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I commercianti schierati contro la manifestazione No Vax

La manifestazione No Vax, a livello nazionale promossa a Torino per sabato 18

“rischia di mettere in pericolo, proprio sotto le feste, non solo il lavoro di tantissimi commercianti, ma anche la salute dei cittadini: il cospicuo numero di partecipanti annunciato provocherà assembramenti da stadio”. Così il presidente di Confesercenti di Torino, Giancarlo Banchieri, che chiede al sindaco e al prefetto del di annullare la manifestazione no Green pass di sabato pomeriggio, unitamente ad altri colleghi commercianti.

Come Fulvio Griffa, presidente dell’associazione esercenti del centro: “Ok il diritto a esprimere le proprie opinioni, ma lo possono fare anche altrove. L’ultimo sabato prima di Natale per i commercianti è cruciale”.

Aggiunge Banchieri: “la minoranza urlante per evidente mancanza di idee mette in pericolo tutto questo, in un momento di recrudescenza della pandemia I No Vax sulle piazze e sui media sono la minoranza non soltanto più rumorosa, ma anche la più sovrarappresentata di sempre: la libertà di pensiero e di manifestazione qui non c’entra nulla”.

La Guardia di Finanza scopre fabbrica del falso: centinaia di abiti di marca contraffatti

GUARDIA DI FINANZA TORINO, SCOPERTO UN LABORATORIO ABUSIVO  DEL FALSO. VETRINE ON LINE E DIRETTE SOCIAL DOVE VENIVANO VENDUTI CENTINAIA DI ABITI DI LUSSO CONTRAFFATTI. QUATTRO LE PERSONE DENUNCIATE

La Guardia di Finanza di Torino, nel corso di una vasta operazione finalizzata al contrasto degli illeciti in materia di contraffazione e falso made in Italy, ha scoperto un laboratorio abusivo ed eseguito un ingente sequestro di capi di abbigliamento contraffatti in tre abitazioni, due ubicate in provincia ed una nel capoluogo piemontese.

Le indagini dei Finanzieri del Gruppo Orbassano, hanno tratto origine da una mirata attività di intelligence attuata attraverso l’incrocio delle investigazioni  emerse nel corso dei controlli del territorio con quelle scaturite dal monitoraggio del commercio illegale praticato on-line, che ha consentito di individuare tre soggetti i quali, in concorso tra loro, vendevano capi di abbigliamento fallaci, utilizzando come canale pubblicitario le “dirette facebook”, seguite sempre da centinaia di utenti.

A seguito dell’intervento delle Fiamme gialle, eseguito nelle abitazioni delle persone sottoposte ad indagine, veniva interrotto l’ultimo video promozionale in corso e posto sotto sequestro ingente materiale contraffatto costituito da capi e accessori di abbigliamento su cui erano stati illecitamente riprodotti noti brand di famose case di moda.

Il successivo sviluppo delle indagini ha consentito di individuare, nella zona nord di Torino, un appartamento, all’interno del quale venivano assemblati giubbotti, pantaloni e felpe recanti loghi di marchi contraffatti.

Le perquisizioni effettuate hanno fatto emergere una vera e propria “fabbrica del falso”, attrezzata con cliché, macchine da cucire e termopresse, atte all’apposizione dei marchi, utilizzata anche come deposito abusivo di capi semilavorati e già confezionati illegalmente, pronti per la vendita, gestita da una cittadina di origini extra-comunitarie. Nel corso delle operazioni, sono stati sequestrati circa 19.000 euro quali proventi illeciti derivanti dalle vendite, abilmente occultati e rinvenuti solo a seguito di accurate perquisizioni, oltre 10.000 loghi contraffatti delle più note griffe, pronti per essere applicati su altrettanti capi d’abbigliamento che avrebbero “invaso” il circuito cittadino nelle imminenti festività natalizie.

