ARTE- Pagina 49

Ecco gli appuntamenti culturali della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
9 – 15 febbraio 2024

 

 

SABATO 10 FEBBRAIO

Sabato 10 febbraio ore 16.30

PROFUMI – ORIENTE – Le spezie, l’incenso e altre strade

MAO – Visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino

Arte e musica: un abbinamento dal quale sprigiona bellezza. Ispirati dai concerti della Stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino, i musei della Fondazione Torino Musei ogni sabato precedente il concerto propongono a rotazione un ciclo di visite guidate al proprio patrimonio museale.

ORIENTE – Le spezie, l’incenso e altre strade

Sulla suggestione dei profumi intensi e avvolgenti delle spezie e dell’incenso, merci preziose, in movimento, desiderate da tutti e da ciascuno usate in uno specifico contesto simbolico-culturale, il percorso si snoda nella mostra temporanea Translating is connecting. La mostra esplora i concetti di traslazione, traduzione e appropriazione, attraverso una selezione di oggetti provenienti dall’Asia occidentale, centrale e orientale che interrogano la circolazione materiale e immateriale, le modalità di trasformazione del significato e la fruizione verificatesi tra Asia ed Europa dal VI al XVI secolo.

Il tema del profumo assumerà nel percorso di visita anche carattere concreto grazie alle fragranze realizzate da Sensit e diffuse nelle sale espositive.

Visita guidata a pagamento. Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com  • è possibile effettuare l’acquisto online https://www.arteintorino.com/

 

DOMENICA 11 FEBBRAIO

Domenica 11 febbraio dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17

ARTE IN MASCHERA

GAM – attività per le famiglie in occasione del Carnevale

In occasione del Carnevale la GAM propone un’attività dedicata a grandi e piccini ispirata al tema del ritratto e della maschera.

Come lo specchio, la maschera permette di affrontare il tema del doppio ma diventa anche spunto per riflettere sul ciò che preferiamo quotidianamente mostrare agli altri, per proteggere la nostra interiorità.

Il percorso tra i ritratti della collezione del Novecento è un viaggio tra figure e personaggi legati a epoche e movimenti artistici diversi a partire da Giorgio Morandi e Amedeo Modigliani fino ad arrivare a Michelangelo Pistoletto, in un gioco di scoperta e riflessione.

Negli spazi dell’Educational Area, genitori e bambini, lavoreranno alla creazione di originali maschere sperimentando diversi materiali, che arricchiranno i costumi che ogni partecipante è invitato a indossare, per dar vita a un colorato carnevale ad Arte.

Costo: € 7 a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com
Prenotazione obbligatoria e pagamento online entro il venerdì alle ore 18

 

Domenica 11 febbraio ore 10.30

LE MILLE E UNA DECLINAZIONI NELLE OPERE DEL MAO

MAO – visita guidata speciale per San Valentino

In occasione del San Valentino, Theatrum Sabaudiae propone la visita guidata tematica Le mille e una declinazioni dell’amore nelle opere del MAO.

Il percorso di visita condurrà i partecipanti alla scoperta delle opere d’arte del museo accomunate dal tema amoroso e sessuale in ambito buddhista e induista. L’apprezzamento dell’estetica delle opere del Subcontinente indiano e della Regione Himalayana andrà di pari passo con l’approfondimento di tematiche connesse alla sfera amorosa nelle sue innumerevoli sfumature, dalla castità al tantra.

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costi: 6 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso al museo; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

Domenica 11 febbraio ore 12 e ore 17

FRAMMENTI. MAHLER AL MUSEO

MAO – interventi musicali in museo – da un’idea di Erik Battaglia

Domenica 11 febbraio dalle 12 alle 13 e dalle 17 alle 18 il MAO Museo d’Arte Orientale ospita l’evento musicale Frammenti, nato da un’idea di Erik Battaglia, con coreografie di Vincenzo Di Federico e Lanxin Zheng.

Negli spazi del museo risuoneranno dal vivo le note di alcuni brani di Das Lied von der Erde (Il canto della terra) di Gustav Mahler, composizione per contralto, tenore e orchestra in sei movimenti che mette in musica altrettanti Lieder della raccolta Die chinesische Flöte del poeta tedesco Hans Bethge, un’antologia di testi di autori cinesi di epoca Tang (fra cui Li Bai e Wang Wei) riscritti dall’autore a partire da versioni tedesche e francesi.

Con Il canto della terra, e soprattutto con il conclusivo Abschied, il compositore prende congedo dalla vita ma l’addio, pur nella sua drammaticità, suggerisce il ricordo di una vita felice e piena e porta con sé una promessa di rinascita e di eternità.

L’evento, che si svolge nell’ambito dei festeggiamenti per il Capodanno cinese, è il secondo esito di una collaborazione avviata lo scorso anno fra il MAO e il Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino in occasione di Sonic Blossom, la performance partecipativa trasformativa di Lee Mingwei che ha animato il museo a maggio 2023.

Ingresso incluso nel biglietto delle collezioni permanenti.

 

Domenica 11 febbraio ore 15

AMORI DA MITO

Palazzo Madama – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

In occasione della ricorrenza di San Valentino il museo propone una visita guidata ispirata agli amori famosi rintracciabili fra dipinti, decorazioni, lambriggi, ceramiche e oggetti di lusso custoditi nelle sale di Palazzo Madama.

Diana e il suo amato Endimione, Giove che si trasforma in pioggia d’oro per la sua Danae, Venere e Cleopatra. Amori celebri fra mitologia e realtà. Il percorso di visita si snoda sui tre piani, dalla sala Acaja fino alla sala ceramiche, ricercando le coppie famose, i putti, gli amorini che scoccano dardi d’amore, i nodi di fedeltà che testimoniano legami e nobili biografie.

