Coronavirus- Pagina 47

Rsa, criticità e prospettive dopo l’emergenza. Dibattito in Sala Rossa

Da Palazzo Civico / Si è svolto questa mattina un Consiglio Comunale aperto, presieduto da Francesco Sicari, dedicato alle Rsa di Torino e del Piemonte, durante l’emergenza sanitaria e sulle prospettive future. Sono intervenuti, oltre ai consiglieri comunali, rappresentanti delle Asl, del mondo sindacale, di enti e associazioni e cooperative e delle stesse Rsa.

 
Il dibattito è stato avviato dalla consigliera Maria Grazia Grippo (PD), promotrice dell’iniziativa, insieme ad altri consiglieri, che ne ha spiegato le finalità: dare voce a tutti i protagonisti, dai gestori delle Rsa, ai lavoratori ecc, per mettere in chiaro quanto accaduto, dare voci alle Istituzioni Comune e Regione e comprendere cosa ci si possa aspettare nei prossimi mesi, a fronte degli errori che sono stati commessi. Ha osservato come rappresenti “un errore politico l’assenza della Giunta Regionale che non ha voluto cogliere l’opportunità offerta dal Consiglio”.
 
Gli interventi degli ospiti sono stati aperti da Giuseppina Dassio, dell’Asl Città di Torino che ha evidenziato come all’interno delle Rsa ci sia stato un aumento dei decessi, raffrontati a periodi analoghi del passato, con un incremento dal 13% al 20%. Ha affermato che sono stati effettuati 14800 tamponi tra ospiti e personale e sottolineato la necessità di rivedere l’assetto delle strutture, a partire dal ruolo del direttore sanitario. Agostino De Michelis, della Cisl FNP pensionati, ha illustrato un documento elaborato con Cgil e Uil dello stesso comparto, nel quale si sottolinea la necessità di avere meccanismi di partecipazione e controllo da parte dei lavoratori, una adeguata retribuzione, l’esigenza di riaprire le visite ai parenti e l’ingiustificato aumento delle rette per gli ospiti delle strutture. Per Michele Assandri, Associazione nazionale strutture terza età, la pandemia ha colto tutti all’improvviso e le Rsa, da luoghi di cura, assistenza e aggregazione hanno dovuto improvvisamente trasformarsi in strutture di isolamento per pazienti con alto tasso infettivo, trasformazioni che non possono avvenire in 24 ore. Francesco Lo Grasso della Uil ha posto l’accento sull’importanza di potenziare la rete delle strutture specialistiche territoriali sottolineando il ruolo dei medici di famiglia e la necessità di privilegiare le cure domiciliari fino a quando non sia indispensabile ricorrere alla residenzialità. Cosimo Scarinzi (Cub pubblico impiego) ha messo in luce la necessità di un welfare municipale, oggi debole. La carenza di assistenti sociali, spesso precari, ha evidenziato la grande difficoltà di sistema. La salute – ha detto Scarinzi – non è separata dalle logiche del Welfare; occorre una rete sociale diffusa per gestire situazioni di grave crisi come quella odierna. Salvatore Rao (Alleanza per la tutela della non autosufficienza) ha rimarcato gli errori nei trasferimenti dei malati negli ospedali: occorreva isolarli, ha affermato. Bisogna riconoscere le persone in quanto tali e ragionare sui bisogni, ripensando il concetto di residenzialità con un nuovo sistema di cure domiciliari. I dati ci dimostrano che la casa è il luogo migliore per la cura. Daniela Simone (Ordine assistenti sociali) ha rilevato la mancanza di un’interlocuzione con la Regione Piemonte nel periodo più grave della pandemia. Il tema cardine risiede nella cultura degli aspetti relazionali – ha commentato – e invece nemmeno esiste la figura dell’assistente sociale nelle RSA, ma solo personale amministrativo. Secondo Fulvio Perini (Attac Torino) il malfunzionamento delle RSA rappresenta il fallimento dell’articolo 41 della Costituzione, e l’inchiesta giudiziaria in corso è del tutto condivisibile. Ed è da cancellare – ha aggiunto – la delibera sui tempi delle prestazioni sanitarie della Regione Piemonte. Le parole di Milena Vasta (Cub Sanità Torino) hanno evidenziato la mancata applicazione delle misure di prevenzione verso i soggetti più fragili: invece – ha commentato – si sbaglia, inseguendo la logica del risparmio sulla salute delle persone. Occorre incentivare l’assistenza domiciliare come rinnovare la Commissione di vigilanza del Comune di Torino.
 
