CULTURA- Pagina 107

Alle Ogr una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale

Dal 25 settembre 2021 al 16 gennaio 2022 OGR Torino presenta Vogliamo tutto. Una mostra sul lavoro, tra disillusione e riscatto, a cura di Samuele Piazza con Nicola Ricciardi: una collettiva per riflettere sulla trasformazione del lavoro nel contesto post-industriale e digitale, tra coscienza e disillusione, precarietà e riscatto.

In OGR Torino, luogo simbolo della transizione verso nuovi modelli di produttività, le installazioni, le sculture, i video e le performance di tredici artisti invitano a osservare i resti di un recente passato industriale e le ambivalenze di nuove condizioni lavorative.

Vogliamo tutto prende il titolo da un romanzo dell’artista e scrittore Nanni Balestrini pubblicato nel 1971. Il libro racconta l’autunno caldo della Torino del 1969, in una lettura animata e partecipe dei cambiamenti della società italiana di quegli anni. La mostra indaga la condizione contemporanea, senza proporre soluzioni definitive ma invitando i visitatori a un ripensamento della propria posizione nello scenario lavorativo contemporaneo.

Due filoni discorsivi attraversano idealmente il percorso espositivo. Le opere esposte al Binario 1 si concentrano sulla transizione dalla società industriale a quella post-industriale, e sulla necessità di re-immaginare un futuro che si faccia carico dei lasciti materiali, sociali e ambientali di quel modello. Tra questi, il video di Kevin Jerome Everson, Century, che riprende la demolizione dell’omonimo modello di automobile, l’indagine sociale di LaToya Ruby Frazier, The Last Cruze, che testimonia le conseguenze della chiusura di uno stabilimento automobilistico sulla comunità di Lordstown, Ohio, e la monumentale installazione di Mike Nelson, The Asset Stripper, in cui materiali recuperati da industrie dismesse paiono fantasmi di un’epoca passata.

Al Binario 2 l’indagine prosegue focalizzandosi sul lavoro digitale e su come il suo avvento abbia cambiato, radicalizzato o, in alcuni casi, lasciato invariate alcune questioni del mondo del lavoro. Come, ad esempio, in Technologies of Care di Elisa Giardina Papa, una raccolta di interviste a operatrici online di servizi di cura alla persona, rappresentanti di una forza lavoro invisibile, o nelle xilografie The Manual Labor Series di Sidsel Meineche Hansen, che pongono l’attenzione sulla falsa ideologia della scomparsa del lavoro fisico. E ancora nell’installazione video In Real Life di Liz Magic Laser che, in forma di reality show, svela il labile confine tra lavoro e tempo libero grazie al coinvolgimento di cinque gig-worker alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Come in un invito alla consapevolezza, alla ricerca di nuove possibilità e di alternative al sistema attuale, il percorso espositivo si chiude con opere che richiamano rivendicazioni del passato: A Call to Arms: Building a Fem Army di Andrea Bowers, su cui campeggiano tre figure femminili in un ideale manifesto per la lotta femminista intersezionale, e Vogliamo Tutto Brickbat di Claire Fontaine, in cui la copertina dell’omonimo libro di Balestrini avvolge un mattone simbolo di protesta e scardinamento.

Vogliamo tutto era una dichiarazione massimalista e concisa, che rifletteva le aspirazioni di una classe operaia in sciopero contro lo sfruttamento e implicava migliori condizioni di lavoro, salari commisurati allo sforzo, tempo libero e il diritto a un reddito estraneo al lavoro salariato. A cinquant’anni dalla pubblicazione, si può dire che molte delle questioni sollevate nel libro siano cambiate senza una vera soluzione, rendendo solo più complesso identificare cause e modi di affrontare una nuova precarietà in un contesto globale.

Nel mondo occidentale di oggi – che si sta allontanando dalla produzione industriale e dall’idea del posto di lavoro tradizionale – come sono state riformate le lotte e le richieste degli anni Settanta?

In che modo il lavoro e la sua deregolamentazione all’interno delle dinamiche neoliberiste hanno influenzato la capacità di lottare per i diritti?

In una società in cui il lavoro e il tempo libero spesso non hanno più distinzioni, e dove la pandemia di Covid-19 aggiunge ulteriori sfide ogni giorno, ha ancora senso volere tutto?

Artisti in mostra: Andrea Bowers, Pablo Bronstein, Claire Fontaine, Tyler Coburn, Jeremy Deller, Kevin Jerome Everson, LaToya Ruby Frazier, Elisa Giardina Papa, Liz Magic Laser, Adam Linder, Sidsel Meineche Hansen, Mike Nelson, Charlotte Posenenske.

Calendario performace di Adam Linder | Duomo di OGR, dalle ore 14 alle 20

– 25-26 settembre 2021 | Service No. 1

– 2-3 ottobre 2021 | Service No. 1 + Service No. 5

– 30-31 ottobre 2021 | Service No. 1

– 5-7 novembre 2021 | Service No. 1 + Service No. 5

– 15-16 gennaio 2022 | Service No. 1

Le performance sono eseguite da Delphine Gaborit, Service No. 1 e Leah Katz, Justin Francis Kennedy, Robert Fredrik Stanley Malmborg, Noha Ramadam, Stephen Clifford Thompson, Anna Lea von Glasenapp, Service No. 5

OGR Public Program

– Martedì 28 settembre h 18.30 | Come tutto finì (e anche un poco perchè)

– Sabato 2 ottobre h 18.30 | The Last Cruze, a Torino Una conversazione tra LaToya Ruby Frazier e Samuele Piazza

