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Alla Gipsoteca di Casale l’eredità artistica di Bistolfi

Leonardo Bistolfi: finalizzato l’accordo tra famiglia e Comune.  Il sindaco Federico Riboldi: «Grazie alla fiducia della famiglia, l’importante patrimonio artistico sarà a disposizione del grande pubblico» 

A 88 anni dalla morte, il percorso artistico del grande scultore Leonardo Bistolfi si riunisce e si ricompone nella sua città natale: Casale Monferrato. Dopo la scomparsa dell’ultimo erede, Andrea, nel giugno del 2019, la vedova Vanda Martelli Bistolfi aveva intrapreso un dialogo con il Comune per una nuova collocazione della collezione, individuata al Museo Civico, e in particolare alla Gipsoteca Bistolfi, che, con la firma dei giorni scorsi, diventa proprietario e custode dell’importante patrimonio artistico e documentale appartenuto al celebre scultore.

La firma ufficiale sull’atto di donazione è stata posta martedì 19 gennaio a Torino da parte del sindaco Federico Riboldi e della signora Vanda Martelli, sotto la supervisione del notaio Marina Aceto.

Al Comune di Casale Monferrato giungerà così il patrimonio artistico della famiglia Bistolfi, costituito da sculture, dipinti, disegni, opere grafiche, taccuini, materiali d’archivio e libri, tutti provenienti direttamente dallo studio dello scultore che morì nel 1933 e le cui spoglie sono tumulate nel famedio del cimitero monumentale della città.

Numerosi sono stati i contatti intercorsi nei mesi scorsi tra l’Amministrazione Comunale, il Museo e la signora Martelli al fine di giungere a questo importante obiettivo. Fondamentale è stata anche l’inventariazione analitica dei beni affidata a Sandra Berresford, professoressa, studiosa ed esperta del settore, nonché apprezzata e indiscussa conoscitrice del percorso artistico di Leonardo Bistolfi.

Quella di martedì è comunque solo la formalizzazione di un percorso che ha sempre legato la città di Casale Monferrato, in particolare il Museo, e la famiglia Bistolfi: risale infatti al 1984 la primissima mostra dedicata allo scultore, iniziativa che aveva dato l’avvio allo studio delle opere, alla pubblicazione di un catalogo e a una campagna di restauri. A seguire, nel 1995 la prima donazione di opere d’arte per volontà di Andrea, in occasione dell’apertura del Museo Civico, per poi consolidarsi nel 2001 con l’aggiunta di nuove opere destinate alla quinta sala della Gipsoteca.

I coniugi Bistolfi, inoltre, non mancavano di essere presenti a Casale Monferrato nelle varie occasioni ufficiali: inaugurazioni di mostre, convegni, presentazioni.

Le dichiarazioni

Il sindaco Federico Riboldi: «L’amministrazione è grata e riconoscente alla signora Bistolfi della fiducia riposta nei confronti della città di Casale Monferrato, e in particolare al Museo Civico, e per aver aperto le porte della sua abitazione che hanno conservato finora con tanta cura e devozione ogni minima testimonianza proveniente dallo studio dello scultore».

Il vicesindaco Emanuele Capra: «Riteniamo questa donazione, che implementa e completa la collezione del Museo, di enorme importanza per la nostra Amministrazione, che ha tra i suoi obbiettivi quello di dare a Bistolfi la giusta valorizzazione affinché diventi uno dei principali motivi di richiamo del turismo culturale».

L’Assessore alla Cultura, Gigliola Fracchia: «Con questa donazione la nostra Gipsoteca e la nostra città potranno diventare il polo per gli studi e gli approfondimenti sulla vita artistica di uno dei più importanti scultori simbolisti d’Italia, capace con le sue opere di abbellire e arricchire piazze, teatri, palazzi e cimiteri in tutto il Mondo».

La conservatrice del Museo Civico – Gipsoteca Leonardo Bistolfi, Alessandra Montanera: «È questa un’occasione straordinaria. I materiali che verranno conferiti al Museo di Casale Monferrato rappresentano un’eredità culturale unica, che permetterà di riunire in un solo luogo oggetti preziosi che consentiranno di approfondire il percorso artistico e umano di questo grande artista, concorrendo alla valorizzazione della sua figura. L’acquisizione, il trasferimento e le prime operazioni volte alla tutela e alla conservazione di questo prezioso giacimento culturale, saranno programmate per renderlo il prima possibile accessibile e fruibile a tutti».

La collezione

La collezione che giungerà a Casale Monferrato consiste in opere di diretta produzione di Leonardo Bistolfi: 20 terrecotte e terrecrude, 9 opere in metallo, 20 in plastilina, 170 sculture in gesso, una in marmo, una cinquantina di medaglie in gesso e una quarantina di monete in metallo, una vastissima collezione di disegni di vario formato racchiusi in album e cartelle, 50 dipinti di formato medio e piccolo, 35 taccuini, miscellanea e memorabilia, corrispondenza da e a Bistolfi e l’archivio famigliare. A questo notevole corpus di opere si aggiungono altri materiali di artisti a lui contemporanei: sculture, dipinti, opere grafiche, una vasta biblioteca e una raccolta di riviste d’epoca.

La Gipsoteca oggi

La Gipsoteca di Leonardo Bistolfi (Casale Monferrato, 1859 – La Loggia, Torino 1933), ospita, al pian terreno del Museo Civico, oltre centosettanta opere tra terrecotte, disegni, plastiline, bozzetti e modelli in gesso, alcuni marmi e bronzi provenienti dalla donazione del banchiere casalese Camillo Venesio del 1958 e integrati, in seguito, con donazioni e opere in deposito dalla famiglia Bistolfi.

Tali materiali permettono di comprendere le diverse fasi del procedimento artistico di Bistolfi, uno dei maggiori interpreti, a livello internazionale, del Simbolismo: dal bozzetto in terracotta in cui lo scultore fissava con immediatezza la prima intuizione, al successivo bozzetto in gesso, al modello definitivo che concretizzava l’idea finale e costituiva l’effettiva realizzazione dell’opera, prima della sua trasposizione in marmo e bronzo.

Le opere esposte documentano l’articolato percorso artistico di Bistolfi: dagli esordi che lo legano alle esperienze lombarde coeve della Scapigliatura – Gli amanti (1883) –  intervallate da piccoli gruppi di gusto verista – Il boaro (1885) – fino all’elaborazione di un linguaggio proprio, in cui figura e simbolo daranno vita a una personalissima poetica che troverà riscontro in numerose committenze private e pubbliche, molte di queste legate alla scultura funeraria e celebrativa.