‘Ndrangheta, chiesti 11 anni per l’ex assessore Rosso

La richiesta della Procura di Torino è di 11 anni di carcere per Roberto Rosso, ex assessore regionale imputato di voto di scambio con esponenti della ‘ndrangheta. Il processo si svolge al Tribunale di Asti e coinvolge  quaranta persone per la presenza della criminalità organizzata nel Torinese.

Lo Russo annuncia: “Torino sostiene la Tav”

“La Città di Torino e la Città metropolitana sostengono la Torino-Lione e tutto il processo di progettazione e costruzione della tratta nazionale”.

Lo ha detto  il sindaco cittadino e metropolitano Stefano Lo Russo alla riunione della Cig, la Conferenza intergovernativa italo francese istituita dai Governi per il collegamento ferroviario Torino Lione. Lo Russo ha anche annunciato il rientro della città nell’Osservatorio Tav, dopo l’uscita che era stata decisa dalla sindaca Appendino.

Incendio di Beinasco, proseguono i controlli ambientali. A Torino situazione sotto controllo

La Città di Torino continua a monitorare con attenzione l’evoluzione della situazione ambientale che si è generata a seguito dell’incendio che ha interessato domenica un capannone in cui venivano riciclate materie plastiche nel comune di Beinasco.

Francesco Tresso, assessore della Città con delega alla Protezione Civile, insieme a funzionari del settore Ambiente e della Protezione Civile comunale, hanno partecipato a un tavolo tecnico di coordinamento con Arpa Piemonte e Asl Torino, per fare il punto della situazione a tre giorni dal rogo. Ieri la Città di Torino ha partecipato alla riunione operativa del COC (Centro Operativo della Protezione Civile) attivato dal Comune di Beinasco per gestire l’emergenza.

Proseguono i controlli degli inquinanti aeriformi a cura di Arpa Piemonte in diverse zone della città di Torino, che per un cambio della direzione dei venti è stata esclusa dalla situazione di criticità già dalla prime ore di lunedì, e nel territorio di Beinasco, sul quale continuano a concentrarsi le ricadute delle sostanze di combustione.

Dai controlli effettuati a Torino il quadro restituisce una situazione con valori di COV – composti organici volatili – non critici e coerenti con il periodo invernale e la situazione meteorologica attuale, caratterizzata da alta pressione e inversione termica nelle ore più fredde della giornata. Condizioni che possono portare alla stagnazione degli inquinanti negli strati inferiori dell’atmosfera nelle zone più prossime all’incendio, inducendo comunque a mantenere elevato il livello di attenzione.

L’attività di controllo e di monitoraggio continuerà anche nei prossimi giorni, con analisi sul campo e in laboratorio. In caso di variazione del quadro attuale verrà data tempestivamente comunicazione alla cittadinanza.

Per essere aggiornati sugli ultimi monitoraggi e sull’evoluzione invitiamo a consultare il sito Arpa Piemonte (www.arpa.piemonte.it).

“Luci d’artista”: il messaggio sociale dietro le luminarie natalizie

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Avete notato anche voi quanto brillano le stelle in questo periodo?

Ieri sera, mentre ero fuori, mi è capitato di sbirciare la luna oltre le case, mi è parsa quasi fluorescente, luccicava come un pezzo di “stagnola” sotto una lampadina. Un bianco freddo e brillante, come quello degli astri che spuntano con lei, appena il sole tiepido dell’inverno si accascia oltre l’orizzonte.

