CRONACA- Pagina 40

La Giornata dell’Unità nazionale

Questa mattina nel centro di Torino, tra via Andrea Doria e via dei Mille, si è celebrata la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, istituita nel 2012 con l’obiettivo di ricordare e promuovere i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica.

«La nostra città ha visto nascere l’Italia unita, e la giornata di oggi ci offre la possibilità di riflettere sui valori che stanno alla base della vita del nostro Paese – ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo -. Coesione, rispetto, integrazione: insieme ai pilastri della nostra Costituzione sono valori che dobbiamo mettere al centro della nostra azione quotidiana. Nel momento che stiamo vivendo, in particolare, è fondamentale ricordare e riconoscere l’importanza della capacità di superare le differenze e le divisioni. Il 17 marzo, celebrando i simboli del nostro Paese, ci ricorda che la costruzione di un futuro migliore passa attraverso l’unità, attraverso legami che si consolidano, non attraverso chiusure e conflitti».

«I giovani sono il cuore pulsante della nostra società – ha affermato l’assessora alla Politiche giovanili Carlotta Salerno, presente all’iniziativa -. La loro presenza oggi ci infonde fiducia e ci stimola ancora di più ad avere cura della nostra democrazia, come istituzioni e come cittadini. La giornata dell’Unità nazionale ci ricorda ancora una volta che siamo comunità, con tutte le nostre peculiarità, le nostre esperienze, le nostre passioni ed è nostra responsabilità difenderla quotidianamente».

Alla cerimonia erano inoltre presenti alunni degli istituti comprensivi Pacchiotti, Regio Parco e, a rappresentanza degli istituti Calamandrei, Bosso, Alberti-Salgari, Gabelli, Tommaseo, Torino II, Bobbio Novaro, Gino Strada, Da Vinci-Frank e Frassati, i giovani membri del Consiglio Comunale dei Ragazzi, per il quale ha fatto un intervento la sindaca Lojain Amer. Con l’assessora Salerno presenti anche i gonfaloni di Città di Torino, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte, insieme ai rappresentanti delle autorità di Stato.

L’intera cerimonia è stata accompagnata dalle note della Banda musicale del Corpo di Polizia Municipale di Torino.

TORINO CLICK

In Sala Rossa il dibattito sul cavalcavia di corso Sommeiller

DA PALAZZO CIVICO – L’assessora Chiara Foglietta ha riferito in aula sulla situazione della viabilità sul cavalcavia di corso Sommeiller. A richiedere le comunicazioni in Consiglio erano stati i consiglieri Silvio Viale, Pierlucio Firrao e Paolo Damilano.

L’assessora Foglietta, chiarito che la telecamera di controllo non è ancora stata attivata, ha rivendicato la scelta di sperimentare l’istituzione della corsia riservata per i mezzi pubblici e i taxi su tutto il tratto di cavalcaferrovia tra via Nizza e corso Turati. Corsia riservata, ha precisato, già esistente da più di un decennio, limitatamente al tratto terminale verso corso Turati, sistematicamente violata per effettuare svolte a sinistra pur se non consentite. Scopo della sperimentazione, ha spiegato l’assessora, è quello di valutare quanto si possa fluidificare la circolazione dei mezzi del trasporto pubblico locale (tpl), migliorando la velocità commerciale della linea tranviaria 16 e dei taxi. Foglietta ha anche voluto sottolineare come la sperimentazione avviata in corso Sommeiller rientri nel più ampio piano per migliorare il sistema dei trasporti a Torino; nel caso specifico, i passaggi illeciti registrati sulla corsia preferenziale sono già ora diminuiti di circa due terzi (quasi 500 in meno) con una diminuzione dei tempi di percorrenza della linea 16 di quattro minuti. I dati sui tre assi est-ovest di corso Dante, corso Sommeiller e corso Vittorio Emanuele II sono oggetto di studio per valutare gli impatti delle corsie riservate sul tpl, ha aggiunto Foglietta, rendendosi disponibile a un approfondimento in II commissione. Ribadendo la volontà di rendere il trasporto pubblico più efficiente e più veloce, ha concluso sulla necessità di analizzare i dati, al di fuori di ogni emotività.

