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Le ambulanze di Fondazione Crt per la Protezione civile

Fondazione CRT ha destinato 20 ambulanze e mezzi per la Protezione Civile alla provincia di Torino: si tratta di 15 pick up e veicoli, assegnati nell’ambito del bando “Mezzi per la Protezione Civile”, e 5 ambulanze, completamente attrezzate, in funzione grazie al piano straordinario messo in campo da Fondazione CRT per far fronte all’emergenza coronavirus.

Le autoambulanze sono state richieste dalla Croce Verde Torino, Croce Verde Pinerolo, Croce Verde Rivoli, Croce Rossa Italiana Torino e Croce Rossa Italiana Ivrea, mentre i mezzi per la Protezione Civile andranno alla Croce Rossa Italiana Comitato Locale di Bardonecchia, AIB Anti Incendi Boschivi di Bussoleno, di Caprie, di Chianocco, di Novalesa Moncenisio, di Piverone, di S. Secondo di Pinerolo, di Venaus, i Comuni di Cuorgnè e di Foglizzo, Giubbe Verdi Moncalieri, ANA Associazione Nazionale Alpini Sezione Valsusa, Coordinamento Protezione Civile ANC Associazione Nazionale Carabinieri Regione Piemonte, Associazione Nazionale Agriambiente Torino, Croce Verde Villastellone.

Fondazione CRT ha destinato finora 3 milioni di euro per l’acquisto di nuove ambulanzemezzi e attrezzature ospedaliere, e sostiene il ponte aereo della filantropia italo-cinese per il trasporto e la consegna di materiali medico-sanitari urgenti, difficili da reperire non solo in Italia, ma anche sul mercato internazionale. Fondazione CRT, inoltre, ha offerto alla città e alla Regione una parte delle OGR di Torino per l’apertura dell’ospedale temporaneo da un centinaio di posti letto per pazienti di lieve e media entità.

Rapine a donne anziane, arrestato l'”incubo di San Salvario”

Era diventato l’incubo dei residenti del quartiere San Salvario, i carabinieri sono riusciti a fermare e arrestare un rapinatore seriale, ritenuto responsabile di 2 furti con strappo e 5 rapine a donne anziane, qualcuna con disabilità.

Agiva di sera e sceglieva sempre donne anziane e le aggrediva in strada alle spalle per non essere riconosciuto.
Erano arrivate diverse segnalazioni e denunce da parte dei residenti preoccupati per la presenza di un rapinatore seriale nel quartiere.
Sono stati di conseguenza intensificati i servizi preventivi e di controllo del territorio per prevenire furti e rapine. I carabinieri della compagnia San Carlo, in divisa e  in borghese, hanno monitorato il centro e il quartiere San Salvario.
Le indagini hanno consentito di acquisire gravi e convergenti indizi di colpevolezza a carico di un brasiliano di 24 anni, residente ad Asti, grazie anche all’analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona e alle testimonianze di alcuni testimoni.
L’attività ha permesso di individuare, fermare e arrestare il rapinatore in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Torino- perché ritenuto responsabile di rapina, furto aggravato e lesioni.
L’uomo è ritenuto responsabile di 2 furti con strappo e 5 rapine, avvenuti nel quartiere San Salvario, tra il 6 e il 13 gennaio di quest’anno.
In alcuni casi le donne sono state costrette a ricorrere alle cure mediche.

Mascherine illegali: scoperto giro d’affari per oltre 5 milioni di euro

 Sequestrati anche i medicinali arrivati in “aiuto” dalla Cina, nascosti in un magazzino di una società Alessandrina. Sequestrate oltre 40 carte di credito utilizzate per le attività illegali.

Dovevano servire per aiutare la popolazione italiana durante l’emergenza Coronavirus. Invece, centinaia di Medicinali arrivati dalla Cina erano nascosti nei magazzini di una società piemontese.

È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di migliaia tra mascherine e medicinali.

Una vera e propria “montagna” di dispositivi medici non conformi tutti importati illecitamente e successivamente commercializzati in tutta Italia.

