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Furgoni si scontrano in tangenziale, un morto

DAL PIEMONTE Sulla tangenziale di Alba nel pomeriggio si sono scontrati frontalmente due furgoni. E’ morto il conducente di uno dei due mezzi, 20 anni, nonostante l’intervento dell’elisoccorso del 118. E’ rimasto ferito l’altro autista. La tangenziale è stata chiusa in direzione di Alba e sono intervenute anche quattro pattuglie delle polizia locale e i vigili del fuoco.

Rapinatore promette di restituire il denaro e lascia come garanzia la carta di identità

Torino: denunciato rapinatore “a scadenza”

L’uomo aveva garantito la restituzione del denaro sottratto

 

Nel primo pomeriggio di sabato scorso, un soggetto entra in una tabaccheria, si avvicina alla cassa e minaccia il titolare. Il reo, un cittadino italiano di 38 anni, pretende che l’uomo prelevi 50 euro dalla cassa e glieli consegni, aggiungendo che se non l’avesse assecondato, avrebbe estratto la pistola. Il titolare, spaventato, gli consegna il denaro. Non pago di quanto appena ricevuto, il trentottenne chiede più soldi. La richiesta viene accompagnata dal rilascio della propria carta d’identità, a garanzia della restituzione dell’intera somma di lì a pochi giorni. L’avvento di due clienti, mette in fuga il rapinatore.

Agli agenti del commissariato Centro giunti sul posto, il titolare racconta l’accaduto, mostrando il documento abbandonato sul bancone. I poliziotti si dirigono presso l’indirizzo di residenza riportato sulla carta d’identità, rintracciando l’uomo a pochi passi dalla sua abitazione. Ulteriori accertamenti vengono eseguiti all’interno del suo appartamento, dove dimora un secondo soggetto, un ventiseienne algerino. In fase d’identificazione emerge come quest’ultimo sia colpito da un provvedimento di esecuzione del Tribunale di Milano, dovendo scontare una pena superiore ai 4 anni di reclusione.

Per lo straniero sono scattate le manette e la traduzione presso la Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” mentre il trentottenne, con numerosi precedenti di Polizia, è stato denunciato per rapina.

“Siamo minori non accompagnati” Invece avevano tutti una famiglia

A partire dai primi mesi del 2019, la Polizia Locale di Torino, con il supporto della Polizia Ferroviaria, ha messo a fuoco il fenomeno di minori stranieri non accompagnati (MSNA) di nazionalità albanese che si presentano presso luoghi istituzionali dichiarando, falsamente, il loro stato di abbandono.

Lo schema seguito era sempre lo stesso: i minori giungevano in Italia via nave, aereo o autobus accompagnati, generalmente, da un genitore; una volta a Torino, venivano ospitati da sodali (parenti o amici), presenti in loco e conoscitori del territorio cittadino, che li accompagnavano nei pressi di un Ufficio di Polizia (in pochi casi direttamente all’Ufficio Minori Stranieri del Comune di Torino).

Nello specifico l’accompagnatore seguendo a distanza il minore, magari fingendo di essere impegnato in una conversazione telefonica, indicava la strada per raggiungere l’Ufficio di Polizia prescelto, salvo poi allontanarsi una volta che il minore fosse stato preso in carico da parte degli operatori di polizia.

Di qui il successivo inserimento nei programmi di assistenza del Comune, curati fino alla maggiore età dall’Ufficio Minori Stranieri della città di Torino e riservati ai minori in difficoltà, con l’attivazione di un’accoglienza che prevede un alloggio idoneo e sicuro, nonché servizi di supporto tesi a garantire, al meglio, l’interesse superiore del minore ed il suo benessere, a partire dall’avviamento scolastico.

Per averne un’idea, il costo del mantenimento di ogni singolo minore è di circa 3.000 euro mensili, esclusi i costi secondari.

Le immagini delle telecamere di sicurezza della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova si sono rivelate fondamentali per gli investigatori ai fini della ricostruzione del fenomeno e l’individuazione dei soggetti coinvolti: da una parte i minori, di età generalmente compresa tra i 15 e i 17 anni (ma vi sono stati casi di infraquattordicenni), talvolta spinti dai propri genitori a raggiungere l’Italia anche contro la propria volontà; dall’altra la rete di sodali costituita principalmente da parenti o amici presenti in loco e conoscitori del territorio cittadino. A questi soggetti di volta in volta i genitori hanno affidato i propri figli una volta entrati in Italia attraverso la frontiera marittima di Brindisi, Bari, Ancona e Venezia oppure dalla frontiera aerea di Genova e di Malpensa o, ancora, dalla frontiera terrestre di Trieste secondo un piano criminoso ben architettato.

