ARTE- Pagina 70

Dai bruciaprofumi ai candelieri ai vassoi, in mostra al “MAO” l’arte islamica medievale

“Metalli sovrani”

 

Fino al 17 settembre

Dopo la suggestiva rassegna “Lustro e lusso dalla Spagna islamica”, il “MAO-Museo d’Arte Orientale” di Torino continua il suo viaggio di avvicinamento alla grande mostra del prossimo autunno, incentrata sull’arte dei “Paesi tra Estremo Oriente e Centro Asia fino alle sponde del Mediterraneo”, con la presentazione, all’interno della “galleria islamica” e fino a domenica 17 settembre, di un progetto espositivo dedicato ai più raffinati oggetti di arte islamica medievale in metallo. Dal titolo “Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale”, la mostra – curata da Veronica Prestini – rappresenta la prima collaborazione fra il “Museo” di via San Domenico e la britannica “The Aron Collection”. Bruciaprofumi, bottiglie porta profumo, portapenne, candelieri, vassoi, bacili e coppe: in esposizione troviamo una mirata selezione di quella “metallistica” datata XII – XV secolo che, insieme alla “miniatura”, può essere considerata fra le più alte espressioni della creatività artistica islamica e che dalla Persia raggiungeva a Oriente l’India e la Cina, arrivando in Occidente fino alle pendici dell’Atlante e alla stessa Europa, dimostrando quanto le percezioni estetiche viaggino sempre per conto loro, assolutamente incuranti di frontiere politiche e religiose. Fra i soggetti preferiti, in fase di decorazione, al primo posto é sicuramente quello della “caccia”, in particolare l’iconografia del re a cavallo affiancato da alcuni animali (falconi e ghepardi, soprattutto) e da una schiava (artista scienziata o musicante); non meno “gettonati” i temi dell’“astronomia” e dell’“astrologia” che rivestivano un ruolo centrale nella vita dei sovrani, influenzandone le scelte politiche, militari e perfino amorose. Altri soggetti, realizzati non di rado dagli artigiani del tempo, erano le “scene di festa e banchetto”, legate al genere letterario Bazm-o-Razm, ovvero “banchetto e battaglia” ad indicare come le piacevolezze della pace non potessero mai disgiungersi dal ciclico ardore dei combattimenti. E’ dunque un repertorio artistico “straordinario e metafisico”, quello che possiamo leggere in mostra, associato ad uno stupefacente “rigore calligrafico” applicato in prevalenza negli oggetti destinati all’illuminazione, quali candelieri e lampade, fondamentali nella vita quotidiana, ma anche nella più sfarzosa dimensione spirituale e sacra.Fra gli oggetti più raffinati in esposizione troviamo un “Portapenne incrostato in argento” (Mosul, Iraq, fine XIII secolo), che reca una raffigurazione del sole circondato dai pianeti (motivo iconografico tipico degli oggetti destinati a governanti e ad altri membri dell’élite nonché emblema dell’iconografia astrologica nell’Islam medievale) e un grande “bacile in ottone inciso e ageminato in argento” (Fars, Iran meridionale, XIV secolo) dalla decorazione altamente simbolica, con scene di caccia che ricorrono su tutta la superficie dell’oggetto, espressione di una prerogativa reale che, rimandando alle eccezionali qualità di combattente del sovrano, ne legittimavano il potere.

Piacevolissima sorpresa (ma neppure tanto, essendo pratica ricorrente per le mostre del “MAO”), la volontà di intrecciare arte antica e contemporanea, con l’esposizione dell’opera “Monochrome bleu” (1959) del francese, precursore della Body art, Yves Klein(1928-1962). E mai intreccio, come in questo caso, fu più centrato e illuminante. L’opera esposta di Klein (uno degli oltre mille dipinti monocromi da lui realizzati a partire dal ’56) appartiene al periodo del “solo blu”, tinta che “doveva unificare il cielo e la terra e dissolvere il piano dell’orizzonte”, quel blu oltremare “saturo e luminoso” (da Klein addirittura brevettato col nome di “International Klein Blue” che però non venne mai prodotto) che, in qualche modo rappresenta il compiersi di una ricerca che ha origini antichissime.  Il blu oltremare, il cosiddetto “blu di Persia”, domina infatti nelle pregiatissime miniature islamiche medievali ed è spesso sapientemente accompagnato dall’uso della “foglia oro”. In quest’ottica “Monochrome Bleu” permetterà di “apprezzare l’evoluzione della sapienza tecnica, artigianale e artistica, in continua tensione espressiva, divenuta un modello filosofico nell’interpretazione di Klein, e poter godere appieno della profondità dirompente del suo colore”.

Gianni Milani

“Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale”

MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al 17 settembre

Orari: da mart. a dom. 10/18. Lunedì chiuso

Nelle foto:

–       Particolare dell’allestimento, Ph. Perottino

–       “Portapenne (qalamdam)”, Iraq (Mosul), XIII sec, Lamina di ottone, battuta, incisa ed incrostata d’argento e oro, Ph. Valerio Ricciardi

–       Yves Klein: “Monochrome bleu”, 1959, Pittura su carta, Collezione privata, Torino, Ph. Paolo Mussat Sartor

La mostra multimediale: un viaggio nel mondo di Van Gogh

VAN GOGH EXPERIENCE, la mostra multimediale che abbraccia il visitatore in una nuova esperienza multisensoriale, ha registrato dalla sua apertura il 18 marzo scorso oltre 35.000 ingressi. Un successo tale da convincere gli organizzatori a posticipare la chiusura dell’esposizione, che sarà quindi visitabile fino a domenica 10 settembre.

