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Zelensky chiama, Torino risponde: Mole e Palazzo Civico spenti per un’ora

La Città di Torino aderisce alla proposta del Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, di un black-out mondiale “Un’ora di buio per Ucraina”. Spegneremo l’illuminazione della Mole Antonelliana e quella di Palazzo civico questa sera dalle 19 alle 20 – ha dichiarato il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo – in segno di solidarietà verso un popolo che continua a vivere la drammatica condizione di una guerra di invasione ingiusta e fonte di tanta sofferenza per i civili”.

Il Presidente Zelensky ha proposto un ‘black-out’ mondiale a sostegno dell’Ucraina (#LightUpUkraine) chiedendo alle Istituzioni e ai cittadini di tutto il mondo di spegnere contemporaneamente per un’ora le luci il 21 dicembre, dalle 20 alle 21 orario in Ucraina, per testimoniare la solidarietà con il Paese invaso dalla Russia che da settimane è sottoposto anche ad attacchi alle strutture energetiche.

Picchiano tassista e tentano di scappare con la vettura La polizia li arresta

Nelle scorse ore, personale della Polizia di Stato ha arrestato due cittadini italiani di 31 e 44 anni gravemente indiziati del reato di tentata rapina aggravata in concorso.

Durante il servizio di controllo del territorio una pattuglia dell’U.P.G.S.P., transitando in Corso Lombardia, ha notato per strada un uomo col volto sanguinante che chiedeva loro aiuto indicando, a una cinquantina di metri di distanza, il proprio taxi.

All’interno della vettura gli agenti individuavano due uomini, uno dei quali si era portato al posto di guida del taxi di proprietà del richiedente nel tentativo di farlo partire senza però riuscirci essendo il mezzo dotato di cambio automatico.

Immediatamente gli agenti raggiungevano il taxi, fermando l’uomo alla guida e il suo complice, seduto dietro.

Dalle informazioni assunte nell’immediatezza, i due uomini si sarebbero intrufolati all’interno del taxi in via Verolengo, subito dopo la discesa di una cliente, quando le portiere erano ancora aperte, ordinando al conducente di accompagnarli in via Refrancore e specificando che non avrebbero pagato la corsa.

Alla titubanza del tassista, uno dei due uomini, cittadino italiano di 31 anni, lo avrebbe colpito violentemente al capo con alcuni pugni, causandogli delle lesioni. La vittima era quindi scesa dal mezzo per chiedere aiuto e, in quel frangente, il suo aggressore aveva tentato di fuggire col taxi, venendo fermato subito dopo dai poliziotti intervenuti, nonostante la strenua resistenza opposta.

Alla luce dei fatti, gli agenti hanno proceduto all’arresto dei soggetti per tentata rapina aggravata, oltre al reato di resistenza a P.U. per il soggetto più giovane.

Inaugurate le nuove paratie della Centrale idroelettrica di Mazzè

Gli assessori regionali Marnati e Protopapa: “Struttura fondamentale per stoccare l’acqua per irrigare le coltivazioni del territorio”.

Collaudate  le nuove paratie della centrale di Mazzè Canavese, un impianto di proprietà della Regione la cui costruzione iniziò nel gennaio del 1921 e si concluse l’anno successivo. Quello di oggi è l’evento conclusivo di un’operazione che ha impegnato Regione Piemonte, Coutenza Canali Cavour, Associazione Irrigazione Est Sesia e Consorzio di miglioramento fondiario Angiono Foglietti per oltre 25 anni per la messa in sicurezza e l’efficienza di uno sbarramento sulla Dora Baltea che alimenta l’irrigazione di un comprensorio di sei comuni.

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha investito 38 mln di euro per interventi di ammodernamento e messa in sicurezza degli impianti di Mazzè. In questi anni, inoltre, il Consorzio di miglioramento fondiario Angiono Foglietti ha investito per sviluppare i sistemi di irrigazione a goccia con la finalità di utilizzare al meglio la risorsa idrica proveniente dalla Dora Baltea.

La centrale di Mazzè nasce come sistema irriguo ingegnoso, basato sull’utilizzo delle acque della Dora Baltea con la realizzazione di uno sbarramento regolabile che avrebbe permesso di accumulare l’energia indispensabile a sollevare di 62 metri l’acqua necessaria per irrigare i territori lungo entrambe le sponde del fiume, su una superficie di circa 4mila ettari. Il servizio di sollevamento dell’acqua e della sua distribuzione nei comuni del comprensorio iniziò il 24 giugno del 1924.