Sarà forse complice la neve caduta pochi giorni fa, quando i lattei fiocchi ghiacciati hanno ricoperto strade e marciapiedi, parchi e fontane, regalandoci un 8 dicembre di stereotipata felicità e rendendo l’atmosfera pulita e apparentemente priva di smog. Ma non è solo la natura circostante a brillare di luce propria nelle notti torinesi: le installazioni artistiche, tipiche di questo periodo festivo, stanno illuminando, ormai da più di un mese, il centro e alcune zone limitrofe. È ormai tradizione che diversi artisti, italiani e stranieri, si cimentino nel realizzare creazioni luminose, atte ad abbellire la città, rischiarando le vie del capoluogo durante le festose sere natalizie. Tuttavia, è bene precisare che esse non sono solo puri oggetti estetici, agghindi preziosi da mettere e togliere a seconda della moda della stagione, al contrario si tratta di opere d’arte, la cui funzione principale rimane quella di far riflettere l’osservatore, di porre questioni e pungolare costantemente la cittadinanza, anche su tematiche scomode e complesse. “Luci d’artista” è una manifestazione nata nel 1998, a seguito del successo, ottenuto l’anno precedente, dell’esposizione del “Presepe” di Emanuele Luzzati. L’opera del celebre scenografo, illustratore, animatore e ceramista genovese, scomparso nel 2007, è composta da novanta sagome in legno dipinte, raffiguranti i personaggi sacri della tradizione cristiana e i celebri protagonisti delle favole più conosciute. L’inaspettato connubio delle figure riconducibili ad emisferi differenti comporta il costituirsi di un’atmosfera magica e ludica, un mondo incantato dedicato ai più piccoli e a tutti coloro che ancora amano l’impattante innocenza del gioco.

Nel 1997 il “Presepe” viene esposto in piazza Carlo Felice, negli anni successivi invece è ospitato dapprima in piazza Castello, in seguito all’interno dei Laboratori di scenografia dell’Ente Lirico torinese e poi, a partire dal 2008, si colloca presso il Borgo Medievale. Un presepe – seppur unico nel suo genere – ha dunque dato vita ad una delle più attese ed apprezzate manifestazioni artistiche e culturali della città. Un presepe, simbolo per antonomasia della tradizione cattolico-cristiana, dimostra, attraverso un’abile rivisitazione artistica, che cosa sia in effetti la tanto chiacchierata “inclusione”: la tradizione si apre ad altri luoghi, si mostra per quel che è, ospita al suo interno i protagonisti dell’immaginario fiabesco, il sacro e il profano si mescolano, mentre le sagome religiose si accostano alle figure fantastiche. Luzzati, con il suo tocco geniale e fanciullesco, realizza un’opera che ci insegna la convivenza, attraverso il rispetto reciproco, che si può ottenere solo grazie alla conoscenza dell’altro, con l’accettazione di sé e con lo studio dei mondi stranieri con cui noi tutti condividiamo la medesima Terra.
Sono dunque più di vent’anni che Torino ospita questo percorso espositivo notturno, evento che coniuga arte e paesaggio urbano e promuove l’incontro tra il grande pubblico e l’affascinante ambito dell’arte contemporanea. La rassegna è comunque in costante mutamento, accanto ai grandi nomi che hanno fatto la Storia dell’Arte si esibiscono nascenti creativi, inoltre l’esposizione stessa è in continua evoluzione e ogni anno regala al capoluogo piemontese uno spettacolo scenografico nuovo e sorprendente.

