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MuPIn – Museo dell’Informatica presenta  la mostra “Virtual Tennis – 66 anni di videogames!”

 Sulla storia dei videogiochi dedicati al tennis in programma il 9 e 10 ed il 16 e 17 novembre 2024 presso Contrada Murazzi (Murazzi del Po Gipo Farassino 23)

Per rendere omaggio alle ATP Finals in programma a Torino dal 10 al 17 Novembre 2024, il Museo Piemontese dell’Informatica (MuPIn) propone per il secondo anno consecutivo un evento che lega la passione per il tennis, a quella per la tecnologia e per il retrogaming, che fa parte del ricco calendario di eventi collaterali degli appuntamenti sportivi.

Dopo il grande successo nel 2023 di “Un Ace Virtuale” MuPIn propone nel 2024 una nuova mostra dal titolo “Virtual Tennis – 66 anni di videogames!“, un viaggio attraverso l’evoluzione dei videogiochi legati a questa disciplina, una mostra – evento gratuita che permette ai visitatori di vivere lo sviluppo e la diffusione dei videogames. La mostra racconta come il tennis abbia giocato un ruolo fondamentale nel plasmare l’industria videoludica e la cultura pop in oltre 60 anni di percorso e fa seguito alla partecipazione del Museo alla storica mostra Play – Videogame arte e oltre alla Reggia di Venaria.

Attraverso postazioni di gioco funzionanti, pannelli informativi e video, i visitatori potranno comprendere la storia dei videogiochi e cimentarsi in prima persona in accese partite grazie alle postazioni di gioco funzionanti, dal pionieristico “Tennis for Two” del 1958, alla “Magnavox Odyssey” del 1972, dall’iconico “Pong” fino ai titoli dei primi anni 2000 e a “Wii Sports Tennis”.

I volontari MuPIn, grazie alla loro esperienza e competenza ed avvalendosi di pannelli informativi e video, illustreranno ai visitatori come il tennis abbia avuto un ruolo molto importante anche sull’industria videoludica.

La mostra – evento è ad accesso gratuito e si svolgerà nei weekend delle ATP Finals, il 9 e 10 ed il 16 e 17 novembre 2024 a Torino presso Contrada Murazzi (Murazzi del Po Gipo Farassino 23) con orario dalle ore 10:00 alle ore 21:00 con prolungamento orario nelle serate di sabato.

Per il presidente MuPIn Elia Bellussi: “la mostra è l’ennesimo esempio delle attività che il Museo sta svolgendo con successo sul territorio per raccontare la storia del computer, dell’informatica e in senso più allargato di tutta l’evoluzione verso il digitale che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Da anni il museo è una realtà molto apprezzata per preservare la memoria storica della tecnologia elettronica analogica e digitale grazie a una importante collezione di hardware, software, libri, manuali, riviste e documenti. Il museo ha l’obiettivo di diventare un importante hub nazionale dedicato alla cultura digitale e alla storia degli strumenti tecnologici che accompagnano la nostra vita quotidiana. Nonostante le difficoltà legate all’insediamento nella nuova sede, nella zona nord di Torino, proprio negli anni del Covid, gli associati lavorano instancabilmente per rendere possibile l’attesa apertura al pubblico, con il supporto di enti pubblici e sponsor privati”.

Il MUPIn – Museo Piemontese dell’Informatica è il museo dedicato alla storia del computer, dell’informatica e del digitale che ha sede a Torino In Piazza Riccardo Valla 10148 a Torino, già Via Reiss Romoli 49 bis accanto al MUFANT – Museo del Fantastico e della Fantascienza nella sede conferita in convenzione dal Comune di Torino.

Il MuPIn – Museo Piemontese dell’Informatica è un’importante istituzione museale situata a Torino, in Piemonte, che si dedica alla raccolta, conservazione e valorizzazione della storia dell’informatica e delle tecnologie digitali. Il MuPIN è tra i primi musei del genere in Italia e rappresenta un punto di riferimento fondamentale per studiosi, appassionati e curiosi del settore informatico. Nato dalla passione e dall’impegno di un gruppo di collezionisti, imformatici e tecnologi, il MuPIn non è solo un luogo di esposizione di computer e dispositivi storici, ma anche uno spazio per approfondire le evoluzioni che hanno portato l’Italia e il mondo all’attuale era digitale.