Un San Valentino diverso, arricchito da una interessante visita, ricercata e inedita.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Domenica 11 febbraio ore 16

FESTEGGIAMO INSIEME IL CAPODANNO CINESE

MAO – attività per le famiglie in occasione del Capodanno cinese

Con l’arrivo dell’anno del Dragone i partecipanti conosceranno tutte le curiosità di questa importante festa asiatica e, in laboratorio, saranno impegnati nella realizzazione di una coloratissima maschera con le fattezze del drago.

Dai 4 anni in su

Prenotazione obbligatoria: 011.4436927/8 maodidattica@fondazionetorinomusei.it
Costo: €7 bambini, adulti ingresso ridotto in museo

 

 

MERCOLEDI 14 FEBBRAIO

 

Mercoledì 14 febbraio ore 16

LOVE IS LOVE (collezioni permanenti del ‘900)

GAM – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

Il percorso nelle sale del 900 intende affrontare uno dei sentimenti universalmente riconosciuti e da sempre motivo d’indagini e rappresentazioni, l’Amore, raccontandone le diverse sfaccettature e le sue infinite declinazioni. Passionale, coniugale, materno ma anche amore per gli animali, la natura, amore verso se stessi e per l’arte. Un viaggio tra pittura, scultura e materiali a partire dall’inizio del 900 fino ai giorni nostri.

Costo della visita guidata: 7€ a partecipante

Costo aggiuntivo: un biglietto di ingresso alla collezione 900 o alla mostra Hayez per ogni coppia (gratuito con Abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino Piemonte Card)

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Mercoledì 14 febbraio ore 16:30

HAYEZ IN LOVE (mostra Hayez)

GAM – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

La mostra dedicata al genio di Francesco Hayez, massimo esponente del Romanticismo in Italia, permette di affrontare uno dei sentimenti universalmente riconosciuti e da sempre motivo d’indagini e rappresentazioni nell’arte, l’Amore, raccontandone le diverse sfaccettature e le sue infinite declinazioni. Da quello passionale ed extraconiugale – guardando, nello specifico, la sua musa prediletta, nonché amante, Carolina Zucchi – ma anche politico e tormentato, con, ad esempio, L’ultimo addio di Giulietta e Romeo, la tela intitolata Imelda de Lambertazzi e L’Accusa segreta, appartenente al famosissimo Trittico della vendetta. Un viaggio tra alcuni dei più importanti capolavori dell’artista che ci permettono di scoprirne un lato narrativo ricco di spunti legati alla nostra contemporaneità che hanno, come punto di partenza, l’aspetto amoroso e di coppia.

Costo della visita guidata: 7€ a partecipante

Costo aggiuntivo: un biglietto di ingresso alla collezione 900 o alla mostra Hayez per ogni coppia (gratuito con Abbonamento Musei Torino Piemonte e Torino Piemonte Card)

Informazioni e prenotazioni: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  

Prenotazione obbligatoria e pagamento online

 

Mercoledì 14 febbraio ore 15

AMORI DA MITO

Palazzo Madama – percorso guidato a tema in occasione di San Valentino

In occasione della ricorrenza di San Valentino il museo propone una visita guidata ispirata agli amori famosi rintracciabili fra dipinti, decorazioni, lambriggi, ceramiche e oggetti di lusso custoditi nelle sale di Palazzo Madama.

Diana e il suo amato Endimione, Giove che si trasforma in pioggia d’oro per la sua Danae, Venere e Cleopatra. Amori celebri fra mitologia e realtà. Il percorso di visita si snoda sui tre piani, dalla sala Acaja fino alla sala ceramiche, ricercando le coppie famose, i putti, gli amorini che scoccano dardi d’amore, i nodi di fedeltà che testimoniano legami e nobili biografie.

Un San Valentino diverso, arricchito da una interessante visita, ricercata e inedita.

Costo: 6 € per il percorso guidato + un biglietto di ingresso al museo per ogni coppia (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

Mercoledì 14 febbraio ore 16:30

LE MILLE E UNA DECLINAZIONI DELL’AMORE NELLE OPERE DEL MAO

MAO – visita guidata speciale per San Valentino

In occasione del San Valentino, Theatrum Sabaudiae propone la visita guidata tematica Le mille e una declinazioni dell’amore nelle opere del MAO.

Il percorso di visita condurrà i partecipanti alla scoperta delle opere d’arte del museo accomunate dal tema amoroso e sessuale in ambito buddhista e induista. L’apprezzamento dell’estetica delle opere del Subcontinente indiano e della Regione Himalayana andrà di pari passo con l’approfondimento di tematiche connesse alla sfera amorosa nelle sue innumerevoli sfumature, dalla castità al tantra.

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.

Informazioni e prenotazioni: 011.5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costo della visita guidata: 6 € a partecipante

Costo aggiuntivo: un biglietto di ingresso al museo per ogni coppia; ingresso gratuito per possessori di Abbonamento Musei.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio

 

Mercoledì 14 febbraio ore 18:30

ŠIROM. Musica folk pan-globale da un universo parallelo

MAO – performance nell’ambito del public program di Trad u/i zioni d’Eurasia

I Širom sono un trio sloveno che suona musica folk che sembra provenire da un universo parallelo. La loro musica unisce approcci, stili e influenze diverse. Nel repertorio di Iztok Koren, Samo Kutin e Ana Kravanja trova espressione un corpo strumentale vastissimo che attinge dalle contaminazioni dei confini fluidi del passato (viola, ocarina, mizmar, ribab, daf, balafon, guembri, banjo, ghironda, liuto, tambura brač, carillon) e si arricchisce di oggetti sonori autocostruiti. Nelle loro performance fuori dall’ordinario e a tratti sciamaniche, riecheggiano ambientazioni, luoghi e tempi lontani.

La band ha raggiunto la vetta di numerose classifiche musicali e ha calcato le scene di festival quali “Le Guess Who?” e “Rewire” (NL), Roskilde (DK), Meakusma (BE) e molti altri.

