Coronavirus- Pagina 106

Troppe persone a spasso: da Regione e Governo nuovi provvedimenti

Aggiornamento di venerdì 20 marzo ore 20 – “Resta consentito svolgere individualmente attività motoria nei pressi della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona”. No al jogging di lunga distanza, vietato raggiungere le case al mare e in montagna. Così la nuova ordinanza del governo per contenere il contagio da coronavirus. Inoltre, gli alimentari resteranno aperti nel weekend

Aggiornamento ore 15,30 – Si è da poco conclusa la videoconferenza che il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha avuto con i sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti delle Province del Piemonte e i rappresentanti di Anci, Anpci, Upi e Uncem. Condivisa all’unanimità la necessità di misure di contenimento più restrittive in vista del weekend

CORONAVIRUS PIEMONTE: INTESA CON GLI ENTI LOCALI SU UN’ORDINANZA PIÙ RESTRITTIVA

Il presidente Cirio: “Pronti a firmarla in assenza di un provvedimento nazionale”

“Ho pronta una ordinanza – spiega il presidente Cirio – che è stata condivisa e approvata all’unanimità dai sindaci e dagli enti locali con cui ho appena finito di confrontarmi e che prevede misure più restrittive per l’attività all’aria aperta, la mobilità delle persone, le modalità per fare la spesa e i mercati. Non l’ho ancora firmata perché, sentito il ministro Boccia, sappiamo che è una decisione che già oggi potrebbe arrivare centralmente dal governo e uniforme per tutta Italia. Ma nel caso non fosse così sono pronto a renderla immediatamente esecutiva”.

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C’è ancora troppa gente in giro: l’alibi della corsetta e della spesa – azioni consentite anche dopo i decreti del Governo – può essere un serio e preoccupante ostacolo nella lotta alla diffusione del virus

Si può fare la spesa, certo, così come andare in edicola e in farmacia, ma per quanto davvero necessario.

E anche correre per strada e andare in bici nei parchi è consentito, ma sempre nella zona della propria abitazione e mai comunque in gruppo. Visti i dati preoccupanti dei bollettini quotidiani della protezione civile che registrano ancora troppi contagi e troppe vittime a Torino e in Piemonte, il Governatore Alberto Cirio è pronto a prendere nuovi provvedimenti se, in tal senso, non interverrà prima il premier Conte.

La sindaca Chiara Appendino, intervenuta a una trasmissione radiofonica ha detto che “in città moltissime persone stanno rispettando le regole, altri invece non lo stanno facendo. L’appello a tutta la cittadinanza è che la prima regola è che ciascuno controlli se stesso. Deve partire da noi stessi  e il mio auspicio è che tutti capiscano l’importanza delle regole e che questa è un’emergenza non una vacanza.

Tre milioni da Ersel Investimenti per Regione Piemonte e Fondazione Paideia

Le famiglie torinesi Giubergia e Argentero, tramite la società Ersel Investimenti, hanno scelto di stanziare tre milioni di euro per offrire il proprio contributo in occasione dell’emergenza Coronavirus. Due milioni di euro saranno destinati alla Regione Piemonte per acquistare dispositivi medici, sostenere le strutture sanitarie e tutto il personale che in questi giorni sta combattendo una durissima battaglia per curare i cittadini piemontesi

Un milione di euro sarà invece destinato alla Fondazione Paideia, sostenuta dal Gruppo Ersel da oltre 25 anni, per contrastare l’emergenza sociale attraverso il supporto a famiglie e bambini in difficoltà.

Abbiamo ritenuto doveroso intervenire in questo modo – ha dichiarato Guido Giubergia, Presidente di Ersel – per fornire il nostro supporto alla Regione in questa grave situazione di emergenza; ma, al tempo stesso, abbiamo ritenuto importante sostenere Fondazione Paideia nelle sue attività di sostegno alle famiglie in difficoltà, perché fin da ora riteniamo importante non sottovalutare le conseguenze sociali che si manifesteranno anche dopo la fine di questa fase di emergenza”.

Il potere delle fake news al tempo del Coronavirus

Tutte le bufale del web / L’uomo non è mai stato sulla Luna, le immagini che ci han fatto vedere erano girate ad Hollywood. Gli aerei americani lasciano scie chimiche che stanno provocando il coronavirus. Elvis Presley è vivo! Suona in un bistrot di New Orleans sotto il falso nome di Bobby Solo

A chi non crede a queste verità, ricordo che si tratta di notizie certificate: sono su Internet! Internet è diventato il più grande contenitore di fake news che milioni d’imbecilli leggono e, soprattutto, diffondono girando a parenti ed amici, qualunque cosa arrivi sul telefonino. Guardateli, gobbi sull’iPhone ad aprire i messaggi, dare una veloce occhiata e, dopo 5-6 secondi, smanettare subito per spedire il video, la foto, la vignetta ai propri followers, per “essere i primi” a far sapere, qualunque sia il contenuto non importa, condividiamo tutto al più presto!
In questi giorni impazzano le ricette per non ammalarsi di Covid19 e di colpo gli italiani si sono trasformati: eravamo un popolo con 60 milioni di esperti di calcio, ora siamo un popolo di 60 milioni d’immunologi, ma che dico, premi Nobel della medicina, perché i professori ed i tanti medici che, quotidianamente, stanno mettendo a rischio la loro vita sono degli inetti, degli incapaci che non leggono i messaggi su Internet e non sanno cosa bisogna fare per non infettarsi.

Un breve riassunto di alcuni dei consigli (fake) più “efficaci” che stanno impazzando sulla rete.

Usare molta vitamina C, soprattutto molto succo di limone che blocca il virus. E via con la scorta di limoni (magari provenienti dalla Cina…), l’acquisto di spremiagrumi elettrici (spremere a mano potrebbe essere pericoloso) e litri di limonate fino a diventare stitici…
Bere bevande calde, perché il calore uccide il virus. E giù litri di bibite di ogni tipo che ustionano la lingua, ma preservano i polmoni, senza pensare che i liquidi non vanno certo nei polmoni per bruciare il virus, ma nello stomaco, seguendo un diverso percorso…
Lasciare le scarpe fuori di casa, perché il virus vive per nove giorni sull’asfalto. Rimedio decisivo per chi deve uscire per andare al supermercato e non può rischiare di portarsi a casa il simpatico animaletto attaccato alle suole. Il sogno di tutte le mogli maniache della pulizia dei pavimenti: vedere tutta la famiglia strisciare i piedi con le pattine (ecco un effetto scientificamente accertato: pavimenti più lucidi…).
E soprattutto il vecchio rimedio delle nostre nonne: infilarsi un chilo di “castagne matte” in tasca! Gli scettici vadano a leggersi le benefiche proprietà delle castagne, che tengono lontano i malanni autunnali, come il raffreddore e la tosse grazie al contenuto di escina, che migliora il drenaggio linfatico e aumenta la pressione venosa… Una castagna blocca il raffreddore, un chilo blocca il coronavirus!
Bene, ora che grazie a questi rimedi possiamo stare tranquilli, guardiamo sereni al futuro, e prenotiamo subito un volo per New Orleans per andare a sentire un bel concerto di Elvis Presley!

