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Aorta recisa, bimbo di 10 mesi morto al Regina Margherita di Torino Nove medici indagati

I fatti risalgono ad aprile 2021 quando un bimbo è morto a dieci mesi, nel corso di un’operazione all’ospedale Regina Margherita durante la quale gli e’ stata recisa un’aorta. La notizia viene diffusa oggi dai media torinesi.  Il perito del tribunale parla di esito «nefasto» dell’intervento a causa di una «disastrosa» catena di errori. La procura della Repubblica di Torino ha quindi avviato un’inchiesta per omicidio colposo. A oggi i medici indagati, anestesisti, chirurghi e un primario sono nove. Il piccolo sera stato operato poiché nato con una malformazione congenita al polmone.

Lavori di manutenzione straordinaria per la metropolitana

Sabato e domenica previste modifiche al servizio

 

Nel prossimo weekend per consentire lo svolgimento di lavori di manutenzione straordinaria il servizio della metropolitana subirà alcune modifiche.

In particolare, sabato 1° aprile la chiusura sarà anticipata alle ore 22.00, con ultime partenze alle ore 21.30 da entrambi i capolinea; durante la chiusura sarà in servizio sull’intera tratta Fermi – Bengasi la linea metrobus M1S.

Domenica 2 aprile, da inizio servizio (ore 7.00)  e fino alle ore 12.30, la metropolitana sarà attiva solo nella tratta Porta Nuova-Bengasi. Da Fermi a Porta Nuova saranno in servizio navette bus sostitutive. Entro le ore 12.30 la metropolitana tornerà a circolare regolarmente sull’intero percorso Fermi-Bengasi.

Torino: Ciak si gira!

A Torino in primavera non sbocciano solo i fiori. 

In città spuntano camion e service cinematografici e la città si trasforma in un set a scena aperta.


Questa volta lo sfondo è parco Dora, dove staziona una fila di furgoni.
La produzione arriverebbe da Bresso, Milano, e, secondo alcuni osservatori si tratterebbe di uno shooting fotografico per un servizio di moda.

LORI BAROZZINO

Dal primo aprile solo online le domande per estetista e acconciatore

L’Assessore all’Artigianato Andrea Tronzano “Semplificazione e informatizzazione sono le due parole chiave che devono riguardare il lavoro del futuro”

 

Snellimento delle pratiche, utilizzo delle tecnologie informatiche e velocità delle risposte alle istanze presentate dagli utenti all’Amministrazione regionale: questo è il risultato di un vero e proprio cambiamento che avverrà per alcuni ambiti lavorativi con la digitalizzazione dei procedimenti.

 

A far data dal primo di aprile, infatti, la trasmissione delle domande di accertamento e attestazione del periodo lavorativo ai fini dell’ammissione all’esame e al corso di formazione per l’attività di estetista e di acconciatore (L.R. 14 gennaio 2009, n. 1, art. 34 bis) sarà effettuata esclusivamente per via telematica, con l’impiego dell’applicativo FINDOM accessibile sul portale regionale ServiziOnline al seguente link:

https://servizi.regione.piemonte.it/catalogo/bandi-piemonte-finanziamenti-domande

 

Il nuovo servizio on line semplifica l’istruttoria e velocizza i termini per l’adozione del provvedimento finale, abbattendo i tempi legati al flusso documentale (protocollazione e archiviazione su Doqui Acta), alla rettifica di errori e alla integrazione di elementi mancanti delle istanze; oltre ai vantaggi per l’utenza, tutto ciò porta con sé anche un arricchimento di competenze, con le nuove modalità di lavoro, per il personale regionale coinvolto e un incremento di consapevolezza dell’evoluzione digitale dell’Amministrazione. Si è registrato anche l’apprezzamento da parte dei soggetti esterni (sportelli delle Confederazioni artigiane e agenzie formative) coinvolti nella formazione concreta e diretta all’uso dell’applicativo FINDOM, tutto ciò

effettuato dalla Direzione Competitività del sistema regionale e Settore Artigianato con CSI. 

 

La sperimentazione della piattaforma digitale effettuata nei mesi scorsi ha dato buoni risultati nell’utilizzo da parte degli utenti e ora una nuova stagione può prendere il via. “Si tratta – commenta l’assessore all’Artigianato Andrea Tronzano – di un passo in avanti opportuno e importante che ci abitua a usare le nuove tecnologie da un lato e dall’altro a sveltire le pratiche necessarie per poter lavorare. Semplificazione e informatizzazione sono le due parole chiave che devono riguardare il lavoro del futuro, come istituzioni dobbiamo lavorare per fare in modo di accelerare al massimo in questa direzione”

 

Il Comune di Torino vuole pedonalizzare tutta via Roma

Via Roma potrebbe diventare  interamente pedonale. Questo l’intento del  Comune di Torino, che prevede di pedonalizzare il tratto compreso tra piazza San Carlo e piazza Carlo Felice, oggi ancora aperto alla circolazione. L’intenzione è di sostituire all’asfalto una nuova pavimentazione in questa parte della via.