Tra le varie storie è significativa quella di Elin (nome di fantasia), giunto in Italia nel 2019, all’età di quindici anni, attraverso la frontiera terrestre di Trieste a bordo di un autobus in compagnia del padre. Elin si è presentato presso gli Uffici della Polizia Ferroviaria della stazione di Torino “Porta Nuova” dichiarandosi minore non accompagnato. Dalle immagini di videosorveglianza si vede che il minore viene indirizzato presso gli uffici predetti da due soggetti.

Elin, da subito, ha espresso la volontà di fare rientro in Albania quanto prima, palesando uno stato di disagio ed angoscia anche presso la comunità ospitante. Successivamente è stato messo in atto il suo rimpatrio assistito, ad opera delle assistenti sociali dell’Ufficio Minori Stranieri del Comune di Torino, le quali sono riuscite a contattare i genitori in Albania ed a spiegare loro lo stato in cui versava il figlio.

Nel chiedersi per quale motivo il padre di Elin avesse scelto per il figlio la città di Torino come destinazione, si è risaliti alla presenza in città di un cugino del minore, a sua volta ex minore non accompagnato, che era stato ospite di una delle comunità di Torino anni prima e, pertanto, conoscitore delle procedure.

In un’occasione, la visione delle immagini ha consentito di “smascherare” un accompagnatore che aveva dichiarato, falsamente, agli agenti di un Commissariato a cui ha affidato due minori, di averli incontrati per strada, abbandonati a sé stessi e di averli accompagnati soltanto per aderire alla loro richiesta di aiuto.

I 60 componenti del sodalizio, individuati grazie all’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza e alle identificazioni effettuate con la collaborazione del personale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle d’Aosta, sono chiamati a rispondere dei reati di truffa aggravata in concorso ai danni della Pubblica Amministrazione, di favoreggiamento della permanenza illegale di stranieri nello Stato, di falsa attestazione o dichiarazione a Pubblico Ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri, con pene che vanno dai 3 agli 11 anni.

Amante 74enne estorce denaro a pensionato fingendo ricatto per foto intime

Una 74enne è accusata di estorsione nei confronti di un anziano ultraottantenne di Acqui Terme col quale aveva intrapreso una relazione extraconiugale. La donna lo aveva convinto che alcuni uomini dell’Est europeo  possedessero foto imbarazzanti  che li ritraevano in atteggiamenti intimi e che per non farle avere  alla moglie era necessario pagare. Per nove mesi l’uomo si era fatto convincere a nascondere nel vano motore dell’auto il denaro che ignoti prelevavano per non divulgare il  segreto, poi l’anziano si e’ rivolto ai carabinieri. I militari all’ennesima richiesta di pagamento, tramite un bigliettino sul parabrezza, si sono appostati vicino all’auto e hanno sorpreso la 74enne che recuperava il denaro.

La fattoria di Orti Generali si prepara ad accogliere ad inizio ottobre una mucca di nome Baboo

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Il 25 settembre torna il GRAN GALA’ DI ORTI GENERALI.

Arrivano le mucche a Torino sud! A Orti Generali una serata di raccolta fondi per il cibo e le cure di due mucche scozzesi.

Il 25 settembre alle 20:00, Orti Generali organizza per il secondo anno una serata di festa e raccolta fondi con asta di beneficenza a sostegno del prossimo arrivo nella fattoria di due mucche Highlander, una razza scozzese dal lungo pelo fulvo e dalle ampie corna, che vivono allo stato brado.

Sono animali poco esigenti e a differenza delle classiche mucche sono meno selettive al pascolo e mangiano anche piante infestanti. La fattoria di Orti Generali si prepara così ad accogliere ad inizio ottobre una mucca di nome Baboo con il/la su* vitellin*, che diventeranno i protagonisti del parco e contribuiranno a tenerlo curato in maniera ecosostenibile.

