CRONACA- Pagina 41

Apre l’Area Camper di Cesana Torinese

Questa sera, venerdì 1 agosto, aprirà l’Area Camper dell’Ex Campeggio Chaberton: 28 nuovi posti camper completamente automatizzati che potranno accogliere i camperisti in una zona ad alto valore aggiunto per la bellezza naturalistica fruibile tutto l’anno, per la comodità di accesso ai sentieri, ai servizi ed agli impianti di risalita.

Il Sindaco Daniele Mazzoleni esprime grande soddisfazione: “L’ambizioso progetto, nato con l’Amministrazione precedente si prefiggeva il duplice lo scopo di bonificare l’area che negli anni seguenti lo smantellamento del campeggio era diventata poco meno che una discarica a cielo aperto, riportandola alla sua destinazione originaria deputata all’accoglienza turistica. Oggi con l’apertura dell’area Camper possiamo dire di aver raggiunto lo scopo, anche se il compito non è ancora terminato. Restano da completare le strutture accessorie per rendere il luogo ancora più ameno ed attrattivo e per questo motivo non si fermeranno i lavori nell’adiacente cantiere di sviluppo. Ringrazio l’Amministrazione precedente guidata dall’amico Roberto Vaglio ed il personale amministrativo del Comune che ha lavorato e sta lavorando alla realizzazione di un progetto complesso che, come tale, ha dovuto superare difficoltà e problematiche che ne hanno rallentato il fisiologico sviluppo. Il Comune di Cesana, dopo la mancata partecipazione al bando di affidamento della gestione si è fatto carico della gestione “in house” in modo da consentire l’erogazione del servizio nei tempi più celeri possibile. Obiettivo quest’ultimo raggiunto anche grazie alla preziosa collaborazione della ProLoco ProYoung che fornirà un supporto indispensabile al buon funzionamento della struttura e che ringrazio sentitamente nella persona del Presidente Luciano Reymond e di tutti i componenti del direttivo!”

Strade da incubo, weekend di traffico intenso: domani bollino nero, domenica rosso

Primo bollino dell’estate a luglio con ben 234,7 milioni di spostamenti in tutto l’arco del mese e sospensione di 1348 cantieri, l’81% del totale

L’esodo estivo entra nel vivo e, in base alle stime dell’Osservatorio Mobilità Stradale di Anas, per questo weekend si attendono 13 milioni e 155 mila spostamenti di autoveicoli. Nell’intero mese di luglio si sono registrati 234,7 milioni di spostamenti di autoveicoli sull’intera rete stradale e autostradale Anas.

La mattinata più  critica sarà quella di domani 2 agosto quando la viabilità Italia prevede bollino nero con spostamenti dai grandi centri urbani verso le località di villeggiatura, di mare al Sud e di montagna al Nord  e verso i confini di Stato.
Domenica pomeriggio 3 agosto è previsto bollino rosso. Nel pomeriggio e nella serata di domenica si concentreranno i rientri verso le grandi città  di chi ha scelto il weekend breve.
In vista del grande aumento dei flussi Anas ha potenziato l’impegno del personale su tutto il territorio nazionale, ridimensionando la presenza dei cantieri.

“Siamo impegnati a garantire una circolazione fluida e scorrevole – ha spiegato l’amministratore delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme – . Fino all’8 settembre saranno chiusi o sospesi 1348 cantieri, circa l’81% di quelli attivi ( 1672). Per agevolare i flussi di traffico già dal primo luglio sono stati chiusi 98 cantieri inamovibili pari  a circa 680 km di strada.
In base al nostro piano esodo sono operativi 2500 addetti con il presidio delle squadre Anas a h 24 per monitorare la rete e intervenire subito in caso di emergenza. Con il MIT e le Forze dell’Ordine da sempre siamo in prima linea per tutelare la sicurezza stradale dei cittadini.

“Con il nostro lavoro – sottolinea l’ad Gemme – vogliamo assicurare a chi si mette in viaggio vacanze serene con la raccomandazione per tutti di avere sempre comportamenti corretti al volante come ricordiamo nella nostra campagna “Quando sei alla guida tutto può aspettare”.