 

Barista difende la moglie da tre ragazzi: gli spaccano i denti

Brutta avventura per il barista del Petit Bar di Settimo Torinese che è stato malmenato  brutalmente da tre giovani che avevano importunato sua moglie nella serata di sabato. L’uomo ha cercato di difendere la donna ma è stato picchiato nel dehors del suo locale. Il barista, di origini cinesi, ha riportato contusioni a un occhio e la rottura di alcuni denti che i medici hanno dichiarato guaribili in 30 giorni. I carabinieri hanno identificato i tre balordi, che sono stati denunciati per lesioni.

La polizia arresta 16 affiliati alla mafia nigeriana che gestisce lo spaccio a Torino

La Polizia di Stato ha eseguito numerose ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Torino, su delega della Procura della Repubblica di Torino, nei confronti di un gruppo di cittadini nigeriani sospettati di appartenere al sodalizio criminale di stampo mafioso denominato “EIYE”.

I provvedimenti restrittivi sono stati disposti all’esito di lunghe e complesse indagini e hanno riguardato complessivamente 16 persone, delle quali 11 sono state rintracciate sul territorio nazionale.

Per la realizzazione della fase esecutiva, sono stati impiegati complessivamente oltre 100 uomini della Polizia di Stato, con l’utilizzo di Reparti di rinforzo del controllo del territorio. Oltre alla Squadra Mobile di Torino, l’attività ha coinvolto anche gli omologhi uffici delle Questure di Cuneo, Varese, Bergamo e Livorno.

Secondo l’ipotesi d’accusa i provvedimenti cautelari riguarderebbero personaggi sospettati di rappresentare il vertice del livello nazionale dell’organigramma, direttamente incaricato delle nuove affiliazioni e della gestione dello spaccio di sostanze stupefacenti nelle varie piazze cittadine.

Le indagini hanno consentito la raccolta di rilevanti indizi in grado di suffragare l’ipotesi dell’esistenza e dell’incidenza sul territorio del capoluogo piemontese del cult degli EIYE, grazie alle evidenze emerse sia dalle intercettazioni che dalle testimonianze di alcune persone, appartenenti alla comunità nigeriana di Torino.

Tali acquisizioni sarebbero idonee a dimostrare, secondo l’ipotesi d’accusa, come l’organizzazione indagata venga percepita dalla comunità di riferimento come connotata da un carattere “mafioso” che, maturato nello Stato di origine, risulterebbe ormai noto ai nigeriani anche al di fuori della loro terra, i quali ben ne conoscono le peculiarità e il modus operandi in patria, che rendono i membri notoriamente pericolosi e violenti, tendenti a imporre con la forza la propria volontà.

Le attività investigative, avviate nel marzo del 2019, si sono sviluppate attraverso attività tecniche di intercettazione, nonché articolati e dinamici servizi di diretta osservazione e pedinamento sul territorio, e hanno consentito di individuare coloro che, secondo l’ipotesi accusatoria, rappresenterebbero i vertici nazionali del cult, in costante e diretto contatto con i leader operanti in Nigeria.

Le indagini hanno permesso altresì di ricostruire nel dettaglio la struttura del sodalizio criminale che, secondo gli elementi raccolti, appare caratterizzato da un’organizzazione gerarchica piramidale, che si qualificherebbe per la presenza di un organismo operante a livello nazionale e di numerose articolazioni locali, attive in singole città italiane. La struttura nazionale risulterebbe dotata di un’organizzazione verticistica che vede al proprio apice un “World Ibaka”, detentore del potere esecutivo, il quale godrebbe, sempre in ipotesi di accusa di prestigio internazionale ed è in contatto con l’organismo madre in Nigeria. Risulterebbe suddivisa in sezioni provinciali o locali chiamate “Zone”, ma loro volta guidati da un “Zona Head”.

L’attività tecnica ha documentato, come già emerso in precedenti investigazioni ed attestato in sentenze definitive emesse a carico di analoghe consorterie nigeriane, l’esistenza di una struttura organizzativa, connotata da un insieme di regole di condotta, violenti riti di affiliazione, l’uso di un linguaggio esclusivo tra i membri (finalizzato a rendere meno permeabile il contenuto dei dialoghi e a rafforzare il senso di appartenenza tra i sodali), la divisione in ruoli e cariche corrispondenti a precise funzioni, l’intimidazione ed il ricorso alla violenza fisica in caso di trasgressione delle norme comportamentali proprie dell’ organizzazione.

La solidità della struttura è risultata chiaramente un elemento distintivo della consorteria criminale investigata, che avrebbe posto solide radici in numerose regioni d’Italia.

Come tutte le confraternite nigeriane, vi sono elementi per ritenere che gli EIYE abbiano i loro segni distintivi: come simbolo un uccello, talvolta raffigurato mentre stringe tra gli artigli un teschio umano, mentre il colore abitualmente indossato è il blu.

