CRONACA- Pagina 655

In un bar punta coltello alla gola di un cliente

A Perosa Argentina un uomo  è  entrato in un bar e, per motivi da chiarire, ha preso un coltello e l’ha puntato alla gola di un cliente  che, con alcuni amici, stava consumando una bevanda al tavolo. La situazione fortunatamente non è degenerata e tutto si è risolto senza problemi. Ma il fatto è   stato reso noto  ai carabinieri.

Vandali danneggiano babbo Natale gigante

Nella notte di capodanno a Nichelino, in piazza Barile, è stato danneggiato da ignoti vandali il babbo natale  gigante in vetroresina  davanti al municipio. Sono stati danneggiati  anche il calendario dell’avvento e un cassonetto dei rifiuti. I carabinieri stanno indagando.

Boom di visitatori al Museo del Cinema

Sono 570.000 le persone che nel 2022 che hanno varcato la Mole Antonelliana per visitare il Museo Nazionale del Cinema e il monumento simbolo della città.

È un risultato eccezionale – sottolinea Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema – segno che la cultura è ripartita alla grande, lasciandosi alle spalle la pandemia e due anni difficili come il 2020 e il 2021. Nel 2019 avevamo avuto 675.000 visitatori ma se vogliamo fare un confronto dobbiamo tener conto che le restrizioni più vincolanti relative al Covid sono durate fino alla primavera di quest’anno, rallentando ovviamente anche i flussi turistici nella nostra Regione. L’intero comparto culturale si è rimesso in marcia, a conferma che gli sforzi fatti in questi mesi ci stanno indicando la giusta via da seguire”.

“È un bel traguardo che ci sprona a fare sempre di più, a continuare ad ampliare e arricchire la nostra offerta culturale – afferma Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema. C’è voglia di recuperare il tempo perduto, di tornare a perdersi nei musei e nelle città d’arte. Si è incuriositi dalle novità e dalla tecnologia, basti pensare al successo crescente che hanno le nostre salette CineVR, dove per accedervi bisogna sempre fare una lunga coda. E poi le grandi mostre, come quella che ospitiamo al museo dedicata a Dario Argento, attirano tantissimi turisti, appassionati e non, da tutta Italia e dall’estero. I numeri sono importanti, ma siamo più interessati alla qualità della visita che offriamo. Per evitare assembramenti e consentire ai visitatori di godersi le mostre e il museo in sicurezza e tranquillità, abbiamo scelto di mantenere il percorso unidirezionale e limitare l’accesso, in modo da garantire al pubblico un’esperienza il più gradevole e indimenticabile possibile”.

In corso il piano invernale di accoglienza delle persone senza dimora

Per la stagione invernale anche quest’anno la Città di Torino ha predisposto il Piano invernale di accoglienza rivolto alla popolazione homeless italiane e straniere, in condizioni di grave rischio per la salute e l’integrità fisica nei mesi più freddi.

Il ventaglio di opportunità e di interventi di accoglienza e di inclusione comprende un’offerta che va dai servizi di primo contatto in strada e di primo accesso, alle Case di ospitalità (oggi prevalentemente aperte 24 ore), agli alloggi e alle residenze di autonomia, fino ai percorsi abitativi in housing first, agli interventi educativi e di inserimento in percorsi di inclusione personalizzati volti a favorire l’uscita dalla condizione di grave emarginazione sociale.

Quest’anno l’Amministrazione Comunale ha messo in campo una strategia di diffusione in tutta la città dei presidi di accoglienza (notturna, diurna e sulle 24 ore) in più strutture ricettive secondo un percorso complessivo teso al superamento del punto unico emergenziale di via Traves e alla sua riqualificazione strutturale.

Da lunedì  è aperta in piazzale Croce Rossa Italiana 185/a la struttura messa a disposizione dall’associazione Mamre che ha una capacità di accoglienza fino a 30 posti letto. Si aggiunge al presidio umanitario di via Traves 15 che ha una disponibilità fino a 70 posti. Entrambi i punti di accoglienza, organizzati e gestiti con i Servizi della Città di Torino e dalla Croce Rossa italiana, oltre ad assicurare un luogo sicuro per dormire e un posto caldo, offrono la possibilità di effettuare visite mediche e colloqui con il Servizio stranieri e il Servizio adulti in difficoltà finalizzati a intraprendere percorsi di cura e di inclusione sociale. Inoltre, in via Traves, è attivo un servizio di vigilanza gestito dalla Polizia Municipale per garantire maggiore sicurezza alle persone accolte.