Sarà La sfinge (1890) per il Monumento funerario Pansa di Cuneo a consacrarlo scultore simbolista, a cui seguiranno opere memorabili come Il dolore confortato dalle memorie (1898) o Il funerale di una vergine (1899) o ancora Resurrezione (1902) e La Croce (1899). Ma di Bistolfi sono altrettanto noti i  monumenti celebrativi, realizzati per Giovanni Segantini (1899), Giuseppe Zanardelli (1908), Cesare Lombroso (1921), Giosuè Carducci (1908-1928) e quelli per Giuseppe Garibaldi (1908 e 1928), a cui si aggiungono numerosi ritratti e targhe commemorative.

La Gipsoteca domani

La ricezione dei materiali a Casale Monferrato, che avverrà a lotti con ditte specializzate  nel settore del trasporto di opere d’arte e sotto la supervisione del personale museale,  prevede la collocazione iniziale in locali di deposito. Si verificherà lo stato conservativo e le modalità idonee per la corretta conservazione, oltre agli interventi di manutenzione, attraverso la collaborazione della competente Soprintendenza.

Si procederà quindi all’esecuzione di una campagna fotografica ad alta risoluzione e alla digitalizzazione dei materiali cartacei che verrà utilizzata non solo a uso interno del Museo, ma resa disponibile anche attraverso la consultazione online, con modalità di accesso controllate.

Il futuro della Gipsoteca, quindi, sarà quello non solo di sala espositiva, ma di luogo di riferimento per gli studi su Leonardo Bistolfi, a cui ci si potrà rivolgere per la consultazione degli archivi dello scultore. È inoltre in cantiere un progetto digitale di geolocalizzazione delle opere dell’artista collocate sul territorio italiano: tale operazione interessa musei, cimiteri, palazzi storici, enti pubblici e privati a cui il Museo ha chiesto la collaborazione al fine di creare una mappatura elettronica, che verrà resa disponibile sul sito web. Uno strumento turistico, ma anche di approfondimento, che permetterà di mettere in dialogo il monumento realizzato e il modello in gesso o il bozzetto preparatorio o il disegno conservato in Museo.

In attesa di dare attuazione ai progetti di effettiva valorizzazione della Gipsoteca, che oltre a prevedere un intervento di parziale ristrutturazione dei locali attuali non escludono la creazione di un vero e proprio museo dedicato, si stanno valutando le modalità per rendere immediatamente fruibili al pubblico le opere donate: si potranno predisporre esposizioni parziali o a rotazione, la creazione di eventi di valorizzazione, l’inserimento di alcune opere nel percorso espositivo della Gipsoteca o l’istituzione di un “deposito aperto”, oltre alla completa messa a disposizione della collezione ai visitatori tramite strumenti multimediali.

Leonardo Bistolfi

Leonardo Bistolfi nasce a Casale Monferrato il 15 marzo del 1859 da Giovanni, di professione intagliatore e scultore ligneo, e da Angela Amisano. Ottiene nel 1874 una borsa di studio dal Comune di Casale Monferrato per frequentare l’Accademia di Brera a Milano. Condivide con i compagni di studi Segantini, Previati, Sottocornola il clima scapigliato della città lombarda. Desiderando studiare con lo scultore Odoardo Tabacchi si trasferisce a Torino, e da subito partecipa alle annuali Esposizioni della Società Promotrice di Belle Arti presentando piccoli gruppi di ispirazione verista (Boaro, Piove, Terzetto).

La sua originale interpretazione della poetica del simbolismo (di cui Bistolfi è considerato il maggior scultore europeo) trova espressione nei grandi monumenti funerari. Sono dell’ultimo decennio degli anni Novanta La sfinge a Cuneo, La bellezza della morte a Borgo San Dalmazzo, Il dolore confortato dalle memorie a Torino e il grande monumento commemorativo per Giovanni Segantini, La bellezza liberata dalla materia, che verrà eretto a Saint-Moritz nel 1906.

In questo periodo entra a far parte di numerosi circoli culturali torinesi condividendo le idee socialiste di Giovanni Cena e l’approccio alla scienza positivista di Cesare Lombroso.

È promotore, e in seguito vicepresidente, dell’importantissima Esposizione d’Arte Decorativa Moderna tenutasi a Torino nel 1902, per la quale fornirà anche il disegno del manifesto.

Alla VI Esposizione Internazionale della Città di Venezia del 1905 gli viene dedicata una sala personale in cui espone oltre venti opere, tra cui il gesso del grandioso portale per la cappella Hierschel De Minerbi, Il funerale di una vergine. In quell’occasione ottiene la medaglia d’oro per la scultura. Giunge nel 1908 l’incarico, affidatogli “per chiara fama”, dal Comune di Bologna per commemorare, con un imponente gruppo marmoreo, il poeta Carducci.

L’opera terrà lo scultore impegnato per circa vent’anni. Segue il gruppo de Il sacrificio per il Monumento a Vittorio Emanuele II di Roma. Precedentemente Bistolfi era stato nominato nella commissione per il progetto del monumento ma si era subito dimesso per contrasti sull’impostazione complessiva dell’opera.

Sono degli anni Venti lo straordinario Monumento a Garibaldi a Savona, il Monumento ai Caduti di Casale Monferrato e quello per i Caduti di Torino. Di quest’ultima opera esegue i bozzetti e parte dei modelli ma il sopraggiungere della morte, nel settembre del 1933, gli impedirà di portarla a termine.

Contatti e riferimenti

Museo Civico e Gipsoteca Leonardo Bistolfi

Via Cavour, 5 – Casale Monferrato

www.comune.casale-monferrato.al.it/museo

www.comune.casale-monferrato.al.it/gipsoteca-bistolfi

museo@comune.casale-monferrato.al.it

 

 

Mattarte, dove antiquariato e arte si sposano

Arte e antiquariato trovano un perfetto connubio in Piemonte presso la galleria d’Arte e Antichità Mattarte, a Verolengo, amata anche da Philippe Daverio

Le botteghe d’arte costituiscono oggi una perla rara, ma esistono ancora. Ci sono regioni che ne sono più ricche, come la Toscana, ma anche il Piemonte non ne è da meno. A Verolengo ne assiste una, Mattarte, che vanta un passato storico, essendo nata nel lontano 1896 dall’idea del fondatore Giovanni Matta, proseguita da Giuseppe Matta e divenuta poi una realtà maggiormente vasta con il discendente Giovanni Matta, che ingrandi’ l’azienda, dimostrandosi sensibile ai cambiamenti della sua epoca, del mercato e delle sempre più forti esigenze avvertite dalla clientela.

