CRONACA- Pagina 1335

L’eredità del “santo ateo” Gino Strada

Sabato a partire dalle 16 in via Santa Croce 19, a Milano, sede di Emergency, verrà allestita la camera ardente di Gino Strada.

Chi vorrà potrà dare l’ultimo saluto all’urna contenente le ceneri giunte dalla Francia, dove Strada è morto venerdì scorso, mentre era in vacanza con la moglie Simonetta. Emergency ha deciso di commemorare il proprio fondatore sabato e domenica (10-22) e lunedi (10-14). Siamo certi che saranno presenti anche molti torinesi e piemontesi. Anche sul nostro territorio – questo giornale  ne da’ sempre conto attraverso comunicati stampa e articoli – l’Ong di Strada è infatti molto attiva. Emergency dal 1994 ha seguito le storie di oltre 11,5 milioni di persone. Soltanto in Afghanistan, paese tornato tragicamente d’attualità, gestisce 3 ospedali e una cinquantina di postazioni di primo soccorso i cui medici   e infermieri hanno deciso di rimanere: ecco, è questo lo “stile” che il fondatore ha sempre abbracciato nel suo agire. Mai abbandonare chi è in pericolo. Per tale ragione abbiamo nei giorni scorsi scritto che Strada è una sorta di “santo laico” o “santo ateo”, perché ateo egli si professava. Controverso come tutti i grandi personaggi, amato o detestato, lascia però a tutti indistintamente  una sua eredità civile e morale. L’eredità dei fatti, che consiste nell’aver salvato un’infinità di vite umane. Un lascito universale che non scomparirà con lui, ma vivrà in futuro grazie al coraggioso lavoro delle donne e degli uomini di Emergency.

Il Torinese

PS:  In accordo con l’autore, prof. Pier Franco Quaglieni, dopo le segnalazioni di un lettore che ci evidenziava possibili inesattezze in relazione all’appartenenza di Gino Strada, negli anni 70, al movimento studentesco,  abbiamo deciso di rimuovere dopo alcune ore dalla pubblicazione l’articolo “Non va dimenticato anche il giovane Gino Strada”, in attesa di verificare la rispondenza di quanto scritto alla realtà dei fatti.

Il bollettino Covid di mercoledì 18 agosto

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 305 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 2dopo test antigenico), pari al 2,2 % di 13.757 tamponi eseguiti, di cui 8.917 antigenici. Dei 305 nuovi casi, gli asintomatici sono 184 (60,3 %).

I casi sono così ripartiti: 45 screening, 189 contatti di caso, 71 con indagine in corso; 8 Rsa/Strutture Socio-Assistenziali; 2 importati ( dall’estero).

Il totale dei casi positivi diventa quindi 373.680 così suddivisi su base provinciale: 30.445 Alessandria, 17.678 Asti, 11.735 Biella, 53.806 Cuneo, 29.107 Novara, 199.413 Torino, 13.991 Vercelli, 13.351 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.542 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.612 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 14 (+ 2 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 136 ( rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.242

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.201.019 (+ 13.757 rispetto a ieri), di cui 1.963.445 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.706

Un decesso (nessuno oggi) di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale è quindi 11.70deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.567 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 944 Novara, 5.594 Torino, 527 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

358.582 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 358.582(+ 278 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.527 Alessandria, 16.884 Asti, 11.160 Biella, 52.002 Cuneo, 27.848 Novara, 192.143 Torino, 13.318 Vercelli, 12.816 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.451 extraregione e 2.433 in fase di definizione.

Una multa “sgradevole” all’automobilista in carrozzella

LETTERE AL GIORNALE

Caro direttore,  sono una persona disabile in sedia a rotelle che guida l’auto.

Ho sostato  con me a bordo in corso Giulio Cesare per circa un minuto, ho dovuto chiamare non potendo scendere dall’auto il signore del negozio a me di fronte:  sono passati i vigili e mi hanno fatto la multa senza fermarsi. Ieri mi arriva la raccomandata della multa e oggi mi sono recato dai vigili di via Bologna, ho spiegato il tutto e non hanno avuto un minimo di buonsenso, ho dovuto pagare la multa. Uscendo dal comando dei vigili non funzionava più il montacarichi… a quel punto mi hanno preso in braccio per farmi fare gli scalini. Ho compreso il loro disagio ma loro non il mio.