La base a Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, dove aveva sede la società per azioni, amministrata da un cittadino cinese cinquantacinquenne, Z.Y. le sue iniziali residente nel capoluogo piemontese, dominus del sistema truffaldino. La sua società si ramificava su buona parte del territorio nazionale grazie anche alle quattro unità locali di Novi Ligure (AL), Cessalto (TV), Rozzano (MI) e Rignano sull’Arno (FI), tutte da poco perquisite dai Finanzieri.

Due gli imprenditori cinesi denunciati dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino che hanno condotto le indagini coordinati dalla locale Procura della Repubblica.  I due, in concorso tra loro, hanno introdotto illecitamente in Italia containers di mascherine protettive (tipo FFP2 e/o chirurgiche) approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione dell’epidemia da COVID 19.

Ed è proprio nei magazzini della società di Novi Ligure, nell’Alessandrino, che i Finanzieri hanno scoperto come dietro la rivendita di capi d’abbigliamento di lusso acquistati all’Outlet di Serravalle Scrivia (AL), si celava un deposito, all’interno del quale venivano occultate le mascherine importate illegalmente.

Qua, oltre ai dispositivi medici, 130.000 mascherine, sono state rinvenute una quarantina di carte di credito, “Gold” e “Platinum”, di diversi istituti di credito, carte queste ultime, utilizzate per l’attività illegale.

L’aspetto più grave della vicenda il ritrovamento, sempre presso la società alessandrina, gestita da P.C., trentaduenne residente a Novi Ligure, di centinaia di confezioni di medicinali utili al contrasto della diffusione epidemiologica; tutti i farmaci erano destinati alla popolazione italiana nell’ambito del progetto “Anti-Epidemic Supplies from Zhejiang to Italy”.

Sono ancora in corso le indagini dei Finanzieri per rintracciare l’amministratore dell’azienda torinese che frettolosamente ha fatto perdere le proprie tracce rifugiandosi in Cina ma anche per accertare le cause per le quali il materiale si trovasse nascosto nel magazzino dei “contrabbandieri” e non messo a disposizione dei servizi assistenziali italiani ai quali erano in origine destinati.

Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Torino hanno appurato un giro d’affari illegale di oltre 5.000.000 di euro: in tre mesi poche fatture d’acquisto ed un “fiume” di fatture di vendita, questo è il quadro d’insieme che le indagini hanno tristemente cristallizzato e che hanno “foraggiato” sistemi speculativi.

Lo “score” dell’operazione è di rilievo, soprattutto perché, oltre ad evitare che il flusso commerciale finale fosse dirottato su speculatori economici, l’enorme quantitativo di “mascherine”, circa 600.000, sarà destinato, grazie ai provvedimenti di requisizione del delegato dal Commissario per l’Emergenza Covid-19 sul territorio piemontese, agli Enti pubblici e/o assistenziali maggiormente in crisi in questo momento.

Le indagini sono ancora in corso e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino si raccomanda di porre la massima attenzione nell’acquisto dei dispositivi di protezione individuale; in questi giorni numerose aziende italiane hanno avviato delle produzioni lecite a prezzi concorrenziali che potranno garantire loro una ripartenza per il post emergenza.

 

(foto archivio)

Mascherine, la Regione: “Consegnato il 50 per cento del totale a Torino. Distribuzione in corso”

Prosegue la distribuzione delle mascherine della Regione Piemonte a tutti i Comuni piemontesi. Si è completata – scrive la Regione in una nota – la fornitura di tutti i comuni sotto i 3000 abitanti, mentre agli altri è stata consegnata una prima tranche.

In particolare, per quanto riguarda Torino, è stato consegnato il 50% delle mascherine previste condividendo con l’amministrazione comunale l’opportunità di non ingolfare la macchina distributiva ma di procedere con gradualità. Fin dall’inizio è stato infatti ritenuto opportuno non temporeggiare aspettando la produzione complessiva dei 5 milioni di dispositivi, ma si è scelto di procedere con tranches di consegne successive man mano che erano pronte.

A domenica 10 maggio, è stata coperta la metà del fabbisogno cittadino. Rispetto al timing iniziale si registra uno scarto di due giorni, dovuto alla tempistica di produzione. «Il dialogo tra la Regione Piemonte e il Comune di Torino è sempre stato costante sul tema mascherine – sottolinea l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – la collaborazione si è rivelata proficua ed in queste ultime settimane condivideremo anche gli ulteriori passaggi relativi al completamento delle consegne. La scelta di distribuzione capillare comporta maggiori oneri e dilazioni temporali, ma è certamente la più precisa. Ricordiamo che le mascherine “sociali” sono gratuite e utilizzabili più volte seguendo le istruzioni allegate ad ogni pezzo».