Pietro Tuttolomondo (coordinamento infermieristico di un pronto soccorso della Città Metropolitana) ha posto l’accento, oltre che sulle Rsa, anche sulle fragilità, da anni, sui pronto soccorso che di fatto sono diventati punti alternativi alla cura sanitaria territoriale e si chiede se le strutture siano pronte a una nuova ondata pandemica. Andrea Ciattaglia (Fondazione promozione sociale onlus) ha ribadito che anche il Comune può intervenire nei temi sanitari, non solo la Regione. Ha ricordato che è stato richiesto alla Regione la riforma delle Rsa così come le cure domiciliari.  Michele Colaci (presidente nazionale Confapi Sanità) ha sottolineato che in piena fase di emergenza non c’è stato il supporto dalla medicina territoriale e non è stato possibile operare in tempo per il ritardo dei tamponi. Chiede, infine, a tutti di operare concretamente e senza ideologie politiche. Tiziana Tripodi, Cisl Torino, ha affermato che il Covid-19 ha dimostrato che le Rsa sono l’anello debole  della sanità, non solo del Piemonte ma nazionale. Tra le criticità ha evidenziato i tamponi non eseguiti e i dispositivi non consegnati, l’isolamento chiesto nelle Rsa, strutture non idonee a questa esigenza. Fabrizio Ghisio (Federsolidarietà) fa notare che ci vuole un grande ripensamento sui servi e le strutture, dopo il Covid-19, sulla territorialità e sul modello Rsa. Anna di Mascio, del Forum Legacoop Piemonte, ha concluso gli interventi degli ospiti ribadendo l’opportunità che il modello di residenzialità sia ripensato, insieme al sistema di integrazione socio sanitario, il sistema di cure complessive e la disabilità ed ha invitato la Città ad attivarsi con la Regione perché si avvii confronto per una rivisitazione della residenzialità e delle cure domiciliari.
 
La vicesindaca e assessora al welfare, Sonia Schellino, ha ringraziato gli ospiti per la partecipazione e la panoramica ricca di spunti che sottolineano la fragilità della medicina territoriale e la necessità di rafforzarla per curare le persone non solo all’interno di strutture. Per Schellino, si evidenzia l’importanza della domiciliarità, dove il modello Torino è forte, grazie alla paziente progettazione che la nostra città ha rafforzato negli ultimi 20 anni. Un modello attento alle persone mix assistenza garantendo la permanenza a casa, costruito sulla necessità delle persone. Per quanto riguarda le strutture, verificata la debolezza della DGR 45, in particolare per quanto riguarda il “minutaggio” che non consente un’adeguata cura della persona, Schellino considera indispensabile un ripensamento della normativa da elaborare con tutti i soggetti coinvolti.
 
Ha aperto la serie degli interventi dei consiglieri comunali, Elide Tisi (PD), sottolineando come il tema, di forte valenza politica, necessiti di interlocuzione con Regione e ASL per avere completezza dei dati e un quadro preciso di quanto accaduto durante la pandemia, delle conseguenze nelle RSA e, in generale, per analizzare quanto è successo. Serve verificare le criticità evidenziate al fine di evitare il ripetersi di errori e trovare soluzioni adeguate anche recuperando modelli o varando soluzioni inedite, guardando al mondo degli anziani con occhi e cuore diversi. La politica regionale e comunale devono assumere un ruolo fondamentale, perché c’è bisogno di una strategia socio sanitaria a livello locale che preveda una funzione di indirizzo nei confronti della ASL, per evitare che questo tema rimanga una Cenerentola, e diventi, invece, tema principale.
 