Mattarte è sempre riuscita a non tradire mai quel binomio cui si è ispirato il suo fondatore, costituito da arte e antiquariato, che, nel suo caso, sono assolutamente sinonimi. L’oggetto d’antiquariato deve, infatti, saper rievocare l’arte degli antichi minusieri, degli orafi, dei pittori che, nelle loro botteghe, erano in grado di far rivivere i segreti del loro antico mestiere.

Così Mattarte, con la sua elegante galleria espositiva situata a Verolengo, dimostra ancora una volta che l’antiquariato può essere, tutt’oggi, una scelta attuale, sempre di classe, capace di coniugare l’amore per l’arte all’investimento.

Nella sua sede di Verolengo  si possono ammirare molti esemplari di mobili antichi, tra cui cassettoni trumeaux, secretaire, commode, scrittoi, consolle, accanto a dipinti, arazzi, tappeti antichi, soprammobili, piatti, orologi di rara preziosità,  sculture in terracotta, lampadari, caminetti e statue. Gli stili dei mobili spaziano da quello Luigi XV a quello Impero; non mancano esemplari realizzati dall’Alta Scuola dei Maestri Minusieri Parigini dell’inizio dell’Ottocento e altri mobili appartenenti allaManifattura Piemontese del XVII secolo o di manifattura Lombardo-Veneta, risalenti al Seicento e simili, per forma e intarsi, ad alcuni presenti al Museo del Castello Sforzesco di Milano.

Mattarte ha, inoltre, differenziato negli anni la sua attività fornendo anche ai clienti un supporto nella valutazione delle opere d’arte e degli oggetti antichi. Chi lo desiderasse può, infatti, rivolgere via mail una richiesta per conoscere il valore, lo stile e la provenienza degli oggetti posseduti e, eventualmente, affidarne la vendita al negozio di Antichità. Tale valutazione verrà effettuata da un perito e esperto d’arte del Tribunale e della CCIAA di Torino e consulente tecnico del giudice.

I servizi che il negozio offre sono poi comprensivi di certificati di autenticazione, perizie sugli oggetti d’arte, aste di beni mobiliari e giudiziarie,  e restauri, in quanto Matta Antichità vanta una convenzione con primari istituti che si distinguono nel campo del restauro. I beni che vengono affidati in vendita a Mattarte sono poipresentati nella galleria espositiva di Verolengo e nelle aste cuiessa partecipa periodicamente nel Nord Italia.

Mattarte partecipa anche a diverse fiere d’antiquariato e lo scorso anno, nel febbraio 2020, ha presentato le sue opere di antiquariatoalla rassegna Modenantiquaria, vedendo anche la partecipazionenel suo stand dello storico e critico d’arte Philippe Daverio, recentemente scomparso. Quest’anno Modenantiquaria ritornerà dal 10 al 18 aprile prossimo.

Mattarte

Via Torino 12, 10038 Verolengo (Torino)

Info@mattarte.it

Tel 0119149177

Mara Martellotta 

Elisabetta Sgarbi alla guida dei Sacri Monti

Elisabetta Sgarbi è la nuova Presidente dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti. La nomina è stata ratificata dal Presidente della Regione, Alberto Cirio, con un decreto che ha rinnovato anche i 13 componenti del Consiglio.

Le designazioni sono state condivise dai Comuni e dalle Diocesi locali di un comprensorio che abbraccia le province di Vco, Biella, Vercelli, Novara, Alessandria e Torino per la parte piemontese e le province di Como e Varese per la parte lombarda.

Dopo aver passato in rassegna i 17 curricula dei candidati che si erano presentati per la selezione, la scelta è ricaduta sulla dottoressa Sgarbi che si appresta ad avviare il nuovo ciclo di gestione dell’Ente.

Nel consiglio direttivo per il Sacro Monte di Crea ci sono Carlo Torretta, designato dai Comuni di Ponzano Monferrato e Serralunga di Crea e monsignor Francesco Mancinelli, designato dalla Diocesi di Casale Monferrato, per il Sacro Monte di Belmonte, Diego Bertotti, designato dai comuni di Cuorgnè, Pertusio, Pascorsano e Valperga e Gianluca Capello designato dalla Diocesi di Torino, per il Sacro Monte di Domodossola Antonio Maurizio De Paoli, designato dal Comune di Domodossola e Michele Botto Steglia, designato dall’Istituto di Carità – Rosminiani, per il Sacro Monte di Ghiffa, Angelo Negro, designato dalla Diocesi di Novara, per il Sacro Monte di Oropa, Roberto Bonati, designato dal Comune di Biella e Stefano Vaudano, designato dal Capitolo della Cattedrale di Santo Stefano e della Basilica della Beata Vergine di Oropa, per il Sacro Monte di Oropa Filippo Leone, designato dl Comune di Orta San Giulio ed Alfio Merlo, designato dalla Provincia Sant’Antonio dei Frati Minori e per il Sacro Monte di Varallo, Marco Torri, designato dal Comune di Varallo e Marco Battù designato dalla Diocesi di Novaa..

«Sono contenta – ha sottolineato l’assessore alla Cultura e Turismo, Vittoria Poggio – che questa istituzione così importante sia stata affidata nelle mani di una persona di grande cultura e spessore intellettuale che saprà portare vivacità e creatività attraverso nuovi percorsi di valorizzazione di questi tesori di cui il Piemonte e la Lombardia sono custodi».

«Accolgo con soddisfazione e compiacimento la nomina di Elisabetta Sgarbi alla guida dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti, patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco e condiviso tra Piemonte e Lombardia – ha aggiunto l’assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia Stefano Bruno Galli -. Si tratta di una ricchezza molto importante nell’ambito dell’offerta culturale delle due regioni che, senza ombra di dubbio, Elisabetta Sgarbi, grande organizzatrice di cultura, saprà adeguatamente valorizzare».

Elisabetta Sgarbi è editrice, produttrice cinematografica, musicale e di eventi artistici. Dopo una laurea in farmacia, ha iniziato a lavorare nel mondo editoriale, dapprima presso lo «Studio Tesi», successivamente in Bompiani, dove è stata ufficio stampa, editor e poi direttore editoriale per oltre 25 anni. Nel 2000 ha ideato il Festival «La Milanesiana, Letteratura, Cinema e Scienza» che raccoglie attorno ai singoli temi personalità di spicco europee e mondiali del pensiero e dell’arte, di cui da 22 anni ne è Direttore artistico. Dal 1999 produce e dirige i suoi lavori cinematografici presentati ai più importanti Festival internazionali. Nel novembre 2015 ha fondato insieme a Umberto Eco, Mario Andreose, Eugenio Lio e altri autori e amici imprenditori, «La nave di Teseo», di cui è Direttore generale e editoriale. Tra i suoi molti lavori cinematografici, da ricordare «Non chiederci la parola. Il Gran Teatro Montano del Sacro Monte di Varallo», presentato al Festival del Cinema di Locarno.