Torino, 67 detenuti positivi al covid 19

La relazione della vicesindaca Schellino in Sala Rossa / Il Consiglio comunale ha discusso nella seduta di ieri pomeriggio l’interpellanza generale sul tema della gestione della pandemia negli istituti penali cittadini; la questione è stata posta da tredici consiglieri comunali di minoranza (primo firmatario, Francesco Tresso). 

Per la Giunta è intervenuta la vicesindaca Sonia Schellino: “dalle informazioni pervenute dalla Direzione Penitenziaria sono risultati 46 detenuti ‘positivi’ al Coronavirus all’interno della Casa Circondariale; a seconda dei casi, sono stati predisposti isolamenti in camera di detenzione ed è stato dedicato un padiglione unico (E) per garantire spazi adeguati alle cure. Il padiglione D è usato invece per isolamenti sanitari dei soggetti asintomatici. Alla data del 5 maggio non risultavano ulteriori casi di positività. Per garantire la migliore assistenza sanitaria è previsto il passaggio quotidiano per le visite da parte di un infettivologo.

Secondo quanto comunicato dal dottor Minervini risulta un dato storico di 67 detenuti positivi al Covid19, di cui 13 presenti nella struttura. Riguardo il personale di polizia penitenziaria sono dieci le unità risultate positive al Coronavirus su 742 unità in servizio.

La vicesindaca ha ricordato che Il Comune ha un ruolo di ascolto riguardo al tema. La Garante dei diritti delle persone private della libertà di Torino, Monica Gallo, ad aprile aveva relazionato alla Città riguardo le possibili criticità di cui era venuta a conoscenza. L’Amministrazione comunale ha promosso la trattazione dei rilievi della Garante presso il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

La vicesindaca ha riepilogato le ulteriori informazioni pervenute da Minervini per garantire le migliori condizioni di sicurezza nella Casa circondariale al fine di aumentare il livello di prevenzione al contagio; le misure sono attive a partire dal 25 febbraio. La Città ha dato la propria disponibilità per reperire soluzioni abitative e percorsi a bassa valenza assistenziale a sei donne minorenni, pur sapendo che la copertura finanziaria garantita è di soli sei mesi e che la Città dovrò farsi carico della prosecuzione nei mesi successivi.

Riguardo il Ferrante Aporti, Schellino ha detto che al momento non sono rilevate criticità sanitarie riguardo l’emergenza sanitaria in atto; sono state interrotte le attività scolastiche, poi riprese con la formazione a distanza.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Francesco Tresso (Lista civica per Torino) Sono contento che la situazione sia in miglioramento. Il fatto che si sia richiesto l’intervento a Medici senza Frontiere testimonia quanto la situazione fosse grave e quanto fossero fondate le nostre richieste di avere informazioni, già da settimane. E’ vero che la Città non ha competenza diretta sulla gestione dell’emergenza sanitaria in carcere ma la Città avrebbe potuto avere un ruolo propositivo, suggerendo dove allocare alcune persone, considerato che attorno alla struttura ruotano circa tremila persone.

Eleonora Artesio (La Sinistra) Ricordo come in occasione di alcune conferenze stampa il carcere sia stato considerato da questa Amministrazione un quartiere di Torino. Deve essere considerato tale anche quando si è chiamati a condividere questioni dolorose. La Città si è mossa in ritardo ignorando le potenzialità che avrebbe potuto attivare per intervenire sulla riduzione del sovraffollamento. La Città è stata attenta ad essere minimamente coinvolta.

La vicesindaca  Schellino ha replicato riguardo la dinamica del servizio di assistenza alle sei donne minorenni, motivando la scelta di sostenere un progetto in sintonia con le caratteristiche del servizio garantito dalla Città, senza lasciare delle persone prive di un percorso anche oltre il limite dei sei mesi del finanziamento nazionale.

