ARTE- Pagina 73

“La Milanesiana 2023” alla Reggia di Venaria

Nelle “Sale delle Arti” e nel “Cortile d’onore”, mostre di Ezio Gribaudo e di Jo Endoro, con una Lectio serale di Vittorio Sgarbi

Dal 22 giugno al 24 settembre

Appuntamento di quelli particolarmente attesi. Sarà il simpaticamente estroso Vittorio Sgarbi a chiudere alla “Reggia di Venaria”, nella “Cappella di Sant’Uberto”giovedì 22 giugno (ore 21), con una lectio in cui il “Sottosegretario alla Cultura” seguirà la traccia del suo ultimo libro “Scoperte e rivelazioni” raccontando le opere d’arte “scoperte” nella sua carriera – in una sorta di avventurosa e magnifica caccia al tesoro – la giornata inaugurativa delle due mostre in programma per tutta l’estate alla “Reggia”, nell’ambito della XXIV edizione del Festival “La Milanesiana”, ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, seguendo per questa edizione il tema “Ritorni” ispirato dallo scrittore nigeriano Ben Okri.

E “ritorno” di enorme piacevolezza è il nuovo approccio, a un anno dalla scomparsa, all’opera dell’immaginifico, fantasioso, poeta imprevedibile dell’arte e di quella “Bellezza (unica) che (ci) salverà”, nonché editore di raffinata cultura, Ezio Gribaudo (Torino, 1929 – 2022), cui da giovedì 22 giugno a domenica 24 settembre “La Milanesiana” dedicherà la retrospettiva “Ezio Gribaudo.Poesia della materia”, al secondo piano delle “Sale delle Arti”, curata da “Archivio Gribaudo” (presieduto dalla figlia dell’artista Paola Gribaudo, dal 2019 presidente anche dell’“Accademia Albertina di Belle Arti” e prima donna a ricoprire tale ruolo) e da Elisabetta SgarbiInaugurazione alle ore 19, la mostra, allestita da Luca Volpatti, raccoglierà una scrupolosa selezione di opere emblematiche realizzate dall’artista torinese (nel suo “studio d’artista” alle spalle della Gran Madre, disegnato dall’architetto Andrea Bruno) dagli anni Sessanta ad oggi. Opere in cui potrà perfettamente leggersi “il percorso straordinario del maestro torinese approdato all’età dell’oro con instancabile spirito sperimentale e di avanguardia”. Un viaggio fantastico, fra grafica scultura e pittura, fra sogni fantasie e voli dell’anima, in compagnia dei suoi “logogrifi” (Primo Premio per la “Grafica” alla “XXXIII Biennale di Venezia”, 1966), poi diventati “metallogrifi” e “saccogrifi”, per arrivare ai celeberrimi “flani” fino agli ultimi “Dinosauri”, ancora disegnati poco prima della scomparsa.

All’inaugurazione della retrospettiva di Gribaudo, seguirà alle 20 (con uguale periodo di durata, dal 22 giugno al 24 settembre), nella “Corte d’onore” della Reggia l’inaugurazione della personale di Jo Endoro, scultore di enorme interesse con studio a Pietrasanta (nel cuore delle Alpi Apuane), ma anche pittore “a un tempo visionario e formalista”, quando negli anni trascorsi in Repubblica Dominicana, sperimenta tecniche innovative attraverso l’uso di pannelli di legno riciclato proveniente dal cuore della foresta pluviale. Nelle sue opere più recenti, realizzate nei lunghi soggiorni a Miami, s’appropria di cifre stilistiche “urban pop”, perfettamente inserite in un linguaggio “contemporaneo” mai dimentico della lezione improntata all’elemento classico e costantemente ispirato dalle “forme neoclassiche” del Canova (per Endoro “nume tutelare”), reinterpretate attraverso l’uso di tecniche innovative. “Jo Endoro – Sottolinea Vittorio Sgarbi – si esercita in pittura e scultura con l’intenzione di rigenerare teste e torsi antichi, rielaborando le immagini classiche su superfici logorate, nel caso delle pitture, o con articolazioni dell’avambraccio e della mano compressi in parallelepipedi che ne accentuano il valore iconico, nel caso delle sculture. Endoro sa che la dimensione monumentale è preclusa al nostro tempo. La storia degli uomini e della loro immagine sembra conclusa, e noi costretti ad agitarci nel vuoto di un dopo storia”. Ed Elisabetta Sgarbi“Erede di una grande tradizione di scultori del marmo, Jo Endoro non smette di cercare di rinnovarla. E nella cornice dei giardini della Venaria, le sue opere si segnaleranno per una elegante distonia”. Maschere “strozzate” di umane emozioni. Dalla tristezza alla felicità, alla rabbia, al disgusto, alla paura e alla sorpresa.

Gianni Milani

“La Milanesiana 2023 alla Reggia”

Reggia di Venaria, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (To); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 24 settembre

Orari: dal mart. al ven. 9,30/17; sab. dom. e festivi 9,30/18,30

Nelle foto:

–       Vittorio Sgarbi

–       Ezio Gribaudo nel suo studio con i “flani”, 1965

–       Ezio Gribaudo: “Navire”, polistirolo e flani, 1975-‘78

–       Jo Endoro

–       Jo Endoro: “Felicità”

Quando “L’arte può rompere le scatole”

Performance di Afran

Nell’ambito della conferenza di presentazione

della 7° edizione del Festival Panafricano

Giovedì 22 giugno 2023 ore 16:00

GAM Sala 1 – Area Education

 

La GAM di Torino ospita il 22 giugno alle 16:00 la conferenza di apertura della 7° edizione del Festival Panafricano, dal titolo Origini, Connessioni e Comunità solidali, con i saluti istituzionali del Presidente dell’Associazione Panafricando Jerome Bohoui Gohoure, e Liuba Forte, Responsabile del Progetto Festival Panafricano.

