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Opera Viva Barriera di Milano, Luisa Turuani: Ma non è questo il giorno (2020)

Flashback, l’arte è tutta contemporanea presenta:  The flashback special project Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto

Luisa Turuani
Ma non è questo il giorno (2020)

Inaugurazione in diretta Facebook (@flashbackfair)
Mercoledì 16 dicembre, ore 18.30

Mercoledì 16 dicembre alle ore 18.30 in diretta Facebook  @flashbackfair – da piazza Bottesini a Torino si inaugura l’ottavo manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d’arte Flashback: Ma non è questo il giorno (2020) di Luisa Turuani.

Il tema della fiera Flashback è Ludens, ispirato al racconto di fantascienza La variante dell’Unicorno di Roger Zelazny e all’opera di Johan Huizinga: il gioco inteso dunque come fondamento della vita umana e della creatività, come approccio fondamentale per la ricostruzione continua del mondo e come attività sacra.

Quest’anno il progetto Opera Viva Barriera di Milano, che solitamente terminava con la fine della fiera in presenza al Pala Alpitour, si è esteso nel tempo – grazie al sostegno delle istituzioni pubbliche e private torinesi – con altre due opere, quella di Gianmarco Cugusi presentata il 25 novembre e quella di Luisa Turuani, che si sono classificate subito dopo i due vincitori della open call (Noura Tafeche e Luigi Presicce) nella valutazione della giuria.

L’opera di Luisa Turuani è parte di una “performance a tempo variabile”: il gelato si scioglie lentamente, cola lungo il braccio, i colori si mescolano e si sovrappongono. Il riferimento alla Statua della Libertà rimanda a un’idea di liberazione, mentre l’evento dello ‘scioglimento’ segnala una sorta di paralisi ironica, di tragedia che non si innesca e che continuamente si ripiega su sé stessa. Si genera così una tensione sottile tra dramma e ironia, tra azione e inazione.

Quella di Turuani è un’immagine sul tempo e fatta di tempo, sullo scorrere del tempo e sul suo fermarsi, sul suo cristallizzarsi: il tempo come durata ma anche come attimo, come sospensione metafisica, come immagine fissa che comprende e non contiene un’azione, un protrarsi.

Come scrive l’autrice nella sua presentazione del manifesto: “L’azione si rivolge a un vicolo cieco, nessuno verrà, ma nel caso in cui qualcuno dovesse arrivare non vorrebbe essere lì. Nulla accade se non l’evidenza del tempo che passa, la gloriosa maestà del piacere di essere ora.”

Luisa Turuani (Milano, 1992) vive e lavora a Milano. Dopo aver studiato scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, Luisa Turuani indaga la natura umana per mezzo dei desideri che l’uomo investe sugli oggetti. Recenti mostre personali e collettive includono: Domani Qui Oggi, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Artagon Live, Parigi, 2019; GQ-Passion for the path of art, Cardi Gallery, Milano, 2019; BienNoLo, Milano, 2019; UKYA City Take Over, Nottingham, 2019; Non sto più nella pelle, Brescia, 2019; Vanno e vengono dalle mie mani, riss(e), Varese, 2018; Tirarsi fuori, P420 Gallery, Bologna, 2017, Artagon III, Parigi, 2017. Ha partecipato a numerosi premi: nel 2019 è tra i vincitori del Premio AccadeMibact, del Premio O.R.A. ed è finalista del Premio Laguna; lo stesso anno vince il Premio Combat per la sezione video. Nel 2018 vince il Premio Nocivelli ed è finalista al Premio Fabbri e al Premio Arteam.

Alla scoperta del Cimitero Monumentale in diretta streaming tra fede e arte

Un evento esclusivo in cui a guidarci, in diretta streaming, saranno alcuni esponenti delle diverse Comunità religiose di Torino.

Il Cimitero Monumentale di Torino racchiude un prestigioso patrimonio storico – artistico e,
come molti altri siti analoghi, rientra tra le mete turistiche degli amanti dell’arte e della storia.
Gli Altri culti è il titolo con cui vogliamo proporvi una serie di appuntamenti online alla scoperta
dei riti acattolici, delle sepolture di interesse artistico e dei personaggi di rilievo presenti.
Un evento esclusivo in cui a guidarci, in diretta streaming, saranno alcuni esponenti delle diverse
Comunità religiose di Torino.