Attività educative

Vogliamo tutto, e di più: attività in mostra e dintorni

Calendario completo

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ORARI DI APERTURA E INFO

giovedì e venerdì dalle 12 alle 20

sabato e domenica dalle 10 alle 20

Ingresso gratuito Prenotazione necessaria per laboratorio e visite guidate su sito www.ogrtorino.it

In ottemperanza al D.L. del 23 luglio 2021, n. 105, per accedere in mostra è necessario presentare il Green Pass

Il “profe” Monti e Giaveno

Un incontro al Pacchiotti per commemorare i 140 anni dalla nascita di Augusto Monti

“Bella la mia Valle dell’Armirolo: che cos’è quest’onda di tenerezza che mi sale al cuore sempre che io ti riguardi offerta al cielo, casa dove io torno ogni anno richiamato dal desiderio di te? Dimmi che cos’è che mi fa impeto al sospirare di tenerezza, cos’è? Se non è amore, che cosa sia io non so”
Augusto Monti, Val d’Armirolo. Ultimo amore

GIAVENO — Sabato 2 ottobre alle ore 16 presso l’Aula Magna della Fondazione Pacchiotti di Giaveno (Via Pacchiotti, 51) si terrà un incontro, patrocinato dalla Città di Giaveno, per commemorare Augusto Monti (29 agosto 1881 – 11 luglio 1966), scrittore e intellettuale antifascista, nel 140 anniversario della sua nascita.
Per l’occasione interverranno il critico letterario e biografo di Monti Giovanni Tesio, già docente di Letteratura Italiana all’Università del Piemonte Orientale; la giornalista e Presidente dell’Unitre Giaveno Val Sangone Alessandra Maritano; Fabrizio Dutto, titolare della casa editrice cuneese Araba Fenice, che ha ristampato le opere di Monti; Livio Lussiana, vicepresidente del CAI sezione di Giaveno, e Luca V. Calcagno, che ha realizzato un documentario autoprodotto di mezz’ora dal titolo “Le voci e i silenzi. Augusto Monti e la Valle dell’Armirolo”. Nel video viene spiegato il rapporto tra Monti e Giaveno, attraverso i contributi del prof. Tesio e della dott.ssa Maritano. Compaiono anche alcune fotografie d’epoca fornite da Roberta Giai Via Biggio con l’aiuto di Michele Rege e il gruppo “Racconti e ricordi della Val Sangone”.
Il celebre professore, insegnante tra gli altri anche di alunni come Cesare Pavese, Massimo Mila, Giulio Einaudi e Vittorio Foa, ha avuto rapporto con Giaveno fin dal suo debutto nel mondo della scuola appena laureato. Infatti ha insegnato presso l’Istituto Pacchiotti negli anni scolastici 1902/03 – 1903/04, riportando le sue impressioni anche nella sua “autobiografia” I miei conti con la scuola.
Torna in Giaveno alla fine degli Anni Venti, dapprima in borgata Sala, poi alla Côrdia che è eletto suo luogo di villeggiatura fino all’arresto per antifascismo nel 1936. Dal 2006 in quei

luoghi si snoda il percorso escursionistico del Sentiero Augusto Monti con partenza da borgata Mollar dei Franchi.
«Visto il rapporto che Augusto Monti ha avuto con il Pacchiotti e con Giaveno abbiamo subito accolto la proposta di realizzare questo incontro — spiegano dal Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Pacchiotti, il presidente Fulvio Roattino con Patrizio Sgarra e Vladimiro Colombo — Si inserisce nell’opera di riscoperta e valorizzazione della nostra storia e di quella del territorio che il nostro CdA sta portando avanti».
«La figura di Augusto Monti riveste un ruolo di primo piano nella storia di Giaveno e il suo legame con la nostra città è motivo di orgoglio, oltre ad esercitare un indiscusso richiamo anche a livello culturale e turistico — interviene Edoardo Favaron, Assessore alla Cultura del Comune di Giaveno — Negli anni sono state numerose le iniziative dedicate a questo grande scrittore, a cui Giaveno ha anche dedicato il suo sentiero escursionistico più celebre. Ringrazio la Fondazione Pacchiotti per aver organizzato questa pregevole iniziativa che riporterà la meritata attenzione sulla figura di Monti in occasione di questa importante ricorrenza».
«L’iniziativa organizzata nel 140° anniversario della nascita di Augusto Monti consente di riprendere  il cammino  nella riscoperta della sua vita, dei suoi scritti,  del suo mestiere  nella scuola  e del suo antifascismo — dichiara Maritano — Di intrecciare l’esperienza  concreta e fisica  da  compiere passo passo dopo  passo sul Sentiero giavenese a lui dedicato alla lettura di Val D’Armirolo. Ultimo Amore, delle Lettere a Luisotta, ma anche ad altri testi. Assaporando i colori, la vegetazione, i rumori e i silenzi del paesaggio e del posto è possibile cogliere alcune chiavi di contatto, per quanto altre non esistano più,   con l’atmosfera vissuta da questo intellettuale del Novecento, nel suo tempo di vacanza a la Côrdria».
«Araba Fenice, allo scoccare dei suoi 30 anni di vita, è lieta di continuare la battaglia editoriale per far conoscere e tener viva l’opera di Augusto Monti, nonostante non sia un autore di grande mercato e sia un autore di nicchia — racconta Dutto — Continuiamo a pubblicare soprattutto Val d’Armirolo. Ultimo amore che abbiamo sempre in catalogo. E probabilmente per l’anno prossimo faremo una nuova edizione de i Sansôssì, perché stiamo finendo l’edizione storica rilegata. Abbiamo anche l’intenzione di ripubblicare I miei conti con la scuola, che forse è il suo libro più significativo a livello storico ed educativo».
Racconta Livio Lussiana Vicepresidente del CAI sezione di Giaveno e appassionato lettore di Monti: «Realizzare il Sentiero Augusto Monti è stata una bellissima esperienza. A partire dalla proposta della nostra sezione, il gruppo di lavoro si è allargato ad Amalia Girotti e al Circolo Ricreativo Culturale di Giaveno, che ha ottenuto un finanziamento dall’allora Provincia di Torino, il prof. Bartolomeo Vanzetti, alla scuola superiore “Blaise Pascal”, i cui studenti hanno scelto i testi, al prof. Giovanni Tesio e alla dott.ssa Alessandra Maritano. Poi abbiamo realizzato anche un convegno insieme al Comune di Giaveno. Il Sentiero ci ha dato grosse soddisfazioni, anche se la sua manutenzione è molto impegnativa. Oltre che di molti escursionisti, negli anni è stato meta anche di gite di fine corsi da Unitre da tutto il Piemonte. Per questo ci piacerebbe che venisse riconosciuto come percorso letterario alla maniera di quello nelle Langhe dedicato a Beppe Fenoglio».
«In Val d’Armirolo Monti dà dignità letteraria a un luogo, già di per se splendido, che tutti noi giavenesi abbiamo sotto gli occhi» chiosa Calcagno.
L’iniziativa avverrà nel rispetto delle misure vigenti di prevenzione dalla pandemia da Covid – 19 e richiederà l’accesso con Green Pass.

