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I colori al tempo del Covid

Il bianco e il nero sono spesso stati definiti dagli artisti come “non colori”, in quanto il primo viene dato dalla somma di tutti i colori e il secondo, il nero, invece, dall’assenza di tutti i colori.

Potrebbe sembrare banale pensare al bianco e al nero oggi ma, in tempo di pandemia da Coronavirus, la realtà a molte persone non appare più frastagliata in tutta la cromaticità di prima, poiché ne è stata via via privata da profondi cambiamenti, che sono stati sia esterni all’individuo, sia interiori, provocati da un fatto così epocale, come quello dell’emergenza sanitaria comparsa più di un anno fa. Se la realtà a moltissime persone non appare, così, più a colori, potrebbe allora sembrare forse in bianco e nero. Questa osservazione, però, risulta contraddetta dalla bellezza del bianco e nero, da sempre scelti dalla fotografia d’autore. La TV stessa era nata, in origine, in bianco e nero, e diversi grandi fotografi contemporanei, quali Berengo Gardin, nonostante oggi esista il colore, continuano  a utilizzare il bianco e nero, attribuendo a questi “la capacità di rafforzare il senso e la comunicatività dell’immagine”. Sinceramente ritengo che oggi la realtà che stiamo quotidianamente vivendo non sia tanto percepita in una tonalità in bianco e nero, perché allora verrebbe anche a conoscere uno spazio lasciato libero all’immaginazione, ma neanche venga colta a colori; piuttosto viene, secondo me, dai più percepita nei toni del grigio. Questo è un colore  che, come tutti gli altri, racchiude molteplici significati, tra i quali anche quello della neutralità e dell’impersonalità. Possiede in se stesso un lato di luce e uno di tenebra, di ombra, e viene spesso associato alla senilità e al sentimento di tristezza che, credo, sia quello che spesso si accompagna in questo tempo di pandemia, che potrebbe anche essere ben definito di “sospensione”. Il grigio, considerato nel Medio Evo come colore opposto al nero e quindi portatore di benefici e espressione di positività, può, comunque, mutare significato a seconda del punto di vista da cui viene osservato, per esempio nel caso in cui lo si colga come un colore capace di indicare un punto di osservazione e di sosta, di valutazione del mondo circostante. Forse proprio questa potrebbe essere la prospettiva a partire dalla quale ci si potrebbe porre in una quotidianità non certo facile, anzi, a tratti, per alcune persone, tale da porre ostacoli che paiono insuperabili. Sarebbe auspicabile riuscire a fare di questa visione del mondo, attraverso una tonalità grigia, un punto di partenza per riflettere sull’attuale condizione di vita, sulle nuove realtà che si sono create nei rapporti interpersonali, in un’epoca di distanziamento fisico forzato, e sulle difficoltà di sopravvivenza di molti individui, per spegnere i condizionamenti che impediscono ancora di aprire i nostri cuori in una prospettiva di nuova solidarietà.

Mara Martellotta 

www.pannunziomagazine.it

 

Covid, sabato 13 marzo: la situazione in Piemonte

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.159nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 392dopo test antigenico), pari al 6,8% dei 31.671tamponi eseguiti, di cui 21.189 antigenici. Dei 2.159 nuovi casi, gli asintomatici sono 682 (31.6%).

I casi sono così ripartiti: 294 screening, 1.208 contatti di caso, 657 con indagine in corso; per ambito: 27 RSA/strutture socio-assistenziali, 187 scolastico, 1945 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 275.977così suddivisi su base provinciale: 23.220 Alessandria, 13.511 Asti, 9.061 Biella, 37.833 Cuneo, 21.345 Novara, 146.822 Torino, 10.362 Vercelli, 10.390 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.287 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.146 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 251( +4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.790(+106rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 25.636

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.308.835(+31.671rispetto a ieri), di cui 1.246.322risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.660

Sono 28 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 3oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.660deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.439 Alessandria, 609 Asti, 388 Biella, 1.142 Cuneo, 797 Novara, 4.438 Torino, 436 Vercelli, 325 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

237.640 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 237.640(+1093rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.548 Alessandria, 12.161 Asti,8.086Biella, 32.276 Cuneo, 18.512 Novara, 125.385 Torino, 8.686 Vercelli, 9.000 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.149 extraregione e 1.837 in fase di definizione.

