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Scoperta torinese sulle relazioni tra malaria e Covid

Un team di ricerca tutto italiano evidenzia come le varianti genetiche in grado di proteggere dalla malaria potrebbero fornire protezione anche per l’infezione da SARS-CoV-2

Lo studio pubblicato su Frontiers in Medicine fornisce nuovi elementi sulla relazione genetica tra ospite e Covid-19

Torino, 26 maggio 2021 – Il team di Computational and Chemistry Biology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino con l’Istituto Giannina Gaslini di Genova ed il Policlinico di Palermo ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista internazionale Frontiers In Medicine che mette in luce una relazione genetica tra Covid-19 e malaria. Il lavoro ipotizza una correlazione inversa di alcune varianti in geni associati all’insorgenza della malaria con la diffusione del Covid-19, suggerendo che tali varianti a livello genetico possano conferire una protezione dall’infezione del coronavirus. In sintesi è stato evidenziato come nelle zone che in passato sono state colpite dalla malaria, l’incidenza del Covid-19 è stata molto inferiore.

Malaria e COVID-19 sono malattie diverse, entrambe dovute a infezioni: la prima causata da un plasmodio, la seconda da un virus, SARS-CoV-2, ormai molto conosciuto, sebbene si sia affacciato sulla scena mondiale solo da poco più di un anno. La convivenza, invece, tra plasmodio e l’uomo dura da molto più tempo, almeno da 50.000 anni, nei territori del mondo dov’è presente la zanzara che trasmette all’uomo il plasmodio. In Italia la malaria è ormai scomparsa, ma fino agli anni ’50 del secolo scorso era endemica in molte zone costiere del sud Italia e delle Isole, come pure in zone paludose, come quelle alla foce del Po.

La teoria del team di ricerca è che i geni che sono in grado di proteggere la popolazione dall’infezione malarica possano fornire una forma di protezione anche per l’infezione da SARS-CoV-2. La ricerca ha inoltre cercato di spiegare l’effetto biologico che queste variazioni genetiche possono esercitare sull’infezione da SARS-CoV-2 e sulla progressione della malattia, suggerendo possibilità terapeutiche potenzialmente utili. Lo studio ha quindi aperto nuove conoscenze teoriche sulla relazione tra genetica dell’ospite e COVID-19.

L’idea di approfondire il legame tra COVID e malaria – spiega uno degli autori dello studio, Antonio Amoroso, genetista dell’ospedale Molinette e dell’Università di Torino – è venuta osservando la frequenza di COVID-19 nelle regioni italiane, con ampie oscillazioni tra regioni del nord (in Lombardia ad esempio l’8,1% della popolazione ha contratto la malattia) e quelle meridionali, dove il COVID-19 ha avuto una frequenza quasi dimezzata (il 4,4% dei siciliani si è ammalato, il 3,4% dei sardi o il 3.3% dei calabresi). Poiché erano disponibili i dati di mortalità nelle province italiane all’inizio del ‘900, è stato possibile confrontare la mortalità per malaria di allora con la frequenza attuale di COVID-19. Si è ottenuta una connessione molto chiara: nei territori dov’erano più frequenti i morti di malaria all’inizio del secolo scorso, meno frequentemente si sono registrati oggi i malati di COVID, e viceversa. All’inizio del secolo scorso ogni centomila soggetti, ne morivano per malaria 73 in Sardegna, 24 in Sicilia e 32 in Calabria, mentre non ce n’erano in Lombardia o in Piemonte. Le Province del delta del Po erano anch’esse flagellate dalla malaria, con mortalità all’inizio del secolo scorso analoghe alle regioni del Sud. Ma anche la diffusione del COVID più di 100 anni dopo ha risparmiato maggiormente le province di Ferrara (dove i casi di COVID-19 rappresentano il 6,5% della popolazione) e di Rovigo (con il 5,9% della popolazione è risultata COVID positiva).”

Sappiamo molto bene come la convivenza con la malaria abbia selezionato alcune caratteristiche genetiche che consentivano di resistere meglio all’infezione malarica e che avvantaggiavano di conseguenza gli individui che le possedevano. – chiarisce Manlio Tolomeo – coautore dello studio e medico al Policlinico di Palermo – L’ipotesi che abbiamo avanzato è stata dunque che alcune delle caratteristiche genetiche che erano state selezionate per essere vantaggiose per l’infezione malarica potessero anche aiutare nel combattere meglio il coronavirus”.

