CRONACA- Pagina 101

Arrestato l’autore del duplice tentato omicidio di Collegno

L’uomo aveva colpito madre e figlio con un coltello da cucina. Era fuggito all’estero.
È stato tratto in arresto la notte tra venerdì e sabato l’uomo, un italiano di 35 anni, che il 3 maggio scorso si era reso responsabile di un duplice tentato omicidio nei confronti di madre e figlio, colpiti all’interno della loro abitazione con più fendenti per poi far perdere le proprie tracce.
L’uomo, destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere emessa dalla sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino, era ricercato dagli investigatori subito dopo aver commesso il fatto, da quanto emerso riconducibile a questioni legate a un presunto credito che lo stesso aveva maturato a seguito di una compravendita di sostanza stupefacente.
Con l’intento di riscuotere un debito di 20.000 euro, la mattina di sabato 3 maggio il presunto autore – dopo essersi introdotto nell’appartamento di via Parri armato di coltello da cucina alla ricerca, in particolare, di uno dei due figli della donna cinquantottenne – colpiva con più fendenti prima la madre, per poi scagliarsi contro l’unico figlio presente in casa e intervenuto in sua difesa.
Il figlio della donna, ventottenne, era poi stato costretto ad abbandonare l’abitazione a causa dei diversi fendenti in corrispondenza del petto e del collo.
L’uomo invece, all’arrivo dei carabinieri, si era già dato alla fuga.
L’attività di indagine, svolta dalla Sezione Operativa della Compagnia di Rivoli e coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Torino, si è conclusa con la cattura dell’uomo in un appartamento del quartiere Barriera Milano di Torino dopo un periodo trascorso all’estero. Tornato probabilmente per la necessità di rivedere i propri affetti.
Il provvedimento a carico del soggetto citato è stato emesso

Jihadista in carcere a Torino: “Pronto a morire per l’Islam”

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Nell’ambito dell’attività di contrasto al fenomeno terroristico di matrice jihadista, la DIGOS di Torino e il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, avvalendosi del Nucleo regionale, con il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, hanno condotto in ambito carcerario un’articolata e complessa attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica di Torino, all’esito della quale è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere ad un cittadino tunisino, di 40 anni , per partecipazione all’organizzazione terroristica jihadista.

L’operazione ‘Shaytan’ (شيطان) ha consentito di acquisire elementi sulla partecipazione all’organizzazione terroristica dell’indagato – che ha vissuto in Italia per oltre 10 anni con un nome fittizio – essendo emerso che ha conosciuto l’organizzazione Al Qaeda, idolatrando e seguendo gli insegnamenti di Osama Bin Laden, nonché partecipando in Tunisia all’organizzazione terroristica Ansar al-Sharia.

Durante il periodo di detenzione sono stati registrati diversi suoi racconti, intervallati dai canti di nasheedtipici della propaganda islamista, nonché da storie, anche di natura mistica e citazioni sul volere di Dio, per convincere gli stranieri, che di volta in volta hanno condiviso la camera detentiva, a scegliere la strada del Jihad, facendo anche leva sulla mancanza di rispetto della religione islamica da parte degli occidentali e sull’esaltazione degli attentati eseguiti dallo Stato Islamico sul territorio europeo.

È altresì emerso il suo presunto progetto di impugnare le armi per onorare l’Islam, ritenendo la Sharial’unica legge da applicare, mediante il martirio.

Circa l’appartenenza dell’uomo ad organizzazioni terroristiche jihadiste, è emerso dall’attività di indagine che sarebbe stato pronto a fare un attentato una volta uscito dal carcere, morendo in nome dell’Islam, alzando la bandiera dell’Islam.

A Torino la giornata Europea della cultura ebraica

La giornata Europea della cultura ebraica – svoltasi domenica 14 settembre – ha rivestito quest’anno una particolare importanza e significato, in ragione della cupa e tragica situazione politica internazionale, a partire dalla questione Israelo – Palestinese.