I cuochi della cena saranno le ortolane e gli ortolani di Orti Generali che prepareranno 20 piatti con gli ingredienti dell’orto. I partecipanti alla serata potranno assaggiare e votare 10 piatti a scelta, al termine della cena avverranno le premiazioni dei piatti più votati, degli orti più belli e dei look più stravaganti.

Informazioni utili:

COSA: Gran Galà di beneficenza con cena, asta e musica

DOVE: Strada Castello di Mirafiori, 38/15, Torino – Orti Generali

QUANDO: Sabato 25 settembre 2021, dalle 20:00 (in caso di maltempo la cena si svolgerà il 26 settembre)

COME: Acquistando il biglietto su www.ortigenerali.it o presso il chiosco (aperto venerdì 16-22 e sabato e domenica, 10-22) che per 20 € include 10 assaggi di piatti ortolani, 1 bicchiere di vino o birra, partecipazione all’asta, premiazione e musica.

DRESS CODE: Esagerato! Da Gran Galà con tanto di cappello e scarpe da orto.

INFO: www.ortigenerali.it/gran-gala-2021

Ingresso riservato ai soci. Possibilità di associarsi con contributo di € 1 su www.ortigenerali.it/diventa-socio/

E’ un evento realizzato con la partecipazione di Nova Coop con “GranDesco: il cibo che include”, nell’ambito del progetto Im.patto e in collaborazione con Mirafood – Comunità urbana di Slow Food per la valorizzazione del territorio di MirafioriSud, il progetto europeo FUSILLI, Engim San Luca e Fondazione della Comunità di Mirafiori.

L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto Europeo FUSILLI — Urban Food Planning, per stimolare una rete di condivisione delle conoscenze e di apprendimento per affrontare la sfida della trasformazione del sistema alimentare in città. A questa prima serata seguiranno nuovi eventi per favorire la condivisione della memoria storica del quartiere in connessione con il cibo e l’economia circolare.

Cani avvelenati, un incontro per evitare il problema

Il progetto IREBA-19 inviato al tavolo della Direzione Generale della Salute e della Sicurezza alimentare e dell’Intergroup on the Welfare and Conservation of Animals della Commissione Europea con il Patrocinio dell’Università di Udine approda in Piemonte,  il  26 settembre 2021 con un’evento denominato “indifferenza e rifiuto alle esche e bocconi avvelenati” e si svolgerà nel Comune di RIVA PRESSO CHIERI (Torino) nel centro di Addestramento di Cani da Soccorso S.C.O.V ODV con la collaborazione dell’Associazione Casa di Axel e Mare & Monti Team Cinofilo Genova. 

Il progetto nasce sull’onda dell’emergenza emersa grazie al triste picco nel 2019, dei molteplici casi di ferimenti e morti di animali sul territorio nazionale. Nel 2016 i casi di avvelenamento erano 23.500 esemplari. Nel 2018 sono stati avvelenati 60.000 cani di cui 1/3 circa ha perso la vita. Nel 2019 i casi registrati sono saliti a quasi 80.000 esemplari. I cani, secondo un recente studio, al 9% del totale della fauna avvelenata.  I dati ci dicono che, in Italia abbiamo circa 7 milioni di cani, questo significa che 10 cani ogni mille vengono avvelenati. L’emergenza sanitaria del Covid-19 ha de facto aumentato odio sociale verso i proprietari di cani, quindi vige stato di massima allerta. Secondo una stima i casi nel 2020 potrebbero superare le 100.000 unità.
Questa “pandemia sociale” va affrontata ulteriormente rispetto a quanto già in atto; se da una parte il Ministero della Salute ha emanato, il 12 luglio 2019 un’ordinanza sul “divieto di utilizzo e di detenzione di esche avvelenate” dall’altra si evidenzia un’incapacità di applicazione delle Direttive Comunitarie sulla normativa ambientale e della mancanza di risorse e protocolli per le attività investigative. La maggior parte dei nuclei cinofili antiveleno (agenzie per l’ambiente ONG) agiscono su segnalazione e non hanno potere investigativo.
Il progetto IREBA-19 e relativi protocolli consolidati, come prefissato dalla Comunità Europea, si inserisce all’interno dei progetti di strategia per il benessere animale nell’EU. Il Roadmap progettuale consiste in quattro punti basali; benessere animale, prevenzione, analisi ed esperienza e sarà coadiuvato da un Corporate del Benessere Animale (Well-Being) composto in primis dall’Università di Udine Dipartimento delle Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali (Responsabile Scientifico del progetto Prof. Bruno Stefanon), Lega Italiana dei Diritti degli Animali (LIDA), Lega Italiana dei Diritti degli Animali Sez. Tigullio, Nutrigene Food SRL e un Team Veterinario.
Domenica 26 settembre 2021, gli Istruttori e Ideatori del Progetto ossia Ivan Schmidt e Virginia Ancona, Dog Trainer Professional, conosciuti a livello nazionale e internazionale, saranno appunto presenti a Riva presso Chieri per una giornata di formazione, suddivisa in due moduli, dove verrà insegnato ai partecipanti, l’indifferenza e rifiuto alle esche e bocconi avvelenati, permettendo così di ottenere le prime conoscenze per la prevenzione e la salvaguardia della vita del proprio animale.

