche un’altra leggenda che aleggia intorno al santuario ed è quella che ricorda che sull’antica strada che da Moncalieri portava a Piobesi sorgeva un pilone votivo dedicato alla Madonna Addolorata. Per la rabbia di aver perso al gioco, un ragazzo, transitando da quelle parti, lanciò una pietra contro l’immagine della Madonna dipinta sul pilonetto e un rivolo di sangue cominciò ad uscire dal suo viso. La notizia fece velocemente il giro del paese e centinaia di vinovesi accorsero sul luogo del “miracolo” e da allora il ritratto della Madonna continua ad essere venerato. San Desiderio fa bella mostra di sé in mezzo a due angeli nella lunetta in ceramica sul portale della chiesa. Un altro “miracolo” si può considerare il fatto che il Santuario e la cittadina furono risparmiate dai pesanti bombardamenti della II guerra mondiale e la stessa Vinovo fu posta sotto la protezione della Madonna Addolorata. Una ricca collezione di ex voto, tra cui uno che ricorda il passaggio intimidatorio dei bombardieri sopra Vinovo, è conservata in chiesa. L’edificio religioso fu costruito nel Settecento sulle rovine della cappella originaria di San Desiderio eretta attorno al pilone votivo per conservare l’immagine della Madonna. La cappella era molto diversa dal santuario che vediamo oggi, molto più piccola, non ancora circondata dal cimitero e isolata in mezzo alla campagna. Nel Quattrocento la sede parrocchiale fu trasferita da San Desiderio alla chiesa di San Bartolomeo, patrono di Vinovo. San Desiderio fu ristrutturato più volte nel Settecento e nel 1820 fu edificato il cimitero attorno alla chiesa.              Filippo Re
nelle foto  il Santuario di San Desiderio a Vinovo

Regione Piemonte alla Mostra del Cinema di Venezia

La Regione Piemonte all’Italian Pavilion del Lido di Venezia per presentare fondi, strumenti di sostegno e bandi a favore del cinema e dell’audiovisivo grazie ai 20 milioni di euro messi a disposizione per il triennio 2023-2025 I risultati del primo bando del “Piemonte Film TV Fund”: 8 progetti sostenuti con un finanziamento complessivo di 2,5 milioni che produrranno 9 milioni di investimenti sul territorio. Il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni: «Piemonte modello per altre Regioni»

 

Lido di Venezia, 5 settembre 2023

 

L’Italian Pavilion organizzato da Cinecittà al Lido di Venezia ha ospitato quest’oggi un incontro che ha messo al centro le linee strategiche e i fondi stanziati dalla Regione Piemonte a favore dell’industria del cinema e dell’audiovisivo.  Il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, senatrice Lucia Borgonzoni ha preso parte all’appuntamento nel corso del quale l’Assessore alla Cultura della Regione Piemonte Vittoria Poggioha illustrato l’articolato piano d’azione messo in atto da marzo 2023, tra i più imponenti degli ultimi anni, a conferma dell’attenzione riservata all’intera filiera del cinema e dell’audiovisivo.

Beatrice Borgia, Presidente di Film Commission Torino Piemonte, è intervenuta per esporre i risultati della Fondazione e l’impatto economico che le azioni regionali stanno producendo sull’asse della produzione di lungometraggi e serie tv, anche a seguito delle recenti nuove misure di sostegno al comparto messo in campo dalla Regione con venti milioni di fondi Pr-Fesr: otto milioni per la valorizzazione delle sale cinema e dodici milioni per le produzioni attraverso il «Piemonte Film Tv Fund».

 

«Siamo entusiasti di vedere concretizzato l’impegno della Regione Piemonte per lo sviluppo dell’industria del cinema e dell’audiovisivo. Il fenomeno Piemonte è un ulteriore segnale della positiva ripartenza del cinema italiano, che spero venga preso a modello anche da altre regioni» ha dichiarato il Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni. «I progetti sostenuti dalla Regione danno la possibilità al settore di raccontare il nostro territorio e valorizzare l’eccellenza delle maestranze locali. I risultati ottenuti confermano l’importanza di promuovere la cultura cinematografica e audiovisiva in Italia e la capacità della Regione Piemonte di emergere come polo di produzione di rilievo nazionale e internazionale».