La Bellezza delle piccole cose nei versi di Graziella Provera

Infusi di intimismo e sincerità,

i versi di Graziella Provera, delicata poetessa di Casale Monferrato, da lei definiti piccole cose, nugae di poco conto, in realtà sono pregni di ricchezza emotiva sia attraverso immediate intuizioni scaturite dalla visione di fenomeni della natura, trasformati in immagini poetiche, sia nell’affidarsi alla poetica del trascorrere del tempo e della brevità della vita.

L’accorata introspezione l’avvicina ai Crepuscolari senza però condividerne l’estenuato rinchiudersi in sé e la rinuncia del vivere vanificando ogni aspirazione.

In lei non c’è compiacimento nel considerare l’infelicità umana ma sempre è presente la consolazione della fede e la concezione panteistica della natura pervasa dal divino di cui si può far parte affidandosi alla Bellezza.

Bellezza, che si può trovare anche nelle piccole cose quotidiane, è l unico modo per lenire gli affanni e che si possiede se si ha disponibilità di cuore.

Giuliana Romano Bussola
(nella foto: Nuvole e girasoli di Mario Mazza)

 

ANIMA

Aneli il ritorno alla casa del Padre, Anima mia,

e brami l’unione con l’Infinito Tutto che fu tua culla.

Ancor credi, però, trovar ragione di gioia

in questo mondo: felicità senza dolore,

e virtù, compassione, amore.

Così vivendo in questa lotta tra l’andare

e il restare, ancora tornerai a posare

i tuoi passi sulla Terra; a gustare il piacere

che in veleno si tramuta, frutto

dolceamaro del vivere nostro;

finchè il richiamo

del Primo Amore soverchierà

ogni umana illusione, ed ogni terrena voce

non sarà che un bisbiglio,

e più non tratterrà il tuo volo.

Libera infine, ritornerai

alla casa natia, alla Gioia infinita

che ti creò, e che da sempre, o Amata,

ti aspettava..

8 giugno 2018

 

BELLEZZA

Ovunque intorno a te la puoi scoprire,

se hai occhi per vedere e il cuore aperto.

La trovi nella luce che svela i colori delle foglie

in un giorno d’autunno,

con le piccole vite, che tutt’intorno danzano.

La vedi nelle opere dell’uomo,

o nel canto di un uccello solitario,

in un freddo mattino.

Nell’anima tua infine la intuisci,

poiché scoprir non la potresti,

se non fosse già parte di te.

Ti celebro e canto un inno a Te,

Bellezza sublime, attributo divino,

discesa dai regni della Luce

a fecondar l’anima di gioia.

Cosa sarebbe quest’aspra vita senza te?

Attraverso i sensi tu penetri nel cuore

e il tuo soave balsamo lenisce e consola

lo spirito afflitto dagli affanni

e dalle pene.

Perciò ti rendo grazie con le mie povere parole

che mai potranno rendere

ciò che nell’intimo si cela.

Novembre 2013

 

NUVOLE

Nuvole a cumuli, bianche scogliere lontane all’orizzonte

ad arginare l’azzurra marea del cielo.

Nuvole candide, ovattate, silenti.

Nuvole grigie…incombenti…,

arrivano da occidente gravide di pioggia.

Nuvole a gruppi, nuvole sparse, nuvole a pecorelle,

nuvole solitarie a piccoli fiocchi trasparenti.

Nuvole che solcano il cielo notturno come velieri,

in un oscuro mare infinito.

Ritorna un po’ bambino, ti prego, e guarda lassù,

lo vedi un drago che insegue un coniglio ?

Guardare le nuvole fa tornare bambini,

quando i giorni erano eterni e non soffrivi gli addii.

Le nuvole passando salutano e dicono: addio….addio…

Così, nel loro svaporare, ti ricordano quanto poco

Dura ogni cosa.

Lungamente anch’io dico: addio…addio…

salutando questo breve giorno di  vita,

e questa ultima estate

che non vuole morire.

Settembre 2013

 

 

Le Giornate europee del Patrimonio

Sabato 25 e domenica 26 settembre si celebrano in Italia le GEP-Giornate Europee del Patrimonio, la più estesa e partecipata manifestazione culturale d’Europa.

