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“Ndrangheta in Piemonte”: a Carmagnola “La mafia uccide. Il silenzio pure”

L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di sensibilizzazione della cittadinanza e delle giovani generazioni sul tema della legalità e del contrasto alla criminalità organizzata

Carmagnola (TO), 13 novembre 2024 – Si è svolto ieri, martedì 12 novembre al Salone Antichi Bastioni di Carmagnola, il primo incontro della rassegna “La mafia uccide. Il silenzio pure”, dal titolo ‘Ndrangheta in Piemonte: focus sul processo Rinascita Scott, Carminius – Fenice e sullattuale situazione a Carmagnola, promosso dal Comune in collaborazione con Avviso Pubblico. Levento ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico che ha assistito a un confronto su temi cruciali legati alla presenza mafiosa nel Piemonte, con particolare attenzione al radicamento della ’Ndrangheta nellarea di Carmagnola, come emerso dai recenti processi Carminius-Fenice e Rinascita Scott.

L’incontro, moderato dal giornalista Andrea Giambartolomei de Lavialibera, ha visto gli interventi di figure di spicco nel panorama della legalità e della giustizia: Giovanni Bombardieri, Procuratore della Repubblica di Torino; Tommaso Pastore, Capo Centro Direzione Investigativa Antimafia di Torino; Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico; Alessandro Cammarata, Vicesindaco del Comune di Carmagnola; Maurizio Marrone, Assessore della Regione Piemonte con delega ai beni confiscati, sovraindebitamento e usura.

Il convegno ha approfondito in particolare i processi Carminius- Fenice e Rinascita Scott, importanti indagini contro la Ndrangheta in Piemonte che hanno messo in luce il radicamento della mafia nell’economia locale, tra estorsioni, traffico di droga e infiltrazioni negli appalti pubblici. Le condanne emesse nei processi hanno rappresentato un segnale forte contro le attività criminali che tentano di infiltrarsi nel tessuto sociale ed economico della regione, con particolare riferimento alla provincia di Torino.

L’incontro si è aperto con l’intervento del Sindaco Ivana Gaveglio, che ha affermato: “La nostra Amministrazione ha sempre affrontato questo tema in modo chiaro e deciso, costituendosi parte civile nei processi.”

L’assessore e vicesindaco Alessandro Cammarata, ha raccontato episodi di intimidazione che ha subito, tra cui due auto incendiate nel giro di 11 mesi e una serie di lettere anonime contro di lui. “La prima auto pensavamo fosse un incidente, ma dopo il secondo episodio è stato chiaro che si trattava di atti intimidatori. La sentenza d’appello ha confermato che tutto è nato dalla mia scelta di non incontrare persone che cercavano di influenzare gli appalti pubblici.” Nonostante cinque anni di tutela da parte dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza, Cammarata non ha mai rinunciato al suo impegno amministrativo e si è costituito parte civile nel processo. Ha concluso con un monito: “Nei territori infiltrati, anche se i capi finiscono in carcere, il fenomeno può tornare, come dimostrano gli arresti nell’operazione ‘Factotum’.”

Il Procuratore della Repubblica di Torino, Giovanni Bombardieri, ha richiamato l’attenzione sul fatto che “La ‘Ndrangheta non porta sviluppo, ma depressione. È un male per i cittadini e per l’economia, e se non si tiene alta l’attenzione, c’è sempre il rischio che ritorni”. Bombardieri ha sottolineato come la ‘ndrangheta, fenomeno globale con proiezioni nel Nord Italia, in Europa e nel mondo, abbia radici in Piemonte fin dai tempi in cui ancora non esisteva il 416 bis, con episodi di auto incendiate, omicidi e appalti illeciti. “La stessa attenzione riservata a Cosa Nostra non è stata storicamente dedicata alla ‘ndrangheta, che ha beneficiato di una certa attività sotterranea”. Il Procuratore ha sottolineato quanto sia importante non delegare tutto alle forze dell’ordine: “Non tutti possono denunciare, ma tutti hanno il dovere di stare vicini a chi denuncia, perché spesso chi ha avuto il coraggio di farlo è stato lasciato solo”.

Tommaso Pastore, Capo Centro della Direzione Investigativa Antimafia di Torino, ha evidenziato un fenomeno preoccupante: “Oggi le organizzazioni mafiose non controllano il territorio tanto con la violenza, ma soprattutto nell’economia. In alcuni casi documentati, la figura dell’imprenditore si è trasformata da vittima del fenomeno estorsivo a colluso con le organizzazioni criminali, cercando vantaggi economici, nei rapporti sindacali e in altri ambiti”. Pastore ha sottolineato come il contrasto a questa metamorfosi passi attraverso un’attenta attività investigativa e i presidi antimafia sul territorio dichiarando che “Il sistema antimafia italiano rappresenta un’eccellenza mondiale, grazie alla capacità di prevenire infiltrazioni nella pubblica amministrazione attraverso il sistema di informazione antimafia delle prefetture, che valuta preventivamente i legami tra gli imprenditori e le organizzazioni criminali. È fondamentale che gli imprenditori sappiano di poter contare sul sostegno dello Stato”.

