ARTE- Pagina 91

The World of Banksy – The Immersive Experience prorogata al 29 gennaio

Grande successo per la mostra The World of Banksy – The Immersive Experience che prolunga la data di apertura fino al 29 gennaio 2023 presso la stazione di Torino Porta Nuova

A grande richiesta, la mostra The World of Banksy – The Immersive Experience presso Torino Porta Nuova prolunga la data di apertura fino al 29 gennaio 2023. L’esposizione dello street artist di Bristol all’interno della meravigliosa Sala degli Stemmi della stazione si conferma un successo, con oltre 60.000 biglietti venduti.

Il percorso presenta oltre 100 opere che raccontano il mondo del misterioso artista britannico, famoso per affrontare con ironia temi politici e di denuncia sociale. Vicino ai più celebri capolavori quali “Flower Thrower” e “Girl with Balloon” che lo hanno reso famoso in tutto il mondo, trova spazio la speciale sezione video iBanksy in cui per la prima volta le opere più iconiche dell’artista diventano animate e narrano la storia e il messaggio sociale che ha impresso sui murales di tutto il mondo. Questa sezione permette allo spettatore di percepire le opere in modo diverso e rende accessibile il racconto anche ai più piccoli.

La mostra monografica The World of Banksy – The Immersive Experience a Torino Porta Nuova è un’esperienza unica: la stazione è uno dei luoghi che più rappresenta la street art e il linguaggio universale di Banksy, in grado di arrivare al cuore, ai pensieri e all’anima di tutte le persone nel mondo.

Monumenta Italiae, quattro incontri per il patrimonio

/

19 settembre – 10 ottobre 2022 ore 18

 

Palazzo Madama – Sala Feste

Piazza Castello, Torino

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica propone, dal 19 settembre al 10 ottobre 2022 alle ore 18, il ciclo di appuntamenti in museo Monumenta Italiae. Quattro incontri per un patrimonio.

 

L’iniziativa, a ingresso gratuito, organizzata in collaborazione con l’Associazione Amici della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici di Torino – Fondazione Torino Musei, ha lo scopo di sensibilizzare la collettività sull’importanza e sul ruolo della Biblioteca d’Arte e dell’Archivio storico e fotografico dei Musei Civici di Torino. Le biblioteche e gli archivi sono una bussola per orientarsi nella complessità del nostro patrimonio culturale che non possiamo considerare per frammenti isolati. Senza le biblioteche, non solo i musei, ma tutta la nostra storia, fatta di oggetti, persone, luoghi, diventerebbe incomprensibile. Ne sono una prova tangibile i monumenti che popolano le nostre piazze e che raccontano momenti e personaggi della storia di una città, di una nazione, a cui prestiamo spesso scarsa attenzione, ma che nei rivolgimenti della storia o negli eventi della cronaca riprendono il loro valore simbolico e diventano a volte oggetto di contestazione e anche di distruzione. Solo gli strumenti della conoscenza, che ci offrono biblioteche e archivi, aiutandoci a comprendere e contestualizzare gli oggetti della storia, conservano la prospettiva del tempo.

Gli appuntamenti

 

19/09/2022 ore 18: L’archivio fotografico di Lorenzo Rovere ai Musei Civici Di Torino.  Casi di studio per la pittura piemontese tra Medioevo e Rinascimento, Savigliano, L’Artistica Editrice, 2022.

Con Simone Baiocco, Serena D’Italia, Jacopo Tanzi, autori del volume. Introduce: Gelsomina Spione, Dipartimento Studi Storici dell’Università di Torino. Modera: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

La Biblioteca d’Arte e l’Archivio storico e fotografico dei Musei Civici di Torino conservano un materiale ricchissimo: è la base di partenza per conoscere la storia del patrimonio della città e le personalità (direttori, donatori, appassionati, studiosi) che quel patrimonio hanno tutelato, studiato, accresciuto e messo a disposizione della comunità. Il volume, il secondo della collana dei Quaderni dell’Associazione Amici della Biblioteca, mette a fuoco la figura di Lorenzo Rovere direttore dei Musei Civici torinesi (Galleria d’Arte Moderna e Museo d’Arte Antica) tra il 1920 e il 1929. La sua figura schiva, di studioso che non amava apparire, è rimasta finora poco nota, anche se le sue ricerche sono state molto importanti. I suoi libri, i suoi appunti e le sue fotografie sono entrati a far parte del patrimonio pubblico e costituiscono il nucleo storico dell’Archivio e della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici torinesi.

26/09/2022 ore 18: Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’800, Venezia, Marsilio, 2022.

Con Paolo Possamai, autore del volume. Modera: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

Il volto urbano di una delle città tra le più affascinanti, atipiche e bizzarre, raccontato per la prima volta attraverso una narrazione mitologica e fotografie inedite realizzate da Fabrizio Giraldi e Manuela Schirra, per spiegare uno degli episodi urbani più significativi del neoclassicismo in Europa.

Che cosa racconta Trieste? La sua identità è rivendicata ogni dove sui palazzi dei mercanti e delle pubbliche istituzioni

3/10/2022 ore 18: Giù i monumenti? Una questione aperta, Torino, Einaudi, 2022.

Con Lisa Parola, autrice del volume.  Introduce: Gianluca Cuniberti, direttore del Dipartimento di Studi storici, professore ordinario di Storia antica, Università di Torino. Modera: Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di Palazzo Madama

Stalin, Roosevelt, Saddam: i monumenti crollano. Quando la storia cambia direzione, le statue tornano ad avere voce. Una voce talmente forte che spinge a cancellare ciò che nel presente è ritenuto troppo doloroso. Una scelta che fa discutere. Oggi più che mai abbiamo cambiato il modo di guardare ai monumenti. Non più solo ricordo del passato ma anche informazione preziosa sul presente.