Tariffe: 15 € intero – 10 € ridotto studenti acquistabile presso la biglietteria del Museo il giorno dell’evento;

16,50 € intero (con prevendita 1,50 €) sul sito.

 

 

GIOVEDI 15 FEBBRAIO

 

Giovedì 15 febbraio ore 17:30

BONSAI: LA BELLEZZA GIAPPONESE TRA ARTE E NATURA

MAO – conferenza a cura di Massimo Bandera

Il MAO ha il piacere di ospitare giovedì 15 febbraio 2024 alle ore 17.30 un incontro con Massimo Bandera, fra i massimi bonsaisti italiani e internazionali, che introdurrà i partecipanti al mondo dei bonsai e alla suggestiva meraviglia della collezione attualmente esposta sulla terrazza del MAO.

Partendo da alcuni cenni riguardanti la storia e l’evoluzione delle tecniche necessarie alla cura del bonsai, l’attenzione si concentrerà poi sulla potatura di riequilibrio e, in particolare, sulla potatura degli aceri.

Nel bonsai, la pratica della potatura è naturalmente indispensabile per ridurre le dimensioni della pianta, ristabilendo una proporzione corretta fra chioma e radici, ma anche per stimolare la crescita di nuovi rami, lo sviluppo delle future gemme e per perfezionarne forma e stile.

Infine Bandera condurrà i partecipanti attraverso il racconto di alcuni valori estetici fondamentali per la cultura giapponese, che rappresentano veri capisaldi in ambito artistico, filosofico e letterario, fra cui il wabi – sabi, cioè l’accettazione della transitorietà, dell’impermanenza e dell’imperfezione delle cose, il mono no aware, che esprime profonda partecipazione emotiva e velata tristezza di fronte alla caducità della natura, quasi un “vibrare all’unisono con le cose”, lo yuugen, che indica il fascino delle cose che stanno in penombra, suggerite e misteriose, e lo shibui, che riassume il raffinato ideale estetico che incarna in sé sette caratteristiche fondamentali (la semplicità, l’implicito, la modestia, la serena compostezza, la naturalezza, la ruvidezza, la normalità) ed esalta ciò che è incompiuto.

Costo: € 5 a personaIngresso fino ad esaurimento posti disponibili.

 


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Il “Forte di Bard” atterra a Malpensa

Dall’ottocentesco complesso fortificato di Casa Savoia all’Aeroporto di “Milano Malpensa”, va in trasferta la mostra fotografica “Donne di terre estreme” di Caterina Borgato

Fino al 2 aprile

Sicuramente una bella idea (perché non a Caselle?) per allietare la sosta dei viaggiatori in arrivo o in transito all’Aeroporto di “Milano Malpensa”. Per tutti loro, fino al prossimo martedì 2 aprile, sarà possibile allietare l’atterraggio o ingannare l’attesa di un nuovo volo, regalando ai loro occhi e alle loro sfere emozionali la visita di una mostra fotografica di altissima suggestione. Parliamo di “Donne di terre estreme”, personale della fotografa e viaggiatrice veneziana di Mirano, Caterina Borgato, curata dal valdostano “Forte di Bard” in collaborazione con “Montura”  (marchio nato a Rovereto nel 2000 da un’idea di Roberto Giordani e diventato oggi prestigioso riferimento per tutto quanto é prodotto tecnico da montagna), che ben si inserisce – nell’ambito della partnership con “Sea Aeroporti” – nel contesto del “Terminal Arrivi Internazionali” di “Malpensa”.

In mostra leggiamo, cristallizzate in immagini di grande perfezione tecnica, storie di “terre estreme” e, insieme, di “donne estreme”. Altri mondi. Volti scolpiti nella durezza mortificante dei luoghi rappresentati, che pure lasciano spazio a increduli e improbabili sorrisi, accompagnati dalla fierezza di sguardi sospettosi ma carichi di tangibile umanità e disponibilità di accoglienza. Quello tracciato dalla Borgato è un percorso di ricerca, umano e poetico, nella realtà femminile in terre considerate geograficamente “estreme”, ai margini più remoti del nostro mondo.  “Estreme per la lontananza geografica – si legge in nota – ma anche per le condizioni ambientali e climatiche, che condizionano i gesti della vita quotidiana delle persone che le abitano”. Ecco allora, fra le tante, donne che vivono negli altipiani della Mongolia occidentale o sulla remota isola di Socotra nell’Oceano Indiano o nelle terre desertiche della Dancalia, nel Corno d’Africa. In ognuna di loro, nel loro aprirsi agli altri, nelle profondità del loro occhi, possiamo davvero leggere o scoprire o riscoprire una testimonianza dell’unione del mondo femminile che rappresenta le fondamenta e la comune liaison di queste società sconosciute e tanto lontane.

Le fotografie sono tratte dal volume “Donne di terre estreme”, la prima pubblicazione di Caterina Borgato edita da “Montura Editing” nel 2021: un’ampia antologica fotografica, frutto dei suoi numerosi viaggi e soggiorni in Yemen, Mongolia ed in Etiopia, che lei descrive come le “esperienze più intense della sua vita”. Nata da una famiglia di alpinisti e viaggiatori (e laureata in “Scienze Politiche”), la Borgato ha viaggiato anche nell’Africa sub Sahariana ed Equatoriale, in Asia, in Medio Oriente e in Sud America. Il viaggio è da lei vissuto come “scuola di umiltà” e l’incontro con l’umanità “altra” come una “preziosa ricchezza”. Dal 2004 è expert on tour per “Kel12 National Geographic Expedition”. La sua “è una professione di ricerca, studio, approfondimento e soprattutto condivisione”.