In vista dell’incremento dei flussi di traffico verso la capitale per il Giubileo dei Giovani 2025, il più grande appuntamento dell’anno Santo iniziato lo scorso 28 luglio e in programma fino al 3 agosto, che prevede un’ampia partecipazione di ragazzi e ragazze da tutto il mondo, Anas ha intensificato i servizi di sorveglianza e pronto intervento sulle tratte stradali e autostradali di competenza interessate all’evento. La società dal primo al 3 agosto potenzierà i presidi operativi lungo le autostrade del Grande Raccordo Anulare e della A91 Roma- Fiumicino, in corrispondenza della Fiera di Roma dove sono alloggiati circa 25 mila giovani, e delle diramazioni verso le aree di sosta degli autobus identificate dal Comune di Roma all’interno dell’area urbana. Si cercherà negli obiettivi di agevolare il traffico turistico che, nell’area romana, potrebbe sovrapporsi al flusso dei pellegrini.
Gli itinerari interessati saranno in direzione Sud  le principali direttrici verso le località di villeggiatura, in particolare lungo le dorsali adriatica, tirrenica e jonica, e lungo i valichi di confine in direzione di Francia, Slovenia e Croazia.
Il divieto di transito dei veicoli pesanti è in vigore venerdì primo agosto dalle 16 alle 22, sabato 2 agosto dalle 8 alle 22 e domenica 3 agosto dalle 7 alle 22.
La presenza su strada di Anas è di circa 2500 risorse in turnazione, costituite da personale tecnico e di esercizio, oltre al personale delle sale operative territoriali e della Sala Situazioni nazionale per assicurare il monitoraggio del traffico in tempo reale 24 ore su 24.

Alcuni consigli per chi si mette in viaggio: dotarsi di generi di prima necessità e di una scorta di acqua per evitare disidratazione durante il viaggio, soprattutto nei giorni in cui è previsto il grande caldo; controllare il veicolo, pressione dei pneumatici, efficienza delle luci, livelli di olio e acqua; consultare il meteo e il calendario dei giorni critici, quando i tempi di percorrenza potranno essere maggiori della norma, valutando eventuali percorsi alternativi; non assumere sostanze alcoliche o droghe prima e durante la guida; tutti i passeggeri, guidatore compreso, devono indossare la cintura di sicurezza e assicurare i bambini nei seggiolini o negli adattatori, fino a 1,50 metri di altezza; rispettare i limiti di velocità e tenersi sempre nella corsia libera  a destra mantenendo la distanza di sicurezza; in caso di stanchezza o sensazione di sonno fermarsi subito, in sicurezza, nelle aree di servizio, per riposarsi e recuperare le energie. Non distrarsi mai alla guida. I tipi di distrazione da evitare quando si conduce un veicolo sono tre, distrazione visiva, non guardare la strada; distrazione cognitiva, non porre attenzione alla guida, e distrazione manuale, avere le mani impegnate sul volante.

Per un viaggio informato le notizie su esodo estivo e viabilità sono disponibili su www.stradeanas.it/infotraffico.

Le informazioni sul traffico sono disponibili all’APP VAI di Anas scaricabile gratuitamente in 1 Store e Play Store, VAI ( Viabilità Anas Integrata) all’indirizzo www.stradeanas.it/info-viabilità /vai

Esiste poi il CCISS viaggiare informati del Ministero delle Infrastrutture al quale Anas partecipa attivamente  con risorse dedicate e dati sul traffico.

Numero Verde Pronto Anas 800.841.148 del Servizio Clienti Anas per parlare con un operatore 24 h e avere informazioni sulla viabilità in tempo reale. Digitando il tasto 5 si può avere una panoramica  sullo stato del traffico sulla rete con la posizione dei cantieri, con il  tasto 0 è disponibile la situazione previsionale del fine settimana.