 

Domenica 13 dicembre ore 18.00
Conoscere il Cimitero evangelico del Monumentale di Torino
Il cimitero evangelico, già denominato acattolico, è memoria della storia dolorosa del popolo
valdese e della sua discriminazione in materia di fede cristiana.
Non è però solo questo perché raccoglie anche la presenza di stranieri di religione riformata
trasferiti a Torino o per aprire fabbriche e laboratori, o di militari in servizio presso la corte
Sabauda.
Tra le sepolture che andremo ad illustrare anche la presenza di alcuni militari britannici morti a
Torino per una epidemia.

Prenotazione obbligatoria al 011.5211788 – info@arteintorino.com
Costo: 5€ a partecipante; 8€ per l’acquisto di due appuntamenti.

Pagamento anticipato obbligatorio tramite Paypal o bonifico bancario
Coloro che parteciperanno alle visite guidate online potranno usufruire di uno sconto per le nostre
visite in presenza svolte al Cimitero Monumentale.

L’appuntamento sarà annullato in caso di mancato raggiungimento del numero minimo.
Diretta streaming attraverso piattaforma Gotomeeting.

Progetto a cura di Theatrum Sabaudiae Torino
Con il supporto di AFC Torino SpA – Ufficio Eventi e Valorizzazione cimiteri Torino
Introduzione a cura di Emanuela Moroni Guida e Accompagnatrice turistica.
https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html

I tarocchi di Serena Zanardo

Il progetto, nato oltre un anno fa da un’idea della pittrice Serena Zanardo e sviluppato in
collaborazione con Luigi Castagna (titolare della galleria “ Arte per Voi” di Avigliana), consistente nella realizzazione di due mazzi di tarocchi artistici (ciascuno corredato da un libretto di ‘suggerimenti’ per gli addetti ai lavori), è stato finalmente portato a termine.
Scrive tra l’altro il critico Carlo Burdet a proposito delle opere: “Che i tarocchi siano stati interpretati
come le pagine di un libro in via di ‘assemblaggio’ è vero, perché è così che, cambiandone sul
tavolo l’ordine, varia anche l’interpretazione di chi li legge. Che si possa fare questo da proposte
completamente diverse dagli stilemi classici, Serena Zanardo lo prova con una certa sicurezza
almeno queste due volte. Nascono così le carte delle Stagioni e quelle della Rinascita.
I tarocchi della Rinascita trovano nelle farfalle le figure emblematiche del loro essere mentre quelli delle Stagioni offrono a volte in dettagli figurativi quasi zoomati le loro suggestioni.
Per il resto anche i Tarocchi di Serena Zanardo si basano sullo stesso numero di quelli classici dei
quali osano tradurre le figure emblematiche con immagini mai prima d’ora raccontate. Così, come
tra le figure fantasiose di una ‘Scuola di Samba’ del Carnevale di Rio de Janeiro, allora, anche i
delicati sfumati di queste tessere cromatiche trovano la loro vitalità… ma non sarà facile per chi,
gettate sul tavolo le carte, dovrà interpretare gli accordi e le assonanze loro, non perdersi tra le
suggestioni visive alle quali l’artista induce con la sua creatività, pur se non ha esitato a intitolare e
dare la descrizione di ogni pezzo. Quelli perciò rimangono lì, delicati e forse un po’ ambigui, a
ritrattare per l’artista attimi di osservazione da riferire ai suoi lettori con il fascino di una prima
lettura…” I due mazzi “ Tarocchi della Rinascita” e “Tarocchi delle Stagioni”, realizzati da Serena Zanardo sono composti ciascuno di 78 carte (22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori), sono stati pubblicati in lingua italiana e in lingua inglese dalla Casa Editrice “LAlbero” e sono ora disponibili per la visione e l’acquisto.
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Per informazioni e/o acquisti visitate i siti web:
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https://artepervoi.it
·
https://shop.edizionilalbero.it/it/10-carte divinatorie
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oppure inviate un’e-mail a:
·
lcastagna@artepervoi.it
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serealain@gmail.com

L’anima della metropoli nelle opere di Daniela Borla

“L’anima della città dialoga con una spiritualità propria”.

In mostra alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia alcune opere dell’artista Daniela Borla, dedicate alla metropoli contemporanea

Le città contemporanee e il loro rapporto con l’uomo rappresenta un tema tanto più d’attualità in questi tempi in cui le persone si sono dovute confrontare con una spesso forzata vita di stampo cittadino. La città e la sua anima, in continuo dialogo con l’animo umano, costituisce il fil rouge della personale che all’artista Daniela Borla dedica la galleria d’arte torinese Malinpensa  by la  Telaccia, in corso Inghilterra 51, fino al 10 dicembre prossimo.