Il bollettino Covid di martedì 21 settembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE  16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 225 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 90 dopo test antigenico), pari all’ 1,0% di 22.240 tamponi eseguiti, di cui16.798 antigenici. Dei 225 nuovi casi, gli asintomatici sono 121(53,8%).

I casi sono così ripartiti: 98 screening, 111 contatti di caso, 16 con indagine in corso, 4 importati (3 dall’estero).

Il totale dei casi positivi diventa quindi 381.253, così suddivisi su base provinciale: 31.223 Alessandria, 18.111 Asti, 12.018 Biella, 54.987 Cuneo, 29.673 Novara, 203.119 Torino, 14.245 Vercelli, 13.595 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.575 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.707 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 21 (- 3  rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 199 (6 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.536.

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.895.221 (+ 22.240rispetto a ieri), di cui 2.131.745 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.749

Un decesso (nessuno nella giornata di oggi) di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato  dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale diventa di 11.749 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.572 Alessandria, 717 Asti, 434 Biella, 1.458 Cuneo, 947 Novara, 5.614 Torino, 532 Vercelli, 375Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

365.748 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 365.748 (+289rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.266Alessandria, 17.171 Asti, 11.485 Biella, 52.975 Cuneo, 28.558Novara, 195.588 Torino, 13.571 Vercelli, 13.144 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.486 extraregione e 2.504 in fase di definizione.

Più giochi all’aperto, meno videogames

A seguito dell’iniziativa dell’assessore al Welfare, con delega ai Bambini,  Chiara Caucino, i ragazzi potranno, grazie a un’importante azione di incentivo sostenuta con uno stanziamento di 250mila euro, «riconquistare» giardini, piazze e cortili delle proprie città e dei propri paesi. Anche per vedersi restituita la socialità interrotta dalle chiusure causate dal Covid. 

 

«Giochiamo all’aperto». La giunta regionale, su iniziativa dell’assessore regionale al Welfare, con delega ai Bambini, ha approvato una delibera per favorire il ritorno ai vecchi, cari, giochi tradizionali all’aperto: quelli che, da che mondo è mondo, si praticano nelle piazze, nei giardini, nei cortili. Una risposta concreta, dopo tanti mesi in cui, in particolare i più piccoli, sono stati costretti a restare chiusi in casa a causa dell’emergenza Covid.

Ma anche un’iniziativa tesa a valorizzare il gioco «fisico», «in presenza» – mutuando un’espressione usata in campo lavorativo – offrendo un’alternativa antica, ma oggi più che mai moderna, ai videogiochi, che negli ultimi tempi – proprio per la necessità di non muoversi di casa – hanno monopolizzato l’attività ludica di grandi e piccini. Con i loro pro, certamente, ma anche con i limiti e – in taluni casi – con gli abusi, di cui spesso si legge sui media.