Il MuPIN ha, infatti, una funzione importante nella conservazione del patrimonio tecnologico, una risorsa che altrimenti rischierebbe di essere dimenticata con il rapido avanzamento dell’innovazione. I computer, i software e le periferiche esposti non sono solo oggetti d’epoca, ma strumenti che raccontano storie di ingegnosità, di sfide e di progressi. Conservare e ricordare questi strumenti e le innovazioni che rappresentano significa anche ricordare le persone, le idee e le culture che hanno contribuito a creare il mondo

L’informatica è una scienza che ha impatto su ogni aspetto della nostra vita quotidiana, tuttavia non sempre il pubblico ne conosce la storia. Un museo dell’informatica aiuta a diffondere la cultura scientifica e del digitale sul territorio, preservando nel contempo un patrimonio di oggetti e conoscenze del passato che assumono sempre maggiore importanza.

La storia e la mission del MuPIn

Il MuPIn è nato per iniziativa dell’Associazione Museo Piemontese dell’Informatica, che ha voluto preservare la memoria storica del settore informatico in Italia e condividere la cultura della tecnologia con il pubblico. Fondata nel 2011, l’associazione si è posta l’obiettivo di raccogliere e restaurare macchine, periferiche, software e documentazione che testimoniassero le trasformazioni dell’informatica e del digitale, dando voce alla storia e all’evoluzione di questo settore in modo completo e accessibile. Nel 2021 seguendo le evoluzioni della legislazione del Terzo Settore l’associazione si è trasformata in MuPIn ODV divenendo legalmente una Organizzazione di Volontariato (ODV.

La missione del museo è duplice: da un lato, si concentra sulla conservazione del patrimonio tecnologico, dall’altro, si impegna in attività di divulgazione e educazione per favorire la conoscenza dell’informatica e del digitale e delle loro applicazioni nella vita quotidiana. Un’attenzione particolare è riservata anche alla storia italiana dell’informatica, spesso poco conosciuta ma ricca di contributi pionieristici.

Il MuPIn – Museo Piemontese dell’Informatica si configura come un’istituzione unica nel panorama italiano, che riesce a unire il valore della conservazione storica alla necessità di divulgare e sensibilizzare il pubblico sulle implicazioni e l’importanza dell’informatica nella vita quotidiana. Attraverso la sua collezione ricca e varia, le attività educative, i laboratori e le esposizioni tematiche, il MuPIN non è solo un museo, ma un centro di cultura e di conoscenza per appassionati e curiosi, giovani e meno giovani. Nel tempo il Museo è diventato una parte fondamentale della comunità tecnologica italiana e un faro per la conservazione della memoria informatica, un contributo importante alla comprensione di come il mondo della tecnologia si sia evoluto e un’occasione per riflettere su come potrebbe continuare a trasformare le nostre vite.

Grazie alla presenza congiunta di MuPIn e MUFANT a Torino è nato un nuovo polo museale che fa parte di un’iniziativa di riqualificazione urbana, promossa dalla Città di Torino insieme alla Circoscrizione 5 per creare spazi di coesione sociale e servizi culturali e didattici dedicati ai torinesi e ai turisti.

Le collezioni del MuPIn

Il Museo dispone di una collezione di 6 mila pezzi hardware e software dai mainframe, ai mini computer, ai personal e home computer, fino alle console per i video giochi, i telefonini e gli smartphone. Molto importante anche la collezione di software e relativi manuali.

Il patrimonio di libri, manuali e riviste, di cui si sta completando la catalogazione comprende 5 mila volumi, 10 mila riviste e periodici e 30 mila manuali.

La collezione del MuPIN comprende una vasta gamma di dispositivi, dai primi computer analogici e digitali fino agli oggetti tecnologici di uso comune negli anni più recenti. L’esposizione è organizzata in modo da mostrare l’evoluzione dell’informatica attraverso alcune tappe fondamentali, che permettono ai visitatori di fare un viaggio nel tempo attraverso le invenzioni e i dispositivi che hanno cambiato il nostro modo di lavorare, comunicare e vivere.