L’artista eporediese ha da sempre coltivato la passione per la pittura parallelamente a quella per la ceramica. I soggetti delle sue opere sono, soprattutto, di carattere urbanistico e evidenziano l’uomo come costruttore del suo ambiente. Si tratta di metropoli,cantieri, porti, in cui è immediata la percezione della presenza dell’uomo e della sua fatica, pur senza mai raffigurare il soggetto umano. Sono opere di chiara evidenza narrativa e capaci di svilupparsi all’interno dei confini di un linguaggio pittorico autonomo, che risulta scandito da un’attenzione particolare resa al mondo spirituale e al valore dell’esistenza umana.

I lavori pittorici di Daniela Borla dimostrano un virtuosismo tecnico unito ad una forte resa cromatica, all’interno di una capacità sicura di sintesi, che si lega sempre ad un simbolismoricco di valenze formali. L’artista dimostra, nelle sue opere, unraffinato grado di elaborazione nella stesura materica dell’acrilico, su tela di canapa. Si possono, così, ammirare vedute urbane in cui emerge il tratto figurativo moderno, accompagnato da fantasia e innovazione, sempre in una cornice molto attenta ai valori sociali ed umani.

La materia dei suoi quadri non è mai ferma, ma sempre in movimento, e l’artista, attraverso la tematica scelta, la città,affronta il cuore della natura umana e dei suoi valori e disvalori, dei suoi aspetti positivi e delle sue contraddizioni. Lo sguardo di Daniela Borla nei confronti della realtà, che traduce sulla tela, appare disincantato e al tempo stesso sincero, privo di alcun compiacimento, realista e capace di aprire ad una esperienza pittorica di arricchimento per il fruitore delle sue opere.

Mara Martellotta 

 

Alla scoperta del museo che non c’è

Esposti per la prima volta insieme, 70 capolavori della collezione De Fornaris inaugurano il nuovo Museo Virtuale della Fondazione

In quasi quarant’anni di attività nel mondo dell’arte, la Fondazione De Fornaris non ha mai potuto disporre di un proprio museo “fisico”, nel quale esporre in modo permanente la sua ricca collezione.

Nasce da qui l’ambizione di progettare da zero “Il Museo che non c’è”: un innovativo museo virtuale che presenta,
valorizza e rende accessibili a tutti le opere più preziose della Fondazione. Uno dei pochissimi esempi al
mondo di museo non presente nella realtà, ma progettato appositamente per essere visitato e apprezzato
solo sul web.

La collezione De Fornaris vanta migliaia tra dipinti, sculture, installazioni e raccolte di grafica, con capolavori
di autori di primissimo piano dall’Ottocento a oggi: da Hayez a Morbelli e Pellizza da Volpedo, da de Chirico a
Morandi e Casorati, da Burri a Carol Rama e Paolini, fino a Merz, Pistoletto e Penone. Per statuto le opere
vengono date in comodato gratuito alla GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino,
che le espone a rotazione e solo per periodi limitati. La Fondazione De Fornaris, presieduta da Piergiorgio Re,
avrà ora un proprio museo: il progetto ha subito un’accelerazione e acquisito maggiore rilevanza durante il
periodo di lockdown, che ha mutato gli scenari mondiali anche per quanto riguarda le realtà museali.

Il Museo Virtuale De Fornaris è stato realizzato da Infinity Reply, società del Gruppo Reply specializzata nella
progettazione e sviluppo di contenuti e applicazioni 3D interattive, con l’utilizzo di tecnologie 3D di ultima
generazione. Grazie a queste, si è ricreata, in un contesto museale che richiama l’architettura della GAM,
un’esperienza di visita il più simile possibile a quella reale. Le opere del museo virtuale sono presentate con
criteri scientifici a cura di Riccardo Passoni, direttore della GAM e presidente della Commissione Artistica
della Fondazione De Fornaris.

“Oggi le nuove tecnologie sono sempre più al servizio dell’arte. Per noi rappresenta quindi un grande motivo
di orgoglio inaugurare un innovativo museo virtuale, “Il Museo che non c’è”, grazie al quale la Fondazione De
Fornaris potrà presentare la sua prestigiosa collezione al mondo – dichiara il presidente Piergiorgio Re – Si
permetterà così a studiosi e appassionati di scoprire anche da remoto i suoi capolavori grazie all’utilizzo del
3D e della realtà virtuale”.