In via Spalato 15 è disponibile una struttura di proprietà della Città di Torino per l’accoglienza emergenziale di minori stranieri fino a 24 posti letto. Sono in corso di predisposizione le procedure per allestire un sito di accoglienza anche in corso Sebastopoli 262. Questi due ultimi interventi sono resi possibili grazie alla collaborazione delle Circoscrizioni.

Anche quest’anno, in caso di condizioni climatiche emergenziali che possano comportare un aggravamento delle condizioni di vita per le persone che vivono in strada, è previsto l’allestimento, in collaborazione con i Servizi della Protezione Civile della Città, di un ulteriore sito di accoglienza notturna collocato in una zona cittadina facilmente accessibile in cui, ogni notte, si potranno ospitare 100 persone. Inoltre sarà estesa la capienza del sito di via Traves fino a 120 persone.

Durante l’inverno 2022-23 saranno disponibili, complessivamente, 600 posti di bassa soglia.

Sono stati potenziati i servizi di intervento in strada e di prossimità attivi tutti i giorni dell’anno dalle ore 20 all’una di notte; il servizio notturno ha a disposizione due equipaggi mobili che operano sul territorio cittadino dalle 18 alle 02.

Il servizio itinerante diurno usufruisce di due educatori sociali in più che sostengono anche il Servizio homeless Torino, punto unico di accesso e orientamento ai servizi rivolto alle persone homeless.

Durante il periodo invernale l’ambulatorio socio sanitario Roberto Gamba, in via Sacchi 49, sempre in collaborazione con l’ASL e il Terzo settore, sarà aperto tutti i giorni compreso i festivi fino al 30 aprile 2023.

Sul fronte del Piano di inclusione Sociale sono invece sostenuti i progetti relativi alle Unità di intervento in strada, laboratori, attività occupazionali e culturali per gli ospiti dei servizi di accoglienza aperti al territorio e alla comunità locale.

Gli interventi sociosanitari in strada e nei servizi di accoglienza sono stati rafforzati grazie alla collaborazione di medici specialisti reperiti dal volontariato e dalle cooperative sociali. Sono progetti destinati a interfacciarsi con le azioni che l’azienda sanitaria attuerà, come stabilito dal protocollo di maggio, al fine di favorire l’efficacia degli interventi messi in atto.

Di fronte a un problema così grave è importante che le risposte siano diffuse e diversificate per essere efficaci. Ci stiamo progressivamente muovendo verso il superamento del ‘sito unico’ di accoglienza a favore di più luoghi adibiti in diversi punti della città. Nei prossimi anni le risorse del PNRR ci consentiranno di andare ancora più avanti su questa strada, insieme agli enti del Terzo settore, per garantire sempre maggiore tutela alle persone in situazioni di estrema fragilità e marginalità” ha sottolineato Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare della Città di Torino.

Tanti primati nel 2022 per lo Stabile

Massimi storici per recite prodotte, alzate di sipario e ricavi delle vendite e delle prestazioni.
Raddoppiano i ricavi al botteghino, balzo degli spettatori in sede e tournée.
Sette premi della critica.

Nonostante la congiuntura incerta e critica determinata da fattori esterni di condizionamento particolarmente sfavorevoli per lo spettacolo dal vivo – la persistenza del Covid, i venti di guerra, l’impennata dell’inflazione, la crisi energetica e il quadro normativo transitorio – nel 2022 il Teatro Stabile di Torino ha registrato segnali molto promettenti, con risultati mai raggiunti nella sua storia per alzate di sipario, recite prodotte e coprodotte, ricavi delle vendite e delle prestazioni, recite e presenze in tournée, incassi al botteghino, premi della critica.

Produzione e programmazione. Nel 2022 le alzate di sipario in sede e in tournée, tra spettacoli di prosa e danza, prodotti e ospitati, sono state n. 805, un record storico, in aumento dell’82% rispetto alle n. 443 del 2021. Le sole recite di produzione sono state n. 524, anche in questo caso un dato mai raggiunto prima, in crescita dell’86% rispetto all’anno precedente, con un notevole impatto sull’occupazione degli artisti e delle maestranze. In sede le recite sono state n. 626, di cui n. 594 di prosa e n. 32 di danza, mentre in tournée il sipario si è alzato n. 179 volte, di cui n. 12 all’estero (Francia, Polonia, Lituania, Svizzera). Da segnalare nel 2022 il debutto assoluto di una produzione del Teatro Stabile di Torino al Festival d’Avignon, dove La tempesta di Shakespeare con la regia di Alessandro Serra ha fatto registrare il sold-out per tutte e sei le recite in programma all’Opéra Grand Avignon.

