ARTE- Pagina 138

In mostra la “materia senza tempo” dell’artista torinese Roberto Demarchi

In un tempo sospeso come quello che stiamo ancora vivendo, l’arte ha il potere di travalicare il tempo medesimo.

 

E lo fa con grande maestria pittorica l’artista torinese Roberto Demarchi nella personale dal titolo “Materia senza tempo”, che inaugura giovedì 20 maggio a partire dalle 18 nei suoi spazi espositivi in corso Rosselli 11, a Torino.

“All’idea di materia – spiega l’artista Roberto Demarchi – si associa spesso quella di un qualcosa di corruttibile, che ha una sua origine come una sua fine. Nell’antico pensiero greco la materia è nella Physis (natura) e la Phisys è qualcosa che esiste e esiste da sempre, vale a dire una ipostasi metafisica e, nell’ambito di questa materia, il tempo diviene la durata misurabile di tutto ciò che è.

“In questa durata misurabile – aggiunge Roberto Demarchi  -l’uomo compie il proprio tragitto e cela dentro di sé un folle sogno, quello di superare di andare oltre la realtà misurabile. L’Arte, nella sua follia, prende per mano ogni essere umano gettato a vivere il limite, per accompagnarlo in questo sogno”.

Artista torinese, con alle spalle studi classici e in seguito di Architettura al Politecnico di Torino, Roberto Demarchi è stato protagonista di molte mostre, tra cui quella curata dall’allora Direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, protagonisti i suoi haiku, dipinti su tavola, montati su pannelli trattati a lacca lucida nera, espressione di un linguaggio pittorico astratto, einterpretazioni di altrettanti “haiku”, poesie di diciassette sillabe,composte da autori giapponesi, vissuti nei secoli XVII-XIX.

Demarchi Ha esposto in Italia e all’estero e tra i curatori delle sue mostre figura anche lo storico dell’arte Claudio  Strinati. Nel marzo del 2001 prese corpo il suo ciclo pittorico “Peri’ Physeos” che, con un linguaggio pittorico binario, rigorosamente ridotto all’uso di quadrati e rettangoli, rifletteva su un momento auroraledel pensiero occidentale, in particolare su quello dei filosofi presocratici. Su questi lavori è anche stata presentata in Campidoglio a Roma e, a Torino, a Palazzo Bricherasio una grande monografia cui hanno contribuito esponenti di spicco a livello europeo della filosofia e della letteratura, quali Zanzotto, Bonnefoys, Raboni, Kunert, Severino.

Mara Martellotta 

Per la visita alla mostra prenotazioni al 3480928218

Mail   rb.demarchi@gmail.com

Incontri da Il Museo che non c’è

Il secondo appuntamento in streaming lunedì 24 maggio alle ore 18.00

con Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea

 

Dopo il grande successo del primo live streaming dedicato a Felice Casorati con protagonista Riccardo Passoni, Direttore della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, il secondo appuntamento, in diretta da “Il Museo che non c’è”, sarà condotto da Carolyn Christov-Bakargiev.  Il 24 maggio alle ore 18.00 il Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea analizzerà il “Ritratto di Massimo d’Azeglio” di Giuseppe Molteni, svelando tutti i segreti che si celano dietro un’opera che si riteneva un Autoritratto e di cui è stata scoperta, grazie ad approfondite ricerche, una nuova paternità. Non mancheranno inoltre approfondimenti su una serie di altri ritratti presenti nella collezione della Fondazione De Fornaris.

 

Per il terzo appuntamento, il 14 giugno alle ore 18.00, il Presidente della Fondazione De Fornaris Piergiorgio Re uscirà dall’ambientazione del Museo Virtuale per accompagnare il pubblico all’interno dello studio di Giuseppe Penone per una conversazione con l’artista di fama internazionale. Proprio dalla sua opera “In limine”, collocata all’esterno della GAM di Torino e realizzata nel 2011 su iniziativa della De Fornaris per i 150 anni dell’Unità d’Italia, parte il tour virtuale che conduce all’ingresso de “Il Museo che non c’è”.

 

Tutti gli appuntamenti sono fruibili gratuitamente in diretta streaming sul sito www.fondazionedefornaris.org e sulla pagina Facebook della Fondazione De Fornaris.

Roberto Gabetti, fotografo

I Giovedì in CAMERA

 
Incontro su Roberto Gabetti, fotografo  Giovedì 20 maggio, ore 18.00, in presenza

Giovedì 20 maggio alle ore 18.00CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia propone un incontro aperto al pubblico e in presenza dedicato alla mostra in Project Room Roberto Gabetti fotografo – visitabile fino al 23 maggio – un omaggio all’originale sguardo fotografico di Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000), universalmente conosciuto per il suo lavoro di architetto, a vent’anni dalla sua scomparsa.

Roberto Gabetti è stato un architetto precoce e innovativo, professore ordinario di Progettazione architettonica, accademico di S. Luca, autore di saggi su Antonelli, Schellino e Le Corbusier. Gabetti per vent’anni, dal 1946 al 1967, ha tenuto un ‘diario’ fotografico dei suoi viaggi e progetti: centinaia di rullini, oltre cinquemila scatti, rimasti nascosti in un cassettone nel suo studio che, grazie a questa mostra, vengono per la prima volta presentati al pubblico.