E così il Piemonte ha scelto di reagire a questa situazione, «restituendo» il territorio ai più piccoli, affinché – proprio come «una volta» – si possa tornare a giocare insieme, ovviamente nella massima sicurezza. Da qui l’idea – che ieri è diventata realtà – di promuovere la realizzazione di progetti, da parte dei Comuni, singoli e associati, capofila di reti locali formate da scuole, associazioni giovanili, centri di aggregazione, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni sportive, che abbiano la finalità di realizzare occasioni di svago, crescita e rafforzamento, sviluppando conoscenze, competenze e autostima, ritrovando energie e fiducia; promuovere l’utilizzo dei parchi e dei luoghi pubblici dedicati nel rispetto delle misure di prevenzione previste dalle autorità (cortili, piazze, strade aperte al solo transito pedonale) e creare reti locali formate da enti locali, scuole, con il coinvolgimento di associazioni giovanili, centri di aggregazione, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni sportive, anche attraverso lo strumento della co-progettazione degli interventi, attraverso la realizzazione di specifiche  azioni volte a favorire proprio il gioco e l’attività motoria per i minori, anche attraverso                                                                                        installazioni, integrabili con il contesto, con la pavimentazione stradale e gli edifici esistenti, nel rigoroso rispetto delle misure anti Covid e dell’assetto urbanistico e di viabilità dei centri interessati. Ecco così che i soggetti coinvolti potranno realizzare parchi gioco diffusi nelle vie e viali, nelle piazze, nei giardini pubblici e nei cortili (purché aperti alla cittadinanza) delle città e dei comuni, nei quali svolgere attività ludiche e motorie all’aperto.

Con l’obiettivo dichiarato di favorire il riappropriarsi degli spazi pubblici del proprio contesto di vita attraverso il gioco e le attività all’aperto, favorendo, al contempo, la cura dei «beni comuni» e la salvaguardia e la crescita culturale della propria comunità.

L’iniziativa è anche suggerita dai risultati di importanti studi di respiro internazionale che dimostrano quanto i bambini abbiano, oggi più che mai, bisogno di un «ritorno al passato». Come la ricerca Unicef, dell’aprile 2020, la quale evidenzia la necessità che i governi e le istituzioni locali mettano in atto interventi in termini di protezione, sostegno e coinvolgimento in grado di garantire la sicurezza e il benessere dell’infanzia. O l’indagine, tutta italiana, dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova  sugli effetti del lock down sui più piccoli, che evidenzia che nel 65% dei bambini di età minore di 6 anni e nel 71% di quelli di età maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione. O quanto fatto rilevare da «Save The Children» che ha evidenziato proprio il rischio elevato che subentri la paura di affacciarsi a un mondo dove il virus non è scomparso.

L’assessore ha specificato che, da parte sua, non vi è però alcuna «crociata», contro i videogames, ma, allo stesso tempo, in questa delicatissima fase, è importante – se non fondamentale – incentivare il ritorno ai giochi tradizionali, sociali, fisici e manuali, che contribuiscono ad una crescita corretta dei nostri ragazzi, restituendo loro almeno parte di quanto tolto dalle chiusure forzate.

Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, possono presentare istanza di contributo ai sensi del presente atto, i Comuni, singoli o associati nelle forme previste dalla legge.

La valutazione dei progetti sarà effettuata da un Nucleo di valutazione, formato dai dirigenti o funzionari della Direzione Regionale competente.

La Regione, sulla base delle richieste pervenute, provvederà all’individuazione delle istanze ammissibili ed alla stesura di apposita graduatoria, sulla base dei seguenti  cinque criteri:

1) qualità e coerenza della proposta progettuale  e coerenza con gli  obiettivi dell’iniziativa regionale;

2) coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi nella progettazione delle attività;

3) dimensione della rete progettuale;

4) sostenibilità e replicabilità del progetto.

Al fine di favorire la tendenziale copertura di tutto il territorio regionale, si provvederà a finanziare almeno due progetti per ciascuna provincia, purché ammissibili e con punteggio minimo previsto dal bando regionale attuativo.

Esclusivamente per i Comuni dell’ambito territoriale afferente alla Città Metropolitana di Torino, in considerazione della popolazione minorile presente sul territorio, si finanzieranno almeno 6 progetti, purché  ammissibili e con punteggio minimo previsto dal bando regionale attuativo del presente provvedimento.

Qualora da una provincia pervengano più istanze da Comuni, singoli o associati, si procederà al finanziamento  sulla base del punteggio attribuito secondo i criteri di cui sopra; in caso di parità di punteggio, si darà la priorità ai Comuni, singoli o associati, con la popolazione minorile più elevata.

Nel caso da un ambito provinciale non pervengano almeno due progetti finanziabili, si procederà al finanziamento di ulteriori progetti afferenti agli altri ambiti provinciali, sulla base del punteggio ottenuto.