Ricavi delle vendite e delle prestazioni, fatturato e incassi al botteghino. Nel 2022 si è registrata un’impennata dei ricavi delle vendite e delle prestazioni: tra botteghino, fatturato per la vendita dei propri spettacoli ad altri teatri e festival e rientri da coproduzione lo Stabile ha più che triplicato i ricavi rispetto al 2021 totalizzando € 4.518.200, il miglior risultato di sempre, superiore anche agli anni pre-Covid. I ricavi da botteghino di competenza del 2022 sono stati € 2.031.685, raddoppiati rispetto a € 1.011.517 del 2021, mentre per quanto riguarda la cassa i n. 150.000 biglietti venduti nel corso del 2022, sia per gli spettacoli programmati nell’anno sia per gli spettacoli in prevendita che saranno fruiti nel 2023, hanno generato introiti pari a € 2.530.315, un altro primato storico che delinea una tendenza alla marcata crescita per l’anno nuovo.

Spettatori e abbonati. In merito alle presenze, nel 2022 sono state complessivamente n. 205.634, ossia quasi il triplo rispetto al 2021: un dato in forte crescita seppure ancora inferiore del 15% rispetto alle n. 242.427 del 2019, anno che registrò un’affluenza eccezionale. In dettaglio, nel 2022 gli spettatori in sede sono stati n. 129.618 e quelli in tournée n. 76.016 per le produzioni esecutive de Le sedie, The Spank, La tempesta, Il crogiuolo, Dulan la sposa. A campagna abbonamenti ancora in corso, gli abbonamenti della stagione 2022-2023 sono n. 14.805.

Premi e riconoscimenti. Se la dimensione quantitativa dell’attività svolta testimonia sia l’ampia partecipazione del pubblico sia l’efficienza produttiva e la capacità di autofinanziamento, i premi manifestano, invece, l’apprezzamento per la qualità artistica degli spettacoli. Nel 2022 le produzioni e gli artisti del Teatro Stabile hanno ricevuto ben n. 7 riconoscimenti, mai così tanti in una sola stagione. A Le sedie di Ionesco, con la regia del Direttore artistico Valerio Binasco, sono andati due premi Le Maschere del Teatro Italiano (migliore regia e migliore scenografia a Nicolas Bovey) e al dittico Ifigenia e Oreste di Euripide, sempre per la regia di Binasco, altri due premi Le Maschere del Teatro Italiano (ad Arianna Scommegna come migliore attrice protagonista e a Jurij Ferrini come migliore attore non protagonista). Le sedie hanno vinto anche il Premio Hystrio Twister come migliore spettacolo. Inoltre, il regista residente Filippo Dini si è aggiudicato il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici Italiani per le ultime regie prodotte dal Teatro Stabile di Torino (Il crogiuolo, Ghiaccio, The Spank, Casa di bambola). Infine, al Direttore Filippo Fonsatti è stato conferito il Premio Speciale Le Maschere del Teatro Italiano intitolato a Graziella Lonardi Buontempo.
(https://www.teatrostabile-torino.it/palmares/).

«I brillanti risultati conseguiti nel 2022 si devono innanzitutto al valore dei nostri progetti artistici e all’efficienza gestionale della struttura – dichiara il Presidente Lamberto Vallarino Gancia. La notevole crescita degli spettatori nonostante il contesto ancora sfavorevole e i numerosi riconoscimenti della critica premiano il lavoro intenso e appassionato svolto da tutto lo staff, a partire dal Direttore Fonsatti, dai Direttori artistici Valerio Binasco e Anna Cremonini, dagli artisti residenti e associati. Grazie al rinnovato sostegno dei Soci Aderenti e Sostenitori Città di Torino, Regione Piemonte, Città di Moncalieri, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e ovviamente del Ministero della Cultura – conclude il Presidente Vallarino Gancia – abbiamo potuto rilanciare la nostra attività istituzionale e ribadire la centralità delle nostre funzioni pubbliche».