Per Fabio Versaci (M5S) nessuna speculazione politica, solo la volontà di portare il contributo del Consiglio comunale su questo tema. Versaci si dice dispiaciuto per l’assenza della Regione, che poteva rendere questo incontro un proficuo momento di confronto. E nessuno voleva processare nessuno. Serve, adesso, continuare il confronto, anche per prepararsi ad un eventuale ritorno dell’epidemia in autunno, evitando di ripetere gli errori fatti nella fase più acuta dell’epidemia. Eleonora Artesio (Torino in Comune) ritiene indispensabile che le istituzioni prendano impegni precisi. Si sta parlando di condizioni personali di malattia che impediscono alle persone di svolgere le funzioni essenziali della propria vita. Non solitudine e non fragilità conseguente all’invecchiamento, ma solitudine, invecchiamento e povertà aggravate dalla malattia, con diversi livelli di intensità assistenziale, requisito per cure domiciliari o ingressi in RSA che richiedono sempre la competenza di carattere sanitario nell’assistenza. Una competenza che va rafforzata e che non comporta il rischio di sanitarizzazione, che interviene quando si trasforma in malattia qualcosa che malattia non è. Ci deve essere cura della malattia insieme alla cura delle relazioni. E la condizione di non autosufficienza non deve essere riconosciuta ad intervalli temporali altalenanti. Se la condizione è conosciuta, va strutturata nei livelli essenziali di assistenza, dando continuità e garanzia.
 
Il consigliere Raffaele Petrarulo (Lista civica Sicurezza e Legalità) ha sottolineato come il problema delle Rsa e delle liste di attesa nella sanità vada avanti da decenni e ha lamentato l’assenza di interlocutori della Regione Piemonte e la mancata istituzione di un Commissione consiliare comunale d’indagine, prevista da una proposta di mozione a prima firma della consigliera Scanderebech. È necessario occuparsi di salute pubblica non soltanto nei momenti di emergenza – ha affermato Viviana Ferrero (M5S) – soprattutto tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione e della qualità di vita delle persone anziane, intervenendo non solo con la medicalizzazione, ma con un percorso di educazione all’invecchiamento. Per Francesco Tresso (Lista civica per Torino) la Città di Torino non può esimersi dall’affrontare il tema del controllo dell’operato dell’Asl e della tutela delle persone fragili. Ha quindi ribadito la richiesta alla Regione Piemonte di interventi straordinari per sviluppare l’assistenza specialistica territoriale per i pazienti affetti da patologie croniche, anche attraverso il teleconsulto.
 
Ha chiuso la serie degli interventi la consigliera Federica Scanderebech (Misto di Minoranza – Rinascita Torino) convinta che servano dati precisi per affrontare una discussione approfondita sul tema. Vanno chiariti il perimetro delle responsabilità e delle competenze delle istituzioni e del Comune di Torino, che riguardano soprattutto le funzioni di indirizzo politico. La consigliera conclude il suo intervento ribadendo la necessità dell’istituzione di una commissione d’indagine.

In calo i ricoveri in terapia intensiva. Tre nuove vittime e cinque nuovi contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

25.202 PAZIENTI GUARITI E 952 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 25.202 (+ 66 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3018 (+7) Alessandria, 1499 (+0) Asti, 821 (+0) Biella, 2327 (+0) Cuneo, 2246 (+2) Novara, 13.119 (+54) Torino, 1067 (+2) Vercelli, 944 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 161 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 952 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 4107

Sono 3 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 676 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 395 Cuneo, 367 Novara, 1813 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.434( +5 rispetto a ieri), tutti asintomatici. Dei 5 casi, 1 RSA, 2 screening, 2 contatti di caso, le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisesu base provinciale: 4071 Alessandria, 1879 Asti, 1051 Biella, 2879 Cuneo, 2798 Novara, 15.915 Torino, 1332 Vercelli, 1143 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 263 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 103 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 8 ( – 1 ).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 210 ( invariati rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 955.

I tamponi diagnostici finora processati sono 434.835 , di cui 238.220risultati negativi.

Coronavirus: due morti e sei contagi. Stabili le terapie intensive

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

25.136 PAZIENTI GUARITI E 981 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 25.136 (+ 25 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3011 (+8) Alessandria, 1499 (+10) Asti, 821 (+0) Biella, 2327 (+0) Cuneo, 2244 (+0) Novara, 13.065 (+7) Torino, 1065 (+0) Vercelli, 943 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 161 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 981 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RIMANGONO COMPLESSIVAMENTE 4104

Sono 2 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 676 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 395 Cuneo, 366 Novara, 1811 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.429( +6rispetto a ieri, tutti asintomatici. Dei 6 casi, 3 da screening, 3 in RSA, le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisesu base provinciale: 4070 Alessandria, 1879 Asti, 1051 Biella, 2878 Cuneo, 2798 Novara, 15.915 Torino, 1329 Vercelli, 1143 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 263 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 103 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9 (invariati rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 210 (-16rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 989.

