CULTURA- Pagina 108

Piccole riflessioni morali tra laicità e religiosità

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Mario Soldati, una volta, guardando insieme a me, il cielo stellato di una sera d’agosto a Tellaro, mi disse: “Guardiamo in alto alla costellazione dei valori“. Fu una frase detta all’improvviso senza ulteriori approfondimenti, forse poteva essere anche una citazione che non sono mai riuscito a rintracciare. Questa frase mi è tornata in mente l’altra sera quando, nonostante i divieti, ho visto dalla mia terrazza dei fuochi d’artificio che non si sarebbero potuti fare. Ho pensato alla solida costellazione dei valori e agli effimeri colori pirotecnici. Ed ho colto una differenza abissale tra un sistema di valori e la chiacchiera a cui siamo abituati, volta a  narcotizzarci privandoci dei punti cardinali dell’ esistenza.

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L’opera volta a scristianizzare la società senza renderla più laica ,ma volgare ha raggiunto con la massificazione il massimo del suo effetto negli ultimi decenni durante i quali ogni regola etica, anche quelle del diritto naturale, è stata rifiutata ed  è prevalsa l’idolatria del denaro e del successo.
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Il sesso è  diventato un’ossessione ,specie quello che non si esprime secondo natura e diventa un orgoglio praticare e persino ostentare. Parlare di decadimento dei costumi appare un aspetto ormai consolidato e persino l’istituto del matrimonio come fondamento della famiglia naturale – sono parole della nostra Costituzione – sembra qualcosa da cui molti giovani rifuggono ,forse pensando alle responsabilità che certe scelte implicano. Per altri versi, il divorzio in tempi brevisssimi ha tolto oggettivamente l’importanza di una scelta fatta davanti ad un prete o ad un sindaco. Dov ‘è finita la costellazione dei valori di cui parlava Soldati che certo contemplava anche a volte scelte libertine ,ma in un contesto in cui ,ad esempio, la famiglia appariva fuori discusssione. Nel mondo intellettuale, a dare un forte scrollone è stato sicuramente Nietzsche con la teoria del superuomo e il suo dichiarato anti Cristianesimo. Prima ancora Marx aveva considerato la religione oppio dei popoli. E’ sicuramente vero che le religioni hanno delle colpe e hanno commesso dei gravi errori e sono state motivo di intolleranza e di persecuzioni,come aveva denunciato Voltaire. Ma il Vangelo ha rappresentato,come diceva Benedetto Croce, la più grande rivoluzione – incruenta – dell’umanità per cui “ non possiamo non dirci cristiani“. Croce tendeva a vedere nel suo storicismo  idealistico   il superamento della religione da parte della filosofia come momento di  sintesi di stampo hegeliano. Ma Croce riconosceva i valori fondamentali  della civiltà  “ laica o non laica che sia“. Il superomismo che arriva a D’Annunzio, ha radici antiche nel mito di Prometeo e di Icaro che rappresentano il tentativo dell’uomo di liberarsi da ogni giogo .Anche il mite Gozzano parlerà di “Dio, patria,umanità ,parole che i retori han reso nauseose“.
Anche la stessa civiltà delle macchine nata dalla spinta al progresso del Positivismo, che vedeva nella scienza una nuova religione, ha contribuito a relegare nell’ombra la costellazione dei valori.
Nel film di Luchino Visconti “ La caduta degli dei “ appare molto ben rappresentata la vicenda travagliata di una famiglia tedesca alla vigilia della dittatura  del Nazismo che a sua volta sarà una forma di  plumbeo e sanguinario neo Paganesimo, come il fascismo una manifestazione di cattolecismo ateo.In alcuni di quei personaggi si può vedere la perversione lussuriosa e viziosa della borghesia che in modo diverso troviamo in Musil e in Moravia. La tabula rasa di ogni valore per molti si identifica con l’essere laici, mentre in realtà essa è la desertificazione della vita. Il tramonto dell’ Occidente e della sua civiltà appare inarrestabile con sempre nuovi barbari che vogliono imporre il loro dominio. Il fatto che molti non rispettino neppure le regole più elementari contro il contagio della pandemia rivela la mancanza di rispetto al valore della vita che appare secondaria in rapporto ad una visione ludica dell’esistenza che due grandi laici come Croce e Salvemini  rifiutarono indicando modelli austeri e severi di vita ,tutti giocati nell’al di qua dell’esistenza umana. In grandi laici come Francesco Rufffini e Arturo Carlo Jemolo troviamo ansie religiose profonde che danno un senso alla loro vita e alle loro opere  che sono state troppo presto archiviate. I diversi relativismi etici hanno creato dubbi e sbandamenti perché l’etica  deve tendere necessariamente a  stabilire criteri universali, almeno nelle grandi scelte della vita e della morte. In questo quadro la religiosità è un modo di atteggiarsi alla vita con umiltà e senza spavalderie:  Timor Domini initium sapientiae, c’era scritto nei cortili salesiani di un tempo. Il timore di Dio non c’è più e ci sentiamo autorizzati ad agire di conseguenza. La morte di Dio annunciata da Nietzsche, filosofo della modernità e dell’ateismo, comporta che essere timorati di Dio sia privo di senso e tutto sia consentito, ”al di là del bene e del male.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Migliaia di visitatori al Museo del Cinema