La collezione comprende computer storici e macchine pionieristiche, microcomputer e personal computer degli anni ’70 e ’80, molti modelli di home computer e microcomputer che sono stati protagonisti dell’informatizzazione di massa, dal Commodore 64, l’Apple II e i primi modelli di IBM PC, tutti elementi iconici per gli appassionati e testimonianze di un’epoca di grande innovazione.

Il museo dedica una parte della sua collezione ai primi modelli di console per videogiochi, come l’Atari 2600 e il Nintendo Entertainment System (NES), che hanno dato origine alla cultura dei videogiochi come la conosciamo oggi. Vi sono anche giochi, cartucce e accessori, che mostrano come il settore dell’intrattenimento digitale abbia affascinato generazioni di giovani e meno giovani.

Il MuPIN espone vari accessori storici, come stampanti, tastiere, dischi rigidi e altre periferiche, che danno l’idea delle trasformazioni che la tecnologia ha attraversato anche in termini di interfaccia e usabilità.

Accanto alla collezione permanente, il MuPIN ospita esposizioni temporanee che esplorano temi specifici della storia dell’informatica o che si concentrano su aspetti particolari, come i software storici, l’evoluzione dei videogiochi o l’informatica nell’arte. Queste mostre hanno l’obiettivo di mettere in luce come la tecnologia abbia influito e continui a influire su vari ambiti della nostra vita.

Il MuPIN non è solo un museo statico, ma un centro attivo di cultura informatica che propone regolarmente esposizioni temporanee, laboratori e attività educative per coinvolgere il pubblico di tutte le età. Gli eventi vengono ideati per suscitare l’interesse dei visitatori verso la storia e la tecnologia informatica, con particolare attenzione ai più giovani, che possono imparare divertendosi.

L’ attività di divulgazione e educazione dell’informatica e del digitale

La seconda missione del MuPIn si concretizza nell’ attività di divulgazione e educazione per favorire la conoscenza dell’informatica e del digitale e delle loro applicazioni nella vita quotidiana.

I Laboratori interattivi sono indirizzati ai più giovani e per chi vuole sperimentare da vicino il funzionamento di alcuni dispositivi. In questi contesti, i partecipanti possono toccare con mano i dispositivi, comprendere come funzionano e magari avvicinarsi al mondo della programmazione. Un esempio sono i laboratori di coding, e di robotica pensati per introdurre i visitatori alla programmazione attraverso linguaggi come Scratch, Lego o Python, utilizzati per creare giochi e semplici applicazioni.

La missione educativa del MuPIN si realizza anche attraverso i progetti didattici per le scuole, rivolti a studenti di ogni ordine e grado. In collaborazione con istituti scolastici, il museo organizza visite guidate e attività didattiche mirate, pensate per fare avvicinare gli studenti alla storia dell’informatica e sensibilizzar li sull’importanza della tecnologia nella società moderna. Attraverso le attività educative, i giovani scoprono come i computer e le tecnologie abbiano trasformato il mondo e si immergono in una realtà che li porta a riflettere su come il digitale influenzerà il loro futuro.

Il MuPIN si è affermato come un importante centro di divulgazione della cultura informatica e digitale in Italia. In un contesto in cui la tecnologia continua a evolvere e a cambiare velocemente, il museo si propone come un punto di riferimento per comprendere le radici della rivoluzione digitale e per ricordare l’importanza dell’innovazione in Italia. Il museo promuove regolarmente conferenze, seminari e incontri con esperti del settore, studiosi e appassionati per dibattere e approfondire temi legati all’evoluzione tecnologica e all’impatto dell’informatica sulla società.

Partnership nazionali e internazionali

Oltre a concentrarsi sulla storia dell’informatica in Italia, il MuPIN collabora con altre istituzioni nazionali e internazionali, partecipando a bandi, iniziative e progetti che riguardano la conservazione della memoria informatica e il dialogo con altri musei e centri di ricerca all’estero. Attraverso queste collaborazioni, il museo mantiene viva la tradizione del passato tecnologico e sostiene la consapevolezza della sua importanza per le generazioni future.