I tamponi diagnostici finora processati sono 431.761 , di cui 236.760risultati negativi.

Coronavirus: oltre 25 mila guariti, due morti e 11 contagi

Il bollettino della Regione di sabato 4 luglio 25.033 PAZIENTI GUARITI E 1053 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 25.033 (+77 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2982 (+4) Alessandria, 1474 (+10) Asti, 819 (+1) Biella, 2321 (+0) Cuneo, 2244 (+5) Novara, 13.030 (+55) Torino, 1059 (+0) Vercelli, 943 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 161 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 1053 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 4102

Sono 2 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4102 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 676 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 394 Cuneo, 366 Novara, 1811 Torino, 221 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.405 (+1rispetto a ieri, di cui 8 asintomatiche; delle 11: 4 Rsa, 3 screening, 2 contatti di caso, 2 con indagine in corso.) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4066 Alessandria, 1878 Asti, 1051 Biella, 2873 Cuneo, 2798 Novara, 15.909 Torino, 1324 Vercelli, 1143 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 263 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 100 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9 (-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 225 (-1rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 983.

I tamponi diagnostici finora processati sono 427.590, di cui 234.833 risultati negativi.

Il trasporto pubblico verso la normalità. Riaprono presto sale da ballo e discoteche all’aperto

Dal 10 luglio ok al pieno carico sulle linee extraurbane del trasporto pubblico. Dal 9 luglio riaprono sale da ballo e discoteche all’aperto

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza.

Dal 10 luglio sarà consentita la ripresa del trasporto a pieno carico, limitatamente ai posti a sedere, nelle linee extraurbane di treni, autobus (di linea e turistici), sui taxi e nel trasporto con conducente, sempre nel rispetto delle “Linee guida” approvate dalla Conferenza delle Regioni in accordo con il Governo.

«Abbiamo voluto dare ancora una settimana di tempo con l’auspicio che il Governo, rimasto totalmente silente in questi giorni, intervenga finalmente per uniformare la situazione – sottolineano il presidente Cirio e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi -. Un treno che collega Liguria, Piemonte e Lombardia non può partire da una regione in un modo e arrivare a destinazione in un altro. Intervenendo oggi con una nostra ordinanza immediata rischieremmo solo di spostare il problema dal Piemonte alla Lombardia. Per cui diamo ancora una settimana di tempo a chi da Roma ha il compito di garantire omogeneità su servizi come quello dei trasporti extraregionali. Non si può avere il caos. Per quanto riguarda in particolare questo weekend abbiamo verificato con Trenitalia che sui treni delle linee interregionali verranno applicate solo le regole previste dal Decreto del Governo, per cui per chi salirà in Liguria su un treno diretto in Piemonte resterà comunque valido il distanziamento».

Dal 9 luglio sarà inoltre consentita l’apertura di sale da ballo e discoteche, con le attività di danza svolte esclusivamente in spazi esterni e nel rispetto delle relative Linee guida.

L’ordinanza autorizza infine, subito dalla sua emanazione, l’accesso ai locali di qualsiasi attività tuttora sospesa per lo svolgimento di attività di vigilanza, manutenzione, pulizia sanificazione, nonché per la ricezione in magazzino di beni e forniture, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza.

Il presidente Cirio ha ottenuto il via libera tecnico ai provvedimenti della nuova ordinanza da parte del Dipartimento di prevenzione della Regione Piemonte, che alla luce dei Monitoraggi nazionali e regionali ne ha certificato la compatibilità con l’attuale situazione epidemiologica piemontese.

Il report settimanale N.7 di monitoraggio della Fase 2, trasmesso alla Regione dal Ministero della Salute, ha confermato infatti una situazione positiva per il Piemonte con valori entro le soglie di riferimento e un basso livello di rischio.

Covid 19, via libera all’indagine conoscitiva della Regione sull’emergenza sanitaria

Il Consiglio regionale ha approvato ad ampia maggioranza la mozione 328 che impegna la quarta Commissione (Sanità) a svolgere un’indagine conoscitiva diretta ad acquisire notizie, informazioni e documenti relativi alla gestione dell’emergenza sanitaria Covid 19. L’attività sarà svolta da un gruppo di lavoro individuato dall’Ufficio di presidenza, il cui coordinamento sarà affidato a un rappresentante delle opposizioni.