 

«Mai la Regione aveva investito così tanto in un settore strategico per la nostra economia che si sta rivelando anche un affare dal punto di vista economico – ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Vittoria Poggiobasti pensare che tra il 2018 e il 2022 i contributi a sostegno della produzione di lungometraggi, film tv e fiction, tra contributo bando e spesa complessiva hanno generato un moltiplicatore di 4,57. Significa che per ogni euro investito ne sono tornati quasi 5 come ricaduta su indotto e territorio».

A ulteriore dimostrazione del più che favorevole moltiplicatore che il Piemonte Film Tv Fund dimostra di attivare, la Regione Piemonte ha annunciato i titoli degli 8 progetti sostenuti dalla prima sessione 2023 del bando: i 6 lungometraggi e le 2 serie TV hanno ricevuto un contributo complessivo di 2,5 milioni di euro che produrrà una spesa qualificata sul territorio di circa 9 milioni.

Parallelamente, oltre all’impatto economico è l’enorme volume delle attività e  delle produzioni realizzate grazie all’azione e al sostegno di Film Commission Torino Piemonte che contribuisce a valorizzare e posizionare ai vertici nazionali il fenomeno Piemonte: sono ben 217 le produzioni realizzate nel corso del 2022 a cui si aggiungono 58 progetti sostenuti attraverso i bandi della Fondazione, per un ammontare complessivo di 1.024 giornate di riprese in una regione che conta più di 430 tra società di produzione e strutture di servizio, e più di 1.000 professionisti iscritti alla Production Guide del sito www.fctp.it. Numeri che fanno pensare ad un settore costantemente in espansione, dove le società di produzione nazionali e internazionali trovano risorse e professionalità. Un legame identitario e di lunga data quello tra il territorio piemontese e l’audiovisivo, strutturato sempre più in comparto industriale.

L’articolata presenza di progetti sostenuti da Film Commission Torino Piemonte e selezionati a Venezia 80 conferma ulteriormente la salute e il momento di espansione del cinema piemontese che continua a produrre risultati estremamente soddisfacenti con ben 2 lungometraggi in Concorso, «Ferrari» di Michael Mann e «Lubo» di Giorgio Diritti, 4 ulteriori documentari nelle varie sezioni del programma – tra cui «About Last Year», unico titolo italiano selezionato alla Settimana Internazionale della Critica – 3 progetti selezionati al «mercato» Venice Production Bridge e il lancio della 6^ edizione di TFI Torino Film Industry.

«Grande soddisfazione per la prestigiosa e strutturata presenza di Film Commission Torino a questa edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, da un punto di vista artistico e industry. Un risultato che si somma ad un anno che conferma il trend produttivo di altissimo livello raggiunto nel 2022». Così commenta Beatrice Borgia, Presidente della Fondazione, aggiungendo che «solo nel primo semestre 2023 FCTP ha sostenuto 119 progetti, in estate sono proseguiti numerosi set e nel solo mese di settembre abbiamo in partenza altri 6 nuovi progetti».

Premio Pavese 2023, i vincitori

Domenica 10 settembre 2023
Chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo, Santo Stefano Belbo

I vincitori della 40a edizione:
Franca Cavagnoli (traduzione)
Laura Pariani (narrativa)
Paolo Repetti (editoria)
Giovanna Rosadini (poesia)
Rosemary Salomone (saggistica)

vincitori del Premio Pavese 2023, promosso e organizzato dalla Fondazione Cesare Pavese, sono Franca Cavagnoli (traduzione), Laura Pariani (narrativa), Paolo Repetti (editoria), Giovanna Rosadini (poesia) e Rosemary Salomone (saggistica). Domenica 10 settembre alle ore 15 a Santo Stefano Belbo riceveranno il premio e terranno il discorso di approvazione nella chiesa sconsacrata dei SS. Giacomo e Cristoforo, ora auditorium della Fondazione Cesare Pavese (Piazza Luigi Ciriotti, già Piazza Confraternia, 1).

La cerimonia di consegna del premio entra da quest’anno a far parte del programma del Pavese Festival, che inizierà martedì 5 settembre e animerà Santo Stefano Belbo con numerosi incontri e ospiti, tra cui l’assegnazione del Premio Pavese Musica, altra novità di quest’anno, a Claudio Baglioni, un evento con Neri Marcorè e un concerto di Mario Biondi. Per la prima volta, l’assegnazione del Premio Pavese e il Pavese Festival si svolgeranno nella stessa occasione, per rendere omaggio al meglio a Cesare Pavese, riunendo nel suo paese natale personalità di spicco dell’ambiente culturale e letterario italiano.

