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Revocata licenza ad armeria: forniva esplosivo ai rapinatori

La Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Torino ha notificato al titolare di un’armeria sita nel Comune di Villar Focchiardo, un cittadino italiano di 52 anni, il decreto, emesso dal Questore di Torino De Matteis, di revoca delle licenze per il commercio, la fabbricazione e la riparazione di armi e parti di esse.

Indagini

Il provvedimento trova origine dall’articolata indagine svolta nei mesi scorsi dal Nucleo Investigativo, Sezione 2°, del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri Torino, nei confronti di una banda di rapinatori ultrasessantenni, nel contesto della quale è emerso che il fratello del titolare dell’armeria,  coadiuvante e co-titolare occulto della stessa, aveva fornito della polvere da sparo alla banda  responsabile di 5 assalti a sportelli automatici di Poste Italiane e Istituti di Credito, con l’utilizzo di ordigni esplosivi “c.d. marmotte”. In merito ai fatti, a conclusione dell’attività di indagine, la Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Torino aveva emesso alcune misure cautelari, indagando per l’appunto anche il fratello del titolare dell’armeria, cittadino italiano pregiudicato per gravi reati, – motivo per il quale non può essere inserito in alcuna delle licenze di polizia-, responsabile di aver svolto una parte di rilievo nell’organizzazione criminale al fine di trarne profitto.

Controllo

Nel mese di Luglio, i poliziotti della PAS e i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, titolari delle indagini, hanno effettuato uno scrupoloso controllo presso i locali dell’armeria, riscontrando diverse violazioni di natura penale (omessa registrazione di alcuni fucili, mancata assicurazione di alcune armi al fine di non essere asportate, mancata apposizione dei cartellini su parte delle armi, vendita senza licenza di cartucce cal.32). Pertanto, ritenendo che il titolare dell’armeria non sia più in possesso del prescritto requisito dell’affidabilità, avendo consentito al proprio congiunto la gestione “di fatto” delle proprie attività, senza vigilare debitamente affinché egli non svolgesse i proprio traffici illeciti attraverso di esse, il Questore di Torino gli ha revocato  la licenza per la fabbricazione, il commercio e la riparazione delle armi.

 

(foto archivio)

Il lutto della montagna per la tragedia di Castelmagno

“Di fronte alla tragedia di Castelmagno, restiamo in silenzio. Commossi, sospendiamo parole e tutti gli aggiornamenti dei canali istituzionali di comunicazione Uncem.

Ci uniamo alle famiglie, alle comunità, ai colleghi Amministratori dei Comuni. Restiamo in silenzio. Questa tragedia è di tutte le comunità delle montagne italiane. Chi è cristiano oggi prega per le famiglie, per i ragazzi che sono sopravvissuti, per le comunità. Pregando, li affidiamo a San Magno e alla Madonna della Neve”. Lo affermano Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Tragedia in montagna. Auto precipita nella scarpata, cinque ragazzi morti

Sono morti nella notte a Castelmagno, nel Cuneese: erano cinque ragazzi, il più giovane  aveva 11 anni.

Viaggiavano in nove a bordo di un Land Rover e stavano rientrando da una festa quando il veicolo è precipitato  in una scarpata sulla strada per le Grange Tibert.  Il gruppo di amici era andato   all’alpe Chastlar per guardare le stelle e la tragedia e’ avvenuta  durante il rientro. Sono morti Marco, di 24 anni,  due fratelli, Nicolò ed Elia, 17 e 11 anni, Camilla, di 16 anni e Samuele. Invece due ragazzine di 17 anni sono rimaste ferite e due giovani di 24 e 17 anni sono stati trasferiti  in codice rosso al Cto di Torino e all’ospedale Santa Croce di Cuneo.

Negozio derubato per 75mila euro. I ladri: “Sono i nostri risparmi”

Saccheggiato  negozio, i carabinieri recuperano denaro e gioielli per oltre 75mila euro, arrestato un uomo e denunciata la compagna per furto aggravato

Si sono giustificati: <<Siamo turisti e i soldi e i gioielli sono i nostri risparmi di famiglia>>