Sono 6 le sale visitabili dagli utenti, che possono accedere al Museo attraverso un vero e proprio atrio e
ammirare anche le opere poste all’esterno dell’edificio, come In limine di Giuseppe Penone. La Sala 1 è un
omaggio al mecenate, artista e collezionista Ettore De Fornaris e racchiude una serie di opere a lui
appartenute, tra cui Novembre di Antonio Fontanesi. La Sala 2 è dedicata all’Ottocento e ai primissimi anni
del Novecento e comprende opere come L’Angelo Annunziatore di Francesco Hayez e L’Amore nella vita di

Giuseppe Pellizza Da Volpedo. La Sala 3 si concentra sui protagonisti dell’arte italiana della prima metà del
Novecento e avvia il percorso con una serie di ritratti femminili pre-futuristi di Balla e Boccioni.

Nella Sala 4 si vedono esempi significativi della pittura torinese tra le due guerre, con dipinti di pittori come
Felice Casorati, Carlo Levi e Francesco Menzio. La Sala 5 presenta 11 opere dei maggiori artisti del
Novecento, tra cui Bianco di Alberto Burri e Natura Morta di Giorgio Morandi. La Sala 6 è stata infine ideata
per dare risalto a momenti salienti dell’arte contemporanea, dal 1960 a oggi: dal concettuale Giulio Paolini,
allo sperimentatore Aldo Mondino, agli esponenti dell’arte analitica Marco Gastini e Giorgio Griffa.

Tutti i dipinti sono visibili in alta definizione e le sculture esplorabili a 360 gradi: ogni opera è descritta nei
dettagli e alcune di esse sono dotate di hotspot che forniscono approfondimenti sui singoli particolari
dell’opera stessa. “Il Museo che non c’è” non è una costruzione statica: potrà infatti essere implementato in
futuro con nuove sale per ospitare altre parti della collezione.

Si accede al “Museo che non c’è” attraverso il sito della Fondazione De Fornaris
www.fondazionedefornaris.org, oppure scaricando l’App “Museo Virtuale De Fornaris” dall’App Store o da
Google Play. È anche possibile esplorare il museo scaricando l’applicazione di Oculus dal sito della
Fondazione per vivere un’emozionante esperienza immersiva in 3D, attraverso il visore per la realtà virtuale
Oculus Rift

Walter Morando. La Sacra di San Michele ancorata al mare

E’ pittore, grafico, scenografo, scultore e, come tale, non poteva non essere affascinato dalla straordinaria imponente struttura in pietra della Sacra

 

Walter Morando, artista di livello internazionale, considerato da importanti critici il maggior esponente italiano vivente che tratta la tematica del mare e dei porti, è attratto da tutto quanto è memoria storica, artistica, ambientale, antropologica che egli trasfigura in iconografie simboliche attraverso la scultura in ceramica e in gres.

Rinnovando il processo alchemico dell’unione di acqua, terra, fuoco egli si ispira ad ogni reperto portuale corroso dal tempo: ganci, catene, bitte, corde, che, grazie al talento, riscattano il semplice ruolo funzionale per assumere dignità estetica e rappresentare il racconto della storia dell’umanità non come pura mimesi della realtà ma in modo sottointeso e allusivo. Morando è pittore, grafico, scenografo, scultore e, come tale, non poteva non essere affascinato dalla straordinaria imponente struttura in pietra della Sacra di San Michele, in cima al monte Pirchiriano a vertiginoso strapiombo sulla valle di Susa, che pare naturale prolungamento della roccia ascendendo al cielo.

Sedotto dal capolavoro medievale, opera corale di artisti, di maestranze, di anonimi scalpellini e tagliapietre che, con spirito unitario della fede, hanno dato prova di ingegno miracoloso, Morando ha voluto darne una propria interpretazione. Il suo immaginario poetico ha sentito la malia del richiamo dei grandi personaggi che qui sono vissuti e vi hanno lavorato: Guglielmo da Volpiano, il grande Nicholaus formatosi nella bottega di Wiligelmo, di cui rimane la firma sul Portale dello Zodiaco, Rodolfo il glabro cronista e leggendario affabulatore. Ne è nata una bella opera figurativa in cui la Sacra viene ancorata al mare da una simbolica catena che rappresenta una costante dell’arte di Walter e che, in questo caso, allude, dopo millenni, agli antichissimi legami del Piemonte con la distesa delle acque marine.