Nella città sabauda quest’anno si collocano ben venticinque opere, tra cui le conosciute “Il volo dei numeri” di Mario Merz, visibile sulla Mole Antonelliana, “Amare le differenze”, eseguita da Pistoletto ed esposta in Piazza della Repubblica e “Tappeto Volante” di Daniel Buren in Piazza Palazzo di Città. Le installazioni vengono così distribuite: quattordici nel centro città e le restanti undici nelle altre circoscrizioni. Arte travestita da vacua estetica, ma in realtà ambasciatrice di messaggi di giustizia, uguaglianza e convivenza sociale.
In un momento storico in cui il “politically correct” sta sconquassando il passato, in nome di un futuro ricolmo di etichette, a favore di una tecnologia invasiva e di un’inclusione che si limita a distorcere la forma scritta, vorrei provare a rifarmi ad un altro linguaggio, quello dell’arte, per riflettere insieme, se vi sono altre vie, perché, a mio parere, non stiamo andando nella direzione più giusta. Avrei piacere, a questo punto, di approfondire con voi alcune di queste luminarie, riflettere sul significato che nascondono dietro l’aspetto luminoso e scintillante, in modo da poterne godere appieno la prossima volta che ci capiterà di visionarle da vicino, mentre il respiro forma nuvolette di fumo e il naso si fa rosso e freddo, appena al di sopra di sciarpe e sciarponi.
Partiamo da Porta Palazzo, zona cosmopolita per eccellenza, dove, quando c’è il mercato, il dialetto piemontese si perde tra le altre lingue parlate -e urlate – per richiamare l’attenzione dei compratori. Pistoletto esegue nel 2005 “Amare le differenze”, opera realizzata con luci al neon colorate che compongono la medesima frase in trentanove lingue differenti, dall’arabo all’inglese, dal cinese all’ebraico fino allo spagnolo. Un messaggio di pace significativo, evidente, chiaro ed esplicito, esposto nel cuore multietnico di Torino, sulla facciata del mercato di Piazza della Repubblica. Tale lavoro trae origine dal contributo che l’artista biellese aveva preparato per la Biennale di Venezia del 2003, quando era stato invitato a partecipare alla sezione “Stazione Utopia”, orientata sul rapporto arte-socialità. Pistoletto aveva proposto per l’occasione uno slogan “Love difference”: una frase semplice e diretta, fortemente significativa alla luce dei drammatici contrasti religiosi che ancora caratterizzano l’attuale fase storica. Quelle stesse parole continuano a gridare un messaggio di auspicio di coesistenza fra culture diverse, nello stesso tempo però, attraverso le tinte sgargianti dei neon, i termini richiamano alla memoria i molteplici e violenti contrasti a cui ancora assistiamo.

In via Monferrato, è invece visibile “Ancora una volta” di Valerio Berruti, altro lavoro che inneggia ad una Torino multietnica; si tratta di raffigurazioni di bambini che giocano con qualcosa che scorre sotto di loro, ossia la gente, i passanti, noi stessi, che li osserviamo dal basso verso l’alto. L’artista vuole che il pubblico si fermi a guardare “ancora una volta” quegli infanti che si accendono progressivamente e che, con la loro intermittenza, finalmente riescono a farsi notare da un mondo adulto, non sempre memore dei loro diritti. L’installazione volontariamente ricorda “Udaka – fango in zulu-”, videoanimazione proveniente dalla Fondazione Nirox e proiettata sul lago Nirox Sculpture Park (Johannesburg).
Ad illuminare via Po c’è Giulio Paolini, con la sua “Palomar”. Si tratta di una complessa struttura composta dal susseguirsi di sagome raffiguranti pianeti, orbite, corpi celesti, al cui termine vi è un funambolo in equilibrio su un cerchio. Siamo davanti ad un atlante cosmico che ci costringe a riflettere sull’ignoto e sul sapere e, soprattutto, ci invita a meditare sull’importanza dell’osservazione come momento di conoscenza. Il titolo stesso ci deve richiamare alla memoria l’omonimo romanzo di Italo Calvino, autore determinante per la storia della letteratura e della stessa Torino, in cui il protagonista “è come un palombaro che s’immerge nella superficie”. Ancora una volta un omaggio alle stelle, il “Planetario” di Carmelo Giammello, quest’anno esposto lungo via Roma, intrappola le costellazioni in reti metalliche, le trasforma in forme leggibili costituite da tubi luminescenti e sottili e le dona ai passanti. L’opera rende il pubblico astronauti improvvisati, inaspettatamente li fa fluttuare in una nebulosa metropolitana.