Nell’incontro, il curatore Sisto Giriodi, insieme a Daniele Regis e Pierangelo Cavanna, indagheranno lo stile e lo sguardo fotografico di Gabetti che non ha mai concepito la sua fotografia come professionale. Forse proprio l’indifferenza a tale pratica potrebbe spiegare l’originalità delle sue scelte in tema di soggetti – l’assenza di architetture del ‘900, l’attenzione a mondi trascurati, dimenticati – e di riprese. Riprese dall’alto come vedute aeree, scatti dal basso inclinando la Leica per cogliere i nodi costruttivi delle volte delle chiese, dove ruotano pilastri e travi, archi e cupole, unghie e tondi, liberi dalla forza di gravità. Un occhio particolare, il suo, che si esprime soprattutto negli scatti di strada, nei quali uomini, donne e bambini occupano teatrini urbani, suggerendo un nuovo statuto per la fotografia di architettura, con istantanee come fotogrammi di film.

Le 100 immagini della mostra sono state scelte tra le 500 immagini del libro Roberto Gabetti architetto e fotografo (edito da Lindau) con testi di Sisto Giriodi e Daniele Regis.

La mostra è stata realizzata con il contributo di Regione Piemonte.

Intervengono:

Sisto Giriodi, curatore della mostra Roberto Gabetti fotografo

Daniele Regis, docente di Composizione Architettonica Urbana al Politecnico di Torino

Pierangelo Cavanna, storico della fotografia e docente all’Istituto Europeo di Design di Torino

L’incontro è gratuito. E’ consigliato prenotare sul sito di CAMERA www.camera.to

Continente, mostra alle ex officine ferroviarie

La Mostra CONTINENTE a cura di Quasi Quadro si tiene presso le Ex Officine Ferroviarie di Barge.

Espongono:

Piero Gilardi (1942), Nelida Mendoza (1956), Andrea Famà (1988), Mai Lang (1978), Bruno Alves de Souza (1992) e  Valeria Dardano (1993).

Durante l’inaugurazione verrà presentata la restituzione del percorso laboratoriale “ Il mio Continente” svolto dagli studenti dell’IC Barge in relazione alla mostra.
A seguire l’intervento musicale Folk Argentango a cura del Duo Acosta – Troncozo (violino e chitarra).

L’evento è realizzato grazie al patrocinio del Comune di Barge ed è inserito nell’ambito del progetto VOLVER, sostenuto dalla Fondazione CRC.

Inaugurazione sabato 15 Maggio h 17.30

Prenotazione obbligatoria

15.05.21 – 18.07.21

Ex officine Ferroviarie di Barge

Via Assarti, 12032 Barge CN

Apertura Sabato e Domenica
Ingresso Libero

 

I musei di Torino. La Gam

Torino e i suoi musei

Con questa serie di articoli vorrei prendere in esame alcuni musei torinesi, approfondirne le caratteristiche e “viverne” i contenuti attraverso le testimonianze culturali di cui essi stessi sono portatori. Quello che vorrei proporre sono delle passeggiate museali attraverso le sale dei “luoghi delle Muse”, dove l’arte e la storia si raccontano al pubblico attraverso un rapporto diretto con il visitatore, il quale può a sua volta stare al gioco e perdersi in un’atmosfera di conoscenza e di piacere.
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1 Museo Egizio
2 Palazzo Reale-Galleria Sabauda
3 Palazzo Madama
4 Storia di Torino-Museo Antichità
5 Museo del Cinema (Mole Antonelliana)
6 GAM
7 Castello di Rivoli
8 MAO
9 Museo Lomboso- antropologia criminale
10 Museo della Juventus
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6 La GAM

