CRONACA- Pagina 145

Controlli Movida, sanzioni per oltre 15mila euro

È di 10 sanzioni il bilancio di una serie di controlli della Polizia Locale avvenuti lo scorso sabato sera e volti a contrastare il fenomeno della “mala movida”.

Le verifiche hanno interessato in modo particolare esercizi pubblici e minimarket sul territorio della Circoscrizione Sette e sono state dirette anche ad accertare il rispetto del divieto di vendite di bevande in vetro e alcolici oltre le 21 nelle aree interessate.

I controlli hanno visto al lavoro personale del Comando Sezione 7° Aurora, dell’Aliquota Pronto Impiego-Radiomobile, del Reparto Operativo Speciale e del Reparto Informativo Sicurezza Integrazione, che hanno operato prevalentemente in borghese.

Obiettivo: verificare il rispetto delle norme del regolamento di polizia urbana negli orari serali e del divieto di vendita di bevande alcoliche e in vetro dopo l’orario consentito nelle aree interessate dall’ordinanza che anticipa alle 21 il limite per la somministrazione da asporto.

Nella zona di Aurora sono stati cinque gli esercizi commerciali sorpresi a violare questa disposizione e multati; altre due attività sono state sorprese a vendere alcol addirittura dopo la mezzanotte e sanzionate.

In zona Santa Giulia gli agenti hanno inoltre verificato in un esercizio una violazione dell’art. 252 del Regolamento d’Igiene e appurato che in un altro locale mancava la valutazione obbligatoria ai sensi del “Regolamento inquinamento acustico”. Sanzione, anche se meno onerosa, anche per la mancata esposizione di una delle tabelle obbligatorie in base all’art. 110 comma 2 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.

Complessivamente durante le verifiche sono state accertate dieci sanzioni, per un importo di oltre 15mila euro.

TORINO CLICK

Ucciso a coltellate in corso Giulio Cesare

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Omicidio nei pressi di Porta Palazzo a Torino. Un uomo sui 30 anni nella sera di mercoledì 30 luglio, è stato ucciso a coltellate in corso Giulio Cesare, all’angolo con Lungo Dora Savona. La vittima è di nazionalità nigeriana, ed è  morta al San Giovanni Bosco, alcune ore dopo il suo arrivo in codice rosso. L’uomo è stato colpito all’altezza del torace e della gola con un’arma da taglio. L’assassino è in fuga. Numerose le liti tra spacciatori nella zona.

Commenta a caldo Patrizia Alessi, capogruppo Fdi alla Cicoscrizione 7, che da tempo denuncia le violenze nel quartiere: “Come detto più volte nella zona di Corso Giulio Cesare tra Porta Palazzo e Corso Novara e vie limitrofe la violenza latente scoppia da un attimo all’altro. In Lungo Dora Savona la situazione da anni è inaccettabile nell’indifferenza della Città. Forse il Sindaco Lo Russo invece di pensare alla trascrizione dei figli con due mamme farebbe bene pensare alle criticità di alcune zone in Aurora. I cittadini da tempo sono spaventati dalla violenza che aleggia nelle strade. Le risse violente sono all’ordine del giorno….e purtroppo non è il primo È ora di dire basta”.

Don Romano Fiandra, il prete capace di sognare

A pochi mesi dalla sua scomparsa, la Valle Grana ricorda don Romano con un documentario sulla sua opera pastorale e sociale

Domenica 3 agosto, dalle 21 alle 23

Villa San Pietro – Monterosso Grana (Cuneo)