10/10/2022 ore 18: Statue d’Italia. I. Storia della statuaria commemorativa pubblica dal Risorgimento alla Grande Guerra, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2022.
Con Renzo Villa e Giovanni Carlo Federico Villa, autori del volume

Il più grande museo italiano, diffuso su tutto il territorio nazionale. Un museo ai più ignoto, o indifferente; sovente trascurato, umiliato, trasferito; e però ancora conservato, restaurato, qualche volta ammirato. Un museo che, anno dopo anno, continua ad arricchirsi di nuove opere e di nuovi protagonisti. Siamo così abituati alla presenza dei monumenti che non li degniamo più di uno sguardo. È il destino dei monumenti commemorativi che caratterizzano, più di ogni altro, il nostro paese. Perché è l’Italia, con la sua esperienza monumentale, ad avere impostato un modello che poi tutto il mondo ha seguito.

Simone Baiocco, storico dell’arte e curatore, è conservatore per le arti dal XIV al XVI secolo a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica. È stato direttore del Palazzo dei Musei di Varallo e professore a contratto di Museologia nell’Università del Piemonte Orientale. I suoi ambiti di ricerca prediletti sono legati alla cultura figurativa dell’area piemontese del tardo Gotico e del Rinascimento, temi cui sono dedicate in massima parte le sue pubblicazioni.

Serena D’Italia, storica dell’arte, si è formata presso l’Università degli Studi di Torino. I suoi ambiti di studio principali sono la pittura piemontese e lombarda tra Quattro e Seicento e la storia del collezionismo.

Jacopo Tanzi, storico dell’arte, ha studiato a Milano, Torino e Padova e si occupa di pittura rinascimentale. Ha scritto del Maestro di San Martino Alfieri, di Gaudenzio Ferrari e di Giacomo Rossignolo. Su quest’ultimo pittore sta preparando uno studio storico-critico.

 

Gelsomina Spione, insegna Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi Torino. I suoi ambiti di ricerca sono la cultura figurativa piemontese e ligure, tra Seicento e Settecento.

 

Giornalista e storico, Paolo Possamai per 33 anni ha realizzato il proprio percorso professionale nel gruppo Espresso e poi Gedi. Ha diretto i quotidiani veneti il mattino di Padova, la tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi, la Nuova di Venezia e Mestre, In precedenza Il Piccolo, storico quotidiano di Trieste. Per oltre venti anni è stato una delle principali firme del settimanale economico di la Repubblica (Affari&Finanza) e ha collaborato con La Stampa. Prima degli incarichi da direttore, era stato inviato speciale dell’allora gruppo Espresso. Dopo l’uscita da Gedi, si dedica a consulenze strategiche nella comunicazione d’impresa. Collaboratore del canale tv Rai Storia e di Rai Radio 3 per il programma Prima Pagina. Tra i suoi libri ricordiamo Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’800 tra miti e simboli (Marsilio, 2022), Il Caffè Pedrocchi. La storia, le storie (Il Poligrafo, 2015), Caffè Pedrocchi (Skira, 2000), Guida ai luoghi e ai tesori del Santo (De Luca, 1995), Andrea Palladio e il Monte Santo di Vicenza (De Luca, 1994).

Lisa Parola, storica dell’arte. Ha curato progetti di arte pubblica, mostre, campagne fotografiche, workshop e conferenze promuovendo la relazione tra arte, territorio e cittadinanza. È socia fondatrice di a.titolo: un’organizzazione non profit attiva dal 1997 con lo scopo di indagare e sperimentare le potenzialità dell’arte contemporanea nell’ambito della sfera pubblica e sociale.  È stata tra i consulenti culturali per la candidatura di Matera Capitale della Cultura 2019. Negli anni ha inoltre collaborato con istituzioni quali la Fondazione Sardi per l’Arte, la Fondazione Merz e l’Università di Torino.

 

Renzo Villa, si è occupato di storia delle culture scientifiche (pionieristici i suoi studi su Lombroso e l’ideazione della mostra torinese La scienza e la colpa), di vicende mediche e psichiatriche (ultimo libro: Geel, la città dei matti), ma è anche autore di numerose pubblicazioni su aspetti di iconografia e cultura figurativa, oltre ad alcune biografie di artisti. Professore a riposo, è stato anche consulente editoriale e autore di diversi libri scolastici

Giovanni Carlo Federico Villa, Direttore di Palazzo Madama e professore presso le Università di Bergamo e di Udine, è stato componente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici e direttore onorario dei Musei Civici e Conservatoria Pubblici Monumenti di Vicenza. Ha curato numerosi progetti espositivi in Italia, tra cui quelli per le Scuderie del Quirinale di Roma, e all’estero. Autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e monografie, numerose sono le sue presenze divulgative relative al patrimonio artistico nazionale sui principali canali radiotelevisivi italiani e stranieri.

 

 

 

Info: ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione facoltativa: t. 011 4429629 (da lunedì a venerdì, orario 9,30-13 e 14-16)

e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto. Quinto appuntamento: “Fuzzy Smile”

Dell’artista Shoplifter (Hrafnhildur Arnardóttir)

Inaugurazione > Mercoledì 14 settembre, alle ore 18.30

Torino, Barriera di Milano, Piazza Bottesini

Mercoledì 14 settembre, alle ore 18.30 in piazza Bottesini a Torino, inaugura il quinto appuntamento di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto, progetto ideato da Alessandro Bulgini e curato, per questa edizione dedicata all’arte islandese, dall’artista Jòn Gnarr.

Ad interpretare lo spazio pubblico di 6×3 metri che campeggia in piazza Bottesini, sarà l’opera Fuzzy Smile (2022) di Shoplifter (Hrafnhildur Arnardóttir), una delle principali artiste contemporanee islandesi che ha rappresentato l’Islanda alla Biennale di Venezia del 2019, conosciuta per le sue sculture e installazioni site specific contraddistinte da un umorismo delicato.