La Biblioteca Nazionale Universitaria e l’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca e al Comitato di Torino della Società Dante Alighieri, hanno deciso di offrire spunti di conoscenza e riflessione su un tema culturale di cui la Biblioteca ha preziose testimonianze e di rendere omaggio a Dante a 700 anni dalla sua morte con tre iniziative. L’enorme e prezioso patrimonio di libri che la Biblioteca custodisce è in linea con l’obiettivo delle due giornate, “:Patrimonio culturale : TUTTI inclusi ! “. La prima iniziativa è rappresentata dal Convegno internazionale di studi “ Dante nella poesia del Novecento e dei primi anni del nuovo millennio “; la seconda è la mostra “ Tre artisti per Dante “, mentre la terza consiste nella proiezione del film “ Dante per nostra fortuna “.
Sabato 25 si svolgerà la conclusione del Convegno dantesco dalle 9 alle 13 con la conferenza DANTE E LA POESIA ANGLOAMERICANA presso l’Auditorium Vivaldi. Dalle ore 9 alle 15 sarà visitabile la mostra Tre artisti per Dante ( Sala mostre Juvarra ).
Domenica 26 alle ore 16 presso l’Auditorium Vivaldi verrà proiettato il film di Massimiliano Finazzer Flory “ Dante per nostra fortuna “. Il film sarà preceduto da un dialogo tra il regista e Giovanni Saccani, Presidente del Comitato Dante SettecenTO . Racconta con gli occhi di un bambino attraverso la metafora del teatro e il linguaggio della danza , la Divina Commedia con 21 canti tra Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le coreografie sono di Michela Lucenti con dieci danzatori del Balletto Civile in costume d’epoca e con la solista del Teatro alla Scala Maria Celeste Losa. Le scenografie digitali sono tratte dalle illustrazioni del Dorè. La prima del film è avvenuta a Ravenna il 25 marzo nella Sala Dantesca , a seguire , per omaggiare Virgilio, a Mantova a Palazzo Te e a Verona nella Chiesa di San Fermo,dove riposa il figlio di Dante, Pietro. Per proseguire in diverse città d’Europa e del mondo.

Mauro Reverberi

Biblioteca Nazionale Universitaria Piazza Carlo Alberto,3
eventi@abnut.it
www.bnto.librari.beniculturali.it
www.facebook.com//B.N.U. Torino
https//www.abnut.it/giornate-patrimonio-2021
Prenotazione obbligatoria per convegno e proiezione film scrivendo a eventi@abnut.it. Ingresso gratuito.Sono richiesti green pass e mascherina. /

“VeryFastPeople” sostiene il Bene FAI scelto dagli Amministratori di Condominio

Arte e ambiente da proteggere: appello agli amministratori di condominio in Piemonte

VeryFastPeoplesostiene il Bene FAI scelto dagli Amministratori di Condominio e destina quindicimila euro per la sua tutela, cura e salvaguardia

Fino al 31 ottobre si può selezionare il Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), tra i 6 gioielli storico-artistici e paesaggistici protetti e curati dal Fondo per l’Ambiente Italiano in competizione

C’è anche il Piemonte nel viaggio in sei tappe nella bellezza italiana, da nord a sud, per scoprire alcunitesori del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano e contribuire a proteggere arte e ambiente. Un modo concreto per pensare al futuro è quello scelto da VeryFastPeople, società di consulenza di Varese che da 15 anni offre supporto agli amministratori di condominio in tutta Italia e ha messo in campo iniziative concrete per rendere il mondo un posto migliore, come la collaborazione con il FAI, che mira a sostenere i Beni salvati e protetti dalla Fondazione. Così oltre a essere Corporate Golden Donor, a organizzare convegni all’interno dei Beni del Fondo per l’Ambiente Italiano e a regalare ai propri clienti i biglietti per visitare il patrimonio FAI su tutto ilterritorio nazionale, da quest’anno VeryFastPeopleha deciso di coinvolgere attivamente gli amministratori di condominio in tutta Italia, invitandoli entro il 31 ottobre 2021 a esprimere la propria preferenza peruno dei Beni tutelati dal FAI selezionati per questa iniziativa. Al Bene che al termine della campagna avrà ricevuto più preferenze sarà destinata una donazione di quindicimila euro. “In competizione” da nord a sud dell’Italia ci sono sei gioielli storico-artistici e naturalistici, come il Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), che concorre per il Piemonte.

Gli altri sono Villa e Collezione Panza a Varese, il Bosco di San Francesco ad Assisi (PG); Parco Villa Gregoriana a Tivoli (Roma), l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce e il Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi di Agrigento.

A quale Bene andrà la donazione? Saranno gli amministratori di condominio di tutta Italia a deciderlo, collegandosi al sito https://www.veryfastpeople.it/fai.php ed effettuandouna sola scelta tra i Beni in elenco. Appello, dunque, agli amministratori del Piemonte a sostenere il Castello di Masino a Caravino (To), che immerso in un parco monumentale con terrazze panoramichedomina la vasta piana del Canavese da un’altura antistante la suggestiva Serra di Ivrea e regala un paesaggio intatto e infinito. Per questa posizione strategica il maniero fu oggetto di frequenti contese, ma il nobile casato dei Valperga ne mantenne il possesso fin dalle origini, documentate già nel 1070.Durante i secoli la famiglia convertì il Castello in residenza aristocratica e poi in elegante dimora di villeggiatura. Tra saloni affrescati e arredi sfarzosi, salotti, camere per gli ambasciatori e appartamenti privati rivivono mille anni di storia di una delle più illustri casate piemontesi, che secondo la leggenda discende dal primo re d’Italia Arduino, con una biblioteca che conserva più di 25mila volumi antichi. È circondato da un monumentale parco romantico con uno dei più grandi labirinti d’Italia, un maestoso viale alberato, ampie radure e angoli scenografici, che a primavera si inondano di bellissime fioriture. Nel 1988

il FAI lo ha acquisito da Luigi Valperga di Masinograzie alla donazione FIAT, Cassa di Risparmio di Torino e Maglificio Calzificio Torinese. Oggi il Castello si può visitare secondo formule diverse: si può trascorrere una giornata all’aperto nel Parco o partecipare agli eventi organizzati nel corso dell’anno, godendo della caffetteria panoramica. Perfetto anche per le famiglie con bambini, che si divertono con la caccia al tesoro o a visitare il Museo delle Carrozze, la Torre dei Venti e tanti altri ambienti.

