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Il Comune di Torino promuove le comunità energetiche

Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato due documenti per promuovere le Comunità Energetiche.

Il primo documento, una mozioneproposta daTizianaCiampolini(Torino Domani), approvata con 23 voti favorevoli e 1 astenuto, chiede a Sindaco e Giunta Comunale di intraprendere una campagna di sensibilizzazione, informazione ed educazione a partire dalle scuole in cui sono in atto e già programmati interventi di efficientamento energetico, per farconoscere lo strumento delle Comunità Energetiche: il loro funzionamento, l’opportunità di collaborazione e partecipazione civica, di scelta collettiva ambientale sostenibile offerta ai diversi attori pubblici e privati, alle famiglie e a tutti i cittadini che vivono nella comunità locale.

Insieme allamozione, il Consiglio Comunale ha approvato anche un ordinedel giorno(23voti favorevoli e 1 astenuto) propostodalla consiglieraAnnaBorasi(PD) cheimpegna il Sindaco e la Giunta a proporre al Governo e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica l’inserimento nei decreti attuatividell’attivazione dello scomputo in bolletta, in concomitanza con l’avvio di Comunità di energia rinnovabile o Gruppi di autoconsumo collettivo. L’ordine del giorno chiede che questa modalità sia prevista non soltanto per le utenze domestiche, ma anche per le utenze commerciali, sociali e delle piccoleimprese.

Le comunità energetiche – spiegaTizianaCiampolini(Torino Domani) – sono un cambiamento rivoluzionario nella produzione di energia e nella partecipazione di cittadini e cittadine e bisogna quindi investire molto, a partire dalle scuole, per informare e formare la cittadinanza.

Occorre disciplinare quanto prima la normativa di dettaglio – afferma Anna Borasi (PD) – e prevedere le modalità per lo scorporo in bolletta.

Puntare sugli aspetti educativi, partendo dalle comunità scolastiche, è una strategia vincente per promuovere la sostenibilità, secondo Lorenza Patriarca (PD).

Per Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) si fa ancora troppo poco per sostenere il fotovoltaico, anche da punto di vista della burocrazia e della cultura.

Valorizziamo le esperienze già portate avanti dalle scuole – ha suggerito Caterina Greco (PD) – e sollecitiamo la rapida emanazione dei decreti attuativi, per fare chiarezza e favorire la partecipazione della cittadinanza.

Anche ClaudioCerrato(PD) ha proposto maggiore chiarezza nel definire gli scorpori in bolletta e gli incentivi per la cittadinanza.

SimoneTosto(PD), nel ringraziare le due consigliere proponenti, ha sottolineato i benefici delle comunità energetiche dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Il tema è fondamentale, per ElenaApollonio(Misto di Maggioranza), e i due documenti esaminati dalla Sala Rossa accomunano visione e concretezza e potranno avere un impatto concreto in città, educando alla cittadinanza e alla sostenibilità.

Ci sono ancora molte lacune normative – ha affermatoSimoneFissolo(Moderati) – e anche la Città deve lavorare per favorire e velocizzare l’allaccio di impianti fotovoltaici di privati e aziende alla rete.

Il Comune di Torino sarà protagonista nel promuovere le comunità energetiche – ha affermato l’assessora all’Istruzione, CarlottaSalerno– e la Città lavora da tempo per favorire l’efficientamento energetico degli edifici scolastici.

La Regione presenta i fondi europei per la prevenzione delle calamità, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente

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Adattamento ai cambiamenti climatici e resilienza dei territori: la Regione Piemonte in prima linea, con il coinvolgimento di tutti i beneficiari piemontesi, per l’attivazione di bandi destinati agli enti pubblici, sulla scorta dei cospicui fondi europei Fesr destinati, per la prima volta, a obiettivi squisitamente ambientali. Si tratta di 475 milioni di euro, destinati, per 435 milioni alla transizione ecologica e resilienza e 40 milioni per la promozione della mobilità ciclistica.

