CRONACA- Pagina 1421

Esercito italiano e cybersecurity

Il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito alla “CyberChallenge edizione 2020

L’Esercito Italiano per la prima volta partecipa con una selezione di 20 Ufficiali dell’Arma delle Trasmissioni e del Corpo degli Ingegneri alla CyberChallenge.it edizione 2020, la più importante competizione nazionale in ambito scolastico e universitario nel contesto della sicurezza informatica. I partecipanti, tutti frequentatori del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino, hanno svolto un accurato ciclo di lezioni frontali ed esercitazioni in modalità e-learning da febbraio a maggio scorso, improntato sulla sicurezza cibernetica e sull’ethicalhacking”.

 Il loro percorso formativo si è concluso con una prova locale che si è svolta l’8 giugno scorso, durante la quale gli stessi hanno dimostrato di avere sviluppato delle competenze volte a difendere e attaccare i sistemi informatici e a individuarne le vulnerabilità, con delle simulazioni mirate a riprodurre le condizioni di un reale tentativo di intrusione. Il tutto vissuto come un gioco attraverso le gare CTF (Capture The Flag), nelle quali i partecipanti dovevano conquistare una posizione all’interno di un’infrastruttura avversaria. I migliori 3 Ufficiali in classifica sono stati premiati ieri nell’aula magna di Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito di Torino, alla presenza del Comandante dell’Istituto, Generale di Divisione Salvatore Cuoci, del Professore Paolo Prinetto, Direttore del Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) e responsabile del progettoCyberchallenge.it e degli insegnati civili e militari. 

Il Generale di Divisione Salvatore Cuoci durante la premiazione ha sottolineato come la partecipazione della Scuola di Applicazione a questa competizione di carattere nazionale, evidenzi la nostra attenzione formativa anche in un ambito come quello della Cyber Security sempre in continua e costante evoluzione.

La CyberChallenge.it edizione 2020 vedrà la sua fase finale a Torino il primo prossimo ottobre, quando una rappresentanza di 6 Ufficiali frequentatori della Scuola di Applicazione gareggerà contro i giovani esperti dei maggiori atenei italiani, che più si sono distinti per le loro competenze specifiche (reti, crittografia, intrusione, difesa, trasmissioni e tante altre). 

L’impegno che il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito sta sostenendo – nell’unica iniziativa a livello europeo nella quale il mondo accademico e le scuole (supportati da varie Istituzioni governative, tra le quali il Ministero della Difesa, e private), coinvolgono in un unico progetto migliaia di potenziali giovani esperti di sicurezza informatica – conferma che l’Istituto Militare è uno dei poli didattici di eccellenza nel panorama accademico Italiano, oltre ad essere un centro culturale di prestigio per la città di Torino.

Maria La Barbera

È’ morta la bimba di 8 mesi caduta dal balcone con la mamma

Non è riuscita a sopravvivere la bimba di otto mesi, figlia di una coppia senegalese, caduta dal balcone alcuni giorni fa insieme alla madre che si era lanciata con lei nel vuoto per tentare di sfuggire a un incendio in un appartamento di via Rondissone. Le due erano state ricoverate in ospedale. La bimba, sottoposta a intervento chirurgico non ce l’ha fatta. La madre è fuori pericolo.

Il coronavirus presente nelle acque di Torino già nel mese di dicembre

Nelle acque di scarico delle città di Milano e Torino erano presenti  tracce del virus SARS-CoV-2  già a dicembre 2019.
 

La scoperta viene da uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità realizzato attraverso l’analisi di acque di scarico raccolte in tempi precedenti  al manifestarsi della COVID-19 in Italia.

I campioni prelevati nei depuratori di centri urbani del Nord, sono stati utilizzati per trovare tracce della circolazione del virus nella popolazione.

(foto Stefano Zanarello)

Ex Embraco: sequestri di denaro, titoli e auto di lusso

Sono in corso da questa mattina da parte della Guardia di Finanza di Torino, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, perquisizioni e sequestri in Piemonte e Lombardia, nei confronti della VENTURES S.r.l., società che ha acquisito il ramo d’azienda della EX EMBRACO con la cessione del sito industriale di Riva Presso Chieri (TO).