Nel weekend di Ferragosto il Museo Nazionale del Cinema di Torino è stato visitato da circa 3.000 persone, equamente distribuite nei 3 giorni.

“È un buon risultato – commenta Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino – e siamo soddisfatti di come sta andando l’estate e contenti che il museo continui a essere una delle mete privilegiate a Torino”.

“I dati di questo weekend, che sono in linea con quelli di agosto, dimostrano che abbiamo fatto la scelta giusta nel tener aperto tutti i giorni – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema – con la speranza di aver contribuito alla ripresa del sistema museale cittadino”.

In più di cinquemila in visita a Palazzo Madama, Gam e Mao

Sono 5.147 le persone che hanno scelto di trascorrere il periodo di Ferragosto in città all’insegna dell’arte e della cultura e di visitare, tra il 13 e il 16 agosto 2020,Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e il MAO Museo d’Arte Orientale.

 

L’accesso contingentato a un numero limitato di visitatori ha garantito le visite in massima sicurezza, e in questo contesto 2.074 persone hanno visitato Palazzo Madama, 1.861 la GAM e  1.212 il MAO.

 

In particolare, il picco di ingressi si è registrato il giorno di Ferragosto, giornata di apertura alla tariffa speciale a 1 €. In 1.314 hanno infatti visitato Palazzo Madama, in 641 il MAO e in 708 la GAM, per un totale di 2.663 persone che hanno scelto di passare la giornata di festa nei musei della Fondazione.

Mosaici nascosti a Santa Sofia

Noi siamo con Santa Sofia ma nell’ex basilica cristiana a Istanbul sta accadendo qualcosa di sconcertante. A tre settimane dalla riapertura della chiesa della Divina Sapienza al culto islamico, ai turisti vengono ora nascosti anche i mosaici.

C’era da aspettarselo anche se il presidente turco Erdogan aveva promesso esattamente il contrario: mosaici, immagini sacre e icone sarebbero state visibili ai turisti e coperti con teli e tappeti solo durante la preghiera islamica. Invece, tra lo stupore generale, da quasi un mese i mosaici di oltre mille anni fa e gli affreschi che abbelliscono l’interno di Santa Sofia sono ancora coperti e nascosti da lunghi drappi bianchi. Pertanto, almeno per il momento, non sono esposti ai visitatori neppure dopo le preghiere islamiche. Quando torneranno visibili? Nessuno lo sa, quel sistema di tendine, di cui si parlava di recente, per coprire e scoprire icone e mosaici sembra svanito nel nulla. Solo ieri il Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi” aveva espresso molte perplessità sulla decisione presa dall’uomo forte di Ankara Recep Tayyip Erdogan di riaprire Santa Sofia al culto musulmano. “Noi siamo con Santa Sofia, si legge nel documento del Coordinamento piemontese interfedi firmato, tra gli altri, da Giampiero Leo, Ermis Segatti, Younis Tawfik e Idris Abd Al Razag Bergia, perchè non solo le persone ma anche i simboli e i luoghi sacri possono diventare vittime di decisioni ispirate da ragioni di potere aprendo una profonda ferita nel delicato rapporto tra islam e cristianesimo e tra Oriente e Occidente. E per questo motivo diventa importante la posizione assunta dall’imam Yahyah Pallavicini, presidente della Coreis (Comunità Religiosa Islamica) secondo cui Santa Sofia dovrebbe tornare a essere chiesa cristiana”.