Quinta dei sei artisti islandesi che si alternano di mese in mese in Barriera di Milano, il lavoro di Shoplifter, che utilizza da sempre per le sue creazioni capelli sintetici, si ispira alla cultura pop, sia nella scelta del materiale che nel concetto. Per l’opera Fuzzy Smile l’artista ha osservato l’abbondanza di emoji e smiley che utilizziamo per esprimere noi stessi, i nostri sentimenti e le nostre intenzioni attraverso sms, social media e gli altri strumenti di comunicazione digitale.

Questi strumenti ci hanno permesso di liberarci dalla parola scritta – commenta l’artista – e sono una scorciatoia per andare dritti al punto. Il simbolo più significativo è la faccina gialla rotonda sorridente ora disponibile in una pletora apparentemente infinita di espressioni facciali per sostenere e semplificare la nostra comunicazione.

 

L’umorismo gioca un ruolo importante nel lavoro di Shoplifter e le faccine sono un modo giocoso per trasmettere un senso di spensieratezza. L’essenza della loro morbidezza è capricciosa e infantile, il senso di assurdità e di calore ricorda le immagini dei cartoni animati e delle marionette, solleticando la memoria del bambino che è in noi con la sua spensieratezza, la sua giocosità: un’ode alla pura gioia della comunicazione creativa sia nella vita che nell’arte.

L’immagine dell’artista ci trasferisce dunque un’affettività tangibile; la morbidezza, la tattilità di un peluche, del pelo di un cane, di un gatto, di un affetto vicino e tangibile riporta la virtualità alla fisicità donandoci conforto emotivo. Inserita nel contesto del quartiere che accoglie il progetto l’opera è ancor più significativa perché Barriera di Milano è il paese che pretende ancora l’umanizzarsi del virtuale, con il suo mercato all’aperto, la sua socialità prepotente, la sua praticità così vitale, così umana.

Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto proseguirà ai primi di ottobre con un’opera del curatore di quest’anno Jón Gnarr e si concluderà alla fine di ottobre con un’opera di Alessandro Bulgini. Il progetto artistico ha portato, dal 2015, in Barriera di Milano a Torino più di 40 artisti, italiani e stranieri, interpreti dello spazio pubblico di 6×3 metri (Cimasa 50530) in piazza Bottesini.

La straordinaria “Passione” di Bruegel diventa straordinaria e contemporanea “videoinstallazione” per “Art Site Fest”

Succede a Palazzo Madama da dove muove l’ottava edizione del Festival

Fino all’11 dicembre

“Brueghel Suite”, videoinstallazione di arte contemporanea, basata sul dipinto “La salita al Calvario” eseguita nel 1564 dall’olandese Pieter Brueghel, è sicuramente l’opera “top” dell’ottava edizione di “Art Site Fest”, iniziata lunedì 12 settembre per protrarsi fino all’11 dicembre fra Torino e varie località del Piemonte e che avrà il suo “momento clou” con l’edizione 2022 di “Artissima”, dal 4 al 6 novembre prossimi all’“Oval-Lingotto Fiere”. “Brueghel Suite”, già esposta alla 54° edizione della “Biennale di Venezia”, è a firma di Lech Majewski che ebbe a realizzarla durante le riprese del suo film “The mill and the cross”. In essa il regista ed artista polacco fa rivivere le oltre 150 figure rappresentate nel dipinto del meticolosissimo artista olandese, per portare lo spettatore all’interno del quadro. Mettendosi nei panni del pittore, per tre anni Majewski ha tessuto un enorme arazzo digitale, combinando tecniche diverse: blue screen, CG e “effetti 3D”, un “fondale 2D” dipinto su tela dal regista stesso, scene filmate in paesaggi simili a quelli dei dipinti di Bruegel, un lavoro minuzioso su prospettiva, fenomeni atmosferici e persone. Un lavoro di gigantesca straordinarietà. Che potrà essere visibile fino al prossimo lunedì 7 novembre, nel ligneo “Coro di Staffarda” a “Palazzo Madama”, notevole esempio di pregiata intagliatura (vicino per epoca, 1520 -30, al dipinto di Bruegel), in parte custodita, per volere di Carlo Alberto (1846) nella “Chiesa Parrocchiale” di Pollenzo e in parte depositata in “Palazzo Reale” e, nel 1871 per l’appunto, al “Museo Civico d’Arte Antica” di Torino. Antico e contemporaneo. A raffronto. L’uno specchio dell’altro. E l’impatto è magico per l’osservatore. “Racconti per giorni difficili” é il claim che accompagna l’immagine – guida di quest’edizione di “Art Site” dedicata al tema della narrazione, nelle sue molteplici espressioni. “Alle arti visive, com’è nella nostra tradizione, si affiancano infatti – sottolinea il direttore artistico Domenico M. Papa – il teatro, la danza, la musica, in un ricco programma che privilegia la sperimentazione e l’incontro tra ambiti disciplinari differenti. Una delle cifre caratteristiche del Festival è dunque il dialogo tra le discipline, con l’intenzione di offrire al pubblico un’esperienza il più possibile immersiva. Agli artisti è stato chiesto di elaborare progetti originali che si adattino ai luoghi nei quali sono ospitati, tenendo conto della dimensione narrativa del loro lavoro”. Dieci le sedi di questa ottava edizione: Castello di Govone, Castello di Moncalieri, Palazzo Madama, Museo Storico Reale Mutua, Museo Lavazza, Archivio di Stato di Torino, GAM, Principato di Lucedio (Vercelli), Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso , Cinema Teatro Maffei di Torino. Alcuni suggerimenti per il mese di settembre ( l’intero programma è consultabile su www.artsitefest.it ). All’ “Archivio di Stato” di piazza Castello 209 a Torino, la trevigiana di Carbonera Patrizia Polese, fra le artiste contemporanee di “fiber art” più rappresentative, presenta (il mercoledì dalle 14 alle 16 con visite guidate) l’installazione site-specific dal titolo “La sorgente”“Così come gli 83 chilometri di scaffalatura dell’istituzione – ancora Domenico M. Papa – raccontano la lunga storia della città e del Piemonte, il lavoro di Patrizia Polese svuota gli oggetti, come i libri, e li riempie di sinapsi, metafora del trasferimento delle informazioni interne al cervello, per evidenziare il legame sottile e invisibile che lega la storia e i corpi. Saranno presentati, inoltre, una serie di arazzi che rappresentano i legami che accomunano gli esseri umani e che attraversano le loro differenze”. Nel percorso è presente anche un video che esprime la volontà di raccontarsi e di ritrovarsi, dopo una situazione difficile che ha toccato l’intera umanità. A seguire, altro interessante appuntamento sabato prossimo 17 settembre (ore 18) nel cinquecentesco “Salone d’Onore” del Castello di Govone (Cuneo), dove andrà in scena la performance multimediale “Ballammo fino a morirne” su testo di Emma Costa. Si racconta di un’epidemia che si diffonde a Strasburgo nell’estate del 1518: d’improvviso, tante persone cominciano a udire una musica e a ballare, fino allo sfinimento, fino a non avere più forze. Fino a morirne. La voce di Eleni Molos (attrice torinese che avvia la sua carriera nel “Teatro dei Sensibili” di Guido Ceronetti) ci fa immergere in una magica atmosfera d’altri tempi, mentre le ballerine della compagnia di “Ritmi Sotterranei”, accompagnate dalla musica e dai visual di “Project-TO” (dove la musica elettronica incontra l’arte visiva), reinterpreteranno in una performance che unisce danza contemporanea, musica e live visual, questo racconto al confine tra storia e fantasia.