Gianluigi De Marchi

Cosa abbiamo sbagliato e cosa possiamo migliorare

Fin da liceale mi piaceva di più Boccaccio che Dante. Non vorrei dire una bestialità, ma forse il mio parere era viziato dai tempi. Inizio anni ’70, dove trasgredire era d’obbligo

Dante appariva paludato. Boccaccio ispirò molto Pierpaolo Pasolini. Uno dei più grandi intellettuali del novecento italiano.

Pasolini può essere accusato, magari, quasi di tutto, ma sicuramente, in solitaria ha previsto il decadimento di questa nostra società. Molto ma molto lungimirante, di una lungimiranza che dava fastidio al potere che non voleva essere disturbato per i suoi maneggi, o se volete per i  giochi di potere. Porsi il problema di cosa sarebbe stato era considerato fuorviante. Potere che si autoalimenta anche, se non soprattutto, in democrazia.

Potere cieco che non vuol vedere e non fa vedere. Almeno per una volta , con la vicenda del coronavirus ci sono  stati poteri bravi e poteri stupidi, ed almeno per una volta noi italiani non siamo stati stupidi con i cinesi, siamo stati dalla parte giusta. Stavolta non basta essere dalla parte giusta. I governanti di Spagna Inghilterra e Francia con l’ immancabile Trump hanno dato prova di assoluta e totale incapacità. E purtroppo la loro stupidità ci ricadrà addosso. Altro che problema di ideologia. Stavolta la divisione è tra stupidi ed un minimo di intelligenti. Come non è un problema di sistema politico. Cina e Iran sono entrambi dittature: la prima ha reagito bene. La seconda è solo uno stato di polizia dove è impossibile essere informati ed il coronavirus non è sotto controllo. Come non è sotto controllo la globalizzazione, perché non è sotto controllo da parte dell’uomo.

Praticamente la politica, quella con la P maiuscola non è riuscita in un bel niente. Arriva un virus e mette in crisi l’intero sistema. Ed il virus è più forte della stupidità umana ed approssimazione del potere. Anzi, trova nella stupidità il terreno fertile per il suo sviluppo. E francamente non capiamo i leghisti che stanno facendo ostruzionismo verso i decreti legge del governo o l’ assoluta, anzi dannosa presenza della Bce e delle istituzioni Europee congenite per essere impotenti e dunque inutili. Forse, e sottolineo forse, stare a casa aiuterà ad una riflessione individuale e collettiva con alla base due domande. In cosa abbiamo sbagliato, ed in cosa possiamo migliorare. Magari stare a casa potrà voler dire migliorarsi. Magari.

Leggere di più, studiare di più, parlare di più. In questo la tecnologia ci viene decisamente in aiuto. Non fa smettere di studiare , non fa smettere di informarsi , magari di scrivere, non fa smettere di capire. Ed al di là dell età, di maturare.
In questo nostro oggi ci sono le domande per capire il passato e prevedere il futuro. Difficoltà a mille e francamente sono scettico. Ma è un cinismo che non può e non deve cadere nella rassegnazione e dunque nell’ egoismo del proprio sé ed al massimo verso i propri cari. Organizzarci e collettività sono le due parole magiche.

Sia ben chiaro, nessun collettivismo. Chiaramente la politica sanitaria privatistica lombarda ha fatto cilecca e la solidarietà di tutta l’ Italia, in primis il Piemonte ha fatto e sta facendo la sofferenza. Mi pare che gli amministratori regionali abbiano agito e stiano agendo con questa logica. E bene che fanno. Spero di essere scusato in questa forzatura: magari non si fermerà la “s pinta produttiva del coronavirus “. Dopo l’ emergenza certi comportamenti di rispetto reciproco saranno all’ordine del giorno.

Difficile ma non impossibile. Cara popolazione mondiale stiamo rischiando grosso. Abbiamo la consapevolezza che il tutto dipenderà anche da noi? Spero ardentemente di sì. E magari non chiederemo al politico di turno di cacciare l’ uomo di colore, che ci dà fastidio sotto casa. Chiederemo ai politici di finanziarie la Sanità pubblica non per ideologia ma per logica. In certe cose i privati vanno bene ed in altre no. Come il pubblico va bene per certe cose e per altre no. Quasi sicuramente non nascerà un nuovo Umanesimo, un nuovo Rinascimento. Forse, in modo più prosaico, ci saranno gocce di saggezza in questo uomo, sia nel Potere sia in tutti noi. Illuso?  Spero di no. E’ nei momenti peggiori che bisogna essere ottimisti. O se volete, quando la lotta si fa dura i duri lottano e magari migliorano per il domani. Il proprio e di tutti… si intende.

Patrizio Tosetto

Il Siulp scrive a Cirio: “Tamponi per le forze dell’ordine”

Pubblichiamo, di seguito, la lettera che il segretario del sindacato di Polizia Siulp, Eugenio Bravo, ha inviato al governatore del Piemonte

 

Ill.mo Sig. Presidente Regione Piemonte Alberto CIRIO,

      in questi giorni di grande emergenza Coronavirus apprendiamo dagli organi di stampa che Lei ha riposto una grande attenzione nei confronti del personale sanitario della Regione Piemonte ed ha accolto il grido d’allarme, disponendo l’esecuzione del tampone di verifica a tutti i dipendenti del settore, a prescindere dalla loro sintomatologia.

Il SIULP, Sindacato di riferimento dei Poliziotti, nell’esprimere la più sentita vicinanza al personale sanitario che in questi giorni è sottoposto ad uno sforzo più che lodevole, non può che apprezzare tale iniziativa.

Vorremmo altresì sottoporre alla Sua attenzione la delicata situazione nella quale si trovano ad operare le forze dell’ordine della provincia di Torino e della regione, impiegate costantemente nell’affrontare l’emergenza sotto l’aspetto contenitivo.