La giuria che ogni anno assegna collegialmente il premio per ciascuna sezione è presieduta da Alberto Sinigaglia (presidente del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese) ed è composta da Gian Arturo Ferrari (figura di rilievo dell’editoria italiana), Giulia Boringhieri (traduttrice, storica dell’editoria, figlia di Paolo Boringhieri che fu amico e collega di Pavese all’Einaudi), Chiara Fenoglio (docente, saggista, giornalista), Claudio Marazzini (già presidente dell’Accademia della Crusca), Carlo Ossola (filologo e critico letterario), Pierluigi Vaccaneo (direttore della Fondazione Cesare Pavese).

Il Premio Pavese, da quando è sotto l’egida della Fondazione Cesare Pavese, premia i più importanti esponenti del mondo culturale italiano che meglio rappresentano il lavoro culturale di Cesare Pavese. Traduzioni, poesia, narrativa, editoria e saggistica sono i diversi volti in cui si è espressa l’attività intellettuale di Cesare Pavese, un autore fortemente innovatore per la letteratura italiana e ancora oggi una guida sicura per chi vuole districarsi nel proprio labirinto interiore: è infatti l’urlo alla vita che emerge forte dalle sue opere e che il lavoro culturale della Fondazione vuole far emergere e sottolineare. Il Premio Pavese è un omaggio al grande intellettuale e alla sua terra che è stata per lui risveglio, Mito, vita“, dichiara Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese.

Durante la cerimonia, verrà anche lanciata l’edizione 2023 del Premio Pavese Scuole, rivolto a studenti e studentesse del triennio della scuola secondaria di secondo grado, chiamati a confrontarsi con i temi pavesiani attraverso un’interpretazione in chiave personale delle sue opere.

L’ingresso è libero su prenotazione fino a esaurimento posti (prenotazioni sulla pagina Eventbrite della Fondazione Cesare Pavese).
Sarà possibile seguire la cerimonia di domenica 10 settembre anche in streaming sulla pagina Facebook della Fondazione Cesare Pavese.

In calce il link al press kit digitale, contenente il comunicato stampa, le motivazioni, le foto e le bio dei vincitori del Premio Pavese 2023:

Viale Ottavio Mai, lettura corale e condivisa di “Stai Zitta” di Michela Murgia

 

 

 Dopo un’estate terrificante segnata dai fatti di Palermo e Caivano e dagli ennesimi casi di femminicidio, martedì 5 settembre Viale Ottavio Mai riprende la propria programmazione alle 19.00 con la lettura corale e condivisa di “Stai Zitta” di Michela Murgia, dando il via al calendario di eventi in programma fino a fine settembre.

 

L’evento nato da Mind The Gap, il primo Festival Transfemminista Intersezionale di Torino ideato e prodotto da The Goodness Factory, in collaborazione con Break the SilenceProgetto NudəTorino Città Per le Donne Rete al Feminile è un tributo dovuto ad una mente brillante scomparsa troppo presto e rappresenta la necessità di incontro e confronto su temi che non possono più attendere come la paritá di genere, la cultura dello stupro, la responsabilità di ogni persona davanti alla violenza.

 

Viale Ottavio Mai riparte quindi il 5 settembre dalla lettura a più voci di STAI ZITTA di Michela Murgia per continuare la più ampia riflessione sulla costruzione delle comunitá che OFF TOPIC da tempo ha innescato nel quartiere in cui opera: una lettura partecipata in cui tutti e tutte potranno leggere per tre minuti l’estratto che più preferiscono tratto dal libro di Murgia, fra le portavoci del riconoscimento dei diritti più importanti del nostro tempo.

 

In occasione della serata Nora Book proporrá una selezione di libri sui diritti e il transfemminismo.

 

 

IL PROGRAMMA DI VIALE OTTAVIO MAI

 

 

Martedì 5 SETTEMBRE:

Martedì 5/ Viale Ottavio Mai
alle 19:00

Mind The Gap presenta
LETTURA PARTECIPATA DI “STAI ZITTA” – MICHELA MURGIA

Puoi leggere per 3 minuti il tuo pezzo preferito del libro oppure restare ad ascoltare le voci di chi legge!

Programmazione Gastronomica: Rafiki

 

La rassegna di eventi su Viale Ottavio Mai riprende in ricordo di Michela Murgia con una lettura partecipata di uno dei suoi libri più celebri. Durante l’evento potrai prendere parte alla lettura leggendo per 3 minuti il tuo pezzo preferito oppure potrai restare ad ascoltare le voci di chi legge!

