ARTE- Pagina 116

“I don’t love you” In mostra il torinese Dino Aloi

MOSTRA D’ARTE CONTEMPORANEA

Il 12 febbraio 2022, l’artista torinese Dino Aloi, direttore responsabile dell’Almanacco Dell’Arte Leggera, esporrà, insieme a un’opera di Sergio Staino e Lido Contemori, una sua opera alla mostra d’arte contemporanea “I DON’T LOVE YOU”, a cura dell’artista LBS (alias di Bruno Salvatore Latella), con la collaborazione del curatore fiorentino Stefano Giraldi e del docente dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria Remo Malice, presso i locali dell’associazione INTERZONE APS/ETS, a Reggio Calabria.
La mostra, che riprende l’idea tematica curata dal fiorentino Stefano Giraldi, per la sua serie di mostre collettive dal titolo “CUORI INFRANTI”, alle quali hanno preso parte artisti del calibro di Milo Manara, Sergio Staino e tanti altri, ha lo scopo di “festeggiare” sotto veste anticonvenzionale la festa degli innamorati: San Valentino.
La mostra I DON’T LOVE YOU vedrà partecipare, oltre agli artisti internazionali Sergio Staino e Dino Aloi, ed artisti emergenti provenienti da varie parti d’Italia, studenti dell’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.
Alla ricerca di una grande qualità espositiva, si è optato, per le opere degli artisti, l’utilizzo di stampe di tipo Fine Art Giclée .
Qui di seguito i nomi degli artisti partecipanti:
Sergio Staino, Dino Aloi, Lido Contemori, Fabio Gagliardi, Francesco Dabbico, Agostino Rampino, Riccardo Grande e Giusy Telli, Carmelo Ventura, Jasmine Iannì, Romana Azzarà, Gabriella Iaria, Davide Pellicanò, Angelica Tripodi, Francesco Priolo, Daniele Mircuda, Miriam Tuccia, Gianmarco Spadaro (in arte Glauco).

Concept della mostra:
“Chi nella vita non ha mai avuto una pena d’amore? Penso tutti! O da ragazzini, da adolescenti o da adulti, tutti hanno avuto, almeno una volta il “Cuore Infranto” da una pena d’amore. Il Poeta latino Ovidio (1° Secolo) scrisse un manualetto brioso e umoristico di come rimediare alle sofferenze d’amore, lui che ebbe diversi amori e ben tre mogli, aveva certamente esperienza su questo tema. La Mostra, qui rappresentata, riprende l’idea del manualetto di Ovidio “Rimedi contro l’Amore” e con Artisti Contemporanei, giocano con l’Amore e le sofferenze del cuore con Umorismo, e non solo, a denti stretti, riconoscendosi a loro volta vittime del cuore”.
Quello dell’amore è un precario equilibrio di attese: la mostra “I DON’T LOVE YOU” ne racconta l’infrangersi, lasciando spazio a una delusione che è già scritta nel concetto stesso di amore. Ricordandoci che “amare” e “consumare” non possono essere sinonimi, le opere esposte esprimono azione e reazione della sofferenza romantica. Invito tutti a visitare questa mostra con la consapevolezza che, nella loro dolcezza e ipocrisia, l’arte e l’amore sono quanto di più umano possa esistere.

ALBERTO VILLA

La settimana dei Musei Reali alla riscoperta dell’influenza di Caravaggio

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Ogni settimana i Musei Reali di Torino offrono ai visitatori una fitta agenda di appuntamenti. Alle mostre si aggiungono sempre visite speciali come quelle ai Giardini Reali del Lunedì Green o appuntamenti per gli abbonati per approfondire, tra cultura e relax, i grandi patrimoni artistici. Tutto nell’incantevole cornice di uno dei luoghi simbolo di Torino.

 

Il calendario delle attività per i tesserati dei Giardini Reali

È disponibile sul sito il calendario delle attività speciali dedicate al tema dei Giardini Reali, riservate ai possessori di una delle tessere solidali. Fino a marzo 2022 è possibile prendere parte a percorsi e visite in esclusiva con le curatrici, i curatori e le restauratrici dei Musei Reali. Sono previsti incontri a tema green anche per tutto il pubblico, con tariffe agevolate per i sottoscrittori della tessera. Le tessere sono acquistabili nel bookshop dei Musei Reali o scrivendo all’indirizzo: mr-to.sostienici@beniculturali.it

Sabato 5 febbraio alle ore 10.30 e alle ore 15.30, la visita Legni Reali: le piante dai nobili legnami porterà i visitatori alla scoperta delle varietà vegetali in arte e natura. Un percorso avvincente che partirà dalla nobiltà delle essenze lignee delle collezioni dei Musei Reali, fino alle specie arboree che hanno popolato i Giardini Reali. Info e prenotazioni: mr-to.sostienici@beniculturali.it

Lunedì 7 febbraio alle ore 11 e alle ore 15 si terrà la visita Il Giardino di Levante e la Cavallerizza nell’ambito dei Lunedì Green, che fino a marzo faranno vivere ai tesserati e al resto del pubblico ogni lunedì la magia dei Giardini Reali a porte chiuse. Un ciclo di visite esclusive alla scoperta della storia dei Giardini, delle stratificazioni nei secoli e delle loro specie vegetali. Prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni: mr-to.sostienici@beniculturali.it

 

I Martedì dell’Abbonato

Martedì 8 febbraio alle ore 17 proseguono i Martedì dell’Abbonato. Tutti abbiamo sentito parlare di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, tanto per la sua arte quanto per la sua tormentata storia personale. Ma la sua figura di artista ha fortemente influenzato anche l’immaginario degli artisti suoi contemporanei e di quelli delle generazioni successive. Questo percorso tematico vuole sottolineare l’influenza di Caravaggio nelle opere presenti all’interno delle collezioni sabaude, in un viaggio chiaroscuro tra arte e storia.