E’ di tutta evidenza che gli operatori si trovano a contatto, sul territorio, con una moltitudine di persone, verso le quali devono, non solo dimostrare, ma anche apparire rispettosi della profilassi disposta dalle Autorità sanitarie e dal Governo. Un senso di abnegazione e di appartenenza degli Operatori delle Forze dell’Ordine, che si può porre in parallelo, a quello del personale sanitario.

Come prestabilito, anche agli operatori delle Forze dell’Ordine, così come avviene per la comune cittadinanza, il tampone viene eseguito solo se gli stessi manifestano evidenti sintomatologie o sia accertato il contatto con soggetti contagiati. Tuttavia la mission istituzionale delle forze dell’ordine  sovraespone necessariamente i propri operatori al contatto quotidiano con la cittadinanza e, pur operando con le  precauzioni necessarie, l’elevata possibilità di trasmettere o ricevere il coronavirus è innegabile. Al riguardo si aggiunga come la carenza di DPI e mascherine in particolar modo, non consentendo agli operatori di agire perseguendo adeguatamente le esigenze di profilassi richieste, aumentano l’indice di pericolosità per tutti.

  Il triste paradosso di questa tragica condizione si evince soprattutto durante la fase dei controlli operati dalle forze dell’ordine dirette al contenimento del contagio e, nella quale, si è soliti ravvisare cittadini premuniti di mascherine, che vengono in contatto con gli operatori sprovvisti delle stesse.  Il sospetto o il timore che si posa trasmettere il contagio non è purtroppo solo teorico.

E’ oltretutto chiaro che diverrebbe molto difficile risalire al tutore dell’ordine, nel caso in cui un cittadino venisse contagiato, così come sarebbe difficile risalire al possibile utente positivo, nel caso opposto.

Sappiamo quanto abbia a cuore lo spirito con il quale le forze dell’ordine stanno affrontando questa pandemia. Siamo consapevoli come questa sia una lotta contro il tempo e con l’adozione di misure stringenti che comportano disagi e sofferenza per tutti. Proprio in virtù di queste esigenze di profilassi, Le chiedo di considerare la necessità di ricorrere al “tampone”  per tutti gli operatori delle forze dell’ordine, quand’anche asintomatici, atteso l’alto rischio di contagio e di trasmissibilità derivante dal loro lavoro.

I  poliziotti seguono il protocollo, uscendo di casa solamente per necessità e per svolgere il loro servizio e sperano, al loro rientro, di non essere veicolo di contagio per chi sta loro vicino.

Ecco quindi che, ringraziandoLa per la Sua consueta attenzione verso le forze di polizia, Le chiedo di attivarsi nel dare la possibilità a tutti gli operatori delle forze dell’ordine di Torino e del Piemonte, di poter eseguire, il prima possibile, il “tampone”,  limitando l’epidemia e salvaguardando la salute dei nostri  famigliari e dei nostri concittadini.

Le coop e la tutela dei lavoratori socio-sanitari

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato unitario delle Centrali Cooperative e Organizzazioni Sindacali del Piemonte a tutela dei lavoratori dei servizi socio sanitari, socio assistenziali, servizi ausiliari impegnati in servizi essenziali e attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo

In queste ore drammatiche centinaia di operatori degli Enti Locali, delle organizzazioni del Terzo Settore e delle Cooperative Sociali sono impegnate quotidianamente nel difficile compito di garantire l’erogazione di numerosi servizi di assistenza, cura, accoglienza delle persone più fragili, nell’espletamento di sevizi ausiliari quali pulizie e sanificazioni e in attività produttive finalizzate all’inserimento lavorativo.

Sono le lavoratrici e i lavoratori che garantiscono il funzionamento dei servizi di segretariato sociale, delle
comunità di accoglienza (per minori, disabili, anziani, tossicodipendenti, persone con problemi di Salute
Mentale, persone malate di HIV), delle RSA, dei servizi domiciliari infermieristici e socioassistenziali, dei
dormitori per persone senza dimora, dei servizi di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, dei consultori
familiari, a sanificare e pulire ambulatori, ospedali, uffici pubblici, zone comuni quali atri e scale di edifici
condominiali, a percorsi di inserimento lavorativo di persone fragili.

Sono colleghi che ogni giorno svolgono un compito delicato ed importante per consentire alle persone
affidate di continuare a vivere “normalmente” in questi frangenti così difficili.

Sono lavoratrici e lavoratori per i quali è indispensabile avere i DPI (mascherine, guanti, occhiali protettivi,
termometri, camici etc) che attualmente è quasi impossibile reperire sul mercato.

Per questo chiediamo alle Prefetture Piemontesi, alla Regione Piemonte, alla Protezione Civile ed alle
Istituzioni tutte di garantire a coloro che operano in questi settori i DPI necessari, a seconda delle diverse
necessità derivanti dai singoli servizi, per continuare ad operare in sicurezza per loro stessi e per le persone
fragili cui prestano cura, per dare continuità e la sicurezza a tutti quelli che operano in comparti che
continuano a fornire un servizio indispensabile e che non possono fermarsi.

In qualità di Associazioni di Rappresentanza delle Imprese Cooperative e di Organizzazioni Sindacali,
siamo disponibili ad organizzare forme di raccordo e di distribuzione alle organizzazioni impegnate in questi
compiti dei DPI che si rendessero disponibili. L’esposizione ai rischi di questi operatori è spesso pari a quella
degli operatori ospedalieri, per questo chiediamo vengano ad essi assimilati nell’accesso ai dispositivi di
protezione.

Siamo convinti come non mai che solo nella collaborazione tra tutte le parti in causa risiede la possibilità
di fare fronte a questa emergenza e pertanto contiamo sulla sensibilità ed attenzione a questo nostro
appello.

CGIL FP, Elena Palumbo Confcooperative Federsolidarietà, Enrico Pesce
CISL FP, Tiziana Tripodi Legacoopsociali, Anna Di Mascio
CISL FISASCAT, Cristiano Montagnini AGCI Solidarietà, Giuseppe D’Anna
UIL FPL , Nicolino Conconi
UIL TuCS, Luigi Gambale

Fazzoletti guanti e mascherine monouso nel contenitore indifferenziato

Il comunicato della Regione Piemonte / La raccolta differenziata prosegue ma non per coloro che sono risultati positivi al tampone COVID-19. Le persone sintomatiche in isolamento o in quarantena a casa devono conferire i rifiuti nel cassonetto dell’indifferenziato dove vanno gettate anche mascherine e guanti monouso. Tutti gli altri invece devono continuare a fare normalmente la raccolta differenziata con l’accortezza di gettare fazzoletti di carta guanti e mascherine nell’indifferenziato. Sono sospese, inoltre, le attività degli ecocentri o isole ecologiche per i rifiuti ingombranti.