La celebrazione è stata condotta con grande serietà, equilibrio e garbo dalla Vice Presidente della Comunità ebraica dott.ssa Anna Segre

Nelle parole della rappresentante della Comunità sono emerse chiaramente la preoccupazione e il timore per l’ esponenziale aumento dell’odio nella nostra società. Per contrastarlo ha auspicato il maggior impegno comune possibile e, in questo senso, ha più volte sottolineato l’importanza vitale di iniziative di dialogo e fraternità come la nascita “Tavolo della Speranza”.

Su questa iniziativa e su i suoi sviluppi nazionali si sono soffermati il rappresentante della Coreis Idris Bergia, il Presidente del Comitato Interfedi Valentino Castellani e il Vice Presidente del Comitato per i diritti umani Giampiero Leo, intervenuto in rappresentanza del Presidente dello stesso, Davide Nicco e della Presidente della Fondazione CRT prof.ssa Anna Poggi. Leo nel suo intervento ha ripreso il concetto – espresso anche dall’assessore comunale Rosanna Purchia e dalla consigliera regionale Monica Canalis – della assoluta necessità di un grande lavoro a livello culturale e di formazione, per educare al rispetto dell’altro, alla coesistenza, alla collaborazione e alla costruzione di un più grande Bene Comune.

Giampiero Leo

Concetti questi espressi con grande forza sia dal documento unitario delle confessioni religiose a livello piemontese, che dall’appello rivolto a tutto il Paese dai vertici nazionali della chiesa cattolica, delle comunità ebraiche e dei più importanti e significativi filoni religiosi del mondo islamico. Specificamente in questo appello viene rivolto un auspicio e un messaggio che recita testualmente: “auspichiamo che le nostre comunità religiose possano promuovere, in questo senso, attività locali e nazionali, culturali e formative, con l’attivo coinvolgimento delle istituzioni nazionali e delle amministrazioni locali”.

Rispetto a questa specifica e concreta richiesta, il Consigliere Leo ha potuto concludere il suo intervento con una notizia positiva e di speranza. Ovvero, che tanto il Comitato per i diritti umani e civili della Regione Piemonte, quanto la Fondazione CRT – grazie ad una speciale sensibilità della presidente prof.ssa Poggi e della segretaria generale avv. Polliotto – hanno già approvato e autorizzato una serie di iniziative ad Hoc, che prederanno il via ai primi di ottobre del corrente anno, per proseguire poi per tutto il 2026.

Una petizione per ripulire Torino dai graffiti

Caro direttore,

Torino è una città dal patrimonio storico, artistico e culturale unico.
Le sue strade, i palazzi, le piazze e i portici raccontano secoli di storia e di bellezza.
Oggi, però, questa bellezza è sempre più minacciata da graffiti e scritte vandaliche che, partendo dalle vie del centro, si estendono in quasi tutti i quartieri.

Questi interventi non autorizzati non sono “arte di strada” ma atti di vandalismo che rovinano il decoro urbano, svalutano gli edifici, trasmettono un senso di degrado sociale e incidono negativamente sul benessere dei cittadini e sull’immagine turistica della città.
Chi visita Torino – ma anche chi la vive ogni giorno – trova muri sporchi, serrande imbrattate e monumenti sfregiati, segno di una città che appare trascurata.

Più graffiti illegali rimangono in giro, più i vandali si sentono autorizzati a vandalizzare ulteriormente: è l’“effetto contagio” del degrado.
Invertire questa tendenza è possibile e necessario, per ridare a Torino l’antico prestigio e il rispetto che merita.

Con questa petizione https://chng.it/9KH5JxxrLK chiediamo formalmente al Comune di Torino di:

  • Avviare un piano straordinario di pulizia e rimozione dei graffiti vandalici da edifici pubblici e privati (con eventuali incentivi o contributi ai proprietari).
  • Rafforzare il controllo e la prevenzione contro i nuovi atti vandalici (sorveglianza, sanzioni, campagne educative).
  • Promuovere, parallelamente, spazi autorizzati e regolamentati per l’espressione artistica dei writers, distinguendo l’arte dalla vandalizzazione.

Ridare decoro significa migliorare la qualità della vita, attrarre turismo e investimenti, e restituire ai torinesi l’orgoglio della propria città.