Per dimostrare questa ipotesi – illustra Andrea Cavalli, responsabile del team Computational and Chemistry Biology dell’Istituto Italiano di Tecnologia e coordinatore del team di ricerca – ci siamo avvalsi dei dati già disponibili dalla comunità scientifica, sia in relazione alle varianti genetiche di protezione alla malaria (ne abbiamo selezionate una cinquantina), sia relative alle caratteristiche del genoma di un migliaio di individui sani appartenenti ad una cinquantina di diverse popolazioni,  per le quali erano anche disponibili le frequenze del COVID-19”.

Partendo da questi dati e dall’esperienza nello studio delle malattie genetiche, siamo quindi andati alla ricerca delle varianti più frequenti nelle popolazioni meno colpite dal COVID-19 e che fossero in grado di avere un impatto sul comportamento dei geni – precisano Marta Rusmini e Paolo Uva, coautori del lavoro e ricercatori presso l’Unità di Bioinformatica Clinica dell’Istituto G. Gaslini – e quindi potenzialmente vantaggiose contro il coronavirus. Questo studio contribuisce ad approfondire la relazione tra genetica e suscettibilità al COVID-19” e fornisce un solido approccio metodologico che potrà essere applicato per studi futuri direttamente sul DNA di pazienti COVID.”

Per approfondimenti: How Genetics Might Explain the Unusual Link Between Malaria and COVID-19

Ufficio Stampa Italia Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)

Giuliano Greco – giuliano.greco@iit.it+39 366 910 7863

Ufficio Stampa Città della Salute di Torino

Pierpaolo Berra – pberra@cittadellasalute.to.it+39 335 122 2559

Ufficio Stampa Istituto Giannina Gaslini

Maura Macciò – mauramaccio@gaslini.org+39 335 741 1393

Sfruttamento dei lavoratori: carabinieri e fiamme gialle arrestano cinque persone nell’operazione “Marco Polo”

Dalle prime ore della mattinata del 27 maggio 2021, in Torino, Mappano (TO) e nella provincia di Cagliari, militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza stanno dando esecuzione, nell’ambito dell’operazione “MARCO POLO”, ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa il 10 maggio  dall’Autorità Giudiziaria di Torino a carico di 5 soggetti di nazionalità cinese e a un decreto di sequestro preventivo di denaro e beni per oltre 85 mila euro.

I provvedimenti vengono eseguiti dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino, supportati dai colleghi dell’Arma territoriale, unitamente a militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo piemontese.

Le ipotesi di reato sono associazione per delinquere, sfruttamento del lavoro, reati fiscali di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.

Il relativo procedimento penale scaturisce da un controllo eseguito il 30 gennaio 2019 dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Torino unitamente a personale dell’ITL e da una denuncia-querela presentata da cittadini extracomunitari richiedenti asilo, che lamentavano condizioni di sfruttamento lavorativo quali dipendenti di un’azienda di Torino che si occupava del confezionamento di pennarelli e penne.

Le indagini permettevano di acclarare che due indagati risultavano amministratori di una società di Torino che aveva stipulato contratti di fornitura di servizi per il confezionamento di scatole di pennarelli, penne e matite, con due diverse società committenti. In particolare, la società affidataria dei lavori, non disponendo di lavoratori dipendenti, poteva vantare un DURC regolare.

In realtà, i lavori venivano subappaltati ad altre imprese amministrate da familiari sodali, i quali provvedevano ad assumere formalmente i lavoratori che dovevano occuparsi del confezionamento.

Agli oltre 40 lavoratori individuati, tutti extracomunitari e in attesa del rilascio del permesso di soggiorno/protezione internazionale, veniva corrisposta in maniera reiterata una retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali, sproporzionata rispetto alla quantità del lavoro prestato (a fronte di 10 ore di lavoro quotidianamente svolte, senza peraltro fruire di riposi settimanali, venivano riconosciute retribuzioni da 350 ad un massimo di 600 euro mensili, e comunque in base ai confezionamenti effettuati giornalmente), in violazione dei diritti garantiti e delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, approfittando del loro stato di bisogno.