 I criteri che verranno approvati dalla Giunta e che daranno il via ai bandi, sono stati presentati oggi alla platea dei potenziali beneficiari, ovvero enti locali ed enti gestori delle aree protette piemontesi.

“Ad inizio anno il Piano regionale Fesr 21-27 è entrato nella fase attuativa e ha già visto l’approvazione di un primo bando per l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nelle imprese – ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Oggi invece si celebra il confronto partenariale su un primo insieme di misure destinate a soggetti pubblici che saranno destinatari, nell’ambito dell’Obiettivo Strategico 2 (un’Europa resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio ma in transizione verso un’economia a zero emissioni nette) di una quota parte maggioritaria dei fondi”. “Le misure sottoposte oggi a consultazione  – ha aggiunto Marnati – affrontano la dimensione dell’adattamento climatico e della resilienza di territori delicati e strategici del nostro territorio: interventi di sistemazione idrogeologica nei territori delle aree protette piemontesi e sulla rete sentieristica che le collega e interventi di rinaturalizzazione delle sponde e delle aree perifluviali e perilacuali del reticolo idrografico regionale e degli ambienti acquatici nel loro complesso, sia dove sono attivi contratti di Fiume sia dove gli stessi non sono presenti”. “Le misure strutturali che abbiamo realizzato – conclude l’assessore – hanno avuto un forte impatto di miglioramento di tutti gli indicatori per quanto riguarda gli inquinanti e nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica che illustreremo nella presentazione del nuovissimo rapporto statistico energetico. è la dimostrazione che stiamo lavorando bene e siamo in linea con tutti gli obiettivi prefissati”.

In particolare, la consultazione di oggi ha riguardato due misure di prossima approvazione. La prima è rivolta al “Recupero e difesa del territorio nel rispetto degli habitat e degli ecosistemi” ed è destinata a finanziare per 14,78 milioni di euro, interventi di sistemazione idrogeologica di situazioni di dissesto in ambito montano, collinare e ripariale finalizzati anche alla resilienza dei territori. In particolare interventi di consolidamento di versanti caratterizzati da instabilità per frane, opere di manutenzione e di gestione della vegetazione sulle sponde e di difesa anti erosiva in tratti di corsi d’acqua  caratterizzati da attività torrentizia, o ancora di drenaggio e regimazione delle acque soprattutto lungo i percorsi della rete sentieristica di collegamento tra le Aree Protette piemontesi e anche al loro interno e infine, ma non da ultimo, interventi di ripristino e miglioramento della rete viaria all’interno delle Aree Protette regionali e dei siti della Rete Natura 2000.

La misura prevederà contributi in conto capitale per i soggetti gestori delle Aree Protette piemontesi e le Unioni Montane.

L’altra misura, distinta in realtà in due linee – dove già sono attivi i Contratti di Fiume e l’altra nel resto dei territori – riguarda “Interventi per aumentare la resilienza dei territori fluviali al cambiamento climatico”, ed è destinata a finanziare, per l’una e per l’altra linea, interventi di riqualificazione dei territori connessi alle acque interne della regione, per l’adattamento al cambiamento climatico e la prevenzione dei rischi, favorendo le infrastrutture verdi. Il totale delle risorse delle due linee è pari a 22,1 milioni di euro, anche qui in forma di contributi in conto capitale, destinati a Comuni, in forma singola o associataProvince e Città Metropolitana ed enti di gestione delle aree protette piemontesi.

L’intento, per tutte le misure, è quello di avere progetti di qualità, presentati da raggruppamenti e partenariati costituiti tra più enti, in modo da incidere significativamente su territori.

Al termine delle consultazioni partenariali la Giunta procederà all’approvazione delle schede di misura e gli uffici predisporranno i bandi, che saranno aperti a fine aprile-inizio maggio.

Chieri aderisce al progetto “PISTAAA!-La Blue Way Piemontese”

CHIERI COMUNE DELLA BLUE WAY

Il Comune di Chieri ha aderito a “Pistaaa!-La Blue Way Piemontese”, un progetto dell’associazione “CioCheVale” nato con l’obiettivo di promuovere il turismo sostenibile e responsabile attraverso un itinerario cicloturistico ed escursionistico che valorizza i tratti naturalistici, paesaggistici e culturali dei territori della Collina Torinese, del Chierese, del Pianalto e del Basso Monferrato.