Filippo Re

Ferragosto al Museo Nazionale del Risorgimento

Il Museo Nazionale del Risorgimento sarà aperto anche nel weekend di Ferragosto con il consueto orario 10.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.30 – chiuso lunedì 17 agosto)

Nelle giornate di venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 agosto alle ore 15.30 sono proposte visite guidate all’esposizione permanente. È possibile prenotare telefonando al n. 011 5621147; in alternativa ci si può registrare direttamente in biglietteria prima dell’inizio della visita (fino ad esaurimento posti)
Per i gruppi organizzati (min 5 – max 10 persone) la prenotazione è obbligatoria; occorre inviare una mail a prenotazioni@ museorisorgimentotorino.it

Mostra TRANSMISSIONS people-to-people

Prosegue fino al 30 agosto la mostra “TRANSMISSIONS people-to-people. Fotografie di Tiziana e Gianni Baldizzone”, arricchita di nuovi contenuti video visualizzabili dai visitatori sui propri dispositivi grazie a un QRcode: 11 brevi filmati in cui i fotografi invitano il pubblico a scoprire bonus e contenuti extra degli scatti in mostra: foto inedite, interviste e storie di Maestri e Allievi protagonisti del progetto Transmissions. La visita alla mostra è inclusa nel costo del biglietto di ingresso al museo.

Weekend di Ferragosto alla Pinacoteca Albertina

Nel weekend di Ferragosto la Pinacoteca Albertina aspetta i visitatori con la sua collezione, con la Sala dei Cartoni Gaudenziani, recentemente riallestita, e con la splendida mostra Incanti Russi. Opere pittoriche di tradizione dall’Accademia Glazunov di Mosca.

Giovedì 13/08: 10-18

Venerdì 14/08: 10-18

Sabato 15/08: 10-18

Domenica 16/08; 10-18

Lunedì 17/08: 10-18

ultimo ingresso alle 17.30

http://www.pinacotecalbertina.it

Alla scoperta del castello del concerto di Ferragosto

A Valcasotto è  tutto pronto per la 40a edizione del Concerto di Ferragosto nel Castello Reale nel territorio di Garessio. Sarà un concerto inedito, come da tradizione con l’Orchestra Bartolomeo Bruni, ma solo con archi, arpa e percussioni. In tutto 31 elementi distanziati sul palco. Per la prima volta nella sua storia, il Concerto si tiene a porte chiuse. Nel cortile del castello ci saranno solo un centinaio di persone invitate.

LA CERTOSA DI CASOTTO – La posizione magnifica che la contraddistingue e lo scenario spettacolare che la avvolge, una bellissima e florida esibizione della natura, rende unico e prezioso questo luogo, monastero all’origine e successivamente trasformato in una romantica residenza appartenente alla dinastia dei Savoia

Abbandonata la vocazione venatoria, attualmente è una felice oasi naturale appartenente alla Valle Monregalese nella provincia di Cuneo, un bellissimo territorio decorato da laghi alpini, ricco di torrenti, fungaie e tartufaie naturali, sentieri panoramici e rifugi montani.Inserita da poco nel circuito turistico delle Residenze Sabaude, ma non ancora visitabile all’interno, la Certosa di Casotto fu fondata dai frati certosini intorno al 1170 ma non si hanno reali informazioni sul progetto iniziale della costruzione. Dedicata in origine alla preghiera e alla meditazione, distrutta e ricostruita più volte anche grazie ai progetti dell’architetto Bernardo A. Vittone, con l’invasione francese di fine ‘700 e con l’abolizione degli ordini religiosi, nel 1802 i frati dovettero infine lasciarla definitivamente. Si sa di certo che fu acquistata e riconvertita in dimora reale da Carlo Alberto di Savoia che ne fece una residenza estiva. Della nuova veste di fine ‘800 se ne occuparono architetti e pittori come Dionigi Faconti e Angelo Moja. La chiesa di certosina semplicità divenne la Cappella Regia più ricca e ricercata. Altre parti furono ricostruite, soprattutto gli ambienti a nord, dove lo stile Sabaudo è decisamente evidente. Attualmente La Certosa è sotto tutela dei Beni Culturali e Ambientali della Regione Piemonte.Forte è l’auspicio di vedere questo capolavoro e vanto piemontese aperto al pubblico, perché tutti possano ammirare il valore e la bellezza di un testimone che ha visto l’avvicendarsi di importanti eventi storici che hanno donato una traccia preziosa in mezzo ad una natura maestosa.

