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Negozi e attività in zona arancione, ecco chi apre e chi no

L’assessore regionale al commercio Poggio: «Un primo passo importante per migliaia di attività, con cui abbiamo condiviso linee guida di prudenza»

 

Da domenica 29 a Torino e in Piemonte riapriranno tutti i negozi, i centri estetici, le toelettature e i mercati. L’uscita dalla zona rossa e il passaggio in zona arancione garantiranno a migliaia di piccole e medie imprese una boccata d’ossigeno, dopo il periodo di chiusura forzata per la seconda ondata della pandemia.

«È un primo passo importante per migliaia di attività, duramente colpite da mesi di emergenza – sottolinea l’assessore al Commercio Vittoria Poggio –. Il commercio di vicinato è un valore da tutelare per la vita dei nostri centri urbani e la sicurezza delle nostre comunità».

Da domenica 29 novembre le attività commerciali riapriranno, senza però rinunciare alla prudenza: accanto alle linee guida nazionali, la Regione Piemonte ha infatti introdotto – in collaborazione con la task force di esperti ed epidemiologi e in accordo con le associazioni di categoria, le Prefetturee gli Enti locali – alcune regole di comportamento regionali, come la possibilità di fruire al massimo degli orari di apertura fino alle 22.

I centri commerciali e gli outlet, invece, che in base a quanto previsto dalla zona arancione rimarranno chiusi nel weekend (ad eccezione di generi alimentari, farmacie, parafarmacie, tabaccherie ed edicole presenti al loro interno), durante l’apertura settimanale dovranno misurare la temperatura all’ingresso e garantire il controllo costante sul numero massimo di persone presenti dentro gli spazi.

In collaborazione con i Comuni e la Polizia Municipale verranno anche intensificati i presidi nei mercati per evitare il verificarsi di assembramenti o sovraffollamenti.

«In vista dell’imminente riapertura, in questi giorni abbiamo concordato con i Prefetti, i sindaci, gli operatori di tutte le categorie, mercatali, negozianti al dettaglio, estetisti, una serie di misure che vanno nella direzione della prudenza per prevenire nuovi contagi che ci farebbero tornare in dietro – ha proseguito l’assessore Poggio . Invece vogliamo andare avanti per tornare alla normalità, senza vanificare i sacrifici fatti fino ad ora».

Mercati coperti e Centri Commerciali potranno aprire tutti i giorni esclusi sabato e domenica, la novità invece è negli orari di apertura e chiusura delle attività: dalle 5 alle 22. «Abbiamo voluto lasciare ai commercianti la massima libertà di esercizio – ha spiegato l’assessore Poggio questo consente a loro di organizzarsi con eventuali prenotazioni spalmate su più ore per evitare code o assembramenti».

Le linee guida generali ricalcano sostanzialmente quelle già adottate fino ad ora: obbligo di indossare la mascherina, lavaggio frequente delle mani da parte degli operatori, il mantenimento delle distanze per evitare assembramenti, la rilevazione della temperatura.

Tutti i locali dovranno predisporre un’adeguata cartellonistica, ben visibile dall’esterno, indicante il numero massimo di persone possibili all’interno del locale: per quelli fino a quaranta metri quadrati può accedere una persona alla volta, oltre a un massimo di due operatori. Per locali di dimensione superiori l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili. Sono consigliate prenotazioni tramite telefono, programmi digitali, quali App o siti web, per ridurre la gestione delle code.

Il passaggio da zona rossa a zona arancione consente, da domani, in Piemonte di spostarsi liberamente all’interno del proprio comune di residenza senza autocertificazione.
Rimane invece vietato uscire dal proprio comune e dalla regione se non per motivi di lavoro, studio, urgenza, salute o altre necessità previste dalla legge.