Dichiara il Sindaco Alessandro SICCHIERO: «L’Amministrazione comunale condivide pienamente gli obiettivi e le finalità del progetto “Pistaaa: La Blue Way Piemontese”, ovvero la promozione di un turismo di prossimità e rispettoso dell’ambiente, della mobilità dolce, dell’economia locale, della “lentezza” come un diverso modo di conoscere e gustare le ricchezze naturalistiche, culturali, artistiche ed enogastronomiche dei nostri territori. La valorizzazione degli itinerari ciclopedonali (tra strade bianche, percorsi ciclabili e strade a bassa percorrenza veicolare) è certamente uno strumento di sviluppo del territorio e genera nuove opportunità per le comunità, contribuendo a promuovere attività economiche e turistiche.  Pistaaa racconta, mappa e mette in rete chi produce cambiamenti positivi dal basso e rappresenta dunque utile strumento di sviluppo del territorio, per questo per Chieri è naturale aderire ad un progetto che nasce da una realtà associativa chierese, così da favorire la collaborazione tra istituzioni, scuole, ristoratori, esercizi commerciali e artigiani intorno al cicloturismo e all’outdoor».

Due Comuni piemontesi virtuosi diventano Plastic free

Lotta contro gli abbandoni illeciti, sensibilizzazione del territorio, gestione dei rifiuti urbani, attività virtuose dell’ente e collaborazione con Plastic Free onlus, l’associazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. Sono questi i 5 pilastri che rendono i Comuni “Plastic Free”. Tra le oltre 360 città italiane candidate per il 2023, solo 68 hanno superato la valutazione del comitato interno alla onlus, conquistando l’ambito riconoscimento che ha ottenuto l’avallo del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

A ricevere il trofeo a forma di tartaruga e l’attestato di virtuosità secondo il proprio livello di impegno, ci saranno anche due Comuni piemontesi: il capoluogo Cuneo e Piossasco (TO), per quest’ultimo si tratta di una riconferma. Con il patrocinio del Comune di Bologna (città ospitante Plastic Free), del Parlamento europeo, del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, la cerimonia ufficiale di premiazione si terrà il prossimo 11 marzo presso Palazzo Re Enzo nel capoluogo emiliano.

“In questa seconda edizione dei Comuni Plastic Free, celebriamo l’impegno per l’ambiente e per le future generazioni di ben 68 realtà comunali – dichiara Luca De Gaetano, Presidente di Plastic Free – Premiare chi è in prima linea concretamente nel creare un mondo migliore è diventato per la nostra onlus una delle priorità. La collaborazione attiva e proattiva con le istituzioni è uno dei tasselli più cruciali per velocizzare il cambiamento positivo. Ringrazio le Amministrazioni piemontesi per l’importanza del loro impegno per l’ambiente che abbiamo certificato dopo attenta analisi: Plastic Free sarà al loro fianco per le iniziative future legate alla sostenibilità”, conclude De Gaetano.

Dal 2019 ad oggi, nonostante la pandemia, l’associazione Plastic Free racconta la sostenibilità ambientale attraverso la concretezza dei risultati. Circa 3 milioni di chili di plastica e altri rifiuti inquinanti rimossi dall’ambiente, oltre 110mila studenti sensibilizzati in quasi 1.400 scuole italiane e salvato 160 tartarughe da morte certa. La onlus supporta anche enti ed aziende nella transizione ecologica.

L’evento della Premiazione “Comuni Plastic Free” sarà, inoltre, anche un momento di grandi riflessioni sulle tematiche ambientali. Nel pomeriggio, in collaborazione con il “Festival del Sarà“, insieme ad illustri ospiti ed opinion leader del settore, si terranno due dibattiti: “La transizione è sostenibile?” e “Scelte di sostenibilità. Imprese, modelli, comunità“.