Una raccolta delle maggiori iniziative del MuPIn – Museo Piemontese dell’Informatica negli ultimi anni

 

I contatti di MUPIN

  • E-mail: info@mupin.it

Il PressKit di MUPINhttps://bit.ly/mupinpresskit

Nella sezione testi del presskit si trova la presentazione aggiornata di MuPIn con la descrizione del percorso negli anni del Museo Piemontese dell’Informatica con la narrazione delle principali attività svolte negli anni. Nella sezione immagini del presskit trovate le immagini delle mostre 2024 e 2023 per le ATP Finals.

Le Nitto ATP Finals a Torino 2024

Per il quarto anno consecutivo, Torino e il Piemonte si preparano ad accogliere le Nitto ATP Finals, l’evento sportivo organizzato da FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e ATP (Associazione Tennisti Professionisti). Dal 10 al 17 novembre 2024, i migliori otto giocatori al mondo e le otto migliori coppie di doppio si sfideranno all’Inalpi Arena in un torneo attesissimo ed emozionante, che chiuderà la stagione del circuito maschile mettendo in palio il trofeo più importante.

Anche quest’anno, per accogliere al meglio il pubblico e offrire un’esperienza indimenticabile a turisti e cittadini, Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia e Visit Piemonte, proporranno un ricco e variegato calendario di attività, talk, degustazioni, mostre, animazione diffusa, visite guidate e molto altro – che coinvolgeranno l’intera città in un clima di festa, dal 9 al 17 novembre.

Beirut: i 100 anni dell’Orient-Le Jour, incontro a Torino

È decollato dall’aeroporto della capitale libanese senza problemi ma con la paura di un possibile attacco aereo israeliano ed è atterrato alla Malpensa mentre altri cinque caschi blu della missione Unifil dell’Onu venivano feriti a Sidone nel sud del Libano. Elie Fayad, caporedattore de L’Orient -Le Jour di Beirut, uno dei più autorevoli organi di informazione del Medio Oriente, è venuto a Torino per festeggiare i cent’anni del quotidiano libanese in lingua francese in un momento drammatico per il Libano e per l’intero Medio Oriente. In un incontro organizzato dal Centro studi Federico Peirone in collaborazione con la Fondazione internazionale Oasis alla Facoltà Teologica di via xx settembre, Elie Fayad ha ripercorso la lunga, travagliata, ed esaltante storia del giornale francofono a un secolo dalla sua fondazione con uno sguardo alla terribile situazione nel Paese dei Cedri.
“Da un secolo, ha sottolineato Fayad, l’Orient-Le Jour difende gli stessi valori democratici, il pluralismo e il dialogo tra culture e religioni. In una terra di apertura sul mondo vicino e lontano come quella libanese, l’Orient-Le Jour è da sempre una voce moderata, un combattente per la libertà in una regione dominata da potenze regionali, da grandi potenze e da troppi estremismi”. L’Orient-Le Jour è l’unico quotidiano in lingua francese del Libano. È nato a Beirut nel 1971 dalla fusione di due testate francofone, L’Orient, fondato appunto nel 1924 durante il Mandato francese del Libano e Le Jour nato nel 1934. All’inizio della guerra civile libanese (1975-1990) il giornale fu chiuso per un breve periodo dall’esercito siriano di occupazione e nel 1976 fu assassinato Eduard Saab caporedattore del giornale stesso. Al convegno del Centro Peirone sono intervenuti anche Monica Maggioni, inviata della Rai, in collegamento da New York, e Lorenzo Cremonesi, inviato di guerra del Corriere della Sera, in video da Kiev, e Alessandro Banfi, direttore della comunicazione della Fondazione Oasis. “Il Libano deve restare unito anche se ci sono tante forze che vorrebbero dividerlo. Bisogna sconfiggere gli estremismi da qualunque parte vengano, ha puntualizzato Fayad, puntando il dito contro l’Iran e la sua creatura Hezbollah osteggiato da molti libanesi perché ha troppo potere e fa solo gli interessi dell’Iran”. Nel corso degli anni il movimento islamista sciita filo-iraniano ha costruito uno Stato nello Stato libanese, una milizia più potente dell’esercito regolare libanese e un partito, il “Partito di Dio”, che spadroneggia sia nel governo che in Parlamento.
   Filippo Re

Una racchetta gigante in piazza San Carlo

Questa mattina piazza San Carlo si è trasformata in un grande quadro in movimento grazie al flashmob “Finals in Frame”. L’evento, che ha suscitato la curiosità dei cittadini e dei turisti di passaggio in piazza, è stato organizzato dalla Città di Torino nell’ambito del programma di animazione del centro cittadino per celebrare le Nitto ATP Finals.