Queste in sintesi le disposizioni dell’Assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati che ha inviato una lettera a tutti i sindaci piemontesi contenente una specie di manifesto su come eseguire al meglio la raccolta dei rifiuti al tempo del Coronavirus. «Sentito il parere dell’Istituto Superiore di Sanità adottiamo questi temporanei cambiamenti. Voglio ringraziare personalmente tutto il personale impegnato a fronteggiare l’emergenza COVID-19, sindaci compresi – ha detto Marnati – che stanno assicurando un servizio pubblico sicuro ai propri cittadini».

Per chi è positivo l’invito è di non differenziare più i rifiuti di casa; utilizzare due o tre sacchetti possibilmente resistenti(uno dentro l’altro) all’interno del contenitore 
utilizzato per la raccolta indifferenziata, se possibile a pedale; tutti i rifiuti (plastica, vetro, carta, umido, metallo e indifferenziata) vanno gettati nello stesso contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata; anche i fazzoletti o i rotoli di carta, le mascherine, i guanti, e i teli monouso vanno gettati nello stesso contenitore per la raccolta indifferenziata indossando guanti monouso; chiudere bene i sacchetti senza schiacciarli con le mani utilizzando dei lacci di chiusura o nastro adesivo; una volta chiusi i sacchetti, i guanti usati vanno gettati nei nuovi sacchetti preparati per la raccolta indifferenziata (due o tre sacchetti possibilmente resistenti, uno dentro l’altro); smaltire i rifiuti ogni giorno come si farebbe con un sacchetto di indifferenziata; gli animali da compagnia non devono accedere nel locale in cui sono presenti i sacchetti di rifiuti.

Le indicazioni invece per coloro che non sono positivi o in quarantena sorvegliata, le disposizioni sono le seguenti:

continuare a fare normalmente la raccolta differenziata. Fazzoletti guanti e mascherine monouso vanno conferite nel contenitore INDIFFERENZIATO. Possibilmente utilizzare il contenitore che si usa abitualmente.

Ravetti, Salizzoni, Rossi (Pd) “Nessuna ambiguità sui tamponi”

L’altro ieri il Presidente Cirio ha annunciato il tampone per tutti gli operatori sanitari. Oggi leggiamo una sua intervista nella quale dichiara che i tamponi aumenteranno, ma le indicazioni del Comitato Scientifico mettono dei paletti:

“Non a caso, anche sul personale sanitario si seguirà il criterio della discrezionalità: il test sarà riservato soltanto a coloro che hanno avuto una esposizione diretta con i contagiati, per di più in assenza di adeguati dispositivi di protezione individuale”. Si tratta di una cosa ben diversa dal farlo a tutti gli operatori, ma anche dal farlo in maniera graduale a partire da quelli più esposti. Di fatto sarebbe tutto uguale alla condizione pre-esistente alle dichiarazioni. Ci aspettiamo una smentita di questa dichiarazione e azioni conseguenti agli annunci fatti in questi giorni per il rispetto nei confronti degli operatori sanitari verso cui siamo tutti in debito. Aspettiamo le Linee Guida del Comitato Scientifico, che comunque andava consultato prima dell’annuncio.

Ma, al di là del dato sugli operatori sanitari, resta comunque il dato oggettivo dei pochi tamponi eseguiti in Piemonte se confrontato con quello delle altre regioni, che come noi seguono le indicazioni dell’ISS. Secondo la protezione civile, ieri alle 17 noi avevamo eseguito 7516 tamponi contro i 15461 dell’Emilia Romagna e i 40000 circa del Veneto. Senza arrivare ai tamponi di massa, riteniamo che sia necessario aumentare il numero dei test nei confronti dei sintomatici e dei loro contatti stretti, a partire dagli operatori sanitari e dai tanti cittadini con sintomi isolati nel proprio domicilio, segnalati dai medici di medicina generale.

Non tutti i laboratori stanno lavorando anche di notte e alcuni, ora non utilizzati, potrebbero essere messi nella condizione di lavorare tramite l’acquisto della strumentazione necessaria.

 

Domenico Ravetti – capogruppo PD

Mauro Salizzoni – vice-presidente del Consiglio Regionale

Domenico Rossi – vice-presidente della Commissione Sanità

Coronavirus, 224 morti in Piemonte. Oltre 3500 positivi, operativi i test rapidi

Il comunicato della Regione Piemonte delle ore 19 di venerdì 20 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, DICIOTTO NUOVI DECESSI – I DECEDUTI COMPLESSIVAMENTE SONO 224 – IL BOLLETTINO DEI CONTAGI – IN DISTRIBUZIONE MASCHERINE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE – OPERATIVI I TEST RAPIDI – LINEE GUIDA SUI TAMPONI DIAGNOSTICI

DICIOTTO NUOVI DECESSI

Sono 18 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 4 in provincia di Torino, 5 nell’Alessandrino, 1 nel Novarese, 1 nel Cuneese, 2 nell’Astigiano, 2 nel Vco, 1 a Biella e 2 nel Vercellese.

Il totale complessivo è ora di 224 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 71 ad Alessandria, 8 ad Asti, 25 a Biella, 13 a Cuneo, 28 a Novara, 49 a Torino, 14 a Vercelli, 12 nel Verbano-Cusio-Ossola, 4 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LINEE GUIDA SUI TAMPONI DIAGNOSTICI

Allo stato attuale, fatta salva la potestà decisionale del sanitario, orientata dalla clinica, il Comitato Tecnico Scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte, ritiene che l’esecuzione del test debba essere disposta con le seguenti priorità, comunque sempre valutate e autorizzata dalla Unità di crisi:

1) casi sospetti sintomatici ricoverati o in attesa di ricovero;

2) contatti stretti di casi confermati che divengano sintomatici e richiedano ricovero;

3) operatori sanitari che hanno avuto contatti stretti con pazienti covid-19 positivi in assenza di idonee protezioni, quando ciò venga ritenuto necessario;

4) soggetti in isolamento domiciliare nei quali compaiano sintomi anche non meritevoli di ricovero.

Ogni altra indicazione all’esecuzione dell’esame verrà valutata come secondaria alle precedenti.