Intenso il dibattito che ha fatto seguito all’esposizione dell’assessora. Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha definito inaccettabile la situazione determinatasi in corso Sommeiller, rimproverando alla Giunta di non prestare ascolto ai cittadini e sostenendo che il divieto di svolta a sinistra dal cavalcaferrovia verso corso Turati non è sufficientemente segnalato. Per Silvio Viale (Lista Civica-Radicali-+Europa), la congestione su quel tratto stradale è di antica data, lsa situazione non è drammatica, il traffico anzi scorre ora meglio, perché non ostacolato dalle svolte a sinistra effettuate nonostante i divieti, da sempre il vero problema. Il trasporto pubblico deve rimanere la priorità. Federica Scanderebech (FI) ha definito quella messa in atto in corso Sommeiller una scelta scellerata dalla quale recedere, operata su un incrocio che non risulta particolarmente pericoloso. Ha definito le telecamere una trappola, chiedendosi inoltre chi pagherà per le perdite di tempo e l’inquinamento creato dalle code.

Giuseppe Catizone (Lega) ha affermato che promuovere il tpl è interesse comune, segnalando come all’introduzione di presìdi come le corsie preferenziali debba corrispondere un evidente aumento della velocità commerciale, senza il quale le scelte vanno riviste. Il consigliere ha poi invitato a prendere in considerazione tutti gli strumenti intesi a migliorare la circolazione di tutte le componenti del traffico, anche quella dei veicoli privati.

Da parte sua Enzo Liardo (Fd’I), ha fatto notare l’aumento dell’inquinamento in quell’area, sostenendo che le corsie riservate al mezzo pubblico sono applicabili solo su grandi assi stradali, mentre in questo caso la telecamera sarà funzionale a fare cassa. Ha poi invitato a occuparsi della situazione di via Vanchiglia. A sua volta, Claudio Cerrato (PD) ha ricordato come il tpl, che con GTT effettua 14mila corse al giorno, trasporti utenti deboli che spesso non possono scegliere diversamente: si tratta, ha aggiunto, di fare in modo che il mezzo pubblico diventi per tutti la scelta migliore. La circolazione sull’asse est ovest, ha sottolineato, è resa problematica dai cavalcaferrovia, occorre intervenire sugli intasamenti che rallentano il tpl.

Da presidente della commissione Viabilità e Trasporti, Antonio Ledda (PD) ha garantito un momento di approfondimento in quella sede, sostenendo la necessità di scelte incisive e risolutive per consentire al trasporto pubblico di circolare agevolmente. Ogni scelta, ha aggiunto, va vista in prospettiva, per il futuro delle giovani generazioni.

Ferrante De Benedictis (Fd’I) si è espresso criticamente, chiedendosi se siano state fatte analisi a monte di questa scelta o se piuttosto si stia sperimentando empiricamente, comminando multe e vedendo se ci sono reazioni. Corso Sommeiller, ha sostenuto, necessita di uno studio complessivo, di simulazioni con AI, per verificare se necessitino corsie, o sensi unici, al fine di fluidificare la circolazione in tutte le sue componenti.

Dorotea Castiglione (M5S) ha difeso le corsie riservate, che contribuiscono a fluidificare la circolazione dei mezzi pubblici, rendendoli più appetibili da parte dell’utenza. In corso Sommeiller, per un decennio si sono verificate infrazioni senza che venissero sanzionate, ha aggiunto la consigliera, che si è detta favorevole a un approfondimento in sede di commissione.

Emanuele Busconi (Sinistra Ecologista) ha sottolineato come la discussione sul caso specifico di corso Sommeiller sottenda a visioni diverse del modello di città da perseguire, una basata sulla centralità del servizio di trasporto pubblico e di chi lo utilizza, l’altra volta alla difesa delle violazioni delle regole, come quelle delle corsie preferenziali, senza porsi il problema dell’inquinamento.

Ha concluso il dibattito l’intervento del sindaco Stefano Lo Russo, che ha invitato l’opposizione a formulare proposte, poiché la politica non è segnalare i problemi ma trovare delle soluzioni ad essi. Le telecamere, ha sottolineato, servono a far rispettare le regole, ad esempio disincentivando l’uso improprio delle corsie riservate, non a fare cassa: si è poi chiesto polemicamente se chi non le vuole sia contrario al controllo delle violazioni. Lo Russo ha poi ribadito l’impegno per migliorare il tpl, che non è solo GTT ma anche i taxi, sostenendo che la Destra pare interessata solo ad Askatasuna e corso Sommeiller a fronte dell’attività dell’Amministrazione comunale per cambiare questa città. Quanto a corso Sommeiller, ha concluso il primo cittadino, era da tempo un punto nevralgico della circolazione: è in corso una sperimentazione i cui effetti andranno concretamente verificati.