Siamo ora in piazza San Carlo, con l’installazione di Nicola De Maria “Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime”. Il titolo già di per sé esplicativo descrive l’intervento che ha tramutato i lampioni della piazza in un fantastico giardino d’inverno. I neon sono sintesi astratta di tratti spontanei, linee di matite colorate in mano a bambini: quello che ne viene fuori sono immagini semplici e sincere, la fantasia si concretizza in un avvolgente gioco di luci. Ancora una volta ci appigliamo all’intonso immaginario infantile.
In via Di Nanni Francesco Casorati ci invita a spiccare il volo, con la sua “Volo su…”, un “fil rouge” che si srotola sulla nostra Torino infreddolita, un invito a seguire uno dei tanti itinerari possibili che si prospettano davanti a noi. Degli uccelli geometrici con le ali spiegate ci incitano a unirci ai loro stormi, a farci leggeri e coraggiosi, con i loro becchi meccanici ci sfidano a essere felici, a dialogare tra noi, seguendo il filo rosso che simbolicamente unisce la condizione umana.Altri volatili, più seriosi stavolta, ci ammoniscono, nell’opera “Migrazione (Climate Change)” di Piero Gilardi, adibita presso la Galleria San Federico. Qui dodici sagome di pellicano, applicate ad una rete sospesa verticalmente, esortano i passanti a riflettere attivamente sulla questione climatica. Il riscaldamento globale costringe lo stormo di pellicani a migrare verso climi migliori, mentre il flusso consumistico dello shopping natalizio persiste a seguire la corrente della società, sordo al grido d’aiuto della Terra che ci ospita.

Lungo il ponte Vittorio Emanuele I è esposta l’opera permanente di Joseph Kosuth, titolata “Doppio passaggio (Torino)”, probabilmente la mia preferita rispetto a questa rassegna artistica.
L’installazione risale al 2001, ed è formata da due scritte luminose che riportano due frasi, di uguale estensione, una di Friedrich Nietzsche e l’altra di Italo Calvino. Le citazioni sono disposte simmetricamente e si specchiano a vicenda una sull’altra, complice l’acqua del fiume cittadino. “Doppio passaggio (Torino)” riporta tutte le caratteristiche della ricerca artistica di Kosuth, incentrata sull’utilizzo del testo scritto come veicolo concettuale, nonché sui giochi di specularità e simmetria ottenuti attraverso un abile utilizzo di riflessi e specchiamenti. In questo caso, l’artista cita volutamente due personaggi di estrema importanza per la letteratura torinese, inoltre, in questo lavoro, Kosuth accomuna lo scrittore ed il filosofo nell’uso della metafora del ponte come mezzo di comunicazione, trasmissione e osmosi tra spiriti e culture diverse. Non a caso l’installazione scorre lungo il Po, seguendo i Murazzi, dove l’anima sociale di Torino giace forzatamente addormentata. Inoltre l’opera si pone in relazione con la quotidianità dei cittadini, la costante azione di “attraversamento” del ponte come elemento architettonico, richiama i più alti concetti espressi nelle citazioni letterarie e filosofiche.

Come terminare questo breve giro panoramico senza soffermarci, seppur brevemente, sul lavoro di Merz? Sul monumento simbolo del capoluogo piemontese spicca il rosso intervento dell’artista milanese. “Il volo dei numeri” è un’installazione luminosa permanente, realizzata nel 1998; si tratta della raffigurazione in neon colorati, della sequenza di Fibonacci, celebre matematico vissuto in epoca medievale, a cui si deve l’introduzione dei numeri arabi in Italia; egli studiò la progressione che in natura determina la crescita e la proliferazione delle forme: nella progressione matematica ciascun numero è la somma dei due precedenti. Merz cita più volte nelle sue opere le scoperte del matematico toscano, così come ricorre quasi sempre all’uso del neon come metafora dell’energia; in questa specifica creazione la serie numerica è anche connessa alla curvatura della cupola dell’architettura e al monumento in quanto emblema della città subalpina.
“Luci d’artista” è una manifestazione sfavillante, illumina il buio della notte e sorregge i passi di chi si attarda nel ritorno a casa. L’arte ci sprona all’accettazione reciproca, invoca la bellezza della conoscenza, della scoperta, decanta il fascino dell’ignoto e, soprattutto, ci costringe a vedere, ad osservare e a ragionare.
“Non possiamo andare in giro a misurare la nostra bontà in base a ciò che non facciamo, in base a ciò che neghiamo a noi stessi, a ciò a cui rinunciamo e a chi respingiamo. Credo, forse, che dobbiamo misurare la bontà in base a chi abbracciamo, a ciò che creiamo e a chi accogliamo.” (“Chocolat”).

