CRONACA- Pagina 1575

I dipendenti dei supermercati chiedono sicurezza per sé e per i clienti

Il sindacato  Uiltucs Piemonte, l’organizzazione del commercio della Uil, sulla base delle segnalazioni dei lavoratori, “sempre più spaventati” sostiene che diverse  aziende della grande distribuzione non rispettano le misure di sicurezza prescritte dalla normativa

Inoltre vi sarebbero carenze nel rispetto delle procedure della sanificazione dei locali e difformità nei comportamenti previsti in caso di positività al Covid-19. 

“Abbiamo delegato le organizzazioni territoriali e le Rsa/Rsu a dichiarare lo sciopero, anche nella giornata di domenica ma non solo, nelle realtà produttive in cui le lavoratrici e i lavoratori siano stati sottoposti a carichi di lavoro eccessivi  o a orari di particolare disagio. I lavoratori garantiscono un fondamentale servizio alla collettività, ma devono poter tutelare la propria salute, quella delle loro famiglie e dei clienti con i quali entrano a contatto”, commenta il segretario regionale Giannantonio Pezzetta.

In Piemonte 35 pazienti guariti, 29 nuove vittime

Il comunicato della Regione Piemonte BOLLETTINO DELLE 19.00 di venerdì 27

TRENTACINQUE PAZIENTI GUARITI

Questa sera, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, è salito a 38 cosi suddivisi su base provinciale: 19 residenti in provincia di Torino, 3 nell’Alessandrino, 5 nel Cuneese, 5 nell’Astigiano, 3 del Novarese, 1 nel Vercellese, 2 provenienti da fuori regione.

Altri 144 pazienti sono “in via di guarigione”, cioè risultati negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e attendono ora l’esito del secondo.

VENTINOVE DECESSI

Sono 29 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa sera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 17 in provincia di Torino, 1 a Vercelli, 2 nell’Alessandrino, 2 nel Cuneese, 1 nel Vco, 1 nell’Astigiano, 5 nel Novarese.

Il totale complessivo è ora di 598 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 135 ad Alessandria, 23 ad Asti, 57 a Biella, 37 a Cuneo, 82 a Novara, 193 a Torino, 26 a Vercelli, 35 nel Verbano-Cusio-Ossola, 10 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

SITUAZIONE CONTAGI

Sono 7.228 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.156 in provincia di Alessandria, 307 in provincia di Asti, 378 in provincia di Biella, 528 in provincia di Cuneo, 609 in provincia di Novara, 3.435 in provincia di Torino, 360 in provincia di Vercelli, 288 nel Verbano-Cusio-Ossola, 65 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 102 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 440

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 20.197, di cui 12.581 risultati negativi.

 

Il comunicato della Regione Piemonte BOLLETTINO DELLE 13.00 di venerdì 27

TRENTACINQUE PAZIENTI GUARITI

Questa mattina, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti è salito a 35, cosi suddivisi su base provinciale: 16 residenti in provincia di Torino, 3 nell’Alessandrino, 5 nel Cuneese, 5 nell’Astigiano, 3 del Novarese, 1 nel Vercellese, 2 provenienti da fuori regione.

VENTIQUATTRO DECESSI

Sono 24 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 6 in provincia di Torino, 2 nell’Alessandrino, 1 nel Cuneese, 1 nel Vco, 3 nell’Astigiano, 1 nel Biellese, 10 nel Novarese.

Il totale complessivo è ora di 569 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 133 ad Alessandria, 22 ad Asti, 57 a Biella, 35 a Cuneo, 77 a Novara, 176 a Torino, 25 a Vercelli, 34 nel Verbano-Cusio-Ossola, 10 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

SITUAZIONE CONTAGI

Sono 7.092 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.106 in provincia di Alessandria, 303 in provincia di Asti, 367 in provincia di Biella, 518 in provincia di Cuneo, 609 in provincia di Novara, 3.361 in provincia di Torino, 358 in provincia di Vercelli, 288 nel Verbano-Cusio-Ossola, 66 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 116 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 431.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 19.705, di cui 12.202 risultati negativi.

 


Il comunicato della Regione delle ore 19 di giovedì 26 marzo

TRENTADUE PAZIENTI GUARITI

Nel pomeriggio, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato che il numero complessivo di pazienti virologicamente guariti è salito a 32, cosi suddivisi su base provinciale: 13 residenti in provincia di Torino, 3 nell’Alessandrino, 5 nel Cuneese, 5 nell’Astigiano, 3 del Novarese, 1 nel Vercellese, 2 provenienti da fuori regione.