Il documento ha come primo firmatario il presidente del Consiglio Stefano Allasia ed è stato sottoscritto anche da Alberto Preioni (Lega), Paolo Ruzzola (Fi), Sean Sacco (M5s), Silvio Magliano (Moderati), Raffaele Gallo (Pd), Paolo Bongioanni (Fdi), Mario Giaccone (Monviso).

“Finito il periodo più critico dell’emergenza Covid-19, penso che sia giunto il momento di svolgere un’indagine – ha chiarito Allasia –  con lo scopo di approfondire e acquisire con la massima trasparenza notizie, informazioni e documenti relativi alla gestione dell’emergenza epidemiologica sul nostro territorio regionale. Credo che sia importante fare chiarezza, per capire cosa abbia funzionato bene o male, in modo da pianificare una strategia per affrontare eventuali future emergenze”.

Alberto Preioni (Lega) ha sottolineato che il suo gruppo intende “svolgere tutti gli approfondimenti necessari, ora che questa fase sembra terminata. Spero che questo spazio non diventi un luogo di propaganda politica. Ho visto l’impegno dei nostri sanitari in questi mesi: un impegno totale, sul piano professionale e umano. Ha funzionato tanto nella nostra sanità, pochi i problemi emersi. Il nostro sistema ha retto, in particolare il settore ospedaliero. Questa esperienza ci dice però che sono necessari i presidi ospedalieri territoriali, anche con una partecipazione del privato che aumenti l’efficienza”.

Per Raffaele Gallo (Pd) “il punto di sintesi trovato è accettabile. Non abbiamo interesse a una caccia alle streghe, solo a un luogo di confronto per capire cosa non ha funzionato, per approfondirlo e migliorare la sanità piemontese, in modo da essere pronti anche a un eventuale ritorno della pandemia. Un sistema da difendere nella sua forma pubblica, riorganizzato in questi anni per uscire dal piano di rientro”.

Sean Sacco (M5s), poi, ha dichiarato che “dopo una lunga interlocuzione, arriviamo a qualcosa di concreto. Non quello che ci si aspettava, ma meglio di niente. Abbiamo notato nella maggioranza una certa difficoltà ad aprirsi a una inchiesta, non per fare processi, ma per assumerci responsabilità per quello che è successo nella nostra regione. Perché si parla sempre di autonomia, ma poi si chiedono a Roma le soluzioni”.

A parere di Marco Grimaldi (Luv) “siamo davanti a una occasione persa, un commissione di inchiesta avrebbe fatto bene a tutti. Spero che qualcuno spieghi il ritardo nell’esecuzione dei tamponi, che ha messo in crisi il sistema della vigilanza attiva che avremmo dovuto fare. Cosa non ha funzionato nell’approvvigionamento del Dpi. Il mancato ascolto dei lavoratori della sanità è una delle cause della tragedia”.

Paolo Bongioanni (Fdi), ha dichiarato: “Voterò a favore, ma non parteciperò alle riunioni. Mi auguro che il gruppo di lavoro operi anche nell’ottica di una riforma del sistema sanitario, perché a inizio pandemia ci siamo trovati davvero con una situazione difficile da gestire organizzativamente”.

Paolo Ruzzola (Fdi), nell’annunciare il voto favorevole, ha chiarito che “lo scopo principale è quello di lasciare a fine legislatura una sanità migliore di quella che abbiamo trovato”.

(GM – dall’uffico stampa del Consiglio regionale)

Coronavirus, verso i 25 mila pazienti guariti in Piemonte. Altri 5 morti e 13 contagi

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

24.892 PAZIENTI GUARITI E 1.091 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 24.892 (+179 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2969 (+13) Alessandria, 1460 (+6) Asti, 818 (+2) Biella, 2318 (+3) Cuneo, 2234 (+18) Novara, 12.938 (+126) Torino, 1055 (+6) Vercelli, 941 (+3) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 159 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 1.091 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 4.096

Sono 5 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4.096 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 674 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 394 Cuneo, 365 Novara, 1.810 Torino, 219 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.378(+13rispetto a ieri, di cui 12 asintomatici. Dei 13 casi, 8 screening, 4 contatti di caso e 1 con indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisesu base provinciale: 4066 Alessandria, 1874 Asti, 1048 Biella, 2866 Cuneo, 2797 Novara, 15.903 Torino, 1323 Vercelli, 1141 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 262 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 98 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 11 (-0 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 248 (-12rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1040.