Roberto Montà, Presidente dell’associazione Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ha ricordato l’importanza del rapporto “Amministratori sotto tiro”, realizzato annualmente dall’associazione dal 2010, che tra le varie attività documenta le minacce e le intimidazioni verso amministratori locali e personale della Pubblica Amministrazione. “I dati sono allarmanti e il Rapporto analizza il fenomeno nella sua complessità, individuando le aree più colpite e le tipologie di minacce, con analisi dettagliate e pareri di esperti”. Montà ha evidenziato il ruolo di Avviso Pubblico nell’accompagnare le amministrazioni: “Le amministrazioni spesso fanno fatica a riconoscere le infiltrazioni o hanno paura di ammetterle, soprattutto nei numerosissimi Comuni piccoli, dove gli amministratori sono più facilmente avvicinabili. Avviso Pubblico le supporta in un processo di riflessione e reazione, per aiutare le comunità ad opporsi a queste minacce. Non si è mai soli in questa battaglia, e la forza per agire nasce dalla consapevolezza e dal sostegno reciproco”.

Questo incontro è stato il primo di una serie di appuntamenti previsti dalla rassegna. Il ciclo di eventi proseguirà martedì 19 novembre con la messa in scena dello spettacolo teatrale “Ndrangheta”, che racconta la lotta alla criminalità organizzata e la speranza di riscatto, e il 20 novembre con lo spettacolo “Borsellino”, dedicato alla figura del magistrato Paolo Borsellino. La rassegna si concluderà giovedì 21 novembre con una conferenza sulle mafie in Piemonte, rivolta agli studenti delle scuole superiori.

La rassegna è finanziata grazie agli stanziamenti del Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori. Fondo proposto da Avviso Pubblico che siede al tavolo del Ministero dell’Interno che si occupa del fenomeno. Un finanziamento, a titolo di ristoro all’Ente, grazie al quale il comune di Carmagnola ha potuto sostenere il progetto senza pesare sui conti pubblici.

La cultura come risorsa per la salute

Alleanza sancita da un accordo pluriennale in collaborazione con Museo Nazionale dell’Automobile, Città della Salute e delle Scienze e Biblioteche civiche. 

L’azienda ospedaliera e universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, su proposta della Fondazione Medicina a Misura di donna Onlus, ha siglato un accordo pluriennale con il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, l’istituzione culturale di prossimità dell’azienda sanitaria, in collaborazione con il servizio Biblioteche della Città di Torino, Abbonamento musei CCW Cultural Welfare Center. Il percorso riguarderà tutta la cittadinanza e inizia con l’incontro di accompagnamento alla nascita in Museo per proseguire con il ben-essere dei professionisti della cura, risorse primarie della cura dei cittadini e della società. La collaborazione intersettoriale tra cultura, sociale e sanità ha un ruolo importante nella salute della comunità, tanto che la Commissione Europea ha inserito tra i pilastri delle proprie politiche del piano Cultura proprio la relazione e tra cultura e salute. La sanità è la porta maestra di contatto per avvicinare tutti i cittadini alle opportunità territoriali che contribuiscono allo sviluppo del potenziale individuale, all’aumento della resilienza alle avversità, al contrasto dall’isolamento e dei disagi emotivi. 

La AOU – Città della Salute e della Scienza ha colto l’invito promosso dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna allo sviluppo di un percorso sistemico e sistematico con il Museo Nazionale dell’Automobile, istituzione culturale con cui confina, luogo di bellezza in dialogo con la natura fluviale. La prospettiva di collaborazione si basa sull’esperienza avvenuta nell’ospedale Sant’Anna della Fondazione che, dal 2011, ha varato con la AOU un percorso di ricerca e azione su “Cultura e Salute”, che ha trasformato con processi partecipati attraverso le arti visive (poesia, musica, teatro e danza), il volto organizzativo di un intero blocco ospedaliero che vedrà nel MAUTO una piattaforma di sviluppo. L’accordo coinvolge le BCT Biblioteche Civiche Centrali sia per il riconoscimento dell’importanza della lettura in famiglia, già nei primi mille giorni di vita, sia per la prossima apertura della Biblioteca Civica al Valentino, con la quale disegnare sinergie. Il primo atto sarà lo sviluppo degli incontri di accompagnamento alla nascita in Museo per i primi mille giorni, centrali per lo sviluppo neuronale di ogni individuo e il ben-essere biopsicosociale della mamma e della famiglia. Verranno progettate azioni che si rivolgeranno a tutta la cittadinanza, ma in prima istanza al personale sanitario e agli operatori di cura, risorse primarie per l’attivazione di percorsi di ben-essere a caduta su pazienti e cittadini. L’accordo è un passo per lo studio della prescrizione sociale accanto alle consuete terapie, della partecipazione regolare di iniziative sociali e culturali volte a rafforzare legami sociali che riducono il rischio di vulnerabilità alle malattie.

“Il progetto Nati per leggere, in sinergia con Nati per la cultura e grazie alle collaborazioni di biblioteche e musei, si configura come un fondamentale strumento strategico per la città di Torino – dichiara l’Assessora alla Cultura del Comune di Torino Rosanna Purchia – questa iniziativa mira a coinvolgere in modo capillare le comunità e i territori raggiungendo tutti i quartieri e le famiglie, anche quelle meno abituate a frequentare i luoghi della cultura. L’accordo attuale amplia la portata delle azioni rendendole trasversali e diffuse in tutte le zone di Torino. L’alleanza tra Cultura e Salute si basa su un corpus sempre più solido di evidenze scientifiche che dimostrano come la partecipazione culturale possa sostenere lo sviluppo dei bambini e delle bambine, contribuendo a prevenire malattie, migliorando il benessere fisico e mentale, e promuovendo stili di vita sani, favorendo la creazione di comunità resilienti”.