Mara Martellotta

Centro storico: “Inutili i lavori per rendere più bella via Roma se non si combatte il degrado”

Il centro storico dovrebbe essere il biglietto da visita di Torino per i numerosi turisti che, fortunatamente, visitano la città. La tenda – abitata – allestita sotto i portici di piazza San Carlo davanti allo storico caffè chiuso da tempo (già questo è un altro aspetto sgradevole) non è certo uno spettacolo decoroso. A tale proposito pubblichiamo  l’intervento di Roberto Placido, già vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, che ha sollevato la questione attraverso i social.

Aggiornamento: nelle scorse ore la tenda è stata rimossa

Una trentina di anni fa, la prima volta che andai negli Stati Uniti, con tutte le prevenzioni di un comunista italiano (P.C.I.) verso gli USA, in parte sbagliate, una delle cose che mi colpì di più erano i barboni, non si chiamavano ancora “senza fissa dimora”, che vagavano per il centro città dormendo sui marciapiedi. Pensai, allora, : in Italia ed in Europa queste cose non ci sono e non ci saranno mai. Mi sbagliavo! Con tutta la comprensione possibile lo spettacolo dei portici e del centro di Torino sta diventando insostenibile. Il livello visto l’altra sera peró va oltre, ero in centro con due amici per andare a cena , e siamo rimasti allibiti. In Piazza San Carlo, il salotto ex buono di Torino, ancorata alla serranda dell’ex Bar Caval d’Brons, chiuso da anni, una tenda. Sono usciti in due, l’hanno chiusa e sono andati via. Si possono anche spendere milioni di euro, per rifare Via Roma, era necessario? Se si lasciano situazioni come queste è tutto inutile. Non un vigile, oramai bisogna andare da “chi l’ha visto”, nessuno. In una città normale, per la situazione dei senza fissa dimora, per la situazione, incredibile, dei Servizi Sociali ed ora , anche la tenda in Piazza San Carlo, l’assessore si dovrebbe dimetter ed in caso contrario dovrebbe essere mandato via. Il Sindaco Stefano Lorusso, pensa veramente che possono bastare i cantieri?

Roberto Placido

Borgo Aurora: ora buttano giù anche i portoni

ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7): VANDALIZZATO PORTONE IN VIA BRA 6

Ecco come è stato ridotto il portone dello stabile di via Bra n. 6 questa notte. Stabile abitato in prevalenza da stranieri, alcuni sono proprietari. Una situazione fuori controllo in questo pezzo di territorio di Aurora, dove risse e violenza sono oramai parte di ogni giorno. Urge controllo stabili: caporali che ospitano in abitazioni fatiscenti non a norma connazionali senza documenti, sono anni che insieme si colleghi Giovannini e Caria lo chiediamo ma senza risultati. A volte si fanno controlli, e di questo ringraziamo le FdO, ma tutto poi resta come prima. Ci vuole la volontà politica di controllare i contratti di affitto in modo serio continuativo e a 360°. Servono anche Ordinanze urgenti del Sindaco di ripristino decoro e legalità negli stabili che poi vanno applicate senza se e senza ma. Purtroppo di morti ne abbiamo già avuti in questo ultimo anno, per ultimo l’altro giorno in corso Giulio Cesare durante una violenta rissa iniziata in Lungo Dora Savona altezza Ponte Mosca, qualcuno dice che poteva capitare ovunque….però sempre in questa zona capita …si DEVE cambiare rotta!

Patrizia Alessi

 

Gaza, la striscia della vergogna

Sulla drammatica situazione presente sulla Striscia di Gaza abbiamo già scritto (Il Torinese 24 maggio 2025) ma dopo gli ultimi accadimenti forse occorrono altre precisazioni e soprattutto nuovi punti di giudizio sulla situazione. Ormai Israele, fra difesa e attacchi, è militarmente impegnata in Palestina, Libano, Iran (come appoggio agli attacchi U.S.A.) e da qualche giorno pure in Siria.

Grande clamore hanno avuto gli arresti di personale ONU (presente in area a sostegno dei civili) da parte dell’esercito israeliano, oltre al bombardamento della Chiesa della Sacra Famiglia in Gaza, di proprietà del patriarcato latino di Gerusalemme e unica parrocchia cattolica presente sul territorio. Un errore?