Massimo Iaretti

Una fotografica “chiamata alle arti” ideata da Guido Harari e da Paolo Ranzani

“Photo Action per Torino 2020” Temporaneamente on line, alla GAM di Torino. Fino al 28 febbraio 2021

Dall’immagine “doppia” di David Bowie, cristallizzata in una sorta di desertico paesaggio lunare, opera del ’73 realizzata dall’oggi ottantaduenne fotografo giapponese Masayoshi Sukita a “Il bacio” klimtiano del milanese Mauro Balletti, fino al “mosaico fotografico” attraverso cui il comasco Maurizio Galimberti scompone e ricompone il volto di Johnny Depp e al piccolo “Diego” che procede in bilico su una nuvola a firma del “fotografo delle emozioni” Simone Bramante ( in arte “Brahmino”), sono ben 105 le stampe fotografiche ospitate alla “Wunderkammer” della GAM di Torino, fino al 28 febbraio dell’anno prossimo.

Realizzate da grandi e celebri fotografi italiani e internazionali, rappresentano il corpus dell’iniziativa “Photo Action per Torino 2020”, la “chiamata alle arti” ideata, coordinata e curata nel maggio scorso, in piena emergenza sanitaria, dai fotografi Guido Harari e Paolo Ranzani insieme a “Wall Of Sound Gallery” (la prima galleria fotografica in Italia interamente dedicata al mondo della musica e aperta nel 2011 ad Alba dallo stesso Harari) per sostenere il progetto di un “Fondo Straordinario Covid-19” creato dall’Associazione “U.G.I. Onlus”.

All’appello hanno aderito più di 100 fotografi che a titolo gratuito hanno messo a disposizione una loro immagine, proposta per l’occasione ad una cifra simbolica di 100 Euro. Oggi, a cinque mesi dal lancio dell’iniziativa, il fondo ha raggiunto la cifra record di 70.100 Euro. E la GAM contribuisce al progetto, ospitando per tre mesi le opere donate dai fotografi interpellati, attraverso una mostra che avrebbe dovuto aprirsi “in presenza” giovedì prossimo 19 novembre e di cui per ora si potrà invece, seguire, causa lockdown, l’allestimento e la preparazione solo sui canali social del Museo di via Magenta: https://www.gamtorino.it/it/eventi-e-mostre/photo-action-torino-2020. Alla riapertura degli spazi museali, la rassegna sarà aperta al pubblico, sempre nel pieno rispetto di tutti i protocolli di sicurezza.

I soggetti delle foto, che vanno da immagini classiche ad altre assolutamente inedite e rese disponibili per la prima volta in occasione di “Photo Action”, spaziano dalle grandi icone del XX secolo (da David Bowie a Savador Dalì a Maria Callas), ai mostri sacri della musica rock e pop (da Bruce Springsteen a Patti Smith, da Ezio Bosso a Lucio Battisti, da Lou Reed e Laurie Anderson a Mick Jagger) per indagare e fermare in immagini memorabili i volti stellari dello spettacolo e della cultura (da Federico Fellini a Massimo Troisi, da Vittorio Gassman a Robert De Niro, da Eduardo De Filippo a Carmelo Bene e a Mario Rigoni Stern). Un posto di rilievo hanno anche i reportages, il mondo della moda e dell’arte, così come la fotografia di ricerca (dai nudi d’autore di Franco Fontana alle scomposizioni fotografiche di Joe Oppedisano fino alle meditazioni visive di Simone Bramante). Grandi, davvero grandi fototografie. E grandi, davvero grandi fotografi.

Per una rassegna che si può ben dire rispecchi lo stato dell’arte della fotografia internazionale. E che, alla riapertura del Museo, potrà essere pienamente fruibile dai visitatori (compresi i possessori di Abbonamento Musei) pagando un biglietto d’entrata simbolico al prezzo di 1 Euro. L’intero ricavato della biglietteria sarà devoluto all’Associazione “U.G.I. Onlus”, così come il ricavato della vendita dei cataloghi, che già si possono ottenere a fronte di una libera donazione. Inoltre durante il periodo della mostra si potranno acquistare le 105 stampe esposte – un pezzo unico, una sola stampa per immagine – in formato 30x42cm. prenotandole sul sito https://www.photoactionpertorino.org alla cifra di 300 Euro per fotografia, anche in questo caso interamente devoluta.

Gianni Milani

“Photo Action per Torino 2020”
https://www.gamtorino.it/it/eventi-e-mostre/photo-action-torino-2020
GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Nelle foto

– Masayoshi Sukita: “David Bowie, Dawn of Hope”, 1973
– Mauro Balletti: “Il bacio”, 2012
– Maurizio Galimberti: “Johnny Depp”, Venezia 2003
– Simone Bramante “Brahmino”: “Diego”, 2017
– Joe Oppedisano: “Duomo di Milano”, 1992

Fondazione Crt recupera 135 beni storici

135 “gioielli” artistici e architettonici del Piemonte e della Valle d’Aosta potranno rinascere con i 2,4 milioni di euro di contributi assegnati da Fondazione CRT tramite il bando “Restauri Cantieri Diffusi”.

Obiettivo di questa progettualità è recuperare beni immobili e mobili – campanili, facciate, pavimentazioni, tele, statue, libri, arredi lignei – sottoposti a tutela, e promuovere la conoscenza e la piena fruizione dei luoghi da parte di fasce sempre più ampie di pubblico. Le risorse della Fondazione CRT renderanno possibile anche il restauro conservativo della facciata lato sud della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dell’altare maggiore della Real Chiesa di San Lorenzo a Torino e della pavimentazione della Sala delle Grottesche del Castello della Manta nel Cuneese.

Saranno quindi aperti nei prossimi mesi 135 cantieriche coinvolgeranno oltre 250 imprese medio-piccole del territorio.

“La tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico nel contesto paesaggistico e ambientale ha un ‘senso contemporaneo’, un legame identitario con la vita della comunità: per i mecenati del XXI secolo come le Fondazioni, salvare la memoria e la bellezza dei luoghi, in linea con i principi stessi della Costituzione, significa lavorare concretamente per il bene comune – afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia–. Il progetto ‘Restauri’ unisce al valore culturale anche quello economico-occupazionale, particolarmente significativo in questo momento di estrema difficoltà per il Paese, restituendo fiducia, speranza e una prospettiva di ripartenza: l’apertura dei cantieri per il recupero delle opere, infatti, creerà nuove opportunità di lavoro sul territorio funzionali alla ripresa, rafforzando la capacità di ‘resilienza’ dell’intera comunità”.