(dall’ufficio stampa di Palazzo Civico)

Incentivi sui monopattini, la Regione: “Il Governo esclude tre milioni di piemontesi”

A oggi soltanto 6 comuni piemontesi su 1.181 potranno usufruire dell’incentivo di 500 euro previsto dal governo per l’acquisto di biciclette o mezzi di mobilità alternativi all’auto

Il provvedimento in discussione in queste ore prevede, afferma una nota della Regione, l’assegnazione dell’incentivo soltanto per i comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti che escluderebbe tre capoluoghi: Vercelli Verbania e Biella.

«L’intenzione del governo di promuovere la mobilità alternativa per evitare assembramenti sui mezzi pubblici – osserva l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati – può essere lodevole, ma il criterio di assegnazione del bonus ai Comuni con popolazione al di sopra dei 50.000 abitanti non ha senso, ed è il segnale di un Governo che ormai assume decisioni approssimative e superficiali creando cittadini di serie A e serie B, e che in questo caso tagliano fuori più di 3 milioni di piemontesi».

In regione soltanto Torino Alessandria Novara Asti Moncalieri e Cuneo hanno una popolazione sopra ai 50.000 abitanti.

Coronavirus, oltre 8700 guariti. Altre 33 vittime e 111 contagi

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 17 di lunedì 11 maggio

8.731 PAZIENTI GUARITI E 3.307 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 8.731 (+216 rispetto a ieri): 635 (+2) in provincia di Alessandria, 364 (+7) in provincia di Asti, 454 (+2) in provincia di Biella, 949 (+11) in provincia di Cuneo, 773 (+6) in provincia di Novara, 4.625 (+167) in provincia di Torino, 390 (+15) in provincia di Vercelli, 461 (+6) nel Verbano-Cusio-Ossola, 80 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 3.307 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.400

Sono 33 i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 7 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.400 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 598 Alessandria, 204 Asti, 167 Biella, 295 Cuneo, 294 Novara, 1.519 Torino, 170 Vercelli, 120 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 28.776 (+111 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.732 in provincia di Alessandria, 1.685 in provincia di Asti, 1.015 in provincia di Biella, 2.646 in provincia di Cuneo, 2.481 in provincia di Novara, 14.560 in provincia di Torino, 1.200 in provincia di Vercelli, 1.093 nel Verbano-Cusio-Ossola, 252 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 112 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 135 (-2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.021 (-3 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 11.182

I tamponi diagnostici finora processati sono 213.783, di cui 118.378 risultati negativi.

Mascherine a Torino, la situazione della distribuzione

Nella seduta di oggi  del Consiglio Comunale di Torino, in Sala Rossa è intervenuto l’assessore Alberto Unia  che ha fatto  comunicazioni sullo “stato dell’arte della distribuzione delle mascherine ai torinesi che l’Amministrazione ha scelto di far distribuire dagli amministratori di condominio”, così come richiesto dal capogruppo PD Stefano Lo Russo.

Nel suo intervento, l’assessore Unia ha ringraziato il consigliere per avergli dato la possibilità di fare ulteriore chiarezza sulle modalità di distribuzione delle mascherine.

La consegna – ha spiegato – è articolata in due fasi: la prima sta avvenendo con l’intermediazione degli amministrazioni di condominio, la seconda avverrà tramite dipendenti della Città e volontari.

Dal 4 maggio – ha detto – la Città ha iniziato le operazioni per distribuire le prime 176mila mascherine acquistate dalla Regione Piemonte tramite gli amministratori di condominio, che attraverso il portale web Torino Facile hanno potuto prenotare il ritiro presso le sedi delle Circoscrizioni, dal lunedì avenerdì dalle ore 9 alle 16.30.

Non ci sono costi per la città – ha chiarito Unia – dato che gli amministratori operano a titolo volontario.

Ha quindi spiegato che altre mascherine sono arrivate oggi dalla Regione: per queste da domani inizierà la distribuzione agli amministratori di condominio, ai quali – ha precisato – non è imputabile alcun ritardo.

In totale – ha concluso – alla Città sono arrivate sinora 472mila mascherine.

IL DIBATTITO A PALAZZO CIVICO

Stefano Lo Russo (PD): Certamente gli amministratori di condominio non sono colpevoli dei ritardi: è la logistica del Comune di Torino che è stata inefficace. C’è stata un’enorme sottovalutazione. La modalità di distribuzione non ha funzionato, tant’è che oggi la stragrande maggioranza dei torinesi non ha la mascherina. Sarebbe stato meglio incaricare le farmacie, utilizzando la tessera sanitaria. In che data ce l’avranno finalmente tutti?