Uccide un cinghiale vicino alle abitazioni e fugge

“L’animale è stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco ed il responsabile è fuggito nell’oscurità della notte”

Riceviamo e pubblichiamo / Il “Tavolo Animali & Ambiente”, costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, OIPA, PRO NATURA e SOS GAIA, stigmatizza il grave episodio accaduto sulla collina torinese nella notte del 27 novembre scorso, quando un incosciente ha ucciso un cinghiale,  sparandogli con un’arma da fuoco da dentro l’automobile e, lasciato l’animale agonizzante in terra, è scappato, aiutato dal buio delle tenebre.
Ci auguriamo che si apra subito un’indagine per identificare chi ha sparato ad un animale selvatico, peraltro nei pressi delle abitazioni, in aperta violazione delle norme di legge vigenti.
Sollecitiamo, quindi, sia la Città Metropolitana che il Comune di Torino, ognuno per la parte di propria specifica competenza, a considerare le proposte di intervento sul contenimento dei cinghiali presentate dalle associazioni del “Tavolo Animali & Ambiente” con uno specifico documento reperibile al link :

https://www.animaliambiente.it/campagne/PIANO-DI-CONTENIMENTO-DEL-CINGHIALE.pdf

Peraltro, alcune delle misure di contenimento potrebbero essere assunte fin da subito :

– Divieto dell’uso dei cani sia nell’attività di caccia al cinghiale che in quelle di controllo;
– Divieto di abbattimento delle femmine adulte;
– Divieto dell’allevamento, del trasporto e del commercio di animali vivi;
– Tutela delle colture e prevenzione dei danni;
– Controllo della fertilità;
– Sistemazione di dissuasori acustici e di sensori luminosi lungo le strade.

Il “Tavolo Animali & Ambiente” invita, poi, tutti i cacciatori ad appendere i fucili al chiodo ed a cercare di realizzare strategie volte alla pacifica convivenza con gli esseri senzienti e con l’ambiente.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Marco Francone
Resp. LAV Torino

Radicali in prefettura per salvare il ricercatore dalla pena di morte

A seguito del Flash-mob organizzato dai Radicali Italiani e dall’Associazione Adelaide Aglietta di Torino per fermare l’esecuzione del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, una delegazione composta da radicali, Amnesty International e Giampiero Leo, è stata ricevuta presso la Prefettura di Torino, dal Capo di Gabinetto, Alessandra Lazzari.

Igor Boni, presidente nazionale di radicali Italiani, e Patrizia De Grazia, coordinatrice dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta, dichiarano: “Siamo grati al Prefetto e alla Dottoressa Lazzari per questo incontro. Djalali si trova in carcere da 4 anni, con una ridicola accusa di “spionaggio”, confermata da lui stesso dopo essere stato ripetutamente sottoposto a tortura e trattamenti disumani per estorcergli confessioni false e forzate. Adesso attende di essere ucciso da quel regime, l’Iran, che utilizza la pena di morte come arma contro prigionieri politici, manifestanti e oppositori. L’esecuzione potrebbe avvenire tra qualche ora, nel silenzio totale, assordante e inaccettabile del nostro Governo. Ahmadreza Djalali lavorava qui, lavorava in Piemonte, a Novara, in Italia. Proprio per questo il nostro Governo, il nostro Ministro degli Affari Esteri, dev9no mobilitarsi immediatamente. Se morirà, le inutili dichiarazioni postume di indignazione e orrore non avranno alcun valore. Il Governo Italiano deve immediatamente attivarsi affinché questa condanna a morte non venga eseguita. Chiediamo che l’ambasciatore Iraniano venga convocato e che le pressioni sull’ambasciata iraniana in Italia si facciano pesanti dal punto di vista istituzionale e diplomatico.
Chiediamo inoltre che il consiglio Regionale provveda alle nomine dei membri del nuovo Comitato per i Diritti Umani della Regione Piemonte. Il bando è stato organizzato tardivamente, adesso sono mesi che attendiamo che questo importantissimo organo si ricostituisca per iniziare a lavorare sui diritti umani, civili e politici e su repressioni che la pandemia di Coronavirus non ha fatto altro che aumentare”.