Ufficialmente sì, anche se molti dubbi sono leciti, ma che ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre dieci.

Da anni un’intera popolazione è stretta fra i carri armati di Gerusalemme e indirettamente dai terroristi di Hamas, che a cinismo sembrano fare a gara con i militari dalla stella di Davide sulla giubba.

Quasi mille camion di aiuti alimentari e sanitari sono bloccati dall’esercito israeliano (anche se con il contagocce Israele, spinta dall’indignazione internazionale, ha iniziato a farne passare un centinaio; si tratta però di una goccia nel mare!). Le code per il poco cibo disponibile sono, inoltre, oggetto delle raffiche di soldati che non raramente falciano persone civili. Giustificarle come colpi di avvertimento per paura di terroristi nelle vicinanze ha del mistificatorio: se la gente cade, soprattutto per mano di militari esperti e professionisti, significa che si spara volutamente ad alzo zero.

Rachel Cummings, responsabile di Save the Children sulla Striscia di Gaza – e appena tollerata dagli Alti Comandi israeliani – informa che molti bambini palestinesi pensano alla loro prossima morte come ineluttabile destino. Spesso orfani, hanno perso tutto, vivono con i morsi della fame e della sete nella paura di un presente che sembra mai finire. Senza casa, scuola, cibo, riferimenti, sono costretti a spostarsi continuamente da un rifugio di fortuna all’altro.

Fatto non a tutti noto è che i minori fino ai 14 anni rappresentano ben il 40% della popolazione palestinese. Altamente probabile che proprio in queste percentuali si nasconda il crudele accanimento dei militari israeliani: bimbi oggi, nemici domani!

Questa è la situazione ma sorge una seconda domanda, tema di questa ricerca: perché si è arrivati a questo, come non si è potuta limitare la crisi umanitaria, perché Israele riesce a continuare nelle sue azioni senza freni internazionali?

Faciliterà un paragone. L’altra grande crisi è quella russo-ucraina, grave, drammatica ma con enormi differenze politiche. In quanto crisi ‘tradizionale’… si confrontano due Stati Nazionali con due forze armate, due contrapposte forze che si combattono per un territorio. Il mondo della diplomazia ha potuto prendere posizioni precise… con aiuti differenziati ma comunque comprensibili. Alcune nazioni (poche) sono dalla parte di Mosca e altre (la maggioranza), direttamente o indirettamente sostengono l’Ucraina.

Su quello scenario vige l’antichissima Legge della Guerra, con i suoi drammi, i lutti, ma con poche e chiare soluzioni possibili.

Perché questo decisionismo diplomatico e politico internazionale non esiste per una ben peggiore crisi umanitaria? Questo è il vero, irrisolto dramma. A Gaza Israele ha fatto registrare una quantità di crimini di guerra senza precedenti, violando a più riprese il diritto internazionale, senza però una risposta forte delle Istituzioni e degli Stati.

Torniamo a fine 2023… dopo gli attacchi di Hamas – che restano efferati e di gravità senza precedenti, l’Occidente ha supportato una reazione di Gerusalemme con massivi invii di armi. Hamas è infatti responsabile della morte di 1200 cittadini israeliani e nel rapimento di circa 250, solo parzialmente restituiti.
L’attività militare ha con il tempo assunto proporzioni di vittime spaventose e senza alcuna proporzione con l’offesa subita. Con la scusa di una caccia ai terroristi, si stanno superando le 60.000 vittime palestinesi!
Il diritto internazionale umanitario – parte del Diritto che regola i conflitti armati per umanizzare le regole della guerra – è violato in modo sistematico, come il rispetto delle popolazioni civili, accusate però di nascondere i terroristi.