Premiazione Comuni Plastic Free 2023

Sabato 11 marzo 2023 – ore 9:00

Palazzo Re Enzo – Bologna

Piemonte, presentata la strategia sulla risorsa idrica

Parola d’ordine evitare gli sprechi e attuare velocemente la transizione ecologica e quella energetica. Ingenti risorse per l’attuazione

Seconda sessione del convegno organizzato da Regione Piemonte all’International Training Centre of The Ilo di Torino dedicata al Cambiamento climatico e ambiente

 

Seconda giornata dedicata al convegno “Risorsa idrica in Piemonte”, organizzato da Regione Piemonte. Dopo aver analizzato le strategie di gestione idrica in agricoltura, tema al quale è stata dedicata la giornata di ieri, oggi all’International Training Centre of The Ilo, è stata la volta della giornata dedicata alla risorsa idrica in Piemonte declinata sugli aspetti concernenti il  cambiamento climatico e effetti sull’ambiente, tematica analizzata in tutte le sue molteplici sfumature che vanno dalla strategia regionale sui cambiamenti climatici alla situazione idrica in Piemonte, passando per il ruolo delle università sia sotto il profilo della RUSS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) sia sotto l’aspetto delle possibili sinergie per la gestione dei nuovi estremi climatici.

«Gli effetti dei cambiamenti climatici sono in atto da tempo ma quelli “veri” li abbiamo visti in modo più marcato l’anno scorso – ha esordito l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati – Quest’anno, anche con un po’ più di esperienza alle spalle siamo partiti in anticipo per lavorare tutti insieme, settore agricolo, idroelettrico, ambientale, gli Enti locali e gli stakeholders che si occupano della gestione dell’acqua potabile, per mettere a punto le strategie. Non possiamo più basarci solo sull’apporto che può dare la natura, occorre prepararci. Due sono le strategie: tutelare la risorsa evitando gli sprechi e stoccare l’acqua quando c’è. I cambiamenti climatici impongono questo. Grossi invasi sì ma anche tutte le altre infrastrutture che ci permetteranno di sostenere questi obiettivi. Dobbiamo recuperare il più possibile e finanziare le progettazioni. Fondamentale è dunque partire, avere un’idea progettuale ma soprattutto condividere risorse e strategie. L’importante è farci trovare pronti con i progetti». «Visto che tutti gli indicatori dimostrano che il Piemonte è la regione più penalizzata per quanto riguarda le precipitazioni – ha aggiunto Marnati – faremo presente al nuovo commissario straordinario per la siccità di dare priorità alla realizzazione degli invasi e le infrastrutture per salvaguardare tutti i nostri comparti più importanti, come il potabile, l’agricoltura e l’idroelettrico».

«Abbiamo bisogno di urgenza, sapienza e concretezza» ha affermato l’assessore all’Agricoltura e Cibo di Regione Piemonte, Marco Protopapa che aggiunge «Dobbiamo trovare una sinergia e una capacità di rendere possibile il connubio fra disponibilità e bisogno».

Quattro i punti fondamentali delineati dalla Regione per la transizione ecologica: attuare la transizione dell’economia, da lineare a circolare; raggiungere la neutralità climatica nel 2050 con emissioni nette pari a zero; attuare la transizione energetica, dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili e la transizione verso città e comunità sostenibili che puntino al benessere dei cittadini.

Per la prima volta, nel programma regionale cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, ci sono due misure, una dedicata ai cambiamenti climatici, prevenzione rischio di catastrofe e resilienza, che poggia su una dotazione finanziaria di 60 milioni di euro e l’altra, da 72 milioni di euro, dedicata alla preservazione della natura e allo sviluppo, e al completamento, di infrastrutture verdi.

Per quanto riguarda il settore delle acque sul fronte della riqualificazione fluviale sono già stati investiti 15 milioni di euro per interventi; in particolare dal 2018 sono stati stanziati 12 milioni di euro di contributi che hanno finanziato 56 progetti, mentre 3 milioni di euro sono stanziati sul bando 2023.