Mara Martellotta 

La nuova Cavallerizza Reale, via libera alla riqualificazione: approvata la variante al progetto

La Giunta comunale, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, ha approvato la variante al Progetto Unitario di Riqualificazione (P.U.R.) del complesso storico della Cavallerizza Reale, strumento previsto dall’attuale P.R.G. per definire l’assetto generale, i tipi di intervento previsti sugli immobili, le unità minime di intervento, le specifiche destinazioni d’uso.

La variante consentirà quindi di attuare la trasformazione della Cavallerizza in un polo culturale multifunzionale, un mix di attività pubbliche e private, segnando ufficialmente l’avvio del grande cantiere di recupero. A seguito del successivo passaggio in Consiglio Comunale, tutti i soggetti coinvolti -escluso Fondazione Compagnia di San Paolo il cui progetto era stato approvato nel mese di luglio- potranno infatti presentare i titoli edilizi necessari per dare il via ai lavori sulle porzioni di fabbricati di loro proprietà.

La variante recepisce l’aggiornamento dell’assetto proprietariocomplessivo, mutato e ampliato rispetto al P.U.R. approvato nel 2021: il Comune di Torino ha in proprietà le U.M.I 6 Cavallerizza Alfieriana, U.M.I. 8 Maneggio Chiablese e U.M.I. 4 Piazzetta Accademia Militare all’interno del Complesso e Piazzetta Rossaro; la Cartolarizzazione Città di Torino S.r.l. – CCT ha in proprietà la U.M.I. 9 edificio denominato Zecca); la Fondazione Compagnia di San Paolo ha in proprietà le U.M.I. 5 Manica del Mosca, U.M.I. 10 Pagliere, U.M.I. 11 Piazzetta Vasco e Passaggio Chiablese; l’Università degli Studi di Torino ha in proprietà la U.M.I. 7 Corte delle Guardie; CDP Real Asset Sgr Spa ha in proprietà U.M.I. 3 Rotonda Castellamontiana, U.M.I. 1 Accademia Militare e U.M.I. 2 Corpi di Fabbrica di Via Verdi).

Il riassetto proprietario ha anche aggiornato le destinazioni delle rispettive Unità Minime di Intervento (U.M.I.) per il recupero del complesso.

In particolare, nella UMI 1 – Accademia Militare è prevista la realizzazione di una struttura alberghiera mentre nella UMI 2 e in una piccola porzione della UMI 1 (locali della ex Cappella) si prevede l’insediamento del cosiddetto Polo delle Arti, costituito dall’Accademia delle Belle Arti, dal Conservatorio Giuseppe Verdi e dalla Fondazione Collegio Universitario Einaudi. Gli immobili di proprietà dell’Università di Torino saranno destinati ad ospitare nuovi spazi per l’Ateneo. Negli immobili attualmente di proprietà della Città di Torino (U.M.I. 6 Cavallerizza Alfieriana) o che saranno ceduti nell’ambito delle attuazioni (UMI 3 Rotonda Castellamontiana e parte delle UMI 1, 2 e 7) è prevista la realizzazione di uno spazio polivalente dedicato alla ricerca e alla sperimentazione nel campo delle arti performative, attraverso interventi di restauro conservativo della Cavallerizza Alfieriana, del recupero della Rotonda, delle maniche al piano terra della corte delle Guardie e della manica della crociera verso via Verdi. Nell’U.M.I. 5 – Manica del Mosca, di proprietà della Fondazione Compagnia di San Paolo, si insedierà la nuova sede della Fondazione stessa, mentre nella UMI 10 Pagliere sono previste attività terziarie.

Tra gli elementi distintivi della variante approvata spicca l’inclusione del cosiddetto Lotto Zero, un innovativo impianto geotermico che garantirà la climatizzazione sostenibile di tutte le U.M.I. del complesso. Le progettazioni ipotizzate sul Complesso ampliano l’offerta di funzioni pubbliche rispetto a quelle previste dal PUR approvato nel 2021, proponendo una riqualificazione orientata alla promozione culturale della Città, restituendo spazi alla fruizione della cittadinanza e dando luogo alla creazione del “polo culturale” auspicato nel percorso di redazione e approvazione del PUR.

Gli interventi aggiuntivi individuati dalla variante, sono riferiti, oltre alla possibilità di realizzare limitate porzioni dei nuovi volumi, alla puntuale modifica di solai per rivedere il sistema distributivo verticale necessario per l’inserimento delle nuove funzioni, alla ricomposizione di alcune facciate che non presentano ad oggi un disegno organico a seguito delle vicende storiche che si sono succedute e alle modifiche puntuali di alcune coperture  di legate al già previsto recupero dei sottotetti.

TORINO CLICK

Guida autonoma e sicurezza stradale: la Regione Piemonte promuove innovazione e sicurezza

La Regione Piemonte conferma il suo impegno per un quadro normativo aggiornato che sostenga lo sviluppo della guida autonoma, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza sulle nostre strade e agevolare l’introduzione delle tecnologie più avanzate disponibili sul mercato europeo.

«Ci stiamo muovendo per far sì che il Piemonte sia tra le regioni italiane più pronte e ricettive per le sperimentazioni e l’introduzione della guida autonoma», ha dichiarato Marco Gabusi, assessore regionale alle Opere Pubbliche, Trasporti e Infrastrutture del Piemonte. «Stiamo lavorando – ha proseguito Gabusi –  a stretto contatto con le istituzioni europee e nazionali per assicurare che il nostro territorio sia parte attiva nel processo di innovazione della mobilità, bilanciando i vantaggi tecnologici con la necessaria attenzione alla sicurezza e all’ambiente».