 QUARANTASEI I DECESSI

Sono 46 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 10 in provincia di Torino, 11 nell’Alessandrino, 3 nel Cuneese, 2 nel VCO, 3 nell’Astigiano, 15 nel Biellese, 1 nel Vercellese, 1 residente fuori regione.

Il totale complessivo è ora di 545 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 131 ad Alessandria, 19 ad Asti, 56 a Biella, 34 a Cuneo, 67 a Novara, 170 a Torino, 25 a Vercelli, 33 nel Verbano-Cusio-Ossola, 10 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

IL CORDOGLIO DELLA REGIONE

«Un’altra giornata in cui sentiamo il bisogno di stringerci agli affetti di tutte le persone che questo nemico invisibile ci sta portando via – dicono il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -. Tra loro ci sono anche Giulio Titta, un uomo che ha dedicato la sua vita alla scienza e alla nostra comunità, non solo nei tanti anni come medico di famiglia ma anche con la passione per la ricerca e il lungo impegno nella Federazione dei medici di medicina generale, e  Luigi Ciriotti, anche lui medico, in pensione, indimenticabile sindaco di Santo Stefano Belbo. Il nostro pensiero va alle loro famiglie e a quelle di tutti gli operatori sanitari che combattono da settimane in prima linea questa battaglia. Donne e uomini verso i quali il nostro grazie non sarà mai abbastanza».

SITUAZIONE CONTAGI

Sono 6.708 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 1.042 in provincia di Alessandria, 296 in provincia di Asti, 341 in provincia di Biella, 502 in provincia di Cuneo, 585 in provincia di Novara, 3.149 in provincia di Torino, 341 in provincia di Vercelli, 279 nel Verbano-Cusio-Ossola, 63 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 110 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 415.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 18.486, di cui 11.329 risultati negativi.

In giro senza patente e assicurazione. Ma provvisti di droga

 “Stiamo rifacendo la facciata di un palazzo…” . Fermati dalle Fiamme gialle

 

Non si sono fatti mancare niente i due uomini che, in barba del decreto “#io resto a casa”, sono stati fermati dalla Guardia di Finanza di Torino mentre, a loro dire, si stavano recando presso uno stabile della periferia torinese per alcuni lavori di ristrutturazione e rifacimento della facciata; una vicenda ovviamente tutta da verificare.

 

I due, un trentenne ed un cinquantenne entrambi torinesi, sono stati fermati in Corso Moncalieri, nei pressi del ponte Isabella dai Finanzieri del Gruppo Torino.

 

Tralasciando sul perché i due fossero fuori dalla loro abitazione, che tra l’altro è costata loro la denuncia per l’inosservanza dei provvedimenti contro il “Covid19”, nel corso del controllo i Finanzieri hanno anche appurato come il conducente dell’auto fosse sprovvisto della patente di guida e che la vettura priva di assicurazione. Nelle tasche del trentenne, inoltre, i Finanzieri hanno anche rivenuto della sostanza stupefacente. 

 

Oltre alle sanzioni per le violazioni al codice della strada che sfiorano i 13.000 euro ed al sequestro dell’autovettura, i due uomini, pluripregiudicati per rapina, truffa, spaccio di stupefacenti e ricettazione, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Torino.

 

Poche ore più tardi, questa volta a Borgaro, i Finanzieri della Compagnia di Caselle Torinese, hanno denunciato 4 persone, dipendenti di una ditta di traslochi, che avevano pensato bene di effettuare lo sgombero di un’abitazione; i quattro sono stati sorpresi, tra l’altro, senza alcuna protezione individuale. Denunciato anche il proprietario dell’abitazione che ha commissionato il lavoro.

Topo d’auto immortalato dalle telecamere

Fermato dagli agenti del commissariato San Secondo
Nella notte di giovedì scorso, un uomo parzialmente travisato ruba in due auto in sosta parcheggiate in via
San Secondo e si dilegua. La scorribanda viene ripresa dalle immagini del sistema di video sorveglianza
installato sulla via. Grazie all’analisi delle immagini registrate da altri sistemi di video sorveglianza ubicati nel
quartiere che lo vedono transitare nelle immediatezze del reato, gli agenti identificano l’uomo.
Due giorni dopo, gli agenti individuano il reo, un cittadino marocchino di 23 anni con precedenti di polizia a
carico, in corso Unione Sovietica. Il ventitreenne viene trovato in possesso di alcuni oggetti provento di furto
nei giorni precedenti in un’auto ferma in un parcheggio di un supermercato cittadino. Lo straniero viene
anche trovato in possesso di un coltellino e di diverse compresse di Rivotril.
Alla luce dei fatti, il cittadino marocchino è stato fermato per ricettazione e furto e denunciato per la
violazione sugli stupefacenti e per il possesso del coltellino.