Cristian Dionisi

Arrestati per tentato omicidio gli aggressori del giovane picchiato e ridotto in stato di incoscienza

La  Squadra Mobile della Questura di Torino ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto, due giovani torinesi, gravemente indiziati di tentato omicidio ai danni del ventisettenne L.C.

Quest’ultimo, soccorso in stato d’incoscienza in corso Racconigi durante la notte precedente, era stato in un primo momento trasportato all’Ospedale Martini; poche ore dopo, a seguito dell’aggravarsi della situazione clinica, era stato trasferito presso l’ospedale “San Giovanni Bosco” e giudicato in prognosi riservata.

Veniva quindi avviata una serrata attività investigativa nel corso della quale si riusciva a ricostruire l’evento ed individuare i responsabili della violenta aggressione.

In particolare, la vittima e i due fermati, dopo aver trascorso la serata in un locale della zona, alla chiusura, si erano spostati verso corso Racconigi, dove iniziavano un’accesa discussione, per futili motivi, culminata con la brutale aggressione a L.C..

Attraverso l’acquisizione delle immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza e dalle dichiarazione di un testimone, che aveva assistito all’aggressione e aveva prontamente allertato i soccorsi, sono stati individuati gli autori della violenta lite.  

Presso i loro domicili, venivano eseguite delle perquisizioni domiciliari, all’esito delle quali venivano sequestrati i capi di abbigliamento utilizzati la sera prima durante l’aggressione, così come perfettamente descritti dal testimone.

Gli stessi venivano quindi rintracciati e sottoposti al fermo di indiziato di delitto per il reato di tentato omicidio.

All’esito dell’interrogatorio dei PP.MM. gli stessi ricostruivano il violento episodio, circoscrivendo nel dettaglio l’azione violenta.

Lunedì 16 agosto 2021, il G.I.P. ha convalidato i provvedimenti di fermo disponendo le misure cautelari della custodia in carcere per V.G. e degli arresti domiciliari per E.T..

La morte di Gino Strada, generoso e visionario “santo laico”

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

E’ morto Gino Strada, medico fondatore di Emergency, a soli 73 anni. E’ una notizia che colpisce tutti perché Strada è stato un generoso, direi quasi un visionario, potremmo anche definirlo un santo laico che ha gettato la sua vita  al servizio degli altri  con furore (la parola non è fuori posto), come solo i santi, e neppure tutti, sanno fare.

Il prof. Pier Franco Quaglieni

Ha praticato la medicina non per affermarsi professionalmente, ma per dedicarsi a chi si trova in difficoltà. Pochi medici hanno fatto la sua scelta che merita ammirazione e rispetto  non solo perché ogni morto e’  “bello“ come diceva Tolstoj. Strada ha scelto sempre di soccorrere gente disperata , soprattutto vittime di guerra. Il suo era un impegno umanitario e politico che si è realizzato a livello mondiale. Chi scrive è anni luce da molte delle sue idee che non ha mai ritenuto di poter condividere. La stessa idea di Ong  in generale mi suscita riserve e spesso dissento  per ciò che riguarda  in particolare gli sbarchi in Italia. Ma non posso non rispettare un uomo generoso che si è speso con passione per gli altri. Gli sarebbe spettato il Nobel. Se consideriamo che lo ebbe un giullare come Dario Fo che fu anche repubblichino di Salo’ oltre che sostenitore dei terroristi rossi, il Nobel per la pace lo avrebbe meritato a pieno titolo un uomo serio e concreto (la concretezza tipicamente lombarda di chi era nato a Sesto San Giovanni) che non ha fatto ridere il pubblico, ma si è impegnato a salvare  seriamente vite umane. E’ morto proprio quando il suo immenso lavoro in Afghanistan sta per essere distrutto dai talebani . Uno sfregio alla sua memoria. Nessuno – al di là delle divisioni politiche – può non inginocchiarsi di fronte alla sua salma . Mi

irritava  quando lo ascoltavo ospite di Fazio (che non tollero), ma la sua opera umanitaria parla per lui e dice che è stato un grande. Con linguaggio antico lo definirei un benefattore dell’umanità. Mi infastidiscono gli elogi dei politici nei suoi confronti a partire dal sindaco di Milano. Credo che Strada meriti la sobrietà che ha sempre saputo  dimostrare. La strumentalizzazione politica della sua vita appare fuori posto. Strada ha costruito ospedali, chi parla di lui e si gloria della sua amicizia, sa quasi soltanto fare delle chiacchiere  spesso inutili e quasi sempre inconcludenti.