A livello nazionale, l’Unione Europea ha già approvato la normativa Un-Ece R-157, che permette l’omologazione delle auto a guida autonoma di livello 3 in specifiche condizioni di sicurezza. Tuttavia, il Codice della strada italiano non consente ancora il pieno utilizzo di questa tecnologia, motivo per cui la Regione Piemonte sollecita un intervento normativo adeguato per consentire una graduale introduzione della sperimentazione della guida autonoma sul territorio.

La Regione Piemonte sta sostenendo progetti innovativi come In2Ccam e Scale, che mirano a creare infrastrutture intelligenti e sistemi avanzati di comunicazione tra veicoli e centrali di controllo del traffico. La società partecipata 5T, che coordina la Centrale della mobilità, è parte attiva in queste iniziative ed è coinvolta nei tavoli europei di standardizzazione per le specifiche tecniche legate alla guida autonoma. L’attenzione del Piemonte per l’innovazione nella mobilità si riflette in un sistema sempre più connesso, che consentirà, in futuro, a veicoli di livello avanzato di circolare in sicurezza sulle nostre strade.

La Regione Piemonte resta tra i principali promotori di progetti di cooperazione e interazione tra infrastrutture e veicoli. L’assessore Gabusi ha aggiunto che “il nostro obiettivo è costruire un ambiente favorevole all’innovazione, ponendo al centro la sicurezza dei cittadini e un’efficienza logistica che favorisca la mobilità sostenibile. Stiamo già dialogando con il Ministero delle Infrastrutture per sostenere una normativa italiana che consenta l’utilizzo di veicoli allineati ai più innovativi standard europei”. In conclusione, l’attenzione della Regione Piemonte per la guida autonoma non si limita alla sola sperimentazione, ma rappresenta un impegno concreto verso una mobilità più sicura e sostenibile, con la consapevolezza che una normativa aggiornata e adeguata alle sfide tecnologiche è fondamentale per il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico del territorio.

Dott amplia la sua offerta a Torino con l’arrivo di 500 e-bike

Dott, operatore leader europeo della micromobilità urbana, espande la propria flotta a Torino con l’introduzione di 500 biciclette a pedalata assistita. Questi nuovi mezzi si aggiungono ai monopattini già presenti in città e nei comuni limitrofi di Collegno, Moncalieri, Nichelino e Rivoli, contribuendo a rendere la mobilità urbana più accessibile e diversificata. Le biciclette elettriche, infatti, consentono di raggiungere una fascia di utenti più ampia: i dati raccolti da Dott confermano che le e-bike vengono spesso scelte per spostamenti più lunghi e sono particolarmente apprezzate dal pubblico femminile.

Con l’introduzione delle biciclette, Torino si afferma dunque come una città Dott “multimodale”: i cittadini potranno infatti trovare, su un’unica applicazione, sia monopattini che e-bikes, potendo scegliere in qualsiasi momento quale mezzo utilizzare in base alle esigenze specifiche. Gli utenti potranno, di volta in volta, optare per l’uno o per l’altro mezzo, garantendosi flessibilità e libertà di scelta tra un viaggio e l’altro. Anche la tariffazione è stata pensata per rispondere a questa esigenza di intercambiabilità: gli abbonamenti sono combinabili tra biciclette e monopattini, offrendo un servizio completo e integrato.

“Ci siamo sempre dedicati a garantire un servizio di alta qualità, da un lato investendo in mezzi tecnologicamente avanzati e conformi alle normative, dall’altro costruendo un’area operativa estesa, affinchè i nostri utenti, anche quelli provenienti da fuori città, potessero percorrere comodamente l’intero tragitto urbano.” – commenta Andrea Giaretta, Regional General Manager Sud Europa – “Oggi, con l’introduzione delle biciclette, confermiamo il nostro impegno e i continui investimenti in questa città, che si dimostra un contesto ideale per la micromobilità urbana e un mercato maturo per il servizio di sharing. Siamo orgogliosi di poter contribuire alla trasformazione della mobilità torinese, rendendola sempre più sostenibile e accessibile a tutti.”

Dal 2019, infatti, i torinesi hanno effettuato oltre 4 milioni di viaggi a bordo dei monopattini Dott, distribuiti su un’area operativa di 77,8 km2, che serve una popolazione di oltre un milione di abitanti. Questo successo ha permesso di evitare l’emissione di oltre 430 tonnellate di CO2, che sarebbero state prodotte se gli stessi spostamenti fossero stati fatti in auto. “Il nostro servizio non solo supporta le amministrazioni comunali nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, ma ottimizza anche la gestione della mobilità urbana, contribuendo a mantenere l’ordine pubblico, ancor più in occasione dei grandi eventi che animano le città e influenzano traffico e spostamenti, come nel caso delle ATP Finals di tennis.” – conclude Giaretta.

Le e-bike di Dott hanno una struttura particolarmente solida e sono dotate di luci, riflettori e cestino, caratteristiche che ne accrescono il livello di sicurezza su strada e che le rendono mezzi affidabili, adatti a tutta la famiglia. Con una velocità massima di 25 km/h, le bici elettriche Dott si presentano come un mezzo di trasporto efficiente e sicuro. Sarà possibile usare le e-bike all’interno delle stesse aree del Comune di Torino già dedicate ai monopattini, per un servizio flessibile e adatto a tutti gli spostamenti urbani.

In occasione del lancio delle e-bike a Torino, Dott offre a tutti i nuovi utenti la loro prima corsa di 20 minuti: basterà inserire il codice sconto INBICI nella sezione Promozioni dell’app.

I soliti manifestanti pro Pal questa volta occupano la sede di Leonardo. Crosetto: “Delinquenti”

Alcune decine di manifestanti Pro  Pal hanno sfondato le cancellate della sede torinese di Leonardo, nei pressi dell’aeroporto di Caselle, all’insegna dello slogan “Intifada ovunque”.