Sospesa da venerdì l’attività notturna del pronto soccorso di Carmagnola

A partire dalle ore 20 di venerdì 27 marzo viene temporaneamente sospesa l’attività del Pronto Soccorso del presidio ospedaliero San Lorenzo di Carmagnola nella fascia notturna 20.00 – 08.00.

«In questa fase emergenziale – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – abbiamo bisogno del contributo di tutti. I tre soli passaggi notturni medi registrati nel triage in tenda nel periodo dal 1 al 25 marzo, in questo momento non sono numericamente significativi per tenere impegnata la struttura, che può così liberare risorse sanitarie preziose nella battaglia quotidiana contro il coronavirus. Ringrazio l’Azienda sanitaria locale e i sindaci del territorio carmagnolese che hanno collaborato per venire incontro alle esigenze del momento. Resta inteso che, superata questa fase di emergenza, verrà ripristinato il normale orario».

La procura apre inchiesta sulla mancanza di mascherine

La Procura della Repubblica di Torino ha avviato un’ inchiesta sulla carenza di dispositivi di protezione individuale per medici e infermieri

In primo luogo sulla mancanza delle mascherine protettive.

Al momento si tratta di una inchiesta conoscitiva, senza indagati. I carabinieri hanno effettuato di recente alcuni sopralluoghi, raccogliendo informazioni in merito.

Incendiava i cassonetti per sconfiggere la noia

 È stato fermato l’uomo che ha dato alle fiamme 12 cassonetti per la raccolta differenziata di carta a Carmagnola

Si tratta di un uomo di 46 anni, romeno senza fissa dimora, che negli ultimi giorni ha creato apprensione a Carmagnola. Lo ha fatto per sconfiggere la noia di questi giorni in cui le strade sono deserte. I carabinieri sono riusciti a identificarlo grazie alla collaborazione della gente che ha segnalato al 112 un uomo che tentava di dare fuoco a un cumulo di spazzatura. Gli accertamenti successivi hanno permesso di attribuirgli anche i precedenti 12 episodi. Per appiccare gli incendi utilizzava sempre lo stesso metodo: dava alle fiamme un pezzetto di carta e lo gettava all’interno dei cassonetti dei rifiuti.

“Lo Stato indennizzi medici e infermieri vittime del virus”

All’avvocato Gino Arnone, scrive l’agenzia Ansa,  si è rivolta la famiglia di una vittima  del coronavirus, morta per essersi ammalata sul lavoro,  per valutare se e come chiedere un risarcimento attraverso un’azione legale

“Lo Stato dia un segnale forte e chiaro – dice l’avvocato torinese –  deve indennizzare le famiglie di medici e infermieri deceduti per la loro attività di tutela della salute pubblica. Altrimenti siamo pronti a dare battaglia”

Ecco il “piano mascherine” della Regione per gli operatori in prima linea

Sono oltre 200.000 le mascherine distribuite in questi giorni dalla Protezione Civile piemontese in tutta la regione

In particolare, sono già state distribuite oltre 81.000 mascherine ai medici di medicina generale richieste dalle Asl, 10.000 ai farmacisti, 30.000 al personale RSA di 741 case di riposo, 20.000 agli operatori dei consorzi rifiuti e di trasporto, 3.000 all’Arpa. A queste si aggiungono 16.000 mascherine destinate al sistema dei volontari della Protezione civile, 12.000 al personale dei servizi territoriali e agli assistenti domiciliari. Sono inoltre state consegnate 10.000 mascherine alla Polizia di Stato.

Oltre a queste le Prefetture stanno distribuendo 20.000 mascherine alle Forze dell’ordine e alle Polizie municipali dei capoluoghi di Provincia e dei Comuni sopra i 20mila abitanti.

 

«La Regione Piemonte – sottolinea l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi – sta dando supporto a tutte le categorie con quantitativi sufficienti per tutti. Non lasciamo nessuno da solo. Ringraziando i volontari della Protezione civile attivi in queste settimane per la disponibilità, l’impegno e la dedizione che stanno dimostrando, senza mai risparmiarsi, stiamo procedendo alla distribuzione a cascata agli operatori, ai volontari, alle case di risposo, ma anche ad altre categorie, come, ad esempio, a chi si occupa della raccolta rifiuti».