Il viaggio nel mondo di Van Gogh sta entusiasmando il pubblico, proveniente da Italia ed estero (soprattutto Francia e Spagna) per la sua moderna forma d’espressione tecnologica e per la sorprendente originalità, capace di attirare e coinvolgere un target d’età eterogeneo.

Il percorso inizia con la conoscenza della vita dell’artista, con la sua timeline, per far conoscere i fatti più salienti che hanno condizionato la sua vita e la sua pittura.

A seguire l’immersione nei suoi pensieri geniali e folli: in un’area di oltre duecento metri quadri ogni superficie prende vita e diventa arte, avvolgendo a 360 gradi il visitatore in un viaggio a tinte scure, ricco di pathos e drammaticità, a far comprendere il tormento interiore di Van Gogh, il senso dei suoi pensieri e i suoi stati d’animo.

Il video, della durata di venti minuti circa, viene proposto in loop ed è possibile visionarlo più volte, da diversi punti di vista: in piedi o comodamente seduti sui pouf disseminati nella stanza, diventando parte integrante del quadro scenico. Mentre la colonna sonora di musica classica avvolge l’osservatore, esaltando ancora di più l’emotività dell’esperienza.

Dopo la discesa negli inferi dell’anima dell’artista, nel blu profondo de “La Notte Stellata”, la risalita verso la luce, verso i colori e quel giallo vivo che tanto amiamo nell’arte di Van Gogh.

Presenti in mostra tre scenari, ideali come selfie opportunities per il pubblico: il campo di grano, i girasoli e la camera di Van Gogh. Centinaia sono stati gli scatti che i visitatori hanno condiviso sui social ufficiali della mostra.

L’esposizione prosegue con la sezione di virtual reality(facoltativa e con biglietto accessorio del costo di tre euro)che consente al visitatore, indossato l’oculus di ultima generazione, di vedere con gli occhi di Van Gogh, intento ad osservare il mondo e a trarre ispirazione dai paesaggi a lui più famigliari per le sue opere. Area di successo soprattutto tra i più giovani che hanno dimostrato di apprezzare anche la sala video (dove, in collaborazione con la piattaforma Eduflix, il critico e storico dell’arte Flavio Caroli racconta il rapporto tra Van Gogh e i colori) e la sala didattica, dove dar libero sfogo al proprio estro creativo.

E infine il bookshop che sta registrando gli incassi più alti di sempre tra le mostre organizzate a Torino da Next Exhibition, ulteriore dimostrazione del sempre grande amore del pubblico nei confronti di Van Gogh.

GIORNI E ORARI DI APERTURA

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La mostra è aperta:

dal Martedì al Venerdì 10:00 – 18:00

Sabato, Domenica e Festivi 10:00 – 19:00

Lunedì chiuso

Ultimo ingresso consentito in mostra un’ora prima dell’orario di chiusura.

 

APERTURE SPECIALI:

lunedì 14 dalle 10 alle 18

martedì 15 agosto, dalle 10 alle 19

 

I social della mostra:

FB/ VanGoghExperienceTorino

IG/ vangogh_experience

www.vangoghexperience.it

 

 

 

 

PREZZI BIGLIETTI

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Dal martedì al venerdì: 

intero: 15,70 euro on-line; 14,50 euro box office 
ridotto: 13,70 euro on-line; 12,50 euro box office 

 

Sabato, domenica e festivi 

intero: 17,70 euro on-line; 16,50 euro box office 
ridotto: 15,70 euro on-line; 14,50 euro box office 

 

Ridotto gruppi/cral (minimo 15 persone): 11,70 euro on-line; 10,50 euro box office.                                                                                                    

Ridotto scuole (minimo 15 alunni): 9,70 euro on-line; 8,50 euro box office.

Ridotto Palazzina (per chi visita anche l’esposizione permanente alla Palazzina di Caccia di Stupinigi): 10,50 euro, acquistabile solo al box office

Open (visitare la mostra in un giorno di apertura, senza decidere la data precisa al momento dell’acquisto; ideale nel caso si regali il biglietto per la mostra): 18,70 euro on-line; 17,50 euro box office.

I bambini al di sotto dei 6 anni entrano gratuitamente.  

MODALITÀ ACQUISTO BIGLIETTI e INFOLINE

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La prevendita biglietti è attiva con il circuito Ticket One.

Biglietti in vendita anche presso il botteghino della Citroniera di Ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi nei giorni e negli orari di regolare apertura della mostra.

Per maggiori informazioni è attivo il numero 375/5475033 nei seguenti orari:

dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18
sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19

oppure è possibile scrivere all’indirizzo e-mail info@vangoghexperience.it

Gallerie d’Italia, ingresso gratuito a Ferragosto

MUSEI DI INTESA SANPAOLO

  • Martedì 15 agosto le Gallerie d’Italia, polo museale di Intesa Sanpaolo, propongono l’ingresso gratuito nelle sedi di Milano, Napoli, Torino e Vicenza. Lunedì 14 agosto apertura straordinaria delle quattro sedi.