Sono ancora più di 700 mila i piemontesi che non si sono vaccinati

Il Piemonte ha ormai completato i richiami del 90% dei cittadini che hanno aderito, oltre 3,3 milioni di persone che rappresentano il 72,7% della popolazione over 12 degli aventi diritto. Mancano infatti all’appello circa 720 mila persone che non hanno ancora manifestato la volontà di essere vaccinati. Per provare a convincerli la Regione Piemonte sta mettendo in campo numerose iniziative che facilitino la vaccinazione, come ad esempio l’unità mobile per i grandi eventi inaugurata in occasione di Cheese (con oltre 250 persone “recuperate” e vaccinate nei tre giorni di manifestazione che si chiude oggi).

Il Presidente della Regione spiega che continuiamo sempre con la filosofia che ha contraddistinto con successo la campagna vaccinale piemontese e cioè di di portare il vaccino alle persone e non le persone al vaccino.

Il Presidente sottolinea anche l’importanza che le persone che non hanno ancora aderito lo facciano, perché avere paura verso un virus e un farmaco che sono entrambi nuovi è comprensibile, ma bisogna avere fiducia nella scienza e se le 700 mila persone che mancano all’appello aderissero, il Piemonte con la sua capacità vaccinale sarebbe in grado di immunizzare rapidamente il 100% degli over 12 mettendo in totale sicurezza il territorio e i suoi cittadini.
Fanno fede i dati delle terapie intensive dove giornalmente la percentuale di ricoveri riguarda per il 70/80% pazienti non vaccinati, ha spiegato ancora il Presidente che oggi ha dato il via simbolicamente all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino alle somministrazioni della terza dose.
Il Piemonte è stata una delle prime regioni a partire, cominciando dai pazienti immunodepressi individuati dalla circolare ministeriale, circa 53 mila sul territorio regionale.
Il Presidente ha spiegato che stiamo convocando tutti i soggetti fragili che rientrano nell’elenco del Ministero e li vaccineremo rapidamente, con l’obiettivo di completare nell’arco di 20 giorni la somministrazione della terza dose alle persone che per gravi patologie hanno necessità di essere protette prima degli altri, compatibilmente naturalmente con le condizioni sanitarie dei singoli pazienti.

SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E INCIDENZA PER FASCE D’ETÀ

Nel corso della riunione settimanale dell’Unità di Crisi si è analizzato, come di consueto, l’andamento dell’epidemia, con un focus particolare sulla suddivisione per classi di età. L’indagine degli epidemiologi ha evidenziato come al momento in Piemonte l’incidenza media continui ad essere stabile sui 35 casi ogni 100 mila abitanti, un valore rimasto costante e contenuto da agosto, grazie agli effetti positivi della vaccinazione. Il valore più basso con 21.5 casi ogni 100 mila si riscontra nei 60-79 enni. Ampiamente sotto la media generale piemontese anche l’incidenza negli over80, a quota 23.9, mentre leggermente superiore appare nei 30-59 enni dove è del 38.8. Si tratta delle classi di età con maggiore numero di vaccinati, a riprova dell’importanza dell’immunizzazione.

I DATI NEI GIOVANI

Una più manifesta circolazione del virus, seppur in forma non grave, è presente invece tra i giovani, per i quali la campagna vaccinale è ancora in pieno svolgimento, essendo partita da Piano nazionale dopo quella delle categorie più esposte: tra 0-11 anni l’incidenza è 51.7, tra i 12-15 anni è 46.6, tra i 16-19 anni è 41.3, tra i 20-29 anni è 44.7, in ogni caso sempre al di sotto della soglia di allerta di 50 casi ogni 100 mila abitanti.

Rispetto alle coperture vaccinali, quasi l’80% dei ragazzi tra 16 e 19 anni in Piemonte ha aderito alla campagna e di questi i 2/3 hanno già ricevuto due dosi. Nella fascia 12-15, per la quale le vaccinazioni sono iniziate dopo, ha già aderito il 55% e di questi più della metà ha completato il ciclo vaccinale

Cacciatore ucciso dal cinghiale al quale aveva sparato

DAL PIEMONTE/ E’ morto in ospedale ad Alessandria il cacciatore 74enne ligure  aggredito domenica da un cinghiale durante una battuta di caccia nell’Ovadese.
Il decesso è avvenuto per  l’emorragia causata dalla recisione dell’arteria femorale, provocata dalle zanne dell’animale che, ferito dall’anziano, lo ha caricato. L’uomo è stato soccorso dai compagni di battuta e dal 118, e trasportato in elicottero ad Alessandro.