Tre arresti per droga, rapina e violenza sessuale

Torino. Controlli disposti dal Comando Provinciale dei Carabinieri

 

Torino, 28 novembre. Nell’ambito dei controlli del territorio disposti dal Comando Provinciale, intensificati in questo periodo per vigilare sul rispetto della normativa anti covid, i Carabinieri hanno arrestato tre persone.
In particolare a Rivarolo Canavese, nell’hinterland torinese, i militari dell’Arma hanno arrestato per detenzione ai fini di spaccio un pensionato italiano di 67 anni del luogo, che aveva allestito un piccolo market della droga nel proprio appartamento. I carabinieri della locale Stazione, dopo aver saputo di un continuo via vai dalla casa dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine, hanno organizzato una perquisizione domiciliare, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Cinofili di Volpiano (TO). Una volta nell’abitazione, anche grazie al fiuto del cane, i militari dell’Arma hanno rinvenuto nel bagno un sacchetto contenente 50 grammi di cocaina, 5 dosi già confezionate e pronte per lo spaccio, un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento dello stupefacente.
A Torino, nel quartiere San Salvario, i carabinieri hanno arrestato per rapina un venezuelano di 34 anni, senza fissa dimora, ma regolare sul territorio nazionale. L’uomo era entrato in un supermercato di via Madama Cristina e aveva rubato alcuni prodotti. Scoperto da un addetto alla vigilanza lo aveva aggredito ed era riuscito a fuggire fuori dall’esercizio commerciale, ma il pronto intervento delle gazzelle dell’Arma ha permesso di bloccarlo poco distante. L’autore del reato ha anche tentato di resistere ai militari intervenuti per fermarlo, colpendoli con calci e pugni.
Sempre a Torino, in pieno centro cittadino, in tarda serata, i carabinieri hanno arrestato un italiano di 27 anni, per violenza sessuale. I militari sono stati richiamati dalle urla di una donna che poco prima, mentre stava camminando, era stata aggredita alle spalle dal giovane che l’aveva ripetutamente palpeggiata prima di darsi alla fuga. Gli uomini dell’Arma in breve tempo sono riusciti a rintracciare l’aggressore nelle strade limitrofe e a trarlo in arresto. Fortunatamente la donna non ha riportato danni fisici.

In arrivo 400 giovani in supporto ai volontari Anpas

È di prossima uscita, entro la fine dell’anno, il nuovo bando per la selezione ad operatore volontario del servizio civile universale. Un’opportunità formativa di alto valore per ragazze e ragazzi di età compresa fra i 18 e i 29 anni non compiuti.

Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato regionale del Piemonte, come indicato dalla prima graduatoria, avvierà i propri progetti di servizio civile negli ambiti del soccorso in emergenza 118 e del trasporto infermi per i servizi di tipo socio sanitario, dando la possibilità a circa 400 giovani di diventare volontari soccorritori.

I 400 giovani in servizio civile, dopo un’adeguata formazione, contribuiranno a dare un importante aiuto alle Pubbliche Assistenze Anpas del Piemonte e alla comunità, soprattutto in questa particolare situazione di emergenza.

Tutte le informazioni riguardo i progetti di servizio civile delle associazioni Anpas del Piemonte e i posti disponibili saranno pubblicati, appena uscirà il bando, sul sito www.anpas.piemonte.it e sui canali social di Anpas Piemonte.

Per partecipare alle selezioni occorrerà, una volta pubblicato il bando del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, presentare domanda esclusivamente online sulla piattaforma del Dipartimento. L’accesso alla piattaforma per i cittadini italiani residenti in Italia o all’estero deve avvenire esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale.

Anpas Piemonte invita i giovani interessati a far domanda di servizio civile a dotarsi per tempo dell’identità digitale SPID così da essere già pronti quando sarà pubblicato il bando. L’identità SPID è rilasciata dai Gestori di Identità Digitale (Identity Provider), soggetti privati accreditati da AgID che, nel rispetto delle regole emesse dall’Agenzia, forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti.