Una vicinanza, quella di VeryFastPeople, molto importante per il FAI perché contribuisce a offrire un reale sostegno alla Fondazione e a promuovere i luoghi di cui si prende cura quotidianamente, soprattutto in un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo. Da 15 anni vogliamo essere un riferimento per chi amministra immobili in Italia sostiene Francesco Paini, uno dei tre soci di VeryFastPeople Ci piace andare oltre la semplice fornitura di servizi, generando valore in iniziative non prettamente commerciali. Vogliamo dare un contributo a progetti che proteggano il bello in tutte le sue forme. Per questo la scelta di sostenere chi ogni giorno si occupa di preservare i patrimoni immobiliari più belli d’Italia, ci è sembrata una normale e giusta conseguenza.”

La Biblioteca Nazionale celebra Dante

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Con un Convegno e una mostra la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino celebra il Sommo Poeta a Settecento anni dalla sua morte.

Martedì 21 settembre a partire dalle 10,30 verrà inaugurata la manifestazione “ Viver tra coloro che questo tempo chiameranno antico “. Dante nella contemporaneità,fra poesia e arti grafiche, organizzata con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino nell’ambito del fitto programma delle Celebrazioni per il settecentesimo anniversario della morte di Dante e patrocinata da numerosi partner nazionali e internazionali. Il primo dei due eventi di cui l’iniziativa si compone è il Convegno internazionale di studi “ Dante nella poesia del Novecento e dei primi anni del nuovo millennio”. Il secondo è la mostra “ Tre artisti per Dante “. Sarà un’occasione per riflettere sulla fortuna, mai interrotta, di Dante nella letteratura e nelle arti. Il Convegno, che si svolgerà dal 21 al 25 settembre in modalità mista e che vedrà la partecipazione di oltre quaranta studiosi italiani e stranieri, si propone di indagare i molteplici riusi poetici novecenteschi e dell’inizio del nuovo millennio, della Commedia., soffermandosi su quegli autori che sono stati anche esegeti e hanno ribadito, attraverso questa doppia modalità di lettura, che il capolavoro dantesco si pone come un paradigma irrinunciabile per la comprensione della complessa tragicità del Novecento.
La mostra, che sarà inaugurata il 21 settembre e sarà gratuitamente visitabile fino al 10 ottobre 2021, propone un percorso tra le opere di tre artisti contemporanei che hanno tratto ispirazione da Dante : Monica Beisner, che in 100 miniature illustra integralmente la Commedia, Domenico Ferrari, con le sue 34 acqueforti dedicate all’Inferno e Cesare Pianciola, che nei suoi 16 acquarelli riprende in chiave moderna l’incanto dei primi codici miniati del capolavoro dantesco.

Mauro Reverberi

In bici attraverso il Piemonte con il Gran Tour Unesco

Un anello di 600 km da scoprire in lentezza, tra capolavori di arte e natura. Tra il 24 e il 27 settembre il test di lancio con conclusione a Biella. Sarà una vera e propria sperimentazione su due ruote quella prevista tra il 24 e il 27 settembre da Torino a Biella per la presentazione del Grand Tour Unesco del Piemonte in bicicletta.
In quelle giornate, rappresentanti istituzionali, con il Segretario Generale Unesco Enrico Vicenti ed un gruppo di selezionati giornalisti, proveranno “sul campo” un primo tratto dell’anello UNESCO oggetto di valorizzazione turistica: progetto sviluppato a cura di VisitPiemonte Regional Marketing and Promotion – su mandato di Regione e Unioncamere Piemonte – frutto della collaborazione con il prof. Andrea Rolando dell’Osservatorio E-Scapes-Politecnico di Milano. Il Grand Tour Unesco del Piemonte in bicicletta permetterà di sviluppare veri e propri prodotti turistici insieme con le singole Agenzie Turistiche Locali.

Le varie tappe di questo giro inaugurale sono state realizzate con il supporto di Turismo Torino e Provincia e con l’ATL Biella-Valsesia-Vercelli. L’itinerario si snoda su circa 165 km. con alcune visite guidate e rappresenta solo un assaggio di quello che attenderà i visitatori sull’anello completo: 600 km tra le regge e i paesaggi Patrimonio dell’Umanità, le Riserve Man and the Biosphere, le Città Creative e i Geoparchi. Un patrimonio dove natura, storia e architettura si fondono in armonia, componendo un paesaggio di straordinaria varietà, bellezza e valore da scoprire con lentezza, a piedi e in bicicletta su strade bianche, argini di fiumi e canali. L’evento inaugurale si aprirà al Parco del Castello del Valentino (sede del Dipartimento di Architettura del Politecnico di Torino), alla presenza del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Il tour attraverserà la città toccando siti Patrimonio Unesco torinesi, i Giardini Reali per poi proseguire verso la Reggia di Venaria, il Castello di Aglié, Ivrea, il Santuario di Oropa e si concluderà con una conferenza a Biella lunedì 27 settembre, ospiti della Fondazione Sella. La conferenza che si potrà seguire in collegamento streaming e vede la presenza dell’Assessore Poggio e dei rappresentanti della Città di Biella e altri ospiti istituzionali. L’itinerario completo sarà disponibile sul sito turistico regionale www.visitpiemonte.com e i dettagli cartografici sulla sezione Piemontescape, dedicata alle proposte di turismo outdoor.