CS

Addio a Mario Carletto, fu sindaco di Volpiano e assessore regionale

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Mario Carletto, storico esponente della politica piemontese, è scomparso. L’annuncio è stato dato dalla moglie, dai figli e dai familiari. Nato a Torino il 20 agosto 1942, è stato sindaco di Volpiano dal 1973 al 1980 e poi dal 1985 al 1990. Membro della Democrazia Cristiana, fu eletto nel Consiglio regionale del Piemonte nel 1980, ricoprendo incarichi nelle commissioni di bilancio, industria, ambiente ed enti locali. Rieletto nel 1985, divenne assessore regionale al Personale e Assistenza, poi all’Urbanistica fino al 1994. Ha anche presieduto la I Commissione permanente, occupandosi di bilancio, finanze e affari istituzionali.

In Comune un minuto di silenzio per Ricciardone

La recente scomparsa del fondatore di Club to Club Sergio Ricciardone è stata ricordata dal Consiglio comunale in apertura di seduta con un minuto di silenzio.

La presidente dell’assemblea civica Maria Grazia Grippo ha tratteggiato la figura di ‘una personalità rilevante nel mondo della musica e della cultura contemporanea di tutto il Paese – fondatore nel 2002 di uno dei più importanti festival di musica elettronica europei – mancata nei giorni scorsi all’età di 53 anni dopo una malattia fulminante’.

Negli ultimi giorni molte dichiarazioni pubbliche hanno reso merito alla visione di Ricciardone che ha saputo trasformare Torino in un punto di riferimento internazionale per la musica elettronica e sperimentale.

Le condoglianze dell’assemblea hanno fatto seguito alla rappresentanza dell’Amministrazione comunale alle esequie, celebrate sabato scorso.

Giardino Madre Teresa: “Ora anche le risse con i cani”

L’ENNESIMA DENUNCIA DI ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7)

I cittadini che transitano nel Giardino Madre Teresa di Calcutta e soprattutto i residenti nelle case con i balconi in affaccio sul giardino CONTINUANO VEDERE UN LUOGO FUORI CONTROLLO
Quotidianamente nel quartiere si vive un clima di violenza e aggressività latente che rischia di esplodere da un momento all’altro, sotto gli occhi sempre più spaventati dei residenti. Tutto ciò viene alimentato dall’assenza di regole e norme di civile convivenza, sembra che tutto sia consentito in questo circolo vizioso di degrado.