Zona rossa: no alle visite a parenti e amici. Chiuse scuole e parrucchieri

Da lunedì zona rossa a Torino e in Piemonte. La Regione con una ordinanza firmata dal presidente Alberto Cirio anticipa la stretta a domenica per alcuni aspetti: niente visite alle seconde case e mercati  chiusi domenica, tranne quelli alimentari. Ciò a causa dell’aumento dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva

 

Chi abita nella zona rossa da lunedì non potrà andare a trovare a casa amici e parenti neanche in due e  con un solo spostamento al giorno. Chiuse tutte le scuole così come i parrucchieri

Lunedì 15 marzo, intanto, in Piemonte parte intanto la vaccinazione delle persone “estremamente vulnerabili”, quelle affette da patologie  che comportano un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi di Covid, che saranno vaccinate con Pzifer o Moderna.

Covid, il bollettino di venerdì 12 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.929nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 369dopo test antigenico), pari al 9,9% dei 29.675 tamponi eseguiti, di cui 17.462 antigenici. Dei 2.929 nuovi casi, gli asintomatici sono 914 (31.2%).

I casi sono così ripartiti: 310 screening, 1.663 contatti di caso, 956con indagine in corso; per ambito: 47 RSA/strutture socio-assistenziali, 246 scolastico, 2.636  popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 273.818 così suddivisi su base provinciale: 23.116 Alessandria, 13.496 Asti, 9.013 Biella, 37.417 Cuneo, 21.022 Novara, 145.756 Torino, 10.248 Vercelli, 10.328 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.280 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.142 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 247 ( +4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.684 (+79 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 24.708

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.277.164 (+29.675rispetto a ieri), di cui 1.238.059 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.632

Sono 28 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.632 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.438 Alessandria, 609 Asti, 388 Biella, 1.137 Cuneo, 796 Novara, 4.418 Torino, 436 Vercelli, 324 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

236.547 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 236.547 (+1267  rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.492 Alessandria, 12.128 Asti, 8.047 Biella, 32.140 Cuneo, 18.394 Novara, 124.794Torino, 8.626 Vercelli, 8.942 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.147extraregione e 1.837 in fase di definizione.

Vaccino da lunedì agli “estremamente fragili”. Ecco chi sono

LA PRE-ADESIONE ATTRAVERSO I MEDICI DI FAMIGLIA. AGGIORNATO DAL MINISTERO L’ELENCO DELLE PATOLOGIE
INCLUSI TRA I SOGGETTI CON PRIORITÀ ANCHE I DISABILI GRAVI

Partirà lunedì 15 marzo la campagna di vaccinazione delle persone “estremamente vulnerabili”, quelle cioè affette da patologie che comportano un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi di Covid.
A effettuare la pre-adesione sull’apposita piattaforma sarà il medico di famiglia. L’Asl di appartenenza provvederà poi a convocare i singoli con una lettera o un sms, per indicare la data e il luogo della vaccinazione, che sarà eseguita presso il più vicino di uno degli oltre 130 punti vaccinali allestiti in Piemonte. Per la somministrazione verranno usati i vaccini Pzifer e Moderna, previsti per questa categoria.

Proprio ieri, intanto, è giunto dal Ministero della Salute un aggiornamento delle patologie, i cui malati sono da considerarsi “estremamente vulnerabili”.

«Credo – sottolinea l’assessore alla sanità della Regione Piemonte, Luigi Genesio Icardi che sia molto corretto l’approccio che ha avuto questo governo di dare priorità alle categorie di persone che se dovessero contrarre il virus avrebbero un’alta probabilità di sviluppare forme severe di malattia con conseguenze gravi».