Per quanto concerne il servizio idrico integrato sono particolarmente rilevanti le tre misure del Piano Nazionale di Riprese e Resilienza che riguardano le infrastrutture idriche primarie, con l’acquedotto della Valle Orco del valore complessivo di 186 milioni di euro, di cui 93 finanziati dal PNRR; le perdite idriche, per la quale al momento sono stati ammessi e finanziati 3 importanti interventi, per circa 80 milioni di euro, che riguardano la digitalizzazione, informatizzazione e compartimentazione delle reti per garantire un migliore controllo e monitoraggio delle perdite e mirare al meglio gli interventi di riduzione delle perdite stesse; infine sul capitolo fognatura e depurazione i 12 interventi piemontesi, per un totale di quasi 57 milioni di euro, di cui 46 finanziati dal PNRR. sono finalizzati  a sanare e prevenire carenze nel settore fognario depurativo, anche in considerazione delle procedure di infrazione in essere.

«Regione Piemonte si è data due strategie importanti: quella sullo sviluppo sostenibile e quella sul cambiamento climatico. La strategia regionale sul cambiamento climatico, il cui primo stralcio è stato approvato a febbraio dell’anno scorso, rappresenta uno strumento di orientamento, ma anche di sintesi e confronto, delle diverse politiche regionali che, ciascuna con le proprie specificità, deve dare risposte per contribuire alla mitigazione e adattarsi ai nuovi scenari che il nostro territorio già affronta e affronterà in relazione al cambiamento climatico – ha spiegato Jacopo Chiara, dirigente Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali di Regione Piemonte – Tra le iniziative interessanti per sostenere le politiche regionali di risposta al cambiamento climatico, è centrale quella relativa alla progettazione e costruzione del Centro Regionale sul Cambiamento Climatico che ha la finalità di garantire il monitoraggio nel tempo dei fenomeni climatici e delle sue ricadute, nonché l’efficacia delle politiche e delle azione avviate in termini di mitigazione e adattamento, cui è destinata la somma di 1 milione di euro».

Egidio Dansero, Vicerettore vicario per la sostenibilità e la cooperazione allo sviluppo Università degli Studi di Torino, Delegato RUS, ha spiegato il ruolo della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, come contesto di riflessione, coordinamento e scambio di buone pratiche e di coinvolgimento delle Università nella sfida della dell’Agenda 2030. «Gli Atenei italiani in rete, attraverso la RUS e in particolare gli atenei piemontesi attraverso la rete regionale RUS Piemonte, sistematizzano la loro azione nei diversi ambiti di impegno, quali ricerca, formazione, terza missione e public engagement, e nell’interazione con i diversi attori territoriali e in particolare con Regione nella costruzione, implementazione e territorializzazione della strategia regionale di sviluppo sostenibile».

«Questo periodo siccitoso è tra i più intensi che abbiamo osservato in questo secolo e su lungo periodo la situazione generale è ancora lontana dal tornare in “condizioni normali” – ha spiegato Secondo Barbero, direttore generale di Arpa Piemonte – Nell’inverno che si sta per concludere, la situazione complessiva delle risorse idriche a disposizione non è molto migliore dello scorso anno. Nel caso di un’altra primavera calda e secca, ci troveremmo nuovamente a dover affrontare la prossima estate una nuova siccità di tipo socioeconomico. Non possiamo più pensare all’acqua come «risorsa infinita» e non sempre le riserve sotterranee potranno venirci in soccorso in caso di siccità prolungata: il Cambiamento Climatico gioca un ruolo nel modificare le condizioni di disponibilità idrica anche sulle Alpi, la sfida come sempre è l’adattamento».