IERI INTORNO ALLE 17,30 E’ ESPLOSA UNA VIOLENTA RISSA TRA I SOLITI GRUPPI CHE STAZIONANO NEL GIARDINO, AD UN CERTO PUNTO UN LORO CANE SEMBRAVA INSEGUISSE UNA PREDA (umana). Cani potenzialmente pericolosi sempre. Vetri rotti usati come armi. Poteva capitare ogni cosa. Sono poi intervenuti Polizia di Stato e ambulanza chiamati dai residenti sempre più spaventati e stanchi delle tante parole dell’Amministrazione della Città e fatti mai nessuno.
Ogni giorno ce n’è una nuova! MA LA RISSA DI IERI E’ COMUNQUE QUALCOSA DI INACCETTABILE!
Inaccettabile e pericolosa, LA VIOLENZA E L’AGGRESSIVITA’ CHE HANNO QUESTI GRUPPI DI PERSONE NEL RINCORRERSI E PICCHIARSI E’ SENZA LIMITI, come si può frequentare questo giardino senza timore? Come si possono portare i bimbi in un posto dove si respira fumo di cannabis, e non solo, anche a distanza?
Nei giorni scorsi è stato distrutto un tamburo nell’area giochi, è stata divelta dal terreno una centralina elettrica per il puro gusto di devastare le cose, la targa in memoria di Madre Teresa è sempre più rotta e da un momento all’altro può cadere, i manufatti in cemento tra poco faranno la fine di quelli al Giardino Alimonda (che sono stati tolti), infatti giorni fa hanno cercato di aprirli.
Prima si spendono 500 mila euro per riqualificarli e il Sindaco dice di restituire un luogo più verde e più vivibile, poi alcuni cittadini e forse anche parte della Circoscrizione7 li vogliono chiudere di sera, magari con un Patto di Collaborazione…..secondo me è un CORTO CIRCUITO DELLA CITTA’….UN CONTROSENSO. Sono più vivibili ma si vogliono chiudere di sera! BISOGNA RENDERLI VIVIBILI ALLA POPOLAZIONE ANCHE DI GIORNO con una progettazione seria. Tutto ciò è UN FALLIMENTO POLITICO dell’Amministrazione cittadina e circoscrizionale.
Insieme ai colleghi Giovannini e Caria, oltre a innumerevoli documenti nel Consiglio della Circoscrizione 7, abbiamo già scritto all’Assessore comunale alla Sicurezza ma senza avere risposte concrete.
La Città ha anche posizionato ben 6 telecamere anni fa, ma evidentemente servono solo davanti a un omicidio!
Un luogo dove l’anno scorso sono stati spesi circa 500 mila euro per la riqualificazione, purtroppo la Città non capisce che la sola riqualificazione urbana non basta, ma ci vogliono progettazioni a 360°.
Ricordo, come sempre che Il 7 marzo scorso, dopo l’inaugurazione della riqualificazione su FB, si leggevano i seguenti post, completamente fuori dalla realtà quotidiana, che cercano solo di nascondere le quotidiane situazioni inaccettabili:
LO RUSSO: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Un luogo che sarà un punto di incontro e favorirà l’aggregazione e la pratica sportiva all’aria aperta, grazie anche alla piastra sportiva e alla nuova area giochi, pensata per essere accogliente e inclusiva per tutte e tutti. L’inaugurazione di oggi è un segnale ulteriore della nostra volontà di puntare sulla zona di Aurora, e si inserisce pienamente in quella serie di progetti diffusi che stiamo mettendo in campo nelle nostre circoscrizioni in aree protagoniste di interventi particolarmente attenti anche ad aspetti di sostenibilità, inclusione e alle esigenze delle comunità e dei quartieri. #stefanolorussosindaco
DERI: Con la riqualificazione del giardino Madre Teresa di Calcutta restituiamo alle persone che vivono nel quartiere Aurora e a tutta la città un luogo più verde e vivibile. Dopo la rigenerazione dei giardini Michele Pellegrino e Alimonda un’altra area di Aurora è stata completamente recuperata. All’appello manca solo il giardino di via Saint Bon i cui lavori di riqualificazione partiranno tra poche settimane. Tutti gli interventi sono stati realizzati con fondi dell’Unione Europea.

PATRIZIA ALESSI

A4, Controlli sui camion: 2 patenti ritirate

La Polizia Stradale di Novara, in collaborazione con la sottosezione di Novara Est e del distaccamento di Arona, ha effettuato controlli sui mezzi pesanti in transito sull’autostrada A4 Torino-Milano. Le verifiche, scrive La Stampa,  hanno riguardato la regolarità dei mezzi, delle autorizzazioni e dei carichi, nonché il rispetto delle normative sui tempi di guida e di riposo degli autisti. Su 16 tir controllati, sono state comminate 9 infrazioni amministrative, con il ritiro di 2 patenti e 2 carte di circolazione. Sono state  rilevate anche irregolarità relative alla normativa ADR sul trasporto di merci pericolose.

Città della Salute: “Camici vietati al bar”, la replica dei sindacati

Riceviamo e pubblichiamo

“Camici al bar? Noi pensiamo alla sanità. E la direzione?”

La direzione generale della Città della Salute e della Scienza ha deciso di vietare l’uso di
camici e divise nei bar e nelle mense aziendali. Un principio condivisibile, perché l’igiene
è fondamentale, ma non ci facciamo certo impressionare da questo “grande
provvedimento”. Noi siamo lavoratori, non topi che scappano davanti al gatto.
Se la direzione vuole giocare, spieghiamo bene le regole: qui nessuno è contrario
all’igiene, anzi, siamo noi i primi a voler lavorare in un ambiente pulito e sicuro. Ma
sappiamo distinguere tra una regola ribadita per facciata e le vere priorità della sanità
pubblica.

Se davvero si vuole tutelare la salute, allora la domanda è una sola: quando si
affronteranno i problemi veri? O si continuerà a ignorare il convitato di pietra della sanità
pubblica, ovvero le condizioni di lavoro e di igiene nelle strutture ospedaliere?
– Ferie arretrate che si accumulano senza soluzione: ci sono medici che hanno migliaia
di ore di ferie non godute. Solo al CTO, la dirigenza medica ha accumulato 8.696,5 ore
di ferie residue, mentre alle Molinette si arriva a 38.566,5 ore. Se l’igiene è una priorità,
perché non garantire ai lavoratori il diritto al riposo per evitare personale esausto e
strutture sempre sotto pressione?