Intervengono:
Rosanna Purchia
 – Assessora alla Cultura della Città di Torino

Maria Grazia Grippo – Presidente Consiglio comunale della Città di Torino

Riccardo Passoni – Direttore GAM 

 

In occasione dell’apertura del Festival Panafricano 2023 alle ore 16:30 il Dipartimento Educazione GAM ospita, nell’ambito dei progetti per l’Intercultura, la performance L’arte può rompere le scatole dell’artista camerunense Afran.

L’azione pittorica si sviluppa intorno a una installazione di cartoni con cui Afran interagisce mediante colore, movimento, suoni e parole. Un viaggio di suggestioni che, con ironia, porterà il pubblico a riflettere sugli spostamenti dei beni e sui rapporti di forza nel nostro mondo contemporaneo.

L’opera suggerisce anche una riflessione sul ruolo rivestito oggi dall’arte, in un contesto in cui spesso questa asseconda passivamente il corso della storia, accontentandosi di entrare in prestigiose collezioni.

Il pubblico potrà partecipare attivamente alla performance attraverso un confronto e un coinvolgimento diretto con l’artista.

Per partecipare alla conferenza stampa è richiesta la prenotazione QUI

Per partecipare alla performance è richiesta la prenotazione QUI

Tutto il programma del Festival

 

BIO

Afran (Francis Nathan Abiamba) nasce a Bidjap, in Camerun, nel 1987.

Dopo aver frequentato l’Istituto di Formazione Artistica di Mbalmayo, si diploma in ceramica. Coltiva la pittura, sua grande passione, presso gli atelier dei più grandi pittori camerunesi e congolesi. Nel 2006 si apre all’arte contemporanea grazie a Salvatore Falci, professore di arti visive all’Accademia di Belle Arti di Carrara (MS).

Dopo numerosi concorsi ed esposizioni collettive, nel 2008 presenta la sua prima personale al Centro Culturale Spagnolo di Bata, in Guinea Equatoriale, terra nella quale si era recato alla ricerca delle sue radici.  Questa mostra apre la porta a una serie di esposizioni personali e collettive tra Guinea Equatoriale, Camerun, Spagna e Italia, dove ora risiede.

La Public Art – installazioni e performance – rappresenta attualmente il linguaggio più coerente e adeguato alla sua ricerca attorno alla tutela dell’identità culturale nel mondo contemporaneo.

Il Festival Panafricano, evento annuale dal 2014, è un’iniziativa organizzata e promossa dall’Associazione Panafricando con la partecipazione e il sostegno delle associazioni e comunità locali, straniere e afro-discendenti di Torino. Il Festival, durante tutte le 6 stagioni precedenti, ha ospitato la rappresentazione artistica, popolare, culturale e gastronomica di 35 diversi stati africani e ha portato con sé una filosofia comunitaria per dissolvere le diverse barriere presenti tra africani e italiani.

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – 10128 Torino

Orari di apertura: da martedì a domenica 10:00 – 18:00.

Chiuso il lunedì.  La biglietteria chiude un’ora prima.

“Evoluzioni sonore #2” Al “MAO Museo d’Arte Orientale” di Torino, suggestive performance musicali

Animeranno l’estate dei torinesi

Dal 20 giugno al 7 settembre

Fra tradizione, sperimentazione, globalizzazione ed echi di futuro, la musica invaderà per quattro mesi gli spazi del “MAO”di Torino, in occasione del riallestimento – concepito attraverso la pratica della “compassione” e del “dono” – della mostra “Buddha10Reloaded”. Sotto l’attenta organizzazione di Chiara Lee e Freddy Murphy (fondatori del progetto musicale “Father Murphy”, con cui i due hanno realizzato una serie di “concept album”, esibendosi in festival ed eventi prestigiosi, tra cui, solo per restare in Italia, la “Biennale di Venezia” e il “Santarcangelo Festival”), i suoni delle artiste invitate contribuiranno a tracciare il ritratto di un continente – quello asiatico – dalle molteplici e mutevoli identità.

Il programma prende avvio, negli spazi museali di via San Domenico 11, martedì 20 giugno, alle ore 19, con Miya Masaoka, per un approccio virtuosistico ed innovativo al “koto”giapponese, strumento musicale cordofono appartenente alla famiglia delle “cetre”, derivato dal “Guzheng” cinese. Miya Masaoka è compositrice, musicista e sound artist. Le sue opere spaziano tra il New Noh, performance ibride tra acustica ed elettronica, sound art, cori, mappatura del movimento degli insetti, installazioni sonore, performance art e molto altro. Il suo lavoro esplora la percezione corporea della vibrazione, del movimento e del tempo, mettendo in primo piano complesse relazioni timbriche. La Masaoka è docente associata e direttrice del “MFA Sound Art Program” presso la “Columbia University” di New York.

“Elettronica contemporanea e classici ‘raga’ indostani amalgamati in un’armonia perfetta”, saranno invece, i temi su cui andrà a cimentarsi mercoledì 26 luglio, alle 19, Arushi Jain, cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente “DIY” (anticonsumistica) di una tradizione secolare. Trasferitasi dall’India in California, studia  Informatica alla “Stanford University”, dove è introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il “Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA)”. La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichi “raga” dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella sua “San Francisco Bay Area”. Il suo ultimo album “Under the Lilac Sky” è stato pubblicato su “Leaving Records” nel luglio 2021 e recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di “Forbes 30 under 30”.