«Nel riconoscimento dell’abbandono nel quale è stato lasciato il settore idrico a grande scala si intravede, in diversi soggetti pubblici, l’interesse a riprendere una strada di collaborazione, indispensabile per una corretta gestione delle risorse idriche a scala distrettuale – ha affermato Pierluigi Claps, Professore Ordinario del Politecnico di Torino, Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture – La collaborazione tra soggetti che occupano diverse, talvolta contrapposte, posizioni nel tavolo degli usi idrici, è necessaria per lanciare necessarie iniziative di lungo termine contemporaneamente ad iniziative gestionali tese a minimizzare i danni della temuta siccità prossima ventura. Tali sinergie posso essere rafforzate considerando usi multipli di nuove opere strategiche di cui si è tornato a parlare dopo molti anni (le dighe) da appoggiare su basi di rinnovata conoscenza derivante dalla estesa disponibilità di nuovi dati idrologici».

La tavola rotonda ha visto la partecipazione di alcuni tra gli stakeholder interessati ai vari utilizzi della risorsa idrica. I partecipanti, per gli ambiti di competenza hanno portato le esigenze di investimento e di infrastrutturazione ma anche le proprie proposte, in un’ottica sinergica e di collaborazione per una migliore gestione della risorsa idrica che ne valorizzi l’uso plurimo anche attraverso la realizzazione di invasi.

Sciopero del clima, a Torino tinta di rosso l’acqua della fontana di piazza Solferino e pesce marcio in piazza Castello

Migliaia di manifestanti  hanno partecipato  questa mattina allo sciopero del clima tenutosi anche a Torino come in numerose altre città su iniziativa di Fridays for Future. Diverse associazioni ambientaliste hanno aderito alla manifestazione. In piazza Castello è stata deposta una quantità di pesci (veri) avariati sotto il palazzo della Regione per far notare che l’ente sarebbe “un pesce fuor d’acqua” rispetto alle tematiche ambientali.

 

Durante il corteo alcune attiviste di Extinction Rebellion hanno colorato l’acqua della fontana delle quattro stagioni di Piazza Solferino (con polvere di barbabietola).
“È un’azione simbolica per denunciare il grave stato di siccità in cui versa l’Italia, e in particolare il Piemonte, e le responsabilità politiche di chi ci ha governato finora”.

Caccia, Animali e Ambiente: “Stop allo strapotere venatorio!”

Anche a seguito della manifestazione di piazza che il “Tavolo Animali & Ambiente” ha organizzato lo scorso 22 febbraio scorso davanti alla sede del Consiglio regionale, la Giunta regionale del Piemonte ha fatto un passo indietro sulla caccia di selezione notturna e sulla possibilità di abbattere pernici bianche e galli forcelli sui terreni coperti da neve.

Si tratta di una piccola e assolutamente insufficiente vittoria, che comunque dimostra come l’opinione pubblica possa intervenire sulle politiche venatorie della nostra Regione, in questi ultimi anni del tutto asservite agli interessi delle Associazioni venatorie.

Il Tavolo Animali & Ambiente ha sempre chiesto con forza che la caccia alle specie in pericolo di estinzione (e pernice bianca e gallo forcello lo sono, come recentemente affermato anche dall’UICN, Union e Internazionale per la Conservazione della Natura) non venga assolutamente consentita. Ci pare quindi doveroso ribadire questa richiesta, che è di civiltà ancor prima che di ambientalismo.

Il “Tavolo Animali & Ambiente”, costituito dalle associazioni animaliste ed ambientaliste ENPA, LAV, LEGAMBIENTE Piemonte e VdA, LIDA, LIPU, OIPA, PAN, PRO Natura e SOS Gaia, nell’organizzare la manifestazione di piazza, si è fatto portavoce di quanti amano gli animali e vogliono vederli liberi e vivi.

Il Tavolo ringrazia le forze partitiche che in Consiglio si sono battute al suo fianco per conseguire questo risultato e continuerà nelle sue azioni contro la caccia, pratica anacronistica ed eticamente inaccettabile.

Per il Tavolo Animali & Ambiente

Rosalba Nattero

Presidente SOS Gaia

Parco e Castello di Masino riaprono al pubblico

Dopo la chiusura invernale, da sabato 25 febbraio 2023 riapre  al pubblico il Castello e Parco di Masino, Bene del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS a Caravino (TO), millenaria e sontuosa dimora di una delle più illustri casate piemontesi, i Valperga, situata su un’altura antistante la suggestiva barriera morenica della Serra di Ivrea, in posizione dominante la vasta piana del Canavese.