“Di don Romano ricordo le liturgie e soprattutto le omelie forti, e se mi è ammesso dire trattandosi di un uomo di chiesa, ‘guerriere’. Ricordo due interviste che gli feci, una a San Pietro di Monterosso Grana, in occitano. Stessa determinazione, stessa forza, stessa capacità di modellare la lingua per esprimere concetti di cui apparentemente, solo apparentemente, la lingua non aveva strumenti e parole per dire. Penso che quest’intervista sia da conservare come un documento importante, non solo linguistico, ma come esempio di un uomo che mai si è arreso, che ha perseguito i propri progetti per il bene della gente con inesauribile coraggio. Quel coraggio che io, ormai vecchio militante occitano e uomo di cinema, vorrei animasse le nuove generazioni”. Così racconta il regista e sceneggiatore cuneese, originario di Sampeyre (San Pèire in piemontese e occitano), Fredo Valla, in un passaggio del documentario “Don Romano Fiandra – La costruzione di un sogno” (regia di Andrea Fantino) che verrà proiettato domenica 3 agostodalle 21 alle 23, a Villa San Pietro di Monterosso Grana in doverosa memoria dell’indimenticato don Romano Fiandra (parroco di San Pietro in Vincoli e di Santa Lucia di Coumboscuro tra il 1974 e il 1982), nel contesto della “Festa patronale” di San Pietro in Vincoli, “Lou Pais senso témp” e dei “Babaciu”, pupazzi di ferro e fieno nati nel 2003 da un’idea di Graziella Menardo.

La visione del documentario è gratuita e fa parte del Progetto “Valle Grana Cultural Village” promosso dai Comuni di Monterosso Grana e Pradleves, finanziato tramite fondi “NextGenerationEU” e gestito dal “Ministero della Cultura” nell’ambito del “PNRR”. In caso di maltempo, la proiezione si terrà in Chiesa a San Pietro o in un locale attiguo.

Don Romano Fiandra, nato nel 1936 nel piccolo Comune di Pietraporzio nella cuneese Valle Stura, figura carismatica e lungimirante, ha lasciato a Monterosso Grana e in tutta la Valle un’impronta indelebile, affrontando soprattutto l’isolamento degli anziani nelle borgate, accogliendoli inizialmente in canonica e poi realizzando il “Pensionato Casa Vittoria” con il supporto della comunità locale, attualmente punto di riferimento per tutta la Valle Grana. Contribuì anche al restauro del Campanile e del Battistero della parrocchiale di San Pietro. Dal 1982, lasciati San Pietro in Vincoli e Santa Lucia di Combouscuro, è stato parroco a Limone Piemonte, fino alla recente scomparsa, avvenuta il 16 febbraio 2025.

Il documentario a lui dedicato è uno dei tre prodotti nell’ambito della ricerca storico-antropologica su alcuni personaggi determinanti nella storia recente della Valle Grana, dopo quelli dedicati ad altre due figure che hanno segnato a fondo la storia, quella più vera e umanamente indimenticabile, della Valle, quali Gianni Dematteis – storico sindaco di Castelmagno – e Margherita (“Margherito” in occitano) Molinengo, donna straordinaria vissuta in solitudine fino a 94 anni nella piccola Borgata di “Colleretto di Monterosso Grana”.

Tre figure che hanno umanamente segnato quella piccola striscia di terra (nella piccola “Occitania d’Italia”) chiusa fra la Valle Maira a nord e la Valle Stura di Demonte a sud, e che resteranno per sempre nei cuori e nella memoria della loro gente quali esempi di grandi “storie di vita”  capaci di indicare i passi giusti, i più sinceri ed onesti, per “traghettare” il futuro.

Racconta ancora Fredo Valla, a proposito dell’amico sacerdote don Romano: “Conobbi don Romano Fiandra negli anni in cui frequentavo Coumboscuro. L’incontro con lui rappresentò per me una piccola rivoluzione. Ero abituato a preti e parroci che nei confronti dell’‘occitano’ (a Coumboscuro si preferiva dire ‘provenzale’) e della nostra cultura avevano (praticavano) un rapporto paternalistico, nostalgico della tradizione, non rivolto al futuro. Incapaci di sognare… don Romano, come un altro grande, don Ruffa, parroco a Blins/Bellino in Val Varaita era ispirato da un sentimento diverso. Grandi comunicatori entrambi, preti volitivi, determinati, pronti a sporcarsi le mani, che vedevano nella tradizione uno scrigno di sapienze da conservare e da quelle ripartire per la rinascita di una lingua e di un popolo che al loro tempo (gli anni Sessanta) parevano destinati a scomparire in quel rinnovamento epocale che fu lo sviluppo industriale dell’Italia”. Che anche per la Valle portò certo ad una micro-migrazione, che, toccò i luoghi di don Romano e don Ruffa. Ma, forse, alla fin fine, senza troppo infierire. E senza disperderne i primitivi caratteri. Quest’è certo.