Giuliana Romano Bussola

 

 

Ars captiva sui muri della città

A cura dell’Accademia Albertina / Sette manifesti progettati dagli studenti delle scuole a indirizzo artistico e della comunicazione per stimolare nei cittadini riflessioni legate ai concetti di libertà espressiva e creatività

Torino, 3-17 dicembre 2020

Tra le iniziative di Ars Captiva per l’anno in corso era centrale un workshop grafico
dedicato agli studenti dei corsi di Grafica e Comunicazione. Avrebbe coinvolto i
giovanissimi creativi nella progettazione di manifesti pensati per riflettere, insieme ai
cittadini torinesi, sulla difficile riemersione dalla pandemia. Per ragioni ormai a tutti
note, il laboratorio di ottobre è stato rinviato a tempi più sereni.

Ars Captiva ha deciso di essere comunque presente sui muri della città, con frammenti
significativi della propria storia e della propria visione, affidati alle immagini-guida
delle sette edizioni biennali trascorse.

Sono esposte immagini progettate nel tempo dagli studenti, invitati a rielaborare
la rappresentazione del proprio volto. I risultati mostrano una chiara competenza
progettuale, al servizio della comunicazione degli eventi e delle mostre che
Ars Captiva periodicamente organizza in luoghi diversi della città.

Dalle ex Carceri Le Nuove alle sedi del Torino Jazz Festival, dalla ex Manifattura
Tabacchi all’Housing Giulia (residenza per persone in difficoltà abitative transitorie),
dal 2007 gli studenti dialogano con gli spazi trasformandoli con la loro creatività,
in sintonia con il tema loro assegnato.

Le citazioni, a corollario dei visual in ciascuno dei poster, rimandano ai contenuti
delle sette biennali e, al contempo, intendono conservare lo spirito del workshop non
realizzato. Associate alla forte presenza delle immagini, interpellano i passanti sui
concetti non scontati di libertà espressiva, duttilità di pensiero e creatività.

La serie di manifesti visibile dal 3 al 17 dicembre negli spazi di affissione cittadina, in una
vera e propria mostra a cielo aperto, testimonia una volta di più l’importante presenza
di Ars Captiva nella formazione artistica regionale. Intende attirare l‘attenzione sulla
capacità di innovazione e di fare sistema degli istituti artistici, che hanno saputo unirsi
in associazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino per incentivare la
relazione col territorio attraverso un nuovo modo di intendere la didattica.

Quelle stesse istituzioni, per loro natura definite da attività e pratiche artistiche
di laboratorio che nessun insegnamento a distanza può sostituire, soffrono oggi
oltremisura le conseguenze dei provvedimenti sulla scuola. Ai docenti, agli studenti,
ai giovani artisti, costretti a esprimersi oggi in condizioni di assoluto disagio,
testimoniamo con questa mostra il nostro impegno.

Maratona di donazioni per “Il Grande Assente”

La campagna di raccolta fondi digitale lanciata dai Musei Reali e Talenti per il Fundraising

 

L’iniziativa, promossa dai giovani partecipanti del corso di alta formazione della Fondazione CRT sulla piattaforma Rete del Dono, finanzierà il restauro dell’opera “Amedeo VI presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli”, danneggiata nell’incendio della Cappella della Sindone del 1997

 

Neanche il lockdown ha fermato il desiderio dei torinesi di sostenere e riscoprire il grande patrimonio culturale che ha fatto la storia della nostra città. Un segnale di ottimismo che arriva dalla collaborazione tra i Musei Reali e dieci giovani partecipanti del corso di alta formazione Talenti per il Fundraising 2020 di Fondazione CRT, che hanno avviato, con il sostegno del Rotary Club Torino Palazzo Reale, una campagna di donazioni a supporto del complesso museale. In occasione della restituzione alla cittadinanza del Giardino Ducale avvenuta lo scorso 28 giugno, era stata ideata una giornata di festa per trasformare il primo evento di raccolta fondi in un momento di incontro e di promozione delle iniziative di fundraising e dei Giardini Reali. Con la chiusura dei musei l’azione dei giovani si è trasferita in rete.

 

Il Grande Assente

Durante il periodo autunnale è stata lanciata la campagna di raccolta fondi digitale Il Grande Assente, nata dal desiderio di restituire alla Galleria della Sindone e alla fruizione del pubblico un quadro di grandi dimensioni in deposito da molti anni. L’opera raffigura Amedeo VI che presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli (1848) e fu realizzata per Carlo Alberto dall’artista livornese Tommaso Gazzarrini. Danneggiata nel 1997 durante l’incendio della Cappella della Sindone, necessita di un impegnativo restauro.