Costo dell’attività € 10. Riservata ai titolari dell’Abbonamento Musei.

Per informazioni e prenotazioni https://piemonte.abbonamentomusei.it/

 

Le attività con CoopCulture

Sabato 5 febbraio alle ore 15.30 e domenica 6 febbraio alle ore 11, le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture conducono la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia.

Il costo della visita è di € 7, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Fino al 31 marzo 2022 è possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali.

Ogni venerdì alle ore 15.30, il pubblico può visitare i magnifici appartamenti della regina Maria Teresa al primo piano di Palazzo Reale, il Gabinetto del Segreto Maneggio e le suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.
Ogni sabato alle ore 15.30, Collezionisti a Confronto: Riccardo Gualino e il Principe Eugenio di Savoia-Soissons, un ricco percorso alla scoperta di due grandi personaggi accomunati dalla passione per l’arte, per comprendere meglio l’evoluzione del collezionismo tra Settecento e Novecento.

Ogni domenica alle ore 15.30 è possibile approfondire le vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sindone e ammirare i tesori conservati nella Sacrestia e nella Cappella Regia.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei).

Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Ciprotour. Oltre il confine

Fino al 3 marzo 2022 il pubblico può godere di una mostra diffusa che unisce i Musei Reali e le Biblioteche civiche di Torino. Il progetto mira a promuovere sul territorio la mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, terminata il 9 gennaio. Il progetto prevede una serie di piccole esposizioni in alcune biblioteche torinesi: narrazioni da Cipro e su Cipro nelle sale della Biblioteca Civica Centrale, alla Biblioteca civica Musicale Della Corte si parla di musica cipriota, al Mausoleo della Bela Rosin e alla Biblioteca civica Villa Amoretti si racconta dell’isola sacra ad Afrodite e dei profumi della dea, alla Biblioteca civica Cesare Pavese di commerci e genti, di lingue e culture alla Biblioteca civica Primo Levi. E ancora, alla Biblioteca civica Don Milani, si tengono incontri su Cipro, porto e ponte del Mediterraneo. Il Bibliobus, inoltre, diffonde in città le informazioni sugli eventi in programma.

 

Le mostre in corso ai Musei Reali

Prorogata fino a domenica 13 febbraio 2022In Between è la prima mostra a Torino dedicata allo scultore piemontese Fabio Viale, che ha conquistato notorietà internazionale grazie alle sue statue tatuate e alle straordinarie finzioni in marmo. Cinque opere monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano i campi di ricerca e presentano opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Realizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, la mostra è visitabile con il biglietto dei Musei Reali.

 

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo, prorogato fino a domenica 20 febbraio, è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda. La visita alla mostra è compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

Animali dalla A alla Z. Una mostra dedicata ai bambini è l’esposizione allestita nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda fino al 3 aprile 2022. Il progetto, curato da Rosario Maria Anzalone ed Enrica Pagella, è concepito per bambini e famiglie, dall’altezza delle vetrine alle soluzioni grafiche: tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e oggetti d’arte decorativa, quaranta opere dei Musei Reali sono accomunate dalla raffigurazione di animali, da indovinare in una modalità di fruizione partecipataLa visita alla mostra è compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 15.15 ed è chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Museum Shop

Per rimanere aggiornati sulle pubblicazioni dei Musei Reali e per dedicarvi un pensiero, il Museum Shop è aperto.

È disponibile anche online Musei Reali (shopculture.it).

 

L’accesso ai Musei Reali e alle mostre è consentito unicamente esibendo il Super Green Pass (Green Pass rafforzato ad esito di vaccinazione o guarigione da Covid-19) e indossando la mascherina chirurgica, secondo le norme di sicurezza previste dal Decreto-legge del 24 dicembre 2021, n. 221.

Ultimi giorni e grande successo a “CAMERA” per Martin Parr

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E intanto si aspettano i capolavori dal “MoMA” di New York

Fino al 13 febbraio

Inaugurata nell’ottobre del 2021, resta poco più  di una settimana, fino a domenica 13 febbraio, per visitare la mostra “Martin Parr. We Love Sports”, dedicata da “CAMERA-Centro  Italiano per la Fotografia” di via delle Rosine 18 a Torino, al grande fotografo inglese e ai suoi scatti (150 le immagini presenti in mostra) di spietata e divertita e divertente ironia, capaci di cristallizzare immagini del sociale in vere e proprie icone del nostro tempo. Quelle soprattutto dedicate al mondo dello sport. Un mondo visto da spettatore e fotografo assai curioso e originale. Con l’obiettivo attratto in particolare (come nell’esplorazione dell’umana quotidianità) da chi si accalca sulle tribune o a bordo campo, dall’universo della tifoseria più che dal gesto atletico, “capovolgendo così l’immaginario visivo dello sportivo- divo”.