Per info: “Associazione Forte di Bard”, tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Gianni Milani

Nelle foto: parte dell’allestimento a “Malpensa” e foto di “Donne di terre estreme” di Caterina Borgato

Paesaggi, natura e città nuova mostra alla galleria d’arte Pirra

Dal  9 febbraio al 2 aprile 2024

 

“Paesaggi, natura e città” è il titolo della nuova mostra ospitata alla galleria d’arte Pirra da venerdì 9 febbraio 2024.

Il paesaggio costituisce un percorso tematico che permette di essere declinato in molti modi, a volte anche antitetici, valorizzando la natura incontaminata o il contesto urbano ed è stato scelto per questa mostra in virtù della sua vaghezza, per consentire, come presso amiamo fare, di spaziare liberamente tra i tanti nostri artisti, spesso distanti per epoca o formazione.

Tra le opere italiane spiccano una bellissima veduta dalle alture di Torino di Enrico Reycend (1855-1928), sorella di una tela di proprietà della Gam e un paesaggio futurista di Taro (1896-1974).

Saranno esposti altri dintorni torinesi e una veduta di Salerno di Edgardo Corbelli (1918-1989), oltre a una veduta di Venezia e a un lungofiume a Parigi rispettivamente di Angelo del Bon (1898-1952) e Cesare Breveglieri (1902-1948). Saranno presenti anche i non luoghi di Fernando Farulli, pittore fiorentino che partecipò alla Biennale di Venezia nel 1952 dalle violente dissonanze cromatiche.

Gli autori francesi sono rappresentati da Henry Biva (1848-1928) con l’opera “Paysage”, esposta in diverse mostre istituzionali tra cui la recente esposizione “Impressionisti. Tra sogno e colore” al Mastio della Cittadella nel 2023, Henry Maurice Cahours (1889-1974), con le incantevoli marine tra Bretagna e Normandia, e l’ormai iconica Dora Maar (1907-1997), con i suoi paesaggi astratti. In mostra anche l’opera del tedesco Ernst Liebermann (1869-1960), con un suggestivo quasi fiabesco paesaggio notturno, essendo stato egli stesso illustratore di fiabe, tra le quali quelle dei fratelli Grimm. Altre opere in mostra sono quelle degli artisti russi delle Scuole di Mosca e San Pietroburgo che, refrattari alle tematiche del regime, nel paesaggio esprimono al meglio il profondo legame con la terra madre e i grandi spazi aperti, come il loro vissuto quotidiano fatto di scorci urbani.

 

La mostra rimarrà aperta fino al 2 aprile 2024

Corso Vittorio Emanuele 82

Tel 011543393

info@galleriapirra.it

 

Mara Martellotta

Inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Accademia Albertina di Belle Arti

Martedì 6 febbraio

 

Inaugurerà martedì 6 febbraio, alle ore 17.30, presso la Sala d’Onore dell’Accademia di Belle Arti, l’Anno Accademico dell’Accademia Albertina di Belle Arti, in occasione del quale vi sarà il conferimento del diploma HC in Tecniche Performative a Marina Abramovic, e quello del titolo di Accademico d’Onore a Mita Medici. Sarà presente, in rappresentanza del Ministro dell’Università e della Ricerca Professoressa Anna Maria Bernini, Alessandra Gallone, Consigliere del Ministro per l’AFAM.

Interverranno il Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti Paola Gribaudo e il Direttore Salvo Bitonti.

L’artista Marina Abramovic parteciperà con un intervento da remoto.

 

Mara Martellotta

Malinpensa by La Telaccia, “Raccontarsi dall’ideazione all’esecuzione”

Informazione promozionale

In galleria quattro artisti a confronto: Riccardo Bedini, Dario Frascone, Domenico Giaquinto e Fabrizio Passera

 

Dal 9 al 22 maggio si terrà alla galleria Malinpensa by La Telaccia una mostra di artisti tutta al maschile, con la partecipazione di Riccardo Bedini, Dario Frascone, Domenico Giaquinto e Fabrizio Passera.

L’artista Riccardo Bedini si avvale di materiali riciclati per realizzare le sue opere scultoree, rivelando una sensibilità creativa ricca di inesauribile virtù espressiva che è capace di comunicare al fruitore esprimendo concetti profondi le complesse condizioni del vivere e degli stati d’animo.

Le sue sculture sono frutto di meditazione e dal forte significato umano, sociale e ambientale. Nascono non solo dallo studio e da una costruzione attenta, ma anche dalle emozioni e dal sentimento di un artista, puro e sincero, che indaga la realtà e interpreta la materia con una forte interiorità. Affidarsi al recupero dei materiali quali ferro, plastica, legno, vetro e lana per l’artista Riccardo Bedini rappresenta un atto di vera importanza contenutistica, tanto da stabilire nel suo percorso risultati assolutamente originali che testimoniano un’autenticità espressiva. Diversi elementi fra loro rappresentati si intrecciano in un gioco armonioso dove la materia, sempre più mutevole nel soggetto, vive ben strutturata in un rigoroso equilibrio delle forme e in una efficace simmetria dei volumi, capace di rendere l’opera palpitante di energia. Il connubio coinvolgente della sostanza materica con gli acrilici e la resina dà vita a una evidente intensità cromatica, esaltando la scultura di effetti unici e suggestivi che entrano in perfetta armonia nell’opera, caratterizzandola sapientemente. La costante indagine per i materiali, a cui l’artista ridà nuova vita, è di fondamentale importanza per il suo iter, tanto da raggiungere livelli di reale contemporaneità all’insegna di un linguaggio inventivo e compositivo che richiama l’attenzione dello spettatore. Le sue opere sono modellate con sintesi formale e intensità espressiva e sono intrise di analisi, di potenza concettuale e di un forte messaggio di comunicazione che si carica di lirismo. Trasformare oggetti e materiali comuni per fargli assumere un valore, che va al di là del fascino indiscutibile dal punto di vista estetico, è il significato principale del suo fare arte in senso fortemente spirituale. Riccardo Bedini esprime con un totale impegno di elaborazione e con una continua ricerca, una propria capacità tecnica in cui dimostra di saper coniugare tradizione e innovazione in un divenire di passionalità e di stile che scuote l’animo e la vista dell’osservatore.