È possibile sostenere la raccolta partecipando alla campagna Il Grande Assente, pubblicata sulla piattaforma Rete del Dono. Nell’arco di due settimane, il primo obiettivo di 3.000 Euro e i successivi rilanci a 5.000 Euro e 7.500 Euro sono stati rapidamente superati grazie al contributo di oltre 250 donatori, permettendo di fissare un nuovo obiettivo di 10.000 Euro. La campagna si concluderà il 28 novembre 2020. Per scoprire di più: www.retedeldono.it/it/progetti/rctpr/il-grande-assente

 

Un’altra iniziativa, parte del progetto e rivolta alle famiglie, è dedicata alla scoperta della figura di Amedeo VI di Savoia, soprannominato il Conte Verde. Si può partecipare leggendo una storia e realizzando disegni ispirati alla vita avventurosa del celebre conte di Savoia, nato nel 1334. Per maggiori dettagli è possibile consultare i canali social e il sito dei Musei Reali: www.museireali.beniculturali.it/events/mrtkids-il-grande-assente/

 

Riscopriamo il Grande Assente è l’evento conclusivo organizzato dai giovani corsisti che si terrà il 28 novembre sui canali social dei Musei Reali e sul sito www.donorday.it/museireali/. Durante la giornata sarà possibile partecipare a una tavola rotonda che vedrà come ospite speciale, tra gli altri, la direttrice Enrica Pagella, ma anche prendere parte a sfide virtuali e approfondimenti per conoscere meglio il dipinto grazie all’intervento di esperti dei Musei Reali. Ad accogliere i partecipanti sarà il team di Talenti per il Fundraising, disponibile a dare informazioni sull’iniziativa Il Grande Assente e sulle attività di raccolta fondi.

 

Diretta social per “Autunno della fotografia. Torino 2020”

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Su  Facebook e secondo appuntamento per raccontare e divulgare i segreti della grande fotografia. Martedì 24 novembre, ore 18

Dagli scatti fotografici dei più celebri maestri al reportage su temi d’attualità. Il tutto raccontato, puntualizzato e messo in discussione attraverso incontri on line con gli stessi protagonisti, geni talentuosi dell’arte fotografica di cui tutto o quasi si sa e si conosce e di cui sono oggi presenti rassegne espositive – chiuse per lockdown – negli spazi museali torinesi.

Istituzioni del territorio, quest’ultime, che hanno saputo intelligentemente fare rete per dar vita all’iniziativa “Autunno della fotografia. Torino 2020”, un calendario di dirette Facebook per approfondire, appunto, i temi affrontati nelle mostre di ciascun museo. Una cinquina da incorniciare: CAMERA, Fondazione Torino Musei, Musei Reali, MEF-Museo Ettore Fico e La Venaria Reale. Ad incontrare virtualmente fotografi e curatori delle rassegne sono Walter Guadagnini, direttore di CAMERA-Centro Italiano per la Fototografia di via delle Rosine, e gli altri responsabili del progetto: Giangavino Pazzola e Monica Poggi. Dopo il primo incontro, tenutosi martedì 10 novembre fra il MAO-Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama e che ha visto protagonisti il fotografo milanese Samuele Pellecchia (fondatore dell’Agenzia “Prospekt”) e il torinese Fabio Bucciarelli, il secondo appuntamento, in programma per martedì 24 novembre (alle ore 18) coinvolgerà la GAM di via Magenta e il Museo Ettore Fico di via Cigna.

A interloquire su “Fotografare la società contemporanea” saranno Guido Harari (origini egiziane e fondatore ad Alba, dove risiede, della “Wall Of Sound Gallery”, la prima galleria fotografica in Italia interamente dedicata al mondo della musica) e il comasco Massimo Vitali, presente al MEF con l’intrigane mostra titolata “Costellazioni Umane”. Moderatore Giangavino Pazzola, che spiega: “La fotografia è anche uno strumento di indagine sociologica, un mezzo attraverso cui rilevare i miti e i riti del ventesimo e del ventunesimo secolo”. Ne sono esempio lampante e perfetto gli scatti di Vitali, il fotografo delle spiagge superaffollate, totalmente innamorato degli “assembramenti” (terrifica parola usata di questi tempi) d’ogni genere e della più varia umanità. Fra le immagini in mostra al MEF troviamo anche quelle inedite realizzate durante i concerti dell’ultimo tour italiano di Jovanotti, dove migliaia di persone, ognuna con la propria individualità, si trasformano in un’unica immensa folla a ritmo di musica. E il binomio fra individuo e società, fra pubblico e privato, è ben presente anche nella lunga carriera di Guido Harari, fotografo ma anche critico musicale, collaboratore dei maggiori artisti musicali italiani e internazionali (per i quali ha firmato un’infinità di copertine) e fotografo personale per una ventina d’anni di Fabrizio De André.