 


Mercoledì 6 SETTEMBRE:

Mercoledì 6 / Viale Ottavio Mai

Dalle 19

OFF TOPIC presenta

THE WINNER IS
Giochi da tavolo in Viale Mai! 
Taboo”, Scarabeo”, “Tombola”, “Monopoli”, “Trivial Pursuit”, tavoli da Ping Pong, Dama e Scacchi a disposizione di tutt*!

Mercoledì 6 Settembre i tavoli di Viale Ottavio Mai diventano luogo di sfide, complicità, battaglie a dadi. Vi aspettiamo per una serata di giochi da tavolo e di società da passare in compagnia! “Taboo”, Scarabeo”, “Tombola”, “Monopoli”, “Trivial Pursuit”, tavoli da Ping Pong, Dama e Scacchi saranno a disposizione di tutti e tutte.

 

Giovedì 7 SETTEMBRE:

Giovedì 7 / Viale Ottavio Mai

Dalle 19

KLUG presenta

DEVOZIONI BALEARI
Programmazione Gastronomica: Pinseria

 

Devozioni Baleari, sono emozioni ballabili, la fiducia che riponiamo nella musica, fino a trasformarla in venerazione. Musicalmente nella festa non esiste “mainstream”, non esiste “underground”. Esiste la continua ricerca di suoni che possano legarsi tra loro per fare danzare. Riponendo una base solida nelle sonorità dance, italo disco, funky, house e baleari

 

Venerdì 8 SETTEMBRE:

Venerdì 8 / Viale Ottavio Mai

Alle 21

METRONIMIE FESTIVAL presenta:

“DEBITO” MORA LIVE Presenta “DEBITO” //  SPOKEN MUSIC
Programmazione Gastronomica: Bistrò Takeaway

 

MORA è un progetto di spoken music nato dalla collaborazione tra il pianista Daniele Bettini e il poeta Sebastiano Mignosa. Sabato 9 settembre vi proporremo questo freschissimo esperimento artistico e musicale per vivere assieme una serata tra musica e poesia!

 

Sabato 9 SETTEMBRE:

Sabato 9 / Viale Ottavio Mai

Alle 20
Faro Records e Kallax Records presentano:

WISM LIVE

 

Sabato 9 / Viale Ottavio Mai

Dalle 21

Radio Banda Larga presenta:

RBL (RADIO BANDA LARGA) – Chiara Mantxobas DJ SET

Grazie a una continua esplorazione, la selezione di Chiara Mantxobas è un dialogo eclettico tra generi dance floor oriented, ispirata alla scena clubbing e dei sound-system inglesi, il più possibile contaminata da altro, e una predilezione per bassi e imprevedibilità. Una volta al mese espande ancor di più la sua ricerca con lo show Moto Vario su RBL radio, attraversando un fiume di suoni che scorrono scostanti, si incontrano e si mischiano raccontando un viaggio, da ascoltare, sentire, ballare o immaginare.

 

Sulla rotta dei Re, alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Il 10 settembre tornano le #CamminateReali, il terzo tour a piedi ti porta in atmosfere d’altri tempi, tipiche ambientazioni rurali e uno scenario incomparabile con la straordinaria Residenza Reale Sabauda opera dell’architetto Filippo Juvarra.

Quando: 10 settembre
Partenza e arrivo: Palazzina di Caccia di Stupinigi
2 percorsi, da 10 e 20 km