Ormai è chiaro che la strage del 2023 è un pretesto per ‘sfoltire’ il numero degli arabi sul territorio. Se non si può apertamente parlare di genocidio, il termine comincia ad essere citato sempre meno timidamente in tutte le cancellerie.
Non esiste però una possibilità di coercizione, oltre al rammarico diplomatico. Le strutture sovranazionali non sono dotate di un potere esecutivo. Tanti i casi in cui queste, pur se ispirate da principi nobilissimi, portano a risultati puramente teorici. Importanti Stati sotto accusa – Israele oggi come altri nel passato – appellandosi ai loro interessi nazionali, restano indifferenti alla comunità internazionale (lampante il caso dello stra-condannato Presidente Putin).
Nel caso di Israele si aggiungono inoltre contraddizioni impensabili per altri scenari. Nonostante azioni sempre più scellerate, il governo continua a parlare di “legittima difesa”, mutuando a proprio vantaggio un termine del Diritto Internazionale. Suo nemico è Hamas che non è uno Stato, ma un’organizzazione armata con pesanti atti terroristici a suo carico. Se l’obiettivo della comunità internazionale è quello di regolare il comportamento tra Stati, Hamas non rappresenta niente di giuridicamente accettabile.

Quindi si torna al problema principe: la Palestina è uno Stato?
Attualmente 142 Stati membri dell’ONU riconoscono la Palestina ma è assente quasi tutto l’Occidente. Ciò consegue che questo “Stato palestinese” sia un ente osservatore, senza però essere membro ONU. E’ ancora sotto occupazione militare israeliana dal 1967, con una sovranità limitata e limitato nell’esercizio dei suoi diritti fondamentali. Si potrebbe quindi considerare la Palestina uno Stato ufficioso ma non ufficiale.
Israele nasce nel 1948 grazie a un Occidente promotore della creazione di uno Stato ebraico.
Peccato che quelle terre fossero già massicciamente abitate dai palestinesi…

Ora sembra assurdo ma bisogna avere l’onestà di contestualizzare il periodo. A pochi anni dai massacri della seconda Guerra Mondiale, gli ebrei europei sono decimati, con ben 6 milioni di morti alle spalle. La primigenia motivazione di questa forse poco meditata decisione si può trovare nel senso di colpa di gran parte dell’Europa per le persecuzioni verso gli ebrei… NON limitate alla sola Germania. Ciò limita ancora una nostra serenità di giudizio su quanto da decenni succede nei Territori Occupati.
Israele è inoltre l’unica presenza occidentale in un’area ‘caldissima’, incapace di produrre governi veramente democratici, complessivamente di fede islamica. Parimenti quest’area è ricca di materie prime, irrinunciabili per il nostro continente. Questo fa di Israele l’unica democrazia ‘occidentale’ nostra alleata in M.O. e di profonda cultura europea. Le numerose armi ai sionisti sono inoltre ben pagate e nessun Paese sembra volerci rinunciare.
Per finire, Tel Aviv è PROTETTA dagli Stati Uniti, abitata da potentissime lobbies ebraiche in grado di gestire immense forze economiche e politiche. Come noto, questo fatto impedisce e contemporaneamente favorisce molte situazioni.
XPer meglio capire una situazione di per sé molto complessa, utile sarà definire che cosa si intende per Palestina. Non residuali sono le differenze giuridiche fra Cisgiordania e Striscia di Gaza.