Maria La Barbera

Ferragosto ai Musei Reali. Aperture straordinarie, tariffe speciali

E un ricco calendario di appuntamenti

 

Nella settimana più calda dell’anno, i Musei Reali sono pronti ad accogliere i visitatori con una fitta agenda di appuntamenti. Sabato 15 agosto vi aspettano dalle 9 alle 19 con ingresso straordinario a 5 Euro: un’occasione perfetta per incontrarsi nei raffinati e ampi spazi di Palazzo Reale, ammirare le ricche collezioni dell’Armeria e della Galleria Sabauda, fare un tuffo nel passato di Torino al Museo di Antichità e godersi un po’ di refrigerio nel Boschetto e nel Giardino Ducale. Per i giovani tra i 18 e i 25 anni è attiva la consueta tariffa speciale a 2 Euro. Lunedì 17 agosto Palazzo Reale con l’Armeria e la Cappella della Sindone sono aperti straordinariamente dalle 10 alle 19 con biglietto speciale da 10 Euro. Restano invariate gratuità e tessere convenzionate in vigore.

 

Speciale Ferragosto Reale

In occasione delle feriae Augusti, istituite nel 18 a.C., sabato 15 agosto alle ore 16.30 si terrà la visita speciale Ferragosto con Augusto. Percorrendo l’atrio della Galleria Sabauda, in cui sono state recentemente allestite alcune statue romane, adulti e bambini sono invitati a scoprire la figura dell’imperatore e a osservare due antiche sculture sbiancate dal tempo, per poi provare a colorarle su carta secondo le indicazioni dell’archeologo o della propria fantasia. L’attività per famiglie è compresa nel costo del biglietto, per informazioni e prenotazioni info.torino@coopculture.it.

Sabato 15 e domenica 16 agosto, alle ore 12 e 15, l’itinerario Bentornato a Palazzo! è visitabile con gli storici dell’arte e le guide di CoopCulture, alla scoperta delle sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale, con l’Armeria e la Galleria della Sindone, per scorgere anche il restauro “a vista” dell’altare della Cappella. Il percorso, della durata di un’ora, è fruibile in gruppi composti al massimo da 8 persone, al costo di 7 euro oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali.

Sabato 15 e domenica 16 agosto, alle ore 12, Ritratti di Corte è il nuovo percorso guidato dedicato alla conoscenza di chi ha abitato gli appartamenti privati del secondo piano di Palazzo Reale, i principi ereditari della dinastia sabauda.

Sabato 15 agosto alle ore 18, le visite guidate continuano nelle Cucine Reali con Letture in cucina, per comprendere la vita di corte attraverso i menù, dai pasti quotidiani ai ricevimenti.

Entrambi i percorsi sono visitabili in gruppi composti al massimo da 8 persone, al costo di 7 Euro per la singola visita.

 

Per una visita individuale, è possibile scaricare MRTl’App ufficiale dei Musei Reali comprendente l’audioguida completa con oltre 35 ascolti, oppure acquistare al Museum Shop la nuova guida a stampa I Musei Reali di Torino, realizzata in collaborazione con CoopCulture e pubblicata da Allemandi Editore in italiano, inglese e francese.

 

Cinema Reale

Venerdì 14 agosto alle ore 18 le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture, offrono al pubblico una visita speciale dedicata al mondo del cinema per svelare come gli ambienti di Palazzo Reale abbiano ispirato famose produzioni. È possibile prenotare la visita chiamando il numero 011.19560449 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13. Il costo della visita è di 7 euro, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali.

 

Dal virtuale al Reale

Se l’esperienza di visita virtuale è fruibile attraverso la piattaforma èreale (ereale.beniculturali.it), ogni mercoledì e venerdì alle ore 17 gli approfondimenti tematici tornano in museo con il programma Dal virtuale al Reale. Curatori e tecnici dei Musei Reali conducono i visitatori alla scoperta di opere e luoghi meno noti, rivelando inedite curiosità. Mercoledì 19 agosto la curatrice archeologa Gabriella Pantò presenterà L’immaginario e la memoria. I Longobardi e il culto degli antenati. Le collezioni di Palazzo Reale. La visita costa 7 euro, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali.