I progetti di servizio civile in Anpas che riguardano l’ambito del socio sanitario in Piemonte prevedono lo svolgimento di servizi socio-sanitari sia su pulmini sia su autoambulanze per quei cittadini che devono effettuare terapie come dialisi, trasporti interospedalieri, essere dimessi da ospedali o case di cura, frequentare centri diurni di socializzazione o riabilitazione. In molti casi gli utenti possono essere persone disabili che spesso necessitano di essere accompagnate negli spostamenti in quanto non autosufficienti o perché bisognosi di particolari accorgimenti durante la fase del trasporto.

I progetti di servizio civile in Pubblica Assistenza Anpas nel campo del soccorso di emergenza 118 in Piemonte includono, oltre alla possibilità di effettuare i servizi sociali precedentemente descritti, anche l’impiego in servizi di emergenza urgenza 118.

I volontari in servizio civile saranno quindi impegnati nel ruolo di soccorritore in ambulanza e in tutte le mansioni concernenti le attività di emergenza e primo soccorso. I progetti prevedono l’inserimento e il tutoraggio dei volontari a partire da una puntuale formazione certificata dalla Regione Piemonte e da un successivo periodo di affiancamento a personale più esperto.

Un arresto e una denuncia grazie all’applicazione Youpol

Nei giorni scorsi a seguito di una segnalazione giunta sulla App della Polizia di Stato Youpol, gli agenti della Squadra Volante hanno effettuato una perquisizione all’interno  di un alloggio nei pressi di piazza Sofia

All’interno,  una coppia di conviventi, di 22 e 24 anni. La perquisizione consentiva il rinvenimento di 7 involucri contenenti marijuana ed un frammento di hashish, nella camera dal etto dei due, oltre ad un bilancino di precisione e materiale vario utile al confezionamento. Il giovane, che  annovera fra i suoi trascorsi di polizia un arresto nel maggio scorso per la detenzione di un chilogrammo di hashish, questa volta ha cercato di accollare la proprietà dello stupefacente esclusivamente sulla sua ragazza, che si era prestata anche in virtù dello stato interessante in cui versa. Il giovane, resosi però conto che tale escamotage non stava sortendo l’effetto voluto, ha offeso gli operatori con insulti molto gravi e, dopo aver dato un pugno contro una parete negli uffici di Polizia, ha dichiarato al personale del 118 che la responsabilità della lesione  fosse dei poliziotti. Pertanto, oltre ad essere arrestato per la detenzione dello stupefacente, è stato anche denunciato per oltraggio a P.U. e calunnia. La sua fidanzata è stata denunciata per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio in concorso.

Covid e carcere, la luce in fondo al tunnel è ancora lontana

“Dei 4.263 detenuti ospitati nei 13 Istituti penitenziari piemontesi i reclusi positivi al Covid al 24 novembre erano complessivamente 42: 40 gestiti all’interno del carcere e 2 ospedalizzati a Biella. Gli agenti e gli operatori penitenziari positivi erano, invece, 187. Numeri che inducono alla riflessione e preoccupano i detenuti e i loro parenti ma anche gli operatori”. Lo ha dichiarato  il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano.

“Anche se la luce in fondo al tunnel dei contagi Covid-19 nel contesto penitenziario è ancora lontana – ha agginto – ora è almeno possibile ragionare su alcuni dati condivisi: il Ministero della Giustizia ha reso finalmente pubblico, sul proprio sito Internet istituzionale, un dettagliato report settimanale per monitorare la pandemia negli Istituti penitenziari italiani, mentre il Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria piemontese ha attivato un monitoraggio quotidiano condiviso con le Istituzioni regionali e i sindacati di polizia penitenziaria”.

Osservando che l’assessore regionale alla Sicurezza “ha recentemente raccolto un rinnovato appello dei sindacati di polizia penitenziaria per l’inserimento degli agenti di polizia penitenziaria nella campagna di screening anti Covid prevista per le forze di polizia”, ha concluso che “non si può non ricordare che la comunità penitenziaria è una sola ed è costituita da detenuti, agenti e operatori e che vanno aggiunte politiche reali di decongestionamento delle strutture, in modo da poter permettere una efficace gestione degli spazi e della popolazione reclusa ed eventualmente intervenire con efficacia qualora dallo screening emergessero criticità importanti. La rete dei garanti continua e continuerà a vigilare”.