Per ulteriori info: www.artsitefes.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Lech Majewski: Bruegel Suite” con l’attore Rutger Hauer

–       Immagine – guida “Art Site Fest”

–       Patrizia Polese: “La sorgente”

“PhotoAnsa 75. C’era una svolta”

A Courmayeur, in mostra gli storici scatti Ansa per celebrare i 75 anni dell’Agenzia giornalistica

Fino al 1° novembre

Courmayeur (Aosta)

Dal 1945 ad oggi. Dalla magia del bianco e nero alla realtà a colori – non meno magica se interpretata con acume e professionalità – di scatti che parlano un linguaggio a noi più vicino nel tempo.

Dal pranzo sontuoso al Quirinale per i 150 anni dell’Unità d’Italia alla triste mensa per gli orfani di guerra ospiti nel ‘46 di “Casa Savoia”; dal tripudio composto e neorealista di “bellezze” al sole di Anzio aspiranti Miss Mondo ’56 alla solitudine hopperiana dei giovani in attesa del treno alla stazione di Milano – Rogoredo, con quel gioco straordinario di luci e colori che fa a pugni con la “freddezza statica” dei personaggi. Sono in tutto 12 grandi composizioni fotografiche, in arrivo dall’“Archivio Ansa” quelle raccolte negli spazi della “Chiesa Evangelica Valdese”di Courmayeur, messe in mostra (“PhotoAnsa 75. C’era una svolta”) a ricordare i 75 anni di attività della principale Agenzia di informazione italiana, e primo di una serie di progetti espositivi che l’“Associazione Forte di Bard” curerà nell’ambito dell’accordo di collaborazione sottoscritto con il Comune di Courmayeur.

L’Ansa (oggi la prima Agenzia di informazione multimediale in Italia e fra le prime nel mondo; 22 sedi in Italia e 50 di corrispondenza in 5 continenti) ha celebrato i suoi 75 anni di attività nel 2020 con un grande progetto espositivo che racconta – attraverso una scelta fra le più significative immagini del suo immenso archivio fotografico – la storia, la società, gli stili di vita e i costumi degli italiani dal 1945 (anno di fondazione a Roma per succedere alla disciolta “Agenzia Stefani”) ad oggi e pone in dialogo l’Italia di ieri e quella di oggi. Come eravamo e come siamo. Gli scatti presentati, fino al 1° novembre prossimo, a Courmayeur sono proprio connessi ad alcuni dei temi che maggiormente documentano i cambiamenti intercorsi in oltre settant’anni di storia del Paese: il lavoro, l’informazione e il modo di accedere alle notizie, l’aspetto delle città teatro delle maggiori trasformazioni della società, la cultura e lo spettacolo, i viaggi e le vacanze, i giovani di ieri e di oggi sino ad arrivare agli strumenti che hanno rivoluzionato le nostre vite. “Siamo felici – sottolinea l’assessore alla Cultura, Istruzione e Politiche Sociali del Comune di Courmayeur, Alessia di Addariodi questa prima tappa che si inserisce nella recente collaborazione siglata con il Forte di Bard. Questa mostra apre le porte ad un nuovo spazio espositivo che offriamo al territorio grazie ad un accordo con la ‘Tavola Valdese’ di Aosta. Tale spazio, oggetto di interventi di manutenzione e di nuovi allestimenti, rappresenta un luogo storico, in centro al paese, che ci permetterà di promuovere iniziative culturali di ampio respiro come testimonia questa prima interessante esposizione”.

“Esposizione– commenta da parte sua la presidente del Forte di Bard, Ornella Baderyche risponde alla comune volontà di realizzare iniziative volte ad incrementare la visibilità delle due realtà attraverso progetti culturali di ampio respiro.  Non solo mostre ma anche conferenze ed appuntamenti che saranno calendarizzati di volta in volta in base alle opportunità che si verranno a creare”.