 

Attività ai Giardini Reali

Nel weekend continua l’esperienza Welcome green, osservazione guidata alla scoperta delle specie floreali e vegetali che impreziosiscono i Giardini Reali, in programma domenica 16 agosto alle ore 16, al costo di 7 euro. È possibile acquistare il biglietto online sul sito dei Musei Reali www.museireali.beniculturali.it, prenotarsi con un’e-mail all’indirizzo info.torino@coopculture.it o chiamando il numero 011 19560449 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13, oppure rivolgersi direttamente in biglietteria il giorno dell’evento o nei giorni precedenti.

 

Le attività del Caffè Reale

All’interno della suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale, è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una cornice unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Venerdì 14 agosto, i sapori della tradizione piemontese tornano protagonisti grazie alla lezione di cucina sotto il porticato. I partecipanti potranno imparare a preparare le pesche ripiene, uno dei piatti tipici della cultura gastronomica regionale. L’incontro si terrà dalle 17 alle 19 per un minimo di 12 persone. Il costo è di 20 euro per gli adulti. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net

 

Per i visitatori che si recheranno ai Musei Reali in bicicletta, ogni venerdì, sabato e domenica il Caffè Reale Torino propone l’iniziativa A Palazzo in Bicicletta e offre un dolce assaggio di pasticceria tipica regionale – un bacio di dama, un novarese, un torcetto o una pasta di meliga – a chi si presenti con un casco, una maglietta da corsa o un accessorio legato al mezzo a due ruote ecosostenibile per eccellenza.

 

Cinema a Palazzo e serate al Caffè Reale Torino

Prosegue anche ad agosto la nona edizione della rassegna d’autore Cinema a Palazzo, ospitata nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale e organizzata da Distretto Cinema. Il programma è pubblicato sul sito dei Musei Reali e di Distretto Cinema (distrettocinema.it). Conservando il biglietto intero degli spettacoli, si potrà accedere ai Musei Reali con ingresso ridotto e, presentando il biglietto intero dei Musei Reali, per assistere alle proiezioni sarà applicata la riduzione a 4 euro. I biglietti possono essere acquistati anche online sul sito www.mailticket.it. Informazioni: 324 8868183 e info@distrettocinema.com.

 

TOward2030. What are you doing?

Fino al 17 gennaio il pubblico potrà visitare l’esposizione dedicata al progetto TOward2030. What are you doing? Ideato da Lavazza e dalla Città di Torino per diffondere la cultura della sostenibilità attraverso il linguaggio della street art, il progetto ha previsto la realizzazione di 18 opere murali ispirate ai Sustainable Development Goals elaborati dall’ONU, 17 obiettivi di sviluppo sostenibile più il Goal Zero, pensato da Lavazza per divulgare gli obiettivi stessi. La mostra, curata da Roberto Mastroianni e da Filippo Masino, presenta nello Spazio Confronti della Galleria Sabauda fotografie e filmati degli artisti al lavoro mentre, nel Boschetto dei Giardini Reali, sono riproposti gli scatti delle 18 opere d’arte urbana presenti a Torino oltre ai lavori di alcuni artisti dei collettivi Il Cerchio e le Gocce, Monkeys Evolution e Truly Design, realizzati durante il live painting inaugurale con il coordinamento di MurArte Torino. Il documentario Street art for the sustainable development, dedicato alla realizzazione del progetto, ha vinto il Premio Massimo Troisi al Festival di Salina. Una selezione di immagini tratte dal documentario è visibile in mostra.

 

Le iniziative TOward2030. What are you doing e Cinema a Palazzo sono incluse nel programma “Torino a Cielo Aperto” (www.torinoestate.it/torinoacieloaperto).

 

(foto Andrea Guermani)

 

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MUSEI REALI TORINO
museireali.beniculturali.it

 

Orari

Dal martedì alla domenica: 9 – 19
Orario biglietteria: 9 – 18
Ultimo ingresso ore 18

 

La Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì in orario 9-13 e 14-18 (solo consultazione con prenotazione obbligatoria all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it).

 

Biglietti

Dal martedì alla domenica

Intero: Euro 15

Ridotto: Euro 13 per partecipanti a visite guidate e per soci FAI

Ridotto: Euro 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)

Gratuito per i minori 18 anni, insegnanti con scolaresche, guide turistiche, personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, membri ICOM, disabili e accompagnatori, possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino + Piemonte Card e della Royal Card. L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.