Terzo appuntamento, martedì 22 agosto, ore 19, con Evicshen e “una passeggiata funambolica tra controllo e caso che confonde i confini tra performer e pubblico”. Evicshen è il nome di battaglia della sound artist Victoria Shen.
La sua musica si basa sulla fisicità del suono e sulla sua relazione con il corpo umano tramite l’uso di “sintetizzatori modulari analogici”, “dischi in vinile/resina” e “strumenti elettronici autocostruiti”, come le “Needle Nails”, delle “unghie in acrilico” con puntine per giradischi incorporate che le consentono di riprodurre fino a cinque tracce di un disco contemporaneamente. Il suo LP di debutto “Hair Birth” ha una copertina in rame che si trasforma in un altoparlante attraverso il quale è possibile riprodurre il disco. Ogni pezzo non é solo supporto musicale riproducibile, ma anche oggetto d’arte unico.

Serata conclusiva, giovedì 7 settembre, ore 19, con “Crossing Borders”, performancecomposta del produttore giapponese Scotch Rolex insieme alla percussionista coreana Shin Hyo Jin. I due  mescolano musica elettronica sperimentale con tradizionali percussioni coreane cerimoniali, andando oltre i confini, in una sorta di rituale mistico e spirituale.

Per info: “MAO-Museo Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Costo biglietti (acquistabili presso la biglietteria del Museo o su Ticketone): 15 euro intero / 10 euro ridotto studenti.

g.m.

Nelle foto:

–       Miya Masaoka

–       Arushi Jain

–       Evicshen

–       Crossing Borders

Tutto su “I fiori nell’arte”, conferenza di Alessia Cagnotto

Mercoledì 14 giugno 2023, presso il Centro Pannunzio, nella sede di Via Maria Vittoria 35 H, alle ore 18, la Prof.ssa Alessia Cagnotto ha tenuto la conferenza I fiori nellArte, un tema di alto pregio e di vasta entità a cui la relatrice ha saputo dare un particolare rilievo tecnico e specialistico.
Di fronte ad un pubblico attento e interessato, la parola esperta e precisa della docente di Arte, con il supporto via via delle immagini proiettate,  ha avuto modo di delineare, con competente  certezza, lessenzialità della poetica degli autori presi in esame, attraverso un linguaggio preciso, aperto e coinvolgente.  La sala piena e silente ha seguito linteressante taglio dialettico dato dalla docente, il cui modulo narrativo ha saputo presentare le opere esaminate ciascuna non semplicemente come quadro a se stante, ma inserite tutte in una dimensione emozionale, capace di evocare ambienti e situazioni, con accostamenti sorprendenti e illuminanti.  
E così il racconto si snoda e quasi esige una simpatia che si collega finemente al contesto: la natura, dice la docente, è da sempre fonte di ispirazione per gli artisti, in tutti i suoi aspetti, partendo dai paesaggi fino al genere “natura morta”. Rientrano in questa ultima categoria “i fiori”, soggetto che non da subito viene considerato importante, si dovrà infatti attendere la celebre “cesta” di Caravaggio prima che tali tipologie di composizione vengano comprese come un genere autonomo. Le composizioni floreali, continua la Professoressa, piacciono molto ai pittori fiamminghi, anche se “l’epoca d’oro” del soggetto fiore è senza dubbio l’Impressionismo. I grandi nomi dell’Ottocento, Renoir, Monet, Manet, Van Gogh e molti altri osservano costantemente la natura e i suoi dettagli, dal loro peculiare e unico modo di osservare e riproporre nascono le eterne opere note come le serie dei “Girasoli” o delle “Ninfee”. Fanno quasi contrasto con tali componimenti, luminosi e dai toni accesi, le composizioni delle epoche successive: il Novecento, secolo devastato dalle guerre, trova voce negli artisti, i quali ascoltano il mondo gridare, per riprendere le parole di Munch, come dicono i fiori nevrotici di Schiele, i turbolenti petali di Nolde, fino alle metalliche composizioni di Lempicka. I fiori si rivelano ancora fonte di grande interesse per gli artisti contemporanei, ed anche per i fotografi, così come dimostrano le sensuali immagini di Mapplethorpe e quelle di Araki. Quello che può parere semplice e silenzioso, come un piccolo fiore, effimero e delicato, è in realtà fonte infinita di spunto e rielaborazione, eterno escamotage per coloro che da sempre necessitano di esprimere se stessi.Il tempo passa veloce, e la conferenza si chiude non senza alcune domande che il pubblico interessato rivolge allesperta, la quale volentieri risponde con raffinata precisione artistica e piacevolezza verbale, note che hanno segnato questo suo incontro.

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

16 – 22 giugno 2023

 

VENERDI 16 GIUGNO

 

Venerdì 16 giugno

METALLI SOVRANI. LA FESTA, LA CACCIA E IL FIRMAMENTO NELL’ISLAM MEDIEVALE

MAO – apre la nuova mostra

La seconda tappa del viaggio di avvicinamento alla grande mostra dell’autunno dedicata all’arte dei paesi tra estremo Oriente e centro Asia fino alle sponde del Mediterraneo è un progetto espositivo dedicato ai più raffinati oggetti di arte islamica in metallo dal titolo Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale e rappresenta la prima collaborazione fra il Museo d’Arte Orientale e The Aron Collection.

La mostra, che succede a Lustro e lusso dalla Spagna islamica all’interno della galleria islamica del MAO, presenta una mirata selezione delle principali tipologie di oggetti della metallistica islamica (bruciaprofumi, portapenne, candelieri, vassoi, bacili, coppe, bottiglie porta profumo) che, insieme alla miniatura, può essere considerata tra le più alte espressioni della creatività artistica islamica.