Per ulteriori info: “Associazione La Cevitou/Ecomuseo Terra del Castelmagno”; tel. 329/4286890

G.m.

Nelle foto: don Romano Fiandra e Anfiteatro a San Pietro in Vincoli, luogo di aggregazione e convivialità

Chieri, roditori falso problema

“Chieri non è Hamelin, non c’è nessuna emergenza roditori. Quanto segnalato nella zona di via Massa e via Gualderia è una situazione circoscritta, forse collegata al violento temporale della scorsa settimana. Peraltro, sul territorio di Chieri sono attivi numerosi cantieri che interessano il sottosuolo, in particolare quelli di Italgas e Smat, e non risultano essersi verificate criticità analoghe. Quando Open Fiber ci ha segnalato il problema, nel tardo pomeriggio di giovedì 24 luglio, gli uffici comunali si sono immediatamente attivati e hanno contattato la ditta incaricata della derattizzazione. La quale, pur non riscontrando presenza di roditori nei pozzetti d’ispezione, ha posizionato diverse esche. Open Fiber ci ha assicurato che entro breve risolverà il disservizio. Capita in ogni città d’Italia e del mondo che i topi possano danneggiare i cavi della fibra ottica. Può capitare anche a Chieri. Dove non ci sono invasioni di orde di ratti e non è necessario arruolare pifferai magici». Così il Comune in una nota.

Ragazzo rapinato del telefono alla fermata del bus

IN LARGO GIACHINO

Un cittadino marocchino di vent’anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato per rapina ai danni di un ragazzo.

Nella mattinata di mercoledì, personale della Squadra Mobile notava, nei pressi di una fermata del bus in largo Giachino, “un parapiglia” tra due giovani.

In particolare, un ragazzo stava tentando di recuperare il proprio telefono da un soggetto magrebino che si era dato alla fuga dopo averglielo strappato con forza.

I poliziotti  fermavano in via Casteldelfino il giovane, che veniva trovato in possesso del cellulare appena sottratto, subito restituito al proprietario. Il ventenne aveva con sé un secondo telefono del quale non sapeva dare valida spiegazione circa la legittima provenienza, motivo per cui veniva denunciato, in stato di libertà, per ricettazione.

La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto.

Con lo sguardo all’insù, sotto i portici di via Po, per gli 80 anni di Tuttosport

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Con lo sguardo all’insù, sotto i portici di via Po, per gli 80 anni di Tuttosport: la testata tutta torinese fondata dal giornalista Renato Casalbore.

Il giornale  ha documentato imprese epiche, celebrato campioni e raccontato sconfitte, rinascite e tanto altro ancora in ben otto decenni.

Tra i direttori, oltre a Casalbore che perì nella tragedia di Superga con la squadra del Grande Torino: Carlo Bergoglio, Antonio Ghirelli, Giglio Panza, Gianpaolo Ormezzano, Pier Cesare Baretti, Piero Dardanello, Franco Colombo, Xavier Jacobelli e Gianni Minà.

Igino Macagno

Salute e sociale: approvato il Piano Socio Sanitario della Regione Piemonte

La Giunta regionale ha dato il via libera al nuovo Piano Socio Sanitario del Piemonte, il documento strategico che guiderà la programmazione della sanità piemontese nei prossimi anni, definendone priorità, risorse e azioni 

«Si tratta di un momento storico, perché da tanti anni mancava una programmazione capace di guardare al futuro della sanità piemontese in modo strutturato – spiega il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – Per la prima volta abbiamo uno strumento che non si limita all’emergenza o all’improvvisazione, ma costruisce una visione solida e duratura. Una visione che tiene insieme l’edilizia sanitaria e l’evoluzione di un sistema che oggi non è più soltanto sanitario, ma socio-sanitario. L’introduzione di figura nuova – quella del direttore socio-sanitario nelle aziende sanitarie – rappresenta infatti l’ossatura del cambiamento. È il segno tangibile di quell’integrazione – tra salute e sociale, tra ospedale e territorio – di cui per anni si è parlato ma che non era mai stata realmente calata a terra. L’approvazione del piano rappresenta un altro tassello degli impegni del primo anno di legislatura che abbiamo portato a termine e che mettiamo a disposizione del nostro Piemonte. E credo, con franchezza, che sia uno dei più importanti».