Visitare il Castello di Masino non significa soltanto scoprire il suo glorioso passato grazie al percorso tra i saloni affrescati e arredati con cura (come il Salone dei Savoiada poco restaurato), le camere per gli ambasciatori, gli appartamenti privati, i salotti, la preziosa biblioteca con più di 25mila volumi antichi, fino alle terrazze panoramiche e al Belvedere. Venire al Castello di Masino offre anche l’opportunità di trascorrere una bella giornata all’aria aperta, passeggiando nel monumentale parco romantico con uno dei più grandi labirinti di siepi d’Italia, costituito da oltre duemila piante di carpini, un maestoso viale alberato, ampie radure e angoli scenografici che in primavera si riempiono di spettacolari fioriture. Un esempio: indicativamente da metà aprile ai primi di maggio, circa 6000 esemplari di Spirea Vanhouttei, piantati dal FAI nel 2007 su progetto dell’architetto paesaggista Paolo Pejrone, fioriscono creando una “nuvola bianca” che fa da contorno ai grandi prati del giardino all’inglese e fiancheggia il viale che dal parterre superiore scende al grande prato di Eufrasia (nella foto sopra, uno scorcio delle spiree fiorite con il tempietto neogotico sullo sfondo, foto di Dario Fusaro). Attraverso la scelta progettuale di utilizzare tale pianta, un arbusto rustico e molto resistente sia al freddo sia alla siccità, il FAI si fa esempio e promotore “in prima persona” di una pratica di giardinaggio sostenibile: l’oculata selezione della pianta giusta nel posto giusto, infatti, risulta essere ecosostenibile perché si abbattono o eliminano i trattamenti fitosanitari con prodotti di sintesi e le irrigazioni, salvaguardando la salute umana e ambientale.

Nell’ottica di divulgare le buone pratiche da adottare in giardino per contribuire a fronteggiare i gravi effetti della crisi ecologica e climatica, da venerdì 28 aprile a lunedì 1° maggio, proprio nel periodo della candida fioritura delle spiree, il FAI propone la Tre giorni per il giardino, tra le mostre mercato di florovivaismo più rinomate e attese in Italia e la manifestazione più importante della primavera a Masino. Oltre a incontrare i più qualificati vivaisti italiani e stranieri, che esporranno le migliori collezioni, i visitatori e gli appassionati di verde potranno partecipare a interessanti incontri a cura di professionisti ed esperti, dal meteorologo Luca Mercalli al giardiniere di Versailles Giovanni Delù, sul tema della biodiversità e della sua tutela, che condivideranno le proprie ricerche e le proprie preziose esperienze sul campo (in allegato il comunicato stampa con il programma completo della “Tre giorni per il giardino” e dettagli su orari e biglietti e alcune foto).

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Il Castello e Parco di Masino riaprire da sabato 25 febbraio 2023 ed è aperto al pubblico dal mercoledì alla domenica dalle ore 10 alle 18

 

Ingresso castello e parco: intero € 15; ridotto (6-18 anni) € 8; studenti fino ai 25 anni € 8; bambini fino ai 5 anni ingresso gratuito; famiglia (2 adulti e 2 o più bambini) € 38; iscritti FAI e altre convenzioni ingresso gratuito; Carta Musei € 10; persone con disabilità e accompagnatore ingresso gratuito; residenti Comune di Caravino ingresso gratuito

 

Ingresso solo parco: intero € 10; ridotto (6-18 anni) € 3; famiglia € 26; studenti fino ai 25 anni € 3; iscritti FAI e residente Comune di Caravino ingresso gratuito; Carta Musei 7 €

 

www.castellodimasino.itwww.fondoambiente.it

Allarme siccità #emergenzamaifinita

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Nella Penisola fiumi e laghi in sofferenza, già raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre dei sette distretti idrografici