Le indagini economico-finanziarie svolte dai Finanzieri di Torino hanno inoltre consentito di individuare i reati tributari contestati a carico degli organizzatori del sistema illecito, mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Tali condotte consentivano sia di praticare prezzi concorrenziali, sia di perseguire connesse logiche di evasione fiscale, facendo figurare costi fittizi legati a prestazioni formalmente affidate in sub-appalto ma in realtà facenti capo unitariamente agli stessi associati. Il profitto di tali reati è stato quantificato in oltre 85mila euro e per tale importo l’Autorità Giudiziaria ha disposto sequestri su denaro e beni nella disponibilità degli indagati.

 

Ucciso a coltellate dal rivale al mercato di Porta Palazzo

Ieri pomeriggio nel pieno del mercato di Porta Palazzo, un uomo di nazionalità cinese, titolare di un banco commerciale, di 45 anni, è stato ucciso a coltellate  in piazza della Repubblica

L’omicidio è avvenuto al culmine di un litigio davanti al Mercato Centrale, tra la folla. La polizia ha fermato un suo connazionale. Ha 54 anni ed è accusato di essere l’autore del delitto che sarebbe maturato nell’ambito di rivalità di lavoro.

Valenza, la sicurezza è su Facebook

DAL PIEMONTE Da alcune settimane la Polizia Locale di Valenza ha una presenza sui social con una pagina Facebook, ‘Polizia Locale Città di Valenza’.

 

Si tratta di uno strumento di dialogo con la cittadinanza attraverso il quale vengono affrontati vari temi della sicurezza stradale, ma anche dell’educazione civica, curiosità, informazioni per tutti i cittadini, grandi e piccoli, giovanissimi, giovani e più maturi. “In questo modo vogliamo informare la cittadinanza di tutto quello che viene effettuato dalla Polizia Locale di Valenza – dice il Comandante Gianluigi Talento – anche se il canale di comunicazione per segnalazioni, suggerimenti, richieste, rimane sempre il contatto diretto con il nostro Comando di viale Santuario”. La pagina si avvale della collaborazione, quanto a materiali e documenti, dell’ANVU – Associazione Nazionale Vigili Urbani e dell’immagine di Civic il simpatico personaggio creato dall’estro artistico dell’assistente Daniele Giolito che accompagnerà i Valenzani nel rapporto con la loro Polizia Locale.

Ruba un cellulare: arrestato dalla polizia pochi minuti dopo

Il giovane ha tentato la fuga a bordo di un monopattino

Approfittando di un momento di distrazione di un cittadino bengalese che stava facendo la spesa, gli ha sfilato il cellulare dalla tasca del giubbotto e si è allontanando a bordo di un monopattino. Un amico della vittima ha, però, riconosciuto l’autore del furto, un cittadino algerino di 20 anni, e avendone il cellulare, lo ha contattato. Il ladro proponeva loro di vedersi al ponte di ferro sito all’incrocio fra Corso Vercelli e Lungo Dora Napoli, per la restituzione del telefonino al prezzo di 20 €. Nelle fasi della contrattazione fra la vittima del reato ed il ladro, transitava davanti al ponte una pattuglia di polizia del Comm.to Barriera Milano; visti gli agenti, il malfattore si dava alla fuga prima di aver restituito il telefonino alla vittima. Accortosi che stava per essere raggiunto, si disfaceva di numerosi frammenti di hashish, gettandoli sul ponte e del cellulare rubato. Una volta fermato, veniva trovato in possesso di un frammento di hashish di 5 grammi del quale non era riuscito a disfarsi in tempo e, in merito al cellulare, dichiarava che non sapeva di chi fosse. Negli istanti successivi giungevano sul luogo la vittima del furto in compagnia dell’amico che spiegavano quanto era appena accaduto. Il ventenne, già noto per precedenti di polizia inerenti agli stupefacenti e per reati contro la persona, è stato arrestato per furto aggravato, violazione della Legge sugli stupefacenti e per danneggiamento, poiché all’interno degli uffici di polizia si è anche reso protagonista del danneggiamento della celletta di sicurezza.

 

“Supportiamo la vita”: il Rotary con i monitor transcutanei aiuta i bambini prematuri

Riuscire a salvare una vita che inizia con meno di 500 grammi di peso risulta già un grandissimo risultato. Migliorare la qualità della vita di questi bambini prematuri e delle loro famiglie è invece una necessità.