Si tratta di un bacino da oltre 3 milioni di metri cubi di acqua che ha permesso sull’altipiano di Villareggia la diffusione della coltivazione di mais, prodotti orticoli e frutticoli che hanno soppiantato un’agricoltura sostanzialmente “povera” che era presente prima della realizzazione di questo importante e ingegnoso sistema irriguo. Per le caratteristiche, sia meccaniche che di costruzione, la centrale di Mazzè rappresentò una vera e propria conquista dell’ingegneria idraulica.

“Una struttura fondamentale – commentano gli assessori Matteo Marnati e Marco Protopapa – per stoccare l’acqua per irrigare le coltivazioni. In un periodo come quello attuale caratterizzato dai cambiamenti climatici, non solo è fondamentale poter garantire la presenza di acqua, ma anche investire, realizzare strutture o ammodernare quelle esistenti, per avere una produzione idroelettrica pulita e per avere effetti benefici non solo sull’ambiente ma anche per l’economia della nostra regione 

Uomo travolto e ucciso da una moto

Aveva  77 anni l’uomo che  è morto dopo essere stato investito da una moto a Ponderano,  nei pressi di Biella. E’ accaduto ieri sera. Arrivata sul posto  l’ambulanza, per l’anziano non c’era purtroppo più nulla da fare. La polizia sta verificando la dinamica dell’incidente.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Pronto soccorso: gli infermieri valutano il piano della Regione

Piano regionale, il Nursing Up: “Gli incentivi sono solo una soluzione tampone, la via maestra sono le assunzioni”

Il Nursing Up, il sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, ha partecipato ieri alla presentazione del “piano della Regione” per “risolvere” le grandi difficoltà che si vivono da lungo tempo, ormai, nei Pronto Soccorso piemontesi, in grande affanno sia per il boarding sia per la sistemazione dei pazienti.

Il Nursing Up esprime grande preoccupazione per le strategie che sono state delineate, nelle quali se da un lato è vero che si parla di incentivi, anche per il personale del comparto, dall’altra non si fa cenno alle assunzioni. Assunzioni che, invece, sono necessarie e non rimandabili e rimangono l’unica e vera soluzione all’emergenza che stanno vivendo i Pronto Soccorso. Perché è solo partendo dalla grande professionalità di chi lavora in prima linea, con stipendi adeguati e organici coerenti con le necessità grazie all’introduzione di forze fresche, che si può pensare di trovare una soluzione ai problemi dei Porto Soccorso senza dimenticare tutti i servizi sanitari ad essi collegati. Gli anni terribili della pandemia ci dovrebbero aver insegnato quanto sia stata la grande preparazione di infermieri e professionisti della sanità a creare le condizioni per una maggiore efficienza dei reparti.

Il Segretario Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, sottolinea: “Abbiamo sentito il Presidente della Regione Alberto Cirio ribadire che verranno aumentati gli incentivi economici per i medici e anche per gli infermieri e il personale del comparto. In sostanza, si interverrà sulle prestazioni aggiuntive. Questa però, per noi, è solo una soluzione tampone che non risolve il problema alla radice. L’unica soluzione è quella di ricorrere alle assunzioni di infermieri, professionisti della sanità e operatori, immettendo nel sistema sanitario forze fresche che diano ossigeno agli organici, sempre più all’osso, e aumentino quell’apporto di professionalità e competenza utile a raggiungere una maggiore e adeguata efficienza.

Altro punto che ci lascia perplessi è la gestione dell’emergenza, del boarding, con la strategia di ricavare spazi nei reparti e in altri servizi per barelle o posti letto in più, che non possono evidentemente stare nei corridoi dei Pronto Soccorso. È necessario che ci sia una stretta vigilanza, azienda sanitaria per azienda sanitaria, su come verranno distribuiti e creati questi posti letto nei vari reparti o strutture. Il rischio, infatti, è di non risolvere il problema, nascondendo quella che invece è una vera emergenza che va affrontata, come ripetiamo, anzitutto creando organici di personale adeguato. Invitiamo dunque la Regione alla massima cautela”.

“Allo stesso tempo – prosegue Delli Carribisogna tenere alta la guardia vigilando sul fenomeno sempre più diffuso, soprattutto tra i medici, del ricorso alle cooperative che forniscono personale esterno a 120 euro l’ora. Un fenomeno che potrebbe estendersi anche all’area infermieristica. Si tratta di una prassi estremamente onerosa che lascia molto perplessi soprattutto per la qualità della continuità assistenziale verso i pazienti.