Legambiente: “Se continuiamo di questo passo rincorreremo sempre le emergenze. Il Governo definisca una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare con interventi  di breve, medio e lungo periodo che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione di prelievi e di sprechi d’acqua fin da subito

L’associazione indica otto pilastri per dare gambe a questa
road map idrica non più rimandabile

Laghi e fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, mentre in montagna è scarsa la neve accumulata. È quanto sta accadendo in Italia, a metà febbraio, complice l’aumento delle temperature superiori ai valori di riferimento, le scarse precipitazioni e a una crisi climatica che non guarda in faccia a nessuno. Il risultato è una nuova ondata di siccità, o meglio un’emergenza siccità in realtà mai finitadenuncia Legambiente, con corsi d’acqua che hanno raggiunto uno stato di severità idrica “media” in tre delle sette autorità di distretto secondo gli ultimi bollettini emanati dalle stesse in questi ultimi mesi. Ossia il distretto idrografico del Fiume Po, quello dell’Appennino settentrionale e quello dell’Appennino centrale. Preoccupante anche la carenza di neve, con il 53% in meno sull’arco alpino, e in particolare il bacino del Po, con un deficit del 61%. (Fonte, CIMA Research Foundation).
Per questo l’associazione ambientalista lancia oggi un appello al Governo Meloni, indicando le priorità da mettere in campo a partire dalla definizione di una strategia nazionale idrica, strutturata in otto punti, che abbia un approccio circolare con interventi di breve, medio e lungo periodo che favoriscano da una parte l’adattamento ai cambiamenti climatici, e dall’altro permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi. Non sono più ammessi ritardi. Bisogna cominciare a prevenire “l’emergenza idrica” che caratterizzerà sempre di più il nostro territorio smettendo di pensarci solo quando il danno è già stato fatto. A partire dai prossimi mesi, infatti, la domanda di acqua per uso agricolo si aggiungerà agli attuali usi civili e industriali che sono già in sofferenza e il fabbisogno idrico nazionale sarà insostenibile rispetto alla reale disponibilità.Otto i pilastri, per Legambiente, che devono stare al centro di questa strategia idrica nazionale per dare gambe ad una road map non più rimandabile che abbia come obiettivo la riduzione dei prelievi e degli usi dell’acqua in tutti i suoi settori. 1) favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare; 2) prevederel’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini3) servono interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione, 4) implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie; 5) occorre riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti; 6) utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi; 7) favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti8) introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.“Il 2023 è appena iniziato, ma sta mostrando segnali preoccupanti in termini di eventi climatici estremi, livelli di siccità. Bisogna da subito ridurre i prelievi nei diversi settori e per i diversi usi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Serve poi adottare una strategia idrica nazionale che abbia un approccio circolare – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – e che permetterebbe di rendere più competitiva e meno impattante l’intera filiera. Non dimentichiamo che la transizione ecologica deve passare anche per il comparto idrico, oggi in forte sofferenza a causa soprattutto della crisi climatica. Una siccità prolungata comporta danni diretti derivanti dalla perdita di disponibilità di acqua per usi civili, agricoli e industriali ma anche perdita di biodiversità, minori rese delle colture agrarie e degli allevamenti zootecnici, e perdita di equilibrio degli ecosistemi naturali. Da non sottovalutare, inoltre, il contributo che la neve apporta all’approvvigionamento idrico. La scarsa copertura nevosa unita alla fusione anticipata delle nevi condizioneranno pesantemente le capacità dei bacini idrografici nei prossimi mesi primaverili e estivi. Per questo è fondamentale prevedere più risorse per il settore idrico, a partire da un miglior indirizzamento di quelle del PNRR. Solo così potremmo evitare di rincorrere le emergenze”.

Legambiente ricorda che l’Italia – con oltre 33 miliardi di metri cubi di acqua prelevata per tutti gli usi ogni anno – è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’OMS, poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola. Secondo i dati diffusi dallo GIEC (Gruppo Intergovernativo degli Esperti sul Cambiamento Climatico), all’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche.