CRONACA- Pagina 1511

Frode da 3 milioni negli appalti, quattro arresti

CORRUZIONE E TRUFFA AI DANNI DELLO STATO. SEQUESTRATI CIRCA 140 MILA EURO

 

Corruzione, truffa ai danni dello Stato e falso in atto pubblico. Queste le ipotesi di reato a carico di 4 persone arrestate e poste ai domiciliari dalla Guardia di Finanza di Torino su ordine del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verbania. Disposti sequestri di denaro e beni per 140mila euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Verbania e condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria Torino, hanno riguardato l’appalto pubblico del valore di 2,8 milioni di euro indetto per il completamento del palazzetto dello sport di Gravellona Toce.

Secondo il quadro accusatorio, ricostruito attraverso intercettazioni, servizi di pedinamento e osservazione, sequestro ed esame di numerosa documentazione, i responsabili della direzione dei lavori, in qualità di pubblici ufficiali e all’insaputa del Comune dell’entroterra verbano, invece di operare nell’interesse dell’Ente, si sarebbero adoperati per far conseguire indebiti ed illeciti margini di profitto all’impresa aggiudicataria dell’appalto per circa 140 mila euro.

Sarebbe emersa, infatti, la commistione di interessi tra i 2 referenti della società torinese aggiudicataria dell’appalto e i 2 soggetti incaricati dal Comune della direzione dei lavori, i quali si sarebbero resi disponibili a predisporre un progetto esecutivo delle opere complementari e una perizia di variante della struttura contenenti preventivi maggiorati o falsi con l’obiettivo di far ottenere benefici economici, in termini di risparmi di spesa, all’impresa.

Il profitto della truffa ai danni dello Stato è stata oggetto del sequestro preventivo per equivalente che i finanzieri hanno eseguito, su conti e beni patrimoniali dell’impresa e degli arrestati, contestualmente alle misure cautelari personali.

Nel corso delle investigazioni, durate oltre un anno, le Fiamme Gialle avevano già monitorato lo scambio di 2.500 euro in contanti tra l’imprenditore e il direttore dei lavori, somme sottoposte a sequestro e che rappresenterebbero una parte del prezzo della corruzione.

L’operazione è stata svolta nelle province di Torino, Verbania e Varese.

L’odierna attività costituisce un’ulteriore testimonianza della costante attenzione rivolta dalla Guardia di finanza alla lotta alla corruzione e alle frodi negli appalti pubblici, che alterano le regole della sana competizione tra imprese, danneggiano il tessuto economico legale del Paese e determinano un ingiustificato incremento dei costi dei servizi pubblici.

E’ ufficiale: da domenica il Piemonte in zona gialla

Poco fa la nota della Regione: 

”Ho appena ricevuto la telefonata del ministro della Salute Speranza e, come avevo anticipato, confermo che da domenica 13 dicembre il Piemonte sarà in zona gialla – dichiara il presidente della Regione Alberto Cirio -. Si tratta di un risultato importante perché tante attività potranno ripartire, ma dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione in tutti i nostri comportamenti. Non possiamo vanificare i tanti sacrifici fatti finora”.

Scoperto dormitorio per disperati nell’ex stazione Fossata

Controlli dei carabinieri nell’area dell’ex stazione Fossata, individuato stabile utilizzato come dormitorio per disperati, arrestati 2 pusher e denunciate 6 persone per invasione di edificio

Nel corso della notte, i carabinieri hanno svolto un servizio di controllo straordinario del territorio – con il supporto del nucleo cinofili – nell’area dell’ex stazione Fossata, a seguito di numerose segnalazioni dei residenti pervenute al Comando CC Torino Barriera Milano.
In particolare è stato controllato uno stabile in disuso in via Assarotti, talvolta utilizzato come occasionale dormitorio, ma nel tempo diventato luogo di ritrovo di tossici e spacciatori. Al termine di minuziosi appostamenti con militari in borghese ed in divisa, sono stati sorpresi in flagranza di reato ed arrestati 2 pusher, un gambiano e un senegalese di 23 e 40 anni, per detenzione ai fini di spaccio di 300 grami di eroina, suddivisi in 30 sacchetti da 10 grammi l’uno. Nel corso della successiva perquisizione sono stati sequestrati anche 2.000 euro in contanti, provento dell’attività illecita. Sono stati, inoltre, denunciati 3 italiani e 3 extracomunitari, tra cui due donne, per invasione di edificio, nonché segnalati alla Prefettura del capoluogo piemontese tre assuntori di sostanze stupefacenti che utilizzavano le stanze dello stabile per drogarsi.

Tav: pietre e bastoni contro le Forze dell’ordine, Fsp Polizia

“Torna la consueta violenza dei finti manifestanti”

 

“Puntuale e per niente inatteso l’ennesimo attacco alle forze di polizia in Val di Susa, dove l’avvio dei lavori di allargamento del cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione ha scatenato, in serata, la solita violenza di finti manifestanti contro i poliziotti impegnati solo a fare il proprio lavoro. Finti manifestanti perché nessuno che sostenga le proprie idee con bastoni in pugno e lancio di pietre contro la polizia potrà mai passare per paladino di alcun buon diritto. Manifestare è sacrosanto, avere le proprie idee dissenzienti anche, ma creare problemi di ordine e sicurezza e scagliarsi contro persone che svolgono il compito per cui vengono pagate, poco e male, non solo non è degno di alcuna comprensione o rispetto, ma è e rimane un comportamento criminale, da stigmatizzare e da punire con la massima severità”.

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo che questa sera un gruppo appartenente all’ala più oltranzista del movimento No Tav ha attaccato le forze dell’ordine a Venaus. Alla fine dell’assemblea che si è svolta al presidio, dove questa notte sono iniziati i lavori per ampliare la recinzione del cantiere della Torino-Lione a Chiomonte, un gruppo di incappucciati ha lanciato pietre e bastoni contro la polizia schierata.

“I lavori e la localizzazione di quest’opera – conclude Mazzetti – sono stati occasione e teatro di continui e gravissimi atti criminali contro gli operatori in divisa che spesso hanno messo a repentaglio l’incolumità dei cittadini, come è avvenuto questa estate quando l’autostrada fu disseminata di chiodi a più punte. Parlare di contestazioni e di manifestazioni di dissenso non è più consentito, molti di questi atti sono paraterroristici perché rischiano di coinvolgere persone inermi. Ma anche aggredire un poliziotto nell’esercizio delle sue funzioni è e resta un gesto criminale, ed è purtroppo il caso di ricordarlo perché per molti è considerato quasi normale”.

E’ morto Beppe Del Colle, una vita nella stampa cattolica

Lutto nel giornalismo piemontese per la morte di Beppe Del Colle, 89 anni, torinese, giornalista di primo piano per decenni nel dibattito politico, sociale ed ecclesiale italiano.

Era stato colpito da Covid.

Molte le testate che lo videro impegnato nella sua lunga carriera, particolarmente quelle del mondo cattolico: fu vicedirettore e notista politico di “Famiglia Cristiana”, collaboratore di “Avvenire”, direttore del settimanale “il nostro tempo”, edito dalla diocesi di Torino, oggi confluito nella nuova testata “La Voce e Il Tempo”.

Area Gondrand: quanto tempo ancora per la riqualificazione?

In Via Cigna/ Via Lauro Rossi esiste un’area meglio conosciuta come area ex Gondrand- Fercam che era la sede dello stabilimento della storica azienda omonima andata in concordato nel 2017.

A colpire è il senso di abbandono che avvolge l’intera area, a cavallo tra le Circoscrizioni 5 e 6: sporcizia, rifiuti abbandonati, bidoni ribaltati per terra senza contare gli spazi interni lasciati al degrado e all’illegalità, abitati da decine e decine di disperati afflitti dalle dipendenze e senza una dimora fissa oltre a clandestini provenienti anche da precedenti sgomberi (ex Moi).
Il Capogruppo del Gruppo Consiliare Lista Civica Sicurezza e Legalità Raffaele Petrarulo ha presentato un’interpellanza per chiedere alla Sindaca “quale sia la situazione in merito alla proprietà dell’area citata, cosa si sia fatto fino ad ora e quali siano le proposte in atto per la sua riqualificazione, quale sia l’attività delle Forze dell’Ordine su quell’area vista la situazione critica, se esista già un tavolo tra Comune, Prefetto e Regione  per il futuro e la gestione attuale dell’area e quali azioni siano le azioni che tale tavolo intenda perseguire concretamente”.
(Foto Politecnico Torino)

False fatture per 18 milioni: la Finanza sventa maxi truffa nel settore dei rottami del ferro

Operazione “Redivivus”: evasi oltre 2,5 milioni di euro attraverso l’uso di fatture per operazioni inesistenti per quasi 18 milioni di euro nel settore dei rottami ferrosi. Eseguite otto misure cautelari personali e perquisizioni nei confronti di 22 soggetti indagati, alcuni dei quali percipienti reddito di cittadinanza. Sequestrati beni per quasi 3,5 milioni di euro. 