Il fotografo come spettatore narrante di spettatori. E come dimenticare allora le sue piccole e grandi folle vocianti a più non posso sugli spalti, i gadgetvistosi e goliardici, le parrucche colorate in tinta con le divise della squadra del cuore, i travestimenti grotteschi, gli abiti eleganti e un po’ snob di chi assiste alle corse dei cavalli, così come alle parures kitsch sfoggiate con la naturalezza di una sana incoscienza fino a quella piacevole teoria di cappelli candidi a larghe tese, all’apparenza immobili come statue di gesso, al “Roland Garros” del 2016”? Mostra altamente apprezzata dal pubblico torinese, fors’anche per la concomitanza con le “Nitto ATP Finals”, che da ottobre a novembre scorsi hanno fatto di Torino la capitale internazionale del tennis. Fatto sta, fanno sapere da “CAMERA”, che la grande mostra dell’autunno-inverno 2021-2022 ha, fino ad oggi, conteggiato la presenza di oltre 10mila persone. Alti, benedetti numeri, cui altri se ne aggiungeranno, incrociando le dita, nei prossimi giorni. In una volata di grande euforia, se si pensa che il Centro di via delle Rosine ha già pronto un altro bell’ asso nella manica, di quelli destinati a sbaragliare il tavolo e per davvero a “fare storia”. In un passaparola New York-Torino che porterà a “CAMERA” la grande fotografia nientemeno che del “MoMA” newyorkese. L’appuntamento, su cui – com’è ben comprensibile – è notevole l’attesa, è dal 3 marzo fino al 26 giugnoprossimi. Titolo, “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York”, la mostra – curata da Sarah Hermanson Meister e da Quentin Bajac con il coordinamento di Monica Poggi e Carlo Spinelli– verrà presentata per la prima volta in Italia e ciò inorgoglisce la città e ovviamente i responsabili di “CAMERA” che sottolineano: “L’esposizione è una straordinaria selezione di oltre 230 opere fotografiche della prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia realizzati dai grandi maestri dell’obiettivo, le cui immagini appaiono innovative ancora oggi. Come i contemporanei Matisse, Picasso e Duchamp hanno saputo rivoluzionare il linguaggio delle arti plastiche, così gli autori in mostra, ben 121 tra nomi leggendari e sorprendenti scoperte, hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo centrale nello sviluppo delle avanguardie di inizio secolo”.

Accanto ad immagini iconiche di fotografi americani come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Max Burchartz, Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier- Bresson, André Kertész e August Sander, la collezione “Walther” valorizza il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna, con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jocobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl e molte altre. Inoltre, accanto ai capolavori della fotografia del Bauhaus (László Moholy-Nagy, Iwao Yamawaki), del costruttivismo (El Lissitzky, Aleksandr Rodčenko, Gustav Klutsis) e del surrealismo (Man Ray, Maurice Tabard, Raoul Ubac) troveremo anche le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme a Wanda Wulz e Tina Modotti.

Gianni Milani

(Foto in bianco e nero: Max Burchartz “Lotte (Eye)”, 1928, MoMA, New York)

 

“Martin Parr. We Love Sports”

CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino, tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 13 febbraio

Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 11/19 – giov. 11/21

Malinpensa by La Telaccia, 50 anni per l’arte. Quattro artisti in mostra

Informazione promozionale 


La nota Galleria d’Arte Malinpensa by La Telaccia in Corso Inghilterra n.51 a Torino si appresta a festeggiare i 50 anni di attività.

La Galleria, nata nel 1972 e diretta da Giuliana Papadia e Monia Malinpensa, propone la Mostra d’arte collettiva intitolata ” Materia e tecnica vibrano in perfetta sinergia”  di quattro artisti,  che si terrà dal 18 Febbraio al 3 Marzo 2022.

Mostra e presentazione a cura di Monia Malinpensa, Giuliana Papadia e Arch. Andrea Cicconi. Grafico e Social curati da Paolo Vezzoli.

 

Le immagini delle opere nel dettaglio:

 

 

 

“Milleluci”: 26 sculture dell’artista internazionale “che illumina il mondo” Marco Lodola

MILLELUCI

Opere di Marco Lodola in mostra alla Galleria Berman di Torino
dal 20 gennaio al 26 febbraio

Ha preso il via il 20 gennaio, alle ore 17:00, e sarà visitabile fino al 26 febbraio, presso la sede espositiva della Galleria Berman in via Arcivescovado, 9, a Torino, la mostra “Milleluci”: 26 sculture dell’artista di fama internazionale “che illumina il mondo” Marco Lodola.
Le sue opere sono presenti ovunque, dagli Uffizi di Firenze alla Piazza del Duomo di Milano, dalle facciate dell’Ariston di Sanremo ai palazzi di Dior disseminati in tutto il mondo.
Le sculture luminose sono veri e propri oggetti di comunicazione, design e arredamento.
Conoscere Marco Lodola e la sua arte è come tuffarsi tra presente, passato e futuro.
La mostra è un modo per celebrare un vero e proprio “Re” della Pop Art contemporanea.
Nel catalogo, curato dalla critica d’arte dottoressa Carla Bertone, si evidenzia l’attenzione di Lodola per il dettaglio e per un uso sapiente della luce e del colore. Le fonti luminose, che dialogano con l’osservatore, sono gli elementi principali di un’arte che inserisce Lodola, per sua stessa ammissione, nella corrette Neo-Futurista.
L’artista si definisce con simpatia un “elettricista dell’arte” e il suo dono di luce diventa vita, speranza ed energia creativa, benefica, soprattutto in un momento come quello che tutta l’umanità sta vivendo a causa dell’emergenza pandemica.
Il “Lodolamondo” ormai sta dilagando. Le sue inconfondibili sculture, investite della personalità del loro magico deus ex machina, ultimamente hanno invaso le vetrine delle boutique Dior di Parigi, New York, Roma, Singapore, Tokyo, Dubai Shanghai e Seul. Mannequin colorate, faccine, autobus, motociclette, scarpe, borse, cappelli, rossetti e sciarpe si accendono di magia.
Torino, ormai da qualche mese, è tutta “lodolata”: dalle dive al Museo del Cinema per la mostra “Diabolik”, alle installazioni in Piazza della Repubblica, al mercato coperto di Porta Palazzo fino alla Galleria Berman.
L’ultima magia dell’artista è proprio la meravigliosa mostra in via Arcivescovado, in cui la passione per l’arte si mescola ad un incantesimo di luce ed emozione. Ventisei installazioni luminose, di cui tre monumentali da esterni, restituiscono una carrellata della sua ricerca artistica in cui Lodola richiama le sue prestigiose collaborazioni con Renzo Arbore, Red Ronnie, le scenografie per molti programmi Rai o per X-Factor, le copertine di dischi e cd per i suoi amici musicisti come Max Pezzali, Ron, Drupi e molti altri. Lui stesso, si definisce “rock and roll” e non si smentisce con l’appuntamento annuale con la facciata dell’Ariston di Sanremo.
Le sue opere contengono, oltre all’aspetto ludico, anche tutte queste suggestioni televisive e musicali insieme. Si può giocare con l’arte? La risposta può essere univoca in quanto la creazione artistica non può discostarsi dal contenuto e deve spingersi inesorabilmente oltre gli aspetti ludici per prorompere con un messaggio.