Una creatività che dalla Persia si diffondeva nel mondo come un linguaggio, raggiungendo a Oriente l’India e la Cina e arrivando in Occidente alle pendici dell’Atlante. Frutto di ammirazione e di imitazione raggiunse anche l’Europa, dimostrando quanto le frontiere politiche e religiose non corrispondessero affatto a quelle della percezione estetica.

 

Venerdì 16 giugno ore 16.30

LUSSO A BISANZIO: FASTI ALLA CORTE D’ORIENTE

Palazzo Madama – visita guidata tematica

L’imperatore di Bisanzio indossava abiti in seta, i cui riflessi e bagliori conferivano alla sua figura e a quella

della sua consorte un’aura divina. Il lusso e la raffinatezza caratterizzavano la corte e l’aristocrazia della capitale: la classe dirigente di Costantinopoli sapeva farsi ammirare.

Nella mostra in corso a Palazzo Madama Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario sono esposti bracciali e anelli, amuleti e pettorali: oggetti di pregio e di fine artigianato, che rivelano quanto il lusso fosse realmente status simbol: come in ogni tempo, come in ogni civiltà antica e moderna.

La visita propone un itinerario “fastoso”, utile per comprendere i diversi aspetti del mondo bizantino.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

LUNEDI 19 GIUGNO

 

Lunedì 19 giugno ore 17

COSTRUIRE LA MOSTRA “BIZANTINI”. IL PERCORSO DALL’IDEAZIONE ALLA REALIZZAZIONE

Palazzo Madama – conferenza con Federico Marazzi, curatore della mostra

Raccontare mille anni di uno Stato che ha cambiato più volte estensione geografica e sistema organizzativo e a cui diamo oggi un nome che i suoi abitanti non conoscevano e in cui non si sarebbero mai riconosciuti: questa è la sfida che vuole affrontare – e vincere – il progetto di una mostra sull’Impero Bizantino. Come affrontarla? Una mostra su Bisanzio deve giocarsi fra due polarità: individuare e analizzare gli aspetti che più hanno contribuito a conferire continuità apparente all’Impero e, allo stesso tempo, rilevare le mutazioni che essi hanno subito nel tempo, contribuendo a definire delle “epoche” fra loro differenti. Allo stesso tempo, va considerato che la lunga parabola storica di Bisanzio, nonostante abbia toccato in più tempi e in più luoghi l’intero territorio italiano (lasciando proprio in Piemonte l’ultimo suo segno con la presenza della famiglia dei Paleologi alla testa del marchesato del Monferrato), è scarsamente entrata a far parte di ciò che compone il sentimento identitario della nazione italiana.

Bisanzio, insomma, non è mai riuscita a essere, nel nostro immaginario condiviso, ciò che, ad esempio, sono state la Grecia antica e Roma, ma anche molte delle altre civiltà che Roma ha soggiogato sul territorio italiano e di quanto non sia stata anche quella dei Longobardi, a cui è stato attribuito il ruolo di demolitrice di quella romana. In rapporto all’Italia, essa è invece rimasta a lungo su un binario morto della storia, su cui l’ha costretta una retorica storiografica sette-ottocentesca che ha visto in essa un’estenuazione della cultura romana immersa in un’atmosfera d’oriente tanto affascinante quanto però sostanzialmente percepita come aliena e incomprensibile.

Questa mostra è stata quindi la prima occasione, per l’Italia, di dare una sua lettura di questo segmento del proprio passato, che rivedesse criticamente gli orientamenti sette-ottocenteschi e operasse una “immersione” del tema entro il flusso vivo della storia nazionale e delle sue connessioni con il mondo mediterraneo.

La conferenza fa parte del ciclo, che approfondisce alcuni dei temi presentati nella mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, visitabile nella Sala del Senato di Palazzo Madama fino al 28 agosto 2023, attraverso 350 opere provenienti da importanti musei italiani e da oltre venti musei greci.

Federico Marazzi è professore ordinario di Archeologia Cristiana e Medievale presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove dirige anche la Scuola di Specializzazione in beni Archeologici gestita insieme all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. I suoi interessi scientifici si incentrano sullo studio della transizione dall’Antichità al Medioevo nell’Italia centro-meridionale e sullo studio storico-archeologico degli insediamenti monastici. È stato curatore della mostra sui Longobardi (Pavia-Napoli-San Pietroburgo 2017-2018) e di quella sui Bizantini (Napoli-Torino 2022-2023). Collabora con il Museo Nazionale Romano come coordinatore scientifico del riallestimento della sezione tardoantica e altomedievale della sede di Crypta Balbi.

Prossimi appuntamenti

Lunedì 26 giugno, ore 17

Bella di fama e di sventura. Galla Placidia, la virtù del potere

Con Giovanni C.F. Villa, Palazzo Madama –  Museo Civico d’Arte Antica di Torino

Lunedì 3 luglio, ore 17

Smalti bizantini tra Oriente e Occidente

Con Giampaolo Distefano, Università degli Studi di Torino

Lunedì 10 luglio ore 17

Una vita, molte leggende. Teodora di Bisanzio santa e diavolessa

Con Paolo Cesaretti, Università degli Studi di Bergamo

Lunedì 17 luglio, ore 17

Il nostro debito con Bisanzio

Con Mario Gallina, già Professore ordinario di Storia bizantina presso l’Università degli Studi di Torino

 

Ingresso gratuito

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

MARTEDI 20 GIUGNO

 

Martedì 20 giugno ore 19

MIYA MASAOKA. Un approccio virtuosistico e innovativo al koto giapponese

MAO – concerto nell’ambito del public program di Buddha10 Reloaded

Miya Masaoka è compositrice, musicista e sound artist. Le sue opere spaziano tra opere New Noh, performance ibride tra acustica ed elettronica, sound art, cori, mappatura del movimento degli insetti, installazioni sonore, performance art e molto altro. Il suo lavoro è stato presentato alla Biennale di Venezia, al MoMA PS1, al Kunstmuseum di Bonn tra gli altri. Ha ricevuto commissioni ed ha collaborato con la BBC Scottish Symphony Orchestra, il Glasgow Choir e l’International Contemporary Ensemble.