  • Numerose le esposizioni temporanee da scoprire: dal percorso “Una collezione inattesa” a Milano, alle opere di Mario Schifano a Napoli, alla mostra fotografica del maestro Mimmo Jodice a Torino, alla creatività dell’artista Elena Xausa in mostra a Vicenza.

  • Aperture gratuite e straordinarie anche per la Casa Museo Ivan Bruschi ad Arezzo e la Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato

 Per trascorrere un Ferragosto all’insegna della cultura, lunedì 14 agosto le Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza sono eccezionalmente aperte e martedì 15 agosto l’ingresso è gratuito nelle quattro sedi, con la possibilità di visitare sia le collezioni permanenti che le numerose mostre temporanee.

A Milano è possibile immergersi nel percorso espositivo temporaneo UNA COLLEZIONE INATTESA. Viaggio nel contemporaneo tra pittura e scultura, a cura di Luca Massimo Barbero, che approfondisce aspetti inediti di autori e opere delle collezioni del Novecento e del XXI secolo del Gruppo. Inoltre, è ancora visibile nelle sale del museo l’esposizione di un nucleo di opere dell’artista americano Dan Flavin selezionate dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati, oggi parte del patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo.

A Napoli è presente la mostra, a cura di Luca Massimo Barbero, Mario Schifano: il nuovo immaginario. 1960 -1990 con oltre 50 lavori della produzione dell’artista dagli anni Sessanta agli anni Novanta, provenienti dalla Collezione di Intesa Sanpaolo e da importanti istituzioni culturali, oltre che da gallerie d’arte e collezioni private, con la collaborazione dell’Archivio Mario Schifano.

È possibile, inoltre, viaggiare nella storia scoprendo la raccolta di ceramiche attiche e magnogreche e l’itinerario espositivo dell’arte napoletana dal XVII secolo al XX secolo.

A Torino è aperta la mostra Mimmo Jodice. Senza tempo, secondo capitolo del progetto “La Grande Fotografia Italiana”, a cura di Roberto Koch. L’esposizione offre una significativa sintesi della produzione di Jodice, ripercorrendo i principali temi ispiratori della sua arte in altrettante sezioni della mostra, Anamnesi, Linguaggi, Vedute di Napoli, Città, Natura, Mari, attraverso fotografie realizzate dal 1964 al 2011, tra cui alcune delle opere iconiche che hanno definitivamente attestato la grandezza del maestro napoletano.

Al piano nobile del museo è visibile un prezioso nucleo di opere del barocco piemontese con dipinti, sculture, arazzi e arredi dal XIV al XVIII secolo.

A Vicenza si può ammirare sotto una nuova luce il capolavoro scultoreo del Settecento veneto Caduta degli angeli ribelli. L’originale e sofisticato sistema di illuminazione della nuova sala dedicata al capolavoro, pensata dal lighting designer Pietro Palladino, esalta attraverso la luce il talento tecnico e artistico dello scultore Francesco Bertos.

Inoltre, fino al 10 settembre, tutti i visitatori possono mettere alla prova le proprie doti di “illustratori” nel laboratorio creativo della mostra EX – Illustri x Elena Xausa. Ultime settimane anche per scoprire l’itinerario scientifico e didattico fra mari e millenni Argilla. Storie di viaggi.

Aderiscono all’apertura straordinaria del 14 agosto e martedì 15 agosto anche gli altri musei di Intesa Sanpaolo: la Casa Museo Ivan Bruschi ad Arezzo e la Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato.

Alla Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi di Arezzo, che custodisce l’eclettica collezione dell’illustre aretino ideatore della Fiera Antiquaria, è possibile scoprire il nuovo percorso espositivo permanente Da Pontormo a Fattori. Le stanze dell’arte. Opere dalle Collezioni Intesa Sanpaolo. Il rinnovato allestimento delle sale di Casa Bruschi presenta opere dei maggiori artisti tra Cinquecento e Ottocento, tra cui Pontormo, il Bronzino, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Armando Spadini.

Alla Galleria di Palazzo degli Alberti di Prato si ammirano capolavori di Caravaggio, Bellini, Filippo Lippi e una collezione di grande valore identitario per la città, come numerose opere del Cinque-Seicento di area fiorentina e le sculture di Lorenzo Bartolini, artista pratese attivo nella prima metà dell’Ottocento.

La Galleria è visitabile ogni sabato e domenica ad ingresso gratuito e sarà aperta in via straordinaria e sempre gratuita anche nelle giornate del 14 e 15 agosto.

Castello di Rivoli aperto a Ferragosto

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sarà aperto il 15 agosto dalle ore 11 alle 0re 18.

Alle 11, 14 e 16 le Artenaute del Dipartimento Educazione accompagneranno i visitatori alla mostra ” Artisti in Guerra ”

La  Caffetteria osserverà gli stessi orari del Museo.

