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La Madonna di Loreto in Duomo a Torino

Mercoledì 11 novembre l’effige sacra della Madonna di Loreto è giunta all’aeroporto militare di Cameri nel novarese.

Si tratta dell’undicesima tappa del pellegrinaggio nazionale iniziato nel mese di gennaio in occasione del Giubileo Lauretano, anno giubilare concesso da Papa Francesco nel centenario della proclamazione della Beata Vergine di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti”.
Il giorno successivo, il 12, verrà portata nel Duomo di Torino dove alle 10.30 si svolgerà una messa alla presenza delle autorità civili e militari, celebrata da monsignor Gabriele Mana, Vescovo emerito di Biella.
In rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte parteciperà una delegazione guidata dal presidente Stefano Allasia, mentre per l’Aeronautica Militare ci saranno il Comandante dell’aeroporto di Cameri, il Colonnello Pilota Marco Mastroberti, e gli altri comandanti dei reparti della zona di Torino.
La messa verrà trasmessa in streaming sulla pagina facebook del Consiglio regionale del Piemonte e del Duomo di Torino.
A seguire verrà trasmesso, sempre sulla pagina facebook del Consiglio, un convegno formativo, rivolto principalmente agli studenti, sulla storia dell’Aviazione in Piemonte e le prospettive future di un settore strategico per la regione.
Le iniziative, organizzate dall’Assemblea in collaborazione con il Comando Aeroporto di Cameri – Aeronautica Militare, si collocano all’interno del quadro delle consolidate relazioni esistenti tra le due istituzioni, che proprio a Torino hanno profonde radici storiche.
Il 13 novembre, sempre alle 10.30, vi sarà un’analoga funzione religiosa nella Cattedrale di Aosta. L’effige sacra della Madonna di Loreto verrà onorata anche in altre due città piemontesi con altrettanti momenti di preghiera: il 23 novembre al Duomo di Novara e il 30 novembre nella chiesa di San Paolo a Casale Monferrato.

Il futuro della Cavallerizza incomincia qui

Ieri è stato approvato dalla Giunta Comunale il PUR, Piano Unitario di Riqualificazione della Cavallerizza Reale. L’approvazione della delibera, su proposta della Sindaca Appendino e dell’Assessore all’Urbanistica Antonino Iaria, rappresenta un importante passaggio verso la riqualificazione dell’immobile di via Verdi

 

Il complesso edilizio della Cavallerizza Reale, di straordinaria valenza storico-culturale, potrà ora tornare ad essere un luogo di cultura e di vitalità per tutta la cittadinanza, e potranno prendere avvio le operazioni di progettazione e restauro dell’intera struttura, che insiste su una superficie di oltre 20.000 metri quadri.

La Città, una volta dato il via libera all’iter urbanistico, otterrà così nuovi spazi destinati a un grande polo culturale, andando ad aggiungere ai propri possedimenti (oltre al Maneggio Alfieriano e al Maneggio Chiablese, già di sua proprietà) alcune importanti aree attualmente di proprietà di FIV-CDPI e CCT. La proprietà del Complesso della Cavallerizza infatti è in parte del Comune di

Torino (per circa 3.000 mq di SLP), della Cartolarizzazione Città di Torino S.r.l. – CCT (per circa 19.000 mq di SLP) e del Fondo FIV-Extra gestito da CDPI Investimenti Sgr S.p.a. (per circa 14.400 mq di SLP).

 

Un importante contenuto della delibera, che dovrà poi essere sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale, è costituito dalla stipula di una Convenzione Quadro che riguarderà l’intero complesso e i suoi futuri utilizzatori. Questa Convenzione, oltre a prevedere importanti cessioni al

Comune stesso, stabilirà una sorta di regolamento interno culturale, e metterà le basi per una gestione coordinata fra tutti gli attori e gli stakeholders interessati all’area. (“Tutti i Soggetti Attuatori dovranno costituire con il Comune di Torino un tavolo tecnico con il compito di individuare le modalità con le quali programmare e coordinare lo svolgimento delle attività culturali sulle aree di proprietà pubblica e destinate a funzioni pubbliche e,

compatibilmente con le specifiche esigenze organizzative, in alcune parti degli spazi di proprietà privata” – Art.12 della Convenzione Quadro).

 

Il fulcro culturale di questo complesso sarà costituito dalla cosiddetta “Crociera Castellamontiana” (dal nome dell’architetto seicentesco Amedeo di Castellamonte, progettista anche della Reggia di Venaria), attualmente pressoché sconosciuta alla cittadinanza e frammentata fra le proprietà di

Città, Cassa Depositi e Prestiti e Fondo di Cartolarizzazione CCT. Uno straordinario spazio di oltre 5000 mq in grado di dare accesso al Teatro e ai Giardini Reali Alti, convergente nella “Rotonda Castellamontiana”, luogo di enorme valore documentale per il quale il MIBACT ha già offerto una

disponibilità di sostegno economico.