L’assessore alla Sanità Federico Riboldi sottolinea come questo piano rappresenti una svolta decisiva:
«Con il nuovo Piano Socio Sanitario imprimiamo un’accelerazione al processo di cambiamento della sanità regionale. Ora è scritto nero su bianco l’obiettivo principale del nostro agire quotidiano: il ritorno nell’alveo della sanità pubblica di tutti quei cittadini che oggi, per motivi economici, logistici e lunghi tempi d’attesa, rinunciano alle cure sanitarie, perché la sanità o è universale o non è! Nei prossimi giorni proseguiremo nell’iter di approvazione definitiva per poter dare quanto prima ai cittadini piemontesi il nuovo Piano Socio Sanitario del Piemonte».

Il piano introduce numerose novità nell’ambito sanitario:

  • Istituzione dei Tavoli di Lavoro per specifiche patologie, in ottica di confronto costante con cittadini e associazioni.

  • Riorganizzazione della medicina territoriale con nuove strutture e con la nuova figura del “Direttore Sociosanitario”.

  • Attivazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali come nuovo modello per la medicina generale.

  • Nascita del “Corpo Logistico Sanitario Piemontese” per facilitare l’accesso alle cure.

  • Introduzione del “Responsabile Operativo degli Ambienti Sanitari” per umanizzare le strutture sanitarie.

  • Avvio del più grande Piano di edilizia sanitaria mai realizzato in Piemonte.

  • Nuovo CUP integrato con l’intelligenza artificiale.

  • Coordinamento per la candidatura di nuovi IRCCS pubblici, per contrastare la mobilità sanitaria.

  • Razionalizzazione delle spese improduttive a favore delle attività cliniche.

  • Lancio dell’APP Piemonte in Salute per facilitare l’accesso ai servizi.

  • Estensione degli screening neonatali, diagnosi precoce del diabete di tipo 1 e della celiachia nei bambini.

  • Potenziamento della salute mentale: presa in carico precoce, interventi preventivi, Consulta per la Salute Mentale, adozione del Budget di Salute.

  • Nuove misure per i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.

  • Odontoiatria solidale per le fasce più fragili.

  • Ampliamento degli screening neonatali ai test disponibili in commercio.

Anche la componente sociale del piano viene profondamente rinnovata, come evidenziato dall’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone:
«Abbiamo fissato l’obiettivo ambizioso di rendere sociale la sanità, mettendo al centro del piano i bisogni di chi finora è sempre stato dimenticato dalle istituzioni. I bambini che non nascono per mancanza di sostegno alle famiglie, i caregiver che faticano ad assistere i propri cari senza i contributi necessari, i malati cronici costretti a piegare i propri bisogni particolari alle procedure comuni, i disabili condannati a destreggiarsi tra le burocrazie di diverse istituzioni, chi soffre di malattie rare sacrificato dal numero limitato di casi, gli anziani che possono restare in salute solo con le corrette azioni di prevenzione. Abbiamo segnato la rotta per dare risposte efficaci a tutte queste fragilità sottraendole una volta per tutte al cono d’ombra di indifferenza».

Tra le principali novità sul fronte sociale:

  • Investimenti strutturali per i caregiver familiari: 5 milioni di euro annui, che pongono il Piemonte tra le prime tre regioni italiane per sostegno alle famiglie.

  • Conferma del Fondo Vita Nascente e lancio del Buono Vesta da 30 milioni di euro destinato alle famiglie con figli 0-6 anni.

  • Copertura dei costi dei parafarmaci per pazienti fragili con malattie rare attraverso risorse extra Lea.

  • Revisione della normativa per le strutture residenziali (anziani, disabili, minori, tossicodipendenti), per adeguare requisiti e prestazioni ai bisogni attuali.