Nel periodo estivo le Valli di Lanzo hanno triplicato la presenza dei villeggianti che hanno scelto di passare le vacanze nelle località montane e di conseguenza l’Arma dei Carabinieri ha aumentato i servizi preventivi per la tutela dell’ordine e la sicurezza pubblica.
Erano da poco passate le 03.30 di ieri, quando i carabinieri di Chialamberto, durante un mirato servizio notturno per prevenire i furti, ha notato in Via Roma un veicolo sospetto che procedeva lento e a fari spenti.
L’auto è stata fermata e gli occupanti, un uomo e una donna di Torino ma domiciliati a Cantoira, hanno detto ai carabinieri di essere turisti. I
Il controllo del mezzo ha permesso di trovare oltre 60.000 euro in contanti e monili in oro per un valore di 15.000 euro, nonché attrezzi idonei per lo scasso.
Nonostante la coppia, entrambi disoccupati, giustificasse il possesso come “i risparmi di famiglia”, è stato accertato che poco prima i due avevano saccheggiato una macelleria del posto, previa effrazione della porta d’ingresso e successivamente della cassaforte
Una volta smascherati, l’uomo, C.M di 45 anni, di Cantoira, già gravato da numerosi precedenti penali, è stato arrestato per furto aggravato e condotto presso la casa circondariale di Ivrea, mentre la donna è stata deferita in stato di libertà. La convivente è stata denunciata a piede libero.
La refurtiva interamente recuperata è stata restituita al legittimo proprietario, che visibilmente commosso ha ringraziato i Carabinieri

Salita meccanizzata verso il castello di Rivoli, l’ufficio stampa precisa

Caro Direttore,

in relazione alla notizia pubblicata in data odierna sul “Torinese”  desidero precisare che la risalita meccanizzata che conduce al Castello, non funzionante, è un progetto della Città di Rivoli che la ha in gestione.

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea non ha infatti alcuna competenza al riguardo ma auspica che la Città di Rivoli possa presto risolvere il problema.

 

Manuela Vasco

Responsabile Ufficio stampa Castello di Rivoli

La fuga è rapida per il ladro sui pattini a rotelle

Arrestato dagli agenti della Squadra Volanti

E’ passata da poco l’una di sabato notte quando due cittadine a bordo di un’autovettura notano un uomo accovacciato in corrispondenza di una macchina parcheggiata in via Tesso. Si tratta di un cittadino italiano di venti anni. Il giovane, intento a staccare un copricerchio della gomma anteriore, si accorge della presenza delle donne, che nel frattempo allertano le forze dell’ordine, e si da alla fuga. Il reo ai piedi indossa un paio di pattini e, una volta arrivato in via Ciamarella, si incontra con un uomo a bordo di un furgone che lo aggancia e lo “trascina” fino alla rotonda di piazza Baldissera. Dopo alcuni metri il ventenne perde la presa con il veicolo e cade a terra, mentre il furgone fugge via. Gli agenti giunti sul posto, dopo aver prestato soccorso all’uomo, lo arrestano per tentato furto. Ritrovato sotto l’auto in via Tesso uno zaino con all’interno diversi effetti personali del giovane, tra i quali i documenti d’identità.

Arrabbiato con la fidanzata spacca gli specchietti delle auto in sosta

Un  imprenditore di Torino è stato fermato  dai carabinieri

Era in preda alla collera dopo un litigio con la sua compagna, e ha trascorso  la serata a sfasciare gli specchietti retrovisori e ad ammaccare le  portiere delle auto parcheggiate ad Albenga, nel Savonese. I carabinieri sono stati chiamati da alcuni cittadini. I militari sono subito intervenuti e hanno bloccato l’imprenditore 30 enne, titolare di una catena di negozi di abbigliamento nel centro di Torino.

Le impronte lo incastrano dopo 14 anni per l’omicidio di una prostituta

Nel pomeriggio di oggi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Alessandria hanno eseguito unordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il locale Tribunale a carico di  Andrea Casarin , un quarantasettenne originario di Alessandria ma residente in provincia di Pavia, poiché ritenuto responsabile dell’omicidio di Altagracia Corcino Gil, una domenicana allora trentenne, commesso il 27.giugno 2006 in un appartamento di Alessandria, ove la stessa esercitava attività di prostituzione

Il cadavere della vittima era stato rinvenuto il 29. giugno 2006 nella camera da letto sul letto, nudo, supino;  con   il  collo  avvolto  da nastro adesivo e  da un telo  intriso di sangue, con  due  ferite  da taglio  inferte alla  base  del collo , procurate   con  l’uso di  un coltello     rinvenuto sulla scena del delitto       che avevano interessato  la vena  giugulare ; con la mano destra  avvolta da nastro adesivo;  con  le caviglie  legate con del nastro adesivo.