Tale posizione del Comitato Tecnico Scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte, tiene conto delle linee guida espresse dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) il 2 marzo scorso, nelle quali viene affermato che la decisione di eseguire il test deve essere basata su dati clinici ed epidemiologici che indichino a priori la verosimiglianza della infezione.

Secondo l’OMS, il test di asintomatici o paucisintomatici può essere considerato in soggetti che abbiano avuto un contatto stretto con un caso confermato. In ogni caso, i protocolli di screening devono essere adattati alla situazione locale ed alla continua elaborazione della definizione di caso, basata sulla evoluzione delle conoscenze sulla malattia.

Anche il Consiglio Superiore di Sanità, nel documento del 26 febbraio 2020, conclude che, in considerazione del fatto che il contributo da potenziali casi asintomatici alla dinamica della diffusione epidemica appare limitato, viene raccomandata l’esecuzione dei tamponi ai soli casi sintomatici con sindrome simil-influenzale non attribuibile ad altra causa.

 

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 19.00

Sono 3.576 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 634 in provincia di Alessandria, 151 in provincia di Asti, 180 in provincia di Biella, 233 in provincia di Cuneo, 302 in provincia di Novara, 1.590 in provincia di Torino, 210 in provincia di Vercelli, 149 nel Verbano-Cusio-Ossola, 56 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 71 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone in isolamento domiciliare sono 1.423. Quelle ospedalizzate 1.929, di cui 298 in terapia intensiva.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 10.590, di cui 6.387 risultati negativi.

IN DISTRIBUZIONE MASCHERINE E DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

Continua il rifornimento dei dispositivi di protezione individuale a personale sanitario, farmacisti e medici di base del Piemonte.

Nella giornata di oggi, l’Ufficio Beni e servizi dell’Unità di crisi della Regione Piemonte ha provveduto all’invio alle Aziende sanitarie di 53.850 mascherine chirurgiche, 900 tute protettive donate dalla comunità cinese, 1.470 camici veterinari, 4.410 mascherine ffp2, 28.300 guanti, 400 tamponi, 200 calzari, 500 cuffie.

OPERATIVI I TEST RAPIDI

Sono operative presso i laboratori analisi degli ospedali Molinette e Amedeo di Savoia di Torino le prime quattro nuove apparecchiature della DiaSorin di Saluggia che permetteranno di moltiplicare di molto la capacità diagnostica sul “coronavirus covid19”.

Ieri sono stati effettuati i test sperimentali, con la formazione di tecnici e operatori. Da domani, le macchine potranno essere impiegate a pieno regime, processando 16 campioni ogni novanta minuti per laboratorio.

Si tratta di una linea di analisi veloce, per casi che necessitano di risposte rapide, lavorando in parallelo con la rete già esistente, che richiede tempi di risposta più lunghi, intorno alle cinque ore.

Le stesse apparecchiature sono in corso di fornitura anche per gli altri laboratori abilitati del Piemonte.

In riferimento alle indicazioni operative sull’esecuzione dei tamponi diagnostici, si precisaIn riferimento alle indicazioni operative sull’esecuzione dei tamponi diagnostici, si precisa che si tratta di indicazioni cliniche che non riguardano il personale sanitario della Regione Piemonte, per il quale il governo regionale ha stabilito di voler effettuare un controllo esteso a tutti, da avviare secondo criteri di priorità condivisi con le organizzazioni sindacali di categoria che li rappresentano.

Il comunicato della Regione Piemonte delle ore 13 di venerdì 20 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, SOSPESA l’ATTIVITÀ DI SETTE PRONTO SOCCORSO – I DECEDUTI COMPLESSIVAMENTE SONO 209 – IL BOLLETTINO DEI CONTAGI –L’OSPEDALE DI VERDUNO PRONTO A PARTIRE

SOSPESA ATTIVITÀ DI SETTE PRONTO SOCCORSO

L’Unità di crisi della Regione Piemonte ha disposto la sospensione dell’attività dei Pronto Soccorso di Giaveno, Venaria, Lanzo, Nizza, Borgosesia, Bra e Ceva.
Il provvedimento emergenziale è motivato dalla necessità di liberare professionisti medici per garantire le terapie da prestare ai pazienti covid, nell’ambito del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria in Piemonte.
«Intendo ribadire che si tratta di sospensioni temporanee e non di chiusure – osserva il commissario straordinario per l’emergenza covid in Piemonte, Vincenzo Coccolo -, la straordinarietà della situazione che ci troviamo ad affrontare impone soluzioni drastiche ed immediate. Chiediamo la comprensione e la collaborazione dei sindaci e dei cittadini. Ogni posto e ogni risorsa sanitaria in più che riusciamo a ricavare, è decisiva per salvare vite umane. Terminata l’emergenza, tutto ritornerà come prima».

VENTISEI DECESSI

Sono 26 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati stamattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 10 in provincia di Torino, 4 nell’Alessandrino, 6 nel Novarese, 3 nel Cuneese, 2 nell’Astigiano e 1 proveniente da fuori regione.

Il totale complessivo è ora di 209 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 66 ad Alessandria, 7 ad Asti, 24 a Biella, 12 a Cuneo, 27 a Novara, 47 a Torino, 12 a Vercelli, 10 nel Verbano-Cusio-Ossola, 4 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 13.00

Sono 3.461 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 595 in provincia di Alessandria, 151 in provincia di Asti, 175 in provincia di Biella, 221 in provincia di Cuneo, 293 in provincia di Novara, 1.556 in provincia di Torino, 203 in provincia di Vercelli, 142 nel Verbano-Cusio-Ossola, 52 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 72 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 280, quelle guarite 8.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 10.290, di cui 6.263 risultati negativi.

L’OSPEDALE DI VERDUNO PRONTO A PARTIRE

Sono in tutto 74 i medici e 85 gli infermieri che hanno risposto al bando della Regione Piemonte di reclutamento del nuovo personale dell’ospedale di Verduno per assistere i pazienti affetti dal “Coronavirus-covid19”. Il bando, scaduto oggi alle 12.00, ricercava 34 medici (6 specialisti in anestesia e rianimazione, 6 specializzandi in anestesia e rianimazione, 6 specialisti in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 6 specializzandi in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 10 laureati in medicina e chirurgia) e 72 infermieri. Ora l’azienda sanitaria Cn2 provvederà a vagliare i curricula ricevuti e procederà alle assunzioni necessarie.

Per tutti coloro che presteranno servizio presso l’ospedale, l’Azienda ha predisposto la possibilità di usufruire di sistemazione alberghiera, comprensiva di vitto e alloggio, in camera singola.


Il comunicato della Regione: situazione  alle ore 18,30 di giovedì 19 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, CINQUE NUOVI GUARITI – I DECEDUTI COMPLESSIVAMENTE SONO 183 – IL BOLLETTINO DEI CONTAGI – ARRIVANO I MEDICI E GLI INFERMIERI A VERDUNO – ALTRI CINQUE MILIONI DI EURO DALLE DONAZIONI

CINQUE NUOVI GUARITI

Nel pomeriggio, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri cinque pazienti contagiati dal “coronavirus covid19”.

Si tratta di due uomini di Torino (uno di 37 e l’altro di 55 anni), due donne dell’Astigiano (di 87 e 76 anni) e un uomo del Cuneese di 44 anni.

Le guarigioni, che, complessivamente in Piemonte salgono a 8, rispondono alle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità, cioè sono documentate da due test negativi consecutivi a distanza di 24 ore.

OTTO DECESSI

Sono otto i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati oggi pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: due  uomini (62 e 80 anni) e una donna  (79 anni) nel Verbano-Cusio-Ossola, un uomo di 84 a Novara, due uomini (79 e 84 anni) e una donna (80 anni)  ad Alessandria e un uomo di 66 anni della provincia di Bergamo.

Il totale complessivo è ora di 183 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 62 ad Alessandria, 5 ad Asti, 24 a Biella, 9 a Cuneo, 21 a Novara, 37 a Torino, 12 a Vercelli, 10 nel Verbano-Cusio-Ossola, 3 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18.30

Sono 3.017 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 524 in provincia di Alessandria, 126 in provincia di Asti, 157 in provincia di Biella, 185 in provincia di Cuneo, 237 in provincia di Novara, 1.360 in provincia di Torino, 153 in provincia di Vercelli, 119 nel Verbano-Cusio-Ossola, 37 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 119 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 263, quelle guarite 8.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 9.424, di cui 5.812 risultati negativi.

ARRIVANO MEDICI E INFERMIERI PER L’OSPEDALE DI VERDUNO

Sono già 44 i medici e 55 gli infermieri che hanno risposto al bando della Regione Piemonte di reclutamento del nuovo personale dell’ospedale di Verduno per assistere i pazienti affetti dal “coronavirus-covid19”.

Il bando, che scade domani (venerdì 20 marzo alle ore 12) ricerca 34  medici (6 specialisti in anestesia e rianimazione, 6 specializzandi in anestesia e rianimazione, 6 specialisti in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 6 specializzandi in medicina e chirurgia d’urgenza o discipline affini, 10 laureati in medicina e chirurgia) e 72 infermieri.

Per tutti, l’Azienda sanitaria Cn2 ha predisposto la possibilità di usufruire di sistemazione alberghiera, comprensiva di vitto e alloggio, in camera singola.

Il dettaglio del bando si trova al link https://bandi.regione.piemonte.it/gare-appalto/medici-infermieri-ospedale-verduno-procedura-speciale-emergenza-covid-19

Le domande vanno presentate entro le 12.00 di venerdì 20 marzo 2020.

ALTRI CINQUE MILIONI DI DONAZIONI

Le famiglie torinesi Giubergia e Argentero, tramite la società Ersel Investimenti, hanno scelto di stanziare tre milioni di euro per offrire il proprio contributo in occasione dell’emergenza Coronavirus. Due milioni di euro saranno destinati alla Regione Piemonte per acquistare dispositivi medici, sostenere le strutture sanitarie e tutto il personale che in questi giorni sta combattendo una durissima battaglia per curare i cittadini piemontesi. Un milione di euro sarà invece destinato alla Fondazione Paideia, sostenuta dal Gruppo Ersel da oltre 25 anni, per contrastare l’emergenza sociale attraverso il supporto a famiglie e bambini in difficoltà.

Sempre oggi, anche il Gruppo ASTM è intervenuto a supporto dell’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese e, in particolare, il Piemonte, territorio di appartenenza e su cui insistono alcune delle reti infrastrutturali del Gruppo, stanziando un contributo di 3 milioni di euro in favore della Regione Piemonte a sostegno dell’emergenza Coronavirus.

Attraverso questa iniziativa, il Gruppo ASTM rappresenta concretamente la propria vicinanza e attenzione a tutte le comunità piemontesi e a tutti coloro che lavorano e combattono quotidianamente contro l’epidemia, in particolar modo il personale sanitario impegnato in prima linea nel soccorso ai malati.

«Siamo grati al Gruppo Ersel e al Gruppo ASTM – dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi – per il generoso apporto  offerto alla nostra Regione nell’emergenza provocata dal “coronavirus covid19”. Tutti insieme stiamo facendo sistema, dimostrando una straordinaria capacità di reagire. Ogni gesto di solidarietà è un abbraccio caloroso a tutta la comunità piemontese, in uno dei momenti più difficili della sua storia».

Il comunicato della Regione: situazione  alle ore 13 di giovedì 19 marzo

CORONAVIRUS PIEMONTE, 9 NUOVI DECESSI – IL NUMERO COMPLESSIVO DEI MORTI SALE A 175 – ESEGUITI 9.182 TAMPONI, 5.655 CON ESITO NEGATIVO

NOVE NUOVI DECESSI

Sono nove i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 2 uomini della provincia di Biella, 1 uomo della provincia di Cuneo, 4 uomini della provincia di Novara, 1 uomo e 1 donna della provincia di Torino.

Il totale complessivo è ora di 175 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 59 ad Alessandria, 5 ad Asti, 24 a Biella, 9 a Cuneo, 20 a Novara, 37 a Torino, 12 a Vercelli, 7 nel Verbano-Cusio-Ossola, 2 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 12

Sono diventate 2.932 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 508 in provincia di Alessandria, 125 in provincia di Asti, 146 in provincia di Biella, 181 in provincia di Cuneo, 234 in provincia di Novara, 1.323 in provincia di Torino, 146 in provincia di Vercelli, 113 nel Verbano-Cusio-Ossola, 32 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 124 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 257, quelle guarite 3.

I tamponi finora eseguiti sono 9.182, di cui 5.655 risultati negativi.