È tempo di Giallo nel paese delle rose

SALOTTO LETTERARIO ROSA in GIALLO

Domenica 19 settembre 2021 ore 15.30

Bossolasco, il Paese delle Rose

Piazza XX Settembre

Sintesi Rosa in Giallo

&

Adesione alla Campagna Lettura ad Alta voce a cura del Liceo Govone di Alba

Il Salotto letterario Rosa in Giallo del Paese delle Rose -Bossolasco quest’anno aderisce alla Campagna Lettura ad Alta voce a cura del Liceo Govone di Alba.

Ogni scrittore partecipante: Bruno Gambarotta-Margherita Oggero-Gian Maria Aliberti Gerbotto-Massimo Tallone -Danilo Paparelli-Tiziana Prina delle Edizioni Le Assassine,sarà introdotto dalla recensione ad Alta Voce del loro ultimo lavoro editoriale, a cura del Liceo Govone di Alba.

L’appuntamento al Salotto letterario è sempre la terza domenica di settembre che, quest’anno, cade il 19 settembre.

Una kermesse, il Salotto di Rosa in Giallo 2021, che prevede la partecipazione di scrittori affermati e conosciuti come Margherita Oggero. Il suo ultimo lavoro “Il gioco delle ultime volte”. Molto a apprezzata per aver dato l’ispirazione alla serie televisiva “Provaci ancora prof” con Irene Pivetti.

Ritorna anche uno schioppettante Bruno Gambarotta il cui ultimo lavoro è “La confraternita dell’asino”. Una parodia della classe politica che, probabilmente’ potrebbe essere degnamente sostituita, indovinate da chi?

Per passare a Massimo Tallone, co-autore, de “La Saga di Lola”, la cui ultima opera è “Un cestino di ciliegie”, vagamente ispirata ad una pittrice, morta avvelenata, come il suo personaggio principale.

Gian Maria Aliberti Gerbotto con il suo ultimo romanzo “La piena assassina”, in grado anche di resuscitare Beppe Ghisolfi che, risorto, sarà presente al Salotto Letterario.

Danilo Paparelli, noto per le sue vignette umoristiche parodia della vita sociale e politica italiana, ma anche scrittore.

Sarà presente anche Daniela Di Falco, una grande traduttrice, nota per quelle di Isabel Ostrander e DorotyBowers, ma non solo. Che ne sarebbe di un romanzo senza un traduttore che dà una sorta di anima nuova alla versione in lingua, ma cerca di restare fedele alla versione originaria?

Tiziana Prina, editrice de Le Assassine – un Club di sole donne – che è ben rappresenta dallo slogan “Signore in giallo si diventa”.

Cristina Borgogno, giornalista de La Stampa assieme a Tommaso Lo Russo, presidente di Solstizio d’Estate e del Club Lions Alba Langhe come conduttori del programma assieme a Gian Maria Aliberti Gerbotto.

Non si parlerà solo di libri, ci sarà spazio anche per tanto gossip, aneddoti, racconti di vita professionale ed altro ancora in cui il confine tra reale e finzione è sempre più labile.

Il Salotto sarà anche condito con la verve del duo comico costituito da Gianni Giannini e Francesca Ceretta e le loro gag e parodie.

È finita? Ovviamente no, perché in occasione dell’apertura dell’Anno Lionistico in Italia, il Club Alba Langhe lo farà in modo irrituale a Bossolasco, Paese delle Rose, dove effettuerà una donazione all’Istituto Comprensivo Scolastico di Bossolasco-Cravanzana-Lequio Berria e Murazzano.

Rosa simbolo di silenzio e virtù, ma anche di completezza e di esoterismo.

Un appuntamento da non perdere che prevede anche il coinvolgimento del Liceo Govone di Alba e dell’Istituto Ferrero Cillario di Alba, Neive e Cortemilia.

Il concorso Il Bosco Stregato si rinnova e lancia la nuova edizione di Rosa in Giallo coniugando l’arte incisoria (Ex Libris) con i racconti gialli. Un mix innovativo che rende il Premio unico nel suo genere. La scadenza per gli Ex Libris e per i racconti gialli è stata prorogata al marzo 2022.

Proseguirà il 15 ottobre a Bra in collaborazione con l’Istituto Scolastico (alberghiero) Velso Mucci di Bra ed altre sorprese…

Ma farà tappa anche in Val Chiavenna in collaborazione con l’Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta e della locale Comunità Montana.

L’evento continuerà a Bolzano nella Piazza Walther e a Castel Mareccio dall’8 al 12 dicembre.

La giuria tecnica, per la sezione racconti gialli, si avvale dell’ausilio di quella scolastica di tre licei: quello di Alba “Govone”, di Bra “GB Gandino” e di Bolzano “Giosuè Carducci” e sarà composta da Margherita Oggero, Bruno Gambarotta, Massimo Tallone, Tiziana Prina, Bruno Bruna, Bruno Frea, Lina Lo Russo e Tommaso Lo Russo. Mentre quella per gli Ex Libris, in via di definizione, sarà composta da esperti dell’arte.