Orario e contatti:

da martedì a sabato, ore 10.30-12.30 e 16.00-19.00
sede espositiva
Via dell’Arcivescovado 9
10121 Torino
tel +39 011 859417
arte@galleriaberman.it

BIOGRAFIA
Marco Lodola è nato a Dorno (Pavia).
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano, e conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves, che con Matisse saranno un punto di riferimento per il suo lavoro, come anche Fortunato Depero ed il Beato Angelico.
Agli inizi degli anni ’80 intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin, a Milano, ha fondato con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui il critico Renato Barilli è stato il principale teorico.
Dal 1983 ha esposto in grandi città italiane ed europee quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lione, Vienna, Madrid, Barcellona, Parigi e Amsterdam.
Ha partecipato ad esposizioni e a progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Vini Ferrari, Titan, Grafoplast, Harley Davidson, Ducati, Riva, Illy (collana di tazzine d’autore), Francis – Francis, Dash, Carlsberg, Nonino, Valentino, Coveri, Fabbri, I Mirabili, Shenker, Seat, Lauretana, Smemoranda, Gierre Milano e Calze Gallo, Ferrarelle, De Longhi.
Gambero Rosso, Produzione Gomorra.
Nel 1994 è stato invitato ad esporre dal governo della Repubblica Popolare Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti a Boca Raton, Miami e a New York.
Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo.
Nell’estate del ’98 ha eseguito i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l’Opera Lirica Tosca di Puccini.
Nel 2000 Lodola, da sempre legato al tema della danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare Gli avidi lumi, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone.
Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze cittadine, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, Faenza, Bologna, Paestum e al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo di Brasile e alla Versiliana.
Nel 2001 è stato incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua La Masa ha organizzato la mostra ”Futurismi a Venezia” con opere sue e di Fortunato Depero.
Nel 2003 realizza la luminosa Venere nell’ambito della mostra Venere svelata di Umberto Eco tenutasi al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles, per cui ha curato anche l’istallazione della facciata esterna.
Nel 2005 ha realizzato un manifesto per le Olimpiadi invernali di Torino
Nel 2006 è stata collocata un’altra scultura luminosa all’aeroporto internazionale di Città del Messico, e per Natale una scultura in Piazza di Spagna (Roma). Ha realizzato anche l’immagine del centenario del movimento pacifista di Gandhi.
Nel 2008 allestisce la facciata dell’ Ariston e del Casinò in occasione del 58° Festival di San Remo.
Ha partecipato alla 53esima edizione della Biennale di Venezia del 2009 con l’installazione “Balletto Plastico”, dedicata al Teatro Futurista.
Ha realizzato la scultura luminosa FIAT LUX per il Mirafiori MotorVillage di Torino.
Ha partecipato alla 54esima Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi “Cà Lodola”, installazione presso la Galleria G. Franchetti alla Cà d’Oro.
Nel 2012 ha esposto a Palazzo Medici Riccardi di Firenze una mostra dedicata al Rinascimento italiano a cura di Luca Beatrice. Con il Gruppo Nuovo Futurismo ha esposto a Rovereto a Casa Depero e a Milano allo Spazio Oberdan.
Ha esposto a Ginevra per la Bel Air Fine Art Gallery.
In aprile 2014 ha esposto a Mosca per Harmont&Blaine con madrina d’eccezione Sofia Loren.
A giugno 2014 ha inaugurato una personale nel Museo di Evita Peròn a Buenos Aires e al Museo du Football di San Paulo in occasione dei Mondiali di Calcio in Brasile.
Nel 2015 ha collocato in Piazza del Duomo a Milano per Mondadori la scultura “Eden”. E’ inoltre presente all’EXPO ITALIA all’interno della mostra “Tesori d’Italia” curata da Vittorio Sgarbi.
Ha collocato due sculture luminose nella città di Alessandria, dedicate alla figura di Napoleone e Borsalino.
Nel 2018 inaugura la mostra “IL Giardino d’inverno” al mercato centrale di Firenze a cura di Nicolas Ballario.
Nell’estate 2018, espone presso la Reggia di Caserta una serie di sculture luminose, nella mostra “Tempus-Time” a cura di Luca Beatrice.a Novembre ha allestito la facciata del teatro Ariston di Sanremo con sculture a Led luminose con una installazione intitolata “il volto degli altri”.
Nel Giugno 2019 espone in occasione della 58 Biennale di Venezia con una scultura luminosa alta 8 mt nominata “Hello Goodbye” posizionata negli spazi dell’Arsenale.
A Febbraio 2020 rinnova la facciata del teatro Ariston di Sanremo in occasione del settantacinquesimo anniversario del Festival, omaggiando inoltre Domenico Modugno con una scultura a grandezza naturale all’ingresso del teatro.
Nel giugno 2020 presenta installazione “Circled” al MART di Trento Rovereto a cura di Vittorio Sgarbi
In occasione del Natale 2020 ha esposto un Presepe luminoso nel Verano della galleria degli Uffizi di Firenze, esponendo nel corridoio Vasariano un suo Autoritratto luminoso.
In occasione del 75 anniversario della Vespa Piaggio, ha realizzato l’immagine per la campagna pubblicitaria
Nel 2021 ha allestito le facciate e le vetrine dei negozi di Christian Dior di Parigi, Roma, New York, Singapore.
A fine 2021 ha collocato un suo Autoritratto nel Corridoio Vasariano presso la Galleria degli Uffizi a Firenze