I tamponi diagnostici finora processati sono 422.647, di cui 232.007risultati negativi.

Emergenza covid -19 e gestione della ripresa, più di 24 milioni dalle fondazioni bancarie

Le Fondazioni bancarie del Piemonte hanno reagito all’emergenza Covid dimostrando di essere attori attenti dei rispettivi territori e di rappresentare un’importante supporto sociale: nel complesso hanno messo a disposizione più di 24 milioni di euro, senza conteggiare l’operazione Ogr.

È quanto emerge dal nuovo rapporto settimanale che Ires Piemonte ha presentato al Gruppo di monitoraggio istituzionale della Fase 2, coordinato dal vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, e al quale partecipano i presidenti di Provincia, i sindaci delle città capoluogo, l’Unità di Crisi, le associazioni degli enti locali, con il coordinamento delle Prefetture ed i capigruppo consiliari, e che ha il compito di verificare l’andamento della situazione socio-economica in relazione alle misure assunte per contrastare l’epidemia e alla loro graduale rimozione.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ha finanziato con il bando “Emergenza per il sociale”, del valore di 600 mila euro, 113 interventi a favore delle fasce più fragili della popolazione.

La Compagnia di San Paolo, con il bando “Insieme andrà tutto bene” ha deliberato 123 interventi di sostegno a persone fragili, minori o famiglie in difficoltà a causa della crisi, per complessivi 1,5 milioni di euro. Con “Rincontriamoci”, invece, per 1,5 milioni, ha sostenuto la tenuta di una rete di relazioni e attività di natura e culturale. Inoltre, ha deliberato stanziamenti in ambito sanitario per 9,3 milioni di euro; in ambito educativo e carcerario per circa 1,4 milioni di euro. Oltre a tali iniziative sono state previste azioni per fornire liquidità sotto forma di sostegno all’attività istituzionale per gli enti del terzo settore, per un ammontare complessivo di oltre 11 milioni di euro.

La Fondazione Crt ha stanziato 3 milioni di euro per l’acquisto di 60 nuove ambulanze e mezzi di trasporto per le associazioni del 118 e della Protezione civile, per l’acquisto di materiali urgenti e attrezzature per gli ospedali (letti, ventilatori, mascherine). Inoltre, ha messo a disposizione a titolo gratuito la manica nord delle Ogr per la realizzazione di una struttura ospedaliera temporanea.

Le Fondazioni di Savigliano, Fossano, Saluzzo e Tortona hanno erogato complessivamente oltre 400 mila euro per interventi di prima necessità (tra cui l’acquisto di 4 ventilatori polmonari).

La Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ha erogato 250 mila euro al sistema sanitario e assistenziale della provincia e ha promosso un’iniziativa che ha coinvolto i cittadini insieme a Fondazione SolidAl, per la raccolta di fondi finalizzata all’acquisto di presidi emergenziali che ad oggi è arrivata a 900 mila euro.

La Fondazione Cassa di risparmio di Asti ha stanziato quasi 1, 2 milioni di euro, destinati ai presidi ospedalieri, sanitari e assistenziali (320 mila euro), ma anche per fronteggiare le improvvise situazioni di necessità delle scuole per la didattica a distanza per circa 200 mila euro, con impegni verso il sociale per la Fase 2 di oltre 500 mila euro.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli ha erogato 623 mila euro per sostenere i fabbisogni emergenziali, come l’acquisto di dpi per il personale sanitario, e per interventi sociali in un’ottica di medio termine.

La Fondazione Cr Biella ha stanziato un contributo di 100 mila euro a favore dell’ospedale e ha predisposto un bando straordinario (“Comunità fragile”) in collaborazione con Banca Simetica, del valore di 200 mila euro, per l’assistenza alle persone in difficoltà. Inoltre, ha deliberato l’acquisto di arredi finalizzati all’allestimento di una struttura per la post degenza Covid per un importo pari a 25.400 euro. Altri 200 mila euro sono stati stanziati con un ulteriore bando straordinario cofinanziato con Biverbanca Gruppo Banca Cr Asti “Emergenza Covid 19 Area Biellese-Ripartiamo insieme”, per azioni di sostegno per la ripartenza del territorio.