Gianni Milani

“PhotoAnsa 75. C’era una svolta”

Chiesa Evangelica Valdese, piazza Petigax 1, Courmayeur (Aosta)

Fino al 1° novembre. A ingresso libero

Orari:dal lun. alla dom. 10/19

Nelle foto (Archivio Ansa):

–       Le aspiranti al Concorso per Miss Mondo in attesa delle selezioni, Anzio, 1956

–       Giovani in attesa del treno alla stazione di Rogoredo, Milano 2019

–       Pranzo di gala al Quirinale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Roma, 2011

–       La mensa per gli orfani di guerra ospiti di “Casa Savoia”, Roma, 1946

“Mille piani” per la terza edizione di “Exhibi.To

Tre giorni di aperture coordinate (dalle 15 alle 23) di gallerie d’arte e spazi indipendenti di Torino

Dal 15 al 17 settembre

A Torino, torna a rivivere l’arte in autunno. Anche quest’anno, il dopo-estate ci riserva un lungo e nutrito percorso ( all’insegna in particolare del contemporaneo) che culminerà il 4 e il 6 novembre con “Artissima”, la principale Fiera d’arte contemporanea in Italia ospitata all’ “Oval – Lingotto Fiere”. Ad aprire le danze, nei prossimi giorni, sotto la Mole sarà come sempre “Exhibi.To”, giunta alla sua terza edizione e, oggi più che mai, attesa manifestazione di partenza dell’arte contemporanea torinese. Sul piatto, un programma di aperture coordinate (ingresso libero, fino alle 23, a partire dalle 15), inaugurazioni e proposte che coinvolgeranno più di trenta realtà – fra gallerie, spazi emergenti e associazioni culturali – dislocate in tutto il territorio ( dal centro alle periferie; elenco completo su www.exhibito.it ) di Torino e dintorni: un grande evento collettivo e diffuso che quest’anno si allarga coinvolgendo anche l’area della provincia di Biella. A sottolineare il principio di “coesione sociale” che sottende l’iniziativa è, da subito, il titolo dato dal team organizzativo (Marta SaccaniBarbara Ruperti Federica Maria Giallombardo) all’edizione di questo settembre 2022: “Mille piani”. Un omaggio all’omonimo saggio scritto a quattro mani nell’ ’80 dal filosofo francese Gille Deleuze e dallo psicoanalista e psichiatra Félix Guattari. Al centro, il concetto di “rizoma”“un fenomeno botanico – sottolineano gli organizzatori – che vede le piante svilupparsi in condizioni sfavorevoli, proliferando e dando vita a nuovi nodi in maniera autonoma dal nucleo centrale. Il funzionamento del rizoma è il punto di partenza per una riflessione che investe l’arte e le modalità di creazione e divulgazione culturale: solo accogliendo mille diverse prospettive è possibile produrre relazioni, stimolare il pensiero e creare senso di identità”. L’“Ouverture” di giovedì 15 settembre (dalle 15 alle 23) vedrà anche la tradizionale apertura collettiva delle 18 Gallerie di “TAG– Torino Art Galleries” (www.torinoartgalleries.it ) , Associazione fondata nel 2000 e presieduta oggi dal noto gallerista di via della Rocca a Torino, Alberto Peola“In occasione della terza edizione di ‘Exhibi.To’, le gallerie d’arte e gli spazi emergenti di Torino – ribadiscono Barbara Ruperti e Federica Maria Giallombardo – si intrecciano in un itinerario capillare che attraversa tutta la città, ramificandosi tra i quartieri; percorsi che come ‘rizomi’ attecchiscono lungo la distesa urbana e confluiscono l’uno nell’altro, tracciando migliaia di piani d’esistenza”Exhibi.to è un progetto a cui ho aderito fin da subito con entusiasmo, perché ben si sposa –sottolinea, a conferma, Marco Sassonegalleria ‘metroquadro’ fra le 18 di “TAG” coinvolte – con la visione in cui ho da sempre creduto: collaborazione, piuttosto che competizione, tanto più in periodi di crisi come l’attuale. Nelle edizioni precedenti, grazie al lavoro volontario svolto dai curatori ho potuto constatare un crescente aumento del flusso di pubblico in galleria, che ha espresso l’interesse e lodato l’iniziativa. Questo si è poi tradotto anche in vendite, capitolo essenziale per un’attività. Con questo si cerca di dar voce ad un comparto, quello delle gallerie d’arte contemporanea torinesi, che propone cultura, oltre che cercare di mandare avanti le proprie attività commerciali. Fino ad oggi si è stati autosufficienti, dividendo le spese tra le realtà partecipanti e grazie alla volontà di professionisti che hanno offerto il proprio lavoro. In questi giorni si è data ad ‘Exhibi.To’ la veste ufficiale di ‘Associazione’, che ha già ottenuto il patrocinio della Città di Torino. Spero che la visione delle amministrazioni riesca a valorizzare e comprenda anche questo comparto nei suoi capitoli di investimento di supporto alla cultura”.  Anche quest’anno, la manifestazione offre un programma di “tour gratuiti” adatti agli appassionati ma anche a chi vuole scoprire la bellezza e il valore dell’arte contemporanea. I tour saranno guidati dagli studenti dell’“Accademia Albertina” che per l’occasione vestiranno i panni di mediatori culturali. Ogni itinerario include gallerie e spazi indipendenti dal centro alla periferia; punto di ritrovo in piazza Vittorio Veneto 5 a Torino, davanti al “Cinema Classico”. “Exhibi.To” chiuderà sabato 17 settembre con uno spettacolo artistico e musicale a “Villa Rey” (Strada Val San Martino Superiore, 27), organizzato dall’“Associazione Bastione”. Maggiori informazioni sugli itinerari: www.exhibito.it . Per prenotare uno o più itinerari: exhibitotorino@gmail.com o mandare un WhatsApp a : 331/3232957.

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Logo “Exhibi.To. Mille piani”

–       Marco Sassone, galleria “metroquadro”

–       Gianluca Capozzi: “Il giardino reciso” in mostra alla galleria “metroquardo”

“Danser avec moi”

L’arte scultorea e la danza unite da un fil rouge, evidente nell’evento “Danser avec moi”, che ha visto protagoniste sabato 10 e domenica 11 settembre scorso le Ninfe Leggiadre danzanti di Osvaldo Moi

L’arte e la danza sono legate da un sottile fil rouge che può essere rappresentato dall’amore per la bellezza, come ha dimostrato l’esperimento artistico di “Danser avec moi”, realizzato dallo scultore Osvaldo Moi. La rassegna è stata curata da Monica N. Mantelli in occasione della Festa dei Vicini, promossa e patrocinata dalla Città di Torino, sabato 10 e domenica 11 settembre, dalle 16 alle 19.