– Sanificazioni e DPI adeguati: perché si parla di camici nei bar ma non della mancanza
di presidi nei reparti?
– Personale sufficiente: perché si impongono nuove regole ma nessuno parla del carico
di lavoro insostenibile?
– Strutture dignitose: perché la direzione si concentra su dettagli di immagine, mentre i
pazienti affrontano reparti sovraffollati e attese interminabili?

Vogliamo parlare dei veri problemi di igiene e camici?

Parliamo di igiene? Bene, allora affrontiamola seriamente. Più di cinque anni fa sono
stati installati nei corridoi e adiacenti ai reparti armadi automatici per la distribuzione
delle divise, con l’idea che ogni lavoratore potesse depositare la divisa sporca e
prelevarne una pulita ogni mattina tramite il proprio badge. Questo sistema è in uso in
altri ospedali da anni – come negli Spedali Civili di Brescia – ma da noi non è mai
entrato in funzione.

I colleghi che lavorano su più presidi non hanno la possibilità di avere divise in ogni sede
e sono costretti a portarsi dietro il camice, con tutti i problemi igienici che ne derivano. Il
servizio di lavaggio presenta carenze croniche: i tempi di attesa per il lavaggio e la
consegna sono lunghissimi, i camici sono pochi, spesso riciclati e stracciati.
Per non parlare dei camici piombati: nei nostri ospedali non è mai stato istituito un vero
servizio di lavanderia per questi dispositivi, al contrario di quanto avviene in altre
strutture sanitarie (come nell’ASL TO5). Un DPI di sala operatoria non può essere
semplicemente pulito con una spugnetta, ma deve essere adeguatamente sanificato.
Anche sulle divise di sala operatoria siamo al collasso: le carenze sono evidenti, si cerca
di ovviare con materiale monouso, con costi esorbitanti e conseguenze anche
sull’impianto di aerazione. I filtri dell’aria si intasano di residui di tessuto monouso
scadente, compromettendo ulteriormente la sicurezza dell’ambiente di lavoro.
Ed ecco l’ossimoro ideologico: da una parte si impone una rigida regola sui camici nei
bar, dall’altra si ignora completamente la gestione dell’igiene dove davvero conta, nei
reparti e nelle sale operatorie. Si chiede rigore ai lavoratori ma si accetta il
pressappochismo nella gestione delle forniture e della sanificazione.

I veri problemi della sanità ignorati dalla Direzione
Se la Direzione fosse davvero interessata al benessere dei lavoratori e alla qualità
dell’assistenza sanitaria, allora affronterebbe i problemi reali, anziché concentrarsi su
misure di facciata.

Problemi che restano ancora oggi irrisolti:
– Ferie non godute
-Eccedenze orarie non recuperate
-Carenza di personale
– Pronte disponibilità illecite
– Imminente blocco delle convenzioni per la libera professione a causa di una Direzione
cieca e assente che non garantisce il diritto ALL’ALPI dei medici
– Ambulatori istituzionali carenti in personale ed apparecchiature
– Campagna mediatica del Commissario senza alcuna convocazione dei rappresentanti
dei lavoratori

Potremmo continuare a lungo, perché non abbiamo ancora visto un provvedimento
degno di attenzione. I problemi reali sono questi, e finché resteranno irrisolti,
continueremo a denunciare l’ipocrisia della Direzione.
Dunque, se vogliamo parlare di igiene, facciamolo fino in fondo. Il problema non è il
camice al bar, ma la gestione dell’igiene nei reparti, nelle sale operatorie e nei servizi di
lavanderia.

Le regole si rispettano, ma non siamo ingenui. Se la direzione generale vuole davvero
proteggere la salute pubblica, lo dimostri con azioni concrete.
Sottolineiamo che è con il nostro lavoro e condividendo con noi veri e grandi obiettivi
che si raggiungono risultati concreti.

Le Segreterie Aziendali Federazione CIMO-FESMED CGIL-FP

Torino in piazza per l’Europa

Nonostante una pioggia battente anche Torino è scesa in piazza a favore dell’Europa, realizzando una manifestazione che – a parte quella di Roma – è stata una delle più incisive e riuscite d’Italia. 

L’iniziativa è stata presa da un Comitato di cittadini volenterosi che tramite la portavoce, Rori Sforza, ha affermato che è giunto il momento in cui tutti i cittadini consapevoli devono fare la propria parte.  La richiesta rivolta agli organi di comunicazione, e ai  politici e alle istituzioni è stata chiara: “costruire gli Stati Uniti d’Europa per una Europa unita e federale” e, per intanto, sostenere tutte le iniziative dei Paesi e del Parlamento Europeo volte a creare la massima coesione fra gli Stati Europei in tutti i campi, a partire da quello della difesa comune. 