“Anche in questa occasione – dichiara il vicepresidente Carosso – le Fondazioni bancarie, a cui va si il nostro ringraziamento, hanno dato un supporto fondamentale nel sostenere il sistema socio-economico piemontese in un momento di grande crisi, mostrando come sempre una grande sensibilità su più fronti, da quello delle povertà, a quello sanitario a quello della ripresa della socialità. Più in generale il rapporto Ires di oggi ci restituisce l’immagine di un Piemonte in ripresa, anche se esistono aree, come quello della cultura e degli spettacoli che soffrono ancora e che colpiscono soprattutto i giovani. Resta poi la preoccupazione per l’automotive, che in Piemonte non è solo FCA, ma anche tutto l’indotto. Speriamo che il Governo assuma presto provvedimenti per il rilancio del settore”.

Mascherine: quali caratteristiche devono avere?

MASCHERINE “GENERICHE” (DI COMUNITÀ): DA UNI ENTE ITALIANO DI NORMAZIONE E POLITECNICO DI TORINO I REQUISITI E I METODI DI PROVA

Sono state pubblicate oggi le UNI/PdR 90:2020 frutto della collaborazione tra UNI Ente Italiano di Normazione e il Politecnico di Torino per la definizione dei requisiti prestazionali e dei metodi di prova delle mascherine generiche. Ora e molto probabilmente anche nei prossimi mesi, le mascherine di comunità continueranno a ricoprire un ruolo fondamentale nella quotidianità di tutti per il contenimento del COVD-19.

Fino ad oggi non esisteva alcun riferimento utile a valutarne le prestazioni filtranti e la respirabilità, ecco perché UNI insieme all’Ateno torinese hanno messo a punto in tempi brevi le due nuove prassi di riferimento sulle maschere di comunità “Parte 1 – Requisiti, classificazione e marcatura”, che fornisce i requisiti prestazionali, inclusi gli elementi utili per una loro classificazione e marcatura e indicazioni relative alla valutazione di conformità e  “Parte 2 – Metodi di prova”, con le indicazioni per l’uso di un metodo innovativo per misurarne le prestazioni filtranti mediante due prove distinte, ovvero l’efficienza di rimozione delle particelle e la resistenza all’attraversamento dell’aria.

Questi due documenti avranno un impatto diretto su tutte le mascherine – monouso o lavabili, anche autoprodotte – che utilizzeremo nella cosiddetta “fase tre” di convivenza con il COVID-19.

Le Prassi di Riferimento rappresentano inoltre uno dei pilastri portanti del documento europeo CWA 17553:2020 ‘Community face coverings – Guide to minimum requirements, methods of testing and use’ (clicca qui), che raccoglie le esperienze fatte in vari Paesi Europei, inclusa l’Italia. La delegazione di esperti italiani, infatti, ha partecipato attivamente all’elaborazione del documento prenormativo, portando al tavolo europeo l’esperienza fatta con la UNI/PdR 90, e contribuendo così alla definizione di un primo approccio condiviso a livello europeo alla progettazione, produzione e la valutazione della performance delle maschere di comunità.

Ad eccezione delle categorie di lavoratori che hanno bisogno di dispositivi medici o di protezione individuale, tutti i cittadini possono utilizzare le mascherine di comunità, così come indicato nel DPCM del 26 aprile 2020, considerate una misura indispensabile per contenere la diffusione del virus, pur non avendo le caratteristiche di dispositivo medico UNI EN 14683 “Maschere facciali ad uso medico”, né di dispositivo di protezione individuale UNI EN 149 “Semimaschere filtranti antipolvere”.

La normazione tecnica mai come in questo momento ha un’estrema utilità sociale: la pubblicazione con il Politecnico di Torino delle due Prassi di Riferimento sulle mascherine di comunità ha lo scopo di fornire linee guida sui requisiti che soddisfino le indicazioni del Decreto Cura Italia e offrire – con spirito di servizio – ai produttori e agli utilizzatori, riferimenti certi per garantire la conformità alle finalità di tutela della salute a cui le mascherine di comunità sono indirizzate”  dichiara il Presidente UNI Piero Torretta.