Il suo lavoro esplora la percezione corporea della vibrazione, del movimento e del tempo, mettendo in primo piano complesse relazioni timbriche.

È professoressa associata e direttrice del MFA Sound Art Program presso la Columbia University.

Costo: 15 € intero | 10 € ridotto studenti

I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

 

 

MERCOLEDI 21 GIUGNO

Mercoledì 21 giugno

MICHELE TOCCA. REPOUSSOIR

22 giugno – 5 novembre 2023

GAM – inaugura la mostra

ore 17:00 Conferenza di Anna Ottani Cavina Italia dipinta. L’invenzione del paesaggio

ore 18:00 Inaugurazione della mostra

La GAM di Torino è felice di annunciare la mostra Michele Tocca. Repoussoir, progetto vincitore del PAC2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La mostra, curata da Elena Volpato, nasce dalla volontà della GAM di Torino di acquisire un gruppo di opere di Michele Tocca (Subiaco, 1983), un pittore capace di porsi all’osservazione del mondo con l’immediatezza di una interiore firt-timeness: con il candore di uno sguardo che sa vedere tutto come fosse la prima volta, eppure coltiva una profonda conoscenza dei meccanismi della visione, delle strutture di pensiero e delle eredità che l’arte ci tramanda. Questa sua capacità di essere interamente nell’istante presente, di sentire il motivo all’impronta e, al contempo, di vedersi vedere, di sorvegliare ogni sua decisione, di “dimenticare a memoria” nei propri atti le matrici pittoriche che appartengono ai secoli passati, ha portato a immaginare un’esposizione che potesse tenere insieme queste due tensioni fatte di schiettezza attuale e conoscenza della storia.

Info https://www.gamtorino.it/it/evento/michele-tocca-repoussoir/

 

GIOVEDI 22 GIUGNO

Giovedì 22 giugno ore 17.15

L’ARTE PUÒ ROMPERE LE SCATOLE

GAM – performance dell’artista Afran nell’ambito del Festival Panafricano 2023

In occasione dell’apertura del Festival Panafricano 2023 il Dipartimento Educazione GAM ospita, nell’ambito dei progetti per l’Intercultura, la performance L’arte può rompere le scatole dell’artista camerunense Afran.

L’azione pittorica si sviluppa attorno a una installazione di cartoni con cui Afran interagisce mediante colore, movimento, suoni e parole. Un viaggio di suggestioni che, con ironia, porterà il pubblico a riflettere sugli spostamenti dei beni e sui rapporti di forza nel nostro mondo contemporaneo.

In seconda battuta l’opera suggerirà anche una riflessione sul ruolo rivestito oggi dall’arte, in un contesto in cui spesso questa asseconda passivamente il corso della storia, accontentandosi di entrare in prestigiose collezioni. Il pubblico potrà partecipare attivamente alla performance attraverso un confronto e un coinvolgimento diretto con l’artista.

Prenotazione obbligatoria al sito https://festivalpanafricano.it/

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

“La Luna Bambina”, alla Cavallerizza tra sogno e realtà

Da andare a vedere

Siete pronti per un fantastico e meraviglioso viaggio tra sogno e realtà, fotografie ed installazioni ludiche, ma dove c’è anche da ragionare per i temi contemporanei e d’attualità!?

A Paratissima, alla Cavallerizza Reale, in occasione della mostra “La Luna Bambina” si può incontrare Spaceman Shiny, un astronauta tutto rosa e luccicante, ideato e realizzato da Filippo Trincolini, ricolmo di rose e fiori, pronto a solcare lo spazio alla ricerca di nuovi pianeti. Conoscere il fotografo australiano Andrew Rovenko che ha travestito, durante il periodo del Lockdown, sua figlia da astronauta e l’ha fotografata all’area aperta affinché non perdesse la voglia di sognare che quel momento così brutto le aveva portato via.

Il fotografo Gabriele Galimberti che ha viaggiato in lungo e in largo per tutti i continenti con le foto dei bambini che incontrava nei suoi innumerevoli spostamenti chiedendo loro di mostrargli i loro giocattoli preferiti. Oppure, anche se a prima vista può sembrare una giostra per bimbi si può trovare anche l’enorme ruota di criceto di Saverio Todaro, una scultura tutta da scoprire e da studiare che ci parla già a prima vista di libertà e di regole da seguire.

E poi ancora le creature metamorfiche e fiabesche di Simone Benedetto che sembrano tratte da una favola: ibridi appartenenti ad un’altra dimensione segreta e sconosciuta. Potrebbero essere abitanti che popolano la fitta vegetazione delle boscaglie oppure i protagonisti di un futuro prossimo, possibili discendenti della specie umana ritornata a vivere allo stato brado in seguito a qualche catastrofe naturale. Il tutto è da vedere e da scoprire.

Igino Macagno

Al Miit Tang Tang e la collettiva “Dreams”

Due nuclei di opere inaugurano la mostra prevista sabato 10 giugno al Museo di Guido Folco

 

“Tang Tang” e “Dreams” rappresentano i due nuclei della mostra che si inaugura sabato 10 giugno prossimo al Museo MIIT, Museo Internazionale di Italia Arte di cui è  direttore Guido Folco, e visitabile fino al 23 giugno prossimo.