Ricoverati Covid: nove su undici in terapia intensiva e oltre il 70% degli ordinari non sono vaccinati

Degli 11 ricoverati nei reparti di terapia intensiva negli ospedali del Piemonte, 9 sono pazienti non vaccinati, mentre gli altri due sono vaccinati ma presentano “un quadro clinico serio per patologie pregresse”. E’ quanto comunica la Regione.

Su 127 ricoveri in terapia ordinaria oltre il 70% riguarda pazienti non vaccinati.

La Regione Piemonte comunica inoltre che il 10% dei ricoverati attuali in terapia ordinaria “rischia un aggravamento del proprio quadro clinico con passaggio in terapia intensiva, e in questo caso si tratta di pazienti tutti non vaccinati”

La mutua sanitaria Cesare Pozzo ricorda Gino Strada

 Nei valori condivisi di solidarietà e aiuto reciproco

Una relazione, quella tra la Mutua sanitaria Cesare Pozzo e Emergency, culminata
nel 2004, in un’importante donazione a favore della nota organizzazione
umanitaria da parte del Fondo di Solidarietà “Giuseppe De Lorenzo” istituito da
CesarePozzo.

La Mutua sanitaria Cesare Pozzo si unisce al dolore per la scomparsa di
Gino Strada. Un uomo che con il suo lavoro e la sua voce ha portato all’attenzione crisi e ingiustizie
dimenticate, ha difeso la dignità di ogni singolo uomo riconoscendo il diritto alle cure e alla salute
a prescindere dalle possibilità e condizioni del singolo.

Oltre a condividere gli stessi valori fondanti di solidarietà e aiuto reciproco, la relazione tra la
Mutua sanitaria Cesare Pozzo e Emergency ha visto, nel 2004, il concretizzarsi di un’importante
donazione a favore della nota organizzazione umanitaria, da parte del Fondo di Solidarietà
intestato a Giuseppe De Lorenzo e istituito nel 1994 da Cesare Pozzo per aiutare le associazioni
umanitarie impegnate in programmi di sviluppo o emergenziali.

“La scomparsa di Gino Strada rappresenta un’importante perdita per tutto il mondo umanitario e
solidaristico – commenta Andrea Giuseppe Tiberti, Presidente nazionale della Mutua sanitaria
Cesare Pozzo – Con il suo operato il fondatore di Emergency ci ha insegnato a difendere gli uomini
e la loro dignità indistintamente, in qualsiasi luogo e tempo. Ci ha trasmesso l’importanza del
prendersi cura di ogni singolo individuo e soprattutto di quelli considerati ultimi. Valori condivisi
anche dall’agire della nostra Mutua che pone sempre al centro l’inclusione e l’aiuto reciproco”.

La Mutua sanitaria Cesare Pozzo si unisce, dunque, al dolore della famiglia e del team di
Emergency che hanno ora il compito di continuare a far vivere il loro fondatore, Gino Strada, nelle
opere di aiuto in Italia e all’estero, portando così avanti il suo esempio.

Il bollettino Covid di martedì 17 agosto

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 205 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 25 dopo test antigenico), pari all’1,4 % di 14.653 tamponi eseguiti, di cui 9.244 antigenici. Dei 205 nuovi casi, gli asintomatici sono 101 (49,3 %).

I casi sono così ripartiti: 41 screening, 136 contatti di caso, 28 con indagine in corso; 6 Rsa/Strutture Socio-Assistenziali; 3 importati (2 dall’estero)

Il totale dei casi positivi diventa quindi 373.375 così suddivisi su base provinciale: 30.410 Alessandria, 17.671 Asti, 11.716 Biella, 53.782 Cuneo, 29.093 Novara, 199.252 Torino, 13.975 Vercelli, 13.334 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.538 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.604 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 (+ 1 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 132 ( + 5 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.222

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.187.262(+ 14.653 rispetto a ieri), di cui 1.959.755 risultati negativi.

I DECESSI RIMANGONO 11.705

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale è quindi 11.705 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.567 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 944 Novara, 5.594 Torino, 526 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

358.304 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 358.304 (+ 231 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.462 Alessandria, 16.874 Asti, 11.152 Biella, 51.979 Cuneo, 27.803 Novara, 192.044 Torino, 13.310 Vercelli, 12.802 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.451 extraregione e 2.427 in fase di definizione.