“Le prime misure su filtri per aria effettuate nel Laboratorio di Tecnologia degli Aerosol e Filtrazione Aria che fu diretto da nomi illustri come i professori Codegone e Anglesio e che fa capo oggi al professor Paolo Tronville del Dipartimento Energia del Politecnico risalgono a 85 anni fa. Negli ultimi 30 anni abbiamo contribuito a sviluppare norme internazionali per molteplici applicazioni e collaborato con UNI e il CTI per portare l’Italia ai vertici nel settore della normazione nel campo della filtrazione dell’aria. Siamo molto soddisfatti di avere messo a disposizione di tutti il nostro bagaglio di conoscenze, ancora di più in questo periodo di difficoltà. I metodi di prova proposti nelle Prassi di Riferimento appena pubblicate sono frutto della nostra esperienza e offrono uno strumento affidabile e flessibile per fare fronte alle esigenze attuali e future per questa importante applicazione” afferma il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco.

Le due prassi di riferimento UNI/PdR 90:2020 possono essere liberamente scaricate dal sito UNI ai seguenti indirizzi:

–          UNI/PdR 90.1:2020 https://tinyurl.com/y6wm9dvf

–          UNI/PdR 90.2:2020 https://tinyurl.com/ybn96lrv

 

Cosa sono le prassi di riferimento

Le prassi di riferimento sono documenti che definiscono prescrizioni tecniche o modelli applicativi di norme tecniche, elaborati con un rapido processo di condivisione ristretta, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione auspicata di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva a una società in cambiamento. Tutte le prassi di riferimento sono gratuitamente scaricabili dal sito www.uni.com accedendo alla sezione “Catalogo”.

L’Ente Italiano di Normazione – UNI (www.uni.com) è un’associazione privata senza scopo di lucro, i cui soci, oltre 4.000, sono imprese, liberi professionisti, associazioni, istituti scientifici e scolastici, pubbliche amministrazioni.

Dal 1921 svolge attività di normazione tecnica in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario ad esclusione di quello elettrico ed elettrotecnico. Le norme sono documenti che definiscono le caratteristiche (prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo, servizio o professione, secondo lo “stato dell’arte” e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia e nel mondo. In estrema sintesi, sono documenti che definiscono “come fare bene le cose” garantendo sicurezza, rispetto per l’ambiente e prestazioni certe. Il ruolo dell’UNI, quale Organismo nazionale italiano di normazione, è stato riconosciuto dal Decreto Legislativo 223/2017 sulla normazione tecnica. UNI partecipa, in rappresentanza dell’Italia, all’attività di normazione internazionale ISO ed europea CEN.

Il Politecnico di Torino (www.polito.it) è stato fondato nel 1906 e trae origine dalla Scuola di Applicazione per gli Ingegneri sorta nel 1859. È accreditata dai ranking internazionali come una delle principali università tecniche in Europa, con circa 37.500 studenti, il 16% dei quali sono stranieri, provenienti da oltre 100 paesi.

Il Politecnico si propone come un centro di eccellenza per la formazione e ricerca in Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione con strette relazioni e collaborazioni con il sistema socio-economico.  È infatti una Research University a tutto tondo, dove formazione e ricerca si integrano e fanno sistema per fornire una risposta concreta alle esigenze dell’economia, del territorio e soprattutto degli studenti  in un’ottica di forte internazionalizzazione delle attività didattiche, di ricerca e di trasferimento tecnologico, con collaborazioni con le migliori università e centri di ricerca nel mondo e accordi e contratti con i grandi gruppi industriali internazionali, ma anche con le aziende del territorio, dove si propone come punto di riferimento per l’innovazione.

Coronavirus: in Piemonte 3 morti e 11 contagi. Oltre 24 mila e seicento i guariti

 CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 15

24.624 PAZIENTI GUARITI E 1.212 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 24.624  (+ 50 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 2950 (+2) Alessandria, 1438 (+1) Asti, 816 (+0) Biella, 2309 (+3) Cuneo, 2216 (+1) Novara, 12.759 (+39) Torino, 1042 (+2) Vercelli, 937 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 157 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 1.212 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 4.090

Sono 3 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di 4090 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 674 Alessandria, 255 Asti, 208 Biella, 394 Cuneo, 365 Novara, 1.804 Torino, 219 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 39 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 31.349 (+ 11 rispetto a ieri, di cui 10 asintomatici: Degli 11 casi, 6 screening, 4 contatti di caso e 1 con indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4063 Alessandria, 1874 Asti, 1046 Biella, 2862 Cuneo, 2792 Novara, 15.889 Torino, 1323 Vercelli, 1140 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 262 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 98 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 (+1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 267 (-16 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1144

I tamponi diagnostici finora processati sono 415.257, di cui 228.071 risultati negativi.