Di lui disse il mitico Lou Reed, immortalato da Harari, con l’altrettanto mitica consorte Laurie Anderson in scatti di struggente e poetica emozionalità: “Sono sempre felice di farmi fotografare da Guido. So che le sue saranno immagini musicali, piene di poesia e di sentimento. Le cose che Guido cattura nei suoi ritratti vengono generalmente ignorate dagli altri fotografi. Considero Guido un amico, non un semplice fotografo”. Da ricordare acora che Harari è anche curatore della mostra “Photo Action per Torino” alla GAM, che unisce ed espone 105 lavori di celebri fotografi italiani e internazionali, per contribuire al “Fondo Straordinario Covid – 19” di U.G.I. Onlus: uno scopo benefico, cui si aggiunge la possibilità di indagare la società contemporanea attraverso sguardi e percorsi differenti. L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Palazzo Madama, del MAO-Museo d’Arte Orientale e della GAM.

gm

 

Nelle foto
– Immagine-guida dell’iniziativa
– Guido Harari:”Lou Reed e Laurie Anderson”, 2007
– Massimo Vitali: “Jova Beach Party”, 2019

Gerry Bianco dona a Bergamo l’opera/collage

L’architetto artista Gerry Bianco, ci parla del suo progetto che ha coinvolto  50 artisti. L’opera/collage e’ stata donata a Bergamo per esprimere la solidarietà’ della Sicilia, durante il periodo di covid, con questa città. Gerry Bianco vive a Mazara del Vallo e lavora alla sopraintendenza dei  beni  culturali di Trapani

 

Come e quando e’ cominciato il suo percorso artistico?

“Possiamo dire che il mio vero e proprio percorso di artista nasce dopo gli studi universitari, ma devo ammettere che da piccolino già avevo la tendenza a sviluppare capacità manuali e creative che in età più matura mi hanno portato a prendere sul serio la passione per l’arte. Già da piccolo era forte in me l’idea di creare forme, ma era allora solo un gioco e un divertimento piacevole. Ma era già chiaro in me cosa volessi fare da grande”.

Quali sono i riferimenti artistici e culturali che l’hanno influenzato nel corso del tempo?

“Senz’altro i movimenti figurativi artistici dell’espressionismo dei primi del Novecento e l’Art Nouveau, e senza ombra di dubbio il movimento Futurista di Umberto Boccioni a cui sono particolarmente legato. Amo la linea curva e quella a “colpo di frusta”, perché espressione di movimento che porta con se la forza dinamica e dirompente dell’azione. L’arte non è altro che un processo mentale ,che attraverso le mani dell’artista segna il passaggio tra ciò che è “niente” e ciò che diventa concreto”.

Come nascono le sue opere? Cos’è per lei l’ispirazione?

“Le mie opere nascono di getto o per caso, suggerite e dettate dalla materia stessa. Emozioni e sensazioni forti che avverto sempre, quasi una sorta di dialogo tra me e la materia. Realizzo spesso schizzi e bozzetti preparatori, soprattutto per le opere di grandi dimensioni. Lo studio e la conoscenza della materia è fondamentale, per una buona riuscita di un’opera. Analizzo sempre con molto scrupolo la materia e le venature dei miei tronchi di legno, poi gioco con gli spazi: Il vuoto è il pieno, è il dualismo fondamentale nelle mie sculture, la luce e le ombre si relazionano e si mettono in contrapposizione evidenziandone la forma. L’azione e il movimento prendono sempre il sopravvento. L’ispirazione è il momento felice in cui trovi l’idea per la realizzazione dell’opera”.

Quanto è importante per lei il mezzo pittorico? Nel 2020  ha ancora “senso” dipingere?

“Ho sempre rifiutato il lavoro fatto al computers o meccanico, credo che i nuovi sistemi non potranno mai sostituire il lavoro manuale pittorico e il piacere dello sporcarsi le mani. La pittura è la più bella forma espressiva mai esistita, che ti rende libero e ti fa navigare verso mondi sconosciuti. Avrà sempre senso dipingere, così come avrà sempre senso vivere la bellezza della vita”.