Firma anche tu questa petizione per chiedere al Comune di Torino di agire subito: insieme possiamo riportare Torino alla sua bellezza originaria.

Paolo Succo 

Promotore

La polizia sventa truffa del bonifico

Un professionista di mezza età si era presentato a uno sportello bancario di Cuneo chiedendo in modo concitato di fare un bonifico da 14mila euro. Il funzionario, insospettito, ha informato la polizia. Giunti gli agenti l’uomo ha spiegato di aver ricevuto un sms che annunciava che il suo conto sarebbe stato sequestrato e per evitarlo doveva accedere a un link riportato nel messaggio. Era un raggiro, e la vittima presa dal panico, aveva seguito la procedura indicata venendo poi contattata da un numero di telefono fisso, con l’intestazione del comando dei carabinieri di Cuneo. Al telefono un uomo si era identificato come comandante   e lo aveva rassicurato: il conto sarebbe rimasto operativo non appena avesse fatto un bonifico istantaneo di 14 mila euro, su un conto da lui indicato.  Si è trattato di tentativo di truffa con  la tecnica dello spoofing telefonico, quando qualcuno falsifica la propria identità fingendo di essere un ente legittimo.

Raccolta delle mele, controlli dei carabinieri

Nella prima decade di settembre i militari del Comando Compagnia di Pinerolo, unitamente al personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Torino e a personale tecnico dell’Ispettorato d’Area Metropolitana, hanno portato avanti un’attività di controllo nel comparto agricolo, settore da sempre esposto al rischio di sfruttamento e lavoro irregolare.
Le ispezioni hanno interessato due aziende di coltivazione frutta con il personale intento nella raccolta delle mele e delle pere.
Nella prima azienda corrente in Bibiana (TO) è stato riscontrato l’impiego di un lavoratore in nero, ovvero in assenza di comunicazione obbligatoria al centro per l’impiego, oltre alla mancanza della visita medica prevista per il lavoratore con la mancata formazione dello stesso.
Nella seconda azienda corrente in Cavour (TO) è stata riscontrata la mancata formazione ed informazione di cinque lavoratori; nel complesso sono state verificate dodici posizioni lavorative. Entrambi i titolari sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria emanando provvedimenti prescrittivi al fine di sanare le situazioni riscontrate, elevando sanzioni per un totale di 7.000 euro.

Lo studio di Legambiente: edilizia scolastica fragile

Edilizia scolastica fragile, sostenibilità a rilento, servizi carenti e forti disuguaglianze territoriali. A peggiorare il quadro, il calo dei fondi per la manutenzione straordinaria.

È quanto emerge dal nuovo report nazionale di Legambiente “Ecosistema Scuola”, giunto alla XXV edizione, che raccoglie i dati 2024 di 97 Comuni capoluogo (7.063 edifici tra infanzia, primarie e secondarie di primo grado) e offre anche una fotografia degli ultimi 25 anni.

I numeri del 2024

  • Solo il 47% degli edifici dispone del certificato di agibilità.

  • Appena il 45% ha il collaudo statico.

  • Meno del 15% in zona sismica è stato progettato o adeguato secondo normativa.

  • Ancora il 54,8% degli edifici non ha avuto la verifica di vulnerabilità sismica.

  • Solo il 31,2% ha beneficiato di indagini diagnostiche sui solai negli ultimi 5 anni, e appena il 10,9% ha ricevuto interventi di messa in sicurezza.

Gli investimenti non aiutano: la spesa media per manutenzione straordinaria nel 2024 è di 39.648 € per edificio, in calo rispetto agli ultimi cinque anni (43.563 €), con differenze enormi tra Nord (41.699 €) e Sud/Isole (5.564 € e 5.234 €). La manutenzione ordinaria si ferma a soli 8.338 € per edificio.

Servizi e sostenibilità

  • Solo il 16% degli edifici ha interventi di efficientamento energetico.

  • Il 66,6% è ancora nelle classi energetiche E, F o G.

  • Impianti da fonti rinnovabili presenti solo nel 21% delle scuole, con le Isole ferme al 10,8%.

  • Tempo pieno attivo nel 38% delle classi, ma scende al 16,8% nelle Isole.