L’artista Osvaldo Moi, già autore, tra gli altri, del monumento dei caduti di Nassirya, collocato in piazza D’Armi, a Torino, è stato protagonista di una due giorni di una esposizione-evento, comprendente anche una mostra interna e esterna, un talk, una passeggiata con l’artista, dal titolo “Danser avec moi” curata da  Monica Mantelli.

Il primo dei due giorni, sabato 10 settembre, dalle 16 alle 18.30,l’Atelier Chez Moi ha aperto le sue porte ai visitatori per la mostra intitolata “Danser avec moi”, comprendente una trentina di opere di maestro, comprendenti anche lavori in materiali piuttosto originali come il bronzo, la resina, il legno, oltre a disegni e bozzetti scultorei raffiguranti animali, persone e simboli collettivi. Alcune di queste  opere sono state fruibili anche all’aperto, nell’area antistante alla sede di via Pollenzo 47 e presso l’edificio di via Cumiana 15, di pertinenza della Città di Torino e Beni Comuni. Sempre sabato 10 settembre, alle 16.30, vi è anche statal’occasione di un incontro con l’artista, dedicato ai Creativi e agli appassionati di arte plastica e figurativa.

Il confronto è  stato incentrato sulle ultime opere realizzate da Osvaldo Moi con materiali di riciclo, quali stoffa, alluminio e polistirolo, come nel caso del complesso scultoreo denominato“Le Ninfe Leggiadre” che, domenica 11 settembre, hanno avuto modo di danzare in alcuni flashmob insieme ai ballerini e Maestri  di tango Anna Boglione e Alessandro Guerri, Concetta Violante, Riccardo Giustetto ed Eugenia Ricci e i tangueros di Etnotango Friends.

Piuttosto originale è poi stata la “Passeggiata con l’artista”, avvenuta alle 17.30, per raggiungere lo spazio ex Lancia, oggi più noto come “Cumiana 15”, situato in prossimità dell’atelier, in cui e stato possibile visionare, insieme all’autore, le svettanti sculture allestite per l’occasione sulle pareti dell’edificio.

Il tour si è poi concluso presso la Fondazione Merz, in via Limone 24, dove è stato possibile visitare la mostra in corso. Osvaldo Moi ha animato l’happening con una sorta di excursus provocatorio sulle modalità  in cui si possa fare ancora buona arte, nella contemporaneità, partendo da materiali semplici.

Il secondo giorno di “Danser avec moi” ha avuto luogo domenica 11 settembre, dalle 16 alle 18.30, con un incontro all’aria aperta davanti allo studio, in via Pollenzo 47, per uno “Storytelling chez Moi” sulla sua esperienza di elicotterista, intrecciata alla sua vita d’artista.  Ad intervistarlo è  stata la curatrice della mostra, Monica N. Mantelli; l’artista ha sottolineato come episodi chiave avvenuti nel mondo del lavoro in volo abbiano contribuito alla realizzazione delle sue opere. Un particolare omaggio è  stato reso alle sue Ninfe Leggiadre, che hanno avuto la possibilità di essere esse stesse protagoniste delle danze, in alcuni flashmob intorno alle sculture, in collaborazioni con ospiti quali i maestri di tango Anna Boglione e Alessandro Guerri, Concetta Violante e i tangueros appartenenti a “Etnotango Friends”.

Le Ninfe Leggiadre di Osvaldo Moi sono state anche protagonistelo scorso agosto del 42esimo concerto di Ferragosto nell’incantevole paesaggio alpino di Limone Piemonte, nel Cuneese, avamposto della via del Sale e delle vie Marenche, un luogo di villeggiatura molto apprezzato per chi ami le medie quote (1000 metri). L’Orchestra Bruni, quest’anno diretta dal maestro Nicolò Jacopo Suppa, ha ricevuto l’abbellimento scenografico delle Ninfe Leggiadre, un connubio tra forma, luoghi e suoni.

MARA MARTELLOTTA

Ogr, ultimi giorni per visitare Naturecultures

A Torino fino al 18 settembre 2022

Giovedì e venerdì, ore 12-20
Sabato e domenica, ore 10-20

Ingresso gratuito

OGR Torino | BINARI 1 e 2
Corso Castelfidardo 22, Torino
www.ogrtorino.it

Ultime due settimane per visitare Naturecultures. Arte e Natura dall’Arte povera a oggi. Dalle Collezioni della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT al Castello di Rivoli, la mostra a cura di Carolyn Christov-Bakargiev, Marcella Beccaria e Samuele Piazza, organizzata da OGR Torino e Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, con il contributo straordinario della Fondazione CRT e il supporto della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.

Dopo la chiusura estiva, i Binari 1 e 2 di OGR Torino riaprono al pubblico: da giovedì 1 settembre fino a domenica 18 settembre il pubblico potrà visitare la mostra, come sempre gratuitamente. (Orari: giovedì e venerdì, 12-20; sabato e domenica, 10-20).

Le venticinque opere esposte sono state realizzate a partire dagli anni Sessanta ad oggi da dodici artisti, tra cui i maestri dell’Arte Povera. Vitali, ottimisti, pacifisti e anarchici, hanno usato tecniche elementari e materiali comuni per superare la separazione tra natura e artificio. Scettici riguardo all’accelerazione dello sviluppo economico, erano consapevoli della necessità di un nuovo equilibrio naturale e, incanalando nei loro lavori l’energia invisibile che scorre nel mondo, hanno anticipato l’ecologia contemporanea. Hanno trasformato la definizione stessa di arte attraverso l’incrocio libero tra pittura, scultura, performance, film e fotografia nella nozione più aperta dell’installazione percorribile dal pubblico. Dalla fine degli anni Novanta, con la crescente consapevolezza del cambiamento climatico in corso, gli artisti sono diventati documentaristi e attivisti, impegnati nella denuncia di crimini sociali e ambientali.