Oggi è davvero grande il pericolo che coloro che lavorano h24 nei Pronto Soccorso al fianco dei pazienti, professionisti estremamente preparati e che garantiscono alta qualità di prestazioni, in assenza di un’assunzione con stipendi adeguati e consoni, possano lasciare l’impiego pubblico andando a lavorare nelle cooperative esterne a 6mila euro al mese, come accade in Veneto. Sarebbe una vera catastrofe per la nostra sanità pubblica con dirette conseguenze sulla qualità dell’assistenza erogata. Per questo, chiediamo che vi sia un intervento immediato del Governo, da Roma, per risolvere la questione. Ricordiamo che per l’Oms il personale infermieristico italiano è tra i più preparati al mondo, e per questo le altre nazioni in modo ormai continuo vengono da noi a prelevare i nostri neolaureati con offerte economiche che nel nostro Paese non abbiamo. A livello europeo, infatti, siamo addirittura al terz’ultimo posto nella classifica delle retribuzioni per gli infermieri. Questo deve cambiare, perché i nostri infermieri devono poter scegliere il nostro servizio sanitario pubblico, ricevendo un adeguato stipendio, per permettere alla sanità di esprimere quella eccellenza che ci viene riconosciuta a livello globale.

Il tempo delle parole è terminato, bisogna agire”.

Regali di Natale online: il decalogo della Polizia per gli acquisti sicuri

La Polizia Postale scende in campo per la protezione degli acquisti dei regali di Natale rinnovando la guida con consigli pratici e suggerimenti utili per acquistare in Rete con maggiore tranquillità.

Torino, 20 dicembre 2022– E’ ormai iniziata la corsa agli ultimi acquisti dei regali di Natale!

Quale migliore occasione per fornire consigli utili ed evitare che lo shopping intenso, finalizzato all’acquisto di doni per le persone a noi care, ci faccia incorrere in potenziali truffe, complice anche la ricerca di offerte a bassissimo costo ed i ristrettissimi tempi per gli acquisti.

Dall’esperienza acquisita nella tutela dai rischi di truffe online, la Polizia Postale mette a disposizione una serie di informazioni per garantire la sicurezza in rete, la tutela dei dati personali, la protezione da frodi e rischi negli acquisti: temi caldi e particolarmente sentiti da chi utilizza Internet.

Nei primi undici mesi di quest’anno la Polizia Postale ha trattato a livello nazionale più di 14.000 casi di truffe online di cui oltre il 60% è costituito, come tipologia, proprio dalle truffe in commercio elettronico, per l’acquisto di beni e servizi immobiliari legati all’affitto di case vacanze fantasma. Solo in questi ambiti criminali sono stati sottratti quasi 9 milioni di euro, per i quali sono state denunciate più di 2.500 persone.

Il numero delle segnalazioni e denunce ricevute, sommato a quelle delle persone arrestate e denunciate, ha richiamato l’attenzione della Polizia Postale che ha potenziato ogni utile strumento per indirizzare l’utenza ad un uso appropriato della Rete e degli strumenti di pagamento online e contrastare, nel contempo, le truffe messe in atto su Internet, anche attraverso la chiusura degli spazi virtuali.

Si tratta di consigli particolarmente utili specialmente in vista del Natale e del Capodanno, quando il fenomeno delle truffe sembra acuirsi, complice anche la corsa ai regali e ai pacchetti vacanze a bassissimo costo.

Del resto, che la scelta di acquistare in rete sia legata anche alla possibilità di ottenere risparmi, oltre che alla comodità, non è una sorpresa: alcune ricerche confermano che il modello dell’acquisto di impulso legato a offerte speciali, ad esempio stock limitati o con prezzi scontati, si è talmente diffuso che anche i truffatori seriali riescono ad inserirsi con false vendite.

Per questo motivo la Polizia Postale è scesa in campo con un opuscolo che offre alcuni utili consigli e pratici suggerimenti per muoversi tra i negozi online.

La truffa classica è ben rappresentata da uno degli ultimi casi su cui la Polizia Postale ha indagato. La prima vittima delle vacanze di Natale.  L’inserzione è su un sito tra i più utilizzati dagli utenti e l’inserzionista sembra serio e affidabile. Il bene in vendita ha un costo interessante: solo 100 euro comprensivi di spese di spedizione. Il venditore però “sposta” la trattativa in sede privata, si avvale di tre indirizzi mail sui quali continuare e concludere l’accordo e attraverso i quali comunica le coordinate bancarie su cui effettuare il pagamento. E qui scatta la “trappola”. Sfuggendo alle verifiche della piattaforma su cui è riportata la vendita, l’inserzionista fa effettuare il pagamento mediante ricarica di una carta prepagata. L’ottima occasione legata al prezzo estremamente conveniente, nascondeva però la truffa: oltre alla delusione per l’acquisto sfumato, l’amara sorpresa di vedere volatilizzati i risparmi destinati ai regali.