Accanto alla racchetta, composta dai volontari della Città di Torino e delle scuole di tennis locali, hanno completato la scena una pallina da tennis gigante e sette cartelli animati dai partecipanti per formare le scritte “Ace”, “Game” e “Set”. Un tributo al mondo del tennis che varcherà i confini di piazza San Carlo, grazie al web e ai social, inviando un messaggio da Torino a tutto il mondo.

Chemioterapia e cure dentali. Come aiutare chi ha bisogno?

UN LETTORE CI SCRIVE

Caro direttore,

sono un invalido 100% grave con tumore al pancreas passato nei polmoni dal 2021, sto lottando ogni giorno. Le chemioterapie oltre ad avermi rovinato l’intestino hanno compromesso anche i denti e con una colonstomia la mia condizione è peggiorata, non potendo più masticare in quanto mi sono rimasti 7 denti. Sono andato da Dental School a Torino dove mi hanno tolto altri 7 denti con la mutua. Da un mese sono tornato in implantologia, perché senza denti e con una colonstomia ogni settimana finisco con ambulanza al pronto per blocco all’intestino. Ma alla visita mi dicono che devo pagare 800 euro per denti removibili, il pagamento deve essere fatto in anticipo in una unica soluzione. Ho una pensione minima di 700 euro e con questi dobbiamo vivere io e mia moglie in aiuto ho l’assegno d’inclusione. Ho chiesto una rateizzazione di 200 euro al mese. Mi hanno risposto che dovevano chiedere perché erano strutture private a fare il lavoro e non Dental School di città della salute. Dopo due mesi non mi hanno mai dato risposta, regolarmente ogni settimana finisco al pronto a causa della condizione che mi hanno lasciato estraendo il 70% dei denti. Ma come è possibile, che un invalido nelle mie condizioni debba soffrire perché la mutua non permette di rateizzare l’intervento? E perché rivolgendosi alla mutua ti indirizzano da un privato per l’implantologia? A questo punto mi chiedo se c’è qualche studio dentistico che possa fare il lavoro con la rateizzazione considerando le mie condizioni economiche e le mie patologie?

Beni confiscati alle mafie, l’85% non è riutilizzato

Oltre l’85% dei beni confiscati alle mafie, in Piemonte, non è riutilizzato: sono 330 i complessi immobiliari espropriati alla malavita organizzata nella nostra regione, divisi in 1181 unità catastali. Di queste solo il 14,39% (170) viene riutilizzato, “un numero molto basso, considerato che il Piemonte è settima regione in Italia per numero di beni, la seconda del nord dopo la Lombardia. Ma terzultima per riutilizzo” ha detto Maria Josè Fava, coordinatrice regionale di Libera durante l’audizione in commissione Legalità, presieduta da Domenico Rossi.

Il 10,33% (122) è rappresentato da immobili destinati ma non riutilizzati e il 75,28% (889) è ancora in capo all’Agenzia nazionale.
La provincia con più beni è Torino, seguita da Cuneo, Biella, Alessandria, Asti, Novara, Vercelli e Vco.
“È errato pensare che le mafie siano interessate solo ai grandi centri, si concentrano anche sui piccoli comuni perché ci sono meno forze di polizia, c’è meno attenzione della stampa e bastano pochi voti per essere eletti. La situazione deve essere migliorata, spesso ci scontriamo con organizzazioni che utilizzano tutti gli strumenti giuridici per evitare il sequestro”, ha proseguito Fava.
“Occorre dare maggiore sostegno ai piccoli centri, dobbiamo aumentare ulteriormente le risorse messe a disposizione dalla Regione per i bandi di assegnazione. È anche necessario superare lo scoglio del cofinanziamento del 50% che, soprattutto per i comuni minori, è uno sbarramento che spesso preclude alla partecipazione. Si potrebbe distinguere tra grandi e piccoli comuni, come fa la Lombardia. Ugualmente, sempre prendendo spunto dalla regione a noi vicina, serve una linea di finanziamento per i soggetti del terzo settore che direttamente gestiscono i beni confiscati”, ha aggiunto Rossi.
Durante la seduta è stato presentato il “geoblog” progettato da Libera, piattaforma che ha il duplice intento di valorizzare il riutilizzo sociale dei beni confiscati in Piemonte e di fornire uno strumento di analisi e di monitoraggio sull’applicazione della Legge 109/96.
Nato nel 2008, è uno strumento interattivo che permette di scoprire i luoghi nei quali la criminalità organizzata ha cercato di insediarsi, investendo capitali illeciti nell’acquisto di immobili e aziende.
Sono intervenuti per approfondimenti i consiglieri Marina Bordese (Fdi), Gianna Pentenero (Pd), Elena Rocchi (Lista Cirio), Alberto Unia e Pasquale Coluccio (M5s).