Un artista diverso ma egualmente intenso è Dario Frascone. La ricerca per l’artista Dario Frascone è di fondamentale importanza nel suo iter. Egli fa compiere all’osservatore un viaggio iniziatico fantastico tra realtà e irrealtà in cui immagini animate da ritmi formali, luci e spazi vivono magistralmente attraverso una composizione del tutto originale, pregnante di meditazione. Le sue opere, disegnate a mano e poi successivamente sviluppate in digitale con l’ausilio del computer, sono intrise di messaggi ricorrenti e di costanti aspetti simbolici che rappresentano la società in cui viviamo e il suo stato d’animo. Ogni soggetto vive di una contemporaneità suggestiva realizzata con riflessione e notevole tensione spirituale che rispecchia il senso e il non senso della vita moderna. Ogni dettaglio è descritto con una valida rispondenza estetica che evidenzia anche una scelta del colore piuttosto estrosa e vivace. Unione e sovrapposizione di varie scene di vita e di significati simbolici rivelano una compositiva autonoma e personale carica di un’atmosfera incantata dove tutto, nell’opera, si veste di intensità espressiva. Il colore è vivo e dinamico, la capacità tecnica notevole, le quali, unite ad una chiara simbologia, esprimono un impeto creativo evidente.

 

Attraverso una particolare vitalità formale e un acceso cromatismo, Dario Frascone ci propone memorie, aspetti di vita reale e sogni che cristallizzano, all’interno dell’opera, una narrativa completa all’insegna di un linguaggio universale ricco di valori e di sincerità espressiva. Nei suoi soggetti si coglie un gioco di luci e di colori, di forme di chiara impronta personale sempre segnata da una ricerca mai interrotta e da una chiarezza di comunicazione. Dario Frascone è portatore di messaggi e contenuti e realizza le sue opere digitali con notevole equilibrio formale e con piacevoli effetti visivi, segno di uno stile inconfondibile e di un percorso dettato da una composizione contraddistinta da equilibrio, che esercita interesse nell’osservatore.

Il terzo artista in mostra è Domenico Giaquinto, per il quale la materia è l’assoluta protagonista che egli conosce profondamente e che evidenzia con una dinamica strutturale e una resa formale di notevole temperamento. La sua tecnica policroma, ottenuta dall’utilizzo di piccole tessere in gesso dalla forma quadrata, rappresenta un processo creativo originale che si serve di una elaborazione rigorosa, supportata da sapienza compositiva e dallo stile unico.

L’intervento della sabbia dei vari frammenti di vetro, che l’artista fissa magistralmente sulla tela e sulla tavola mediante un meticoloso lavoro, si alterna al gioco cromatico di forte espressività. Con mano sicura e un notevole impegno per il dettaglio, Giaquinto mostra, al fine di comporre i suoi soggetti figurativi, una continua ricerca impregnata di significato e di necessità interiore. Si tratta di una dimensione carica di comunicazione che palpita di un’unità creativa e una personalità artistica inimitabile. L’attenzione e il rispetto verso l’esistenza umana, soprattutto femminile, lo vede particolarmente sensibile e gli permette di offrire ai suoi lettori un’arte costantemente intrisa di valori profondi e di messaggi contenutistici di intenso coinvolgimento. La scansione ritmica della materia, gli accordi cromatici e l’atmosfera armonica chiaroscurale si strutturano magistralmente nei suoi altorilievi, tanto da rivelare una continua dialettica compositiva altamente suggestiva, che trasmette al fruitore un’ampia riflessione. L’equilibrio tra gli elementi materici e il fascino del colore crea un percorso di assoluta indipendenza e di libertà interpretativa, da cui scaturisce una ricerca sincera che mantiene costanti il suo linguaggio e il suo stile. Le figure femminili, i volti e le loro capigliatura vibrano di un’intensa poesia e di serenità, regalandoci sensazioni piene di vita e ricchezza emotiva. Quello dell’artista Domenico Giaquinto è un dialogo che privilegia il tema della figura umana e del suo vissuto, cogliendo l’intima essenza della realtà del soggetto, tanto da raggiungere risultati di chiara interpretazione e immediatezza formale, all’insegna di un’arte ricca di sensazioni e emozioni.

Ultimo, ma non meno importante artista in mostra, è Fabrizio Passera, che riesce a creare nella sua scena fotografica un grande equilibrio compositivo e un potente dinamismo di pieni e di vuoti che vivono in armonia tra loro sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto quello concettuale, indice di un’evidente padronanza e di un’indagine continua.

In una serie di fotografie, scattate all’interno di una ex fabbrica di elettrodomestici della seconda metà del Novecento, ha rappresentato un ampio impianto di produzione ormai dismesso, e narra di una panoramica sulla nuova identità dove la natura si sta riappropriando dello spazio sottratto dalla cementificazione. L’elemento mutevole ed essenziale della luce, con le sue suggestive variazioni tonali e chiaroscurali, attraversa nel soggetto un autentico processo naturale, a volte spirituale, che si caratterizza dalla temporalità. L’artista Fabrizio Passera mette in campo fughe dritte e profonde accanto alla potenza della prospettiva, che va oltre l’immagine stessa e la cromia desaturata, sfumata e pacata, ma sempre incisiva, che evidenzia uno stile unico, molto personale e ben riconoscibile. Ombre e luci comunicano in una dimensione volumetrica movimentata da una spazialità e da una linearità che oltrepassano i confini dell’obbiettivo, e trasmettono al fruitore una fotografia altamente personale, intrisa di unicità. La sua fotografia, legata alle sezioni verticali e orizzontali, e alla purezza del colore, viene condotta con grande naturalezza e un impianto compositivo che esalta il contenuto del soggetto. Gli scatti fotografici sono realizzati con lunghi tempi di esposizione, e consentono all’artista di muovere l’apparecchio mentre registra l’immagine, producendo nella foto un’atmosfera sospesa tra la realtà e l’astrazione, in cui la compenetrazione tra i soggetti, trova risultati di notevole effetto che rendono ancora più significativa la sua arte. Passera, affascinato dalle architetture e dagli spazi urbani e sugli effetti che questi producono sul paesaggio, sia a livello ambientale, sociale e umano conduce una ricerca attenta di studio e di analisi. La sua è un’espressione di particolare significato e impegno totale che dimostra creatività e sensibilità profonda.