Idee per #ferragosto

(Facebook Castello di Rivoli)

Palazzo Madama, Gam, Mao: Ferragosto al museo

FERRAGOSTO AL MUSEO

 

Lunedì 14 agosto apertura straordinaria di GAM e MAO

Martedì 15 agosto i tre musei sono aperti con biglietto speciale

1€ per le collezioni e 1€ per le mostre di GAM, MAO e Palazzo Madama

 

 

Per chi trascorre il Ferragosto in città, la Fondazione Torino Musei propone l’apertura straordinaria di Palazzo Madama e l’ingresso speciale a 1€ alle collezioni e, aggiungendo 1€, alle mostre temporanee con biglietteria separata di GAM, MAO e Palazzo Madama: un’ottima occasione per conoscere e godere del patrimonio artistico della Città e trascorrere una giornata diversa dal solito.

ORARI E TARIFFE

Lunedì 14 e martedì 15 agosto GAM, MAO e Palazzo Madama saranno aperti dalle 10 alle 18.

Nella giornata di Ferragosto le collezioni e mostre in corso nei tre musei saranno a tariffa speciale di 1€ ed è previsto un ricco programma di visite guidate.

COSA SI POTRÀ VISITARE

 

Alla GAM | Oltre alle collezioni permanenti saranno visitabili con il biglietto unico a 1€ le mostre Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del NovecentoMichele Tocca. Repoussoir in Wunderkammer e Giuseppe Gabellone Km2,6 in VideotecaGAM.

Aggiungendo 1€ si potrà visitare anche la mostra Viaggio al termine della statuaria. Scultura italiana 1940-1980 dalle Collezioni GAM.

 

Al MAO | Accesso con biglietto unico a 1€ alle gallerie delle collezioni permanenti, alle mostre in corso Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale Impetuosa nel t-space X MAO.  Aggiungendo 1€ sarà possibile visitare la mostra Buddha10 Reloaded.

 

A PALAZZO MADAMA | Con il biglietto a 1€ il pubblico potrà accedere alle collezioni permanenti e all’esposizione In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla via Francigena.

Aggiungendo 1€ si potrà visitare la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario.

 

LE VISITE GUIDATE DI FERRAGOSTO:

 

GAM | ore 10:30 e ore 15:00 – Visita Collezioni del ’900

ore 12:00 e ore 16:30 – Visita Mostra Ottocento

MAO | ore 10:30 – Visita galleria Paesi Islamici + mostra Metalli Sovrani

ore 12:00 – Visita mostra Buddha10 Reloaded

ore 15:00 – Visita collezioni Cina e Giappone

ore 16:30 – Visita collezioni Asia Meridionale, Regione Himalayana, Paesi Islamici dell’Asia

PALAZZO MADAMA | ore 10:30 e ore 15:00 – Da castello a museo (visita alle collezioni permanenti)

ore 12:00 e ore 16:30 –  Visita Mostra Bizantini

Costo della visita guidata: 6€ a partecipante (10€ collezioni + mostra). Prenotazione obbligatoria.

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

La tariffa a 1€ è valida per tutti i visitatori, compresi i possessori di Abbonamento Musei, le cui tessere non potranno essere registrate.

Ingresso gratuito: possessori di Torino Piemonte Card e aventi diritto.

ORARIO DI APERTURA: dalle 10 alle 18.

Le biglietterie chiudono alle 17.

Prenotazione consigliata ma non obbligatoria 

al numero 011 5211788 o via mail a ftm@arteintorino.com

 “Beny e il Cinema”, retrospettiva di opere bidimensionali

Sabato 12 agosto – Domenica 3 settembre 2023
OPEN ADA ,via Repubblica 6, Torre Pellice (To)

MOSTRA DI OPERE UNICHE E SERIGRAFIE DI BENY GIANSIRACUSA
DEDICATA ALLE GRANDI ICONE DELLA CINEMATOGRAFIA MONDIALE

A cura di Associazione Decima Arte
Con la collaborazione di AttiniArte

Supervisione al progetto: Monica Nucera Mantelli

Inaugurazione Sabato 12 agosto alle ore 17
Ospite: il Professore di Storia e Critica del Cinema Liborio Termine

BENY E IL CINEMA è una retrospettiva di opere bidimensionali – pezzi unici e serigrafie –  di Beny Giansiracusa,in corso da Sabato 12 agosto a Domenica 3 settembre 2023 presso gli spazi OPEN ADA di via Repubblica 6 a Torre Pellice, dedicata ai ritratti di carismatici personaggi della cinematografia internazionale realizzati nell’ arco di un oltre un trentennio. Le sue rivisitazioni declinano, attraverso una carrellata immaginifica di quasi un centinaio di anni di storia del cinema, le icone più popolari e amate dei film: da Stan Laurel & Oliver Hardy a Charlie Chaplin, da Sophia Loren a Penelope Cruz, da Tina Pica a Marylin Monroe, da Audrey Hepburn a Brigitte Bardot.

Giorni e orari di apertura della mostra: nei fine settimana – i pomeriggi di sabato e domenica ore 15 – 18.Il venerdì su appuntamento (tel. 3479756902). L’ingresso è libero.

CONCEPT MOSTRA

Questo maker torinese, di origini siciliane, ha inventato quotidianamente surreali occasioni d’incontro tra celebrità di ogni tempo. Grazie alla sua ricchissima produzione di pezzi unici e multipli, sempre vicini al tema dei Miti e Star, Giansiracusa è divenuto una figura strategica non solo per ciò che riguarda il mondo della serigrafia, ma anche per la sua innata capacità di ripensare ai modelli archetipali che hanno fatto parte della nostra storia del costume e della società.