Controlli anti-Covid, multata “balera” estiva

A seguito delle numerose segnalazioni pervenute da cittadini esasperati per le notti insonni a causa dei rumori provenienti dal punto di ritrovo estivo allestito in via San Paolo, gli agenti del Reparto di Polizia Commerciale della Polizia Municipale hanno avviato un’attività di monitoraggio culminata con la chiusura del locale nelle primissime ore di domenica mattina per violazione dei divieti di ballo imposti dalle normative anti covid – 19 sul contenimento della diffusione del virus.

La diffusione musicale è iniziata già nella tarda serata di sabato, ma l’afflusso di gente a l’attività di ballo hanno avuto il culmine dopo la mezzanotte e alle prime ore di domenica, dopo aver filmato dall’esterno le attività proibite in pieno svolgimento, gli agenti hanno effettuato l’accesso ispettivo, ponendo fine alla serata.

I numerosi clienti presenti in pista da ballo proprio di fronte al dj set sono stati invitati a lasciare la pista e a uscire dal locale.

Il Presidente pro tempore dell’associazione organizzatrice è stato sanzionato per mancato rispetto delle normative anti covid-19, nello specifico per violazione del divieto di ballo ivi contenuto, mentre per il locale, gli agenti hanno disposto la chiusura per 5 giorni.

Andrea Liberatori, il giornalista gentiluomo

E’ morto a Champoluc, dove si trovava in vacanza con la moglie Anna Maria,  Andrea Liberatori. Aveva 97 anni e fu a lungo il caporedattore dell’edizione piemontese de L’Unità.  

Giornalista preparato e appassionato, colto e raffinato,  lo ricordiamo in tanti come un gentiluomo dai modi fermi e garbati che ha insegnato il mestiere a generazioni di cronisti. Studente di ingegneria al Politecnico entrò nella redazione torinese de L’Unità” nel 1948 e per quarant’anni lavorò al giornale fondato da Antonio Gramsci, prima a Torino, poi a Milano e nuovamente a Torino. Una vita intensa da segretario di redazione, cronista, inviato, capo redattore per l’edizione torinese. Per dodici anni fece parte del consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte. Nel periodo milanese, tra il  1957 e il 1962 lavorò con Aldo Tortorella direttore e Aniello Coppola capo redattore. Sempre a Milano, con Giulio Trevisani e Arturo Lazzari, partecipò attivamente alla creazione dell’Enciclopedia nuovissima che uscì a dispense con il Calendario del popolo. Chi ha avuto l’opportunità – e l’onore – di lavorare per quel giornale ( com’è capitato per diversi anni a chi scrive) e di conoscerlo lo ricorda come un maestro.

L’etimologia stessa di questa parola si addice alla sua figura: il conoscitore profondo di una disciplina che egli possiede integralmente e che può insegnare agli altri nella maniera più proficua. E così è stato. Con garbo, competenza, pazienza. Per chi quel giornale l’ha confezionato, diffuso, letto, commentato, persino ostentato come un simbolo, una bandiera, è rimasto nella testa e nel cuore  qualcosa di più importante e prezioso di un ricordo. Non è stato “solo” un giornale: è stata L’Unità. E Andrea Liberatori, che sostituì Diego Novelli alla guida della redazione che allora si trovava nel palazzone di via Chiesa della Salute, era anch’egli un simbolo grazie alle sue qualità di intellettuale e giornalista che aveva scelto di mettere la sua elegante scrittura ( come ha ricordato benissimo Battista Gardoncini) “al servizio di quella che allora si chiamava – ed era – lotta di classe”.

Andrea Liberatori condivise quell’impegno con tanti giornalisti, con uomini come Italo Calvino, Paolo Spriano e molti altri. Un tempo lunghissimo, vissuto raccontando Torino, il Piemonte, l’Italia dal dopoguerra agli anni ’80. Continuando poi a scrivere, a esprimere opinioni, a dare consigli importanti. Quel mondo che incontrai la prima volta a vent’anni nella redazione torinese di via Chiesa della Salute, ai tempi di Andrea Liberatori come capo redattore e Antonio Monticelli capo cronista, non c’è più. E amaramente dubito che oggi vi siano eredi alla loro altezza. Rimane però un patrimonio di storie e vicende umane che sarebbe un eresia disperdere. La storia di un giornale – di ogni giornale – è come una tessera del mosaico nella storia di un Paese. E la storia di giornalisti come Liberatori, tra gli ultimi a intervistare Primo Levi, ne rappresenta una parte importante.

Marco Travaglini