Alessia Cagnotto

 

Covid, il bollettino di giovedì 16 dicembre La situazione a Torino e in Piemonte

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16,30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.197 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 1171 dopo test antigenico), pari al 3,3% di 65.781 tamponi eseguiti, di cui 55.610 antigenici. Dei 2.197 nuovi casi gli asintomatici sono 1317(59,9%).

I casi sono così ripartiti: 1290 screening, 667 contatti di caso, 240 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 424.880, così suddivisi su base provinciale: 34.096 Alessandria, 20.513 Asti, 13.676 Biella, 60.729 Cuneo, 32.974 Novara, 226.103 Torino, 15.394 Vercelli, 15.590 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.743 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 4.062 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati non in terapia intensiva sono 624( +1rispetto a ieri).

I ricoverati in terapia intensiva sono 53(+rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 21.047

I tamponi diagnostici finora processati sono 10.753.553(65.781 rispetto a ieri), di cui 2.590.491 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.938

Nove decessi di persone positive al test del Covid-19, tre di oggi, sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.938  deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.595 Alessandria, 730 Asti, 441 Biella, 1.472 Cuneo, 959 Novara, 5.701 Torino, 552 Vercelli, 379 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 109 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

391.218  GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 391.218(+964 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 31.579 Alessandria, 18.892 Asti, 12.389 Biella, 56.190 Cuneo, 30.613 Novara, 208.720 Torino, 14.383 Vercelli, 14.198 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.563 extraregione e 2.691 in fase di definizione.

I Venerdì del “Cavour” per “fare squadra”

Venerdì 17 dicembre dalle ore 18.00 alle ore 19.30 si terrà presso la Chiesa Cristiana Evangelica di via Luigi Passalacqua 12 (Torino) la prima di tre serate dei “Venerdì del Cavour”.

Il progetto nasce da un’idea del professore del “Liceo Classico e Musicale Cavour” di Torino Valter Frezzato: studenti e docenti hanno lavorato con intensità e dedizione nelle settimane che hanno preceduto l’evento, unendo le loro idee e dando loro una forma definita. Il tutto in un’ottica ben precisa: quella di favorire un proficuo confronto tra le due anime del Liceo Cavour, la sezione classica e la sezione musicale, in virtù di un binomio -quello della letteratura con la musica- che è presente nella civiltà umana da tempo immemore. Autentiche pietre miliari della musica -Bach, Satin, Tchaikovsky sono solo alcuni esempi-, di cui eseguiranno dei brani gli studenti del Liceo, accompagneranno letture e riflessioni critiche in merito ai grandi della letteratura e della filosofia occidentale. Non mancherà uno spazio per momenti di confronto tra studenti e docenti, oltre che a una presentazione delle più riguardevoli iniziative, scolastiche ed extra-scolastiche, del Liceo.
In tal senso, il progetto dei “Venerdì del Cavour” si propone di essere anche una proficua occasione di riflessione sull’importanza della collaborazione e del saper “fare squadra” da parte di professori e alunni, unitamente alla volontà di voler regalare al pubblico una serata gradevole e vivace in compagnia.
L’ingresso è libero (è necessario essere muniti di green pass); l’accesso alla sala è consentito fino ad esaurimento posti. Ulteriori informazioni verranno pubblicate sulle pagine social del Liceo.

Le Pigotte realizzate nel Carcere di Torino concorrono alla campagna vaccini dei Paesi poveri

La Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino , sezione femminile, ha avviato da alcuni anni, l’attività del laboratorio delle Pigotte, le bambole di pezza dell’UNICEF che salvano la vita dei bambini.

Quest’anno il ricavato per l’adozione della Pigotta è destinato alla campagna COVAX per l’acquisto di vaccini anti covid19 destinati ai Paesi poveri del Pianeta.

Preceduta da un’attività di informazione sul significato della Pigotta collegata alla missione dell’UNICEF, e da una formazione operativa per mostrare i vari passi necessari al suo confezionamento creativo, l’iniziativa dall’alto valore sociale, ha riscosso un vero e proprio successo.