In occasione dell’apertura prolungata per la Notte Bianca del 12 agosto a Torre Pellice, l’ Associazione Decima Arte, il fotografo ed editore Antonio Attini e a la direttrice artistica di Open ADA Monica Nucera Mantelli aprono la mostra tematica dalle ore 15 sino alle ore 23.

Alle ore 17, per l’ inaugurazione ufficiale, un Ospite d’eccezione: la scrivania del centro culturale sarà presieduta dall’esperto di cinema ed estetica Prof. Liborio Termine, per un approfondimento tematico, insieme a Monica N.Mantelli (Direzione artistica di Open ADA), sul simbolismo rappresentato da Beny Giansiracusa attraverso l’amalisi di alcune icone del vasto panorama della celluloide. A schermo, un coloratissimo slideshow, racconterà visivamente la vasta produzione di Giansiracusa, a compendio della quarantina di opere esposte ai muri e su cavalletti.Con l’occasione, il Direttivo di ADA spiegherà al pubblico il prezioso lavoro di catalogazione dell’archivio storico del noto serigrafo torinese scomparso nel 2022. Si parlerà della fenomenologia ibrida a cui appartiene questo peculiare artista. Si segnala: l’ allestimento di una speciale vetrina tematica con cinematografo d’epoca e autoritratto dell’artista.

L’OSPITE INAUGURALE
LIBORIO TERMINE
Docente di Storia e Critica del Cinema all’Università di Torino e Kore di Enna, Liborio Termine ha, tra l’altro, pubblicato: l’Estetica della Simulazione (Torino, 1976), Problemi di critica e metodologia del cinema (Torino 1979), Dentro l’immagine (Torino 1979), La scrittura fotografica (Firenze, 1987), Un eretico innocente (Palermo 1987), Pirandello D’Annunzio e il Cinema (Palermo 1988). Ha diretto unità di ricerche presso il Dipartimento DAMS. Ha svolto insegnamenti in Università straniere (Inghilterra, Spagna, Islanda, Francia). Ha partecipato a convegni nazionali e internazionali. E’ stato Preside della Facoltà di Lingue all’Università di Torino e ha ricoperto l’incarico di Preside nella Facoltà delle Arti e della Comunicazione dell’Università di Enna.Collabora con l’ Accademia di Teatro di Mario Brusa a Torino.

L’ARTISTA RESIDENTE PRESSO OPEN ADA
(20 marzo 1951 – 5 febbraio 2022)

BENY GIANSIRACUSA
“Beny Giansiracusa, di origini siracusane, nasce a Torino il 20 marzo 1951. Sin da giovanissimo entra a far parte del mondo della grafica e della serigrafia, un’arte popolare. Pochi lo sanno, ma, la serigrafia, è una delle tecniche grafiche più antiche che risale all’epoca dei Fenici. Beny Giansiracusa inizia ad inserirsi in questo mondo creativo dapprima attraverso la creazione di cartelli stradali, lamiere, insegne e manifesti. Solo dopo gli anni ‘70, Beny inizia ad usare la tecnica serigrafa per comporre una straordinaria moltitudine di immagini, collaborando con moltissimi artisti torinesi. La sua opera da un nuovo impulso alla tecnica serigrafa, mescolando insieme le forme e i colori in modo tutto originale, mai visto prima. L’animo da creatore che lo contraddistingue, si rinnova continuamente e questo lo rende sicuramente il maestro indiscusso della serigrafia italiana. La sua semplicità e la sua spontaneità gli permettono di districarsi con estrema abilità nel disegno, nella pittura, nel ritratto di personaggi storici, nella pubblicità, nella decorazione, nel fumetto. La particolarità straordinaria della sua opera sta nella non somiglianza ai modelli artistici tradizionali. Beny Giansiracusa riesce ad andare contro corrente, riesce a creare ciò che nessun altro artista ha mai immaginato che si potesse fare. E’ un personaggio unico ed irripetibile, che lavora con serietà e perseveranza e che possiede conoscenze tecniche capaci di consentirgli di affrontare qualsiasi sfida. Le sue opere diventano sempre di più delle vere e proprie icone della nostra società. In tutta la sua esistenza Beny Giansiracusa insegue la magia, scrivendo fiabe in molteplici forme. Altra particolarità caratterizzante la sua opera è il suo estremo senso del colore. Tutta la sua arte è essenzialmente colore. Un colore vitale, intenso, quasi impetuoso. Beny utilizza il colore come mezzo di espressione, per comunicare i suoi pensieri, è quasi una forma di intelligenza. “Beny Giansiracusa fa tutto questo per una ragione essenziale, perché vuole dare umanità a quello che compone ed è l’umano che deve affiorare nelle sue immagini. Egli, quando dipinge, disegna ed inventa diventando testimone di quel senso dell’umanità che la sua opera più genuina esprime.” (Janus)

Sacro e profano in mostra a Bricherasio

Domenica 27 agosto presso palazzo Conti di Bricherasio verrà  esposta una collezione di statue tra “sacro e profano”

 

Domenica 27 agosto dalle 15 alle 18.30 si terrà presso il Palazzo dei Conti di Bricherasio un’esposizione dal titolo “Frati, suore e monaci… una collezione tra il sacro e il profano “. L’ingresso, comprensivo di visita della mostra e del parco, è  di 10 euro.