 

Visite ed appuntamenti speciali

Gli appuntamenti sono inseriti nel fine settimana e secondo un calendario consultabile sul sito museireali.beniculturali.it e sulla pagina dedicata www.coopculture.it/heritage.cfm?id=284

 

Nel rispetto delle norme vigenti, negli spazi interni i gruppi saranno formati da un numero massimo di 8 partecipanti.

 

La biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1, è aperta dalle 9 alle 18

 

Informazioni e prenotazioni al numero 011 19560449 o via e-mail all’indirizzo info.torino@coopculture.it

Web: Coopculture.it

I Madonnari nel cuore del borgo di Grazie

I Madonnari sono artisti che lavorano con materiali effimeri e, nel mondo della Street Art, il loro nome ricorda la peculiarità di dipingere soggetti sacri cristiani. 

In Italia il più importante e antico momento di incontro per artisti madonnari si tiene dal 1973 a Grazie di Curtatone, in provincia di Mantova, come parte integrante della festa che celebra l’Assunzione e che vede le strade di questo piccolo borgo affacciato sul fiume Mincio pervase dai festeggiamenti. La festa è nota come la “Fiera delle
Grazie”. Quest’anno le vigenti norme di sicurezza non permettono di poter programmare una manifestazione che richiama annualmente oltre 100mila visitatori, anche grazie al concorso dei madonnari, che con le loro opere effimere trasformano ogni anno il sagrato del santuario dedicato alla Beata Vergine Maria delle Grazie in una tavolozza dai mille colori. Al fine di non interrompere una tradizione consolidata l’amministrazione comunale di Curtatone con il rettorato e la Diocesi di Mantova, intendono comunque colmare il vuoto lasciato nei giorni a cavallo di Ferragosto dall’assenza di attività nel piccolo borgo di Grazie, considerato tra i più belli d’Italia. Nella giornata del 15 agosto verrà pubblicato il video (dal titolo “I madonnari nel cuore di Grazie”) della performance con la quale i maestri madonnari hanno celebrato il Santuario, ricordandone il motivo della costruzione: nel 1399 il capitano del popolo Francesco Gonzaga volle che l’antico santuario che sorgeva sulle rive del lago Superiore venisse rifatto nelle linee che tuttora si possono ammirare come ex-voto alla Madonna delle Grazie per la cessazione della peste che imperversava in quegli anni.

Il progetto artistico
Nei giorni più bui del lockdown gli storici dell’arte Paola Artoni e Paolo Bertelli, da anni studiosi del santuario della Beata Vergine delle Grazie, hanno ideato e curato un progetto condiviso con il rettore del santuario don Giovanni Lucchi e con la diocesi di Mantova, in primis il Vescovo monsignor Marco Busca e il direttore dei beni culturali monsignor Giancarlo Manzoli. Come la fondazione di questo luogo fu una preghiera per la fine della peste, allo stesso modo oggi l’arte invoca la fine della pandemia e diventa preghiera per i morti, i malati e i guariti. Il progetto, voluto e sostenuto dall’amministrazione comunale di Curtatone, vede la direzione artistica di Mariano Bottoli, Maestro madonnaro protagonista da oltre quarant’anni dell’Incontro di Grazie. A lui il compito di ideare un polittico, composto da 12 tele che riecheggiano la struttura dell’impalcato ligneo che si trova alle pareti della basilica, e di selezionare gli undici colleghi, tra i migliori artisti madonnari del panorama internazionale, che si sono occupati di altrettanti scomparti del polittico. Sono: Victor Boni, Vera Bugatti, Mariangela Cappa, Liliana Confortini, Fabio Maria Fedele, Gabriele Ferrari, Ketty Grossi, Simona Lanfredi Sofia, Tiberio Mazzocchi, Anna Salvaterra, Valentina Sforzini. Ne è nata un’opera che, per certi versi, evoca il modus operandi del “Giudizio Universale” realizzato a più mani dai madonnari nel 1991 per accogliere papa San Giovanni Paolo II a Grazie, durante la sua visita in terra mantovana. Il programma iconografico è un continuo rimando alla storia del santuario: al vertice si trova l’Assunta, poi vi sono la basilica, l’icona della Beata Vergine qui venerata e la posa  della prima pietra della chiesa; quindi i santi della peste San Rocco e San Sebastiano e i santi legati a Grazie: San Bernardino che qui predicò esattamente sei secoli fa, San Pio X che amò questo luogo al tempo del suo vescovato a Mantova e lo stesso papa San Giovanni Paolo II. A rappresentanza dei madonnari è stato scelto Toto de Angelis in arte Straccetto, indimenticabile e carismatico artista scomparso qualche anno fa.