Gli  attivisti filopalestinesi denunciano “la complicità di Leonardo nel genocidio a Gaza”  e affermano che l’azienda sostiene l’esercito israeliano.

Alcuni di loro sono saliti sul tetto dove hanno esposto una bandiera palestinese e hanno vergato scritte spray sull’insegna dell’azienda.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha scritto su X: “sono pericolosi eversivi, delinquenti e basta”, spiegando anche che i manifestanti avrebbero distrutto e imbrattato gli uffici.

E’ poi intervenuta la polizia che li ha allontanati dallo stabilimento.

La Croce Giallo Azzurra Torino riceve il Certificato Sistema Qualità

L’Associazione ANPAS Croce Giallo Azzurra Torino ha recentemente ottenuto, per la prima volta, il Certificato Sistema Qualità Uni En Iso 9001:2015. Questo riconoscimento definisce i requisiti di un sistema di gestione per la qualità, ed è stato conseguito al termine di un percorso di accompagnamento e supporto da parte del gruppo di lavoro interni del Comitato Regionale ANPAS del Piemonte. L’Audit si è svolto il 9 novembre scorso presso la sede della Croce Giallo Azzurra di Torino, alla presenza del Presidente ANPAS Piemonte Vincenzo Sciortino e dell’auditor Enrico Montabone.

La società Certiquality srl ha eseguito le verifiche necessarie sui processi operativi sulla trasparenza gestionale e amministrativa, sulla formazione di volontari e dipendenti, sulla sicurezza e sulla soddisfazione del personale, valutando numerosi parametri e indicatori. A conclusione di queste analisi, la società ha certificato l’efficienza e l’efficacia del modello organizzativo e gestionale della pubblica assistenza ANPAS.

“Questo traguardo rappresenta un passo significativo per la nostra Associazione – ha dichiarato Santo Bellantone, Presidente della Croce Giallo Azzurra di Torino – la Certificazione di Qualità non è per noi un obbligo, ma una scelta volontaria. Essa riflette la volontà di offrire ai nostri assistiti e soci servizi di alto valore, monitorati e riconosciuti da un ente indipendente. Ci siamo imposti delle regole per ottimizzare i nostri processi e migliorare continuamente la qualità garantendo elevati standard di assistenza. Questo impegno testimonia la nostra dedizione all’eccellenza e alla trasparenza, a beneficio della comunità che serviamo quotidianamente. Ringrazio tutti i volontari e collaboratori che hanno contribuito a questo percorso di crescita e miglioramento continui. Un ringraziamento speciale va anche a Marco Grechi, Responsabile della Qualità della Croce Bianca di Orbassano, che ci ha supportato nel percorso di avvicinamento alla Certificazione, e ad Armando Gotta, Responsabile del progetto Qualità ANPAS Piemonte”.

Vincenzo Sciortino, Presidente ANPAS Piemonte, spiega:”Il conseguimento della Certificazione Uni En Iso 9001:2015 da parte della Croce Giallo Azzurra di Torino rappresenta un grande traguardo per l’intero movimento ANPAS in Piemonte. Questo risultato testimonia l’impegno e la dedizione con cui la nostra rete di pubblica assistenza opera per garantire ai cittadini servizi di qualità, trasparenza e affidabilità. La scelta di aderire a un sistema di gestione della qualità è un atto volontario, che dimostra l’intenzione di miglioramento e di responsabilità verso la comunità. Investire nella qualità e nella trasparenza è essenziale per rafforzare i legami di fiducia tra le organizzazioni di volontariato e le comunità che servono. Ringrazio la Croce Giallo Azzurra di Torino e tutti i suoi volontari per il loro instancabile lavoro e per il contributo che danno quotidianamente al nostro territorio, nonché il team di Certiquality. La Croce Giallo Azzurra, aderente all’ANPAS, conta su 81 volontari, di cui 21 donne, e svolge circa 1600 servizi annui, inclusi trasporti convenzionati con aziende sanitarie locali, servizi d’istituto, emergenze 118 e assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni.

 

Mara Martellotta

Cardioteam, una vela per il cuore

A Torino non c’è il mare ma è tutto torinese il team che ha pensato e realizzato il viaggio di Dulcinea in giro per l’Italia, la prima campagna di prevenzione cardiovascolare in Europa realizzata per mare e appena conclusa.

A bordo di una vela storica Cardioteam ha circumnavigato lo stivale portando la prevenzione dell’ictus e dell’infarto – prima causa di morte in Europa – in oltre 30 porti, in mezzo alla gente.

In questa prima edizione 2023-2024 Dulcinea e Cardioteam hanno percorso insieme 1.924 miglia nautiche, da Genova a Trieste, sempre accolti con grande entusiasmo nei porti di approdo.

Tutte le persone dai 50 ai 75 anni che si sono sottoposte a ecocardiogramma hanno ricevuto l’esito del test e una brochure sullo stile di vita da adottare per prevenire infarto e ictus. Nella tenda di Cardioteam Foundation Onlus, allestita per circa una settimana in ogni porto di approdo, è stata fatta formazione su alimentazione, attività fisica, controllo della pressione arteriosa, del diabete e del colesterolo nel sangue.

Dei 3.800 screening effettuati quasi 40 persone sono risultate con una cardiopatia importante, mentre 114 hanno scoperto di avere bisogno di ulteriori visite cardiologiche.