“La collezione che sarà in mostra il 27 agosto – spiega Guigo Calleri di Sala, curatore del Palazzo dei Conti di Bricherasio nonché uno degli eredi – comprende raffigurazioni di preti, suore e monaci e apparteneva a mio padre Edoardo, che è  stato un imprenditore e politico italiano, divenuto poco più che ventenne  già  sindaco di Bricherasio negli anni Cinquanta e primo Presidente della Regione Piemonte nel periodo compreso tra il 1970 e il 1973.

Di queste sculture ne abbiamo diverse centinaia che riguardano non soltanto semplici preti, ma anche vescovi e monaci, costituite di diversi materiali quali la ceramica, il vetro, il legno”.

“ Si tratta di una passione nata a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta, originatasi dal suo legame con i salesiani e dal fatto che egli abbia sempre frequentato le loro scuole. Tanto che nel ’44 scappò  dal collegio salesiano di Lanzo, all’età di diciassette anni, per andare a fare il partigiano, in seguito alla morte del fratello Alberto, ammazzato dai nazifascisti a Torre Pellice. Queste statue sono il frutto anche di acquisti durante i suoi viaggi di lavoro e privati e alcuni pezzi riguardano anche altre religioni”.

Per informazioni e prenotazioni si prega di scrivere a palazzocontidibricherasio@gmail.com

MATA MARTELLOTTA

In mostra al “MAO-Museo d’Arte Orientale” due giovani artiste anime “impetuose” ed “erranti”

“Impetuosa”

Fino al 24 settembre

La mostra “Impetuosa” (titolo al contempo inquietante e intrigante), ospitata al “MAO” di via San Domenico, a Torino, fino a domenica 24 settembre, è l’appuntamento conclusivo del “progetto t-space X MAO”. In gioco, l’incontro – scontro fra due artiste coetanee, molto diverse fra loro per background e linguaggio espressivo, ma “caratterizzate da un’affine spontaneità e da una forza impetuosa nel fare arte”. I loro nomi: Zhang Yimei ( Guiyang – Cina, 1990) e Giulia Ratti (Milano, 1992).

La prima vive e lavora oggi in Svizzera, a Locarno (Canton Ticino), dov’è direttrice artistica, dal 2022, de “La Rada- Spazio per l’Arte Contemporanea”. Nel 2016, fonda a Milano il “Fuzao Studio”, un’organizzazione no profit dedicata alla comunicazione artistica a livello internazionale, la cui collezione nasce dalla collaborazione con Case Editrici Indipendenti e con artisti che si “auto producono” . I più diversi, gli ambiti legati all’arte contemporanea, in cui si muove il “Fuzao”, dagli eventi espositivi alle residenze artistiche fino all’editoria e alla distribuzione di “libri d’artista”. “Anima inquieta, inarrestabile”, Zhang Yimei. Come l’atmosfera che volutamente si respira nel suo “Fuzao”, termine –  浮躁 (Fùzào) – che in lingua cinese significa letteralmente “l’uomo errante che si muove nell’assurdità”. Così, per la mostra al “MAO”, l’artista ha selezionato una serie di “libri di artisti” e di “editori indipendenti asiatici”, per lo più in edizione limitata, difficilmente reperibili in Occidente e che rimarranno esposti e fruibili dagli spettatori per tutta l’estate per poi, al termine della mostra, entrare a far parte della Biblioteca del “MAO”.

L’altra anima “impetuosa” che si va a conoscere, è Giulia Ratti, artista e illustratrice–fumettista (ha di recente pubblicato “Materia Degenere 3” con la torinese “Diabolo Edizioni”), che ha pensato, per “t-space”, un “Pantheon” (luogo ideale) del tutto personale, composto da “dieci stendardi” che fluttuano nella stanza come un’ode all’estetica giapponese del “mondo anime”, quello dei “cartoni animati” in onda sulle Tv private italiane degli anni ’90, di cui l’artista si è nutrita fin dalla tenera età e che ha fortemente influenzato la sua pratica creativa. Il grande affetto verso i personaggi di quei cartoons  si è così rinforzato al punto da spingerla a creare “in proprio” storie e mondi personali. Ecco quindi che Sailor Venus e Andromeda dei “Cavalieri dello Zodiaco” si esibiscono come “cubisti avvolti dalle loro catene” e il tranquillo palazzo in cui abita l’artista esplode come in una scena di “Akira”.

“L’allestimento – dicono al “MAO” – è un incontro tra caratteri impetuosi che da anni lavorano nella scena dell’arte indipendente e che condividono con ‘t-space’ la necessità di portare avanti un’attività artistica sostenibile, sempre in bilico tra necessità creativa e interesse pragmatico”.

Gianni Milani

“Impetuosa”

MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al 24 settembre

Orari: dal mart. alla dom. 10/18. Lunedì chiuso

Nelle foto:

–       “Fuzao – Impetuosa”

–       MAO: “Fontana per il tè” del “t-space”

Torino e l’acqua

Oltre Torino. Storie, miti, leggende del torinese dimenticato

 

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

 

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Il fil rouge di questa serie di articoli su Torino vuole essere lacqua. Lacqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altri, lacqua come elemento essenziale per la sopravvivenza delpianeta e di tutto lecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.