Secondo l’ipotesi d’accusa, sono stati raccolti significativi indizi di colpevolezza a carico dei sodali: in base alle risultanze dell’indagine, il Tribunale di Torino ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere a carico di sedici persone, contestando, oltre al reato di associazione per delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis c.p.), i delitti di rapina, estorsione, lesioni e reati in materia di stupefacenti.

Vi sono gravi indizi per ritenere che l’organizzazione investigata presenti tutti i caratteri di un’associazione di tipo mafioso, poiché connotata, anzitutto, da una precisa struttura gerarchica con ruoli e cariche ufficiali, a cui corrispondono compiti ben precisi. Le affiliazioni, secondo quanto ricostruito dalle indagini svolte, risultano caratterizzate da atti violenti e rigidi rituali, che si traducono in un serio e concreto pericolo per la stessa vita degli aspiranti affiliati, che vengono sottoposti ad azioni brutali, all’esito delle quali manifestano l’accettazione del codice comportamentale dell’associazione e la loro fedeltà indiscussa. Altrettanto spietate, secondo l’ipotesi di accusa risulterebbero le conseguenze previste in caso di violazione delle regole dell’organizzazione, che si traducono in sanzioni corporali talmente efferate da sfociare talora in tentativi di omicidio. Gli elementi raccolti evidenziano inoltre come la violenza appare essere lo strumento di comunicazione privilegiato per affermare la forza dell’organizzazione sul territorio e creare lo stato di soggezione necessario per accrescere il proprio potere. Altro elemento che risulta dalle indagini è la capacità dell’organizzazione di autofinanziarsi, mediante il contributo dei sodali, strumentale anche al mantenimento economico degli affiliati detenuti, come tipico pure delle consorterie mafiose italiane.

Sulla piazza torinese, gli elementi indiziari raccolti indicherebbero che il cult EIYE controllava e gestiva il commercio su strada di sostanze stupefacenti in alcune aree individuate; in particolare, corso Vigevano e piazza Baldissera, e più genericamente la zona della stazione ferroviaria di “Dora”.

Il Fondo sociale per la casa passa da 7 a 12 milioni

Su sollecitazione di Monica Canalis (Pd), l’assessore ha precisato che “queste misure nascono dal riconoscimento dell’importanza, specie nell’attuale momento storico, di garantire dignità abitativa a chi è in difficoltà e sono state condivise attraverso il confronto con il sindacato degli inquilini”.

In risposta a una domanda di Alessandra Biletta (Fi), Caucino ha poi spiegato che “dopo circa 20 anni il lavoro di ricognizione dei fondi ex Gescal è terminato: una prima tranche di 10 milioni verrà utilizzata per il recupero degli alloggi di edilizia residenziale pubblica”.

Inoltre sono stanziati quasi 15 milioni l’anno provenienti dal fondo complementare al Pnrr per il programma “Sicuro, verde e sociale” di riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, mentre 2 milioni sono destinati a sostenere gli investimenti delle cooperative a proprietà indivisa, per consentire l’incremento del patrimonio di edilizia sociale. Sono invece 800mila euro le risorse stanziate come contributi ai Comuni per l’abbattimento delle barriere architettoniche a cui si aggiungono poco meno di 150mila euro per interventi finalizzati all’eliminazione delle stesse barriere negli edifici privati. Sono poi previsti 2,5 milioni l’anno a sostegno dei Comuni per le agenzie sociali per la locazione, mentre 90mila euro sono destinati ai programmi regionali di sostegno abitativo rivolti ai genitori separati in situazioni di grave difficoltà.

Replicando a una domanda di Matteo Gagliasso (Lega) Caucino ha infine precisato che in tema di bonus edilizi gli stessi sono direttamente veicolati dallo Stato alle Atc e quindi non trovano spazio nel bilancio regionale.

L’assessore all’Urbanistica Fabio Carosso ha svolto una breve relazione per le materie di sua competenza in relazione al Bilancio, in particolare ha sottolineato che sono stati inseriti due milioni di euro in più da destinare ai Comuni per adeguare i loro Piani regolatori alle nuove norme urbanistiche.

Gagliasso è intervenuto chiedendo chiarimenti sui contributi dati ai Comuni per i progetti di riqualificazione paesaggistica. L’assessore ha risposto che si riferiscono alla legge 14/2008 e serviranno a mitigare o a camuffare capannoni o altre costruzioni che impattano negativamente sul paesaggio.

Al termine della seduta la Commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza alla legge di bilancio per tutte le materie di sua competenza.

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L’attività del Corecom Piemonte

Giovedì 30 marzo alle ore 11, presso l’Ufficio relazioni con il pubblico del Consiglio regionale del Piemonte, a Torino, nel corso di una conferenza stampa verrà presentata ai giornalisti l’attività del Corecom Piemonte.
Intervengono:
Vincenzo Lilli – presidente del Corecom Piemonte
Alessia Caserio – vicepresidente del Corecom Piemonte
Marco Briamonte – commissario Corecom Piemonte