 

Dott. Marco Diena

 

La mission di Cardioteam Foundation Onlus, fondata dal cardiochirurgo torinese Marco Diena e da un gruppo di cardiologi e professionisti forti degli studi scientifici che hanno dimostrato quanto la prevenzione può salvare più vite umane delle stesse cure ospedaliere, è da sempre portare la prevenzione fuori dagli ospedali nei contesti più disparati, dalle piazze ai parcheggi dei centri commerciali.  Dal 2014 ad oggi Cardioteam ha effettuato più di 21.000 screening lungo le strade italiane con il suo Cardiovan  e nel 2023 al Cardiovan di Cardioteam si è aggiunta Dulcinea, una vela storica che ha circumnavigato l’Italia, da Imperia a Trieste, fermandosi in 30 porti per effettuare ecocardiogrammi gratuiti alla popolazione.

 

“Le persone  commenta Marco Diena  si sono salvate perché sono venute a farsi controllare, e la maggioranza dei casi erano soggetti asintomatici! E visto il successo di questa edizione siamo pronti a ripartire nel marzo 2025. Nel nuovo giro ci fermeremo nei porti delle isole minori, territori svantaggiati per ragioni geografiche e logistiche, dove le persone hanno spesso difficoltà a raggiungere le strutture ospedaliere e conseguentemente a tenersi sotto controllo. Siamo certi che riusciremo a sensibilizzare anche i tanti turisti che ogni estate affollano le coste di queste splendide isole. In ognuna delle nostre tappe non ci limitiamo ad eseguire gli ecocardiogrammi, ma, attraverso brochure e materiale informativo, diamo importanti informazioni anche alle tante persone che incontriamo ogni giorno. Questo moltiplica il messaggio e dà forza alla nostra idea: bisogna favorire la prevenzione e far capire quanto è importante. Ictus e infarto secondo l’OMS sono la prima causa di morte in Europa. Nessuno sottovaluti il problema. Fate prevenzione!”

 

Una vela per il cuore è la prima campagna di prevenzione cardiovascolare in Europa realizzata per mare e ha come partner la Lega Navale Italiana, un’istituzione storica con oltre 200 basi nautiche. Un viaggio possibile anche grazie alla generosità degli sponsor che hanno creduto in Cardioteam Foundation Onlus: Intesa Sanpaolo, Fondazione Gruppo San Donato, Fondazione Buzzi Unicem, Technoalarm.

 

Sostieni Cardioteam: Donazioni onlus, Sostieni Cardioteam Foundation per le malattie cardiovascolari

 

CARDIOTEAM FOUNDATION ONLUS, C.so Quintino Sella, 20 10131 Torino ITALIA
segreteria@cardioteamfoundation.org

Veterinario muore dopo la caduta in bici

Non ce l’ha fatta Luca Ferrero, il veterinario torinese di 54 anni con studio in via Mazzini. È deceduto nella notte al Cto dove era ricoverato in gravi condizioni da mercoledì quando è caduto dalla bici in collina a Pecetto. Era un abile ciclista e ora si cerca di fare chiarezza sull’incidente dovuto a una caduta forse per uno spostamento d’aria causato da una moto e da una vettura che gli sono passati troppo vicino provocando la perdita di equilibrio. Le ferite riportate gli sono state fatali.

Polizia penitenziaria, un consiglio regionale aperto sulla situazione nelle carceri

“È un momento di ascolto e confronto utile che permetterà a tutti di prendere una volta di più coscienza della situazione assolutamente critica nelle strutture detentive della nostra Regione, difficoltà non solo del Piemonte, ma che caratterizzano tutte le carceri italiane”. È così che il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, ha aperto la seduta del Consiglio aperto dedicato alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria.

“In un contesto complesso come quello delle carceri, il lavoro svolto quotidianamente dagli agenti assume un ruolo fondamentale, oggi più che mai siamo chiamati a confrontarci in modo trasparente e costruttivo, ascoltando chi è tutti i giorni in prima linea” ha aggiunto il presidente dell’Assemblea regionale. Gli ultimi dati indicano che le persone detenute all’interno dei tredici istituti detentivi in Piemonte sono 4365 a fronte di 2943 posti, con un indice di sovraffollamento del 148,32 per cento. Per quanto riguarda gli agenti, attualmente in Piemonte sono operativi circa 2900 unità e si lamenta una mancanza di circa 500. Emblematico il caso di Torino, dove a fronte di circa 400 detenuti in più rispetto alla capienza prevista, manca circa un centinaio di agenti. Tra le problematiche più preoccupanti, quelle legate ai detenuti con patologie psichiatriche, quelle delle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), più in generale degli organici del personale e l’inadeguatezza dell’edilizia carceraria.

“Su molte questioni Governo e Regione sono intervenuti nell’ultimo anno: dal supporto psicologico alla formazione, dall’incremento di personale ai protocolli. È fondamentale il supporto agli agenti che garantiscono la sicurezza alla comunità, per cui auspico che si possa dare pieno rilievo al loro lavoro, attivando misure utili allo svolgimento dello stesso” ha ricordato Elena Chiorino, vicepresidente della Giunta regionale, che ha sottolineato come negli ultimi due anni siano stati assunti 180 nuovi agenti per le carceri piemontesi.

Vicente Santilli del Sappe, riferendosi ai disordini di questi giorni nell’istituto di Cuneo, si è soffermato proprio sulle aggressioni fisiche e verbali: “Gira molta droga e i telefonini vengono recapitati con i droni, l’unico deterrente possibile è schermare gli istituti di pena”. Per Maurizio Dalmasso dell’Osapp, sono grandi problemi la mancanza di circa le metà dei comandanti di reparto e l’insufficienza dei funzionari sanitari. “Oggi porto qui anche le conseguenze fisiche della rivolta avvenuta ieri a Cuneo”, ha fatto notare. Secondo Antonio Napoli (Polpen-Uil Pa) la gestione della sanità penitenziaria è critica per l’ottanta per cento dei casi e richiede l’ attenzione della politica.