Cascina Falchera: inaugurazione dei nuovi Orti Comunitari Urbani

Domenica 10 novembre, alle ore 15.30, durante la tradizionale Festa d’Autunno di Cascina Falchera, alla presenza di Carlotta Salerno, assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino, saranno inaugurati i nuovi Orti Urbani Comunitari.

Cascina Falchera – affidata in concessione dalla Città al Consorzio Kairòs per 19 anni e gestita in collaborazione con ITER (Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile) – ha riaperto le porte nel maggio 2023 con nuove vocazioni e molteplici iniziative. La Cascina, infatti, oltre a essere un punto di riferimento per il sistema delle scuole torinesi, ospita diverse attività tra cui l’orticultura.

“La costante crescita delle attività all’interno di Cascina Falchera è motivo di orgoglio per la nostra Città. Il rinnovamento degli spazi della cascina effettuato lo scorso anno – afferma Carlotta Salerno, assessora alle Politiche Educative e Giovanili del Comune di Torino – ha contribuito a fornire un piccolo angolo di natura a disposizione di tutta la cittadinanza, per bambine, bambini e famiglie. L’inaugurazione degli orti comunitari urbani è quindi un ulteriore segno tangibile del prezioso lavoro intrapreso insieme al Consorzio Kairos, che ringrazio per l’impegno e la dedizione”.

Gli orti comunitari urbani sono un progetto innovativo che apre le porte dell’orticoltura urbana a cittadini di tutte le età. Gli orti, infatti, sono pensati per chiunque voglia coltivare il proprio spazio verde: dai residenti di Falchera agli abitanti di Torino e delle cittadine vicine, sia singoli che gruppi e associazioni. Grazie a un bando dedicato, gli orti offriranno a ciascuno la possibilità di mettersi in gioco, imparare e condividere esperienze.

Questa iniziativa, oltre a favorire l’autoproduzione agricola, promuove anche l’educazione ecologica e la costruzione di una comunità attenta all’ambiente. Gli Orti Comunitari diventano così un luogo di aggregazione e di crescita dove le persone possono coltivare non solo ortaggi, ma anche relazioni e legami duraturi.

I nuovi orti nascono nell’ambito di due progettazioni principali: CoFarm4cities e Ecosistema Agroforestale Urbano.

CoFarm4cities, finanziato da Interreg e realizzato in collaborazione con il Comune di Torino e il Consorzio Kairos, si pone l’obiettivo di sviluppare un modello replicabile per la gestione sostenibile delle aree agricole periurbane. A tal fine, all’interno della Cascina Falchera, si sta costruendo una rete di ortolani che abiteranno e animeranno gli orti, rendendo la città più autosufficiente e sostenibile.

Ecosistema Agroforestale Urbano, guidato da Orti Generali in collaborazione con Torino Urban Lab e il Consorzio Kairos e realizzato con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo, mira, invece, a trasformare le aree urbane in vere e proprie food forest. Con la rigenerazione delle rive fluviali e la creazione di spazi verdi per animali e comunità, il progetto propone un ecosistema urbano che fornisce frutta, noci e ortaggi, rendendo la città più verde e resiliente e crea nuovi modelli di gestione ecologica a servizio della comunità.