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1. Torino e i suoi fiumi

2. La Fontana dei Dodici Mesi tra mito e storia

3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia

4. La Fontana dellAiuola Balbo e il Risorgimento

5. La Fontana Nereide e lantichità ritrovata

6. La Fontana del Monumento al Traforo del Frejus: angeli o diavoli?

7. La Fontana Luminosa di Italia 61 in ricordo dellUnità dItalia

8. La Fontana del Parco della Tesoriera e il suo fantasma

9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta lacqua

10. Il Toret  piccolo, verde simbolo di Torino

 

1. Torino e i suoi fiumi

Il fil rouge di questa serie di articoli vuole essere lacqua. Lacqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altri, lacqua come elemento essenziale per la sopravvivenza del pianeta e di tutto lecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.

Il 71% del Pianeta Terra è coperto dacqua.

Il corpo umano è costituito di acqua per il 60%; alla nascita, il peso corporeo di un bambino è costituito dacqua per l80%.

Eppure, per capire quanto tale elemento sia essenziale è necessario fare riferimento ad altre cifre: gli studi dellUnicef sottolineano che ogni giorno circa 700 bambini muoiono a causa di malattie causate dallutilizzo di acqua non pulita; 2,1 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua potabile e almeno 263 milioni di individui impiegano più di 30 minuti per raccogliere dellacqua pulita. Secondo altre statistiche ONU sono ben 3900 i bambini che decedono ogni giorno per scarsità idrica. 

Cifre, queste, terrificanti e obbrobriose, che dovrebbero comparire nelle nostre menti tutte le volte che per un po’ di calore, per stanchezza o anche solo per capriccio, ci fermiamo con tranquillità e noncuranza ad abbeverarci ad una fontana.

La definizione del termine acqua” sul dizionario dice trattasi di un composto chimico di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, è inodore, incolore e insapore, costituente fondamentale degli organismi viventi, in natura si trova allo stato liquido, (fiumi laghi, mari), allo stato solido, (neve, ghiaccio), allo stato aeriforme, (vapore acqueo).

Continuando a leggere ci si accorge di quanto sia presente tale parola nel linguaggio, sia che si tratti di argomenti scientifici, sia che ci si riferisca a modi di dire o frasi fatte; vi è poi anche il richiamo alle proprietà purificatrici attribuite allacqua nelle diverse culture e religioni. 
Si parla di acqua corrente, cioè disponibile grazie ad un dato sistema di condutture; acqua minerale, cioè contenente minerali, utili e necessari per il funzionamento dellorganismo; per i puntigliosi esiste l’ “acqua frizzante, per alcuni sistemi chimici si utilizza l’ “acqua distillata. Si differenzia l’ “acqua dolce”  dallacqua salata, diversa ancora da quel che si intende per acqua morta, cioè stagnante, ancora diversificabile a sua volta dalle acque bianche” e dalle acque nere. Distaccandosi daisignificati più terreni, possiamo fare riferimento a quellacqua utilizzata nelle funzioni religiose, per questo definita santa; se esiste poi una sorta di via di mezzo tra la terra e il cielo, per coloro i quali usano un approccio salutistico o olistico, nella lunga definizione del dizionario, sono presenti le tanto elogiate proprietà delle acque termali.  In ultima analisi, per sottolineare quanto tale parola sia presente non solo nellimmenso ecosistema, ma anche nel complesso universo linguistico, proponiamo ad esempio alcuni modi di dire: acqua in boccafare un buco nellacqua, ragazza acqua e sapone” ecc.

La questione non si esaurisce solo in un lungo elenco di espressioni linguistiche e di statistiche geologiche, una cosa” di tale arcana importanza e ancestrale essenzialità non può che essere portatrice di significati nascosti, interni ed esoterici.  Lacqua è un simbolo ricco di significati, è presente, sotto tale accezione nella Bibbia e nel Nuovo Testamento, è, inoltre, uno dei quattro elementi principali, (acqua, aria, terra, fuoco), a cui tradizionalmente sono attribuite qualità di intuizione e adattabilità. Lacqua è associata alla sfera femminile e alla passività. In alchimia è lelemento associato al numero 2, simboleggia le polarità in antitesi allunità, (identificata con lelemento fuoco). Quando lacqua si trova allo stato liquido può insinuarsi ovunque e assumere svariate forme, portando al significato traslato di unione tra spirito e materia.

La religione cristiana associa lacqua a Cristo, in quanto sorgente che disseta eternamente. Lacqua è anche purificatrice, utilizzata durante il battesimo, quando i bambini vengono bagnati con lacqua santa. Lacqua, dunque, pulisce non solo a livello materiale ma anche spirituale, proprio per questo è elemento essenziale in quasi tutti i rituali di purificazione. Nella religione ebraica, lacqua, viene associata a Dio, perché ritenuta come sua manifestazione allinizio della creazione. Lelemento viene anche associato al concetto di nascita” perché  essa dona la vita,  così come accade durante la gestazione, che vede il nascituro immerso per 9 mesi in un liquido. Sono molte le culture dellantichità in cui lacqua era considerata fonte di vita, principio cosmico femminile e Madre, proprio in quanto generatrice. Per gli antichi greci i mari, i fiumi, i laghi erano nati da Oceano, figlio di Urano e Gea; rimanendo sempre in ambito classico, si pensi poi al mito di Narciso, vicenda in cui lacqua è lo specchio che permette di scoprire se stessi. 