Il mondo rovesciato di Luigi Porporato, piccoli sguardi diversi

Alla galleria “Loft 5” la mostra “Cristallografia Urbana” sino all’11 febbraio.

 

Qualche piccola difficoltà nel rintracciarla. Però cercatela, ne varrà la pena. La galleria in questione è la “Loft 5”, in via Pralungo 5, zona corso Tortona, quasi nascosta al fondo di una brevissima via, oggi ristretta tra ristrutturazioni e impalcature grazie ai bonus. La direzione è dovuta a Mariachiara Martina, responsabile altresì di un marchio di gioiellli, Fioredentro™, un marchio torinese di gioielli artistici totalmente realizzati in Italia. Risultato di una delle tante scommesse dovute alle persone curiose e volenterose dell’epoca, difficile, in cui viviamo, “Loft 5” è lo spazio dalle piccole dimensioni che oggi ospita una quindicina di opere del pittore Luigi Marco Maria (per gli amici semplicemente Gigi) Porporato, amichevolmente reclamate dopo un mancato appuntamento a Vienna, uno di quegli appuntamenti che la pandemia ha intralciato e differito nel tempo.

Porporato si è diplomato presso l’Accademia Albertina di Torino, vive e lavora a Pinerolo. È stato presente in concorsi e in mostre collettive, come in personali in Italia e all’estero dove ha allineato vari successi, per la Competizione internazionale “Combat – Sculptures et Installations” a Livorno nel 2014 e per la apprezzata personale due anni dopo presso la Duke University N.C. americana, due esempi per tutti. Ha svolto in passato attività di giardinaggio e edilizia acrobatici ed è innegabile che il suo sguardo sul mondo sia offerto – attraverso le proprie opere – in un modo completamente nuovo, lontano da quella che può essere la visione abituale, diremmo assolutamente al di fuori degli schemi (nostri). Il suo terreno di gioco è il surrealismo, l’idea si mescola alle differenti costruzioni, i borghi o le intere città, i monti o le altre parti della natura che appassionano l’artista sono ricoperte da un manto onirico, dalle suggestioni, dagli allineamenti e dalle sovrapposizioni da cui nascono le appassionate letture di chi guarda. Piedistalli che quasi bucano, conici e spesso rovesciati, “spazi di cielo” o distese di sabbia, alternando colonne, scogli, scudi, ferri di cavallo, monti che ricordano il Cervino In un senso di smarrimento che ne nasce; vediamo sorgere un mondo alla rovescia, un universo dove ogni cosa è sottosopra, le opere ancorate sino all’11 febbraio nella piccola sala rimandano alla poesia di Magritte e “Cristallografia Urbana”, questo il titolo della mostra, cattura significativamente l’attenzione.

La mostra è arte, è filosofia, è letteratura, si affacciano i nomi di Dante e di Saint-Exupéry, di Calvino e di Cervantes, scorrono le vicende del “Barone” e del “Piccolo principe” come la cacciata dal Paradiso terrestre, In un paesaggio silenzioso che, al di là di quasi impercettibili presenze, cancella la presenza umana. Vi sono una nuova “Arca di Noè” che svetta verso il cielo, illustrata da uno scampolo di animali sospesi tra le nuvole, la piccola vela bianca unica su una distesa azzurra che s’avvicina alla sommità delle case, il suggestivo scoglio e la poetica volpe del romanzo francese, la prua di una nave che conduce il Sommo Poeta, l’equilibrista sospeso in alto tra due massicce pareti. Irriverente, ma pieno di verità, di grandi dimensioni, c’è una tela (tutte sono oli su tavola) che in un innalzarsi tortuoso di chiese – una sorta di normanna Mont Saint Michel triplicata o, restando in casa nostra, le interpretazioni della Sagra di San Michele o di Sant’Antonio di Ranverso -, lascia spazio ad un drago dalle mille spire squamose, capace di trasformarsi al termine del proprio cammino in un imperterrito finanziere, pronto ad entrare in una chiesa, la più alta nel dipinto, dove troverà sicuri rifugio e collaborazione.

Con piacevole umorismo, Porporato racchiude altresì, sottolineando che “l’arte è un gioco fantastico”, alcune sue opere in cornici leggermente più grandi: completa gli spazi mancanti di piccoli animali, di trenini simili a quelli delle sorprese degli ovetti Kinder. Un mondo fantastico, il completamento delle fiabe, la reinvenzione di paesaggi curiosi e al di fuori del nostro mondo, la sua visione gioiosa. Quasi un obbligo ritrovare la “Loft 5”.