Tang Tang è  una giovane artista cinese, che realizza lavori di ricerca e sperimentazione in diverse discipline e tecniche, a partire dalla fotografia fino a approdare alla pittura, che viene declinata in tecniche mistiche materiche e in action painting. Ella fa dell’astrazione la sua principale cifra stilistica, recuperando oggetti frantumati, frammenti naturali e elementi della propria esistenza.

Lavorando per serie, Tang Tang mette  a fuoco aspetti diversi della sua emotività e della sua interiorità,  prendendo spunto dal quotidiano, dal reale, dalle circostanze e dagli oggetti in cui abita e vive.

“La serie “Home” – spiega Tang Tang – parla della mia vita, di quando sono a casa e mi faccio un’idea della bellezza presente negli oggetti che mi circondano  e che portano tracce della miavita,  acqua piovana, frammenti di vasi rotti, foglie, piante cadute a terra”.

Nell’effimera esistenza del tutto sta il particolare e Tang Tang elabora il suo linguaggio della sintesi di ciò che appare, cercando di sondare la profondità dell’anima e dello spirito del mondo.

Negli scatti della pittrice l’elemento umano, il suo mondo e il suo spazio diventano palcoscenici  di esistenza percorsi da silenzi. Le radici della sua Terra, del Paese in cui è  nata, e della sua città rimangono indelebili nel ricordo e nell’arte di Tang Tang.

Ad affiancare la mostra di Tang Tang una collettiva di artisti italiani e stranieri dal titolo “Dreams”, con una selezione di opere dall’informale al figurativo.

MARA MARTELLOTTA

Torino, gli eventi nei musei della Fondazione

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

9 – 15 giugno 2023

SABATO 10 GIUGNO

Sabato 10 e domenica 11 giugno ore 10 – 17

CILIEGIE E PICCOLI FRUTTI

Palazzo Madama – workshop di acquerello botanico

Ultimo appuntamento con Angela Petrini prima della pausa estiva per scoprire le potenzialità del disegno e dell’acquerello come forma di studio e di riproduzione della realtà: il workshop è un esercizio di attenzione e creatività e prenderà le mosse anche in questa occasione dal giardino botanico medievale dove sono presenti lucide amarene, insieme a ribes, uva spina e more che stanno preparandosi alla maturazione.

Rappresentare questi frutti significherà osservarne con attenzione le caratteristiche, per arrivare a conoscerne la morfologia e alcuni particolari che diversamente si perdono nel colpo d’occhio.

Il corso è aperto a tutte le persone curiose e desiderose di mettersi alla prova unendo arte e osservazione botanica.

 

Il corso ha una durata di 12 ore, si svolge il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 17, ed è accreditato per l’aggiornamento degli insegnanti (legge 170 del 21/03/2016 art. 1.5).

Angela Petrini ha ottenuto il Diploma con lode in disegno e acquerello botanico dalla Society of Botanical Artists di Londra; è Presidente dell’Associazione Italiana Pittori Botanici “Floraviva”. Premiata dalla Royal Horticultural Society con la Gold Medal al Plant and Botanical art Fair 2018, Londra.

Materiale occorrente: acquerelli; pennelli tondi a punta fine numeri 4, 2, 0; matita HB; gomma (evitare possibilmente la gomma pane); carta liscia satinata 300 gr. formato 30×40 circa. A chi non avesse il materiale l’insegnante può fornire carta, pennelli e colori necessari per lo svolgimento al costo di 5 €. È necessario segnalarlo al servizio prenotazioni.

Costo: € 140

Posti disponibili per ogni appuntamento: 7
Prenotazione obbligatoria: tel. 011 4429629; e-mail: madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

LUNEDI 12 GIUGNO

 

Lunedì 12 giugno ore 17

LIGNAGGI PIEMONTESI E IMPERO BIZANTINO

Palazzo Madama – conferenza con lo storico Walter Haberstumpf

Le vicende dei marchesi di Monferrato, dei Savoia e degli Acaia, nonché di altri lignaggi piemontesi sono ben conosciute quanto studiate, ma sovente non si conosce la loro vocazione oltremarina ovvero i loro rapporti con l’impero bizantino. Questi casati, anche per uscire dal loro particolarismo locale, ebbero complicate relazioni politiche, economiche e matrimoniali con Bisanzio, in un moto quasi pendolare specialmente nei secoli XII-XV. Pagine di storia ancora da studiare e da approfondire.

È questa la prima conferenza del nuovo ciclo, che approfondisce alcuni dei temi presentati nella mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, visitabile nella Sala del Senato di Palazzo Madama fino al 28 agosto 2023, attraverso 350 opere provenienti da importanti musei italiani e da oltre venti musei greci.

Le conferenze sono a cura di studiosi – archeologi, storici e storici dell’arte -che da prospettive e ambiti disciplinari differenti affrontano il millenario sforzo di un impero teso al dialogo tra la cultura classica e quella orientale.

Walter Haberstumpf, “bizantinista della scuola di Torino”, membro del C.R.S.M. (Centro di Ricerca sulle Istituzioni e Società Medievali di Torino), collabora con numerose riviste. In vari congressi internazionali ha tenuto conferenze sui rapporti tra Europa e Bisanzio. Circa le relazioni tra i lignaggi europei e il vicino Levante è autore di numerosi articoli saggi e libri.

