CRONACA- Pagina 1128

Accesso diretto ai vaccini per la terza dose

Tutti coloro che hanno maturato 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario (doppia dose o monodose nel caso di chi ha ricevuto J&J) da lunedì 14 febbraio, potranno recarsi ad accesso diretto presso uno degli hub vaccinali del territorio piemontese per ricevere la terza dose o “booster”.

L’accesso sarà possibile sia per chi non ha ancora la data di convocazione, a condizione che abbia già maturato il periodo necessario, sia per chi ha già un appuntamento e desidera anticiparlo.

La Regione Piemonte in ogni caso manderà a tutti un sms di convocazione con una proposta di data. Chi non si presenterà riceverà un nuovo sms di promemoria con convocazione un mese prima della scadenza del proprio Green pass.

Un’altra vittima in poche ore: cade dal sentiero e muore in montagna

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E’ morto il 68enne di Ivrea disperso da ieri  sul Mombarone, sul versante di Settimo Vittone.

Il corpo senza vita  è stato scoperto in mattinata dal soccorso alpino e dai vigili del fuoco. Era nella zona dove e’ scomparso il segnale  Gps  dal suo telefonino. L’uomo sarebbe precipitato dal sentiero. A dare l’allarme ieri era stata sua moglie.
(Foto archivio)

 

Sul mezzo Gtt senza documenti e con precedenti per spaccio: in arresto

Viaggiava a bordo di un mezzo di trasporto pubblico della linea 2 indossando una mascherina non idonea e privo di documenti identificativi, quando un controllore della GTT lo ha invitato a scendere dall’autobus in attesa dell’arrivo degli agenti del Comando Territoriale II della Polizia Municipale.

L’uomo non ha opposto resistenza ed è stato accompagnato al Comando Generale di via Bologna per l’identificazione. Al termine degli accertamenti di rito, a carico del giovane è emersa una disposizione per misura cautelare di custodia in carcere per reati connessi allo spaccio di droga.

Su disposizione del PM di turno, l’uomo, un ventenne originario della Mauritania, è stato associato alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno.

Scialpinista torinese muore cadendo su una roccia

Non è stato possibile salvare lo scialpinista del  Cai di Torino che ha perso la vita in Valle d’Aosta, sul monte Colmet, nella zona  di La Thuile e Morgex

Si chiamava  Mauro Fornaresio, di  68 anni, residente a Trofarello. Mentre saliva in vetta con i propri compagni di scalata e’ caduto da diversi metri di altezza e ha battuto violentemente la testa su una roccia.

 

 Spaccata notturna per rubare alcool Arrestati in tre dagli agenti della Squadra Volante

Tre giovani di età compresa tra i 21 e 22 anni sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Volante martedì notte per tentato furto a danno di un bar di via Cavalli.

Transitando nella via, intorno alle 3 della notte, gli agenti notano tre ragazzi sbucare dai bancali del bar e allontanarsi con delle bottiglie in mano. Uno di questi alla vista della volante cerca di liberarsi di alcune bottiglie, finendo però di consumerne una terza.

I poliziotti fermano i tre che vengono trovati in possesso di 17 bottiglie, in prevalenza birra e vino, per un valore superiore ai 260 euro. I giovani vengono anche trovati in possesso di un mazzo di chiavi e di sacchetto contenente monete prelevate nel locale.

I poliziotti appureranno poi che i tre si erano introdotti nell’esercizio divellendo la paratia in lamiera che chiudeva il magazzino.

Controlli della Polizia di Stato a Barriera Milano Chiusa una gastronomia

Sono proseguiti giovedì e venerdì i controlli straordinari del territorio nell’area del quartiere Barriera Milano, coordinati dal Commissariato giurisdizionale con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine.

Giovedì sono state controllate 35 persone e due esercizi commerciali. Due cittadini stranieri sono stati denunciati in stato di libertà per la violazione delle norme sull’Immigrazione.

Venerdì, invece, sono state controllate una quarantina di persone, due delle quali sono state denunciate per non aver ottemperato a un ordine di espulsione. Una terza, invece, è stata denunciata per il possesso di un’arma da taglio. Gli agenti hanno anche sottoposto a chiusura per 5 giorni una gastronomia di via Feletto per la violazione delle norme sul contenimento della pandemia.

 

La Mole Antonelliana si colora di Viola: Torino celebra la Giornata Internazionale Dell’epilessia

14 Febbraio 2022

 

·       Illuminata di viola anche la Basilica di San Gaudenzio di Novara.

·        L’iniziativa promossa dalla LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia, che illumina del colore dell’Epilessia i principali monumenti italiani.