  • Mensa in 73,7% degli edifici, ma appena 38,8% nelle Isole.

  • Palestre disponibili solo nel 50% delle scuole, meno della metà accessibili nel Mezzogiorno.

Il commento di Legambiente

La scuola ha bisogno di investimenti regolari e consistenti nella manutenzione straordinaria e ordinaria insieme a un Piano Nazionale per la messa in sicurezza e per garantire più servizi. Si replichino anche le buone pratiche già attive nel Paese e che hanno per protagoniste scuole attente alla sostenibilità”.

Uno sguardo agli ultimi 25 anni

Il report conferma una gestione irregolare: fondi frammentari, oscillazioni continue negli interventi di manutenzione, arretramento del servizio scuolabus (dal 38% degli anni 2000 al 20% nel 2024) e solo una lenta crescita delle rinnovabili, che al ritmo attuale copriranno il 100% delle scuole solo tra 70 anni. Sul fronte amianto, dopo il minimo storico (4% tra 2018 e 2020) la percentuale è risalita al 10% nel 2024.

Dalla fotografia di Ecosistema Scuola relativa agli ultimi 25 anni – spiega Elena Ferrario, presidente di Legambiente Scuola e Formazione – emerge, in sintesi, un sistema che fatica a consolidare i propri risultati. La manutenzione straordinaria c’è, ma non è sufficiente a contenere la crescita delle urgenze… Serve una risposta più stabile, una programmazione di lungo periodo e un impegno costante anche per la manutenzione ordinaria”.

Le 8 proposte di Legambiente al Governo

  1. Potenziare l’Anagrafe dell’edilizia scolastica.

  2. Piano strutturale e coordinato per la riqualificazione degli edifici.

  3. Definire e finanziare nuovi LEP (servizi essenziali: mense, palestre, trasporti, spazi verdi, digitalizzazione, sostenibilità).

  4. Valorizzare le scuole come presìdi civici e comunitari.

  5. Completare diagnosi e messa in sicurezza dei solai, adeguamento sismico e verifiche di vulnerabilità.

  6. Programma nazionale di riqualificazione energetica e comfort climatico.

  7. Affrontare il tema del dimensionamento scolastico legato al calo demografico.

  8. Sostenere piani di mobilità scolastica partecipata e co-progettata.

Nuova vita per il gazebo dei Giardini Sambuy

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Taglio del nastro ieri per la riapertura del gazebo dei Giardini Sambuy di piazza Carlo Felice.

Dopo dieci anni, grazie ai lavori di riqualificazione dell’associazione Giardino forbito che ne avrà la gestione e la cura, riprende vita quello che si propone di rappresentare uno spazio di cultura e partecipazione all’interno di una oasi verde, biglietto da visita della città per chi arriva dalla stazione di Porta Nuova.

Al taglio del nastro, che si è svolto in concomitanza del Mercato della biodiversità Googreen nell’edizione speciale Aspettando Cheese, era presente il sindaco Stefano Lo Russo insieme con la presidente dell’associazione Giardino Forbito Antonella Giani, il presidente della Camera di commercio Massimiliano Cipolletta e la presidente della Circoscrizione Uno Cristina Savio. Presenti in giornata per una visita al Giardino rinnovato anche gli assessori Purchia, Porcedda, Foglietta e Tresso

“Siamo davvero molto contenti di scrivere oggi una nuova pagina della storia di questo luogo, nato grazie ad una grande intuizione dell’allora assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri – ha detto il sindaco Stefano Lo Russo-. Un luogo di socialità, cultura, aggregazione e di presidio positivo del territorio, che si trova all’interno di uno dei giardini storici che ogni giorno danno il benvenuto a tutti coloro che vanno e vengono dalla città o che vi arrivano per la prima volta per visitarla. Valorizzare gli spazi della città significa anche prendersene cura, con impegno condiviso tra realtà pubbliche, private e associazioni”.

Da domani il gazebo Sambuy tornerà ad essere nella disponibilità dei cittadini per eventi, workshop e laboratori, lezioni e convegni, spettacoli e concerti, incontri letterari, feste, momenti di condivisione e divulgazione attorno ai temi della sostenibilità e dell’innovazione.