Il Rotary Club Torino Lagrange ha fatto propria questa esigenza e, con il supporto di altri Club, tra
cui il Rotary Lugano, il Rotary Torino Europea e il Rotary Campania-Napoli, è riuscito ad acquistare
2 Monitor Transcutanei, in grado di gestire le problematiche respiratorie dei bambini prematuri.
Le apparecchiature all’avanguardia, insieme alla necessaria formazione, sono state donate alla
Fondazione Crescere Insieme Onlus, che da anni opera sapientemente nel Reparto di
Neonatologia dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, un’eccellenza nazionale.
Questi Monitor Transcutanei riescono a rilevare in modo non invasivo l’ossigenazione del sangue,
permettendo in questo modo di sopperire tempestivamente a carenze respiratorie, anche piccole,
evitando in questo modo danni cerebrali permanenti.
“Contribuire alla salute dei bambini della nostra Comunità è per noi un impegno oltre che un
orgoglio – ha commentato Luigi Di Gioia, Presidente del Rotary Club Torino Lagrange. Abbiamo
pertanto ritenuto importante riuscire ad agire verso il miglioramento della qualità della vita dei
bambini nati prematuri e con problemi respiratori, in quanto questo di riflesso migliora la qualità
della vita delle loro intere famiglie.”
Hanno presenziato alla consegna delle forniture la testimonial del Progetto, Alena Seredova, da
sempre vicina alla Fondazione Crescere Insieme Onlus e Daniele Farina, Responsabile del Reparto
di Neonatologia dell’Ospedale Sant’Anna di Torino: “È per noi molto importante ricevere questo
supporto. Ogni anno nel nostro territorio nascono circa 4.000 bambini prematuri, di questi circa il
5% presenta problemi respiratori che, se non vengono trattati adeguatamente, possono creare
conseguenze per il resto della loro vita. Avere queste attrezzature aggiunge fiducia ad un reparto che
tutti i giorni affronta con passione e dedizione le sfide della vita”.

Eitan, il bimbo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, sta meglio e ha ripreso conoscenza per un momento

Il piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto della tragedia della funivia del Mottarone sta meglio

Il bimbo, ricoverato al Regina Margherita di  Torino,  è stato estubato e per un istante ha ripreso  conoscenza. Ora respira da solo.

Le sue condizioni sono ancora critiche ma la speranza si fa strada.

Con lui la zia e gli psicologi dell’ospedale.

Covid: il bollettino di mercoledì 26 maggio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 350 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 26 dopo test antigenico), pari al 1,8% di19.550tamponi eseguiti, di cui 9.005 antigenici. Dei 350 nuovi casi, gli asintomatici sono 157 (44,9%).

I casi sono così ripartiti: 49 screening, 225 contatti di caso, 76 con indagine in corso; per ambito: 3 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 54 scolastico, 293popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 363.217così suddivisi su base provinciale: 29.301 Alessandria, 17.330 Asti, 11.390 Biella, 52.371 Cuneo, 27.908 Novara, 194.502 Torino, 13.553 Vercelli, 12.863 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.489 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.510 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 97 (+3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 771(37rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 5844.

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.876.516(+19.550 rispetto a ieri), di cui 1.618.956 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.605

Sono 5 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.605deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 702 Asti, 428 Biella, 1.441 Cuneo, 938 Novara, 5.545 Torino, 519 Vercelli, 370 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

344.066 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 344.900 (+ 834rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 27.369 Alessandria, 16.434 Asti, 10.584 Biella, 49.898 Cuneo, 26.495 Novara, 185.319 Torino, 12.724 Vercelli, 12.281 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.405 extraregione e 2.391 in fase di definizione.

Una petizione per intitolare una via a Macario

Torino, 26 Maggio 2021 –  Il 27 maggio del 1902 nasceva il grande Erminio Macario. Neanche un’aiuola, dedicata all’attore comico torinese di teatro, cinema e tv. Come se Roma si dimenticasse di Alberto Sordi o Napoli di Totò. Nasce da una sorta di provocazione, l’idea di una petizione a partire dal progetto di crowdfunding per la continuità della memoria storica e culturale di Erminio Macario a Torino, a opera di Feelthebeat.