Peraltro, gli accertamenti autoptici non avevano riscontrato altre lesioni sul corpo, né segni di difesa, attribuendo la causa della morte allazione combinata di asfissia e ferite da punta e taglio.

Avviate nellimmediatezza, le indagini  condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di questo Comando anche con il supporto di attività tecnica  non avevano prodotto alcun riscontro utile all’identificazione dell’autore del reato, ancorché gli accurati rilievi eseguiti avessero consentito di repertare alcuntracce biologiche (DNA) e dattiloscopiche (impronte digitali) che, in relazione alla sede di rinvenimento, erano state da subito attribuite allignoto autore medesimo.

Le indagini, comunque mai interrotte e mirate al monitoraggio di soggetti che via via emergevano come legati allambiente della prostituzione, su input del Nucleo Investigativo hanno recentemente consentito al R.I.S. di attivare un match tra la banca dati A.F.I.Signoti e la banca dati delle persone sottoposte a rilievi segnaletici, evidenziando come le impronte rivenute nel 2006 appartenessero a Casarin, sottoposto a rilievi segnaletici in occasione di un suo arresto per droga avvenuto presso laeroporto di Malpensa il 10 dicembre .2013 per reati inerenti alle sostanze stupefacenti. Nelloccasione, era stato sorpreso mentre era in attesa di un corriere proveniente da Santo Domingo con 6 kg di cocaina.

Lconseguente riapertura del fascicolo processuale e l’avvio di un’articolata indagine condotta dal dipendente Nucleo Investigativo e supportata da attività tecniche e da numerosi servizi di ocp ha consentito di repertare un mozzicone di sigaretta abbandonato dallindagato e contenente materiale genetico del medesimo che, in sede di successiva indagine tecnica del R.I.S. CC di Parma, è risultato compatibile con quello estrapolato dalle tracce biologiche repertate sulla scena del crimine.

Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, proseguono per individuare tutti i contorni dellefferato delitto.

Camionista ubriaco urta due auto (e commette 34 infrazioni)

Nel guidare un autocarro mentre si trovava in stato di ebbrezza, ha urtato due auto in sosta in corso Regina Margherita, a Torino.

Il camionista di Mantova si è visto ritirare la patente dalla polizia municipale. Da una  analisi del tachigrafo sono state rilevate 34 violazioni relative ai tempi di guida, di riposo e di pausa. Sono anche stati registrati sei allarmi emessi dalla strumentazione di bordo per guida senza carta nel tachigrafo e un eccesso di velocità.

La società di investigazioni evade mezzo milione di euro

Immobili nel pinerolese, in Sicilia ed una decina di conti correnti, il tutto per oltre 500.000 euro.

A tanto ammonta il sequestro effettuato nelle scorse ore dalla Guardia di Finanza di Torino nei confronti di un imprenditore del pinerolese, da anni nel settore della vigilanza e delle investigazioni.

È il risultato delle indagini dei Finanzieri della Compagnia di Pinerolo che hanno appurato come l’uomo, un cinquantenne di Bricherasio (TO), nonostante la sua società avesse effettivamente lavorato conseguendo ricavi, abbia per alcuni anni sistematicamente evaso centinaia di migliaia di euro. L’imprenditore, inoltre, come hanno ricostruito i Finanzieri, stava anche procedendo a trasferire immobili e altri asset ad un’altra società, il tutto al fine di rendere inefficaci eventuali sequestri.

Ora, a fronte dell’ingente evasione accertata, i Finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno effettuato perquisizioni presso le abitazioni dell’indagato e eseguito i sequestri finalizzati alla successiva confisca, anche al fine di restituire alla collettività quanto indebitamente sottratto dall’imprenditore.

Come detto, i Finanzieri hanno cautelato alcuni immobili riconducibili alla società coinvolta nell’indagine, siti nel pinerolese e a Palermo nonché undici conti correnti per un valore complessivo di oltre 500.000 euro, il tutto a tutela e garanzia del credito erariale.

La tutela delle risorse dello Stato e degli Enti Locali nonché il contrasto alle frodi alla pubblica amministrazione, sono compiti prioritari per la Guardia di Finanza che ricorda come l’evasione fiscale danneggia tutti i cittadini e fa aumentare i costi dei servizi pubblici.