Il video
A memoria di questa iniziativa è stato girato un video che documenta le fasi di questo progetto: dall’elaborazione delle singole tele alla loro distesa sul pavimento nella navata deserta del Santuario, dalla benedizione delle opere e degli autori da parte del rettore all’allestimento del grande polittico (alto 9 metri e largo 7.50 metri) nella Sagrestia del Santuario. Il video sarà on line nella giornata di Ferragosto.

L’esposizione nel mese di agosto
Per volere del rettorato e della diocesi, l’opera sarà assemblata all’interno del santuario nella Sagrestia Nuova. Per tutto il mese di agosto sarà infatti visibile ai fedeli e al pubblico, con il pregio di continuare la tradizione madonnara anche in un anno in cui sarà impossibile proporre un concorso così come lo conosciamo, e di approfondire temi sacri che – alla luce della pandemia che ha colpito il mondo intero – rimangono attuali più che mai.

Il volume
A memoria del progetto è pubblicato un volume edito nella collana “Esercizi d’Arte” di Universitas Studiorum che raccoglie un reportage fotografico firmato da Marina Tomasi, con testi istituzionali, dei curatori, del vescovo monsignor Marco Busca, dell’architetto don Stefano Savoia e di Peter Assmann, già direttore del Complesso museale Palazzo Ducale di Mantova e per alcuni anni presidente di giuria del concorso di Grazie.

La destinazione delle opere
Grazie alla stretta collaborazione con la Pro Loco di Curtatone e il Centro Italiano Madonnari, tutto il materiale video e foto raccolto in occasione di questa iniziativa, andrà ad arricchire il patrimonio del Museo comunale dei Madonnari diretto da Paola Artoni. Il Museo, che per sua stessa natura è sempre in divenire, ospita le testimonianze delle radici e della storia di questa particolare arte di strada. Qui sono infatti conservati alcuni pannelli dipinti a gessetto, tavolette realizzate con terra battuta (memoria di quando non era ancora impiegato l’asfalto) nonché le testimonianze documentarie (foto, locandine, pubblicazioni specifiche, video e bozzetti) raccolte e schedate. La fruizione del materiale video e fotografico raccolto nel 2020 sarà quindi garantita, oltre che virtualmente, anche dal vivo nel museo stesso. Ciò garantirà pertanto l’approccio diretto rivolto a un ampio pubblico di diversa formazione culturale e scientifica, dai semplici visitatori agli esperti d’arte, di tradizioni popolari e folkloriche, nonché al sempre maggior numero di appassionati di street art.

Eduardo Galeano, raccontò il Sud America e gli splendori e le miserie del calcio

Poco più che ventenne, diventò una delle firme principali, e poi il capo redazione, di Marcha, un settimanale politico e culturale legato alla sinistra che diventò un punto di riferimento ben al di là dei confini uruguaiani