Per maggiori informazioni o copia del bando: www.boscostregato.com e www.sfumaturedigiallo.it oppure a info@boscostregato.com

Nohant-Vic dove aleggia lo spirito ribelle di George Sand

Nohant-Vic, minuscolo borgo nel cuore del Berry, ha conservato intatto il fascino dei tempi passati: lunghi viottoli che serpeggiano tra i boschi, fiancheggiati da fossati, specchi d’acqua stagnanti, campi infiniti, case di pietra e la sensazione di avere imboccato una di quelle strade destinate a portarci indietro nel tempo, in un mondo pagano e magico, popolato da streghe, fate e folletti, in grado di rievocare suggestioni letterarie di un’infanzia che credevamo ormai perduta e della quale riusciamo, invece, a riappropriarci perché le immagini hanno la stessa forza dei profumi e dei sapori e tutti i sensi ci consentono di ritrovare quel tempo perduto e di riviverlo.

E’ in questi luoghi che vissero, soffrirono e trovarono gioia e lieto fine la piccola Fadette, François le Champi, i gemelli Barbeau, ma soprattutto è a Nohant – Vic che fu bambina prima, moglie, madre e soprattutto scrittrice la loro creatrice Amandine Aurore Lucile Dupin, meglio conosciuta con lo pseudonimo di George Sand. “Presi subito, senza tante ricerche, il nome di George… che cos’è un nome nel nostro mondo rivoluzionato e rivoluzionario? Un numero per coloro che non fanno niente, un’insegna o una divisa per coloro che lavorano e combattono. Io me lo sono fatta da sola, con la mia fatica”. George Sand spiega così la scelta di utilizzare un nome maschile, anche per difendere la propria attività letteraria da quella diffidenza che il pubblico medio dell’epoca provava nei confronti di una donna che era, a torto, ritenuta artista di qualità inferiore. Penna fertile, scrittrice brillante e arguta, donna indipendente che riuscì a mantenersi grazie al proprio talento, George Sand rappresenta, tuttavia, ancora oggi, una personalità complessa e affascinante caratterizzata da grandi passioni e da straordinarie utopie che contraddistinguono le sue opere, la sua vita amorosa e le sue posizioni politiche.

Tutto in lei parla di libertà e di indipendenza: è una donna che mantiene se stessa attraverso il proprio lavoro, che sceglie di separarsi dal marito, che si lega a grandi artisti come De Musset e Chopin, che, figlia della nobiltà terriera e con un padre bonapartista, appoggia la rivoluzione parigina del febbraio 1848 che rappresenta, a suo parere, una rigenerazione di massa, arrivando a scrivere: “Sono comunista così come si era cristiani nell’anno 50 della nostra era. Il comunismo è per me l’ideale delle società in progresso, la religione che vivrà tra qualche secolo. Non posso dunque aggrapparmi a nessuna delle formule di comunismo attuali, perché esse sono tutte piuttosto dittatoriali e credono di potersi affermare senza il concorso dei costumi, delle abitudini, delle convinzioni. Nessuna religione si stabilisce con la forza”. Questa donna non comune decide di trascorrere molti anni dalla sua vita nel “buen ritiro” del castello avito di Nohant-Vic, oggi diventata una delle numerose Maisons des Illustres, luoghi densi di ricordi, di testimonianze e di emozioni. E’ qui che la raggiungono i suoi amici, creando in questo angolo sperduto della campagna francese un circolo artistico in grado di competere con quello della Ville Lumiere: Chopin, Balzac, Delacroix, Flaubert, Listz vivono, lavorano, creano in queste stanze ombrose, passeggiano nel grande giardino, lasciano qui l’impronta di quell’arte che sopravvive alla morte e all’oblio degli uomini.

La stessa Sand realizza in questo luogo una parte consistente della propria immensa produzione letteraria, non smettendo mai di scrivere nemmeno negli ultimi anni di vita quando sostituisce all’ispirazione la tecnica e l’esperienza. La sua carriera letteraria che copre un vasto arco di tempo che va dal 1830 al 1876 è caratterizzata da una vasta e differenziata produzione letteraria: 143 romanzi e racconti, 49 scritti vari e 24 commedie. Un’opera affascinante e spesso coraggiosa in grado di affrontare temi delicati come l’incesto, il riscatto sociale, il ruolo della donna nella società, la forza di un amore libero dalle convenzioni sociali, ma che recupera e valorizza anche gli elementi e i valori della cultura popolare, del mondo contadino, delle radici del passato come punto di partenza per costruire il futuro e un mondo nuovo. E’ a Nohant-Vic, infine, che la scrittrice si spegne l’8 giugno 1976, disponendo di esservi sepolta. In un angolo tranquillo che confina con il giardino della sua proprietà sorge il minuscolo cimitero che ospita la tomba di questa scrittrice straordinaria. Sulla sua lapide sono scritti entrambi i nomi: quello della donna e quello dell’artista, come se nemmeno la morte potesse separare due identità tanto forti. Nel corso degli anni si è parlato con frequenza di trasferire le spoglie della scrittrice al Pantheon affinché lì riposasse accanto a Emile Zola, Victor Hugo e Alexandre Dumas, ma entusiasmi, dubbi e polemiche si sono susseguiti e spenti, lasciando spazio soltanto al silenzio. Tuttavia tanti sono stati gli omaggi letterari, teatrali e cinematografici resi a questa donna che ha segnato profondamente il panorama letterario francese e non a caso nella “Recherche” sono i suoi libri, in particolare François le Champi, qui definito “straordinario”, a calmare i dolori del piccolo Proust.