Entrambe sono abitate da palestinesi ma divise da politiche territoriali differenti.
La prima è co-gestita da Israele e la forza politica nominata Fatah, in qualche modo accettata dai sionisti. La Cisgiordania è divisa in tre aree. L’Autorità palestinese controlla l’area A, l’area B ha un’amministrazione congiunta, mentre la zona C è sotto il pieno controllo di Tel Aviv.
La striscia di Gaza – sul mare e fisicamente interrotta da territori di Israele (un’enclave, praticamente) – è stata creata attorno alla antica città di Gaza nel ’48 dai rifugiati palestinesi espulsi dai loro villaggi e divenuti il nuovo Stato di Israele.
Dal 1967, pur essendo entrambe occupate, Cisgiordania e Gaza hanno da anni un destino diverso. Per la prima, il principale problema è causato coloni ebraici sempre più invasivi, armati e tutelati da un controllo militare.
Sulla Striscia regna invece HAMAS che ha conquistato il potere in modo violento, a seguito del disconoscimento internazionale della sua vittoria alle elezioni del 2006.
Da allora abbiamo un governo “de facto” di Hamas e un improprio riconoscimento internazionale di Fatah in Cisgiordania.
Come evidente, contro Israele la linea resta morbida, con ipocrite e contraddittorie dichiarazioni di “reazione spropositata” ai fatti del 2023, ma senza misure concrete per eliminare la mattanza di civili, uccisi e affamati con la scusa di inseguire i terroristi.
L’Occidente ne esce molto male e soprattutto ne esce malissimo l’Europa che – pur se potentemente coloniale in passato – resta il baluardo del Diritto, delle Libertà, dei diritti umani.
La decisione del presidente Macron, e recentemente del Primo Ministro britannico Tarner, di voler sostenere uno Stato unitario Palestinese, ha fatto sobbalzare le cancellerie di mezzo mondo. Forse è prevedibile ‘un effetto trascinamento’ di altre nazioni.
Per certo non risultano dichiarazioni in tal senso da parte del nostro Paese. Sono comunque le uniche affermazioni di volontà di una potentissima forza occidentale che fino ad ora ha solo saputo belare piuttosto che ruggire.

Ferruccio Capra Quarelli

Riaperto al pubblico l’ufficio postale di San Carlo Canavese

Sono terminati nella sede, infatti, gli interventi di ammodernamento e ristrutturazione finalizzati ad accogliere anche tutti i principali servizi della Pubblica Amministrazione grazie al progetto “Polis – Casa dei Servizi Digitali”, l’iniziativa ideata da Poste Italiane per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nei 7 mila comuni con meno di 15mila abitanti contribuendo al loro rilancio.

Tra gli interventi effettuati negli uffici lavori di tinteggiatura, nuovi arredi, nuova illuminazione a led a basso impatto energetico un rinnovamento totale degli ambienti all’interno della sala al pubblico, nuova pavimentazione con percorso tattile.

Oltre ai servizi postali, finanziari, di assicurazione ed energia presso tutti gli uffici postali sono disponibili a sportello anche i servizi INPS ed anagrafici.

L’ufficio postale di Via Martiri della Libertà 5 è a disposizione dei cittadini con i consueti orari, dal lunedì al venerdì dalle 8.20 alle 13.45 ed il sabato fino alle 12.45.

Poste Italiane conferma, ancora una volta, non solo la missione al servizio del sistema Paese ma anche il valore della capillarità, elemento fondante del proprio fare impresa, in netta controtendenza con il progressivo abbandono dei territori.

Dopo l’autorizzazione della Commissione Europea a fine ottobre 2022 i lavori di ristrutturazione sono stati avviati in oltre 4870 uffici postali in tutta Italia ed entro la fine del 2026 saranno complessivamente 7000 i nuovi uffici Polis.

Treni regionali veloci tra Porta Nuova, Genova Brignole e Savona: orari modificati

Torino 31 luglio 2025 – Per lavori di manutenzione straordinaria tra le stazioni di Torino Lingotto e Trofarello da domenica 3 agosto a sabato 6 settembre la circolazione ferroviaria avrà delle modifiche.

Al fine di garantire la continuità del servizio e limitare l’impatto dei lavori sul territorio, Regionale ha rimodulato il servizio ferroviario: alcuni treni regionali veloci tra Torino Porta Nuova e Genova Brignole e Torino Porta Nuova e Savona modificano l’orario come segue:

i treni RV 2123 e 3121 anticipano l’orario di partenza da Torino P.N. e Torino Lingotto di 8 minuti, mentre i treni RV 2118 e 3118 posticipano l’orario di arrivo a Torino Porta Nuova di 3 minuti.

I treni della linea SFM 6 (Asti-Torino Stura) sono cancellati nella tratta tra Torino Stura e Trofarello e sostituiti dai treni delle linee SFM1, SFM 4 e SFM 7.

Dall’1 al 6 settembre alcuni treni della linea SFM 1 sono cancellati.