Eduardo Galeano, lo scrittore uruguaiano morto a 74 anni il 13 aprile 2015, era uno degli autori più letti e amati della letteratura sudamericana moderna, e con “Le vene aperte dell’America Latina” (1971) disegnò un ritratto incredibilmente efficace della realtà del subcontinente americano. Nato nel 1940 in una famiglia alto borghese e cattolica di Montevideo, Galeano debuttò nel giornalismo a 14 anni, come disegnatore satirico, ma siccome “c’era un abisso fra quello che immaginavo e quello che tracciavo” si orientò verso poi la scrittura. Poco più che ventenne, diventò una delle firme principali, e poi il capo redazione, di Marcha, un settimanale politico e culturale legato alla sinistra che diventò un punto di riferimento ben al di là dei confini uruguaiani. Dopo una serie di libri dedicati a reportage e analisi della situazione in vari paesi, nel 1971 pubblicò il già citato “Le vene aperte dell’America Latina“, in cui ricostruiva il saccheggio delle ricchezze del subcontinente da parte delle potenze coloniali, e il suo proseguimento attraverso le strutture del postcolonialismo capitalista. Tradotto in più di 20 lingue, best seller internazionale, quando apparve fu per molti una vera e pro­pria fol­go­ra­zione, tanto che Hein­rich Böll, scrit­tore tede­sco Pre­mio Nobel per la Let­te­ra­tura 1972, disse: “Negli ultimi anni ho letto poche cose che mi abbiano com­mosso così tanto”. Un reportage che attraversa cinque secoli di storia del continente latinoamericano per raccontare il saccheggio delle sue preziose risorse: l’oro e l’argento, il cacao e il cotone, il petrolio e la gomma, il rame e il ferro. Tesori depredati sistematicamente: fin dai tempi della conquista spagnola, le potenze coloniali hanno prosciugato le ricchezze di questa terra rigogliosa, lasciandola in condizioni di estrema povertà. Un testo illuminante che, intrecciando l’analisi storica ed economica con il racconto, suggestivo e incalzante, delle passioni di un popolo sfruttato e sofferente, è diventato un vero e proprio classico della letteratura latinoamericana. A onor del vero,in tempi più recenti, Galeano prese una certa distanza da quello che è stato  il suo libro più noto. E disse: “Non mi pento di averlo scritto, ma non lo rileggerei: volevo scrivere un saggio di economia politica e non avevo la formazione necessaria“, aggiungendo che considerava “superata” una “certa prosa di sinistra, che ora trovo pesantissima“. Lungo gli anni della sua carriera letteraria – proseguita dalla Spagna, dopo la fuga dalle dittature militari del suo paese natale e dell’Argentina – Galeano creò un stile personale, a metà fra la documentazione storica e la riflessione poetica, che portarono al successo internazionale di “Memoria del Fuoco“, una trilogia pubblicata dal 1982 al 1986. Alla critica internazionale quest’opera piacque molto , al punto che il Times Literary Supplement la paragonò a quelle di Dos Passos e Garcia Marquez.

Militante di sinistra e sostenitore – seppur critico – dei governi progressisti dell’America Latina, Galeano dopo aver denunciato la “decadenza di un modello di potere popolare” e la “rigidità burocratica” della Cuba castrista ( era il 2003) , tornò nell’isola nel 2012, sottolineando che “un vero amico ti critica in faccia e ti elogia dietro le tue spalle“. Ma l’altra grande passione dello scrittore uruguaiano è stata il calcio.Eduardo Galeanotifoso appassionato e calciatore mancato (“Come tutti gli uruguagi, avrei voluto essere un calciatore. Giocavo benissimo, ero un fenomeno, ma  soltanto di notte mentre dormivo;durante il giorno ero il peggior scarpone che sia comparso  nei campetti del mio paese”), con il suo “Splendori e miserie del gioco del calcio”  ( pubblicato da Sperling & Kupfer, in Italia. El fútbol a sol y sombra, nella versione originale), ha scritto pagine memorabili sul mondo del football. Il calcio per sognare. Il calcio come arte, religione e bellezza. Il calcio come linguaggio comune, modo per riconoscersi e ritrovarsi. Il calcio, figlio del popolo, che non deve cedere alle lusinghe dei potenti, di chi vuole trasformarlo in strumento per produrre denaro, uccidendo la fantasia e l’innocenza.“Grazie per aver lottato a centrocampo come un mediano e per aver segnato contro i potenti come un attaccante con il numero 10. Grazie anche per avermi compreso. Grazie, Eduardo Galeano: in squadra ne servono tanti come te. Mi mancherai”. Non è un caso che così l’abbia salutato, dal proprio profilo ufficiale su Facebook, Diego Maradona. A comunicare la notizia della scomparsa di Galeano all’ex capitano del Napoli, che si trovava a Bogotà, è stato un reporter suo amico al quale un Maradona commosso ha detto anche che “lui (Galeano) mi ha insegnato a leggere di calcio”, come riporta il giornale argentino “La Nacion”. Galeano aveva citato Maradona in alcune sue opere, come, appunto,  “Splendori e miserie del gioco del calcio”, scrivendo che Maradona “si era trasformato in una specie di Dio sporco, il più umano degli dei, e questo spiega la venerazione universale che ha conquistato, più di qualsiasi altro giocatore. Un Dio sporco, che ci assomiglia: donnaiolo, bevitore, spericolato, irresponsabile, bugiardo, fanfarone. Però gli dei per quanto siano umani non si ritirano mai”. Per questo e per molto altro, da qualche giorno c’è un vuoto attorno a noi che rimarrà tale.

 

Marco Travaglini