Tra i musei torinesi, la GAM (Galleria Civica d’Arte Moderna) è sicuramente la mia preferita. Si trova in via Magenta 31, edificio dalla forma più che riconoscibile, ma per i più distratti un inequivocabile indizio è offerto dall’imponente opera di Penone, intitolata “In limine”, realizzata in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia su commissione della Fondazione De Fornaris. La monumentale opera dell’artista, posta
di fronte alla GAM, funge simbolicamente da ingresso al Museo. La scultura è stata inaugurata dal Presidente Giorgio Napolitano il 18 marzo 2011, ed è di diversi materiali: marmo di Carrara, bronzo, tiglio ed edera. È lo stesso Penone a spiegare la sua opera: “Nasce con l’intenzione di creare un segno che indichi il passaggio dalla spazialità della città alla spazialità sacrale del museo, nelle cui opere risiedono valori e significati che motivano la nostra esistenza. Ogni volta che si varca la sua porta ritroviamo il passato e ci proiettiamo nel futuro”. La Galleria fa parte della Fondazione Torino Musei, che comprende il MAO, Palazzo Madama, il Museo Civico d’Arte Antica e il Borgo e la Rocca medievali. La storia della collezione inizia nel 1863. Torino fu la prima città in Italia a promuovere una raccolta pubblica di arte moderna. Tale raccolta stava inizialmente con altri reperti di Arte Antica in un edificio presso laMole Antonelliana.
Dal 1895 al 1942 la collezione fu esposta in un padiglione in corso Siccardi (ora corso Galileo Ferraris) che rimase distrutto durante i bombardamenti angloamericani durante la II Guerra Mondiale. Nello stesso luogo iniziò la costruzione dell’edificio progettato da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti, inaugurato nel 1959. Le opere vennero poi spostate in Via Magenta 31, dove sono fruibili ancora oggi. Nel 2009 la collezione è stata riorganizzata senza più seguire la successione cronologica delle opere esposte, bensì una trama logica di “Veduta, Genere, Infanzia e Specularità”. In seguito alla nuova riorganizzazione del 2013, in occasione del 150º anniversario delle collezioni GAM, sono stati istituiti i percorsi “Infinito”, “Velocità”, “Etica e Natura”. Il patrimonio della Galleria si compone di oltre 47.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni e video.
Il primo ricordo che ho della GAM risale al periodo delle elementari, quando le maestre ci avevano portato a vedere una mostra sul “Puntinismo”, a cui era seguito un divertente laboratorio creativo che ci invitava a sperimentare la tecnica pittorica. Non so che cosa avrebbe pensato dei nostri piccoli risultati Pellizza da Volpedo, ma rammento che ci eravamo divertiti tutti moltissimo. Credo che la GAM sia la Galleria che ho visitato più volte, non solo per godermi le mostre temporanee, sempre interessanti e conformi ai miei personali interessi, ma perché penso mi abbia silenziosamente accompagnato verso il percorso interiore che mi ha condotto prima ad amare l’arte, poi ad apprezzarla ed
infine a concepirla come il mezzo di comunicazione a me più affine.
In quelle che ora sono coloratissime sale espositive, il visitatore si trova a confrontarsi con diverse tipologie di opere artistiche, spaziando tra le varie epoche, fino a doversi per forza scontrare con alcune opere contemporanee, che scherzosamente potrei definire “di ostica comprensione”.
Ad oggi il piano interrato è dedicato al contemporaneo, il primo piano al Novecento e il secondo all’Ottocento.Certo è che l’arte contemporanea non è di immediata fruizione, i lavori artistici vanno contestualizzati con precisione e spiegati e, per comprenderli appieno, ci vogliono pazienza, sforzo intellettuale e competenza, tuttavia una volta capito il meccanismo non si torna più indietro: si spalanca la possibilità di un mondo di riflessioni e opinioni, un aiuto e una marcia in più per avvicinarci alla complessa realtà in cui viviamo.
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Vi propongo alcune opere.
“Orange Car Crash” (5 Deaths 11 Times in Orange) (Orange Disaster), serigrafia di acrilico su tela, realizzata nel 1963 da Andy Warhol. Siamo negli anni Cinquanta del Novecento, Warhol è affascinato dai New Dadaisti Jasper Johns e Robert Rauschemberg, i quali utilizzano un innovativo procedimento artistico che prevede la rappresentazione della quotidianità banale e ordinaria, tendente ad una pittura asettica, calibrata sulle immagini trasmesse dalla pubblicità. Ne consegue uno stravolgimento del ruolo dell’artista, che non interpreta più la realtà ma semplicemente la ripete meccanicamente come in un infinito processo industriale, specchio della società di massa. A partire dagli anni Sessanta, Warhol abbandona la pittura per la serigrafia, tecnica decisamente più impersonale e replicabile e che calza a pennello con la nuova poetica che l’artista decide di abbracciare fino alla morte. Nel 1963 egli realizza il ciclo “Death and disaster”, che riproduce
fedelmente la prima pagina del “New York Mirror” del 4 giugno 1963, dedicata al terribile disastro aereo in cui perirono 129 persone. L’artista estrapola un frammento di realtà e lo inserisce in un contesto diverso, estetico, dove i valori vengono sfalsati e il significato originario si disperde. Il soggetto viene replicato più e più volte, in tal maniera l’artista crea una sorta di assuefazione visiva che comporta uno svuotamento di significato della sequenza, è così che Warhol prova a contrastare le forti emozioni della vita. Altro autore che genera grandi dubbi negli spettatori è Lucio Fontana, uno degli esponenti del filone “signico” dell’Arte Informale, insieme a Capogrossi, Wols e Mathieu. L’artista affronta il problema dello spazio pittorico, arrivando a perforare o tagliare la tela, come esplicano i “Concetti spaziali” degli anni Cinquanta; il suo segno è un’azione che rende unica l’opera d’arte, determinando lo spazio in maniera univoca. Si tratta di tele monocrome caratterizzate da uno o più tagli disposti o casualmente o secondo un ordine regolare. Attraverso i tagli si concretizza uno spazio tridimensionale, in cui le ombre generate dalle fenditure sono reali. L’osservatore è così invitato ad entrare nello spazio del quadro, ad andare oltre, in una dimensione infinita. In questa serie viene meno la distinzione tra pittura, scultura e spazio dell’osservatore.
Fontana realizza poi il ciclo delle “Attese”, la cui titolazione si riferisce al tempo che intercorre tra l’ideazione dell’opera e il momento fondamentale del taglio; questi lavori si rifanno ad un atteggiamento contemplativo, vicino alle tematiche dell’arte metafisica. Alla GAM sono esposti vari elaborati di Fontana, tra cui il giallo “Concetto spaziale” del 1952.
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Siccome tre è il numero perfetto, vorrei parlarvi ancora di uno degli esponenti più importanti dell’Arte Povera e che amo profondamente: il pugliese Pino Pascali. È stato artista eclettico, scultore, scenografo e performer; nei suoi lavori, caratterizzati da una visione ludica dell’arte, emergono elementi facilmente
riconducibili alle sue radici mediterranee, come i campi, il mare e la terra. Alcune elaborazioni assomigliano ad enormi giocattoli, ad esempio la serie delle “armi”, realizzate con materiali di recupero quali metalli, paglia e corde; altra serie assai nota è quella volta a riproporre le icone ed i feticci della cultura dei consumi. Alla Galleria è esposta l’opera realizzata nel 1964, “Omaggio a Billie Holiday”. Tale lavoro fu esposto alla V Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio nell’aprile del 1965 e vuole essere una celebrazione della strabiliante cantante di colore. Ci troviamo dunque davanti ad un oggetto ambiguo e di difficile comprensione, definibile sia come scultura dipinta sia come pittura tridimensionale; si tratta di un gigantesco parallelepipedo nero sulla cui parte superiore sovrastano due enormi labbra rosso fuoco, l’opera, dal sorprendente effetto erotico, simboleggia i tratti di una figura femminile drasticamente schematizzata attraverso una procedura che da una parte ricorda i lavori di Tom Wesselmann e dall’altra rimanda inconsciamente alla scultura africana che Pascali tanto amava. La GAM ospita tantissime opere relative a celebri autori, tra i quali Giulio Paolini, Marc Chagal, Modigliani, Rama, Burri, Merz, Hans Harp, Capogrossi e molti altri, e ognuno di essi meriterebbe un degno approfondimento, ma siccome questa non è la giusta occasione, non vi rimane, cari lettori, che andare a curiosare di persona.
Alessia Cagnotto 