Artisti, galleristi, Istituzioni. Cosa ne pensa del sistema dell’arte contemporanea del nostro Paese?

“Credo che nel mondo esistano moltissimi artisti a vario genere, è bello scoprire nuove espressioni e linguaggi diversi. E’ stimolante conoscere talenti nuovi e vecchi, questi ti arricchiscono e ti danno linfa per stimoli nuovi. Io credo che le istituzioni dovrebbero avere più sensibilità, dare più spazio all’arte contemporanea per trasformare il nostro territorio e le città con opere soprattutto scultoree nuove. Ci sono tante pareti di cemento che potrebbero essere trasformate in opere. Dovremmo secondo me, indirizzare gli artisti a collaborare con gli architetti per sviluppare progetti di Land- art”.

Ci parli del suo progetto che coinvolgera’ bel 50 artisti da ogni parte dell’italica penisola?

“L’idea nasce in questo periodo buio del Coronavirus,nel quale tutti abbiamo attraversato momenti tristi e di perdità di entusiamo. La Pandemia ha terrorizzato e sconvolto le nostre vite, ha frenato la prospettiva di futuro, e la morte la vedevi dietro l’angolo. Privati della nostra libertà, e della nostra fantasia, ad un certo punto mi sono interrogato su come ribellarmi da questa prigionia e contrastare il Covid 19. Durante la realizzazione di una scultura denominata “l’invisibile” in riferimento al Covid, mi è balenata l’idea di fare una grande tela di 5 mt x 2.50 a 50 mani distanti. Ho subito contattato tanti artisti locali e nazionali che hanno accolto il mio progetto, consistente nella realizzazione di 50 tele 50x50cm con stili diversi, da assemblare successivamente per farne dono alla città di Bergamo colpita pesantemente dal Covid.
Lo scopo dell’iniziativa per ridare bellezza, l’arte in soccorso della vita. L’arte come cura dell’anima,per donare un sorriso, alleviare un po di sofferenza,per ridare gioia e voglia di futuro ad un mondo che il Covid ha reso triste.
Dal sud e per il nord,un dono per il bene comune, per alleviare tante sofferenze e lutti, un gesto di solidarietà e di gratitudine verso i medici, staff sanitario, forze dell’ordine che si sono spesi, per la nostra salute e incolumità. Un grande puzzle con la diversità di 50 stili per formare un’unica grande opera, che ci riconduce al senso di unità nazionale . Distanti ma uniti nello stesso tempo”.

Potrebbe scrivere i loro nomi?

“Questi tutti gli artisti nazionali che hanno aderito al progetto: 1)Gerry Bianco 2) Giacomo Cuttone 3)Totori 4)Enzo Tardia 5)Enzo Campisi 6)Daniela Lucentini 7)Leonardo La Barbera 8)Giovanni Borlin 9)Tano Licata 10)Manuela Marascia 11)Sergio Merlino D’amore 12)Alex Portuesi 13)Pippo Buscemi 14)Tommaso Guastella 15)Marco Rallo 16)Domenico Cocchiara 17)Gerry Napoli 18)Arianna Maggio 19)Certa Rosaria 20)Sabrina Russo 21)Aldo Cammalleri 22)Tonino Russo 23)Giusy Pennelli 24)Michele Pugliese 25)Giovanna Colomba 26)Mario Passerello 27)Salvatore Morgante 28)Rodolfo Asaro 29)Noemi Maltese 30)Salvatore Gentile 31)Piera Ingargiola 32)Barbara Gancitano 33)Rita Ingargiola 34)Mirella Amantia 35)Fabio Accardo Palumbo 36)Clara Maria Luna Mineo 37)Davide Margiotta 38)Gucciardo Elisabetta 39)Cristina Patti 40)Calogero Risalvato 41)Tania Lombardo 42)Alberto Lipari 43)Marina Maltseva 44)Vera Bocina 45)Salvo Denaro 46)Piero Tavormina 47)Lucia Calabrò 48)Veronica Monterisi 49)Lindù Denaro 50)Tito Buscaino”

Nel suo presente ci sono delle nuove idee che saranno  ben presto  viste dal pubblico?

“Si una grande mostra personale, con nuove produzioni sculture e “quadrimension”,(quadri tridimensionali), che conclusa la pandemia, spero di poter allestire per tre mesi nella mia città di Mazara del Vallo”.

Chiara Fici