Ottobre sarà il mese dedicato alla vendemmia e alla lettura, novembre il mese dell’arte in tutte le sue forme, dicembre sarà dedicato agli appuntamenti natalizi.

TORINO CLICK

La Regione finanzia ricerca, scienza e sviluppo. Investimenti per 100 milioni

Sono 27 i progetti presentati da atenei e centri di ricerca piemontesi che hanno superato la selezione del bando Infra+ e che potranno essere realizzati grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Piemonte attraverso il Fondo europeo di Sviluppo regionale (Fesr).

Per il bando, la Regione ha stanziato 30 milioni di euro, con l’intenzione di incrementare ulteriormente le risorse a fronte dell’elevata qualità delle proposte. Gli interventi attiveranno investimenti complessivi per quasi 100 milioni di euro.

Le aree di ricerca coinvolte sono molteplici e di forte impatto strategico: microelettronica, aerospazio, manifattura avanzata, nuovi materiali, intelligenza artificiale generativa, transizione energetica, economia circolare, mobilità sostenibile, biosicurezza e monitoraggio ambientale, salute e benessere, edilizia e territorio, agroindustria.

I risultati del bando sono stati illustrati in tre incontri ospitati dal Politecnico di Torino, dall’Università del Piemonte Orientale e dall’Università di Torino.

“Un momento storico per il mondo della ricerca piemontese – ha sottolineato l’assessore all’Innovazione e Ricerca della Regione Piemonte, Matteo Marnati –. Abbiamo infatti aumentato la dotazione finanziaria, consapevoli che investire in ricerca e innovazione significa garantire al Piemonte crescita, competitività e nuove opportunità di lavoro qualificato. Significa attrarre talenti e imprese, rafforzare il legame tra Università e sistema produttivo, sviluppare soluzioni sostenibili per la transizione ecologica e migliorare la qualità della vita dei cittadini. La ricerca è il motore che rende il nostro territorio protagonista del futuro”.

“La competitività internazionale delle infrastrutture di ricerca rappresenta uno degli assi portanti dello sviluppo degli atenei. La riconosciuta qualità delle progettualità selezionate nel bando dimostra la forza della sinergia quando si coinvolge l’intero ecosistema del territorio, tra istituzioni, atenei ed enti di ricerca. Questi finanziamenti si inquadrano perfettamente nelle traiettorie strategiche di ricerca del Politecnico, sviluppate dai dipartimenti e dai centri interdipartimentali insieme all’industria – commenta il rettore del Politecnico di Torino Stefano Corgnati –. Questo bando è inoltre di particolare importanza per il Politecnico, perché ha rappresentato anche una “palestra” per sperimentare un nostro nuovo modello di governance, avviato con questo mandato. Le grandi infrastrutture di ricerca di Ateneo afferiscono infatti ora al governo centrale rettorale, che poi ha il compito di metterle a disposizione di tutti i ricercatori, che provengano sia dal Politecnico che dagli altri atenei del territorio, ma anche dal mondo dell’industria”.

“Siamo grati alla Regione Piemonte per l’iniziativa del bando Infra+, che costituisce un’opportunità eccezionale per valorizzare il talento e l’ingegno presenti nelle nostre università e centri di ricerca, e la spinta all’innovazione che ne deriva – dichiara il rettore dell’Università del Piemonte Orientale Menico Rizzi –. Grazie a questo investimento regionale, l’Università del Piemonte Orientale, che ha visto finanziare tutti e sei i progetti presentati come capofila o proponente unico, così come un ulteriore in cui ha un ruolo di partner, potrà potenziare le proprie infrastrutture, rendendole ancora più competitive a livello globale e creando un ambiente ideale per i suoi ricercatori e le future generazioni di scienziati. Siamo inoltre soddisfatti che i progetti finanziati provengano da dipartimenti dislocati nei tre diversi poli di Alessandria, Novara e Vercelli, e che coprano diverse aree scientifiche, a dimostrazione della solidità della ricerca dell’intero Ateneo. La collaborazione tra università e diversi enti di ricerca, che emerge chiaramente da molti dei progetti presentati, è la vera chiave di volta: mettendo in rete le nostre eccellenze, rafforziamo l’intero sistema regionale e acceleriamo il progresso scientifico e tecnologico del Piemonte”.