·        Al via la campagna di sensibilizzazione “Io vedo le stelle”, con testimonial l’astronauta Umberto Guidoni.

·        Anniversari: i 50° della LICE tra formazione, assistenza e informazione

 

 

Torino si colora di viola. In occasione della Giornata Internazionale dell’Epilessia in programma il 14 febbraio, la Mole Antonelliana, il più celebre monumento del capoluogo Piemontese, si colorerà di viola, il colore dell’Epilessia.

Un’iniziativa promossa dalla LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia, che invita chi convive con questo disturbo a non arrendersi alla propria condizione, ma anzi a raggiungere la consapevolezza che – con il giusto supporto – una migliore qualità della vita oggi è assolutamente possibile.

Oltre a Torino, dal 12 al 14 febbraio anche la Basilica di San Gaudenzio a Novara si tingerà di viola.

“Anche il Piemonte farà la sua parte a sostegno di chi convive con questa condizione”, racconta la Dott.ssa Irene Bagnasco, Coordinatrice LICE sezione Piemonte-Liguria e Valle d’Aosta . “La Mole Antonelliana, uno tra i più importanti monumenti della Città e simbolo stesso di Torino, si illuminerà di viola a partire dal tardo pomeriggio fino a notte, per celebrare la Giornata e testimoniare la vicinanza della città a questa iniziativa e a questa condizione, che in Italia interessa oltre 500 mila persone”.

 

Quella piemontese sarà un’iniziativa seguita in tutta Italia, dove si rinnova la tradizionale illuminazione dei monumenti nelle principali città nell’ambito delle iniziative della LICE, che quest’anno festeggia il 50° anniversario della fondazione, assicurando da mezzo secolo formazione e ricerca, assistenza e informazione.

Un compleanno speciale celebrato con Io vedo le stelle“, la campagna di sensibilizzazione che mette al centro il viaggio nello spazio, simbolo del superamento dei propri limiti e invito ad andare oltre le barriere che – non solo per chi soffre di Epilessia – condizionano la nostra vita. Un messaggio contro lo stigma sociale che comporta l’esclusione di chi convive con l’Epilessia da una vita normale.

Testimonial della campagna della LICE – realizzata con il contributo non condizionato di Angelini Pharma – Umberto Guidoni, l’astronauta italiano che nel 2001 fu il primo europeo a mettere piede sulla Stazione Spaziale Internazionale, ISS, protagonista di un video messaggio rivolto alle persone con Epilessia e presente all’evento celebrativo della LICE ospitato il 14 febbraio all’ASI – Agenzia Spaziale Italiana.

 

EPILESSIA: IN ITALIA 86 NUOVI CASI NEL PRIMO ANNO DI VITA, 180 DOPO I 75 ANNI 

Nei Paesi industrializzati, l’Epilessia interessa circa 1 persona su 100. Questa patologia si può verificare in tutte le età, con due maggiori picchi di incidenza, uno nei primi anni di vita e l’altro – sempre più elevato – nelle età più avanzate. Attualmente si calcola infatti che in Italia ogni anno si verifichino 86 nuovi casi di epilessia nel primo anno di vita, 20-30 nell’età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni. Alla base dell’alto tasso di incidenza nel primo anno di vita ci sono soprattutto fattori genetici e rischi connessi a varie cause di sofferenza perinatale, mentre per gli over 75 la causa risiede nel concomitante aumento delle patologie epilettogene legate all’età: ictus cerebrale, malattie neurodegenerative, tumori e traumi cranici.  

 

 

Per maggiori informazioni:

www.lice.it

Romantica Torino: anche il capoluogo piemontese si ricorda dei suoi innamorati

Sapete cari lettori, è difficile scrivere un pezzo su San Valentino senza scivolare nella retorica e nella banalità. È assai complesso trattare d’amore dribblando l’ovvietà delle frasi da “bigliettino regalo”. D’altro canto è da sempre che l’uomo si confronta con tale sentimento: poeti, scrittori, artisti hanno tentato nei secoli di descriverlo, questo “amore”, studiosi e psicanalisti hanno provato a spiegarlo e i più timorosi si sono pure convinti di riuscire a rifuggirlo.