La Madonna delle partorienti dalle Grotte Vaticane

La Fondazione Torino Museicon il patrocinio della Fabbrica di San Pietro in Vaticano e dell’Arcidiocesi di Torino, dal 14 maggio al 20 luglio 2021 presenta, nella Corte Medievale di Palazzo Madama, il dipinto La Madonna delle Partorienti di Antoniazzo Romano (ultimo decennio del XV sec.).

L’opera viene esposta in anteprima assoluta al pubblico dopo un lungo e complesso restauro, promosso dalla Fabbrica di San Pietro con il sostegno di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking.

La mostra, occasione unica e irripetibile per ammirare il prezioso dipinto, prima di fare rientro definitivo nelle Sacre Grotte della Basilica vaticana, è realizzata con il sostegno di Reale Mutua.

“Per la prima volta la Madonna delle Partorienti, venerata da oltre cinque secoli nella Basilica di San Pietro, lascia il Vaticano per essere presentata a Torino in una mostra che ne racconta la secolare storia e il restauro. Vi giunge – non per caso – nel mese mariano, per portare conforto in questo tempo di pandemia e speranza per giorni meno difficili e più sereni”. Con queste parole del cardinale Mauro Gambetti, Arciprete della Papale Basilica Vaticana, il visitatore viene introdotto nella prestigiosa sede espositiva di Palazzo Madama a Torino per ammirare il restaurato dipinto mariano.

Una Madonna “piena di grazia” che sostiene teneramente il Bambino Gesù, accostandolo a sé. I due volti, dipinti con sapienza e perizia, hanno una straordinaria forza espressiva: l’amorevole sguardo della Madre Celeste, serenamente diretto verso i fedeli, invita alla preghiera in un raccolto e silenzioso dialogo; quello del Figlio sembra invece estendersi all’intera umanità in un simbolico abbraccio.

Un affresco – o meglio un frammento di affresco – di grande importanza per Fede e Arte. Realizzato da Antoniazzo Romano (1435-1508) alla vigilia del Giubileo del 1500, si trovava in origine nel transetto meridionale della vecchia basilica, sopra l’altare della cappella Orsini. Durante i lavori per la costruzione del nuovo San Pietro, fu staccato dalla parete e nel 1574 fu collocato in una nicchia dietro un altare a ridosso del muro che divideva l’antica chiesa dal cantiere del nuovo San Pietro. Qui continuò a raccogliere la devozione dei fedeli e, soprattutto, delle donne in attesa del parto. Rimosso anche da questo luogo nel 1605, venne poi portato nelle Grotte Vaticane e nel 1616 trovò definitiva collocazione in una cappella appositamente ricavata sotto il pavimento della basilica. L’immagine della Madonna delle Partorienti – o “degli Angeli” come veniva chiamata nel Cinquecento – venne allora ridotta di dimensione, perdendo l’originaria mandorla con variopinte figure di cherubini, che tuttavia possiamo ammirare nell’inedita e attendibile proposta ricostruttiva presentata in mostra.

Il lacerto del quattrocentesco affresco della Madonna col Bambino (81 x 77 cm) subì, soprattutto a causa delle avverse condizioni microclimatiche delle Grotte Vaticane, una serie di interventi manutentivi tra il XVII e il XIX secolo e, dopo un restauro del 1950, nel 1981 fu ridotto di spessore (assottigliando drasticamente la porzione d’intonaco retrostante), per essere collocato su un nuovo supporto inerte di cadorite.

A causa del precario stato di conservazione dell’opera, la Fabbrica di San Pietro a novembre 2019 ha intrapreso un nuovo e necessario restauro. Un lavoro lungo e complesso, condotto dai restauratori Giorgio Capriotti e Lorenza M. G. D’Alessandro sotto la direzione tecnico-scientifica della medesima Fabbrica. Grazie al recente intervento conservativo è oggi possibile ammirare il venerato dipinto nella sua ritrovata integrità, in un suggestivo allestimento curato dall’architetto Roberto Pulitani.

La mostra rappresenta dunque un appuntamento imperdibile non solo per gli appassionati di arte, ma anche per tutti i devoti che a Torino avranno l’opportunità di conoscere la storia di questa straordinaria opera inedita.