“Oggi più che mai, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, si comprende cosa significa non poter fruire della bellezza del patrimonio artistico-culturale e l’importanza di tutelarlo nel tempo – dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Grazie anche ai meccanismi di detrazione e agevolazione fiscale dell’Art bonus, il contributo di Fondazione CRT per la rinascita della ‘grande bellezza’ diffusa a livello locale ma di rilevanza anche nazionale, attiva un doppio circolo virtuoso: ridà fiato a molte imprese nel nord Ovest e mette a disposizione del territorio ulteriori risorse – 730mila euro nell’ultimo anno – concretizzando il ruolo strategico della filantropia per garantire che l’arte sia, al tempo stesso, una ricchezza da valorizzare nel presente, ma anche un’eredità per il futuro”.

Salgono a oltre 2.700 i beni fatti rinascere da Fondazione CRT, nell’ambito di Restauri Cantieri Diffusi, con un investimento di oltre 45 milioni di euro.

Non si spengono ancora le Luci d’artista: proroga al 28 febbraio

La XXIII edizione di Luci d’Artista che avrebbe dovuto concludersi domenica 10 gennaio è stata prolungata fino al 28 febbraio 2021.  

La rassegna – progetto della Città di Torino realizzato da IREN Smart Solutions e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN S.p.A, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT – è nata nel 1998 come esposizione di installazioni d’arte contemporanea realizzate con la luce en plein air nello spazio urbano e, dal 2018, si è arricchita di un percorso educativo-culturale che favorisce l’incontro tra il pubblico e le opere.

“Vista l’eccezionalità dell’anno appena concluso contraddistinto da limitazioni, fatiche e sofferenze per tutti – sottolinea Francesca Leon, Assessora alla Cultura della Città di Torino abbiamo creduto opportuno prorogare l’accensione delle opere di luce ancora per un mese e mezzo, fino al 28 febbraio, sia per consentire la fruizione a un numero maggiore di persone, sia per continuare a dare un messaggio di speranza che possa accompagnarci in questo nuovo anno”.

 

RIEPILOGO INFO LUCI D’ARTISTA 2020/21

In questa edizione si possono ammirare 25 opere (tra allestimenti temporanei e permanenti) di cui 14 nel Centro città e 11 nelle altre Circoscrizioni.

La mostra di opere d’arte contemporanea a cielo aperto oltre a proporre uno speciale percorso che permette al pubblico di cogliere le diverse visioni poetiche espresse dai ‘lavori’ realizzati da artisti accomunati dall’attrazione per la luce, quest’anno presenta alcune novità:

Illuminated Benches’ di Jeppe Hein in piazza Risorgimento (Circoscrizione 4), resterà permanente in via sperimentale così come ‘Il  Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime’ di Nicola De Maria in piazza Carlo Emanuele II (piazza Carlina, Circoscrizione 1) il cui allestimento in questa edizione è stato arricchito dopo l’integrazione dell’illuminazione pubblica della piazza stessa; l’opera ‘Amare le differenze’ di Michelangelo Pistoletto in piazza della Repubblica (Circoscrizione 7) è stata restaurata; ‘My Noon’ di Tobias Rehberger è allestita per la prima volta in Borgata Lesna (Circoscrizione 3) nel cortile dell’Istituto Comprensivo King-Mila (via Germonio 12); l’opera Ancora una volta di Valerio Berruti è installata in via Monferrato (in prossimità della Gran Madre, Circoscrizione 8) con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del Borgo Po contribuendo al rilancio delle attività commerciali della zona; una nuova illuminazione artistica valorizza il Monumento 1706 di Luigi Nervo (Circoscrizione 5).

 

Come si raccontano i musei in tempo di lockdown? La rivista di Palazzo Madama

Mai come in questo 2020 un’enorme mole di materiali è confluita sui canali digitali e sui social, diventati lo strumento principale del nuovo dialogo tra i musei e il loro pubblico.

Una rivista è senz’altro qualcosa di più tradizionale, ha tempi di preparazione, di lettura e di riflessione diversi. Inoltre, solitamente si rivolge a specialisti o addetti ai lavori.

Per raggiungere un pubblico più ampio, dal 22 dicembre 2020 la rivista di Palazzo Madama Palazzo Madama. Studi e notizie esce in versione digitalecon articoli in formato PDF scaricabili gratuitamente.

Nata nel 2010 ed edita da Silvana EditorialePalazzo Madama. Studi e notizie, giunta la suo quinto numero, si occupa di raccontare l’attività del museo nelle sue varie sfaccettature: lo studio e la ricerca, la gestione e la comunicazione, la conservazione e l’innovazione.

Il primo numero on line della rivista presenta contribuiti che spaziano dagli smalti en ronde-bosse, alla scultura lignea sudtirolese, alla maiolica rinascimentale, fino alla pittura napoletana. Oltre alle rubriche dedicate ai nuovi allestimenti, ai restauri e alla didattica, due importanti regesti costituiscono un bilancio dell’ultimo decennio di attività espositiva e di acquisizioni: un regesto delle mostre realizzate a Palazzo Madama o dallo staff di Palazzo Madama in altre sedi e un regesto delle acquisizioni, particolarmente sostanzioso grazie alle numerose donazioni ricevute.

Il lavoro editoriale è stato scaglionato in previsione di tre uscite on line programmate da dicembre a marzo.

Un ringraziamento speciale va ai partecipanti al Corso di Storia dell’Arte di Palazzo Madama, nelle edizioni 2016, 2017 e 2019,  il cui contributo è stato fondamentale per rendere possibile questa pubblicazione.

La rivista di Palazzo Madama si può scaricare dal sito del museo a questo link:

https://www.palazzomadamatorino.it/it/palazzo-madama-studi-e-notizie-0

 

Il Museo A Come Ambiente decorato dall’associazione Il Cerchio E le Gocce

Due nuove importanti realizzazioni di arte urbana a tema ambientale sono presenti in città grazie agli artisti Corn79 e Mrfijodor dell’Associazione Il Cerchio E le Gocce. Gli artisti hanno realizzato gli interventi di decorazione dello stabile del Museo A Come Ambiente – MAcA e del frontespizio della palazzina del Comando Territoriale della Polizia Municipale di corso Umbria. Una serie di rappresentazioni realizzate in due siti molto vicini che dialogano tra loro costituendo — di fatto — un unico progetto.