Non farò qui una dissertazione articolata su che cosa sia l’amore, né proporrò un elenco di citazioni mirate per farvi commuovere, al contrario vorrei intrattenervi raccontandovi delle origini di questa strana festività, che da tempo immemore esalta la passione amorosa.
Certo, siamo onesti, con l’avanzare dell’età tali concetti si allontanano dal podio delle questioni importanti, siamo tutti proiettati sul lavoro, sulla casa, sul portare i bambini a scuola e – soprattutto- sulle varie attività pomeridiane, siamo così sommersi dagli impegni “davvero” essenziali da non avere più tempo da perdere dietro a tali smancerie.
È materia da adolescenti questa, perché solo in quel momento dell’esistenza abbiamo la sfrontatezza necessaria per vivere appieno uno stato d’animo così totalizzante. Solo in quel lasso di vita siamo così coraggiosi da mettere ogni cosa in secondo piano, pur di stare qualche ora insieme alla nostra dolce metà. Credo allora sia giusto che i veri protagonisti di questa giornata siano i ragazzi, a maggior ragione ora, in un periodo storico così difficile, in cui non solo una pandemia ha stravolto la quotidianità della vicinanza, ma i social e la digitalizzazione sfrenata stanno distaccandoci dalla realtà e dal concreto.

Per queste motivazioni mi piace l’idea di poter scrivere di tale festa melensa, perché forse ogni tanto c’è bisogno di un po’ di retorica.
Un giorno, quello di San Valentino, dedicato a chi si vuole bene e a coloro che ancora si tengono la mano dopo tanto tempo insieme, ma soprattutto una ricorrenza rivolta a chi brucia, a chi desidera, a chi aspetta irrequieto che il telefono squilli, a chi prova quell’ “excrucior” di cui parla Catullo nei suoi impareggiabili versi.
“Amor, ch’a nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sì forte, / che, come vedi, ancor non m’abbandona.” (Dante, “Inf.”,V, 103), dice Francesca del suo Paolo.
Eccole qui le eterne parole di Dante, antiche e immortali, citatissime e mai eguagliate. Eccole qui le uniche parole adatte per tale occasione.
Quelli che sono gli amanti più famosi della letteratura hanno da sempre influenzato poeti e artisti, la loro fama si è protratta attraverso le epoche come fonte d’ispirazione obbligata per chiunque voglia anche solo pensare all’argomento amoroso. La potenza dell’Opera dantesca non si leviga, non si usura, nemmeno oggigiorno quando le terzine dall’andamento anaforico vengono utilizzare per incartare cioccolatini da distribuire alle masse dei consumatori.

Tempus fugit, e siamo arrivati al giorno più romantico dell’anno. Ancora una volta, il 14 febbraio gli innamorati si regaleranno un po’ di tempo per loro, magari una cena al lume di candela o un weekend  clandestino in qualche baita montana, o semplicemente qualcuno poggerà una rosa sul tavolo apparecchiato di casa, per far sorridere la persona amata di quello stesso sorriso con cui ci si innamora da adolescenti. La giornata è celebrata in quasi tutta Europa, nelle Americhe e nell’Estremo Oriente, si tratta di una ricorrenza assai vetusta, che affonda le sue radici in usanze pagane in seguito dimenticate. Per tale ricorrenza la nostra Torino offre diverse possibilità di festeggiamento: cene romantiche nei ristoranti del centro e non solo, musei con ingresso ridotto, aperitivi panoramici o ancora pernottamenti in magnifiche location appena fuori il capoluogo piemontese. Lo sappiamo, quando si tratta di “fare festa” i torinesi difficilmente si tirano indietro.
La città, per questa occasione, si tinge di rosso, negozi e locali hanno già allestito le vetrine con cuoricini e sagome di innamorati e per le vie si respira un’aria di romanticismo dilagante.
Quel che vorrei far emergere è che da sempre l’amore è esaltato e festeggiato e credo sia un bene che tale evento, seppur commercializzato e talvolta banalizzato, permanga ancora oggi, affinché rimanga viva la possibilità di ricordarci di quel sentimento che davvero ci rende uguali.

Lo spiega bene l’Amico Gufo in Bambi, tutti ci “rincitrulliamo”, l’innamoramento ha gli stessi effetti sugli scettici e sulle persone più sensibili, non dipende dall’etnia o dalla nazionalità, così come un cuore infranto non ha sesso e non ha genere, in quell’occasione piangiamo tutti allo stesso modo. La festività, istituita nel 496 da papa Gelasio I, prende il nome dal santo e martire Valentino di Terni e si diffonde prima di tutto in Francia e in Inghilterra, grazie al contributo dei Benedettini. È bene sottolineare la presenza di diversi santi denominati Valentino e non sempre la tradizione è chiara su chi in effetti debba essere preso a riferimento. La ricorrenza si sostituisce alla festa pagana dei “Lupercalia”, contribuendo allo scopo ultimo di cristianizzare le festività romane.
I Lupercalia si svolgevano a metà febbraio, considerato il mese purificatorio, durante i giorni nefasti, che vanno dal 13 al 15. I rituali sono eseguiti in onore del dio Fauno, nella sua accezione di Lupercus, cioè protettore del bestiame ovino e caprino dall’attacco dei lupi. Proprio il 15 febbraio è indicato come giorno culmine del periodo invernale, in questo momento le belve selvatiche sentono maggiormente i morsi della fame e si spingono più di sovente vicino alle greggi, che di conseguenza necessitano di più protezione.
Sono diverse le fonti a cui si può attingere per avere un’idea di come si svolgessero tali rituali, tuttavia è nelle “Vite Parallele” di Plutarco che possiamo ritrovare una minuziosa descrizione della festa.

La ricorrenza è legata ai cicli di morte e rinascita della natura, alla sovversione delle regole e alla momentanea distruzione dell’ordine sociale. Grazie a tali attività la comunità viene purificata ed è quindi possibile la sperata “rinascita”. Vengono costituiti chiassosi cortei, i partecipanti indossano maschere e travestimenti, rimettendo in atto il caos primigenio da cui scaturisce il processo di rigenerazione. Di tali celebrazioni permangono, seppur mediate dalla morale cristiana, alcune abitudini riferibili alla tradizione del Carnevale.
Durante i Lupercalia vengono portati avanti riti specifici, tra questi è bene ricordare la peculiare usanza legata al propiziare la fertilità delle donne: le fanciulle scendono in strada e si abbandonano ai colpi vibrati delle fascine di rami stretti con spaghi, inferti dai giovani. Così gli uomini regrediscono alla condizione ancestrale e divina della libera sessualità, impersonata proprio dal dio Fauno-Luperco. Secondo le fonti, anche le donne in dolce attesa partecipano a questi momenti e, come le altre componenti, si sottopongono spontaneamente e di buon grado ai colpi inferti dagli uomini, nell’ottica di facilitare la procreazione e rendere il proprio figlio forte e di buona costituzione. Una festività ben specifica e difficile da mascherare per i cristiani, l’escamotage utilizzato da Papa Gelasio I consiste nel mantenere una sorta di richiamo all’amore, cancellandone l’aspetto carnale ed elevandolo ad “amore etereo”, in riferimento al Santo Valentino, protettore degli innamorati.
Come precedentemente accennato, non si sa con certezza quale San Valentino debba essere venerato il 14 febbraio, probabilmente Valentino di Terni, ma forse un Valentino morto a Roma nel 274. Quest’ultimo sarebbe stato giustiziato per aver celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il romano e pagano Sabino, secondo la storia i due giovani morirono insieme proprio mentre il Santo li benediceva, Santo che di lì a poco sarebbe stato decapitato. Che ci ricordiamo o meno di queste faccende, l’importante – questa la mia opinione – è che il giorno di San Valentino valga ancora qualcosa, almeno per quei romantici che perdurano nel credere in questa sciocchezza dell’amore, che ancora si battono per un gesto carino, per la cavalleria, che forse non sarà tanto apprezzata dalle femministe più sfrenate, ma che a me, personalmente, piace tanto.

Alessia Cagnotto

 

Covid, il bollettino di domenica 13 febbraio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.145 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 1.719dopo test antigenico), pari al 7,4% di 29.160 tamponi eseguiti, di cui 22.534 antigenici. Dei 2.145nuovi casi gli asintomatici sono 1.860 (86,7%).

I casi sono così ripartiti: 1.812 screening, 248 contatti di caso, 85 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 947.592, così suddivisi su base provinciale: 77.506 Alessandria, 43.448 Asti, 36.605 Biella, 128.202 Cuneo, 72.296 Novara, 502.715 Torino, 33.664 Vercelli, 33.768 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 4.624 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 14.764 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 83 (-7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.640 (13 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 69.498

I tamponi diagnostici finora processati sono 15.091.346 (+29.160 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.834

Sono7, tra i quali 2 di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.834 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.704 Alessandria, 775 Asti, 490 Biella, 1.579 Cuneo, 1.032 Novara, 6.118 Torino, 595 Vercelli, 415 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 126 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

864.537 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 864.537 (+3.524 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 71.195 Alessandria, 40.420 Asti, 33.312 Biella, 118.896 Cuneo, 68.128 Novara, 459.622 Torino, 30.731 Vercelli, 31.321 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 3.372 extraregione e 7.540 in fase di definizione.

Mentre guida si sente male Si ferma e muore poco dopo

Questa mattina a Nichelino una donna stava guidando la propria auto.

A un certo punto in via Superga, all’angolo con via Sassari, si è dovuta fermare per un improvviso mal di testa.

Chiamato il personale del 118, questo ha effettuato le manovre di rianimazione. La donna, del  1963, residente a Carignano è purtroppo deceduta poco dopo.