 

Mara Martellotta

I macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia

 Protagonisti di una mostra al Mastio della cittadella, aperta fino ad aprile

 

Al Mastio della cittadella ha aperto lo scorso 3 febbraio la mostra intitolata “I macchiaioli e la pittura en plein air tra Francia e Italia”.

Prodotta da Navigare srl con il patrocinio della Regione Piemonte e Città di Torino e con la collaborazione di AICS, l’esposizione riunisce circa novanta dipinti a olio e acquerelli di trenta artisti prevalentemente italiani, con alcune opere di artisti francesi, provenienti da collezioni private e da quella di Palazzo Foresti di Carpi.

L’esposizione vuole evidenziare e studiare la nascita e l’evoluzione della pittura dei macchiaioli nei suoi diversi aspetti, mettendo in risalto le origini e le ragioni di questa importante rivoluzione artistica, i suoi sviluppi e la sua eredità. Obiettivo della mostra è quello di indagare i protagonisti e l’evoluzione di questo movimento, fondamentale per la nascita della pittura italiana contemporanea.

Tra i trenta artisti in mostra, prevalentemente italiani, figurano Cabianca, Fattori, Signorini, De Tivoli e Boldini, accanto ad opere di artisti francesi quali Troyon, Rousseau, Daubigny, Dupré, Millet e Corot, che narrano la storia della pittura macchiaiola tra Toscana, Campania, Piemonte e Francia.

L’esposizione, suddivisa in dieci tematiche, propone un percorso che racconta l’evoluzione del movimento artistico nel contesto europeo e italiano, i suoi rapporti con il realismo della pittura en plein air della scuola francese di Barbizon, quelli con i paesaggisti della scuola napoletana e quelli con la Scuola di Rivara, in Piemonte, dove fu proprio casa Savoia a incentivare la pittura paesaggistica. Tra i temi figura anche l’arte della caricatura alla quale si dedicarono gli artisti che si riunivano intorno al caffè Michelangiolo di Firenze, il primo caffè letterario della città toscana, nato nel 1848, in pieno fermento risorgimentale.

Tra le opere caricaturali ricordiamo quelle di Telemaco Signorini, Angiolo Tricca, Eugenio Cecconi e Vito d’Ancona. A concludere il percorso un tema dedicato all’eredità dei macchiaioli.

Un legame che viene esaminato è quello dei macchiaioli e della fotografia, non solo vista come rivale pericolosa della pittura, ma utilizzata per osservare i contrasti tra luce e ombra nei soggetti di tipo storico, letterario, fino alla tematica del lavoro nei campi e alle scene di vita quotidiana.

Un altro legame che viene approfondito è quello con l’Impressionismo. Silvestro Lega si dimostrò ben disposto verso gli artisti francesi, mentre Giovanni Fattori definì le ombre blu, caratteristica di Signorini, e gli sfondi arancio e rosso tipici di Costa Romano “Cosa vecchia. Nulla di nuovo sotto il sole”.

La mostra è curata dalla storica dell’arte Simona Bartolena ed è ospitata nella struttura affidata a Difesa Servizi, la partecipata del Ministero della Difesa che si occupa della valorizzazione degli asset del Dicastero.

 

La mostra è visitabile al Mastio della Cittadella fino al 1 aprile prossimo

Aperta da lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30, nel weekend dalle 9.30 alle 20.

Ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura.

 

MARA MARTELLOTTA

Antonio Galano. Un pittore da riscoprire

Lodevole retrospettiva, al “Collegio San Giuseppe” di Torino, dedicata all’artista di origini pugliesi “sospeso tra Sud e Nord”