“La mamma si sedette accanto al mio letto; aveva preso François le Champi, cui la copertina rossastra e il titolo conferivano ai miei occhi una personalità spiccata e un fascino misterioso. Avevo sentito dire che George Sand era l’archetipo del romanziere”. La mamma di Marcel rievoca, attraverso il suono della propria voce, un altro organo di senso capace di superare le barriere del tempo e di consentirci di riappropriarci del passato, la storia, per il giovanissimo Proust misteriosa e ancora incomprensibile, di tutte le sfumature dell’amore del trovatello François e della mugnaia Madeleine, imprimendo i propri accenti alle parole vergate dalla signora di Nohant-Vic in una notte lontana, nel piccolo boudoir del suo castello del Berry, e trasformandole in un altro frammento di tempo congelato per essere ritrovato, recuperato e rivissuto attraverso il ricordo.

Barbara Castellaro

Chieri e il gualdo

Convegno, esposizione di manufatti storici e contemporanei e visita all’Orto Botanico del chierese Museo del Tessile

Sabato, 18 settembre, ore 15

Chieri (Torino)

Prim’attore, il “gualdo”. Nome scientifico: “Isatis tinctoria”. Pianta officinale e tintoria, da secoli ampiamente usata nel chierese per colorare filati e tessuti in tonalità blu mediante un processo piuttosto elaborato che un tempo prevedeva anche l’impiego di macine in pietra per frantumare le foglie, del “gualdo” si parlerà il prossimo sabato 18 settembrea partire dalle 15, alla “Porta del Tessile – Museo del Tessile”, in via Santa Chiara 5, a Chieri. Il cosiddetto “oro blu” è un elemento identitario di Chieri, così come il fustagno (antesignano del jeans o denim), la cui tessitura e tintura nella variante azzurra sono documentate sin dal XV secolo. Non a caso, fra i toponimi di Chieri spiccano proprio “Via del Gualdo” e “Via della Gualderia”, mentre il centro commerciale “Il Gialdo” sorge in un’area extraurbana dove si coltivava la pianta da cui prende il nome. Pianta visibile, fra l’altro, sia nell’esposizione permanente, sia nell’“Orto botanico” dello stesso Museo. E di tal valore per il chierese da dedicarle un convegno (inserito nel ciclo di conferenze “ARS ET INDUSTRIA”), che verrà aperto dai saluti delle Autorità locali, cui  seguirà l’intervento di Marco Nicola, conservatore e titolare del laboratorio di diagnostica “Adamantio” di Torino, che si focalizzerà su “Il blu nella storia e il gualdo nella Collezione Nicola di Aramengo”. Alla sala “Porta del Tessile” saranno esposti per l’occasione alcuni manufatti tessili storici, che testimoniano l’impiego del “gualdo” nelle tele usate non solo per l’abbigliamento, ma anche in pittura, prestati al Museo da Gianluigi Nicola, già docente di restauro all’“Accademia” di Torino e titolare del prestigioso laboratorio di restauro ad Aramengo (Asti). Sarà inoltre esposta una camiciola in tela con motivo striato, tessuta con filato bianco e azzurro (gualdo), rinvenuta in una buca pontaia, ricoperta da intonaco datato 1606, in una dimora storica di Aramengo d’Asti. Si tratta di un indumento seicentesco appartenuto a un bambino del popolo, dunque di un reperto assai raro. Saranno anche esposte due toppe in tela -una tinta d’azzurro col gualdo, l’altra a quadri in filo naturale tinto d’azzurro col gualdo- rinvenute su dipinti a olio di anonimo del XVII secolo e rimosse durante il restauro delle opere. Come si evince da un frammento in mostra, lo stesso tipo di tela a quadri bianco-azzurra, fu impiegata da Guglielmo Caccia, detto “il Moncalvo” (Montabone, 9 maggio1568–Moncalvo, 13 novembre 1625) per la pala d’altare della chiesa di Bosco Marengo (Alessandria). “Alla luce di questi reperti – dicono gli organizzatori – si può guardare al gualdo come trait d’union fra tessitura e pittura, non solo in virtù del suo uso nel supporto pittorico ma, presumibilmente, anche nelle tavolozze del primo Barocco”. Dal Seicento lo sguardo si volgerà, nel corso dell’incontro, ai giorni nostri, con l’intervento di Giulia Perin, antropologa e artigiana in residenza stabile al “Museo del Tessile”, dove cura l’“Orto Botanico”, che parlerà di “Gualdo e batik d’artista nel contemporaneo” ed esporrà alcuni suoi manufatti tinti con coloranti naturali. A seguire, Antonello Brunetti, storico e naturalista, ripercorrerà “Le vie del gualdo: tra Castelnuovo Scrivia e Chieri”, insieme allo storico dell’arte Giovanni Donato. Concluderà Laura Vaschetti, vice-presidente della “Fondazione per il Tessile”, che darà anche alcune anticipazioni sui progetti in fieri al “Museo del Tessile” per la ricerca e la divulgazione orientata a riscoprire e valorizzare i landmark identitari del territorio di riferimento e a stringere collaborazioni per ampliare orizzonti di conoscenza e creatività. Al termine degli interventi, sarà possibile visitare l’“Orto del Tessile” con introduzione di Giulia Perin e ammirare i manufatti storici e contemporanei in mostra per l’occasione nella sala della “Porta del Tessile”.

Costo del biglietto d’ingresso: 3 Euro. La prenotazione é obbligatoria a prenotazioni@fmtessilchieri.org  I visitatori devono essere in possesso di “green pass”, da esibire all’ingresso e indossare la mascherina in ottemperanza delle norme di sicurezza in vigore.

g.m.

 

Nelle foto

–         Il “gualdo”, colorante naturale

–         Camiciola di bimbo del Seicento