 

Nel resto del complesso sono previsti insediamenti di attività orientate alla ricettività temporanea e alle attività culturali, con un importante riferimento al tema della “residenza d’artista” contenuto nella Convenzione stessa, oltre alle funzioni saranno di terziario e servizi alla persona (ASPI). Sono inoltre previsti, nel breve tempo, alcuni importanti lavori di messa in sicurezza di alcune criticità strutturali, come da sollecitazioni della Soprintendenza. In particolare sono in corso di progettazione gli interventi relativi alle parti della “pagliere” danneggiate dall’incendio del 2019 e ai tetti della manica su via Verdi, di fronte all’ingresso dell’Università degli Studi di Torino.

 

Altri lavori in fase di partenza prevedono la ristrutturazione e messa a norma del cosiddetto “Salone delle Guardie” che, una volta reso utilizzabile, sarà sede di attività da parte della cittadinanza nell’alveo delle pratiche dei Beni Comuni, come da indicazioni del Consiglio Comunale e come richiesto con forza dalla cittadinanza che, negli anni scorsi, si è fortemente spesa per la tutela del bene.

Un ulteriore contenuto della Convenzione Quadro va incontro agli usi temporanei, favorendo la possibilità di iniziative di varia natura all’interno della struttura nel periodo che precederà gli ingenti lavori edilizi, di restauro e di messa a norma. Tali lavori, che non per forza partiranno tutti assieme, avranno durate variabili e pertanto gli “usi temporanei” permetteranno di mantenere viva la funzione culturale di quelle parti del complesso già ad oggi utilizzabili.

 

Le intenzioni dell’Amministrazione, pertanto, vanno in direzione di un complesso culturale ampio, diversificato nelle funzioni e negli attori, ma orchestrato dal Comune quale polo di sperimentazione artistica e sede di importanti funzioni culturali. Un luogo importante per la Città e per la cittadinanza, con una importante regìa pubblica e caratterizzata da una forte permeabilità degli spazi. Ulteriore caratteristica che segnerà il futuro della Cavallerizza è la localizzazione sul tracciato della Linea 2 della metropolitana, con una fermata sotterranea nei pressi di corso San Maurizio che darà accesso a tutto il comparto culturale e archeologico centrale, dai Musei Reali alla Cavallerizza Stessa, da Palazzo Madama al Duomo e ai Giardini Archeologici.

Ferrante Aporti: “aggressione alla Polizia Penitenziaria”

Riceviamo e pubblichiamo / “E’ pesante il bilancio dell’ennesima aggressione subita dai poliziotti penitenziari durante lo svolgimento del proprio servizio presso l’istituto Penale per minorenni di Torino”. 

Nella mattinata di lunedì , un detenuto di origine  Tunisine  ristretto presso l’istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino si rifiutava di rientrare nella sua camera detentiva, senza alcun apparente motivo aggrediva violentemente tre agenti i quali sono dovuti ricorrere alle cure del locale Pronto Soccorso riportando contusioni varie con prognosi dai 11 ai sei giorni.

Nei momenti di grande concitazione successivi al drammatico evento, il personale interessato ha riportato alla calma il detenuto ripristinando l’ordine e la sicurezza all’interno del reparto.

Il Si.N.A.P.Pe, augura una prontissima guarigione ai colleghi tristemente coinvolti e si congratula con gli stessi per la professionalità dimostrata.

Pasquale Baiano – segretario Nazionale Giustizia Minorile Si.N.A.P.Pe

La Polfer sgomina la banda di baby rapinatori

La polizia ferroviaria di Torino ha identificato i componenti di una banda considerata responsabile di rapine a bordo dei treni regionali della linea Torino-Savona. Sono sei le misure cautelari emesse, di cui quattro in carcere e per gli altri a piede libero.

Le vittime, in particolare giovani, venivano accerchiate mentre erano sedute nella carrozza; minacciate con coltelli, tubi metallici o bastoni e costrette a consegnare  denaro e gioielli e anche vestiti. Gli investigatori sono stati aiutati nell’indagine dai social network e dalle immagini di videosorveglianza, che hanno ripreso i componenti della banda durante le rapine e mentre fuggivano. I componenti della banda sono 8 magrebini e due italiani, tra i quali tre minori.

Area Covid da 458 posti letto a Torino Esposizioni, i lavori procedono a ritmo serrato

Proseguono al Valentino i lavori per l’allestimento nel V Padiglione di Torino Esposizioni di un’area sanitaria Covid per pazienti a bassa intensità di cura.


La struttura è stata messa a disposizione dal
Comune di Torino, su richiesta dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte e con la collaborazione della Prefettura di Torino.