«I dati consuntivi del 2022 vanno al di là delle più ottimistiche aspettative – dichiara il Direttore Filippo Fonsatti. I ricavi delle vendite e delle prestazioni superiori ai livelli pre-Covid, la produttività ai massimi storici e le presenze quasi triplicate in sede e in tournée sono indicatori che ci fanno ben sperare per il futuro. Mi preme ringraziare le artiste e gli artisti, le maestranze tecniche, le colleghe e i colleghi del Teatro – aggiunge Fonsatti – che grazie alla competenza, al talento e alla dedizione hanno contribuito in maniera determinante al conseguimento di risultati che confermano l’importanza dello Stabile per la comunità, ne rappresentano bene la competitività a livello nazionale e rafforzano il posizionamento sulla scena internazionale».

Morti sul lavoro, una strage senza fine. Il Piemonte in zona arancione

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DA GENNAIO A NOVEMBRE 2022: SONO 1.006 LE VITTIME. OLTRE 91 DECESSI AL MESE.

 

SUL PODIO DELL’INSICUREZZA IN ZONA ROSSA CI SONO VALLE D’AOSTA, TRENTINO-ALTO ADIGE, BASILICATA, CAMPANIA E CALABRIA.

 

E ANCORA UNA VOLTA LA MAPPATURA DELL’EMERGENZA DELL’OSSERVATORIO VEGA ENGINEERING AIUTA A CAPIRE DOVE I LAVORATORI HANNO RISCHIATO MAGGIORMENTE LA PROPRIA VITA DA GENNAIO A NOVEMBRE 2022.

“Superati i mille morti nel 2022 e manca ancora un mese al bilancio annuale. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese. Stiamo parlando di oltre 22 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working). Nel periodo gennaio-novembre 2021 invece i decessi totali sono stati 1.116 e, come nei mesi scorsi, stiamo osservando un decremento della mortalità, purtroppo solo apparente. Infatti, ricordiamo come quest’anno siano quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al Covid (10 su 909 secondo le stime degli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022). Lo scorso anno, invece, costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017). Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni. Questo a conferma del fatto che passata l’emergenza Covid, rimane quindi ancora tragicamente purtroppo quella dell’insicurezza sul lavoro. E l’unica arma per contrastarla è la prevenzione attraverso la formazione e l’aggiornamento di tutte le figure coinvolte nell’organizzazione aziendale: dal datore di lavoro ai dirigenti, fino ai preposti e ovviamente ai lavoratori”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, non ha dubbi: la più recente e dettagliata indagine realizzata dagli esperti del proprio team continua a descrivere una situazione più che allarmante.

“Auspichiamo che i nostri studi e approfondimenti possano rappresentare uno strumento efficace sul fronte della prevenzione degli infortuni sul lavoro – prosegue Mauro Rossato – L’obiettivo della diffusione di questi dati, infatti, è quello di spingere tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage”.

I numeri degli incidenti sul lavoro, del resto, non possono far altro che portare ad una triste riflessione. Le denunce totali di infortuni sono cresciute del 29,8% rispetto al 2021, arrivando a quota 652.002; con il settore della Sanità sempre in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (80.256 denunce); seguono: Attività Manifatturiere (70.483) e Trasporti (51.583). Importante in questi dati anche la lettura sull’evoluzione delle denunce totali di infortunio per Covid: a fine ottobre 2021 erano 36.821, mentre a fine ottobre 2022 sono diventate 107.602. Praticamente sono triplicate, dimostrando che il virus è divenuto molto meno mortale ma è ancora largamente presente nei luoghi di lavoro.

Oltre i numeri però ciò che conta per l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre è il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. Si tratta dell’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi undici mesi dell’anno è di 32 decessi ogni milione di occupati. Questo indice, un vero e proprio “indicatore di rischio di morte sul lavoro”, consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio Vega definisce mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori.

A finire in zona rossa alla fine dei primi undici mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 32 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Campania e Calabria. In zona arancione: Puglia, Umbria, Marche, Sicilia, Piemonte, Toscana e Veneto. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Friuli-Venezia Giulia.

(sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

INFORTUNI MORTALI E STRANIERI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, cioè oltre il 18,3% del totale. Anche qui l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 58,5 morti ogni milione di occupati, contro 29,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO A NOVEMBRE 2022

Sempre in cima alla graduatoria con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è -inevitabilmente a livello statistico – la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (115) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale, collocandosi così in “zona gialla”.