Qui di seguito l’elenco dettagliato. Per le patologie segnalate con asterisco è prevista la vaccinazione contestuale anche dei loro conviventi:

fibrosi polmonare idiopatica;

altre malattie respiratorie che necessitino di ossigenoterapia;

scompenso cardiaco in classe avanzata (III-IV NYHA);

pazienti post shock cardiogeno;

sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone;

sclerosi multipla;

distrofia muscolare;

paralisi cerebrali infantili;

– pazienti in trattamento con farmaci biologici o terapie immunodepressive*;

miastenia gravis;

patologie neurologiche disimmuni;

soggetti con diabete di tipo 1;

soggetti con diabete di tipo 2 che necessitano di almeno 2 farmaci per il diabete o che hanno sviluppato complicanze;

soggetti con morbo di Addison;

soggetti con panipopituitarismo;

pazienti affetti da fibrosi cistica, da considerare per definizione ad alta fragilità per le implicazioni respiratorie tipiche della patologia di base;

pazienti sottoposti a trattamento dialitico cronico;

– pazienti con grave compromissione polmonare o marcata immunodeficienza*;

pazienti con immunodepressione secondaria a trattamento terapeutico*;

pazienti con diagnosi di cirrosi epatica;

evento ischemico-emorragico cerebrale che abbia compromesso l’autonomia neurologica e cognitiva del paziente affetto;

persone che hanno subito uno “stroke” nel 2020 e per gli anni precedenti con ranking maggiore o uguale a 3;

pazienti con patologia tumorale maligna in fase avanzata non in remissione;

pazienti oncologici e onco-ematologici in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure*;

pazienti affetti da talassemia, anemia a cellule falciformi;

tutti i pazienti con sindrome di Down in ragione della loro parziale competenza immunologica e della assai frequente presenza di cardiopatie congenite;

– pazienti in lista d’attesa o trapiantati di organo solido*;

– pazienti in attesa o sottoposti a trapianto (sia autologo che allogenico) di cellule staminali emopoietiche (CSE) dopo i 3 mesi e fino ad un anno, quando viene generalmente sospesa la terapia immunosoppressiva*;

– pazienti trapiantati di CSE anche dopo il primo anno, nel caso che abbiano sviluppato una malattia del trapianto contro l’ospite cronica, in terapia immunosoppressiva*;

pazienti obesi con BMI maggiore di 35;

pazienti con diagnosi di AIDS o con <200 CD4

Nel caso di minori che non possano essere immunizzati per mancanza di vaccini indicati per la loro fascia di età, saranno vaccinati i loro genitori o i relativi tutori/affidatari.

Il nuovo documento ministeriale, inoltre, stabilisce che, insieme agli “estremamente vulnerabili”, vengano vaccinati, con le stesse modalità, anche i disabili gravi, così come definiti dalla legge 104/1992, art. 3 (“Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione, la situazione assume connotazione di gravità. Le situazioni riconosciute di gravità determinano priorità nei programmi e negli interventi dei servizi pubblici”). Prevista l’immunizzazione anche di familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa, in forma gratuita o a contratto.

L’indice di contagio Rt a 1,41 spinge Torino e il Piemonte nella zona rossa

Il Piemonte si avvicina sempre più alla  zona rossa. Infatti l’Istituto Superiore di Sanità, in attesa del pre report che deve essere reso noto, ha comunicato alla Regione il dato dell’Rt, salito a 1,41.

Lo annuncia  il governatore Alberto Cirio, ricordando che una regione entra in zona rossa quando l’indice del contagio  Rt  supera l’1,25.

Il quadro generale  è “in peggioramento” in tutto il Paese. Il Piemonte,  come diverse altre regioni, registra in base ai dati dell’ultimo report settimanale del Ministero della Salute  un quadro da  zona rossa. L’incidenza è di 279 casi ogni 100 mila abitanti, con l’aumento dei  focolai e della percentuale di tamponi positivi. Oltre i limiti anche l’occupazione di posti letto  di terapia intensiva, il 36% in crescita rispetto al 29% della settimana precedente e oltre la soglia limite del 30% e  di posti letto ordinari:42% in crescita rispetto al 37% della settimana precedente e oltre la soglia limite del 40%.

“Le reazioni da ipersensibilità ai vaccini”: incontro all’Accademia di Medicina

Venerdì 12 marzo alle 17.30, l’Accademia di Medicina di Torino organizza una seduta scientifica on line dal titolo “Le reazioni da ipersensibilità ai vaccini”.

Introduce l’incontro Umberto Dianzani, socio dell’Accademia di Medicina e Professore di Immunologia presso l’Università del Piemonte Orientale. Il relatore sarà Giovanni Rolla, Direttore del reparto di Allergologia e Immunologia clinica presso l’Ospedale Mauriziano a Torino.