A fronte della sostanziale inattività produttiva di tale sito, le complesse indagini finora condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino hanno invece consentito di ricostruite cospicui e articolati flussi di denaro, diretti anche all’estero, che hanno portato al prosciugamento delle casse societarie e al pignoramento di risorse aziendali.

Alla luce di tali risultanze, il Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Torino titolare delle indagini, Cons. Marco Gianoglio, ha depositato lo scorso 17 giugno 2020 istanza di fallimento della VENTURES S.r.l. ed ha conseguentemente ipotizzato reati di bancarotta distrattiva.

Le perquisizioni sono in corso nello stabilimento di Riva presso Chieri, nonché in provincia di Como e Monza, nei confronti di 4 titolari di cariche societarie e di 1 consulente.

Contestualmente, per impedire che il patrimonio societario possa essere spogliato di ulteriori beni, le Fiamme gialle torinesi stanno procedendo al sequestro di conti correnti, titoli e di autovetture di lusso frattanto acquistate dall’azienda.

La documentazione sequestrata, alla luce di quanto già in possesso degli operanti, sarà oggetto di mirati approfondimenti investigativi.

L’articolata indagine si incardina nelle attività eseguite dalla Guardia di Finanza per garantire la sicurezza economico-finanziaria dei cittadini e delle imprese, mediante l’aggressione a ogni forma di criminalità, al fine di contrastare gli illeciti nel settore degli investimenti e dello sviluppo imprenditoriale ed economico.

 

Approfittavano del lockdown per depredare aziende e tir

I Carabinieri individuano banda di rom, 10 le misure cautelari in corso di esecuzione

Torino, 19 giugno. Erano in grado di compiere fino 4 furti a notte, adottando una precisa strategia per eludere i controlli delle forze dell’ordine, ovvero agire prima nell’area industriale a sud della città metropolitana di Torino, per poi spostarsi e commettere i successivi colpi in zone geograficamente molto distanti, ma velocemente raggiungibili nel periodo di lockdown. La banda: <<…non è pericoloso con il virus andare a rubare? No, è meglio visto che non c’è nessuno in giro e nelle fabbriche…>>.

Dall’alba, in tutta la provincia di Torino, oltre 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica (gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana) e dell’A.G. per i minorenni, nei confronti degli appartenenti ad una banda criminale, tutti di origine bosniaca, responsabili di concorso in furto aggravato e ricettazione. 10 gli indagati destinatari di provvedimenti cautelari, 8 in carcere tra cui un minore e 2 divieti di dimora. Tra questi anche due ricettatori, un italiano ed un marocchino, a cui gli autori dei furti sirivolgevano per “piazzare” il materiale trafugato.

Le investigazioni, condotte per 4 mesi dai Carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora, hanno dimostrato l’esistenza di un gruppo criminale dimorante nei campi nomadi dell’hinterland torinese che, approfittando anche dell’assenza di mobilità legata alla situazione emergenziale, setacciavano le aree industriali e commerciali al fine di depredare magazzini di aziende ed il carico di autoarticolati parcheggiati nelle loro adiacenze.

33 i furti documentati dai militari dell’Arma, 20 in danno di furgoni e autoarticolati, 9 commessi all’interno di aziende e 4 perpetrati rispettivamente in un bar, una stazione di servizio e due associazioni.

Pretendeva rapporti sessuali dopo i litigi: arrestato

Alcuni giorni fa, gli agenti del Commissariato di Ivrea e Banchette avevano arrestato per violenza sessuale un uomo residente nel canavese.

Dopo ogni litigio con la compagna, il soggetto pretendeva dalla donna rapporti sessuali, richieste che la vittima spesso si vedeva costretta a soddisfare per paura di comportamenti violenti dell’uomo. Quest’ultimo, inoltre, non era nuovo a episodi di abuso di alcol ed era solito anche denigrare verbalmente la compagna.