  • Integrazione tra servizi sanitari e sociali, con percorsi condivisi tra ASL, Comuni e Terzo Settore, e creazione di équipe multidisciplinari.

  • Introduzione di una convenzione regionale unica tra ASL e Enti Gestori.

  • Presa in carico nella transizione minore-adulto per le persone con disabilità.

  • Allineamento dei servizi sanitari penitenziari con il modello territoriale.

  • Promozione di percorsi di invecchiamento attivo e salute preventiva.

In conclusione, gli assessori Riboldi e Marrone sottolineano il metodo innovativo adottato:
«Abbiamo deciso di riscrivere integralmente la carta d’identità socio-sanitaria piemontese – spiegano – e, per la prima volta nella storia della nostra Regione, è stato fatto insieme alle associazioni di pazienti, ai professionisti sanitari, alle organizzazioni sindacali e alle istituzioni locali; che saranno nuovamente coinvolte per la presentazione del testo approvato dalla Giunta».

A Palazzo Civico la registrazione di quattro figli di coppie omogenitoriali

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Si chiamano Lorenzo, Rebecca, Elia e Cecilia. Sono figli di altrettante coppie di mamme che oggi nella Sala Congregazioni di Palazzo Civico hanno firmato insieme al sindaco Stefano Lo Russo il documento per il loro riconoscimento anagrafico come figli di una coppia omogenitoriale.

Per la Città di Torino sono le prime registrazioni dopo la sentenza della Corte costituzionale sulle famiglie arcobaleno dello scorso maggio, che ha riconosciuto a entrambe le madri il diritto di registrate alla nascita figli nati in Italia a seguito di procreazione medicalmente assistita fatta all’estero.

I bambini, che hanno da pochi mesi all’anno di età, erano già stati registrati anagraficamente dalla madre biologica e il documento siglato oggi ha permesso di recepire come genitore anche la madre intenzionale. Da ora in avanti si procederà con la registrazione alla nascita, che potrà avvenire nelle sedi anagrafiche di fronte ai funzionari incaricati, così come avviene per i figli delle coppie eterosessuali.

“È una grande giornata – ha commentato il sindaco Lo Russo – perché finalmente anche i bambini delle coppie omogenitoriali hanno gli stessi diritti degli altri. Abbiamo registrato simbolicamente gli atti qui a Palazzo Civico ma d’ora in avanti sarà possibile farlo in tutti gli uffici anagrafici. in virtù di questa fondamentale sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto fare un passo in avanti al nostro Paese in tema di diritti. Il prossimo passo dovrà essere quello del vedere riconosciuto il matrimonio egualitario”.

Presente anche l’assessore ai Diritti, Jacopo Rosatelli che ha ringraziato le famiglie presenti e le associazioni che le hanno supportate in questo percorso: “è stata una fatica, ma la vostra lotta e la vostra testimonianza sono qui a suggellare oggi un momento importantissimo, che vede riconosciuti i vostri diritti e quelli delle vostre bambine e dei vostri bambini”

TORINO CLICK

Finisce in un canale, motociclista muore sul colpo

Ieri, verso le 22, sulla strada provinciale 156 tra Savigliano e Costigliole Saluzzo, è morto un 52enne a bordo di  moto Kawasaki Z800. Il motociclista è uscito di strada ed è finito in un canale. L’uomo è deceduto sul colpo.

Mafia, arrestato un ricercato

Personale della Polizia di Stato ha eseguito un ordine di carcerazione a carico di un quarantaseienne cittadino italiano.

Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – ufficio Esecuzioni Penali, è stato eseguito a Carignano dalla Squadra Mobile di Torino. L’uomo era stato condannato in via definitiva a 8 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, per condotte commesse dal 2014 in poi, in relazione alla partecipazione associativa ai mandamenti di Belmonte Mezzagno e Misilmeri, come emerso nell’operazione “Cassandra” del maggio 2020 quando furono eseguite, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, 6 custodie cautelari in carcere e due ai domiciliari. Complessivamente nell’operazione furono coinvolte 25 persone alcune delle quali già coinvolte nell’operazione “Cupola 2.0” del 2018.