Guida sicura per gli acquisti on line

  1. Utilizzare software e browser completi ed aggiornati.

Potrà sembrare banale, ma il primo passo per acquistare in sicurezza è avere sempre un buon antivirus aggiornato all’ultima versione sul proprio dispositivo informatico. Gli ultimi sistemi antivirus (gratuiti o a pagamento) danno protezione anche nella scelta degli acquisti su Internet. Per una maggiore sicurezza online, inoltre, è necessario aggiornare all’ultima versione disponibile il browser utilizzato per navigare perché ogni giorno nuove minacce possono renderlo vulnerabile.

  1.  Dare la preferenza a siti certificati o ufficiali

In rete è possibile trovare ottime occasioni ma quando un’offerta si presenta troppo conveniente rispetto all’effettivo prezzo di mercato del prodotto che si intende acquistare, allora è meglio verificare le recensioni pubblicate da altri utenti attraverso un comune motore di ricerca. Potrebbe infatti trattarsi di un falso sito o rivelarsi una truffa.

E’ consigliabile dare la preferenza a negozi online di grandi catene già note perché oltre ad offrire sicurezza in termini di pagamento sono affidabili anche per quanto riguarda l’assistenza e la garanzia sul prodotto acquistato e sulla spedizione dello stesso.

Nel caso di siti poco conosciuti si può controllare la presenza di certificati di sicurezza quali TRUST e VERIFIED / VeriSign Trusted che permettono di validare l’affidabilità del sito web.

  1. Un sito deve avere gli stessi riferimenti di un vero negozio!

Prima di completare l’acquisto verificare che sul sito siano presenti riferimenti quali un numero di Partiva IVA, un numero di telefono fisso, un indirizzo fisico e ulteriori dati per contattare l’azienda. Un sito privo di tali dati probabilmente non vuole essere rintracciabile e potrebbe avere qualcosa da nascondere. I dati fiscali sono facilmente verificabili sul sito istituzionale dell’Agenzia delle Entrate.

  1. Leggere sempre i commenti e i feedback di altri acquirenti.

Prima di passare all’acquisto del prodotto scelto è buona norma leggere i “feedback” pubblicati dagli altri utenti online. Anche le informazioni sull’attendibilità del sito attraverso i motori di ricerca, sui forum o sui social sono utilissime…

Le “voci” su un sito truffaldino circolano velocemente online!

  1. Su smartphone o tablet utilizzare le app ufficiali dei negozi online

Se si sceglie di acquistare da grandi negozi online, il consiglio è quello di utilizzare le App ufficiali dei relativi negozi per completare l’acquisto. Questo semplice accorgimento permette di evitare i rischi di “passare” o “essere indirizzati” su siti truffaldini o siti clone che potrebbero catturare i dati finanziari e personali inseriti per completare l’acquisto.

  1. Utilizzare soprattutto carte di credito ricaricabili

Per completare una transazione d’acquisto sono indispensabili pochi dati come numero di carta, data di scadenza della carta ed indirizzo per la spedizione della merce.

Se un venditore chiede ulteriori dati probabilmente vuole assumere informazioni personali (numero del conto, PIN o password) che, in quanto tali, dovete custodire gelosamente e non divulgare.

Al momento di concludere l’acquisto, la presenza del lucchetto chiuso in fondo alla pagina o di “https” nella barra degli indirizzi sono ulteriori conferme sulla riservatezza nella trasmissione dei dati inseriti nel sito e della presenza di un protocollo di tutela dell’utente, ovvero i dati sono criptati e non condivisi.

  1. Non cadere nella rete del phishing e/o dello smishing

…ovvero nella rete di quei truffatori che attraverso mail o sms contraffatti, richiedono di cliccare su un link al fine di raggiungere una pagina web trappola e sfruttando meccanismi psicologici come l’urgenza o l’ottenimento di un vantaggio personale, riusciranno a rubare informazioni personali quali password e numeri di carte di credito per scopi illegali.

L’indirizzo Internet a cui tali link rimandano differisce sempre, anche se di poco, da quello originale.