In alcune giornate sono previste lievi modifiche di orario in partenza e in arrivo, per alcuni Intercity delle relazioni Genova-Torino, Torino-Salerno, e Intercity notte delle relazioni Lecce-Torino e Salerno-Torino e per il Frecciabianca 8623 Torino Porta Nuova-Roma Termini che anticipa l’orario di partenza di 8 minuti dal capoluogo piemontese e dalla successiva stazione di Torino Lingotto. Le modifiche ai servizi Intercity Notte possono avvenire anche prima dell’orario programmato dei lavori.

I canali di acquisto sono aggiornati.

Escursionista francese precipita e muore in montagna

A Bobbio Pellice (Torino) il soccorso alpino è intervenuto per un escursionista di nazionalità francese morto precipitando in una scarpata. L’allarme e’ stato lanciato dai compagni di gita che lo hanno visto cadere dal sentiero nella traversata tra il rifugio Cruello e il rifugio Jervis.

 

Piemonte, “Protezione sociale” per i soggetti fragili nelle strutture convenzionate

/

La Regione Piemonte ha approvato la misura “Protezione sociale”, un intervento da 18 milioni di euro rivolto alle persone non autosufficienti già ospiti delle strutture residenziali e semiresidenziali convenzionate con il Servizio sanitario regionale. Il provvedimento, finanziato con fondi europei, è stato presentato al Tavolo Rsa, l’organismo che riunisce i gestori delle strutture di assistenza.

Secondo quanto riferito dal presidente della Regione, Alberto Cirio, il Piemonte è la prima regione italiana a proporre un’iniziativa di questo tipo: «“Protezione sociale” sarà finanziata con il Fondo Sociale Europeo e siamo la prima Regione d’Italia a proporre una misura di questo genere. È una misura innovativa che sono andato personalmente a spiegare ai vertici della Direzione generale Lavoro della Commissione europea – spiega Cirio – Permette di non aumentare le rette in capo alle famiglie e, al contempo, alle strutture, che in questi anni hanno affrontato un incremento di costi, di avere risorse aggiuntive che evidentemente vogliono dire più attenzioni e più servizi di cura per i nostri anziani e personale più qualificato con un piano di assistenza personalizzato per ogni ospite che si sviluppa su varie aree dal supporto psicologico al sostegno alle competenze cognitive, dalle attività riabilitative alle terapie occupazionali fino all’aumento delle relazioni con i famigliari in struttura e a domicilio».

La misura è stata accolta favorevolmente dal Comitato inter-associativo dei gestori delle strutture residenziali e semiresidenziali, che ha espresso apprezzamento per l’intervento regionale. «La misura rappresenta un passaggio fondamentale per il benessere delle persone ospitate presso le strutture accreditate in un’ottica di miglioramento del piano di assistenza individuale. I 18 milioni messi a disposizione costituiscono un importante investimento nel sistema del welfare territoriale che coinvolge tutte le categorie di fragilità. Questa misura finalmente riguarda anche le strutture semiresidenziali, fondamentali per garantire l’inclusione delle persone. Siamo disponibili a dare continuità a iniziative come questa che ci permettono di mettere a terra in modo coordinato le innovazioni che stiamo attuando nel nostro lavoro quotidiano».

La nuova misura si inserisce in un percorso di incremento progressivo delle risorse dedicate all’assistenza socio-sanitaria in Piemonte. Nel 2024, ai 18 milioni di “Protezione sociale” si aggiungono 22,4 milioni destinati agli enti gestori delle Rsa e 14 milioni per disabilità, salute mentale, dipendenze e minori. Complessivamente, le risorse per il settore sono passate dai 268 milioni del 2018 ai 340 milioni previsti nel 2025.

Il progetto prevede l’introduzione di un nuovo modello di assistenza personalizzata nelle strutture convenzionate. Si tratta di interventi mirati al sostegno psicologico, alla riabilitazione fisica e occupazionale, al mantenimento delle capacità cognitive e alla valorizzazione dei legami con le famiglie. Ogni intervento sarà definito da un’équipe multidisciplinare, in relazione ai bisogni del singolo ospite.