Le vaccinazioni rappresentano il più efficace intervento di sanità pubblica, che ha ridotto significativamente mortalità e morbidità di molte malattie infettive. Raramente, con una frequenza stimata tra 1: 50000 a 1: 1000000 possono manifestarsi reazioni di ipersensibilità, la più temibile delle quali è l’anafilassi. La relazione all’ Accademia di Medicina tratterà i meccanismi alla base di queste reazioni, i relativi  fattori di rischio, solo in parte noti, e il modo di eseguire in sicurezza le vaccinazioni, con riferimento particolare alla recente vaccinazione anti Covid.

In ottemperanza alle disposizioni del DPCM relative alle misure di contenimento della pandemia, si potrà seguire l’incontro solo collegandosi al sito

www.accademiadimedicina.unito.it.

Gruppo di lavoro Covid: “Vaccini agli over 65 possono ridurre mortalità del 90 per cento”

“Nelle prossime settimane bisogna concentrare tutti gli sforzi per evitare ricoveri in terapia intensiva e decessi. Il piano vaccinale avrà un ruolo fondamentale, potrebbe ridurre del 75 per cento il rischio di ricovero e del 70 quello del passaggio in terapia intensiva nel momento in cui fosse coperta interamente la fascia degli ultra sessantacinquenni. Alle stesse condizioni sarebbe possibile ridurre più del 90 per cento la quota di decessi attribuibili al Covid”.

Lo ha detto in audizione al gruppo di lavoro della Regione sulla gestione dell’emergenza Covid19, presieduto da Daniele Valle, il professor Giuseppe Costa, uno degli esperti del Dirmei, direttore del Servizio di epidemiologia regionale dell’Asl TO3 e professore ordinario di Sanità pubblica all’Università di Torino, chiamato a ricostruire la curva pandemica a partire dal marzo 2020.
Non solo copertura vaccinale, ma anche innovazioni nel tracciamento dei contagi e nel confinamento, per comprendere meglio le vie del contagio e l’andamento dell’epidemia per territori, e una più puntuale analisi delle disuguaglianze sociali in termini di effetti sulla salute sono, secondo Costa, gli aspetti su cui puntare per migliorare la risposta alla pandemia.
L’analisi sulla prima e la seconda ondata ci dice che la mobilità è stata la principale causa della diffusione del contagio e che età e co-morbosità sono state determinanti sui ricoveri e il rischio di morte.
Rispetto alla mortalità sono stati considerati i dati in eccesso rispetto alle attese, che comprendono tutti i decessi, non solo per Covid: prima e seconda ondata si assomigliamo molto, ma se si considera il genere nella prima ondata sono morte più donne, mentre nella seconda soprattutto uomini. Un dato preoccupante riguarda i morti a casa, che nelle due ondate non hanno mai smesso di essere in eccesso rispetto alle attese, con un carico di compiti onerosi per l’assistenza territoriale.
La curva cumulativa della mortalità a Torino nel periodo 1 marzo 2020-5 marzo 2021 rileva un eccesso di 1990 morti rispetto alle attese (+23%), di cui 856 tra gli over 85 e 130 nella fascia più bassa 0-65, che ha portato ad un crollo l’aspettativa di vita dall’inizio del 2011, corrispondente a -1,5 anni per gli uomini  e -1,3 per le donne.
Costa ha spiegato che oltre a età e co-morbosità vanno anche considerati gli effetti della distribuzione sociale delle patologie croniche come diabete e malattie respiratorie, il cui rischio aumenta in misura inversamente proporzionale al titolo di studio: esiste una geografia sociale in termini di salute che ha fatto emergere diseguaglianze sull’impatto della pandemia.
Le differenze di infezione da Covid per professione, rilevate da un’indagine sierologica Istat di luglio 2020, ci dicono che gli addetti alla sanità sono stati gli occupati attivi più colpiti, e che valori superiori alla media ci sono stati tra addetti alla ristorazione e all’accoglienza, professioni ad alta frequenza di contatti con il pubblico.
Ai consiglieri Marco Grimaldi (Luv) e Domenico Rossi (Pd), che hanno posto una serie di domande per approfondire il tema del contact tracing, e a Francesca Frediani(Movimento 4 ottobre), che si è soffermata sulle misure per il contenimento del contagio in ambito scolastico, Costa ha risposto invocando la necessità di un ammodernamento delle procedure.
Alessandro Stecco (Lega) ha chiesto quale sia lo stato dell’epidemiologia piemontese e cosa sia possibile fare per rafforzarla: “Credo non ci siano altre regioni con la nostra dotazione di competenze e con la stessa capacità di produzione scientifica e di attrazione di investimenti – ha concluso Costa – Avevamo proposto già alcuni anni fa un riordino della rete e la sua trasformazione in un dipartimento regionale funzionale. Doveva essere discusso a gennaio 2020 ma è rimasto in sospeso a causa dell’emergenza”.