“Per quanto concerne il MAcA” raccontano gli artisti, “il nostro impegno, essendoci specializzati da molti anni in arte urbana, è stato quello di dialogare artisticamente con lo spirito del museo esteriorizzando i concetti racchiusi nei suoi spazi interni, concentrandoci sul valore culturale del museo e creando delle opere in sintonia con il quartiere dove il passato industriale si mescola con l’architettura contemporanea. Tre lati del MAcA per parlare di energia, acqua, economia circolare e riciclo tramite le forme astratte di Corn79 e le illustrazioni di Mrfijodor”.

Il dialogo con i cittadini sui temi ambientali si serve di strumenti diversi” dice Paolo Legato, direttore del MAcA. “Il lavoro di Corn79 e Mrfijodor racconta quello che succede al Museo in maniera evocativa e coinvolgente. La collocazione del Museo in uno dei più grandi parchi post industriali d’Italia sposa perfettamente la street art che ne rilancia la vocazione a essere sempre più un importante polo culturale cittadino.”

Un tema legato all’ambiente figura anche sulla palazzina del Comando della Polizia Municipale.

“Qui il focus è l’equilibrio tra uomo-natura, un bilanciamento che mai come oggi deve essere ristabilito. Le mie illustrazioni” racconta Mrfijodor “mandano un messaggio chiaro: diversi elementi figurativi sono impilati in maniera precaria ma stabile. In bilico su un alveare figurano una sigaretta (simbolo del rifiuto quotidiano gettato nell’ambiente per distrazione), un elefante (animale in via di estinzione), un’automobile e una bicicletta (che rappresentano il nostro stile di vita e le scelte che noi compiamo quotidianamente); infine, una fabbrica che “schiaccia” il tutto. La fabbrica ha una doppia valenza, una concettuale perché è un elemento che deve cambiare ed evolversi, e l’altra di testimonianza a ricordo del passato industriale della zona di Parco Dora. La realizzazione presenta degli elementi ricorrenti: le geometrie matematiche e le api, sia in primo piano che in lontananza. Proprio le api, necessarie all’impollinazione e sempre più in diminuzione, sono diventate il simbolo dell’importanza di un cambiamento necessario. Le astrazioni geometriche e le cromie sviluppate da Corn79 dialogano con le architetture e l’ambiente circostante alle due strutture, muovendosi verso un’estetica armonica, proprio a rappresentare la prospettiva di un possibile futuro differente, rivolto a migliorare il nostro rapporto simbiotico con l’ambiente. Queste scelte di costruzione visiva vengono evidenziate specialmente sulla facciata della municipale in cui proprio l’equilibrio di forme pure rafforza il simbolismo della parte illustrativa. Nella facciata principale del museo le forme astratte diventano morbide, organiche, a rappresentare da un lato l’acqua e dall’altro l’energia, simboli entrambi del processo comunicativo del MAcA.”

Torino ha maturato nel campo della Street Art, della creatività urbana e dell’Arte Pubblica – già a partire dalla fine degli anni ‘90 con la creazione del progetto MurArte – un patrimonio di esperienze, progetti e realizzazioni che la contraddistinguono come una delle capitali europee dell’Arte Urbana. L’attività di questi anni e i molti progetti, sostenuti direttamente o promossi attraverso partnership dall’Amministrazione, hanno in qualche modo sancito l’evoluzione dall’ambito – pur imprescindibile – della libera espressione a quello più prettamente artistico che ha permesso, oltre alla creazione e implementazione di un museo a cielo aperto, di puntare alla valorizzazione del patrimonio esistente presso la cittadinanza e di attrarre turismo culturale in città. In questa ottica la Città di Torino ha aderito a “Street Earth On Tour 2020”, progetto promosso dal Comune di Ravenna in collaborazione con l’Associazione Circuito dei Giovani Artisti Italiani (GAI), che consiste in una call for cities e prevede, tra le altre cose, l’impegno da parte delle città aderenti a realizzare un grande murales sul tema dell’ambiente nella propria città. Grazie a questo progetto dell’Associazione Il Cerchio E Le Gocce, Torino ha reso concreta la sua adesione a “Street Earth On Tour 2020”, in continuità con ToWard2030, l’importante progetto in cui la Città si è impegnata — grazie alla fondamentale partnership di Lavazza — nella realizzazione di opere di arte urbana sulle superfici cittadine con una specifica attenzione ai temi dell’ambiente e della sostenibilità promossi e veicolati attraverso questa forma espressiva.

Le opere sono state realizzate grazie al contributo della Città di Torino, Area Giovani e Pari Opportunità – Torino Creativa, e al Museo A come Ambiente – MAcA. Un ringraziamento speciale va a: Fondazione Contrada Torino Onlus, Roberto Mastroianni, Gaetano Capizzi, Comando Generale e Comando Territoriale della Polizia Municipale.

Fondazione Torino Musei, il bilancio nell’anno della pandemia

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I VISITATORI REALI E VIRTUALI   La cultura ha superato la dura prova imposta da questo 2020: è sempre stata presente e attiva con l’obiettivo di tenere vivi i musei e di stare vicino alle persone, ai ragazzi e alle famiglie, con la produzione di contenuti nuovi e interessanti. Quest’anno ci ha insegnato che possiamo raccontare i nostri musei, le collezioni, il lavoro dietro le quinte anche a distanza, che possiamo portare il museo a scuola.  

 

I visitatori registrati nel corso delle aperture del 2020 sono stati 66.633 alla GAM (di cui 34.847 alla mostra Helmut Newton), 37.604 biglietti al MAO (di cui 4.778 mostra Savage Landor e 1.301 mostra China goes Urban) e 92.201 sono stati i visitatori di Palazzo Madama (72.386 accessi totali alla mostra Andrea Mantegna inaugurata a fine 2019 e 5.753 alla mostra World Press Photo)per un totale di 196.438 biglietti staccati.  