La Guardia di Finanza di Torino, coordinata dal Procuratore Aggiunto, Marco Gianoglio e diretta dal Pubblico Ministero, Francesca Traverso, della locale Procura della Repubblica, ha svolto, per due anni, una complessa attività investigativa, anche mediante intercettazioni telefoniche e telematiche, nei confronti di un nutrito sodalizio finalizzato alla sistematica evasione delle imposte perpetrata attraverso la costituzione di società fittizie che avevano l’unico scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti, ottenerne il pagamento e retrocedere il denaro alle imprese beneficiarie della frode dietro la corresponsione del 5% dell’imponibile indicato nella fattura, affinché queste ultime potessero ottenere indebiti risparmi d’imposta milionari.

Già nel 2015, l’associazione aveva acquisito un impianto di trattamento dei rifiuti, tali si considerano i rottami ferrosi non ancora trattati, a copertura del sistema fraudolento, costituendo, parallelamente, diverse aziende cartiere e “filtro” che si sono dedicate, stabilmente, alla fraudolenta attività di emissione di fatture per operazioni inesistenti per quasi di 18 milioni di euro. Al contempo, i membri dell’organizzazione coordinavano un drappello di individui incaricati, con costanza e senza soluzione di continuità, di recuperare il denaro corrisposto dalle società beneficiarie della frode, prelevandolo in contanti presso i vari uffici postali dove erano stati accesi specifici conti correnti, retrocedere le somme decurtate del compenso illecito (“…ti ho portato i pezzettini di metallo da esaminare…”, affermavano gli indagati intercettati), redigere documentazione fiscale ed amministrativa fittizia nonché di “arruolare” nuove “teste di legno”.

In relazione al settore dei rottami ferrosi, la disciplina nazionale ai fini dell’imposta sul valore aggiunto ha previsto, quale meccanismo di difesa alle frodi fiscali, la c.d. “inversione contabile”, per cui la fattura viene emessa dal cedente senza addebito dell’I.V.A., ex art. 74 del D.P.R. n. 633/1972, divenendo l’acquirente soggetto passivo dell’imposta. In tali casi, l’utilizzo da parte di quest’ultimo di fatture false, pertanto, non consente di esercitare il diritto alla detrazione dell’IVA.

Dal lato delle imposte dirette, invece, il cessionario che si avvale di fatture per operazioni inesistenti indica nella dichiarazione dei redditi costi di acquisto del tutto fittizi, procede alla liquidazione e determina fraudolentemente un imponibile inferiore rispetto a quello effettivamente dovuto.

Nel corso delle indagini i finanzieri del 1^ Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo Torino si sono trovati di fronte ad un’articolata struttura, composta da ben 17 aziende e 22 individui, che inscenava come avvenute operazioni di commercializzazione dei rifiuti mai realmente avvenute. Si pensi ad aziende prive di sostanza economica, a magazzini affittati ma sprovvisti di merce, a mezzi di trasporto che ivi permanevano per simulare operazioni di scarico/carico, alle migliaia di documenti fiscali ed amministrativi falsi emessi ed annotati nelle scritture contabili, ai pagamenti realmente eseguiti, tranne, poi, prelevare il denaro e retrocederlo, nascondendolo all’interno delle aziende in luoghi originali (ad esempio, boiler delle caldaie, vaschette dei bagni inutilizzabili), decurtato del 5% dell’imponibile quale compenso per la costruzione e la gestione del sistema fraudolento.

Tre degli indagati, peraltro, percepivano il reddito di cittadinanza.

Al termine delle investigazioni, il magistrato inquirente, tenuto conto della gravità delle condotte, ha chiesto ed ottenuto dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale del capoluogo piemontese l’emissione dell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari personali nei confronti di 8 persone, di cui 5 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, nonché il sequestro di beni per quasi 3,5 milioni di euro, corrispondenti al compenso fraudolento percepito ed alle imposte evase.

Le Fiamme gialle torinesi, nel corso dell’esecuzione del provvedimento, hanno perquisito abitazioni ed aziende in vari comuni della provincia di Torino e nella città di Lamezia Terme, sequestrato disponibilità finanziarie e beni per oltre 2,5 milioni di euro nei confronti delle 10 società utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti, i cui rappresentanti sono stati indagati a piede libero, e per oltre 800 mila euro – provento illecito per l’emissione delle fatture false e per l’organizzazione della frode – nei riguardi delle 3 imprese emittenti i documenti fiscali mendaci, i cui 8 rappresentanti, sia “formali” sia reali, sono stati attinti anche dalle misure cautelari personali.

L’odierna operazione della Guardia di Finanza di Torino si inserisce nel quadro delle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo volte a rafforzare l’azione di contrasto alle condotte illecite connotate da maggiori profili di insidiosità e gravità, mediante l’integrazione delle funzioni di polizia economico-finanziaria a competenza generale con le potestà di polizia giudiziaria cui associare, sistematicamente, il ricorso all’aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti, di modo da incidere concretamente sulla diffusione dell’illegalità fiscale, aumentare la deterrenza nella lotta all’evasione e incrementare l’effettivo recupero del gettito, a salvaguardia dell’Erario, degli imprenditori onesti e, quindi, del regolare andamento dell’economia.

 

Torino e il Piemonte verso la zona gialla

I ricoveri in ospedale a causa del Covid sono in calo e anche il numero dei contagi negli ultimi giorni, seppur elevato, si sta lentamente assestando

Molto probabilmente, dunque, come anticipato nei giorni scorsi dal governatore Alberto Cirio, dal 13 dicembre Torino e il Piemonte passeranno da zona arancione a zona gialla.

Ciò consentirà minori restrizioni alle attività commerciali con bar e ristoranti aperti fino alle 18 e agli spostamenti (anche tra comuni diversi nella regione). Nel weekend le vie del centro di Torino, se non si sono verificati veri e propri assembramenti, sono state comunque molto affollate.

Le autorità raccomandano la massima prudenza e i controlli da parte delle forze dell’ordine     sono aumentati in particolare nelle vie dello shopping.

Cerca di rubare giubbotto e cappellino: arrestato

È accaduto venerdì pomeriggio, intorno alle 16.30, quando gli agenti della Squadra Volante sono intervenuti alla Rinascente di via Lagrange dopo che un cittadino cinese di 57 anni era stato fermato da personale dell’attività commerciale.

L’uomo era stato notato occultare sotto ai propri indumenti un giubbotto smanicato e un cappellino. Tuttavia, nonostante lo straniero avesse eliminato le etichette e una placca antitaccheggio, superate le colonnine il sistema dei sensori sonori si era attivato, fatto che aveva portato gli addetti alla sicurezza a fermarlo. L’uomo è stato poi arrestato per tentato furto aggravato

Bodycam per la polizia municipale in arrivo con il Piano Sicurezza

Arriva oggi in aula a Palazzo Lascaris  il piano triennale regionale sulla sicurezza integrata, licenziato dalla prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Il provvedimento, illustrato la scorsa settimana dall’assessore competente Fabrizio Ricca, si articola su tre cardini.

Il primo prevede interventi di supporto, tra cui i 500 mila euro già stanziati per gli straordinari della polizia locale determinati dai controlli antiCovid.
Il secondo aspetto si impernia sui sistemi di sicurezza integrata, tra cui l’incremento della videosorveglianza sul territorio e la dotazione sperimentale di bodycam alla polizia locale dei capoluoghi di provincia.

Il piano propone infine interventi di inclusione sociale, come progetti contro la devianza e il disagio giovanile, per il miglioramento delle zone degradate, e il controllo di vicinato. Quest’ultimo prevede la partecipazione attiva dei cittadini nella prevenzione della criminalità in collaborazione con le forze dell’ordine, attraverso la formazione di coordinatori delle associazioni di cittadini. Su questo punto l’assessore Ricca ha presentato un emendamento, su richiesta del Cal, che collega il controllo di vicinato alla normativa nazionale che lo regola.
La prima Commissione ha poi approvato la proposta di modifica dello statuto del Csi, presentata dallo stesso Ricca.