Lancio di sassi in autostrada, gli autori sono cinque minorenni

Identificati cinque minori di età compresa tra i 14 e i 16 anni responsabili del lancio sassi verificatosi verso le ore 18 del 16 novembre 2020 sulla Diramazione autostradale “Torino-Pinerolo” nei pressi di Volvera

Nei giorni scorsi sono stati identificati cinque minori (di età compresa tra i 14 e i 16 anni) ritenuti responsabili dell’evento del lancio di sassi avvenuto il 16 novembre alle 18 circa, nei pressi del cavalcavia n. 54, lungo l’autostrada A55 tangenziale sud di Torino – diramazione TorinoPinerolo,  in direzione del capoluogo piemontese, nel territorio del comune di Volvera.

Il fatto, che solo per caso non si è trasformato in tragedia, vedeva vittima un uomo che a bordo di una Toyota Yaris stava rientrando presso la propria abitazione dopo una giornata di lavoro. Il veicolo è stato colpito da un grande masso di circa 8 Kg e un diametro di circa 25 cm, che si conficcava all’interno della lamiera del veicolo, rimanendo incastrato tra il fanale anteriore destro e il cofano motore.

La pattuglia della Polizia Stradale intervenuta sul posto ha trovato, sempre sulla stessa carreggiata, oltre al masso incastrato, una seconda pietra di circa 4 Kg e 18 cm di diametro e altri sassi di piccole e medie dimensioni, trovando  da subito un fenomeno di “lancio sassi”.

Nei giorni successivi la Polizia Stradale, a seguito di attività infoinvestigativa svolta in collaborazione con la Stazione Carabinieri competente per territorio e con il personale della Sezione di P.G. della Procura per i Minorenni di Torino riusciva ad individuare i cinque soggetti minorenni, tutti residenti nella zona interessata.

Di quanto accertato veniva immediatamente informata la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino, la quale, valutata la gravità del fatto e la pericolosità della reiterazione, ha emesso sabato 21 novembre una serie di decreti di perquisizioni domiciliari e i relativi avvisi di garanzia per i reati ascritti.

L’attività  eseguita nella stessa giornata di sabato, dava esito positivo e consentiva di raccogliere indizi  che dovranno essere vagliati, ma risultano già significativi, quanto meno, di una loro presenza nel luogo e al momento del fatto, che potrebbero  configurarsi alla stregua di un tentativo di omicidio.

Durante la fase delle indagini si veniva a conoscenza che, oltre all’evento del 16 novembre, il “lancio sassi” si era ripetuto nelle due giornate successive (17-18 novembre), sempre nel medesimo tratto autostradale,  tra le uscite di Gerbole di Volvera e None della diramazione TorinoPinerolo della A55 tangenziale sud di Torino.

Nella fase delle indagini, l’attenzione della Polizia Stradale si concentrava sui ragazzi indagati, dediti a stazionare nelle vicinanze dei cavalcavia autostradali, raggiungibili facilmente con le biciclette.

A ulteriore suffragio di quanto descritto e del particolare contesto in cui risultavano essere maturati gli eventi, è significativo come gli stessi minori fossero dediti al consumo di sostanza stupefacente del tipo cannabis.

Cirio: “Zona arancione, ma serve responsabilità”

“Da domenica 29 novembre il Piemonte sarà in zona arancione – dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Me lo ha appena confermato il ministro della Salute Speranza.

Una notizia positiva che è il frutto di tanti sacrifici dei piemontesi e del grande lavoro dal nostro sistema sanitario. Questo è un passo importante perché permetterà a molte nostre attività commerciali di riaprire già da questa domenica, ma che dobbiamo vivere con grande senso di responsabilità. Non possiamo sprecare questo grande sforzo, non possiamo permetterci di tornare indietro. La strada è quella giusta, continuiamo a percorrerla insieme con senso di responsabilità e prudenza”.