Con soli 136 giorni di apertura al MAO137 giorni alla GAM e 148 giorni a Palazzo Madama, la contrazione dei visitatori dovuta a questo delicato anno 2020 rispetto al 2019 si attesta sul 68% 

 

La nuova condizione ha permesso di studiare e sperimentare nuove modalità di accesso al patrimonio, consolidando gli strumenti già attivi sui canali digitali. Ed è proprio il digitale che ha visto un sensibile aumento delle attività sui canali social dei tre musei che, nell’arco dei 12 mesi appena trascorsi, si sono rivelati strumenti indispensabili per dare continuità al lavoro svolto in presenza di GAM, MAO e Palazzo Madama e per mantenere la vicinanza con il proprio pubblico.  Grazie alla collaborazione dei direttori, dei curatori, dei conservatori e dei restauratori, che anche con i musei chiusi hanno proseguito “dietro le quinte” il lavoro di programmazione, conservazione e tutela delle opere, sono stati prodotti oltre 560 video di approfondimento sulle mostre e le collezioni, testimonianze dei restauri in corso, rientri o partenze delle opere in prestito, allestimenti e disallestimenti delle esposizioni; sono inoltre stati offerti visite guidate virtuali, incontri, conferenze e webinar in diretta web, con un’interessante partecipazione attiva di pubblico. Il contest online su Instagram in primavera #fotoimperfetteGAM ha ricevuto oltre 200 immagini, poi presentate in mostra in museo.

 

Il progetto più rilevante e innovativo è sicuramente il nuovo canale digitale In Onda, la piattaforma di Fondazione Torino Musei che propone contenuti didattici multimediali destinati alle scuole. In un contesto che impedisce alle classi di spostarsi dagli edifici scolastici, la Fondazione ha progettato uno strumento digitale che consente di realizzare le attività educative a distanza, oppure in presenza in classe, con il supporto degli esperti dei tre musei: una nuova modalità di fruizione, flessibile e tailor made, per offrire alle scuole un supporto didattico innovativo e di qualità.

I DATI DEL WEB E DEI CANALI SOCIAL 

Per tutti e quattro i siti internet di Fondazione Torino Musei nel 2020 la ricerca organica continua a essere la modalità più diffusa di generazione del traffico. Al 22 dicembre 2020 le visualizzazioni di pagina sono state 176.983 per il sito di Fondazione Torino Musei, 461.925 per la GAM, 219.593 per il MAO e 519.934 per Palazzo Madama. 

Per quanto riguarda i canali YouTube, la GAM ha raggiunto le 49.592 visualizzazioni, il MAO 30.182 e Palazzo Madama ha toccato quota 51.893.

La crescita media dei followers complessivi di Instagram per i 3 musei di Fondazione nel 2020 è stata del 63,33%: nello specifico 75% per la GAM, 49% per il MAO e 66% per Palazzo Madama, per un totale di 74.065 followers sui 3 canali (36.975 GAM, 14.960 MAO e 22.130 Palazzo Madama).
Nei dodici mesi appena trascorsi sono stati pubblicati 894 post sul profilo della GAM (+146% rispetto al 2019), 853 su quello del MAO (+137%) e 879 sulla pagina di Palazzo Madama (+128%).
Il totale dei like sulla pagina Facebook della GAM è di 42.297, con una crescita percentuale del 7,1% rispetto al 2019, 28.941 su quella del MAO, con una crescita del 15% rispetto al precedente anno, e di 24.466 per Palazzo Madama con una crescita del 28%.

Anche il canale Twitter della Fondazione Torino Musei ha visto una crescita del 4,2%, per un totale di 14.154 followers.

 

I PROGETTI DEL 2020

Fra gli appuntamenti più apprezzati dal pubblico i talk di “Autunno della fotografia” in rete con altre istituzioni quali Camera, Musei Reali, Museo Ettore Fico e la Venaria Reale e il seminario internazionale nell’ambito della mostra del MAO China goes Urban, organizzato dal Politecnico di Torino in collaborazione con Biennale Tecnologia, che ha visto la partecipazione di circa 1200 persone.

 

Anche il progetto MAO meets URBAN ART, a cura di Roberto Cortese, ha trovato una nuova collocazione online, con quattro serie di video – disponibili sul canale YouTube del museo – che hanno documentato la nascita e l’allestimento di altrettante opere di street art realizzate nell’arco di un mese e mezzo da Karim Cherif, Nice and the Fox, WASP Crew e Encs18.

 

Per facilitarne la consultazione, anche la rivista di Palazzo Madama Palazzo Madama. Studi e notizie giunta al suo quinto numero è stata realizzata in versione digitale, con articoli in formato PDF scaricabili gratuitamente per raccontare l’attività del museo nelle sue varie sfaccettature: lo studio e la ricerca, la gestione e la comunicazione, la conservazione e l’innovazione.

 

Grazie alla collaborazione con i musei di Fondazione Torino Musei, Artissima è riuscita a realizzare tre progetti espositivi, uno per ciascuna sede museale, dal titolo Stasi frenetica in tempi record. Questo ha consentito alla fiera di essere presente e attiva anche se in una veste insolita. Tante sono state le iniziative digitali di Artissima Unplugged, dalle mostre virtuali ai talk, per consentire al pubblico di approfondire la propria conoscenza dell’arte contemporanea.

 

Infine, anche a musei chiusi, si sono consolidati alcuni progetti e collaborazioni di rilievo: è stato siglato l’importante accordo con la scuola Madre Mazzarello e Slow food per il nuovo Liceo Linguistico Artistico ed Enogastronomico e con La Venaria Reale per la mostra Una infinita bellezza. Paesaggio e Ambiente in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea, in programma dal 22 giugno alla Citroniera Juvarriana della Reggia con un nucleo significativo di opere dell’Ottocento della GAM.

 

In questi mesi la Fondazione Torino Musei ha lavorato per garantire un’interessante programmazione per il prossimo anno, ricca di proposte di esposizioni e attività, già a partire dal mese di marzo con due nuove mostre in GAM, Arte italiana dal 1920 al 1945. un viaggio nelle collezioni tra pubblico e privato, una collaborazione a scopo benefico con l’Istituto IRCCS di Candiolo e i Musei Reali, che ruota intorno alla collezione di Giuseppe Iannaccone, e Sul Principio di contraddizione, dedicata all’arte contemporanea, a cui seguiranno le proposte di Palazzo Madama con i Ritratti d’Oro e d’Argento e il Rinascimento europeo di Antoine de Lohny e del MAO con preziosi Kakemono 

 

Nel 2020 la Fondazione Torino Musei ha confermato con la GAM il suo ruolo e la sua attività nell’ambito dell’arte contemporanea partecipando e vincendo prestigiosi bandi.

La GAM accoglierà l’opera di Luca Bertolo, uno dei vincitori del bando Cantica 21 promosso dal MAECI (DGSP) e dal MiBACT (DGCC), un progetto di committenza pubblica per il sostegno e la promozione dell’arte contemporanea italiana. Le opere vincitrici saranno al centro di una mostra diffusa nel mondo grazie alla rete diplomatico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura all’estero.