 

Il comunicato della Regione Piemonte  di mercoledì 18 marzo, ore 19,00

CORONAVIRUS PIEMONTE, PRIMI TRE GUARITI – IL PARERE DEL COMITATO SCIENTIFICO SUI TAMPONI – IN TOTALE 166 DECEDUTI POSITIVI AL VIRUS – BOLLETTINO CONTAGI

PRIMI TRE GUARITI

Sono tre i primi pazienti virologicamente guariti dal contagio del “coronavirus covid19” in Piemonte.

Si tratta di due uomini di Torino (uno di 42 anni e l’altro di 61 anni), entrambi ricoverati all’ospedale Carle di Cuneo, e una donna astigiana di 78 anni, ricoverata all’ospedale di Asti.

Lo ha comunicato nel pomeriggio l’Unità di crisi della Regione Piemonte, osservando che si tratta di guarigioni rispondenti alle indicazioni del Consiglio Superiore di Sanità, cioè documentate da  due test negativi consecutivi a distanza di 24 ore.

Tutti e tre i guariti sono stati dimessi e sono tornati a casa.

QUESTIONE TAMPONI, IL PARERE DEL COMITATO SCIENTIFICO

Sulla questione dell’effettuazione del test diagnostico del tampone per il covid19, il Comitato Tecnico Scientifico dell’Unità di crisi del Piemonte condivide le informazioni fornite dall’Istituto superiore di Sanità, fin qui seguite nella nostra regione, e che non sono state messe in dubbio dalle evidenze cliniche che si sono presentate nel corso della gestione dell’epidemia.

Il Comitato Tecnico Scientifico elaborerà nelle prossime ore la strategia più aderente alla situazione epidemiologica e alle evidenze cliniche, traducendole in indicazioni operative.

DODICI NUOVI DECESSI

Sono 12 i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 3 uomini e 1 donna della provincia di Torino, 2 uomini della provincia di Biella, 2 uomini della provincia di Novara,  1 uomo della provincia di Cuneo, 1 donna del Vco, 1 uomo dell’Alessandrino e 1 donna di Genova, ricoverata in Piemonte.

Il totale complessivo è ora di 166 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 59 ad Alessandria, 5 ad Asti, 22 a Biella, 8 a Cuneo, 16 a Novara, 35 a Torino, 12 a Vercelli, 7 nel Verbano-Cusio-Ossola, 2 residente fuori regione (ma deceduti in Piemonte).

Il 67% dei deceduti sono uomini, il 33% donne. L’età media è di 81 anni.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 19.00

Sono 2.659 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 408 in provincia di Alessandria, 116 in provincia di Asti, 121 in provincia di Biella, 170 in provincia di Cuneo, 199 in provincia di Novara, 1171 in provincia di Torino, 131 in provincia di Vercelli, 100 nel Verbano-Cusio-Ossola, 32 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 211 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 227.

I tamponi finora eseguiti sono 8.140, di cui 5174 risultati negativi.

Il comunicato della Regione Piemonte  di mercoledì 18 marzo, ore 13,30

DIECI NUOVI DECESSI

Sono dieci i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 6 in provincia di Torino (4 uomini e due donne), 2 in provincia di Vercelli (due donne) e 2 in provincia di Alessandria (2 donne)

Il totale complessivo è ora di 154 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 58 ad Alessandria, 5 ad Asti, 20 a Biella, 7 a Cuneo, 14 a Novara, 31 a Torino, 12 a Vercelli, 6 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 residente fuori regione (ma deceduto in Piemonte).

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 13.30

Sono 2341 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 374 in provincia di Alessandria, 101 in provincia di Asti, 109 in provincia di Biella, 149 in provincia di Cuneo, 190 in provincia di Novara, 1042 in provincia di Torino, 131 in provincia di Vercelli, 89 nel Verbano-Cusio-Ossola, 26 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 130 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 227.

I tamponi finora eseguiti sono 7853, di cui 4.877 risultati negativi.

 


Il comunicato della Regione di martedì 17 marzo, ore 19 
CORONAVIRUS PIEMONTE, 11 NUOVI DECESSI, IN TOTALE IL NUMERO DEI MORTI SALE A 144 – DALLA FONDAZIONE CRT, TRE MILIONI DI EURO PER L’EMERGENZA SANITARIA

UNDICI  NUOVI DECESSI

Sono undici i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 1 in provincia di Alessandria (donna), 9 in provincia di Biella (7 uomini  e  2 donne), 1 donna in provincia di Torino.

Il totale complessivo è ora di 144 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 56 ad Alessandria, 5 ad Asti, 20 a Biella, 7 a Cuneo, 14 a Novara, 25 a Torino, 10 a Vercelli, 6 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 residente fuori regione (ma deceduto in Piemonte).

Il 69% sono uomini e il 31% donne. L’età media è di 80 anni.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18,30

Sono 2.063 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 342 in provincia di Alessandria, 93 in provincia di Asti, 96 in provincia di Biella, 134 in provincia di Cuneo, 159 in provincia di Novara, 904 in provincia di Torino, 113 in provincia di Vercelli, 76 nel Verbano-Cusio-Ossola, 46 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 100 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 226.

I tamponi finora eseguiti sono 6.872, di cui 4.499 risultati negativi.

TRE MILIONI DI EURO DALLA FONDAZIONE CRT

Con un contributo di 3 milioni di euro, Fondazione CRT mette in campo un primo pacchetto di aiuti per fronteggiare l’emergenza sanitaria sul territorio: dalla fornitura di una cinquantina di nuove ambulanze e mezzi per il trasporto dei malati e per la Protezione civile, all’acquisto di materiali urgenti e attrezzature da destinare agli ospedali del Piemonte e della Valle d’Aosta, in particolare ventilatori polmonari, letti per la terapia intensiva, mascherine.

Queste misure sono emerse come prioritarie durante le continue interlocuzioni avviate in questi giorni con le istituzioni e le realtà del volontariato del 118 chiamate a rispondere all’emergenza, in un percorso costruito con i recenti Stati Generali e in linea con la storia di Fondazione CRT.

In base alla mappatura delle esigenze specifiche del territorio, evidenziate dall’Unità di Crisi piemontese e dalla Regione Valle d’Aosta, 17 nuove ambulanze completamente attrezzate saranno destinate alla Croce Rossa Italiana, all’ANPAS e alle Misericordie, per affiancare e, in prospettiva, sostituire quelle che potrebbero in tempi brevi risultare logorate; 3 ambulanze di biocontenimento e 2 automediche saranno assegnate alle centrali operative del 118 regionale e al servizio di maxi emergenza in Piemonte e Valle d’Aosta.