“Accogliamo con viva soddisfazione i risultati del bando Infra+, che confermano il ruolo chiave dell’Università di Torino come protagonista della ricerca e dell’innovazione in Piemonte – afferma il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna –. Il nostro Ateneo è capofila e partner di tanti progetti dall’enorme potenziale che presidiano ambiti strategici per il futuro della nostra realtà: dalla salute e il benessere all’agroalimentare, dall’intelligenza artificiale alla biosicurezza, fino alla sostenibilità ambientale. Temi sui quali l’investimento che qui abbiamo realizzato consentirà di far evolvere la ricerca avanzata. Questi assi di sviluppo non sono evidentemente semplici aree disciplinari: rappresentano veri e propri nodi strategici di un ecosistema economico territoriale che deve saper rispondere a sfide globali. Su questo punto continuerà più che mai l’impegno dell’Università. L’investimento della Regione Piemonte con questo bando è molto importante e va letto come parte di una visione complessiva che il territorio ha fin qui sviluppato per il suo futuro: un capitale di fiducia nelle nostre università e nei nostri ricercatori, che valorizza l’innovazione come bene pubblico. È questa la dimostrazione che la conoscenza è risorsa quanto mai indispensabile, perché sostiene la competitività delle imprese, la qualità della vita dei cittadini e la resilienza delle comunità. Come Università di Torino siamo orgogliosi di contribuire, insieme ai partner scientifici e industriali, a costruire un Piemonte che investe nel sapere come leva per il futuro”.

I PROGETTI

Dei 27 progetti selezionati, 17 sono frutto di collaborazioni tra più enti e, in particolare, 10 sono interateneo.

I soggetti proponenti sono: Politecnico di Torino, Università di Torino, Università del Piemonte Orientale, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, Competence Center 4.0, Fondazione Links, Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Fondazione AI4Industry, CNR e Fondazione I.S.I.

 

Treni, riapre la linea SFM2 Pinerolo-Torino Chivasso

Come da programma, lunedì 15 settembre riprende la regolare circolazione ferroviaria sulla linea SFM2 Pinerolo-Torino Chivasso dopo i lavori estivi di potenziamento infrastrutturale e tecnologico di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS).

Secondo il cronoprogramma, nel comune di Vinovo, sulla Strada Provinciale SP143 al km 5+806 della linea ferroviaria le maestranze coordinate da RFI hanno completato le attività di spostamento del passaggio a livello, installando le barriere intere, propedeutiche per la definitiva soppressione, per un costo complessivo di 1,5 milioni di euro.

Tra Pinerolo e Moncalieri Sangone, invece, sono stati eseguiti diversi lavori di manutenzione straordinaria, come il rinnovo di deviatoi a Piscina e None, la sostituzione di ponticelli con nuovi manufatti, la riasfaltatura di 2 passaggi a livello, la predisposizione di nuovi attrezzaggi di sicurezza in corrispondenza di altri 2 passaggi a livello, la sostituzione di cavi ammalorati degli impianti di segnalamento. Si è provveduto a sostituire le casse di manovra dei passaggi a livello con altre di ultima generazione, oltre a specifici interventi di manutenzione di sicurezza ai binari.

Eseguiti anche interventi propedeutici per l’attrezzaggio dell’ERTMS (European Rail Transport Management System) il più evoluto sistema per la supervisione e il controllo della marcia dei treni, una tecnologia che permette di sfruttare appieno il potenziale della rete e di gestire in modo più efficiente eventuali anormalità. L’investimento complessivo di RFI di installazione del nuovo sistema sulla SFM2 ammonta a circa 25 milioni di euro.

Nelle stazioni di None e Pinerolo, con un investimento di circa 2,3 milioni di euro RFI ha completato il rinnovo e l’innalzamento del marciapiede del I binario secondo i più moderni standard europei con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità delle stazioni attraverso il progressivo abbattimento delle barriere architettoniche.