Insieme a tante cittadine e cittadini – tra cui molti giovani – sono stati presenti in piazza e sono intervenuti anche rappresentanti di partiti politici e istituzioni. Tra questi l’ex presidente della regione e parlamentare Europea Mercedes Bresso, con un forte intervento europeista e in sintonia con le posizioni pro – Ursula von der Leyen  del Partito socialista Europeo. In sintonia il segretario cittadino del P.D. Marcello Manzù, rafforzate da Andrea Turi di Più Europa e di Cristina Peddis di Azione che insieme hanno ribadito che la resistenza Ucraina e la libertà e l’indipendenza Ucraina sono quelle della stessa Europa, che altrimenti vedrebbe premiato il feroce neo imperialismo Russo di Putin e la spregiudicatezza e il cinismo di  Trump, con buona pace di un certo tipo di “pacifisti” alla Conte e alla Salvini.

Sempre sulla necessità di un Europa unita, ormai quasi unico faro di rispetto dei diritti umani e civili, della solidarietà e del progresso sociale e delle libertà fondamentali dovute ad ogni persona, è intervenuto Giampiero Leo, vice presidente del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte e portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”.  Leo ha anche voluto ricordare, a fianco del profetico Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, il sogno europeo di De Gasperi, Schumann e Adenaurer, nel quale era compresa anche la costituzione della C.E.D. (Comunità europea di difesa).

Visione europeista solidale, umanitaria, ma altresì sostenitrice del diritto internazionale – così violentemente stracciato da Putin con l’invasione della Ucraina  – così ben interpretata e difesa dal grande Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio con un lungo e caloroso applauso di stima e solidarietà a Sergio Mattarella sollecitato dalla Consigliera Regionale di Stati Uniti d’Europa, Vittoria Nallo, si è concluso l’happening con il desiderio e l’impegno di ritrovarsi presto a continuare questo lavoro.

Un telefono cellulare nella spazzatura del carcere

La notizia è stata resa nota dal Segretario Nazionale del SiNAPPe, Raffaele Tuttolomondo e riguarda l’ennesimo un nuovo ritrovamento di uno smartphone nel carcere di Biella. È stato scoperto nel corso del ritiro della spazzatura nell’area esterna. Il Sinappe richiama alla necessità di adeguata strumentazione per inibire l’utilizzo di telefonini “per evitare contatti non consentiti da parte dei detenuti a tutela della sicurezza degli stessi istituti e dell’ordine pubblico”

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Guardie ecologiche volontarie: un piccolo esercito di volontari

Un piccolo esercito di volontari ambientali, 209 persone formate ed esperte in campo ambientale e dislocate su tutto il territorio: 27 a Torino, 37 nella Valle di Susa, 36 nella zona Ovest, 29 nel Chierese-Carmagnolese, 31 nel Pinerolese, 25 nelle Valli di Lanzo, 7 nel Canavese, 13 nell’Eporediese e 4 nel Chivassese.

Sono 56 le donne e 50 i nuovi iscritti dal 2024, che hanno frequentato un impegnativo corso di formazione.
Sono le GEV, Guardie ecologiche volontarie della Città metropolitana di Torino, a disposizione del territorio per azioni di educazione ambientale nelle scuole, per supportare nell’applicazione dei regolamenti comunali per la tutela ed il benessere degli animali, di Polizia urbana, per la gestione dei rifiuti urbani e per attività di monitoraggio del territorio, anche, in caso di necessità, a supporto delle attività di Protezione Civile.
La Città metropolitana di Torino ha rinnovato nei giorni scorsi l’incarico di coordinatore delle GEV per il prossimo triennio a Massimo Ramello, che ha incontrato il consigliere metropolitano delegato all’ambiente Alessandro Sicchiero per presentargli le attività in corso.
Sono numerosi i Comuni convenzionati con la Città metropolitana per usufruire di questo servizio, da Almese ed Avigliana a Pinerolo, passando per realtà grandi come Moncalieri e piccolissimi Comuni come Varisella e Balme.
“Siamo molto orgogliosi di questi volontari ambientali” commenta Sicchiero, che ridarà vita alla convenzione attivata anni fa dal Comune di Chieri. “Offrono decine di migliaia di ore di impegno all’anno e rappresentano un bell’esempio di impegno civico. Le nuove GEV sono giovani che porteranno nuova linfa”.