Nello specifico, i poliziotti intervennero nell’abitazione della coppia dopo la richiesta d’aiuto della loro figlia alla quale la madre, prima che la ragazza uscisse di casa, aveva confidato i suoi timori nel restare sola in casa con il compagno a causa della sua aggressività. Al loro arrivo, gli agenti trovarono la donna scossa, che a stento tratteneva le lacrime, e l’uomo in stato di agitazione e con l’alito vinoso. Quest’ultimo aveva anche cercato di allontanare dall’abitazione gli operatori. La parte lesa raccontò poi che, prima dell’arrivo dei poliziotti, era stata costretta a un rapporto sessuale sebbene non ne fosse compiacente, violenza poi diagnosticata in ospedale.
Nei giorni scorsi il Tribunale di Ivrea, a seguito dell’attività del Commissariato di Ivrea, ha applicato nei confronti dell’uomo la misura cautelare degli arresti domiciliari (presso l’abitazione di un familiare) in relazione ai reati di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia.

Tempo ancora instabile, ma arriva l’ondata di caldo afro-mediterraneo

Sono possibili anche nelle prossime ore  temporali, localmente forti sulla regione, tranne nella fascia sud-est del Piemonte, dalla Valle di Tanaro al bacino dello Scrivia.

Tempo  instabile anche venerdì , ma con precipitazioni deboli e localizzate. Il miglioramento da sabato, in modo netto  a partire da domenica, quando è previsto un deciso aumento delle temperature. A l’inizio della prossima settimana si avrà una moderata ondata di caldo estivo, con massime oltre i 30 gradi per la prevalenza di aria afro-mediterranea.

Nell’ex sede storica della Stampa un nuovo polo per tremila studenti di UniTo

Un’ampia area per la didattica rivolta a oltre 3 mila studenti e  un Museo della scienza e della tecnologia

 

L’Università di Torino presenta il nuovo Polo universitario che sorgerà nella ex sede del quotidiano La Stampa, tra via Marenco e via Correggio a Torino. Si tratta di un progetto di recupero funzionale dell’edificio che ha ospitato dal 1968 al 2012 la redazione e gli uffici dello storico quotidiano torinese.

 

Il Polo nascente ospiterà aule per la didattica per una capienza totale di 3.185 studenti e l’area espositiva e i laboratori dell’ASTUT, l’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino, parte integrante del Sistema Museale di Ateneo, che trasferirà qui la sua sede, attualmente situata presso l’ex Manifattura Tabacchi in corso Regio Parco.

 

Il nuovo Polo universitario di UniTo è un ulteriore tassello in un’area già ad alta densità universitaria con i dipartimenti di Chimica, Fisica, Farmacia e Scienze della Terra, quello di Medicina-Città della Salute e, poco più distante, quello di Biotecnologie in via Nizza.

 

In una superficie di 3.255 metri quadrati, al piano terra si troveranno cinque aule con una capienza complessiva di 1.250 posti e un punto ristoro. Al primo piano, in una superficie di 3.175 metri quadrati, saranno ospitate altre 4 aule per una capienza di 1.120 posti. Al secondo piano, in una superficie di 2.787 metri quadrati, ci saranno cinque aule per una capienza di 815 posti, oltre a un’ampia area studio. Nei due piani interrati avrà, invece, sede l’ASTUT con i laboratori di grandi e piccole apparecchiature e un’ampia area espositiva.

 

Il cronoprogramma prevede la consegna dei diversi lotti da ottobre 2020 a luglio 2021. Il piano terra a fine ottobre 2020, il piano primo a fine gennaio 2021, il secondo piano a marzo 2021, l’area ASTUT (interrati) a luglio 2021.

 

«La nascita di un nuovo Polo universitario a Torino è una buona notizia da tanti punti di vista», dichiara il Rettore di UniTo Stefano Geuna. «Il Campus di via Marenco rafforzerà il radicamento dell’Università nel tessuto urbano complessivo della città. In questo senso, il Polo nascente negli ex spazi de “La Stampa” sarà complementare a quello costituito dal complesso “Aldo Moro” e dal Campus “Luigi Einaudi”. Via Marenco risolverà, principalmente, le complessità dei corsi di laurea scientifici: Medicina, Scienze della Natura, ma anche Scienze Motorie. Per una didattica di qualità occorrono spazi adeguati, nei quali la formazione non sia soltanto occasione per il trasferimento di conoscenze e competenze, ma anche una completa esperienza da vivere. Le sedi che abbiamo in mente per UniTo non sono semplicemente aule, ma spazi di socialità, luoghi di scambio culturale e di relazione, zone per la condivisione e l’immaginazione.  