A queste dotazioni si aggiungeranno oltre 30 mezzi per la Protezione civile in entrambe le Regioni.

Oltre a supportare le operazioni di soccorso dei volontari, le risorse della Fondazione CRT serviranno anche per l’acquisto di materiali urgenti e attrezzature, in particolare ventilatori polmonari, letti per la terapia intensiva e la rianimazione, mascherine da destinare agli ospedali per la cura dei malati e la protezione del personale sanitario, in prima linea nell’affrontare l’emergenza coronavirus. Per favorire l’arrivo sul territorio di materiali di difficile reperibilità in Italia, Fondazione CRT ha messo a frutto anche il proprio capitale di relazioni internazionali, attivando corridoi filantropici aperti, in particolare, in Europa e con il mondo delle fondazioni cinesi.

La riconoscenza alla Fondazione CRT, a nome della Regione Piemonte è stata espressa congiuntamente dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dall’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi: «Il sistema piemontese sta dimostrando una straordinaria capacità di reagire, grazie al personale sanitario, ai volontari, donne e uomini che non hanno mai anteposto la paura all’interesse collettivo, ed a tutti coloro, imprese o singoli cittadini, che stanno dimostrando grande solidarietà e generosità. Questo intervento della Fondazione CRT  rappresenta un primo pacchetto di misure che abbiamo individuato, in sinergia con tutte le forze in campo, per fronteggiare questa emergenza. Ringraziamo di cuore la Fondazione CRT per questo sostegno straordinario, che è una boccata d’ossigeno per tutta la regione in questo momento di difficoltà».

Il comunicato della Regione di martedì 17 marzo, ore 13. Sono 1.897 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte

 

CORONAVIRUS PIEMONTE, 12 NUOVI DECESSI, IN TOTALE IL NUMERO DEI MORTI SALE A 133 – IN SERVIZIO 529 NUOVI OPERATORI SANITARI PER L’EMERGENZA IN PIEMONTE

DODICI NUOVI DECESSI

Sono 12 i nuovi decessi in Piemonte di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questa mattina dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 2 in provincia di Alessandria (entrambi uomini), 2 in provincia di Biella (un uomo e una donna), 2 in provincia di Cuneo (entrambi uomini), 2 in provincia di Novara (entrambi uomini), 3 in provincia di Torino (2 uomini e una donna), 1 uomo nel Verbano-Cusio-Ossola.

Il totale complessivo è ora di 133 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 55 ad Alessandria, 5 ad Asti, 11 a Biella, 7 a Cuneo, 14 a Novara, 24 a Torino, 10 a Vercelli, 6 nel Verbano-Cusio-Ossola, 1 residente fuori regione (ma deceduto in Piemonte).

Il 69% sono uomini e il 31% donne. L’età media è di 81 anni.

BOLLETTINO DEI CONTAGI

Sono 1.897 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 323 in provincia di Alessandria, 90 in provincia di Asti, 96 in provincia si Biella, 119 in provincia di Cuneo, 150 in provincia di Novara, 749 in provincia di Torino, 113 in provincia di Vercelli, 76 nel Verbano-Cusio.Ossola, 46 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi.

I restanti 135 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 206.

I tamponi finora eseguiti sono 6.656, di cui 4.333 risultati negativi e 288 in fase di analisi.

RECLUTAMENTO PERSONALE SANITARIO

Sono 450 i reclutamenti straordinari di personale sanitario autorizzati fino ad oggi dall’Unità di crisi per l’emergenza “coronavirus covid19” in Piemonte.

Si tratta di 145 medici, 197 infermieri, 102 operatori socio-sanitari e sei altre professionalità.

In più, alcune aziende sanitarie locali hanno reclutato tramite agenzie di lavoro interinale 52 infermieri e 27 operatori socio-sanitari.

Complessivamente, sono entrati in servizio 529 nuovi operatori sanitari a supporto degli ospedali in Piemonte.

“Cura Italia”, Tronzano: “Per il Piemonte misure insoddisfacenti”

Alcune delle misure contenute nel decreto “Cura Italia” saranno certamente utili, ma, per come sono state strutturate, non sono completamente soddisfacenti per la realtà economica piemontese

Ne è convinto l’assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, che così commenta il dispositivo: “Come Regione siamo impegnati a ragionare sull’emergenza, ma soprattutto a creare le condizioni affinché il Piemonte torni a decollare velocemente quando il Coranavirus cesserà i suoi effetti. Stiamo già interloquendo con la UE per pensare a una riprogrammazione dei Fondi Europei Fesr in caso di necessità; in particolare due sono gli assi che più riteniamo incisivi: spesa sanitaria e sostegno alle imprese. Con l’Unione Europea stiamo anche provando a ridisegnare il grande tema degli aiuti di Stato; abbiamo suggerito di sfruttare l’articolo 107 del TFU (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea) che prevede una deroga per ‘calamità e altri eventi eccezionali’: e il Covid è sicuramente un evento eccezionale”.

“Infine – sottolinea ancora l’assessore Tronzano – continua l’interlocuzione con l’Abi per capire che cosa sia più opportuno fare con il fondo di garanzia, viste le ingenti risorse inserite dal governo; su questo tema un nodo critico presente nel decreto Cura Italia è rappresentato da una cifra troppo bassa di finanziamento massimo garantito dal fondo: 3.000 euro sono un importo irrisorio che deve essere portato almeno a 10/20.000 euro.  L’elemento più critico all’interno del decreto è l’assenza di contributi diretti, reali, immediati; i piccoli negozi, gli alberghi, le micro e piccole imprese hanno necessità senz’altro di cassa integrazione e garanzie, ma devono rimanere in piedi anche attraverso contributi a fondo perduto: solo così potremo farle ripartire. Lavoreremo quindi perchè il fondo perduto sia inserito nella conversione dell’attuale decreto. Nel testo non si parla dei liberi professionisti, e si agisce poco e in modo quasi offensivo sui lavoratori autonomi e sulle partite IVA e questo trovo che sia oggettivamente penalizzante: non sono lavoratori di serie B”.

“Altro tema non considerato – aggiunge Tronzano – è l’edilizia. In Spagna, Francia, Belgio sono partiti con il riconoscimento della causa di forza maggiore considerando il Coronavirus una delle cause che permettono di fermare i cantieri senza che le imprese ne supportino i relativi costi; il decreto del Governo invece non dice nulla su una cosa che sarebbe molto utile e che permetterebbe agli appaltatori di essere indennizzati per la maggior parte dei costi durante il periodo di sospensione.”