 

Considerato dai critici come l’inventore del cinema comico italiano, Erminio Macario è nato da una famiglia povera e numerosa, in via Botero 1, a Torino. Nella sua lunga carriera ha lavorato a oltre cinquanta spettacoli teatrali tra teatro di varietà, riviste, commedie musicali e spettacoli di prosa. Prestò la sua maschera oltre che al cinema anche alla televisione, adottando spesso il piemontese per i suoi personaggi e le sue macchiette.

 

L’obiettivo del progetto «Tu lo conosci Macario?», lanciato da Massimo Gioscia e Dario Ujetto, è quello di ricostruire e recuperare dal passato il suo lavoro, una carriera lunghissima fatta di successi impressionanti che ripercorrono la vita artistica di Macario, dagli esordi alle sue opere più importanti. Per onorare la sua memoria fino ad oggi è infatti stato fatto veramente poco e perfino la sua città di origine, Torino, che lui ha sempre celebrato e amato, non ha una via, una piazza, un edificio a lui dedicati.

 

Protagonista e testimonial dell’iniziativa è Fabio Milano grande appassionato di storia della nostra città a trecentosessanta gradi, ama definirsi un “Macariologo” per la grande quantità di conoscenze acquisite nel corso del tempo, che hanno dato vita ad una collezione personale di cimeli e memorabilia d’epoca legati al grande attore torinese.

 

A rilanciare il progetto in vista del programma di eventi dei 120 anni dalla nascita, anche la web serie che riprende il titolo del più ampio progetto, per riattivare la memoria storica attorno al personaggio e artista poliedrico della prima metà del ‘900, tra i fondatori del cinema comico italiano e della «Rivista».

Una docu-serie di oltre 20 Testimonianze inedite di chi Macario lo ha conosciuto e ha lavorato con lui, nel quotidiano. Aneddoti e fatti raccontano anche una Torino diversa, da ripercorrere attraverso le gesta di un attore comico della storia italiana del secolo scorso. Sono inoltre 200 gli oggetti fra cappelli e abiti di scena, poster e riviste fra i cimeli raccolti da Fabio Milano e altri collezionisti appassionati di Macario.

 

La raccolta andrà finalmente in mostra e sarà a disposizione di tutti nel mese di maggio 2022 con una mostra dedicata a Erminio Macario. Per partecipare al crowdfunding e dare così il via alla petizione, basta iscriversi su: http://www.tuloconoscimacario.it

Doppio furto nel cantiere dove era in prova

Fermato dagli agenti dagli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia

Sabato pomeriggio, gli agenti del Commissariato Dora Vanchiglia vengono inviati in via Bergamo dove un uomo si è introdotto in un cantiere edile dopo aver danneggiato la recinzione. Giunti sul posto, gli agenti del commissariato rintracciano l’uomo, un ventiseienne cittadino rumeno, in via Pavia.

Fermato dai poliziotti, lo straniero dice loro di essere un operario di una ditta appaltatrice e di aver prelevato del materiale dal cantiere perché gli serve in un altro sito nei giorni successivi. Date le circostanze di tempo, gli agenti fanno accertamenti dai quali emerge il danneggiamento della porta d’ingresso. Il capo cantiere giunto sul posto constata anche l’ammanco di alcuni materiali tra i quali un martello pneumatico del valore di 700 euro. L’uomo, inoltre, riconosce sì nel reo un dipendente di una ditta sub-appaltatrice ma questi non aveva né le chiavi del cantiere, né l’autorizzazione ad entrare nell’area e a prelevare attrezzi. Il cittadino straniero, inoltre, fornisce al capo cantiere una versione differente rispetto a quella fornita ai poliziotti circa la sua presenza sul posto.

Al responsabile del cantiere vengono mostrati gli oggetti trovati in possesso del ventiseienne rumeno. Tra questi, però, manca proprio l’attrezzo di maggior valore: il martello pneumatico, attrezzo che verrà poi trovato a casa dello straniero nel quartiere Barriera Milano e riconsegnato come il resto della refurtiva al legittimo proprietario. L’uomo ha anche cercato di eludere la perquisizione, indicando come domicilio un appartamento del quartiere San Paolo.

Alla luce dei fatti, il reo è stato arrestato per il furto commesso sabato pomeriggio e denunciato per quello del martello pneumatico avvenuto però nella serata precedente.