ℹCosto e iscrizioni https://camminatereali.it/camminate-reali/itinerario-3/

Con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di Nichelino

Residenze Reali Sabaude Camminate Reali Fondazione Compagnia di San Paolo

Festa patronale a Chieri senza il Tesoro del Duomo

“Ci vuole ancora un po’ di pazienza, l’esposizione è prestigiosa e richiede un allestimento particolare, forse per Natale, se sarà possibile..”. Don Marco Di Matteo, parroco del Duomo di Chieri, è tassativo. Per la festa patronale della Madonna delle Grazie a Chieri (1-10 settembre) non ci sarà nessuna mostra straordinaria del Tesoro del Duomo come era stato ipotizzato alcuni mesi fa.
Bisognerà aspettare ancora, anche perché bisogna trovare un luogo sicuro e adeguato per custodire il Tesoro che cinquanta anni fa fu rubato con un furgoncino. In pochi a Chieri ricordano quel giorno, una triste storia per l’arte e la fede dei chieresi. Cosa accadde la sera dell’11 luglio 1973? Agili come gatti, alcuni individui, si calarono dal tetto ed entrarono in Duomo. Aprirono le vetrine espositive collocate nella Cappella Gallieri e razziarono tutto quello che trovarono.
Con un furgoncino spariva il ricco e splendido Tesoro del Duomo di Chieri. Era composto da trentasei “pezzi” tra cui preziose reliquie della cristianità contenute in contenitori in argento dorato, il più antico dei quali risalente al 1230. La Pro-Chieri offrì una taglia da 1 milione di lire per ritrovare la refurtiva. Tra il 1974 e il 1981 furono recuperati diciannove oggetti dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Tra questi il reliquario del braccio in argento di Santa Basilissa realizzato nel Trecento senza però la reliquia della Santa e senza l’anello d’oro donato da Papa Sisto IV al Duomo chierese.
Francesco della Rovere, nato a Celle Ligure e futuro Pontefice, aveva soggiornato a Chieri nel 1430 per studiare nel convento di San Francesco (oggi il Municipio). Gli oggetti furono ritrovati privi di alcune parti e senza reliquie. Ad oggi mancano ancora diciassette “pezzi”, le statue-reliquiari della Madonna col Bambino, di San Giovanni Battista, di San Giuliano, di Santa Genesia, di Sant’Apollonia, di Santo Stefano e San Saba, di San Bartolomeo, il reliquiario della Misura del corpo di Gesù Cristo oltre a sacre suppellettili come cinque calici, un ostensorio, una croce d’oro, una placca e una navicella, oggetti tutti fotografati negli anni Cinquanta.
Dopo i furti napoleonici in cui decine di carri carichi di dipinti, statue e mobilio partirono dai monasteri e dalle chiese di Chieri, il furto del Tesoro del Duomo nel 1973 fu un colpo durissimo per Chieri e i chieresi e non l’ultimo. Seguirono infatti altri furti riducendo sempre di più il patrimonio artistico e religioso della città. Il Tesoro recuperato è oggi custodito in un luogo segreto e si sta cercando di farlo tornare a Chieri e di collocarlo in un posto adeguato e super sicuro. Molti chieresi, soprattutto i più giovani, non sanno neanche che esiste e tanti altri ne hanno un ricordo approssimativo.                         Filippo Re

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

Sabato 2 e domenica 3 settembre

In occasione di Autolook Week, ingresso ridotto a 8 € per visitare le collezioni permanenti di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO Museo di Arte Orientale

Domenica 3 settembre

BUDDHA10 RELOADED

MAO – chiude la mostra

(comunicato stampa in allegato)

Giovedì 7 settembre ore 19

CROSSING BORDERS. SHIGERU ISHIHARA (Dj Scotch Egg/Scotch Rolex) e SHIN HYO JIN.

MAO – performance in occasione del finissage di Buddha10 Reloaded

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

1 – 7 settembre 2023

 

 

 

SABATO 2 SETTEMBRE

 

Sabato 2 e domenica 3 settembre, in occasione di Autolook Week, ingresso ridotto a 8 € per visitare le collezioni permanenti di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e MAO Museo di Arte Orientale

 

Sabato 2 settembre ore 16.30

I FASTI DEL BAROCCO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Entrare a Palazzo Madama per essere accompagnati in una visita che garantirà un’ampia descrizione del periodo barocco. Nel Palazzo i fasti dell’epoca sono evidenti, roboanti, splendenti: è un vero e proprio linguaggio di lusso che rappresenta la magnificenza della Torino di Sei e Settecento. Filo rosso del racconto saranno gli artisti di corte, i viaggi, il gusto per il collezionismo e, in generale, la passione e la consapevolezza del potere dell’arte. Sarà possibile, infatti, ammirare capolavori quali le tele di Orazio Gentileschi, Bartolomeo Caravoglia, Sebastiano Conca: alcuni dei nomi di spicco esposti nelle sale auliche del museo. Opere che costituivano i sontuosi sistemi decorativi dei palazzi della nobiltà sabauda e della dinastia regnante convergendo in un racconto iconografico tutto da scoprire in una visita ad hoc.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

DOMENICA 3 SETTEMBRE

 

Domenica 3 settembre

BUDDHA10 RELOADED

MAO – chiude la mostra

Chiude la mostra Buddha10 Reloaded, un dispositivo aperto capace di mettere in questione valori e conoscenze, un’esposizione multisensoriale che accompagna i visitatori in un percorso di consapevolezza sul significato degli oggetti esposti e sulla loro capacità trasformativa.