 

«Stiamo raccogliendo i frutti del “sistema Piemonte” – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, dove ognuno sta facendo la sua parte al meglio e che, nel caso delle mascherine, ha visto il coinvolgimento diretto di un’industria tessile d’eccellenza della nostra terra, come il Gruppo Miroglio di Alba, che ha saputo rispondere immediatamente alle richieste dell’emergenza. Stiamo agendo fianco a fianco con le migliori risorse scientifiche e produttive della nostra regione, ringrazio tutti per quanto si sta facendo per superare questo drammatico momento di crisi».

 

«Stiamo elaborando – conclude l’Assessore Gabusi – un piano di distribuzione ai Comuni che condivideremo nelle prossime ore con le associazioni degli enti locali e che ci consentirà di fornire un quantitativo sufficiente di mascherine ai dipendenti comunali di tutti i 1181 i Comuni piemontesi».

 

SINERGIA TRA REGIONE, POLITECNICO, UNIVERSITÀ DI TORINO E PIEMONTE ORIENTALE PER L’AUTOCERTIFICAZIONE DI MASCHERINE CHIRURGICHE FFP2/3 E CAMICI IDROREPELLENTI. AL LAVORO UNA TASK FORCE DI 18 PROFESSORI CERTIFICAZIONE IN 7 GIORNI

 

A seguito del contesto emergenziale in cui si trova la regione, è necessario velocizzare le procedure per garantire la conformità tecnica dei dispositivi di protezione individuale.
La domanda di camici, guanti e mascherine è infatti in continua crescita ed è necessario dare una risposta al tessuto produttivo piemontese che vede decine di aziende che vorrebbero produrre questi dispositivi riconvertendo i loro impianti.

Per questo motivo la Regione Piemonte ha annunciato, nel corso di una conferenza stampa, che i dispositivi prodotti potranno essere certificati grazie alla collaborazione, le competenze, le conoscenze e le strumentazioni
dei tre atenei piemontesi, Politecnico e Università di Torino e Università del Piemonte Orientale.

L’obiettivo è di validare, entro una settimana al massimo, la conformità a norma dei dispositivi di protezione individuale, quali mascherine sia chirurgiche che ffp2/3 e camici idrorepellenti.
In particolare, le mascherine chirurgiche dovranno essere prodotte da imprese che abbiano un sistema di gestione della qualità, per poter corrispondere alla deroga al marchio CE secondo le indicazioni del Ministero della Salute.

Alla validazione delle certificazioni lavorerà una task force di 18 esperti.

«Da una parte l’unità di crisi continua a moltiplicare i suoi sforzi per recuperare in autonomia materiale da tutto il mondo, tant’è che oggi sono arrivate due milioni di mascherine chirurgiche direttamente dal Brasile – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Dall’altra ci muoviamo in autonomia. Siamo stati la prima regione a produrre mascherine, che già oggi stiamo distribuendo gratuitamente a tutto il Piemonte. Oggi facciamo un passo in più grazie alla capacità degli atenei piemontesi di mettere in campo competenze e laboratori per certificare i nostri dispositivi di protezione. Per questo chiediamo a Roma che autorizzi le nostre certificazioni senza ulteriore burocrazia, che ci fa perdere solo tempo. E tempo purtroppo non ne abbiamo».

Le aziende che desiderano candidarsi potranno inviare la richiesta all’indirizzo mail autocertificazioni.covid@regione.piemonte.it.
Verrà effettuata una preselezione e le realtà con le caratteristiche idonee potranno inviare i campioni per l’analisi da parte dei laboratori.

Una trentina di aziende hanno già proposto la propria candidatura.

«In questo momento di forte emergenza – osserva l’assessore regionale alla Ricerca e all’Innovazione, Matteo Marnati – è necessario che si trovino le più avanzate soluzioni tecniche, le nostre aziende devono essere sostenute per poter mettere a disposizione materiale che garantisca la salute dei nostri medici e del personale sanitario le Università piemontesi. In questo contesto sono in grado di raggiungere questo obiettivo in pochissimo tempo».

«In pochi giorni di lavoro – aggiunge il rettore del Politecnico, Guido Saracco – assieme con le altre Università piemontesi abbiamo unito le forze per riaprire laboratori e allestire protocolli e sofisticati impianti per questa fondamentale missione di servizio. È un segno di quanto le università possono fare insieme al servizio della comunità. Sono particolarmente felice del fatto che il partenariato abbia anche coinvolto esperti e infrastrutture del CNR di Biella, dell’Università di Bologna e di alcune imprese tutti uniti da un comune senso di responsabilità sociale».

