Il Piemonte oggi è nella normalità relativamente all’emergenza sanitaria ma non bisogna abbassare la guardia, anzi, occorre sempre tenere alta l’attenzione.
E’ quanto emerge dall’intervista con Chiara Pasqualini, referente del Seremi, a significare Servizio di riferimento regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione ed il controllo delle malattie infettive, che da febbraio, ogni giorno, ha per prima il polso della situazione, raccogliendo i dati dai vari servizi provinciali e poi diffondendone le risultanze attraverso l’ufficio stampa della Giunta regionale.
Dottoressa, ad oggi, quale è la situazione, aggiornata di qualche settimana dal nostro ultimo colloquio ?
Siamo nella normalità, vediamo un trend che continua a decrescere e siamo a basso rischio
Eppure qualche giorno fa ci sono stati alcuni ricoveri in terapia intensiva ?
E’ possibile che si tratti di casi positivi al tampone che necessitano di ricovero in terapia intensiva per altre cause. In ogni caso ogni variazione va osservata basandosi su un periodo più lungo e non sulla singola giornata.
Per quanto riguarda il Piemonte possiamo essere ottimisti ?
Possiamo essere ottimisti ma con cautela. Il sistema sanitario adesso è pronto, il monitoraggio c’è, occorre anche che continui l’impegno della popolazione sia nell’attuazione delle misure, sia nella segnalazione dei sintomi, anche sfumati.
In che senso ?
E’ importante che con sintomatologie, anche sfumate, ad esempio un raffreddore, si limitino il più possibile le frequentazioni, e lo si segnali al medico di famiglia in modo che questi possa raccogliere le anamnesi ed i sintomi riferiti. Ovviamente non è detto che in presenza di un raffreddore si sia in presenza di un caso di Covid-19 ma è meglio, è più prudente fare questo passaggio per prudenza e rispetto degli altri.
Il Piemonte è a rischio per i ‘contagi di ritorno’ ?
Il rischio dei contagi di ritorno c’è anche in Piemonte come nelle altre regioni derivato da turisti, pendolari. Occorre essere attenti.
Nel mondo assistiamo ad un’accelerazione dei contagi. Cosa si può dire per l’Italia ?
Che non ci sono elementi eclatanti, che non si deve abbassare la guardia, ma possiamo avere un cauto ottimismo.
I casi sono per lo più asintomatici o paucisintomatici, sono diminuiti i casi gravi, si può dire che il virus ha perso di potenza ?
Effettivamente ci sono casi meno gravi rispetto a qualche mese fa, i fattori sono diversi dal periodo di quarantena, all’applicazione delle misure di distanziamento sociale, ad una maggiore capacità di intervento del sistema sanitario. Occorre capire se le eventuali mutazioni del virus hanno comportato o meno delle modifiche nella patogenità e nella virulenza, ma al momento non ci sono pareri unanimi nella comunità scientifica. In ogni caso la prudenza è sempre d’obbligo.
Leggendo i report giornalieri, oltre al dato delle terapie intensive e degli ospedalizzati, c’è anche quello delle persone in isolamento domiciliare che è in forte discesa ?
Certamente e, come si vede dai pazienti in attesa del secondo tempone negativo, tenderà ad abbassarsi ulteriormente giorno dopo giorno.
Per il futuro …
Lo ribadisco, tenere alta la guardia e l’attenzione, il virus non è sparito, continua a circolare.
Massimo Iaretti