www.maotorino.it

 

Domenica 3 settembre ore 16.30

TRA GOTICO E RINASCIMENTO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Un itinerario che offre la possibilità di conoscere le collezioni di Palazzo Madama traendone una visione d’insieme. Il museo contempla un ampio percorso stilistico, cronologico ed espositivo; per questo motivo, previa presentazione generale delle opere in esso custodite, la visita rivolgerà un particolare focus all’arte gotica e rinascimentale. Ci si soffermerà quindi sul Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, sulle opere dell’artista borgognone Antoine de Lonhy, continuando con artisti quali Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. È un’occasione per conoscere il Museo Civico d’Arte Antica di Torino con uno sguardo rivolto ai secoli XV e XVI, quando il Rinascimento e le nuove correnti artistiche raggiunsero il territorio e diedero spunti nuovi a un Nord-Ovest pronto ad accogliere le importanti novità.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

GIOVEDI 7 SETTEMBRE

 

Giovedì 7 settembre ore 19

CROSSING BORDERS. SHIGERU ISHIHARA (Dj Scotch Egg/Scotch Rolex) e SHIN HYO JIN.

MAO – performance in occasione del finissage di Buddha10 Reloaded

Crossing Borders, ultimo appuntamento del public program Evolving Soundscapes a cura di Chiara Lee e freddie Murphy, è una performance composta dal produttore giapponese Scotch Rolex (alias DJ Scotch Egg/Scotch Rolex) insieme alla percussionista coreana Shin Hyo Jin, originariamente concepita per SOUND(ING) SYSTEMS 2021, una serie curata da Nik Nowak nell’ambito della mostra Schizo Sonics al Kesselhaus, KINDL – Centro per l’Arte Contemporanea di Berlino.

Il pezzo interroga le risonanze politiche e sonore dei confini fisici e virtuali. Scotch Rolex e Shin Hyo Jin mescolano musica elettronica sperimentale con tradizionali percussioni coreane cerimoniali, andando oltre i confini, in un rituale mistico e spirituale.

Il produttore giapponese Shigeru Ishihara è noto soprattutto come DJ Scotch Egg, il leggendario inventore della gameboy breakcore. Ishihara ha assemblato brani rivoluzionari per quasi due decenni e non è estraneo alla collaborazione; suona con Kiki Hitomi di King Midas Sound nel gruppo dub-pop WaqWaq Kingdom e con i pionieri dell’electro-shoegaze Seefeel. Di recente poi, con il nome Scotch Rolex, ha collaborato con la scena ugandese legata a Nyege Nyege.

Shin Hyojin si è formata in musica e arti tradizionali coreane da maestri come KIM Duk-Soo della Performing Arts Troupe Samul Nori Hanullim, KIM Dong-Won, membro del Silk Road Ensemble e LEE Yoon-Seok dei Goseong Okwangdae. Si è esibita con il gruppo Samulnori ChonDungSori e con l’Ensemble di spettacoli tradizionali coreani DoodulSori.

Dal 2006 è co-fondatrice e membro di Ensemble~su, un progetto sperimentale e interdisciplinare volto a espandere le forme contemporanee di suono e movimento in collaborazione con artisti di diversi generi e background culturali.

In occasione della performance verrà presentato al pubblico il vinile Co-existence, una co-produzione del MAO e del Mercato Centrale di Torino a cura di Chiara Lee e freddie Murphy – registrato e mixato da Shigeru Ishihara durante la sua residenza d’artista al MAO nel febbraio 2023, diventata anche parte dell’omonima installazione site-specific presso le Antiche Ghiacciaie del Merco Centrale: un materiale sciamanico composto dall’eco di suoni delle feste buddhiste e scintoiste giapponesi mescolato alle vibrazioni delle opere del museo e al riverbero naturale delle volte delle ghiacciaie, un tessuto sonoro che trascende i suoni rituali tradizionali per farsi universale.

Crossing borders sarà anticipato in Salone Mazzonis da un momento rituale condotto dalla monaca buddhista Elena Seishin Viviani, che consacrerà la statua del Buddha assiso in dhyānamudrā tramite la cosiddetta “cerimonia di apertura degli occhi”, un atto cerimoniale che ha lo scopo di conferire a nuove immagini del Buddha proprietà spirituali, consacrandole e trasformandole in oggetti di culto.

I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

 

 

 

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html