I destinatari potenziali sono circa 30.000 persone, tra cui anziani non autosufficienti, minori con disturbi del neurosviluppo, disabili, persone con disturbi mentali e soggetti con dipendenze. Il coordinamento sarà affidato alle ASL, responsabili della presentazione dei progetti sperimentali e dell’applicazione uniforme della misura sul territorio.

La vicepresidente della Regione Elena Chiorino ha dichiarato: «Questa misura è il risultato di una visione politica che mette al centro la dignità della persona, la tutela delle famiglie e l’attenzione concreta verso i più fragili. La Regione Piemonte ha dimostrato ancora una volta che governare significa assumersi la responsabilità di scelte coraggiose, con l’obiettivo di costruire una comunità più giusta. ‘“Protezione sociale” non è solo un investimento economico, ma un segnale forte: chi ha bisogno non sarà lasciato solo. Il lavoro sinergico tra le diverse direzioni regionali ne è la dimostrazione».

L’assessore al Welfare Maurizio Marrone ha aggiunto: «“Protezione sociale” ha l’obiettivo ambizioso di proteggere i cittadini fragili dai rincari delle tariffe, ma anche di garantire al contempo servizi di qualità sempre più alta con operatori sociosanitari remunerati il giusto e attivi in servizi sempre più accoglienti e articolati. La nostra Giunta si conferma quella che nella storia della Regione Piemonte ha investito più risorse nella cura delle persone non autosufficienti».

Infine, l’assessore alla Sanità Federico Riboldi ha sottolineato: «Con questa importante misura proseguiamo nella strada di andare incontro alle persone più deboli con azioni concrete e mirate, affinché la salute e la cura siano accessibili a tutti i cittadini. Grazie all’attivo coinvolgimento delle ASL, potremo ora coordinare e garantire l’applicazione di “Protezione sociale”, in modo da avere una coerenza a livello regionale dei piani presentati dalle strutture».

 

“Sì al rafforzamento politico dell’Unione Montana, no alla divisione”

CESANA TORINESE – “Abbiamo letto dichiarazioni e giudizi politici sull’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea che non solo non condividiamo ma che respingiamo al mittente. Pur senza polemiche politiche e senza alcuna pregiudiziale personale. E questo perché siamo consapevoli che un territorio come il nostro è competitivo, nonché credibile, solo se non si rinchiude nel suo provincialismo. O, peggio ancora, nel suo campanilismo, sterile ed inconcludente. Del resto, la stessa Unione Montana Comuni Olimpici è nata per dare compattezza e forza ad un territorio che era e resta strategico per il turismo piemontese, nazionale ed internazionale. Va sottolineato, infatti, come i territori dei comuni che compongono l’unione siano interessati, nel loro insieme, da uno dei più grandi comprensori sciistici internazionali d’Europa e che proprio tale unità li rende il primo territorio per turismo invernale nella Regione Piemonte. L’Unione Montana Comuni Olimpici è nata, in secondo luogo, per rafforzare la sinergia operativa tra i vari Comuni attraverso il suo personale amministrativo. Le svariate e molteplici incombenze non si affrontano e, soprattutto, non si risolvono chiudendosi a riccio nei rispettivi Comuni. Sarebbe un segno di debolezza e di arrendevolezza che, al contempo, segnerebbe anche la scarsa credibilità politica ed amministrativa di uno specifico territorio montano. In ultimo, ma non per ordine di importanza, non possiamo non evidenziare che proprio la Presidenza di Mauro Meneguzzi, sindaco di Sauze d’Oulx, sta perseguendo con rara chiarezza e forte determinazione la strada che può restituire autorevolezza, prestigio e competitività all’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea. Chi vuol perseguire un’altra strada, del tutto legittima e fisiologica lavora, però, per indebolire il nostro territorio. E, con il nostro territorio, anche le sue straordinarie ed uniche potenzialità”.

I Membri della Giunta

Vice Presidente Sindaca Simona Radogna

On. Giorgio Merlo

I Consiglieri

Sindaco Giovanni Cesare Poncet

Sindaco Massimo Marchisio

Sindaco Federico Marocco

Sindaco Daniele Mazzoleni