Questo nuovo spazio rappresenta un passo avanti concreto verso il progetto di Torino Città Universitaria. Trovare finalmente una collocazione di prestigio alla straordinaria collezione dell’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino (ASTUT) significa restituire alla collettività un inestimabile capitale culturale, aprendo le porte di un nuovo Museo che racconti quanto l’Ateneo torinese sia stato importante per la storia della scienza e della tecnologia del nostro Paese».

 

«Il continuo aumento del numero degli studenti, 10 mila in più negli ultimi 5 anni, ha comportato la necessità reperire sul territorio nuovi spazi didattici»aggiunge Sandro Petruzzi, Direttore per l’edilizia e la logistica dell’Università di Torino. «Per far fronte a questa crescita negli ultimi anni l’Ateneo ha ampliato il proprio patrimonio edilizio avviando la creazione di nuovi poli didattici al passo con i tempi e adeguati non solo allo studio ma anche allo sviluppo delle relazioni sociali. In questa ottica il centro “Aldo Moro” (il cui progetto originario non prevedeva spazi didattici) è stato riconvertito prevalentemente all’uso universitario insediando spazi didattici, aule studio, lunch rooms e servizi agli studenti. In attesa della realizzazione del campus scientifico di Grugliasco, per ovviare alle criticità per i corsi di laurea scientifici dell’asse di via Pietro Giuria e di Medicina, dove si riscontra una frammentazione eccessiva degli spazi, nasce il progetto del Campus di via Marenco, all’interno di un edificio le cui caratteristiche architettoniche si coniugano perfettamente con le esigenze della didattica, in considerazione dei grandi spazi interni originariamente destinati ad ospitare le attività della redazione giornalistica. Il campus sarà dotato di ambienti dove alla tradizionale didattica frontale si affiancano spazi per valorizzare le competenze relazionali dello studente e stimolare la sua socializzazione. Nel campus saranno presenti aule studio, lunch rooms, luoghi informali di incontro e socializzazione. La localizzazione del campus risulta, inoltre, strategica sotto il profilo della mobilità sostenibile, in quanto baricentrica rispetto alle sedi dei Dipartimenti scientifici dell’Ateneo, facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e dalla metropolitana e con i collegamenti ciclopedonali dell’asse del Po».

Una mascherina per persone non udenti

Si chiama Technoprotex Crystal GP, ed è la mascherina realizzata dall’azienda AUNDE di Poirino per permettere anche alle persone non udenti di capire parole, stati d’animo ed emozioni.

L’Aunde Italia, con sede a Porino, produce tessuti e covers per il settore automotive, e dall’inizio della pandemia ha convertito una parte della propria produzione, iniziando a realizzare mascherine approvate dall’Iss-Istituto Superiore di Sanità.

La mascherina è stata presentata al Comune di Chieri, dove il Sindaco Alessandro SICCHIERO e l’assessore all’Istruzione e alla Cultura Antonella GIORDANO hanno incontrato Antonio COPPOLA (General Manager Aunde), Rossano DANIELE (Technical Manager Aunde), Antonio IOZZO (Presidente regionale ENS), Antonio CAMERLENGO (Presidente ENS Torino), l’interprete LIS Romina ROSSISimona PALEARI ed Alessandro CAVIGLIONE.

L’idea della mascherina è nata proprio da Simona PALEARI, insegnante chierese, figlia di genitori sordi: “Durante il ricovero di mio padre in ospedale mi sono resa conto di quanto fosse difficile comunicare con pazienti sordi. Così ho ideato il prototipo di una mascherina che, grazie a una finestrella trasparente, consente la lettura del labiale. L’Aunde ha sposato questo progetto. Le iniziali ‘GP’ nel nome della mascherina sono in ricordo di mio padre. Le mie eventuali royalty saranno da me devolute a un progetto di formazione degli insegnanti nel linguaggio LIS”.

La mascherina Technoprotex Crystal GP nasce da una modifica apportata a una mascherina già certificata dall’Istituto Superiore di Sanità. Si tratta di una mascherina lavabile, realizzata con tessuto in poliestere e con un filtro intercambiabile. Ora l’Aunde sta approdondendo le possibili migliorie da apportare al prototipo (colore, ampiezza interna,  ricircolo dell’aria, regolazioni), alla luce delle indicazioni fornite dall’Ente Nazionale Sordi del Piemonte e di Torino, per poi avviare l’iter per la certificazione anche di questa versione, infatti la certificazione è fondamentale per poter usare la mascherina anche in ambito sanitario.