“Ci sono detenuti facinorosi extracomunitari che non rispettano il sistema penitenziario italiano, dovrebbero scontare la pena nei rispettivi paesi; inoltre permangono i problemi legati alla carenza del personale, così come i turni sono sempre più massacranti” ha denunciato Raffaele Tuttolomondo (Sinappe). Luciano Scidà (Cnpp) si è soffermato sulla realtà di Asti, dove “in un anno sono stati sequestrati oltre 150 telefonini e molta droga all’interno delle celle”. Per Sara Comoglio (Cgil-Fp) “mancano anche molti ruoli intermedi, ciò incide sull’ organizzazione delle strutture”. Vincenzo Ricchiuti (Cisl-Fns) ha espresso apprezzamento per le azioni del Governo verso il personale penitenziario con le risorse stanziate per il rinnovo del contratto del comparto sicurezza e l’assunzione dopo anni di nuovo personale.

Luciano Giglio (Uspp) ha posto l’attenzione sulla frustrazione degli agenti con il rischio di burn-out lavorativo, richiamando la necessità di dare ai detenuti maggior impegno quotidiano e formazione professionale in maniera tale da alleggerire il carico emotivo che sfocia in aggressioni verso il personale. Michela Favaro, vicesindaca di Torino, ha fatto cenno ai dati che indicano che in Piemonte si registra il 15% di carenza di personale, che in istituti come quello del capoluogo regionale sale al 20%.

Davide Mosso, della Camera penale Vittorio Chiusano: “Nel carcere di Torino ci sono oltre 1.400 detenuti su mille posti, non è rispettato l’ordinamento penitenziario. È inoltre aumentato il numero di detenuti con disturbi psichiatrici senza strumenti per gestirli”. Secondo Mario Antonio Galati, provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, “le piante organiche scoperte riguardano ruoli intermedi su cui possiamo aspettarci incrementi. Negli ultimi due anni sono stati investiti venti milioni di euro nelle strutture”. Infine, Lina Di Domenico vicecapo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) ha spiegato che è stato firmato un protocollo per la prevenzione della salute dei detenuti e per dotare di personale medico gli istituti.

 

Si è aperto quindi il dibattito tra i consiglieri, con l’intervento di Silvio Magliano (Lista Cirio): “Esprimiamo apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo e auspichiamo ulteriori investimenti per incrementare il numero e la qualità delle strutture carcerarie e l’organico della Polizia penitenziaria. È, inoltre, opportuno sfruttare l’esperienza e le iniziative del Terzo settore per creare per i detenuti percorsi lavorativi che, tra l’altro, favoriscono il reinserimento sociale”. Secondo Sarah Disabato (M5s) “Si tratta di un problema urgente, che va affrontato nell’immediato. Anche il presidente Mattarella ha chiesto interventi immediati per affrontare il sovraffollamento nelle carceri e i problemi legati ai suicidi. Ci sono assenze importanti, come quella del Governo, il cui sottosegretario alla Giustizia è, tra l’altro, piemontese, e dell’assessore regionale alla Sanità”.

“La Lega è da sempre, in ogni sede, nazionale e regionale, vicina alle istanze degli agenti – ha affermato Andrea Cerutti (Lega) -. Lo ha fatto lottando per le dotazioni degli strumenti di deterrenza come il taser, lo sta facendo predisponendo le misure necessarie al completamento dell’organico, come previsto nel Decreto Carceri”.  Annalisa Beccaria (Fi), quindi, ha sottolineato “l’importanza del comma 4 dell’articolo 27 della Costituzione, che ribadisce il fine rieducativo del sistema carcerario e della pena per il reinserimento del reo nella società. Un articolo che non sembra trovare la propria efficacia se si considera che negli ultimi quattro mesi in Italia si sono verificate 640 aggressioni di detenuti nei confronti della polizia penitenziaria, 137 sono i poliziotti con oltre otto giorni di prognosi e sono stati 2.877 i casi di ingiuria e resistenza a pubblico ufficiale nelle carceri. Dall’inizio dell’anno, solo a Torino ci sono state 31 aggressioni e 35 feriti”.

Davide Zappalà (Fdi) ha evidenziato il lavoro svolto dal Governo in questi anni, sottolineando che “in Italia ci si sta già muovendo per cercare soluzioni a quelli che sono i due più grossi problemi del mondo carcerario: il sovraffollamento e la mancanza di personale grazie a 250 milioni per l’edilizia penitenziaria, che permetteranno di creare 7.000 posti in più per i detenuti che permetteranno di avvicinarci al traguardo dei 10.000”.  Rievocando quanto avvenuto recentemente al carcere di Novara, Daniela Cameroni (Fdi) ha sottolineato che “donne e uomini della polizia penitenziaria stanno pagando un prezzo altissimo per mantenere l’ordine nelle nostre carceri. Non si tratta solo di una battaglia per la sicurezza, ma per la dignità dello Stato. I fondi stanziati dal Governo per l’edilizia carceraria e le nuove assunzioni nella polizia penitenziaria stanno facendo invertire la rotta”.