Bollettino Covid di giovedì 11 marzo: 2300 nuovi positivi, 952 guariti

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 2.322 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 370 dopo test antigenico), pari all’ 8,2% dei 28.322 tamponi eseguiti, di cui 16.300 antigenici. Dei 2.322 nuovi casi, gli asintomatici sono 790 (35.4%).

I casi sono così ripartiti: 401 screening, 1.191 contatti di caso, 730 con indagine in corso; per ambito: 46 RSA/strutture socio-assistenziali, 229 scolastico, 2.047 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 270.889 così suddivisi su base provinciale: 22.960 Alessandria, 13.436 Asti, 8.954 Biella, 36.913 Cuneo, 20.914 Novara, 144.014 Torino, 10.111 Vercelli, 10.202 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.276 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.109 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 243 ( -1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.605 (+73 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 23.157

I tamponi diagnostici finora processati sono 3.247.489 (+28.322 rispetto a ieri), di cui 1.230.722 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 9.604

Sono 42 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 2oggi(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 9.604 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.433 Alessandria, 608 Asti, 387 Biella, 1.134 Cuneo, 794 Novara, 4.405 Torino, 433 Vercelli, 324 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 86 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

235.280 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 235.280 (+ 952 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 20.369 Alessandria, 12.084 Asti,8.014Biella, 31.985 Cuneo, 18.335 Novara, 124.079 Torino, 8.559 Vercelli, 8.883 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.143 extraregione e 1.829 in fase di definizione.

Ricoveri no covid sospesi negli ospedali piemontesi

CHIESTO ALLE AZIENDE SANITARIE DI INCREMENTARE DI ALMENO IL 20%. I POSTI LETTO DI TERAPIA INTENSIVA PER I PAZIENTI COVID

 

A causa dell’aggravarsi della pandemia e della necessità di ulteriori misure per garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti Covid, l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha dato disposizione a tutte le aziende sanitarie del Piemonte di sospendere temporaneamente i ricoveri no Covid, escluse le urgenze, i ricoveri oncologici e quelli in cosiddetta fascia “A”, cioè da effettuare entro 30 giorni.

Differite anche tutte le attività ambulatoriali, ad eccezione di quelle contrassegnate con codice “U” (urgenti, da garantire entro 72 ore) e “B”, da assicurare entro i entro 10 giorni. Esclusi dal provvedimento anche gli screening oncologici.

In questo modo, si punta a passare da un numero di posti letto dedicati al Covid di 2.201 (20% del totale disponibile) a 4.403 (35-40%), come previsto dal piano pandemico, a fronte di una soglia di occupazione che ieri ha superato di due punti la soglia critica, attestandosi al 42%.

“Per quanto riguarda le terapie intensive, si è arrivati a un tasso di occupazione del 36%. Per questo, il Dirmei ha chiesto alle Aziende sanitarie di incrementare di almeno il 20% i posti letto di terapia intensiva dedicati ai pazienti Covid” – afferma il dottor Emilpaolo Manno, coordinatore dell’area sanitaria dell’Unità di Crisi.

“La necessità di allentare la pressione sulla rete ospedaliera – spiega Manno  – costringe il Dirmei a prendere nuovi provvedimenti, nella corretta applicazione del piano pandemico. Non vuol dire che siamo in affanno, visto che abbiamo ancora ampi margini di manovra sulla riorganizzazione delle nostre strutture in caso di peggioramento della situazione, ma occorre agire in considerazione dell’evolversi dell’epidemia. Quanto alle prestazioni ordinarie procrastinate, queste verranno riprogrammate appena possibile e in ogni caso le urgenze, le patologie oncologiche e i percorsi nascita saranno tutelati come sempre. Inoltre, abbiamo raccomandato alle aziende che si cerchi il più possibile di sviluppare la gestione dei pazienti Covid a domicilio».