Il catalogo della mostra a cura di Simona Turriziani e Pietro Zander, edito da Sagep Editori, è illustrato con suggestive ed eloquenti fotografie e racconta la secolare storia e il restauro di questa straordinaria immagine mariana, che la prof.ssa Anna Cavallaro ha confermato essere stata realizzata dal celebre pittore Antoniazzo Romano nell’ultimo decennio del XV secolo.

Ecco tutti gli appuntamenti a Palazzo Madama, alla Gam e al Mao

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AGENDA FONDAZIONE TORINO MUSEI  14 – 20 maggio 2021

 

VENERDI 14 MAGGIO 

 

Venerdì 14 maggio 

LA MADONNA DELLE PARTORIENTI DALLE GROTTE VATICANE 

14 maggio – 20 luglio 2021 

Palazzo Madama – apertura al pubblico nuova esposizione 

La Fondazione Torino Museicon il patrocinio della Fabbrica di San Pietro in Vaticano e dell’Arcidiocesi di Torino, presenta, nella Corte Medievale di Palazzo Madama, il dipinto La Madonna delle Partorienti di Antoniazzo Romano (ultimo decennio del XV sec.).

L’opera viene esposta in anteprima assoluta al pubblico dopo un lungo e complesso restauro, promosso dalla Fabbrica di San Pietro con il sostegno di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking. La mostra, occasione unica e irripetibile per ammirare il prezioso dipinto, prima di fare rientro definitivo nelle Sacre Grotte della Basilica vaticana, è realizzata con il sostegno di Reale Mutua.

Grazie al recente intervento conservativo, condotto dai restauratori Giorgio Capriotti e Lorenza M. G. d’Alessandro, è oggi possibile ammirare il venerato affresco nella sua ritrovata integrità, in un suggestivo allestimento, che ne racconta la secolare storia e il restauro, curato dall’architetto Roberto Pulitani.

Info: www.palazzomadamatorino.it

 

 

Venerdì 14 maggio ore 21 (percorso in digitale) 

Sabato 15 maggio ore 16 (percorso in museo) 

Sabato 15 maggio ore 18.30 (percorso in digitale) 

BLACK AND WHITE. Pennellate di nero 

MAO – visite guidate in collaborazione con OFT Orchestra Filarmonica Torino 

 Anche quest’anno, per il terzo anno consecutivo, Fondazione Torino MuseiOFT – Orchestra Filarmonica di Torino e Abbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa.

Ogni venerdì e ogni sabato precedente i concerti del martedì, i musei organizzano una visita guidata che si ispira alla tematica – COLORS – proposta dall’Orchestra Filarmonica, in un curioso e stimolante intreccio di linguaggi artistici e suggestioni provenienti da ambiti culturali differenti. Proprio il concetto di colore è il fil rouge che unisce i nove concerti della stagione 2021 della prestigiosa Orchestra Filarmonica di Torino e il ciclo di visite a essi ispirato proposto a rotazione dai tre musei cittadiniGAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica.

I percorsi guidati saranno offerti in duplice forma: solo in digitale se il museo è chiuso oppure in digitale e in presenza se il museo è aperto. In questo modo saranno disponibili tre appuntamenti per ogni concerto. L’iniziativa è a cura dei Dipartimenti Educazione della Fondazione Torino Musei e di Abbonamento Musei. Le visite sono condotte da Theatrum Sabaudiae.

Il percorso di visita nella galleria dedicata al Giappone si sofferma in particolare sui kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta e sulla pittura a inchiostro nero.

Costi: percorso in digitale 8€ intero; 7€ ridotto (abbonati OFT e possessori di Abbonamento Musei); 

percorso in presenza 5€ tariffa unica + biglietto di ingresso al museo secondo regolamento (ingresso libero per possessori di Abbonamento Musei e Torino Card) 

Info e prenotazioni: tel. 011 5211788, oppure scrivendo a info@arteintorino.com  

A seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico, oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line: https://www.arteintorino.com/2-visite-guidate-torino/162-connessioni-d-arte.html. Le visite saranno attivate a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti.

 

 

SABATO 15 MAGGIO 

 

Sabato 15 maggio ore 17 

IN CINA TRA DAME, CAMMELLI E SUONATORI A CAVALLO  

MAO – attività famiglie su ZOOM 

A cura dei Servizi Educativi del MAO Museo d’Arte Orientale nell’ambito di Kid Pass Days, maratona culturale per famiglie in tutta Italia

Nella collezione cinese del MAO, una folla in miniatura di persone, cavalli, cammelli e creature dall’apparenza mostruosa realizzati in terracotta ci racconta la vita all’epoca della dinastia Tang, un periodo di particolare splendore nella storia della Cina. L’attività conduce alla scoperta di alcune opere della collezione del museo e guida alla realizzazione di sagome in carta con cui dare vita al proprio mondo in miniatura.

Prenotazione obbligatoria. Costo: € 5

Prenotazione e acquisto entro venerdì 14 maggio alle ore 13.

Info e prenotazioni tel. 0114436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Gli iscritti riceveranno via email l’elenco dei materiali necessari e il link per partecipare.

ACQUISTA IL LABORATORIO 

 

 

DOMENICA 16 MAGGIO 

 

Domenica 16 maggio ore 11 

IL GIARDINO TRA LE MANI 

Palazzo Madama – attività famiglie in museo 

Cerchiamo tra le opere in museo i colori e le forme vegetali: come per magia scopriremo un giardino fatto di fiori, foglie, semi e bacche che i bambini ricreeranno su lastrine di argilla in laboratorio.  Un’esperienza sensoriale per scoprire la natura attraverso una raccolta di elementi vegetali che i bambini potranno classificare, stropicciare, annusare e far suonare.