 

Elio Rabbione

 

 

 

 

Nelle immagini alcune delle opere di Luigi Porporato esposte alla galleria “Loft 5” di via Pralungo 5

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

4 – 10 febbraio 2022

 

SABATO 5 FEBBRAIO

Sabato 5 e domenica 6 febbraio

PRO-FILI di donne

GAM – progetto educativo

Il progetto PRO-FILI, fa parte delle iniziative promosse dall’Associazione L’Altra Riva Onlus nell’ambito dell’iniziativa FaRete Arte, finalizzate alla prevenzione della violenza nelle relazioni affettive e destinato a piccoli gruppi di donne, con il contributo dalla Città di Torino Divisione Servizi Sociali. Condotto da Stefania Como, direttrice dello Studio EducArte, Scuola di counseling artistico di Torino in collaborazione con il Dipartimento Educazione GAM il percorso ha visto la partecipazione di sei gruppi di donne ed è iniziato nel dicembre 2019; ha avuto come punto di partenza la mostra di Primo Levi e le Collezioni Permanenti della GAM. Le suggestioni della visita al museo hanno introdotto le partecipanti al tema dell’autoritratto e del ritratto legati in maniera inseparabile da quello dell’identità della persona. La fase conclusiva del progetto prevede l’integrazione e l’unione di tutti i lavori delle partecipanti in un’istallazione nell’Area Educational GAM nei giorni 5 e 6 febbraio 2022. Dalla riflessione individuale, attraverso il confronto nel gruppo e il “fare” insieme con l’obiettivo di creare un oggetto artistico che rappresenti concretamente la possibilità di un incontro e di una crescita comune tra le donne.

Info https://www.gamtorino.it/it/eventi/pro-fili-di-donne

Sabato 5 febbraio ore 16

NATURA IN MINIATURA: I BONSAI. L’ARTE AL SERVIZIO DELLA NATURA

MAO – incontro nell’ambito della mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese

Incontro con Massimo Bandera, esperto bonsaista.

Ingresso libero

 

 

GIOVEDI 10 FEBBRAIO

Giovedì 10 febbraio

CARLO LEVI. VIAGGIO IN ITALIA: LUOGHI E VOLTI

10 febbraio – 8 maggio 2022

GAM – Apertura nuova mostra

a cura di Elena Loewenthal e Luca Beatrice In collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori

In occasione dei centoventi anni dalla nascita di Carlo Levi, la GAM di Torino, in collaborazione con la Fondazione Circolo dei lettori, dedica all’artista una mostra che si inserisce all’interno di un articolato progetto di incontri, riflessioni e approfondimenti per rileggerne la figura di pittore, scrittore, intellettuale, giornalista, protagonista della vita culturale e sociale per buona parte del Novecento italiano. La complessità di Carlo Levi riemerge attraverso “Tutta la vita è lontano” la rassegna a cura della Fondazione Circolo dei lettori con GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Museo Nazionale del Cinema tra pittura, letteratura, narrativa, fotografia e cinema. Con 30 dipinti realizzati da Carlo Levi tra il 1923 e il 1973 la mostra allestita negli spazi della Wunderkammer della GAM si focalizza sulla geografia complessiva dell’esistenza dell’artista, tra Nord e Sud dell’Italia.

Info: www.gamtorino.it

 

Giovedì 10 febbraio ore 17

ORIGAMI IN MOSTRA

MAO – attività per famiglie nell’ambito della mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese

La passeggiata nella mostra temporanea Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponeseLa collezione Perino accompagna adulti e bambini all’esplorazione dei soggetti rappresentati sui kakemono, gli affascinanti dipinti su rotolo giapponesi, in un viaggio tra animali, piante, fiori e i loro significati simbolici. Dopo la visita alla mostra, in laboratorio si realizzeranno soggetti a tema con la tecnica dell’origami.

Età consigliata da 6 anni in su.

Costo: bambini € 7; adulti ingresso ridotto in mostra € 8 (gratuito con Abbonamento Musei)
Prenotazione obbligatoria tel. 011.4436927/8 oppure maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Giovedì 10 febbraio ore 19.30

LE MILLE E UNA DECLINAZIONI DELL’AMORE NELLE OPERE DEL MAO

MAO – visite guidate a cura di Theatrum Sabaudiae

Il percorso di visita condurrà i partecipanti alla scoperta delle opere d’arte del museo accomunate dal tema amoroso e sessuale in ambito buddhista e induista. L’apprezzamento dell’estetica delle opere del Subcontinente indiano e della Regione himalayana andrà di pari passo con l’approfondimento di tematiche connesse alla sfera amorosa nelle sue innumerevoli sfumature, dalla castità al tantra.

Costo: 6€ a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto d’ingresso al museo; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei.

Info 011.5211788 –  prenotazioniftm@arteintorino.com  (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

 Le modalità di accesso ai Musei sono regolamentate secondo le disposizioni normative vigenti.

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Alda Besso.“Balda” in arte… e di fatto

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In mostra  al “Collegio San Giuseppe” di Torino, i saggi d’Accademia realizzati dall’artista nei primi decenni del Novecento

Fino al 12 febbraio

Gli anni vanno dal 1923 al 1928. Sono gli anni della formazione artistica, severa ed organica, di Alda Besso (Genova, 1906 – Torre Pellice, 1992) pittrice di prim’ordine, ma anche colta e intuitiva designer, nonché progettatrice d’arredi e raffinata maestra di grafica.