Francesco Tresso (Lista civica per Torino): Non tutto ha funzionato bene, come aveva promesso l’assessore Unia una settimana fa. L’operazione è stata condotta male, sin dall’inizio, dalla Regione Piemonte, in modo demagogico. Non ci sono monitoraggio, né profilatura dei bisogni e serviva una comunicazione più efficace. Credo ci sarebbero potuti usare metodi migliori, ad esempio utilizzando le tessere sanitarie. Mi auguro si possa sopperire al più presto alle attuali lacune amministrative.

Raffaele Petrarulo (Lista civica Sicurezza e Legalità): La Città è partita in ritardo con la distribuzione: occorreva una concertazione tra la Regione Piemonte e il Comune. E chi e come controlla che tutti abbiano ottenuto le mascherine?

Deborah Montalbano (DemA): Molti amministratori di condominio hanno tentato di prenotare il ritiro delle mascherine attraverso la procedura on line, ma hanno trovato le prenotazioni bloccate. Perché?

Silvio Magliano (Moderati): Non entro nel merito della gestione da parte della Regione Piemonte, che sul tema ha fatto uno spot elettorale, riversando poi le problematiche sulle Amministrazioni locali. E ancora oggi ci sono problemi sulle mascherine, a cominciare dalla questione dell’Iva. Si potevano usare farmacie, poste, associazioni di volontariato e parrocchie per la distribuzione, ma ora vorrei comunque capire come forniremo mascherine ai cittadini più in difficoltà, soprattutto persone anziane e con disabilità.

Federico Mensio (M5S): Bisognerebbe rivolgersi alla Regione Piemonte per conoscere numeri, modalità di produzione e tempistiche di consegna delle mascherine. La Città ha distribuito tutte le mascherine che ha ricevuto e non vedo come avrebbe potuto operare meglio. L’onere non sarebbe stato sostenibile per le farmacie e il primo lotto di mascherine ricevuto non sarebbe comunque bastato a rifornirle tutte. Ringrazio l’Anaci e le altre associazioni per l’ottimo lavoro svolto.

Aldo Curatella (Misto di Minoranza): Non entro nel merito di chi sia la colpa sui ritardi, ma la Città quando ha iniziato a programmare la distribuzione, almeno alla popolazione più fragile? La necessità di farlo si conosceva già molto prima del 4 maggio, almeno un mese e mezzo prima! La Città ha aspettato la Regione Piemonte?

Al termine del dibattito, è intervenuto per una breve replica l’assessore Unia, che ha ribadito che non ci sono stati ritardi da parte della Città nelle distribuzione delle mascherine. Sono state consegnate tutte le 176mila mascherine ricevute fino a venerdì scorso: “Il meccanismo ha funzionato benissimo e la situazione è sotto controllo” – ha affermato. Termineremo la distribuzione – ha concluso – quando avremo tutte le mascherine dalla Regione.

(dall’ufficio stampa di Palazzo Civico)

Gli infermieri: “Ecco come migliorare la sanità territoriale”

Riceviamo dal sindacato Nursind e pubblichiamo / “Abbiamo redatto e inviato un documento. in allegato, su invito della Commissione istituita con DGR 1-1252, guidata dall’ex ministro della sanità Ferruccio Fazio, istituita per formulare proposte finalizzate al miglioramento dell’ assistenza territoriale piemontese post covid19”

Ovviamente la ricostruzione di un sistema che ha impiegato quasi venticinque anni per essere smantellato non può essere affidata a poche pagine.

Un analisi non può non partire da tutti quei servizi azzerati perché ritenuti inutili in favore di centralizzazioni dissennate: Parliamo dei consultori pediatrici, di ostetricia e ginecologia, dei poliambulatori specialistici, dei centri di salute mentale, degli sportelli di supporto e di ascolto; vere e proprie strutture di eccellenza e prevenzione e punti di riferimento di interi quartieri in passato come anche la chiusura o il depotenziamento degli ospedali periferici che ha fortemente influito su questo tracollo.