  1. Un annuncio ben strutturato è più affidabile!

Leggi attentamente l’annuncio prima di rispondere: se ti sembra troppo breve o fornisce poche informazioni, non esitare a chiederne altre al venditore. Chiedi più informazioni al venditore sull’oggetto che vuoi acquistare e se le foto pubblicate sembrano troppo belle per essere vere, cerca in rete e scopri se sono state copiate da altri siti!

  1. Non sempre…. è sempre un buon affare.

Diffida di un oggetto messo in vendita a un prezzo irrisorio, non sempre è un affare: accertati che non ci sia troppa differenza tra i prezzi proposti e quelli di mercato!

  1. Non fidarsi….

Dubita di chi chiede di esser contattato al di fuori della piattaforma di annunci con e-mail ambigue ma anche di chi ha troppa fretta di concludere l’affare.

Il vademecum sarà disponibile sul sito della Polizia di Stato, sul portale del Commissariato di P.S. on line e sulle relative pagine Facebook e Twitter.

Monsignor Nosiglia al Koelliker: «Che il Natale sia festa di speranza»

 

L’Arcivescovo emerito di Torino ha incontrato pazienti e personale dell’ospedale: «Non esiste la malattia, ma la persona malata – ha detto -. Mettersi a disposizione degli altri è quello che ciascuno di noi non deve mai mancare di fare».

 

 L’Arcivescovo emerito di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, ha visitato  l’Ospedale Koelliker di Torino condividendo un momento di preghiera all’interno della Cappella con pazienti, personale sanitario e medico e Direzione dell’ospedale e visitando successivamente i reparti, dove si è trattenuto con alcuni pazienti ricoverati.

«Che il Natale sia una festa ricca di umanità, accoglienza, condivisione e soprattutto speranza – ha affermato Monsignor Nosiglia -. Questo ospedale è un luogo di speranza che nasce dal cuore di ogni malato, dai medici e dal personale, sempre coinvolto dal punto di vista umano perché al centro c’è ogni volta la persona».

«La preghiera guidi e illumini i nostri giorni», ha aggiunto l’Arcivescovo emerito prima di esprimere quelli che lui stesso ha definito «pensieri speciali», indirizzati alla Direzione del Koelliker, al personale sanitarioagli ammalati e ai loro familiari. «Non esiste la malattia, ma la persona malata – ha concluso -. Mettersi a disposizione degli altri è quello che ciascuno di noi non deve mai mancare di fare».

Durante la messa e nel corso della visita ai reparti, Monsignor Cesare Nosiglia è stato accompagnato da Don Paolo Fini, direttore dell’Ufficio per la pastorale della salute nella Curia metropolitana di Torino e da Padre Stefano Camerlengo, superiore generale dei Missionari della Consolata. Al termine dell’omelia dell’Arcivescovo emerito è stato proprio Don Paolo Fini a rivolgere un pensiero a Padre Franco Bertolo, fino a pochi mesi fa cappellano dell’ospedale Koelliker: «Sarebbe stato molto contento di vedere la Cappella piena di gente in un giorno così importante».

Venaria, inaugurato maxi cantiere nel quartiere Fiordaliso


Oltre 30milioni di lavori con gli incentivi del superbonus 110%

10 palazzine, 354 appartamenti, un investimento complessivo da oltre 30milioni di euro. È uno dei più importanti cantieri avviati grazie al superbonus 110% nel patrimonio di edilizia sociale del torinese quello inaugurato questa mattina nel complesso di case Atc del quartiere Fiordaliso in via San Marchese, via Bruno Buozzi a Venaria Reale.
I lavori, affidati dalle assemblee condominiali al gruppo dell’efficienza energetica Renovit e nello specifico a Mieci, la sua società specializzata in soluzioni per il patrimonio pubblico, prevedono la coibentazione di sottotetti e facciate col cappotto termico, l’installazione di una nuova caldaia a condensazione per il riscaldamento centralizzato e l’acqua calda con pompe di calore e pannelli fotovoltaici, la realizzazione di un cappotto sismico e altre opere di consolidamento delle strutture, la sostituzione degli infissi il rifacimento dei frontalini dei balconi. L’intervento ha inoltre in programma la sostituzione dei 23 impianti ascensore già presenti e l’installazione ex novo di altri 4, che renderanno tutte le unità immobiliari completamente accessibili per persone con disabilità. «Si tratta di un intervento globale di riqualificazione profonda sia energetica che sismica – spiega Paolo Fusaro, direttore generale di Mieci gruppo Renovit – che permette non solo una riduzione media dei consumi energetici di oltre il 60% e un salto di almeno 2 classi energetiche per tutte le palazzine, ma anche un miglioramento complessivo delle condizioni abitative, andando ad agire sul comfort termico e acustico, riducendo l’umidità degli ambienti, aumentando le temperature economicamente sostenibili e incrementando la sicurezza e l’accessibilità degli spazi abitati».
All’inaugurazione ufficiale dei lavori hanno preso parte il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale alle Politiche della Casa Chiara Caucino, il sindaco di Venaria Reale Fabio Giulivi oltre naturalmente al consiglio di amministrazione di Atc – il presidente Emilio Bolla, il vicepresidente Fabio Tassone, il consigliere Valentino Magazzù- e ai rappresentanti dell’impresa.