Costo: €4 a bambino in occasione dell’edizione KID PASS DAYS 2021; biglietto ridotto per gli adulti accompagnatori (gratuito con Abbonamento Musei)

Info e prenotazioni: 011 4429629 – madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione obbligatoria entro venerdì 14 maggio

 

Domenica 16 maggio ore 15 

SEMPLICEMENTE CARTA 

GAM – attività famiglie in museo 

Il Dipartimento Educazione GAM anche nel 2021 aderisce alla giornata promossa da Kid Pass.

Dopo la presentazione dell’attività per famiglie on line, dedicata all’artista torinese Luigi Nervo, si desidera far scoprire, questa volta dal vivo, ai piccoli e ai grandi, la magia della sua opera con un percorso che parte dalla mostra allestita nell’Education Area della GAM.

Negli spazi del Dipartimento Educazione e in quelli della Circoscrizione 5 sono state inaugurate una mostra-racconto intitolata alla figura di Luigi Nervo, uno dei protagonisti di Luci d’Artista. L’esposizione Luigi Nervo, ancora Luce è, inoltre, inserita nell’ambito del public program del progetto Luci d’Artista.

L’artista torinese e insegnante dell’Accademia di Belle Arti, è stata una figura poliedrica, impegnata nella scultura, in particolare quella lignea, nella pittura con acquerelli, incisioni, e nella creazione di opere in carta; soprattutto è stato attivo nella didattica dell’arte rivolgendosi ai giovani, cercando di stimolare in loro la manualità, finalizzata “allo scambio tra pensiero e azione delle mani” e la conoscenza dei materiali con percorsi originali. Il gusto per il magico, la fiaba e il sorprendente sarà lo spunto per l’attività intitolata Semplicemente carta; in laboratorio si useranno materiali come carta, cartoncini, colori e fermacampioni per costruire ingegnosi marchingegni semi-mobili che ricordano gli automi o le macchine-gioco che Luigi Nervo costruiva per i suoi racconti teatrali e per i bambini delle scuole, portando ovunque gioia e divertimento.

Costo attività: 7 Euro. Prenotazione obbligatoria

Per informazioni e prenotazioni tel. 011 5211788

info@arteintorino.com

la prenotazione deve avvenire entro venerdì 14 maggio

www.arteintorino.com

 

Domenica 16 maggio ore 18 

RICONOSCERE I SANTI 

Palazzo Madama – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte 

Un percorso guidato in live streaming affascinante e curioso, per riscoprire gli attributi e gli atteggiamenti che la Chiesa, mediante l’opera degli artisti, ha voluto conferire a santi e sante della liturgia dell’anno.

Attraverso una selezione delle opere del museo di diversa epoca e differenti materiali, prende avvio il percorso di “decifrazione”: dalle storie di santa Maria Maddalena, realizzate intorno al 1200 su legno scolpito dipinto e dorato, alle raffigurazioni su tavola e tela dei santi Giovanni Battista e Francesco di Gandolfino da Roreto, al sant’Ivo di Defendente Ferrari, databili tra Quattro e Cinquecento. Infine il san Gerolamo di Orazio Gentileschi e la santa Caterina di Giovanni Ricca evidenzieranno il naturalismo e i cambiamenti apportati nella devozione e nell’arte dallo spirito della Controriforma.

Per rendere ancora più attuale l’incontro, la scelta dei soggetti illustrati terrà anche conto delle figure dei santi che saranno celebrati nel calendario dei prossimi mesi.

Info e prenotazioni: visita guidata online 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).

Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com ; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto online.

 

 

MARTEDI 18 MAGGIO 

 

Martedì 18 maggio ore 18 

MATERIE INSOLITE. LO STRANO CASO DEGLI EREMITI DI SAREZZANO 

Palazzo Madama – conferenza on line con Fulvio Cervini, Università degli Studi di Firenze, dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo – SAGAS e Angelo Agostino, Università degli Studi di Torino, dipartimento di Chimica

Palazzo Madama propone la quarta conferenza del ciclo dedicato alla mostra Ritratti d’oro e d’argento, in corso fino al 12 luglio 2021, che intende offrire, grazie a un taglio interdisciplinare, uno sguardo sia sul contesto in cui si è sviluppata la produzione orafa in Piemonte e Valle d’Aosta tra Tardo Gotico e Rinascimento, sia sulle azioni di ricerca, tutela e valorizzazione, che musei, diocesi, soprintendenze e università stanno portando avanti con un importante lavoro di sinergia.

Fulvio Cervini e Angelo Agostino presenteranno i risultati delle ricerche condotte sui busti dei santi Ruffino e Venanzio provenienti dalla chiesa vecchia al Castello di Sarezzano, nei pressi di Tortona: un processo di conoscenza basato su analisi storico-artistica e indagine diagnostica in un necessario dialogo interdisciplinare finalizzato a spostare sempre in avanti il fronte della ricerca.