Anni di studio alla torinese Accademia di Belle Arti, quando la Besso non era ancora ufficiamente “Balda”, anche se in taluni disegni della metà degli anni Venti già amava firmarsi con quella simpatica crasi di cognome e nome B(esso) Alda, che si ritroverà anche più avanti nella sua carriera artistica e professionale. E neppure era ancora “Giò” come “gioia”, come “gioventù”, com’era solito chiamarla il grande Eugenio Colmo, in arte “Golia” (soprannome simpaticamente affibbiatogli, per la sua notevole statura, da Guido Gozzano negli anni trascorsi al liceo “Cavour”), genio dell’arte del design, che la Besso conobbe negli anni di attività alla gloriosa “Gazzetta del Popolo” e con cui condivise vita e lavoro dal 1942 al 1967, anno della scomparsa di “Golia”.

Anni di fervente comune attività, nello studio “GoBes” al civico 101 di corso Regina Margherita a Torino, in cui giungevano (eccome!) voci, suoni e gesti delle nascenti Avanguardie (dal Secondo Futurismo torinese – illuminante per la Besso l’Esposizione del ’28 – alla Scuola Casoratiana, così come alla straniante magia dell’arte surrealista), annusate e avvicinate e manipolate dalla pittrice con interesse e felici risultati, senza mai dimenticare però le solide basi scolastiche apprese nei cinque anni trascorsi all’Accademia.

E su questo vuole proprio porre l’accento la mostra oggi, e fino al 12 febbraio, dedicata dal “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, ormai fra i più significativi centri di cultura della città, agli anni di studi formativi di Alda Besso. Curata da Francesco De CariaDonatella Taverna e Fratel Alfredo  Centra (direttore dell’Istituto) e corredata da un quaderno – catalogo con contributi dei curatori e di Pino Mantovani, la rassegna espone una quarantina abbondante di opere, materiali d’Accademia degli anni a cavallo dei decenni Venti e Trenta, pervenuti alla morte della Besso alla “Raccolta d’Arte De Caria Taverna”.

Si tratta di disegni a matita da protomi in gesso classiche e rinascimentali (di cui l’Accademia vanta una ricca collezione) o da elementi di ornato e architettonici con relative proiezioni, non meno che tratti dalla statuaria classico-ellenistica e rinascimentale. Perfetto nel segno già maturo e nei contrasti di luci e ombre il disegno di “Gastone di Foix”, dal “Monumento funebre” del generale francese realizzato (fra il 1515 e il 1523) dal lomabardo Agostino Busti, detto il “Bambaia”. Non mancano, datati negli ultimi anni di studio, alcuni oli (esemplare nella libertà formale coniugata pur sempre alla lezione classico-accademica, la composizione con “torso di Venere”) e tempere. E poi ritratti, che paiono ambire a personali e singolari, ma pur sempre tenute a freno, libertà gestuali, come quello notevole di “Michelangelo Monti” del ’26, visionato e firmato da Luigi Onetti, docente di disegno, ornato e pittura.

E infine paesaggi, in cui s’avvertono, nell’essenzialità linguistica e nelle campiture nette e geometriche dei colori e degli sfumati gli echi accesi di quel “Secondo Futurismo”, che forte presa ebbe sulla Besso, così da indurla nel ’32 a dipingere proprio, e in modo esplicito, una significativa “Natura morta futurista”. Sottolinea Francesco De Caria: “Il materiale artistico e documentale che proponiamo al pubblico consente di seguire – attraverso l’esperienza di Alda Besso – le tappe del percorso di formazione artistica all’‘Albertina’ di Torino, dalle prime prove al diploma superiore, in un periodo – gli anni Venti – in cui all’Accademia torinese insegnavano personalità di altissimo livello. Molti di loro – Giacomo Grosso, Cesare Ferro, Giulio Casanova, Luigi Onetti, Edoardo Rubino e altri – fanno parte del panorama artistico torinese e nazionale e le loro firme, apposte sui saggi della Besso, compaiono in vari documenti esposti, tra altre firme purtroppo non decifrabili”. Firme di illustri artisti e docenti a comprovare la visione di compiti  in aula, con tanto di sigilli in ceralacca a retro, in cui scorrono progressi o tentennammenti o “pericoli” di fuga in avanti, dov’è facile riconoscere la “baldanza” della giovane Besso. Ma anche la positiva forza di insegnamenti mai dimenticati e che saranno, negli anni, scuola-guida del suo lavoro d’artista. Pur libera e vera.

Gianni Milani

“La formazione dell’artista nei primi decenni del Novecento: saggi d’Accademia di Alda Besso”

Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250

Fino al 12 febbraio

Orari: lun. – ven. 10,30/12,30; 16/18,30; sab. 10,30/12

Nelle foto:

–         Disegno da protome di Gastone di Foix, 1924

–         Ritratto di Michelangelo Monti, 1926

–         Composizione con torso classico di Venere, 1928

–         Disegno da gesso di testa muliebre

Luigi Fassi nuovo direttore di Artissima

Il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei, in merito alla call internazionale lanciata per la nomina del nuovo direttore artistico di Artissima Fiera Internazionale di Arte Contemporanea, dopo attenta analisi delle candidature pervenute ha deciso di nominare Luigi Fassi nuovo Direttore della Fiera per il triennio 2022-2024.

 

Il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei ha individuato nel profilo di Luigi Fassi il candidato adatto a guidare le prossime edizioni di Artissima, sia sotto l’aspetto professionale sia per il progetto presentato – dichiara Maurizio Cibrario, Presidente della Fondazione Torino Musei – sono certo che questa figura contribuirà sostanzialmente a sviluppare il ruolo della Fiera a livello internazionale. Ringrazio Ilaria Bonacossa per aver condotto con professionalità la fiera in questi 5 anni ed essere riuscita a coinvolgere i molteplici interessi presenti nella Città di Torino, in una rete di relazioni proficua e apprezzata.