Prossimi appuntamenti

Lunedì 19 giugno, ore 17

Costruire la mostra “Bizantini”. Il percorso dall’ideazione alla realizzazione

Con Federico Marazzi, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

Lunedì 26 giugno, ore 17

Bella di fama e di sventura. Galla Placidia, la virtù del potere

Con Giovanni C.F. Villa, Palazzo Madama –  Museo Civico d’Arte Antica di Torino

Lunedì 3 luglio, ore 17

Smalti bizantini tra Oriente e Occidente

Con Giampaolo Distefano, Università degli Studi di Torino

Lunedì 10 luglio ore 17

Una vita, molte leggende. Teodora di Bisanzio santa e diavolessa

Con Paolo Cesaretti, Università degli Studi di Bergamo

Lunedì 17 luglio, ore 17

Il nostro debito con Bisanzio

Con Mario Gallina, già Professore ordinario di Storia bizantina presso l’Università degli Studi di Torino

Ingresso gratuito

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

Tassisto a Moncalvo: vita e arte, un continuo rapporto di emozioni

LA MOSTRA E’ IN CORSO AL MUSEO CIVICO

La mostra dedicata a Mario Tassisto vuole riportare alla memoria uno dei più singolari artisti  monferrini del 900 affinché non si disperda il ricordo del suo grande talento.

Nato a Casale Monferrato nel 1919, egli  respirò fin da giovane il clima culturale di una città orgogliosa di aver dato i natali ad artisti famosi quali, tra i tanti, Martino Spanzotti, Pietro Francesco Guala e, ancora vivente, Leonardo Bistolfi.

Formatosi presso Gino Mazzoli, virtuoso ritrattista allievo di Giacomo Grosso, frequentò poi l’Accademia Albertina, abbandonata quando fu chiamato alle armi durante la Seconda Guerra Mondiale,  ma non volle sottostare a regole accademiche, senza peraltro cedere a lusinghe di avanguardia, accolte più tardi per alcuni anni.

Piuttosto si nota, nel periodo giovanile, una affinità elettiva con Felice Casorati nel convenire che i valori autentici dell’arte figurativa non dovessero perdersi se portati avanti con stile innovativo.

Le opere giovanili, intorno agli anni trenta, sono trattate secondo la poetica del quotidiano, silenti paesaggi collinari del Monferrato, ritratti di persone solitarie, nature morte con oggetti semplici, frutta e verdura colte nell’orto sotto casa.

Particolarmente interessante il “Piatto bianco con uova” di influsso casoratiano, con purezza volumetrica ed essenzialità spaziale vista secondo la prospettiva dal basso in alto.

Uno stile più personale si delineò dal 1946 quando, tra i pochi superstiti dell’eccidio di Cefalonia e della prigionia in Germania, ritornò a Casale segnato dolorosamente nel corpo e nello spirito.

La tragica esperienza si ripercosse non solo nel suo carattere di per sè scontroso ma anche nella sua arte sostituendo alla visione naturalistica una visione interiore rivestita di ansiosa inquietudine.

A mio parere, contrariamente a quanti hanno considerato migliore il successivo periodo aniconico, è questa la fase più bella e sincera in cui mette a nudo con forza espressiva la propria anima, consegnata alle opere come una accorata confessione.

Sempre più solitario e scostante, si rifugiò in casa dedicandosi quasi completamente alla pittura degli interni in una atmosfera di travolgente espressionismo.

Ora in preda all’horror vacui dipingendo una ridondanza di mobili e oggetti di famiglia di alto valore  simbolico, quasi volesse riappropriarsi della vita precedente,  ora assalito da una stato claustrofobico espresso attraverso l’oppressiva violenza del colore non semplice complemento ma esso stesso forma.

E’ questo uno dei tanti casi in cui la conoscenza della vita di un artista è illuminante ed eloquente per la comprensione delle opere in cui si conciliano personalità umana ed energia creatrice.

Le varie fasi del percorso artistico diventano ricostruzione del conflitto con la realtà che lo spinge all’isolamento mentre l’istinto di sopravvivenza lo incita a gettarsi in una nuova sperimentazione,

Sono gli anni tra il 1957 e il 1962 in cui abbandona i temi dolorosi e strazianti come le crocifissioni, usando non più colori plumbei ma più vivaci e accostandosi all’arte gestuale istintiva.

Fu una scelta forse non tanto per forte convinzione quanto per scacciare l’oppressione dei ricordi tormentosi attraverso il radicale cambiamento di vita e di stile.

Si susseguirono apprezzate mostre in importanti gallerie all’estero e in Italia, in particolare ad Albisola nel 1962 insieme a Lucio Fontana,  Giuseppe Capogrossi, Emilio Scanavino ed altri famosi artisti.

Sicuramente Tassisto fu contagiato ed appagato dal frenetico clima della cittadina ligure dove gravitavano maestri ceramisti, futuristi, astrattisti, informali, spazialisti, e dove avevano casa Wifredo Lam, Tullio Mazzotti, Asger Jorn e il mitico gallerista Carlo Cardazzo che, con Milena Milani, aveva contribuito a lanciarli.

Nonostante si fosse inserito tra di loro, che lo avrebbero voluto ancora in altre occasioni, fu colpito nuovamente da una nuova crisi esistenziale che lo spinse a ritornare nel guscio protettivo della sua città natale lontano dal clamore.

Fu una sorta di crisi di coscienza, quasi incolpandosi di aver abbandonato l’ arte figurativa per l’aniconica sacrificando l’oggetto a favore della sola idea.

Il ritorno non fu più però in versione naturalistica del reale bensì come espressione del proprio sentire interiore.

Ogni tonalismo viene eliminato, le nature morte assumono bagliori cromatici azzardati, ne fa testo la stupenda “Zucca” antropomorfa simile ad un tragico volto, le figure umane hanno aspetto sofferente, i fiori scaturiscono come visioni apparse all’improvviso dal nulla, le maschere disumanizzate urlanti d’angoscia e gli autoritratti dallo sguardo sperduto sono specchio di malessere spirituale.