Si tratta, infatti, di una importante attività di socializzazione che consente alle detenute di uscire dalle celle e lavorare in gruppo e contribuire, grazie al proprio impegno, a salvare la vita di tantissimi bambini lontani.

Il Laboratorio, promosso nell’ambito del progetto “Lavoro, Emancipazione e Inclusione” (LEI), è formato da gran parte delle detenute della sezione femminile della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino seguite dalle educatrici Jessica Filardo e Damaris Paolone di EssereUmani onlus di Torino e per l’UNICEF dalla Sig.ra Annamaria Pansera Referente dei laboratori “Pigotte” dell’UNICEF.

La nostra presenza, dichiara Antonio Sgroi Presidente Provinciale per l’UNICEF di Torino, ha portato una ventata di ottimismo, consentendo alle detenute di impegnarsi, diventando protagoniste nelle campagne umanitarie dell’UNICEF, tese alla difesa dei diritti dell’infanzia ed all’accoglienza dei bambini migranti.

La realizzazione delle “Pigotte” rientra nel progetto “Lavoro, Emancipazione e Inclusione” (LEI) che si pone gli obiettivi di consentire alle donne detenute di apprendere o affinare le competenze nella prospettiva dell’uscita dal carcere favorendone un reinserimento socio-lavorativo volto alla prevenzione della recidiva.

Le “Pigotte” realizzate presso i laboratori del Carcere, dell’UNITRE e dell’UNICEF possono essere adottate presso:

la sede dell’UNICEF in Corso Orbassano 215 dove è possibile acquistare anche prodotti ecosolidali;

la postazione UNICEF allestita in Piazza San Carlo nei giorni 18 e 19 dicembre;

InGenio Via Montebello, 28.

Progetto realizzato con il contributo finanziario di Compagnia di San Paolo, la partecipazione dell’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo nell’ambito del Progetto Logos, il co-finanziamento di Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri, EssereUmani onlus, Cooperativa sociale Extraliberi, Cooperativa Sociale Patchanka, Cooperativa Sociale ImpattoZero, , e infine il contributo in kind di Intesa Sanpaolo S.p.A., in qualità di ente titolare del Museo del Risparmio , e di PerMicro S.p.A

Delegazione Unicef in visita al Questore di Torino

Una delegazione dell’Unicef, Organizzazione che si occupa di promuovere i diritti dei bambini e delle bambine in tutto il mondo, ha reso visita al Questore di Torino Dott. Vincenzo Ciarambino . 

La delegazione UNICEF, composta dal Presidente Provinciale Antonio Sgroi e da Annamaria PanseraReferente dei laboratori per la realizzazione delle pigotte, hanno preliminarmente ringraziato la Polizia di Stato tramite la persona del Questore di Torino Dott. Ciarambino per il contributo che, secondo una consuetudine instaurata a partire dal 2001, viene destinato ogni anno a Unicef Italia dalla vendita del calendario della Polizia di Stato. 

Le fotografie che accompagnano i mesi del 2022 sono state scattate da 12 poliziotti vincitori di un concorso fotografico indetto dell’Ufficio Relazioni esterne, cerimoniale e studi storici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che hanno voluto rappresentare la propria dimensione professionale attraverso lo strumento della fotografia, coniugando così passione professionale e sensibilità estetica. 

Il ricavato della vendita sosterrà il programma COVAX per un accesso equo e globale ai vaccini. 

Inoltre, una quota sarà devoluta al Fondo Assistenza per il personale della Polizia di Stato, in favore del piano “Marco Valerio”, riservato ai figli dei dipendenti della Polizia di Stato affetti da patologie croniche. 

Alla fine dell’incontro è stata donata al Dott. Vincenzo Ciarambino, come segno di gratitudine alle donne ed agli uomini della Polizia di Stato, la “Pigotta Poliziotta” appositamente realizzata dalla Referente Annamaria Pansera.