 

Desidero ringraziare la Fondazione Torino Musei e la Città di Torino della fiducia accordatami nell’avermi voluto come nuovo direttore di Artissima, un’istituzione che rappresenta uno spirito di vitalità, innovazione e sguardo rivolto al futuro a cui mi sono sempre ispirato. Entro in questo incarico consapevole della responsabilità del ruolo e con la forza dell’entusiasmo di portare avanti la storia di Artissima e il lavoro di chi mi ha preceduto – dichiara Luigi Fassi.

 

Dopo cinque anni, non posso che ritenermi soddisfatta dei successi e delle innumerevoli sfide superate e condivise con un team che tutto il mondo dell’arte ci invidia. Ringrazio la Fondazione Torino Musei e tutti gli stakeholder con cui abbiamo lavorato in queste edizioni per il sostegno e la fiducia – dichiara Ilaria Bonacossa. Sono convinta che il nuovo direttore Luigi Fassi, con la sua esperienza curatoriale e gestionale in istituzioni pubbliche, garantirà una continuità importante per la crescita della fiera. Torino e l’arte contemporanea sono una diade inscindibile e strategica per il futuro della Città e della Regione.

 

Luigi Fassi è stato dal 2018 al 2022 direttore artistico del MAN Museo d’arte della Provincia di Nuoro. Visual Art Curator presso lo Steirischer Herbst Festival di Graz, Austria, dal 2012 al 2017, dal 2009 al 2012 è stato direttore artistico del Kunstverein ar/ge kunst di Bolzano. Helena Rubinstein Curatorial Fellow al Whitney Museum ISP di New York nel 2008-09, ha organizzato mostre per diverse istituzioni internazionalmente. Dal 2010 al 2017 è stato curatore e coordinatore della sezione Present Future ad Artissima, Torino. Nel 2016 è stato fellow dell’Artis Research Trip Programme a Tel Aviv in Israele, co-curatore del Festival Curated_by a Vienna in Austria e della XVI edizione della Quadriennale d’Arte di Roma. È stato membro del comitato di selezione della fiera d’arte contemporanea Artorama di Marsiglia (2019-2022) e curatore del progetto Tomorrow/Todays presso la Cape Town Art Fair in Sud Africa (2019-2022). Autore di numerosi libri e pubblicazioni monografiche, suoi articoli e testi sono apparsi su Artforum, Mousse, Flash Art, Camera Austria, Site e Domus.

 

Vandalizzato l’Igloo di Mario Merz

Brutto risveglio per gli amanti dell’arte a Torino. L’igloo di Mario Merz in Corso Mediterraneo è stato vandalizzato con due scritte a bomboletta spray.

In gergo si chiamano writer e quello comparso sull’igloo in pietra, è un TAG, una “firma” che identifica l’autore o la crew, la banda, che così marca il territorio urbano. Il primo fu Taki 183 che negli anni 70, nella metropolitana di New York, insieme a Rammellzee letteralmente dà il via a quello che oggi è chiamato graffitismo che poi sfocerà nella Street Art. Molto noto a Roma è GECO, i cui tag raggiungono posizioni impossibili su edifici e ponti. In Europa invece si fanno notare gli 1Up, che da Berlino hanno viaggiato per tutto il mondo e son riusciti a trasformare i loro tag in attivismo politico e denuncia sociale.

I tag e i graffiti fanno parte di un vero e proprio linguaggio. Imbrattare il murales di un altro artista significa “spaccarlo” e rivendicare il proprio “dominio” su una zona. Lo sa bene Banksy, che divenne noto per una vera e propria guerra con King Robbo, iniziata proprio con l’imbrattamento di un’opera di quest’ultimo e terminata con un murales di commiato che Banksy dedicò all’avversario prematuramente scomparso.

Qui però non assistiamo a uno street artist che rivendica il proprio ruolo su una zona o su un altro street artist in un dialogo fatto di scritte e disegni che non devono mai deturpare opere d’arte preesistenti o edifici storici. Parliamo del lavoro di Mario Merz, un grande artista italiano, esponente dell’arte povera.  Difficile vedere in quei segni blu null’altro se non un atto vandalico. Ma il dibattito è tutt’altro che scontato.

Gec è uno street artist e visual artist molto attivo sulla scena Piemontese ma non solo. Chi meglio di lui può dirci qualcosa su quanto successo.

Gec, riconosci quel tag? 

No.

Un anno fa mi parlavi di una crew che realizza tag su furgoni e mezzi privati. Sono ancora attivi? 

Credo di si, il passaggio delle tag dai muri e dai treni ai mezzi privati storicamente è avvenuto quando il sindaco di New York ha optato per la linea dura contro il writing newyorkese sulla linea metropolitana, spostando così inevitabilmente i graffiti dai vagoni della metro ai furgoni su strada. Stiamo parlando di un fenomeno di diversi decenni fa, un discorso lunghissimo e molto più complesso di quanto sembra.

Cosa pensi di un’azione del genere? 

Il writing non è un fenomeno artistico che mira a piacere ad un pubblico generalista, le opere di arte pubblica invece sì, si potrebbe dibattere per molte ore sulle finalità dei gesti senza arrivare ad una conclusione comune.

Sicuramente il dibattito più interessante nascerebbe da una discussione sul come le opere di arte pubblica nate per dialogare con i fruitori e con chi vive realmente gli spazi pubblici delle nostre città, siano davvero in grado di accettare, sopportare o comprendere fenomeni inevitabili nel tempo come questo.

Loredana Barozzino

La foto dell’Igloo è di Silvio Salvo. L’immagine nell’articolo: GEC _ Bomba di merda d’artista_Omaggio a Piero Manzoni