“Durante l’emergenza Covid-19-commenta il Sindaco Alessandro SICCHIERO-ci siamo tutti resi conto di un’esigenza fondamentale mai valutata con la dovuta attenzione: la comunicazione verso le persone non udenti. Un problema sottovalutato, perché la popolazione non ha mai fatto un così largo uso delle mascherine. Invece, abbiamo visto come l’uso delle normali mascherine comporti per le persone non udenti l’impossibilità di interagire con gli altri, creando gravi disagi anche nello svolgimento delle più semplici attività, dal supermercato allo sportello di poste o banche, ma soprattutto durante i ricoveri ospedalieri. Sono felice che sia un’azienda del nostro territorio a realizzare questa speciale mascherina e che l’idea sia partita da Chieri”.

 

Mascherine e gel igienizzante, la finanza scopre maxi truffa

Nove persone denunciate, coinvolti anche alcuni farmacisti del torinese. Sequestrati migliaia di dispositivi medici falsi; individuato il magazzino per lo stoccaggio e il confezionamento degli articoli. Decine di perquisizioni in tutta la Regione. Lo scambio della merce avveniva per strada.

È un primo bilancio di un’operazione della Guardia di Finanza di Torino che nelle scorse ore ha smantellato quella che sembra essere una vera e propria organizzazione truffaldina che, approfittando dell’emergenza causata dal COVID 19, avrebbe commercializzato in tutta la Regione, centinaia di prodotti medici e dispositivi di protezione di dubbia provenienza e sprovvisti di qualsivoglia certificazione a tutela del acquirente.

I Finanzieri della Compagnia di Caselle Torinese, che hanno condotto le indagini coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno ricostruito l’intera vicenda.

Due le figure principali, entrambi imprenditori di origine cinese ed entrambi nulla hanno a che fare con il commercio di articoli medicali. Infatti, mentre uno è un impresario nel settore tessile a Torino, l’altro si occupa di lavori edili sempre nel capoluogo sabaudo.

Erano loro gli importatori di migliaia di mascherine chirurgiche, gel igienizzanti, kit covid test diagnostici, termometri digitali (di grande richiesta oggi) saturimetri, il tutto proveniente da aziende cinesi rientranti in una sorta di black list europea. Queste società, in sostanza, arrivano sino a falsificare i certificati di affidabilità dei prodotti, in alcuni casi appropriandosi in maniera illegale di loghi e denominazioni delle autorità deputate a certificare i prodotti.

Due italiani ed un cinese, invece, erano i grossisti; toccava a loro, una volta giunti in Italia gli articoli sanitari illegali, rivenderli ad aziende compiacenti sparse un po’ in tutta la regione. Ed è in questa fase dell’indagine che entrano in ballo i farmacisti infedeli coinvolti nella vicenda. Decine le farmacie perquisite dai Finanzieri, quattro, per ora, i medici farmacisti denunciati per la frode, per aver venduto ad ignari clienti centinaia di prodotti non certificati e di dubbia provenienza, coprendo il tutto dietro un alone di assoluta affidabilità e sicurezza propria della rivendita farmaceutica.

Grottesca, in alcuni casi, la sede della “negoziazione”, (a cui hanno assistito i finanzieri di Caselle) degli articoli medici tra un farmacista e uno degli importatori della merce: i due si incontrano in Via Lanzo a Torino, dove, dopo una veloce contrattazione, iniziano una sorta di trasbordo degli articoli da “bagaglio a bagaglio”, il tutto a bordo strada e senza alcun rispetto delle più basilari norme igienico sanitarie.

Importanti i numeri dell’operazione della Guardia di Finanza di Torino: oltre 120.000 gli articoli medicali illegali cautelati oltre al magazzino, sito nei pressi di Corso Regina Margherita a Torino, location dello stoccaggio e del confezionamento della merce. Sequestrati anche conti correnti riconducibili a 2 indagati. 9 le persone indagate per la frode in commercio.