«Sono felice di essere qui oggi a inaugurare questo cantiere perché non c’è modo migliore di spendere risorse pubbliche che investire sulla salute, sulla scuola e sulla casa- dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio- Intervenire sulla casa poi è particolarmente qualificante: questo intervento, che prevede tra l’altro anche la sostituzione dei portoncini d’ingresso di ogni appartamento, permetterà a ciascuna famiglia di vivere in un ambiente più sicuro e confortevole».

«Sono estremamente soddisfatta di questo risultato – spiega l’assessore regionale alla Casa, Chiara Caucino – in quanto l’inaugurazione di questo cantiere rappresenta uno dei più importanti risultati che questa amministrazione ha raggiunto da quando, fin dal primo giorno, mi sono data come obiettivo quello di rendere dignitosi il maggior numero di stabili che sono in carico alle tre Atc piemontesi. I lavori restituiranno abitazioni più confortevoli e dignitose alle 354 famiglie di Venaria. Lavoreremo anche per aumentare il numero di alloggi a disposizione dell’emergenza abitativa, dal momento che la richiesta è in aumento, complici i due “cigni neri”: la pandemia da Covid19 e la guerra in Ucraina, che hanno prodotto effetti deleteri sull’economia facendo emergere in maniera drammatica le nuove povertà. Per quanto mi riguarda posso assicurare che l’impegno prosegue perché, ripeto ancora una volta, sono convinta che sia dovere della politica non lasciare nessuno indietro».

Fabio Giulivi, Sindaco della Città di Venaria Reale, plaude ad «un intervento importante di cui siamo orgogliosi, in perfetta linea con l’azione dell’Amministrazione comunale che punta sulle grandi riqualificazioni urbane per un vero rilancio di Venaria Reale. Il quartiere Fiordaliso è in uno degli ingressi della nostra città e attendeva questi lavori da moltissimo tempo. Un cantiere che renderà più funzionale, moderno, sicuro e green l’intero complesso residenziale sito nel quadrilatero via San Marchese, via Diaz, via Buozzi, via Di Vittorio, migliorandone anche l’estetica oltre che le prestazioni energetiche, per una maggiore qualità della vita di tutti i residenti».

«Dopo quello di corso Racconigi 25 a Torino, questo è uno degli interventi più significativi cui diamo il via grazie agli incentivi per l’efficientamento energetico del superbonus – conclude il presidente di Atc, Emilio Bolla – Al termine del prossimo anno i cantieri saliranno a quota 150, per un investimento complessivo di 500milioni. Si tratta naturalmente di riqualificazioni importantissime, che con le sole risorse normalmente a bilancio per le manutenzioni non sarebbe mai stato possibile avviare e con cui rimetteremo a nuovo interi quartieri restituendo agli abitanti case più decorose e con consumi sostenibili».

Le case ex Gescal del quartiere Fiordaliso vennero costruite a metà degli anni ’70 lungo via San Marchese, in zona Altessano, nell’area precedentemente occupata dalla Cascina Castello, per rispondere all’improvviso boom demografico dettato dall’afflusso di manodopera per le imprese del territorio. Oggi le palazzine sono amministrate in regime condominiale e vedono la presenza sia di appartamenti di proprietà Atc, destinati ad edilizia sociale, che di privati. Una curiosità: l’idea di cambiare nome al quartiere, da Gescal a Fiordaliso, venne negli anni ’90 nel corso di un’assemblea pubblica. A dare lo spunto, il fatto che queste case fossero state costruite sui terreni della Cascina Nuova Castello (all’epoca posta a fianco lo stabilimento della Snia di Altessano ai confini est con Piazza Cavour) colorati dalla presenza, appunto, di numerosi fiordalisi.