Ospiterà
55 tensostrutture fornite dalla Croce Rossa, dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Regione attraverso la Protezione civile e la Maxiemergenza 118, che porterà all’interno del Padoglione V il Field Hospital, EMT 2(Emergency medical team), struttura unica in Italia e tra le sole 4 presenti in Europa.

In totale lo spazio accoglierà 458 posti letto che saranno gestiti in forma integrata dalla AOU Città della Salute di Torino e dall’Asl Città di Torino.


In queste ore, dopo le operazioni di pulizia dell’area, proseguono i lavori per l’impianto fognario, idrico, elettrico e di riscaldamento. Ieri  sono arrivati anche i moduli servizi allestiti dalla Protezione civile regionale.

Si sta provvedendo  a tracciare i punti della superficie in cui verranno disposte le singole tende.

La fine dei lavori è in programma intorno al 20 novembre.

Scuole e Covid, la pacifica protesta di Anita, Lisa e Maia

Questa mattina a Torino si è tenuta una manifestazione di protesta a proposito della chiusura delle scuole a causa della pandemia Covid 19.

La protesta ha avuto luogo presso la Scuola media Calvino da parte di due studentesse di seconda media, Anita e Lisa.
Le ragazze, munite di tablet si sono appostate fuori dalla scuola (aperta solo agli studenti di prima media) per seguire le lezioni online.
Un altro episodio identico è avvenuto a pochi metri dalla Calvino, presso il Ginnasio Gioberti, protagonista Maia, altra giovane studentessa che si è piazzata fuori dall’ingresso della scuola per seguire la didattica a distanza.
(Le foto sono di Marco Boscato)

Spara alla moglie e ai due figli gemelli e si uccide

 Alle 5.30 circa, a Carignano, all’interno di una villetta privata, il proprietario 40enne ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco, con una pistola legalmente detenuta, all’indirizzo della moglie, dei due figli minori e del cane sparandosi subito dopo alla testa.

La donna è stata rinvenuta cadavere dai carabinieri che, allertati dai vicini, hanno sfondato la porta, mentre i figli, fratello e sorella,  due gemellini, sono stati trasportati d’urgenza al Regina Margherita  di Torino in gravissime condizioni. Uno dei bimbi è deceduto. La sorellina è gravissima.  Anche l’omicida nonostante la pronta assistenza medica del 118 è morto dopo poco. Sul posto i carabinieri per i rilievi scientifici. Dalle prime notizie sembra che la donna intendesse separarsi dal marito. L’uomo, prima del folle gesto ha chiamato il fratello: “Tra poco non ci sarò più”.

L’assessore: “Nessuna intenzione di offendere medici e infermieri”

«Sono certo che l’indicazione trasmessa dall’Unità di crisi non intendesse in nessun modo offendere o ledere il ruolo dei nostri medici e infermieri.

La Regione Piemonte, infatti, ha attivi in questo momento numerosi bandi per contrattualizzare diverse professionalità sanitarie. Incluso personale medico, che nessuno intende assumere in ruolo infermieristico. L’appello, in un momento di grande emergenza come quello in cui ci troviamo e di carenza di personale, è quello di poter contare il più possibile sul supporto di tutti per ciò che ciascuno può fare, per garantire l’assistenza ai pazienti. Mi spiace se quello che nelle intenzioni dell’Unità di crisi era un semplice appello può aver offeso la sensibilità del nostro personale sanitario, che è eccellente. Ma posso garantire che non ci sarà mai nessun atto da parte dell’Assessorato che possa snaturare la professionalità e le specifiche competenze dei nostri operatori. Come richiesto dalle organizzazioni sindacali a breve sarà predisposta una nota tecnico giuridico strutturata che farà chiarezza ed eviterà ogni equivoco che possa essere insorto».

Cosi l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in merito alle comunicazioni dell’Unità di crisi sull’impiego del personale medico e infermieristico.

Nursing Up: “Migliaia di infermieri infettati in Italia”

Covid, Nursing Up, De Palma: «Ecatombe di infermieri contagiati negli ultimi 30 giorni in Italia. Quasi 7mila professionisti della sanità si sono infettati nell’ultimo mese. La Campania ai primissimi posti con 536 casi suddivisi nei presidi di tutte le province»

Rapporto incrociato ottenuto da una meticolosa combinazione tra i dati dell’Istituto Superiore della Sanità a quelli dell’Inail. Impietosa l’unione delle due cifre, che riscontrano perfettamente i dati forniti dal sindacato nelle ultime settimane: si sono ammalati nell’ultimo mese di emergenza pandemia ben 14.321 operatori sanitari . Oltre 1600 in più solo nelle ultime 24 ore (erano 12.719). L’Inail sostiene che gli infermieri siano, dall’inizio dell’emergenza, quasi il 50 (45,7%) dei contagiati dell’intero comparto sanità. Ma i dati Inail sono aggiornati alla fine della prima emergenza. Nella seconda ondata, la percentuale potrebbe essersi notevolmente innalzata. Numeri allarmanti. In prima linea, contro la morte, ci siamo sempre noi!»