Tanti i capolavori in mostra, in prevalenza della collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT: dall’Igloo con albero, 1968-69, di Mario Merz all’Albero di 11 metri, 1969-89, di Giuseppe Penone, dalla Venere degli stracci, 1967, di Michelangelo Pistoletto alle opere di più recente acquisizione The Sovereign Forest, 2012, di Amar Kanwar, e Adjacent Possible, 2021, di Agnieszka Kurant.

A settembre in programma gli ultimi due appuntamenti del Public Program, il calendario di eventi dedicato all’approfondimento dei temi della mostra.
Sabato 10 settembre, alle ore 17, il pubblico potrà scoprire il lavoro di Piero Gilardi al PAV – Parco Arte Vivente di Torino, e a seguire analizzare le opere dell’artista esposte a Naturecultures con una visita insieme a Marcella Beccaria, Capo Curatore del Castello di Rivoli e co-curatore della mostra.

Giovedì 15 settembre, alle ore 18.30, nel Duomo di OGR si terrà Nuclei di saperi futuri: cambiamento climatico, energia nucleare pulita, nuovi immaginari tra arte e scienza, una conversazione tra Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli e co-curatore della mostra, e Stefano Buono, fisico, fondatore di Newcleo e Presidente di LIFTT startup factory con sede in OGR Tech.

Curati dal Castello di Rivoli in collaborazione con OGR Torino e la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, gli appuntamenti del Public Program sono gratuiti previa registrazione su sito www.ogrtorino.it

稍息 Riposo! Cina 1981-84 Fotografie di Andrea Cavazzuti

A cura di Davide Quadrio e Stefania Stafutti dal 9 settembre al 2 ottobre 2022

   

In Occidente l’immaginario visivo della Cina era, come un po’ ancora oggi, quello del già defunto Mao e della già conclusa Rivoluzione Culturale. Figlio dei miei tempi e allenato com’ero a cercare oltre gli stereotipi anche in patria, fotografavo una Cina non vista e, quel che è peggio, nemmeno immaginata, quindi invisibile. Le cose già viste soddisfano, consolano, hanno a che fare con la memoria mentre il non visto è secco, scostante, refrattario, a volte antipatico. La Cina mi si presentava come uno straordinario bazar di oggetti, scene e comportamenti non omologati tra i nostri cliché culturali. Per me era irresistibile: gli oggetti in vista, la totale mancanza di privacy, le attività umane messe in scena su un palcoscenico sempre aperto, il paradiso del fotografo”.  

Andrea Cavazzuti 

 

Il MAO Museo d’Arte Orientale è lieto di ospitare la mostra fotografica 稍息 Riposo! Cina 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti”, promossa dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino, a cura di Davide Quadrio e Stefania Stafuttidal 9 settembre al 2 ottobre 2022, in via San Domenico 11 a Torino. 

Il progetto espositivo inaugura una nuova fase di collaborazione fra il Museo e l’Università di Torino, che coinvolgerà in particolare le discipline di studio sull’Asia, con un ampio ventaglio di proposte culturali e formative. 

“La fotografia, meglio di altri strumenti, restituisce il clima della Cina di quegli anni: un paese ancora povero, ma affacciato su un futuro denso di speranza e animato da un entusiasmo che fa di quel periodo uno dei momenti più interessanti e, a mio avviso, più belli della storia recente di questo complesso paese”, commenta Stefania Stafuttidirettrice di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università di Torino e docente ordinaria di Lingua e Letteratura cinese del Dipartimento di Studi Umanistici. 

Al MAO saranno esposte oltre 70 immagini in bianco e nero, scattate in Cina fra l’81 e l’84, che dialogherannoper l’occasione con alcune opere delle collezioni museali, per leggere l’opera di Cavazzuti e comprendere una Cina che sta scomparendo. 

Andrea Cavazzuti vive e lavora da più di trent’anni in Cina, dove approdò nel 1981.  

Il titolo dell’esposizione, 稍息 Riposo!”, è un riferimento agli anni di passaggio tra un periodo drammatico e l’avvio della rincorsa alla modernità attuale. Le sue immagini hanno seguito e immortalato la Cina e i suoi giganteschi cambiamenti dagli anni Ottanta a oggi, costituendo una testimonianza preziosa oltre che un’opera affascinante e corposa. 

Con sguardo nitido, poetico e senso dell’umorismo, Andrea Cavazzuti cristallizza in queste immagini una Cina che non esiste forse più, ma che è indispensabile conoscere per comprendere la storia e la personalità del colosso mondiale di oggi. Il suo sguardo è quello di uno straniero senza arroganza: la nostalgia gratuita è messa al bando, così come la trita ricerca dell’esotico. L’occhio di Cavazzutti coglie bellezza, comicità, fascino e stranezze con la freschezza del primo incontro. Le opere esposte, influenzate dalla forza della fotografia italiana di quegli anni, dimostrano però di trovare anche una strada del tutto personale. 

 

La mostra è completata dalla proiezione di tre film

Nati a Pechino, di Olivo Barbieri, Andrea Cavazzuti e Daria Menozzi, 1995, italiano, 21′: un breve ritratto di alcuni artisti nella Pechino dei primi anni ‘90, che poisarebbero diventati le star dell’arte contemporanea cinese. 

 

Bambini (Fictional Kids), di Andrea Cavazzuti, 2000, 27′: un montaggio di scene di strada coi bambini come protagonisti in varie parti della Cina durante gli anni ‘90, accompagnato dalle colonne sonore di famosissimi film occidentali del secolo scorso.  

 

The Warehouse, titolo originale 臆想仓库, di Andrea Cavazzuti, 2018, cinese sottotitolato in italiano, 28′: video realizzato per la mostra omonima, curata da Lu Yue 卢悦 e Da Shi 大石, tenutasi al CHAO di Pechino nel 2018. Responsabile artistico Yang Jun 杨君. Un gruppo di artisti, perlopiù giovani, si è cimentato nel creare opere per un grande magazzino dei pensieri e delle fantasie più recondite.   