Il rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Giancarlo Avanzi, aggiunge: «Siamo orgogliosi che le nostre competenze di ricerca, già riconosciute a livello internazionale, possano ora essere messe a disposizione, insieme a quelle degli altri Atenei, per contribuire a colmare difficoltà operative in ambito sanitario in un momento di grave emergenza. L’auspicio è che le Università piemontesi, superata questa fase delicata, rafforzino la loro collaborazione e contribuiscano così, in modo decisivo, a creare le condizioni per una piena ripresa della nostra Regione».

Conclude il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna: «L’iniziativa rappresenta un esempio di relazione virtuosa tra le Università, la Regione e il tessuto produttivo del territorio. Una risposta all’eccezionale emergenza posta dalla pandemia COVID-19. Cooperando con le aziende e le altre Università piemontesi, UniTo metterà a disposizione competenze, laboratori e strumenti per il controllo della qualità microbiologica dei dispositivi di protezione e per la produzione di reagenti. Una prova sul campo che mette, ancora una volta, la ricerca universitaria al servizio della collettività».

LA TASK FORCE

Per mascherine e camici il coordinamento è della Prof.ssa Alice Ravizza del Politecnico di Torino. Assieme con lei sono al lavoro esperti di filtrazione e tessuti tecnici (Professori Paolo Tronville e Ada Ferri del Politecnico di Torino), esperti di microbiologia (Professor David Lembo dell’Università di Torino e Professoressa Elisa Bona dell’Università del Piemonte Orientale), scienziati dei materiali (Professor Michele Laus dell’Università del Piemonte Orientale). Completano il quadro degli attori coinvolti in questo partenariato il CNR-STIIMA di Biella (Professor Claudio Tonin), l’Università di Bologna (Prof. Violante, medicina del lavoro, e Professoressa Cristiana Boi, ingegneria chimica), esperti di qualità (Professor Audenino del Politecnico di Torino) e alcuni esperti di aziende specializzate (Ing. Andrea Corradi di Ahlstrom-Munksjo di Mathi Canavese, Dott. Tanchis della ditta CentroCOT di Busto Arsizio, ecc.).

Per i tamponi e i relativi reagenti di amplificazione dell’RNA virale sono invece attivi, sotto il coordinamento del Prof. Umberto Dianzani dell’Università del Piemonte Orientale, esperti

di genetica molecolare (Prof.ssa Fiorella Altruda, Prof. Lorenzo Silengo, Prof.ssa Rossana Cavallo dell’Università di Torino. Prof. Claudio Santoro e Prof.ssa Marisa Gariglio dell’Università del Piemonte Orientale).
Per l’Unità di Crisi della Regione Piemonte il coordinamento è del Dr. Pier Luigi Pavanelli.

MASCHERINE CHIRURGICHE

Le mascherine chirurgiche devono soddisfare contemporaneamente le norme UNI EN ISO 14683, UNI EN ISO 10993 ed essere prodotte da imprese che abbiano un sistema di gestione della qualità, ai sensi delle ISO 13485 o delle Good Manifacturing Practices (GMP), per poter corrispondere alla deroga al marchio CE secondo le indicazioni del Ministero della Salute.

MASCHERINE FFP2/3

Le maschere FFP2/3 devono essere fabbricate secondo i criteri N95 NIOSH che corrispondono alla norma tecnica EN 149:2001+A1:2009.

CAMICI EDROREPELLENTI

I camici idrorepellenti devono essere fabbricati secondo i criteri UNI EN 13795 e UNI EN 14126.

Ubriaco al volante, ma con l’autocertificazione

Denunciato dagli agenti della Polizia Stradale / Nei giorni scorsi, gli agenti della Sottosezione Autostradale della Polizia Stradale hanno fermato per un controllo presso il casello di Ivrea, nel comune di Pavone Canavese, un auto con una persona a bordo.

Ben presto gli agenti hanno notato che l’uomo manifestava i sintomi dovuti all’assunzione di sostanze alcoliche. L’uomo ha anche fornito l’autocertificazione per la giustificazione degli spostamenti in quanto impiegato nell’industria funebre. Tuttavia, l’alito vinoso, il ritmo del linguaggio e i suoi movimenti hanno fatto sì che venisse sottoposto alla prova etilometrica. L’accertamento, nelle due prove ha dato un esito pari a 2,50 g/l valore ben oltre il limite di 0,5g/l. Alla luce del risultato, l’uomo è stato denunciato per la guida in stato di ebbrezza con il contestuale ritiro della patente.