Fino all’8 febbraio

La “Torino dell’arte” non è mai stata troppo generosa e attenta, come invece avrebbe dovuto essere, nei confronti dell’attività pittorica di Antonio Galano, artista pugliese originario di Foggia (1911 – 1970), trasferitosi sotto la Mole alla fine degli anni Quaranta, “con un vivace bagaglio di immagini e colori della sua terra”. A rimediare alle dimenticanze di una città che fra gli anni ’50 e ‘60 smaniava appresso tendenze di avanguardie e post-avanguardie sopraggiunte in forza da Paesi d’oltralpe e d’oltreoceano, è indubbiamente lodevole l’iniziativa del “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, a Torino (sempre più prestigioso spazio espositivo, oltreché riferimento didattico di alto livello per la Città) che a Galano ha inteso dedicare, fino giovedì 8 febbraio, un’interessante retrospettiva (la prima, dopo oltre cinquant’anni dalla sua scomparsa), promossa dalle figlie Enza e Teresa, con la curatela di Giulia Caffaro. Significativo il titolo della rassegna, “Un pittore sospeso tra Sud e Nord”, che presenta 23 dipinti della “Collezione privata Galano”, articolati nelle tre sezioni “Scorci del Sud”“Ritratti” e “Scorci del Nord”. In tutti è ben chiaro il valore di un pittore onesto, assolutamente credibile, votato alle regole di un “figurativo” appreso alla “Scuola di Belle Arti” (fondata a Napoli dal maestro – suo compaesano – Nicola Parisi) capace però di piacevolmente scivolare in irrequiete pagine d’impronta post-impressionista in quell’uso rapido e bizzarro del segno indefinito e di colori lasciati volentieri liberi di esprimere piacevoli e poetiche sensazioni legate ai soggetti affrontati. Quando Galano approda a Torino (in “valigia” le assolate visioni delle “piane” e dei “paesaggi” e della “gente” di Puglia, dono artistico a quel Nord che presto imparerà ad amare nelle sue “piazze” e nei suoi “portici” e nei suoi “mercati”, come nelle sue “colline”, nei suoi verdi “scorci boschivi” e nelle sue magiche “montagne”), troverà un, forse inaspettato, incontenibile fermento culturale, un milieu artistico legato alle figure di Felice Casorati, pittore, e di Luigi Carluccio, critico e gallerista a “La Bussola” insieme alla galleria “Notizie” di Luciano Pistoi, cui si deve la riscoperta del “Secondo Futurismo torinese” e dell’ “Informale” europeo e americano fino allo sbarco sotto la Mole – pigmalioni il gallerista Sperone e il critico Celant – del Gruppo dell’ “Arte Povera”  celebrata dai vari PistolettoMerzGilardiPaoliniPenone e altri. Tutto questo urlato “vociare” lo destabilizza non poco. Cerca di carpirne le “filosofie” e le “motivazioni”, ma con onestà non se la sente di svicolare dai suoi “principi” e capisce con tristezza che, “per i pittori ‘tradizionalisti’ come lui, è rimasto poco spazio nel ‘magma artistico’ della grande ripresa italiana”. Si prende, quindi, una piccola “pausa di riflessione”, ritirandosi a vita privata , “per poi tornare – sottolinea Giulia Caffaro – sulla scena artistica piemontese qualche anno più tardi, con una tecnica pittorica più raffinata, post-impressionista, lirica e narrativa. Nel suo studio paesaggi naturali e abitati hanno il pregio di una realtà viva, piacevole, senza enfasi né retorica. Si tratta di brevi e semplici racconti suggeriti dalla natura e dagli angoli dei centri urbani, macchie colme di colore e di calore, miscelate senza contorni netti”. Assolutamente piacevole quell’“Ombra e luci di Porta Palazzo”, olio su tela del ’68, dove il soggetto appare frammentato in mille rivoli di colore, fra antiche mura, palazzi, piccole quotidiane realtà osservate dall’alto dal cinquecentesco cupolone della “Chiesa di Santa Croce” posta a ridosso della “Galleria Umberto I”; colori che ancora mantengono il calore del Sud (“Dopo la messa”, 1959), pur appropriandosi di più umbratili tonalità proprie della terra d’adozione, come in “Melodia del bosco” (1967) o nel fontanesiano “Al calar del sole” del 1965. E poi i “Ritratti”, figure “che paiono scolpite nel tempo e nella fatica” o che esplodono nell’eccentricità del “Giovanotto” (1960), fino a sbizzarrirsi in un frenetico gioco espressionista nello “Sciuscià” (sempre del ’60). Al termine del percorso espositivo, a salutarci è un ritratto a lui dedicato nel ’61 da Salvatore Scognamiglio, fra gli amici del “Gruppo Nazionale degli Artisti Autonomi” (“G.N.A.A.”), costituito a Foggia e dal ’68 diventato realtà torinese: memoria di un uomo e di un pittore che ha fatto dell’onestà morale e artistica, “in un’epoca – per dirla con un signor critico, quale fu Vittorio Bottino – piena di bari e di traditori dell’arte”, il suo primo obiettivo di vita.

Gianni Milani

“Antonio Galano. Un pittore sospeso tra Sud e Nord”

Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250 o www.collegiosangiuseppe.it

Fino a giovedì 8 febbraio

Orari: lun. – ven. 10,30/12,30 – 16,30-18,30; sab. 10/12

Nelle foto:

–       “Ombre e luci a Porta Palazzo”, olio su tela, 1965

–       “Dopo la messa”, olio su tela, 1959

–       “Al calar del sole”, olio su tela, 1965

–       “Giovanotto”, olio su tela, 1960

L’arte di Fernanda Core, “Dove porta la neve”

Inaugura sabato 3 febbraio alle ore 16,30, nella Manica Lunga del Castello di Casale Monferrato,  la mostra di oli, acquerelli, acrilici, guache e disegni su carta tinta, nonché  illustrazioni della pittrice Fernanda Core, dal titolo DOVE PORTA LA NEVE. 

Come afferma la critica Giuliana Bussola nella sua bella presentazione, “….è  chiaro il fascino subìto da Caspar David Friedrich,  con cui la pittrice  sente affinità  elettiva, riguardo lo stupore che deriva dalla contemplazione del creato. Ma il suo cammino personale procede diversamente, poiché  non unisce, come il grande pittore romantico, l’attrazione allo sgomento, al terrore  derivato dalla inaccessibilità  della natura aldilà  della comprensione  umana. La contemplazione  della pittrice infatti si risolve nella scoperta di una ottimistica comunione tra uomo e creato.

E più  avanti: “…le tante citazioni del pittore romantico tedesco,  di Segantini,  e in altre occasioni di Piero della Francesca denotano  il desiderio di mantenere la memoria dell’arte del passato, che non richiede  di essere esclusiva dei grandi artisti, ma deve essere linfa e stimolo di una ripresa creatrice, confermando in tal modo l’indissolubile unione di forma e contenuto, di Idea e Mestiere….”