Il provvedimento entra in vigore da domenica 29 novembre.

Non sarà pertanto più necessaria a Torino e nella regione l’ autocertificazione (ma solo all’interno del proprio comune, fuori permane). Il presidente Cirio   non intende però mandare in classe – mentre l’ordinanza ministeriale lo consentirebbe – gli alunni  della seconda e terza media, che proseguiranno  la Dad come  per le scuole superiori.

Ancora chiusi parzialmente bar e ristoranti che potranno proporre cibo d’asporto fino alle 22 e consegnare anche i pasti a domicilio.

Riaprono i negozi al dettaglio di tutti i settori merceologici e dei servizi alla persona e  i banchi di generi non alimentari nei mercati. Inoltre saranno  aperti  i centri commerciali, ma non nei weekend. Ancora chiuse palestre e piscine.

 

Da lunedì infermieri di nuovo in stato di agitazione

Sanita’ Nursing Up, De Palma:  «Da lunedì 30 novembre ricominciano i flash mob con l’Emilia Romagna, e poi Campania, Lombardia, Provincie di Trento e Bolzano, Liguria, Piemonte e man mano le altre»

Riceviamo e pubblichiamo / «Chi credeva che con l’arrivo della tanto attesa indennità specifica, da parte del Ministero della Salute, la strenua battaglia degli infermieri italiani si sarebbe fermata, si sbagliava davvero di grosso. Siamo pronti a scendere di nuovo nelle piazze e lo faremo da lunedì 30 novembre in tutte le Regioni chiave che stanno vivendo il dramma di questa emergenza, quelle dove i colleghi lottano ogni giorno contro la morte, nel massimo rispetto delle normative anti-covid. Nessuno ha dimenticato i flash mob che hanno anticipato le manifestazioni di Milano e del Circo Massimo, quelle che hanno cambiato la storia recente e ci hanno permesso di ottenere un piccolo traguardo che nessun sindacato prima di noi aveva raggiunto. I nostri striscioni, gli infermieri con i megafoni davanti agli ospedali e alle prefetture: è tutto pronto, siamo certi come sempre, con l’ampio sostegno dei cittadini riprendiamo una lotta che non si è mai interrotta».

Parole e pensieri di Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, che annuncia altre due settimane “roventi”, fino alla metà di dicembre una serie di iniziative per portare avanti la battaglia in onore di quelle istanze che gli infermieri italiani intendono perseguire fino al raggiungimento dei loro obiettivi.

«Non è ingratitudine, l’ho ribadito più volte. I 100 al mese in più rappresentano l’ottenimento di qualcosa di straordinario e impensabile. Abbiamo scosso l’opinione pubblica, abbiamo costretto sindacati fermi e inermi da troppo tempo ad uscire allo scoperto, arrivando a spacchettare l’indennità che noi abbiamo ottenuto solo oggi a causa della loro inerzia, fino a sostenere che prenderemo 2 euro al giorno, dimenticando invece che questa indennità, da sola, vale più degli aumenti contrattuali che loro hanno accettato dopo 10 anni di blocco contrattuale, cioè nemmeno 90 euro medi lordi. Cosa hanno ottenuto loro prima di noi? Quali sono i loro traguardi che hanno cambiato la storia della sanità italiana? Nursing Up i suoi infermieri devono essere fieri di aver acceso finalmente un faro sulla categoria. Ora vediamo la luce in fondo al tunnel!

Nessun sindacato prima d’ora, aveva lottato con tanta veemenza per arrivare a ottenere finalmente una indennità specifica, come quella che ricevono i medici. Ciò significa che la strada intrapresa è quella giusta. Da qui si va avanti , ora, tutti  insieme, per arrivare a quel traguardo dei 500 euro in busta paga che nessuno di noi ha messo da parte.

Per questo, senza disconoscere i risultati che abbiamo ottenuto fino ad ora, abbiamo deciso di procrastinare lo stato di agitazione a tutto il mese di dicembre, per parlare chiaro a questo Governo e alle Regioni.