I dati in nostro possesso per esaminare la qualità delle prestazioni rese dal servizio delle cure primarie negli anni precedenti, provengono dal Sistema di Emergenza Sanitaria Territoriale che rappresentano il termometro sociale del disagio sul territorio. È facilmente verificabile attraverso il riascolto telefonico a campione delle richieste, che in epoca pre-emergenziale, poco meno di tre chiamate su quattro pervenute alla Centrale Operativa 118 di Torino, non erano di pertinenza del sistema di soccorso;

Il dispositivo di risposta territoriale non è solo carente di medici, ma anche di quei professionisti che potrebbero garantire efficienza all’intera macchina. Il dispositivo di risposta territoriale non può basarsi sull’esclusiva figura del medico di medicina generale; un massimalista richiederebbe tre vite per seguire tutti i suoi assistiti. È necessario un cambiamento di paradigma, incardinato non più sulle mere prestazioni cliniche, ma sugli obiettivi di salute perseguiti da equipe multidisciplinari, coordinate da una Centrale Operativa.

Lo sconvolgimento sanitario e sociale causato dall’emergenza COVID ha evidenziato da più parti la necessità di un radicale cambio di rotta nell’organizzazione delle cure e dell’assistenza primaria. Appaiono evidenti le peculiarità e le caratteristiche di un tessuto umano che richiede un’organizzazione multidisciplinare e soprattutto coordinata.

Nel 2016 il Ministero della Salute ha emanato le linee di indirizzo sui criteri e le modalità di attivazione del numero europeo armonizzato a valenza sociale 116117, destinandolo al servizio di Guardia Medica non urgente. Questa misura è rimasta solo sulla carta, eppure avrebbe connesso la medicina generale sul territorio, Il numero 116117 farebbe capo ad una vera e propria centrale operativa, che per essere definita tale, dovrebbe disporre di risorse impiegabili, ma questo può avvenire solo attraverso una vera integrazione tra i servizi, interconnettendo tutte le competenze richieste.

Aggregazioni Funzionali Territoriali, coordinate dal 116117 opportunamente presidiato da professionisti, sarebbero state il primo argine contro l’epidemia, coordinando i percorsi e la continuità assistenziale.

La contrapposizione tra le cure primarie e quelle ospedaliere ha completamente fallito;

La figura dell’infermiere di famiglia e di comunità inoltre, raccomandata dall’OMS, stenta ad affermarsi nonostante una Delibera regionale che ne istituzionalizza l’esistenza.

Senza infermieri non sarà possibile riformare nulla

Francesco Coppolella

segretario regionale del NurSind

Prima fugge dalla Polizia e poi cerca di corrompere gli agenti

Pusher arrestato dagli agenti del Commissariato Barriera Milano
Giovedì pomeriggio, gli agenti del Commissariato Barriera Milano fermano per un
controllo un cittadino italiano che poco prima era entrato in uno stabile di via Luini,
rimanendo all’interno una decina di minuti. L’uomo viene trovato in possesso di due
ovuli contenenti eroina e cocaina. Gli agenti risalgono poi al venditore un pusher
gabonese di 24 anni che vive nello stabile di via Luini
Quando gli agenti vanno a casa dello straniero, prima che accedano, il
ventiquattrenne si dà alla fuga lanciandosi nel vuoto dal balcone della cucina,
ubicato al secondo piano, atterrando sulla soletta dei garage in cortile. Qui viene
raggiunto e soccorso da altri poliziotti che si erano recati in cortile. Il salto procura
all’uomo delle lesioni agli arti inferiori. Nell’attesa del personale medico e dei Vigili
del Fuoco, il cittadino gabonese cerca di corrompere gli agenti offrendo loro 5000
euro. Al rifiuto degli agenti, nonostante le condizioni di salute, lo straniero prima li
insulta e poi sputa anche in faccia di uno degli operatori di polizia.
In casa dello straniero, i poliziotti trovano una decina di grammi di stupefacente e
900 euro in contanti, oltre al necessario per il confezionamento delle dosi di
stupefacente.
Il ventiquattrenne viene tratto in arresto. A seguito di accertamenti, emergono a suo
carico due provvedimenti restrittivi, un ordine di carcerazione e una custodia
cautelare in carcere, emessi rispettivamente nel 2018 e 2019 dall’Autorità Giudiziaria
torinese.