A partire dall’11 novembre, in coincidenza con l’inizio dell’anno agrario, i nuovi ‘ortisti’ potranno inoltre partecipare a un percorso formativo gratuito di avviamento all’orticoltura, organizzato dalla cooperativa Limen in collaborazione con il Consorzio Kairos. Un’opportunità imperdibile per scoprire le tecniche di coltivazione e per imparare a curare un orto urbano, valorizzando il proprio impegno e contribuendo al benessere collettivo.

TORINO CLICK

Infohttps://cascinafalchera.it/gli-orti-di-cascina-falchera/

comunicazione@consorziokairos.org

Un Consiglio aperto sulla Polizia Penitenziaria

Martedì 12 novembre il presidente Davide Nicco ha convocato, dalle 9.30 alle 19, a Palazzo Lascaris il Consiglio regionale aperto sulle “Condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria sul territorio della Regione Piemonte”. Alle 14 e alle 14.30 si terranno le interrogazioni e il question time.

Rivoli rinnova il Manifesto per una Cultura Accessibile

Un impegno comune per una cultura e un turismo inclusivi,  a partire dai territori
Venerdì 8 novembre, rappresentanti del settore culturale e turistico, sindaci e istituzioni si sono riuniti presso il Teatro del Castello di Rivoli per discutere e promuovere nuove strategie di inclusione. L’evento è stato organizzato dal Consorzio TurismOvest, dal Comune di Rivoli e dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere operatori del settore e cittadinanza.
L’appuntamento centrale della giornata è stata la firma del Manifesto della Cultura Accessibile a Tutti, un documento programmatico firmato dal sindaco di Rivoli Alessandro Errigo e da altri sindaci del territorio, che punta a garantire l’accesso alla cultura e al turismo a tutte le persone, senza barriere.
“L’accessibilità culturale non è solo un diritto, ma un valore che arricchisce le nostre comunità,” ha dichiarato il sindaco Errigo.
“Attraverso questo Manifesto, Rivoli e i suoi partner si impegnano a rendere la città e il suo patrimonio accessibili, promuovendo inclusione e partecipazione.”
“Il meeting è stata l’occasione per potenziare la rete sul territorio e per pensare a una promozione sinergica, culturale e turistica, di tutta l’Area Ovest affinché i centri storici diventino uno spazio culturale aperto davvero per tutti” ha spiegato Simona Pravato Direttrice di TurismOvest.


Per l’occasione sono stati presentati i nuovi prodotti inclusivi realizzati appositamente per il centro storico di Rivoli grazie ad un proficuo lavoro insieme agli esperti e alle istituzioni che quotidianamente operano con sensibilità e attenzione in questo settore.
Durante il convegno sono state quindi svelate in anteprima le targhe che, nei prossimi giorni, verranno installate a fianco dei principali monumenti e beni di interesse storico e artistico del centro storico di Rivoli, e che permetteranno tramite Qr-Code di attivare sia video che audio guida con testi semplificati in italiano, inglese, francese e Lingua dei segni. Le targhe sono dotate anche di codice Braille per migliorare l’accessibilità delle persone con disabilità visiva.
La giornata ha visto interventi di esperti, giornalisti e testimoni diretti nel campo dell’accessibilità.

A rafforzare ulteriormente l’impegno per l’accessibilità, il Comune di Rivoli ha annunciato anche l’avvio, a partire dal prossimo dicembre, di un nuovo servizio di navetta che collegherà ogni sabato e festivi la stazione ferroviaria di Alpignano al Castello di Rivoli, in coincidenza con i treni da Torino. Questo progetto, frutto di un accordo stipulato dal sindaco Errigo con la Città Metropolitana, renderà il patrimonio culturale di Rivoli ancora più accessibile e promuoverà l’uso di mezzi di trasporto sostenibili. Il vicesindaco di Città Metropolitana Jacopo Suppo ha sottolineato che questa iniziativa migliorerà la mobilità nella zona ovest e offrirà a cittadini e turisti un collegamento integrato e conveniente con il Castello di Rivoli.

Questa prima giornata segna un passo significativo verso una Rivoli aperta e accogliente per tutti e apre il weekend di celebrazioni per il rinnovo del gemellaggio con la città di Montélimar.