 

Prossimi appuntamenti 

25 maggio 2021, ore 18.00  

Gli ori del principe. Manufatti preziosi per gli Acaia 

con Marco Fratini, storico dell’arte

8 giugno 2021, ore 18.00  

La collegiata di San Secondo nel Quattrocento. Committenti e opere d’arte ad Asti  

con Simone Baiocco, conservatore di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, Torino

22 giugno 2021, ore 18.00 

Policromia su argento: i reliquiari di san Giovanni Battista e di san Grato dalla cattedrale di Aosta  

con Viviana M. Vallet e Alessandra Vallet, Soprintendenza per i beni e le attività culturali Regione Autonoma Valle d’Aosta

Info: le conferenze si svolgeranno sulla piattaforma Zoom. Tutti i dettagli sul sito di Palazzo Madama www.palazzomadamatorino.it  

Prenotazione obbligatoria: t. 0114429629; madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo: 4€ per conferenza

Acquista subito:

https://www.arteintorino.com/acquisti-online/product/4482-sette-lezioni-di-approfondimento.html

 

 

MERCOLEDI 19 MAGGIO 

 

Mercoledì 19 maggio ore 21 

IL PRIMATO DELL’OPERA. VIAGGIO NELL’ARTE DEL NOVECENTO 

GAM – visita online nell’ambito del progetto Connessioni d’arte 

La GAM propone un nuovo allestimento della collezione del Novecento storico che permette di restituire centralità all’opera d’arte. Il percorso guidato consente al visitatore di soffermarsi nei diversi ambienti del museo, cogliendo l’aspetto d’insieme delle sale e delle opere, per proseguire con la descrizione di dipinti, sculture e installazioni attraverso video e fotografie esclusive.

L’appuntamento con la guida è un’occasione per ripercorrere la storia dell’arte del Novecento dalle Avanguardie storiche all’Informale, dal New Dada e Pop Art all’Arte Povera attraverso il tesoro della Città di Torino.

Info e prenotazioni: visita guidata on-line 8€ intero; ridotto 7€ (possessori di Abbonamento Musei).

Prenotazioni al numero 011 5211788 oppure scrivendo a info@arteintorino.com; a seguito della prenotazione saranno inviati dettagli ed estremi bancari per effettuare il pagamento con bonifico oppure sarà possibile effettuare l’acquisto on-line.

 

 

GIOVEDI 20 MAGGIO 

 

Giovedì 20 maggio ore 17 

IL GIARDINO TRA LE MANI 

Palazzo Madama – attività famiglie in museo 

Cerchiamo tra le opere in museo i colori e le forme vegetali: come per magia scopriremo un giardino fatto di fiori, foglie, semi e bacche che i bambini ricreeranno su lastrine di argilla in laboratorio.  Un’esperienza sensoriale per scoprire la natura attraverso una raccolta di elementi vegetali che i bambini potranno classificare, stropicciare, annusare e far suonare.

Costo: €4 a bambino in occasione dell’edizione KID PASS DAYS 2021; biglietto ridotto per gli adulti accompagnatori (gratuito con Abbonamento Musei)

Info e prenotazioni: 011 4429629 – madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

Prenotazione obbligatoria

L’arte di Go Goals together per un futuro più sostenibile

Con la mostra Go Goals togetherdal 27 maggio al 17 luglio, l’artista Sabrina Rocca affronta il tema dei Sustainable Development Goals, i 17 obiettivi interconnessi definiti dall’ONU nell’Agenda 2030 per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti https://sdgs.un.org/goals.

Rocca non si accontenta solo di farci uscire dalla nostra comfort zone portandoci letteralmente in giro per il mondo all’interno del Campus ONU, ma ci mette di fronte agli obiettivi sottoscritti dai 193 Paesi per realizzare un mondo più a misura d’uomo, sottolineando così che, esattamente come nel caso di questa pandemia da Covid-19, i risultati si raggiungono soltanto con l’impegno collettivo.

Aperta da Martedì – Domenica dalle 10 alle 19 su appuntamento scrivendo una mail a gogoalstogether@gmail.com

Organizzazione Nazioni Unite ONU, Viale Maestri del Lavoro 10,, Torino (TO)

Model e Horst, Street and Style. Intervista doppia con i curatori

I Giovedì in CAMERA  Giovedì 13 maggio, ore 19.00, in presenza

 

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ha riaperto le sue porte al pubblico con le nuove mostre Lisette Model. Street Life e Horst P. Horst. Style and Glamour.

Nel primo incontro di approfondimento in programma giovedì 13 maggio alle ore 19.00 in presenza, i curatori – Monica Poggi e Giangavino Pazzola – si confronteranno sulla genesi e la realizzazione dei progetti espositivi, illustrandone presupposti, modalità ed esiti.

La grande ricognizione che CAMERA sta compiendo su importanti nomi del passato – iniziata con la mostra su Carlo Mollino (2018) e proseguita con quella sull’opera di Man Ray (2019) – mette a confronto, in questo caso, due percorsi artistici che partono da condizioni biografiche paragonabili ma si concretizzano in traiettorie diametralmente differenti. Ironica e dissacrante street photographer Model, genio della fotografia di moda Horst, entrambi punto di riferimento nello sviluppo del proprio specifico genere fotografico ed ispiratori di intere generazioni. Nonostante l’avvicinamento al mondo della fotografia, infatti, inizi per tutti due a Parigi negli anni Trenta, il loro atteggiamento nei confronti dei soggetti ritratti è totalmente opposto: se per Horst le proprie modelle rappresentano un’eleganza algida e senza tempo, dai richiami classici e dalla bellezza statuaria, i soggetti di Model diventano caricature di sé stessi, emblema di una società̀ goffa e decadente.

Le mostre sono accompagnate da due cataloghi editi da Silvana Editoriale.