Seguono: Veneto (68), Campania (65), Lazio (62), Piemonte (59), Emilia Romagna (53), Toscana (51), Puglia (48), Sicilia (47), Trentino-Alto Adige (29), Marche (23), Calabria (21), Liguria (16), Sardegna e Abruzzo (15), Umbria (14), Basilicata (10), Valle D’Aosta (6), Molise (3) e Friuli-Venezia Giulia (2).

Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

Nei primi undici mesi del 2022 il settore Costruzioni fa registrare nuovamente il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 124. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio (104) e Attività manifatturiere (91).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (273 su un totale di 722). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 92,2 infortuni mortali ogni milione di occupati.

L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 16,1), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 23,7 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questi dati confermano anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più vecchi.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre del 2022 sono 54 su 722. In 59, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, 57 quelli che sono deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 sono il lunedì e martedì i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali (più precisamente il 17,9% del totale degli infortuni mortali in occasione di lavoro), seguito dal venerdì (17,6%).

Le denunce di infortunio sono in aumento (+ 29,8% rispetto a novembre 2021). A fine novembre 2021 erano infatti 502.458 mentre a fine novembre del 2022 sono 652.002. E ad essere triplicate (ultimi dati ottobre 2022) sono le denunce di infortunio per Covid: passate dalle 36.821 di fine ottobre 2021 alle 107.602 di fine ottobre 2022. Anche decurtando gli infortuni per Covid dai dati appena visti risulta un aumento delle denunce di infortuni del +19% nel 2022 rispetto al 2021.

Sono più di 80 mila gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Oltre 70 mila quelli nelle Attività manifatturiere e superano i 51 mila nei Trasporti.

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi undici mesi del 2022 sono state 268.565, quelle dei colleghi uomini 383.437.

LA ZONIZZAZIONE A COLORI È LA NUOVA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA ELABORATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO VEGA ENGINEERING DI MESTRE, PER FOTOGRAFARE, IL LIVELLO DI SICUREZZA DEI LAVORATORI.

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Danno renale, a gennaio conferenza dell’Accademia di medicina

Venerdì 13 gennaio alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una riunione scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Le vescicole extracellulari da cellule staminali nella rigenerazione del danno renale”. L’incontro verrà introdotto da Giuseppe Segoloni, professore di Nefrologia, Università di Torino. Il relatore sarà Giovanni Camussi, Professore Emerito nel Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino. Entrambi sono soci dell’Accademia di Medicina.

Il potenziale rigenerativo delle cellule staminali dipende dal rilascio di mediatori che agiscono in modo paracrino. Le vescicole extracellulari liberate dalle cellule staminali possono trasferire a cellule danneggiate delle informazioni molecolari che sono in grado di coordinare la riparazione endogena del tessuto. Questo meccanismo fisiologico di comunicazione tra cellule può essere sfruttato a livello terapeutico prospettando una potenzialità di terapia staminale senza cellule. In questa presentazione si discutono gli studi preclinici che mostrano il potenziale rigenerativo e anti-fibrotico delle vescicole extracellulari in modelli sperimentali di danno renale acuto e cronico.

Giuseppe Piccoli, professore di Nefrologia, Università di Torino e Piero Stratta, Professore di Nefrologia, Università Piemonte Orientale, Novara, ricorderanno, il 100° anniversario della nascita del prof. Antonio Vercellone.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

Rapinatore fermato danneggia termosifone dei carabinieri

Due giovani di 18 e 22 anni sono stati arrestati nella notte a San Salvario dai carabinieri di Torino per rapina aggravata e danneggiamento. L’accusa è di aver strappato una collanina d’oro dal collo di una persona in largo Saluzzo. Poi  sono stati bloccati dai carabinieri in corso Marconi e in via Nizza. Portati in caserma, uno dei due ha dato in escandescenze e ha spaccato un termoconvettore.

Cinque feriti a Torino per i botti di Capodanno

Nonostante i divieti, a Torino sono cinque i feriti che, a causa dei botti di capodanno  hanno riportato lesioni da ustioni. Inoltre si registra il caso di un 31enne che per un’esplosione di un fuoco d’artificio è rimasto ustionato sul 7% del corpo, in particolare viso e mani, ed è ora ricoverato all’ospedale Cto, nel reparto di Chirurgia plastica. Una donna di Vercelli,  ferita da un botto è stata trasportata e operata al Maria Vittoria di Torino per le gravi ferite alle dita di una mano.