 

Inoltre il progetto della Fondazione Torino Musei Alessandro Sciaraffa. Sinfonia è tra i vincitori della nona edizione del bando Italian Council 2020 promosso dalla DGCC – Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIBACT: la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea arricchirà così la sua collezione con l’opera commissionata all’artista, promuovendola a livello internazionale attraverso un’esposizione alla Fondazione TSE Art Destination di Nur Sultan, una delle realtà più dinamiche nel panorama artistico contemporaneo del Kazakhstan.

Cinque mostre, oltre 141 mila visitatori e profili social in crescita: il 2020 dei Musei Reali

Crescono la partecipazione digitale e il desiderio di riscoprire, anche da casa, le bellezze culturali del nostro territorio. Al termine di un anno difficile, segnato dalla sospensione temporanea degli accessi agli spazi museali a causa dell’emergenza Covid-19 e da un inevitabile calo della presenza fisica, i Musei Reali di Torino chiudono il 2020 con uno sguardo di speranza verso i prossimi 12 mesi.

 

Ingressi

In 194 giorni di apertura gli ingressi sono stati 141.943, concentrati nei primi due mesi dell’anno e nel periodo estivo, fino alla nuova interruzione imposta del DPCM del 3 novembre. Torinesi e turisti sono tornati ad ammirare e vivere uno dei luoghi simbolo della città, arricchito da un’ampia offerta di esposizioni temporanee, visite guidate e attività all’aperto nel rinnovato Giardino Ducale, restituito al pubblico a fine giugno alla conclusione dei lavori di recupero e rifunzionalizzazione. Tra suggestioni mediorientali e street art, capolavori rinascimentali e fotografie glamour, sono cinque le mostre inaugurate tra settembre e ottobreIncensum. Nella terra dell’Oman al Museo di Antichità, Capa in color nelle Sale Chiablese e, in Galleria Sabauda, TOward2030. What are you doing?, Beyond Walls. Oltre i muri e Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude. Ottima accoglienza per l’esposizione monografica dedicata alle immagini a colori realizzate dal grande fotoreporter Robert Capa tra gli Anni ‘40 e ‘50, che ha richiamato, in soli 35 giorni di apertura 13.882 visitatori. Per riavvicinare il pubblico, sempre nel rispetto delle norme per evitare la diffusione del contagio, i Musei Reali hanno inoltre creato e promosso percorsi e attività speciali come lezioni di yoga e disegno, sviluppate insieme a Coopculture, oltre a iniziative serali come in occasione della Notte di San Lorenzo e della riapertura dei Giardini Reali, registrando 5.408 ingressi.

 

Canali digitali

Lo spostamento sui canali digitali di parte delle attività ha rafforzato la condivisione con la community online: tutti i profili hanno registrato un notevole incremento – +55,6% su Instagram, +21,3% su Twitter e +16% su Facebook – sulla scia dell’introduzione di nuove rubriche, appuntamenti speciali e webinar dedicati ad appassionati, famiglie, studenti e ricercatori. Tra le iniziative più apprezzate, #MRTfriends, ogni giovedì, che ha permesso di sviluppare la rete con i musei del territorio piemontese (Pinacoteca Albertina di Torino, Castello di Masino, Castello di Rivoli, Fondazione Torino Musei, Archivio di Stato di Torino e Direzione Regionale Musei Piemonte del MiBACT), e #MRTkids, ogni venerdì, con giochi per bimbi e genitori da svolgere a casa, pubblicati sulla pagina dei Servizi Educativi dei Musei Reali e sul sito del MiBACT. Dagli scatti dei grandi maestri al reportage fotografico su temi d’attualità, Autunno della fotografia. Torino 2020 è stata poi l’occasione per confrontarsi e fare rete con altre importanti realtà come CAMERA, Fondazione Torino Musei, Museo Ettore Fico e La Venaria Reale. Buona partecipazione anche ai webinar proposti dai curatori dei Musei Reali, con i quali si è parlato dei Sustainable Development Goals fissati dall’ONU nell’Agenda 2030 in relazione alle collezioni, del mestiere dell’archeologo, di reperti di origine animale, della storia dell’incenso e del Natale attraverso opere d’arte e tradizioni.

Durante il primo lockdown l’esperienza di visita è stata ampliata su Youtube e Instagram con il lancio della serie Closed in. I Musei visti da dentro, e con il lancio della piattaforma èreale, realizzata in collaborazione con MyBossWas e fruibile dal sito web dei Musei Reali, un inedito palinsesto di approfondimenti tematici che accompagnano i visitatori, da casa, alla scoperta delle stanze del Palazzo Reale e all’interno della Cappella della Sindone, tra i disegni di Leonardo in Biblioteca Reale e i dipinti custoditi in Galleria Sabauda, svelando i retroscena dei restauri, degli allestimenti museali e della cura del patrimonio, attività che non si sono mai fermate – così come i cantieri – durante i periodi di confinamento e chiusura al pubblico.

Per fruire del percorso museale dei Musei Reali e di approfondimenti sulle collezioni, anche a distanza, è stata realizzata l’App ufficiale multilingua MRT in collaborazione con CoopCulture per accompagnare il visitatore prima, durante e dopo la visita. A marzo è stato pubblicato sul sito dei Musei Reali il catalogo online, con oltre 15.000 immagini a colori e in bianco e nero, in continuo aggiornamento per rendere disponibili elenchi bibliografici e contenuti digitalizzati.

Nel mese di novembre, durante il secondo lockdown, la sentita partecipazione di oltre 330 donatori alla raccolta fondi digitale Il Grande Assente, coordinata dai Musei Reali con i giovani Talenti per il fundraising della Fondazione CRT e il Rotary Club Torino Palazzo Reale, ha permesso di centrare un obiettivo ambizioso: grazie al sostegno di cittadini affezionati e di Borsa Italiana, in meno di un mese sono stati raccolti oltre 15.000 Euro per restaurare il grande dipinto di Tommaso Gazzarrini, Amedeo VI presenta a Urbano V il patriarca di Costantinopoli (1848) e completare così la serie di tele a soggetto storico commissionate dal re Carlo Alberto per essere esposte nella Galleria della Sindone.

 

“La sfida che ci attende per il 2021 è rendere accessibili, anche virtualmente, nuovi contenuti capaci di moltiplicare le opportunità di conoscenza e di esperienza – dichiara Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali di Torino -. L’emergenza che abbiamo vissuto negli ultimi 12 mesi ha evidenziato la necessità di offrire al pubblico proposte culturali inedite, misurate sulle attuali esigenze di fruizione e di sostenibilità, e sviluppate anche in collaborazione con altre realtà del territorio e nazionali, perché uniti saremo più resilienti”.

Foto Daniele Bottallo