 

 

 

Intervengono:

Monica Poggi, curatrice mostra Lisette Model. Street Life

Giangavino Pazzola, curatore mostra Horst P. Horst. Style and Glamour

 

 

Per partecipare all’incontro è consigliato prenotare sul sito di CAMERA alla sezione “prenotazioni”.

Il costo dell’incontro è pari a 3 Euro.

 

 

INFORMAZIONI

 

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Via delle Rosine 18, 10123 – Torino www.camera.to |camera@camera.to

 

Facebook/ @CameraTorino

Instagram/ @cameratorino

Sito/ www.camera.to

Tessere il futuro con le trame del passato

A Chieri si ufficializza l’inaugurazione del nuovo, suggestivo allestimento del Museo del Tessile

Sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle 11 alle 18

Chieri (Torino)

Nato nel 1997, nell’edificio che un tempo ospitava il convento quattrocentesco di Santa Chiara  e trasformato agli inizi dell’Ottocento in opificio dall’imprenditore David Levi, il “Museo del Tessile” di Chieri apre al pubblico – fra telai, orditori, passamanerie, campionari di tessuti e figurini fino ad arrivare alla moderna “Fiber Art” – il suo nuovo percorso espositivo, oggetto di un significativo riallestimento, che racconta la vocazione tessile del chierese (basti pensare che fino al Settecento Chieri fu l’unico centro manifatturiero in Piemonte per la lavorazione dei cotoni e dei filati) dal Quattrocento ad oggi. In contemporanea, la sala della “Porta del Tessile”, in via Santa Chiara 5, ospita la mostra personale di Lisa Fontana, Premio “Navetta di rame 2021”, che con i suoi lavori d’arte tessile ha saputo reinterpretare disegni di tradizione in chiave contemporanea utilizzando vari materiali -dal lino al rame, dal bambù alla seta -e tessendo ai telai storici dello stesso Museo.

L’appuntamento si articola in due giornate: sabato 15 e domenica 16 maggio, dalle 11 alle 18. In particolare sabato 15, alle 11, in via Santa Chiara 11/A, si terrà l’inaugurazione ufficiale del nuovo percorso espositivo e della mostra temporanea, con presentazione di Melanie Zefferino, presidente della “Fondazione Chierese per il Tessile” e del “Museo del Tessile”, e la partecipazione di Alessandro Sicchiero e  Antonella Giordano, rispettivamente sindaco ed assessore alla Cultura della Città di Chieri, nonché dei consiglieri di amministrazione Filiberto Martinetto, Laura Vaschetti, Renato Vasino e Giuseppe Vergnano. “Con questo riallestimento, accompagnato da un intervento di conservazione esteso, valorizziamo la collezione storica e diverse donazioni ricevute di recente, fra cui alcune ‘bambole Lenci’ del primo e secondo Novecento, ma anche cartamodelli, incisioni e strumenti di misurazione”, dichiara la presidente Melanie Zefferino. Che aggiunge: “L’esposizione permanente include alcuni esemplari ‘ricamo Bandera’ di tradizione prettamente chierese; da quest’anno, è pure presente una sezione di ‘Fiber Art’ con opere della collezione civica. Non a caso: il motto del Museo è ‘tessere il futuro con le trame del passato’, dunque preservare la tradizione tessile di ieri, valorizzare le produzioni delle manifatture tuttora attive sul territorio e dare voce anche alle declinazioni artistiche contemporanee”. Su questo filo conduttore, il nuovo riallestimento propone anche uno strumento per il “tissage en bande” di tradizione

medievale, accanto ad un “telaio ad arco” come quelli usati per secoli dalle popolazioni sub-artiche (un esemplare analogo si trova al British Museum), un “Marudai” per il “Kumihimo” del Giappone, ma anche un telaio verticale semplice come quelli usati dai nativi americani . Altri oggetti e materiali d’interesse particolare sono disposti su due livelli di altezza (come al “V&A Children’s Museum” di Bethnal Green) per coinvolgere anche i più piccoli con le loro famiglie e i loro insegnanti. “In generale – conclude la presidente – si è costruito un percorso più intuitivo e accattivante, seppure filologico, anche grazie a soluzioni di illuminotecnica che esaltano il colore o suggeriscono il movimento di oggetti storici mediante effetti di luce che conferiscono loro un’aura suggestiva. È stato dato maggiore spazio e risalto ai materiali naturali (lana, seta, canapa, cotone, lino, bambù e ginestra) ma anche alla viscosa o rayon, ampiamente usata a Chieri nel Novecento”. La narrazione è infine adiuvata da pannelli illustrativi con “QR Code” che rimandano a brevi filmati realizzati da Pietro Robusto (proiettati anche in “loop” su uno schermo), che illustrano la storia o la funzione di vari oggetti esposti, mentre una cornice digitale offre scorci sui disegni e documenti d’Archivio, alcuni dei quali esposti nelle vetrine storiche restaurate. E, mentre presto sarà anche attivata una sezione tattile per visitatori con disabilità visiva, altra importante novità è il bookshop, in cui trovare pubblicazioni tematiche e manufatti realizzati al Museo, come segnalibri o fiori-spilla in feltro. E tant’altro ancora.

  1. m.

Per info: “Fondazione Chierese per il Tessile” e “Museo del Tessile”, via Santa Chiara 11/A, Chieri (To); tel. 329/4780542, per visite è necessaria la prenotazione a info@fmtessilchieri.org