E ancora: “A dimostrazione della perizia anche nel disegno, sono presenti in mostra le chine originali,  gli oli e gli acquerelli che compongono le illustrazioni del libro per bambini “LA GALLINELLA ROSSA DI MAGNEAZ ” il cui testo è costituito da una antica fiaba della tradizione orale della Val d’Ayas,  raccolta  e tradotta dal patois dalla storica maestra del paese,  Anna Brunod, e illustrata e impaginata da Fernanda Core.

Questa mostra personale segna il ritorno della pittrice a Casale Monferrato, e al Castello, dopo l’esposizione fatta insieme alla madre, anch’essa  pittrice,  nel 2016.

Ma qui sono la neve e le montagne a essere protagoniste.  Quella montagna che inspira un sentimento che non ha un nome  nella nostra lingua, ma che si può  definire “senso di intimità” , tra la natura e se stessi, o che proviamo guardando le casette silenziose dalle finestre  illuminate, o al calore delle stufe, dei camini e dell’accoglienza.

Fernanda Core ha studio sia a Casale  Monferrato che a Milano. In qualità  di grafica ha fatto parte del gruppo milanese  Humor Graphic, come  fumettista w vignettista ha preso parte a numerose  rassegne,  come la Biennale di Lucca, Treviso Comics, la Biennale dell’umorismo  di Ferrara, partecipando a prestigiose esposizioni, quali a Palazzo Braschi a Roma, Palazzo  di Re Enzo e Artefiera a Bologna, alla Triennale e Museo Archeologico  a Milano, e ha collaborato con varie testate. Fra le personali come pittrice ricordiamo Milano al Consolato degli Stati Uniti, e da Arter, in Monferrato al Teatro Municipale,  al Castello di Casale Monferrato e  a Villa Vidua a Conzano, ad Asti al teatro Alfieri.  e per il cinquecentenario della morte di Piero della  Francesca  a Sansepolcro e ad Arezzo. Ha inoltre  esposto in Olanda, Svizzera, e presso la Galerie Alphaflor di Friburgo  in Germania.

La mostra DOVE PORTA LA NEVE sarà  visitabile dal 3 al 25 febbraio il venerdì  ore 15,00/19,00.

Sabato e domenica  10,00/13 – 15,00/19 Castello di Casale  Monferrato

Parte dal Forte di Bard il tour di “Wildlife Photographer of the Year 2023”

La natura e i suoi protagonisti. In un click le migliori foto del 2023

59esima edizione. Fra i vincitori anche la piccola torinese Ekaterina Bee

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Bard (Aosta)

Un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, che si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi anch’esse dorate e a piccole strisce multicolori: siamo di fronte a uno spettacolo naturale in grado di ricordarci quanto sia grande e inattesa la bellezza del Creato, in ogni sua più piccola e vitale espressione. Ma siamo anche di fronte alla grandezza di una foto e di un “maestro” della fotografia capace di cristallizzare, nell’attimo che conta, quella meraviglia che d’improvviso si mostra ai suoi occhi per donarla a tutti noi. “The golden horseshoe è la foto vincitrice in assoluto della 59esima edizione di “Wildlife Photographer of the Year”, il più datato (1964) e prestigioso riconoscimento dedicato alla “fotografia naturalistica”, promosso dal “Natural History Museum” di Londra. E l’artista che la firma (“fotografo naturalista dell’anno 2023”) è il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021.

“Wildlife Photographer of the Year” fornisce “una piattaforma globale” che mette in mostra alcuni dei migliori talenti della fotografia provenienti da tutto il mondo da quasi 60 anni. Le immagini premiate (e giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica raccontando e indicando possibilmente un futuro a difesa del Pianeta) intraprendono un “tour internazionale” che sarà visto nel complesso da oltre un milione di persone. Per l’Italia la prima tappa è nelle Sale delle Cannoniere al “Forte di Bard”, dove gli scatti premiati nelle 17 categorie saranno presentati, da sabato 3 febbraio a domenica 2 giugno, in un suggestivo allestimento all’interno di light panels (pannelli retroilluminati) capaci di renderli ancora più emozionanti.

Le cifre: sono 49.957 le iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza, provenienti da 95 Paesi, registrate nel concorso di quest’anno e scattate nel corso dell’anno appena concluso.

Accanto alla foto vincitrice del francese Ballesta, altro scatto decisamente curioso e intrigante è quello dell’israeliano Carmel Bechler, vincitore del “Young Wildlife Photographer of the Year 2023”, con l’immagine “Owls’ road house” che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino ad una strada trafficata. L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito. Occhi e mani al servizio di indubbie capacità tecniche e anima attenta alle voci di un’intensa emozionalità.

Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (abruzzese di Montesilvano, menzione speciale nella sezione “Photojournalism”), i romani Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione “Zone Umide”) e Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria “Talento naturale”) e il milanese Pietro Formis (menzione speciale nella sezione “Ritratti animali”).

Un plauso speciale e (lo confesso) di parte, per l’undicenne torinese Ekaterina Bee (premiata nella categoria 11-14 anni) e già vincitrice del “Wildlife Photographer of the Year 2022” (nella categoria fino ai 10 anni). Titolo della foto presentata quest’anno: “Out of the blue”. Su una barca nelle acque dell’isola di Skye (Scozia), l’isola più grande dell’arcipelago britannico delle Ebridi, Ekaterina ritrae con sorprendente e rapida abilità, attraverso i varchi creati dal pacato ondeggiare delle acque, l’elegante scivolare di una coppia di “delfini tursiopi” men che meno, in questo caso, “acrobati dei mari”, ma placide creature alla ricerca – pare – della migliore posizione per permettere ad Ekaterina di scattare una foto davvero “da incorniciare”.

 

Gianni Milani

 

“Wildlife Photographer of the Year”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Orari: Mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

 

Nelle foto:

–       Laurent Ballesta: “The golden horseshoe”, 2023

–       Carmel Bechler: “Owls’ road house”, 2023

–       Ekaterina Bee: “Out of the blue”, 2023