Lacqua ha anche un significato onirico: quando si sogna lacqua, significa che linconscio richiama a sé significati di energia materna, legati allambito profondo e sentimentale, e può indicare stati emotivi diversi a seconda che lacqua appaia limpida o torbida.

In alcune culture si parla di prova dellacqua, momento importante per il cammino iniziatico, in cui si mette alla prova il candidato, chiamato a resistere ad una serie di difficoltà. La prova diventa metafora di una capacità di adattamento alle diverse condizioni di vita, che liniziato deve avere: o ci si adatta o si perisce.

Ma cosa centra il discorso dellacqua con la nostra città? Ebbene, esso si collega al capoluogo  piemontese più di quanto ci possa sembrare. Torino è posta alla confluenza di tre fiumi: il Po, la Dora Riparia e la Stura di Lanzo. Anche altre città sorgono vicino a dei corsi fluviali, ma il nostro è un caso particolare, infatti a Torino, città magica, città in cui si respira lascendenza egizia, si percepiscono le linee sincroniche, proprio i due fiumi, il Po e la Dora, assumono una particolare importanza. Analizzati in chiave esoterica, il primo rappresenta il Sole e la componente maschile, la seconda corrisponde alla Luna e alla parte femminile. Sui fiumi inoltre incidono correnti energetiche  che, incrociandosi, generano un punto dintersezione  di peculiare forza. Chi si intende di esoterismo sottolinea che il castello del Valentino e il vicino  Borgo Medievale  simboleggiano  forza  e per questo si trovano in riva al Po. Il grande cimitero monumentale,  invece, si situa sulle sponde del fiume più “notturno, la Dora. 

I due fiumi giustificherebbero dunque lambivalenza torinese: città solare e maschile, a cui fa da contraltare una città lunare, femminile, come una sorta di grande madre. 

Non dimentichiamo, infine, che a specchiarsi sulle acque del Po c’è anche una chiesa assai particolare, la Gran Madre.

Tre sono i fiumi che bagnano Torino, ma due sono particolarmente cari alla cittadinanza, il Po e la Dora, i due corsi dacqua diventano, infatti, protagonisti di un angolo di città, fissati in personificazioni statiche e solenni. Si tratta della piazzetta CLN, posta nel centro storico della cittàappena dietro le due chiese gemelle di piazza San Carlo (Santa Cristina e San Carlo), lungo lasse di via Roma in direzione di piazza Carlo Felice e dei giardini Sambuy. Prima del 1935 la piccola piazza era conosciuta come piazza delle due chiese.

Laspetto attuale si deve alla ristrutturazione del 1935 prevista dal progetto di Marcello Piacentini, avvenuta in pieno periodo fascista, che riguardava il secondo tratto di via Roma e la zona circostante. Nel progetto erano comprese anche le statue di Benito Mussolini, Vittorio Emanuele III di Savoia e due fontane poste sul retro delle due chiese, con allegorie antropomorfe dei fiumi Po e Dora Riparia. Solo le ultime due statue vennero effettivamente realizzate e la piazza venne rinominata Piazza delle due Fontane, realizzate dallo scultore Umberto Baglioni nel 1973. Durante loccupazione nazista  la piazzetta si incupisce di unombra crudele ma purtroppo reale, e ospita il comando della Gestapo, ubicato presso lalbergo Nazionale. Alla fine della guerra, forse proprio per chiudere quella ferita storica, il nome della zona vene cambiato e dedicato al Comitato di Liberazione Nazionale costituitosi al termine del fascismo.

Il tempo scorre, proprio come lacqua delle due fontane che guardano ieratiche il susseguirsi degli uomini e degli avvenimenti. Eppure anche loro hanno avuto delle peripezie da affrontare,  nel1987 le fontane furono svuotate e messe fuori servizio a causa dellusura  della copertura della vasca e dellimpianto idrico.

Solo nel 2005, dopo un significativo restauro, vennero rimesse in funzione; nel 2013 altri lavori di ristrutturazione costrinsero la fontana del Po ad essere chiusa nuovamente, finché il 23 dicembre dello stesso anno vennero nuovamente inaugurate  entrambe, con una cerimonia alla presenza dellallora sindaco di Torino Piero Fassino.

Nel 2017 un pezzo di cornicione di marmo del retro della chiesa di Santa Cristina precipitò sulla fontana dedicata alla Dora Riparia, fortunatamente senza danni né alle perone né al monumento.

Infine, dopo varie vicissitudini, per il Po e per la Dora arriva il vero momento di gloria: la piazza venne scelta nel 1975 dal regista Dario Argento per alcune scene del film Profondo Rosso, rimanendo impressa per sempre sia in una delle pellicole cinematografiche più conosciute, sia nella mente degli appassionati dellhorror.

Alessia Cagnotto