 

Sabato 1 ottobre ore 16  

IL PRIMO INCONTRO CON LA CINA. Andrea Cavazzuti e Olivo Barbieri in dialogo

Modera Stefania Stafutti, Università degli Studi di Torino. 

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili. 

 

 

L’accesso all’esposizione sarà consentito con il titolo d’ingresso al Museo, senza nessun ulteriore costo di biglietto mostra. 

 

Quando l’arte fotografa l’arte. 1967 – 1977: formidabile quel decennio!

In mostra a “CAMERA”, la collettiva “La rivoluzione siamo noi” e la personale “Ketty La Rocca. Se io fotovivo”

Fino al 2 ottobre

Era il 1970. Michelangelo Pistoletto aveva 37 anni, un bel barbone nero (e aveva già dato il via alla rivoluzione dei “Quadri specchianti”, così come dei “Plexiglass”, degli “Oggetti in meno” e delle prime opere con gli stracci), quando in piazza Castello a Torino, il leggendario Paolo Mussat Sartor, allora fotografo 23enne, già in corsa per la documentazione della più eroica stagione dell’“Arte Povera”, lo immortalava con aria minacciosa, un ombrello spianato in avanti a mo’ di spada (o che altro?) e in punta… un’ardimentosa rosa. Già, proprio una rosa!. Foto di improbabile, ma acuta singolarità “scattata – racconta lo stesso Pistoletto in una recente intervista – quando la bellezza del ‘fare l’amore, non fare la guerra’ si stava tramutando in una politica aggressiva. Avevo quest’ombrello in mano, mentre si stava parlando delle armi, della guerra e dell’aggressione e così l’ho usato un po’ come un’arma di pace, portando in evidenza questa rosa”. Bella pensata. Sta di fatto che quella foto scattata più di cinquant’anni fa è diventata oggi (e a ragione) l’immagine guida della mostra “La rivoluzione siamo noi. Arte in Italia 1967 – 1977” ospitata, fino al prossimo 2 ottobre, negli spazi di “CAMERA” a Torino, insieme alla personale dedicata a Ketty La Rocca (La Spezia, 1938 – Firenze, 1976) dal titolo emblematico – sul modo di intendere l’arte fotografica – di “Ketty La Rocca. Se io fotovivo. Opere 1967 – 1975”. Due grandi mostre per l’estate 2022 di “Camera doppia”.


Rassegne che intendono raccontare l’effervescente clima di quegli anni, fra sperimentazione, ricerca ed invenzione di nuove forme artistiche: anni rivoluzionari in ogni ambito, che la fotografia racconta attraverso scatti divenuti iconici. L’arte che fotografa l’arte.

Curata da Ludovico Pratesi (e organizzata e promossa da “Archivio Luce Cinecittà” in collaborazione con “CAMERA”) la prima mostra si propone di raccontare la strabiliante evoluzione dell’arte in Italia dal 1967 al 1977. Il tutto, attraverso 150 immagini provenienti dagli archivi delle Gallerie e di fotografi del calibro di Claudio Abate, Mimmo Jodice, Paolo Pellion, Paolo Mussat Sartor, Bruno Manconi e Fabio Donato. Cantori “necessari” (per l’offerta di “visibilità”) ad artisti come Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Alighiero Boetti e Jannis Kounellis, attraverso i quali l’arte usciva dalla cornice del quadro per invadere il mondo, “entrare nelle strade e nelle piazze, nei garage e nei parcheggi sotterranei”; in anni in cui i galleristi e i critici italiani aprivano le porte agli artisti “internazionali più estremi” dallo “sciamano” Joseph Beuys a Hermann Nitsch alla “nonna della performance artMarina Abramovic. Ed ecco allora Paolo Mussat Sartor e Paolo Pellion raccontare l’avventura dell’“Arte Povera” a Torino, nelle Gallerie “Sperone”, “Tucci Russo” e “Christian Stein”, mentre Claudio Abate documenta la scena artistica della capitale, con le mostre e le “azioni” alla Galleria “L’Attico” e nel parcheggio sotterraneo di Villa Borghese (1973), con la partecipazione di artisti internazionali europei e americani, da George Segal a Robert Rauschenberg, da Ben Vautier a Christo. A Napoli il ruolo di primo piano è della “Modern Art Agency” di Lucio Amelio e autentico “genius loci” è Mimmo Jodice, uno dei maggiori fotografi italiani della seconda metà del secolo scorso, presente in mostra.

Una cinquantina sono invece le opere esposte a firma di Ketty La Rocca, artista (prematuramente scomparsa, fra i maggiori esponenti della “poesia visiva”) in una personale curata da Raffaella Perna e Monica Poggi, in cui si pone in chiara evidenza il bisogno e la volontà dell’artista spezzina di fare della sua arte un banco di indagine relativamente al rapporto fra fotografia e parola, gesto e linguaggio. Attraverso una rielaborazione di immagini iconiche, intrecciate alla scrittura (ricorrente il suo “you”), come quella che ritrae Fidel Castro, o le cartoline dell’“Archivio Alinari”, l’artista reinterpreta con la propria calligrafia la storia della fotografia del Novecento in chiave del tutto personale. Interessante  anche il mito del viaggio, capovolto in chiave ironica con i cartelli stradali della performance “Approdo”, in una commistione fra arte e vita. Che diventa appunto il suo “fotovivere”.

Gianni Milani

“La rivoluzione siamo noi” e “Ketty La Rocca. Se io fotovivo”

“CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 2 ottobre

Orari: dal merc. alla dom. 11/19

Nelle foto:

–       Paolo Mussat Sartor: “Michelangelo Pistoletto”, Torino, 1970

–       Fabio Donato: “Andy Warhol e Joseph Beuys”, Galleria Lucio Amelio, Napoli, 1980

–       Ketty La Rocca: “Fidel Castro”, 1974/Michelangelo Vasta

–       Ketty La Rocca. “Autostrada A1 per Firenze Nord”, 1967/Michelangelo Vasta