«Dove sono le nuove assunzioni promesse e tanto attese per affrontare una battaglia che oggi sembra decisamente fuori dalla nostra portata? Soprattutto dove sono quei piani strategici di sicurezza e prevenzione che dovrebbero garantire test rapidi ogni 24 ore a tutto il personale sanitario, prima e dopo il servizio, nonché tamponi completi ogni 20 giorni?. Gli infermieri non parlano più, adesso hanno paura, è sempre più difficile farsi raccontare quanto sta accadendo. Soprattutto, secondo nostre fonti, cominciano a scarseggiare spesso anche guanti e disinfettanti. Ma nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente. Ci arrivano alle orecchie storie di nostri infermieri addirittura minacciati riguardo a situazioni di cui, nè noi come sindacato, nè gli organi di stampa, dovremmo venire a conoscenza».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta i dati di un report incrociato che il sindacato ha realizzato nelle ultime ore mettendo insieme le cifre dell’Istituto Superiore della Sanità con quelle dell’Inail.

14.321 gli operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni. Erano 12.719 solo nel giorno precedente. Lo dice proprio l’Istituto Superiore della Sanità. Questo vuol dire che in sole 24 ore abbiamo avuto 1602 casi in più. Inail sostiene che sull’intero comparto sanità, che include medici, fisioterapisti, oss, operatori socio assistenziali, personale non qualificato nei servizi sanitari e di istruzione, gli infermieri sarebbero quasi il 50 cento degli infettati totali, quindi da sempre i più esposti al rischio».

«Non sbagliamo affatto quindi, continua De Palma, indicando in 7mila circa gli infermieri che si sono ammalati solo nell’ultimo mese, cifre abnormi, destinate inesorabilmente a scardinare completamente quelle della prima ondata del Covid.

I nostri referenti territoriali ci raccontano di una Campania allo stremo. 536 infermieri in un mese sono rimasti contagiati. Nella maggior parte dei casi dentro gli ospedali. Là, dove dovrebbero sentirsi al sicuro, vivono il caos di reparti accorpati, di colleghi senza formazione che, provenendo da lunghe esperienze no covid, si trovano letteralmente allo sbaraglio. Per non parlare di strutture che sono diventate in pochi mesi aree covid non avendo alcun requisito per sostenere il peso della trasformazione.

Prima registravamo solo episodi allarmanti nella provincia di Napoli, ora invece a preoccupare sono anche Benevento e Caserta. Nel primo caso abbiamo un dilagare di contagi nelle strutture private, nel secondo ci raccontano di tensostrutture montate all’esterno degli ospedali perchè i reparti covid sono già saturi e gli infermieri sono allo stremo.

Se le istituzioni non si svegliano , non vorremmo dover presto effettuare un nuovo terribile report, che non si limiterà solo al numero di infermieri contagiati », conclude De Palma lasciando chiaramente intendere a cosa si riferisce.

Il Referente del Nursing Up per la stampa  

Alfredo Iannaccone

Scoperte trappole per catturare animali selvatici

Dal Piemonte I Carabinieri Forestali di Mondovì, con il supporto dell’Arma territoriale di San Michele M.vì, hanno nei giorno scorsi individuato, all’interno di una proprietà privata sita nel comune di Bastia M.vì., 3 lacci costituiti da cavi di acciaio con chiusura a cappio, installati lungo una recinzione e finalizzati alla cattura di animali selvatici.


Nei pressi di uno dei congegni era inoltre presente una carcassa di volpe, morta probabilmente in seguito al soffocamento indotto dall’imprigionamento nel laccio stesso.

Nella stessa zona veniva inoltre rinvenuta una trappola a scatto per la cattura di animali selvatici, pronta a scattare e con alcuni bocconi-esca al suo interno per attrarre gli animali. Il proprietario dell’area è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Cuneo per reati di maltrattamento a danno degli animali e di prelievo di fauna selvatica con mezzi non consentiti. Tutti i congegni sono stati sottoposti a sequestro penale.

I mezzi di cattura come quelli rinvenuti a Bastia Mondovì risultano essere vietati in quanto non agiscono selettivamente su una particolare specie e il loro impiego non si può giustificare con la finalità di contenere le specie dannose, poiché qualunque specie può venire catturata. Il codice penale inoltre ha previsto uno specifico articolo (Art. 544 ter C.P.) a tutela del sentimento verso gli animali e la cattura con questi mezzi è considerata vietata in quanto gli animali intrappolati sono sottoposti a sofferenze che conducono alla morte solo dopo molte ore di agonia.