Giulia Marro (Avs) ha illustrato le condizioni di vita all’interno delle carceri piemontesi che ha avuto occasione di vistare, evidenziando che “sovraffollamento, celle inadeguate, scarsa pulizia e strutture fatiscenti creano un ambiente di forte tensione, con gravi ripercussioni sulle relazioni tra detenuti e personale penitenziario. È necessario aumentare gli investimenti per la sanità penitenziaria e orientare il carcere verso un modello più riabilitativo e meno punitivo”. Gianna Pentenero (Pd) ha quindi affermato che “è importante avere consapevolezza del ruolo della polizia penitenziaria all’interno di un contesto complesso, che necessita di molti interventi. Assistiamo continuamente a disordini all’interno del carcere, che hanno determinato una situazione difficile per la polizia penitenziaria e più in generale per il personale che vi lavora all’interno. Bisogna scongiurare il più possibile i casi di recidiva, andrebbe posta attenzione per gli interventi previsti quando i detenuti escono dal carcere. Per quanto riguarda la Sanità, sarebbe necessario stilare un Piano sanitario che prenda in considerazione tutto il comparto carcerario”. Nadia Conticelli (Pd) ha dichiarato: “Non siamo insensibili al grido d’allarme emerso dagli addetti ai lavori: è una realtà tragica, che riguarda tutte le persone che vivono e lavorano all’interno del carcere e che nei vari sopralluoghi abbiamo potuto vedere con i nostri occhi. Particolarmente critica appare la situazione del Lorusso e Cutugno, che la stessa città di Torino ha chiesto più volte che venisse abbattuto e rifatto”. L’intervento di Emanuela Verzella (Pd) ha fatto riferimento all’esperienza scolastica, evidenziando che “anche da questo punto di vista i detenuti sono cambiati e sono lo specchio di un mutamento epocale della società post Covid. Le aule dove vengono condotte le lezioni sono piccole, fredde, fatiscenti e spesso prive di spazi adeguati. Un piano straordinario è assolutamente necessario, così come i percorsi di istruzione, soprattutto per i detenuti stranieri che non conoscono la lingua e stentano ad esprimere le proprie necessità e bisogni”.

Roberto Ravello (Fdi) ha fatto notare come spesso ci si interessi dei disagi patiti dalla popolazione detenuta, quindi è anche importante approfondire “l’alta faccia della luna”, vale a dire le difficilissime condizioni in cui lavorano gli agenti. “Migliaia di donne e uomini che servono la nazione e che operano con gravi problematiche. Per questo bisogna trasversalmente apprezzare il lavoro di questa Giunta. Sappiamo che qualcuno parla di repressione e democratura, siamo fieri di essere diversi da loro”. “Ringrazio gli operatori per averci fatto sentire dalla loro viva voce la situazione – ha affermato Mauro  Calderoni (Pd) – e abbiamo capito che rispetto all’anno scorso la situazione non è affatto migliorata. Questo ci fa riflettere sulle responsabilità di chi ha l’onere di governo di questa regione e di questo paese. È conclamato il rischio che la strategia di incremento delle pene per i reati minori, aumenti il sovraffollamento”.

Alice Ravinale (Avs) non ha condiviso la contrapposizione tra benessere degli agenti e dignità dei reclusi e ha spiegato che “l’emergenza totale delle carceri è un problema che coinvolge tutti coloro che sono detenuti o che lavorano all’interno degli istituti”. La consigliera ha anche ricordato che l’uso di psicofarmaci nelle carceri “è cinque volte superiore rispetto a quello normale, si è creata una vera e propria dipendenza e spesso le rivolte avvengono per questo”. Domenico Rossi (Pd) ha poi aggiunto che “i messaggi di chi è intervenuto oggi ci dicono che nell’ultimo anno la situazione è addirittura peggiorata, che mancano le figure intermedie, che le condizioni di lavoro sono disumane e che il sovraffollamento continua: per questo è sbagliato introdurre reati inutili, che servono solo a raccogliere qualche voto facile”.

Vittoria Nallo (Sue) ha ricordato che il ruolo della Regione è anche quello di essere un interlocutore affidabile per chi lavora negli istituti di pena: “C’è una contraddizione tra quanto previsto dal nostro ordinamento e ciò che effettivamente avviene. L’introduzione ideologica di nuovi reati non fa che aumentare la pressione sulla popolazione carceraria”.  Ha concluso Sergio Bartoli (Fi), affermando che “è dovere delle istituzioni migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle carceri. Ho visitato il Lorusso Cutugno ed è indubbio che la situazione sia molto difficile: è urgente ristrutturare le strutture e migliorare l’esistente, prima di pensare a costruire nuove strutture”.

Ha concluso i lavori la replica dell’assessore Chiorino, rispondendo “a chi parla di dati imbarazzanti: si pensi però a quali erano i dati soltanto due anni fa e ai miglioramenti in atto. In generale troppo spesso la polizia penitenziaria è stata dipinta in modo sbagliato ed è innegabile che questo governo abbia riportato il focus su sicurezza e certezza della pena e dignità dei lavoratori. Quindi miglioramento delle dotazioni e rafforzamento del personale. Abbiamo sentito la dottoressa Di Domenico parlare di sovraffollamento delle scuole di formazione, segno che stiamo assumendo molti nuovi agenti. Edilizia penitenziaria: sono stati stanziati 250 milioni di euro per migliorare la situazione e garantire circa 7mila nuovi posti detentivi: il Governo c’è e sta dando risposte concrete, diverse rispetto a quelle sinora proposte. Lo svuotacarceri è stato fallimentare, perché alla fine abbiamo sempre 10mila posti mancanti”. L’assessore ha anche ricordato che in Piemonte sono stati stanziati 19 milioni.