Il rapporto emozionale tra la vita e l’arte confermano Tassisto grande esponente del movimento espressionista novecentesco a cui hanno dato voce non solo pittori, scultori, incisori ma anche filosofi, letterati, musicisti.

Una esistenza, la sua, dedicata all’arte volta con stile personalissimo, senza per questo ignorare suggestioni di altri artisti che, essendo uomo di intelligenza e cultura, seppe cogliere e ricreare.

Lo si nota nello stupendo fregio materico, nell’atrio di un palazzo di Casale, in cui si sente l’eco del danese Asger Jorn nel risvegliare la concezione animistica del divenire del Cosmo a cui partecipa la creazione dell’artista, oltre allo slancio vitale bergsoniano come forza spirituale che gli permette di dominare la materia liberandone la potenzialità con forte carica espressiva.

Giuliana Romano Bussola

Arazzo / Esaudire la vita che vive Performance di Claudia Losi, GAM Torino – Arena Paolini


Conversazione con Alice Benessia e Mauro Sargiani

martedì 6 giugno 2023, ore 18:00

Ingresso libero fino a esaurimento posti

 

Intervengono:
Luisa Papotti, 
Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT
Elena Volpato, 
Conservatore e Curatore GAM

 

La GAM è felice di ospitare Arazzo. Esaudire la vita che viveincontro con Claudia Losi la cui opera Arazzo è stata acquisita dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per le collezioni della GAM di Torino.

Arazzo è un grande ricamo realizzato con fili di lana su un tessuto in cotone. Iniziato da Losi nel 1995da allora, secondo un ordine temporale non prestabilito, e in contesti privati e pubblici, continua a crescere: come i licheni su una superficie rocciosa, si espandono, si toccano, si sovrappongono, muoiono, così i punti di ricamo si aggiungono ai punti precedenti, modificandosi nel tempo.

La concezione dell’opera prevede quindi un lento evolversi negli anni come accade in natura.

La presenza di Arazzo nella collezione della GAM di Torino è dovuta alla sua recente acquisizione da parte della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT ed è una dichiarazione di intenti. Acquisire un’opera in fieri, che non risponda a un predeterminato progetto di sviluppo, significa non solo desiderare di prendersene cura, ma anche desiderare di accogliere, all’interno del tempo storico dell’arte e del tempo liminale del museo, il ritmo dei cicli stagionali. Significa contemplare la possibilità concettuale che le opere, anche tra pareti istituzionali, si modifichino e crescano come esseri viventi e come pensieri, accompagnando il percorso dell’artista e delle collezioni che le accolgono.

La GAM intende, ogni anno, creare l’occasione per Claudia Losi di “presentarsi a un appuntamento” dandole la possibilità di dare nuova forma e sviluppo alla superficie-paesaggio di Arazzo.

Ad ogni appuntamento alcune voci verranno invitate a dialogare intorno a temi che siano in rapporto di vicinanza e analogia con la natura dell’opera di Losi, secondo le loro personali pratiche di ricerca e sensibilità. L’andamento di queste conversazioni procederà parallelamente alla crescita dell’arazzo.

Il titolo della prima conversazione è Esaudire la vita che vive: accogliere, ascoltare porgendo la massima attenzione alla vita che si dispiega nella sua attività di vivere, con il desiderio di affidarsi a parole che si presentano per rispettare e restituire questo moto perpetuo.

Per questo primo appuntamento, le voci invitate sono quella di Alice Benessia (fisica teorica, filosofa della scienza e artista) e di Mauro Sargiani (scrittore e designer artista). Come i profili dei licheni, i confini della loro conversazione saranno nomadi, si sposteranno e tracceranno topografie che cercano di esaudire il loro destino.

*telai per il ricamo nello studio di Claudia Losi

Claudia Losi parte dall’osservazione delle relazioni che esistono tra l’individuo e la comunità a cui appartiene, con l’ecosistema minerale- animale-vegetale che condivide, con l’immaginario collettivo in cui si identifica. Realizza progetti pluridisciplinari che si sviluppano anche per lunghi periodi di tempo, attivando diverse forme di collaborazione (attraverso il cammino, il fare manuale e il canto corale) facendo rete e tessendo storie. Opera con diversi media come installazioni site-specific e performance, scultura, fotografia, opere tessili e su carta. Ha esposto le sue opere in numerose istituzioni in Italia e all’estero.

Nel 2021 pubblica con Johan&Levi, The Whale Theory. Un immaginario animale, e Voce a vento, con Kunstverein Milan. Nel 2022 pubblica Being There. Oltre il giardino, Viaindustriae, Foligno.

Alice Benessia. Con una formazione ibrida in arti visive, fisica teorica e poi filosofia della scienza – e un passato urbano di ricerca accademica e pratica artistica – nel 2017 ha fondato Pianpicollo Selvatico, un piccolo centro di ricerca rurale al confine tra arte, ecologia profonda e convivenza interspecifica, in una valle remota del Piemonte Meridionale. Pianpicollo Selvatico è oggi la sua casa, luogo di ricerca e pratica quotidiana.

Mauro Sargiani è uno scrittore che progetta e realizza mobili in legno con nome di Elefante Rosso Produzioni. La scrittura continua a governare il disegno e la forma dei suoi tavoli, una disciplina praticata in omaggio ai suoi maestri, Gianni Celati e Piergiorgio Bellocchio.

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – 10128 Torino

Orari di apertura: da martedì a domenica 10:00 – 18:00.

Chiuso il lunedì.  La biglietteria chiude un’ora prima.