AMBIENTE- Pagina 54

Parchi fluviali torinesi rigenerati grazie ai fondi europei

AL VIA GLI INTERVENTI SULLE SPONDE CON LE RISORSE DI REACT  

Martedì 3 gennaio prenderanno avvio al Parco del Meisino gli interventi di miglioramento selvicolturale e riqualificazione delle sponde fluviali previsti in alcuni parchi fluviali cittadini (Meisino, Colletta, Confluenza, Stura Nord, Pellerina e Millefonti) e finanziati con i fondi REACT EU PON METRO.

Il progetto ha l’obiettivo di valorizzare la foresta urbana torinese intervenendo sui parchi fluviali di pianura, nella duplice ottica dell’incremento dei corridoi ecologici e della fruizione in sicurezza di queste aree in piena coerenza con il Piano Strategico dell’Infrastruttura Verde della Città di Torino.

Si tratta di un insieme di interventi organici volti, da un lato, a migliorare la componente arborea dei parchi, dall’altro a rigenerare le sponde fluviali, rinnovando la vegetazione per renderla maggiormente idonea a mantenere la stabilità delle sponde e garantirne la sicurezza idraulica, soprattutto in caso di eventi di piena. Gli interventi, il cui completamento è previsto per il prossimo autunno, prevedono l’abbattimento di alberi deperienti, a fine ciclo vegetativo o privi di un ancoraggio al terreno sufficientemente solido, la potatura di esemplari con chioma irregolare o interferente con la fruizione ciclabile e pedonale, la messa a dimora di nuovi alberi, necessaria a mantenere un bilancio arboreo positivo e a migliorare la componente arborea dei parchi.

Si tratta di un progetto articolato, che permetterà di intervenire in modo organico su di una serie di ambiti cittadini, soprattutto spondali, dove la mancanza di fondi aveva sinora permesso solo interventi puntuali legati ad eventi specifici, quali il ribaltamento di alberi.

Tutti gli interventi sono stati autorizzati dall’Ente di Gestione del Parco del Po Piemontese e dall’Agenzia Interregionale per il fiume Po, anche perché parte del Parco del Meisino è inclusa in una ZPS (Zona Protezione Speciale).

Uncem, legge bilancio: non c’è il registro crediti carbonio

“Per un ennesimo scontro tra strutture di ministeri, ambiente, sviluppo economico, agricoltura,

e molto probabilmente anche tra ISPRA e CREA, nella legge di bilancio non ci sarà l’istituzionedel ‘Registro dei crediti di carbonio generati da progetti forestali realizzati sul territorio nazionale e impiegabili su base volontaria per compensare le emissioni in atmosfera’. Uncem lo chiede con forza e determinazione da almeno tre anni. Era già nel ddl Montagna varato ad aprile dal Governo. Non ha costi. Ma a qualcuno dà fastidio per il solo fatto che esista e che CREA debba occuparsene. Solite storie negative italiane. I danni sono per noi. Era stato annunciato dal Ministero dell’Agricoltura nella legge di bilancio, quel comma. Emendamento votato, proposto da Uncem, portato dalla maggioranza in finanziaria, e ora, alla vigilia del voto definitivo al Senato, il comma è saltato. Volato via per scontri stupidi tra apparati, tra pezzi dello Stato. Roba ridicola che fa male ai territori, a chi attorno ai crediti volontari ci sta già lavorando e ci crede veramente, a vantaggio delle comunità e nel quadro del testo unico forestale, della strategia forestale. Si sta perdendo tempo. E siamo molto preoccupati. Perché la partita del mercato volontario dei crediti affidata al CREA avrebbe futuro. Se ci si perde negli scontri tra Ministeri, le questioni forestali che abbiamo portato avanti, reso tra le più all’avanguardia d’Europa, si perdono in filosofia, conservazione, tutele spinte. Altro che tagli e Co2 assorbita con una buona gestione. Uncem continuerà a lavorare e a insistere affinché chi di foreste poco sa, nei Ministeri come nelle strutture di sottogoverno, lasci fare ad altri”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

Emergenza clima, per Legambiente il 2022 “anno nero”

Pubblichiamo il bilancio dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente

In Italia nel 2022 aumentano del +55% gli eventi estremi rispetto allo scorso anno. Criticità anche in Piemonte.

Registrati 310 fenomeni climatici che hanno provocato danni e 29 morti. Siccità, grandinate, trombe d’aria e alluvioni quelli con l’incremento maggiore

 

Il nord del Paese l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. Lombardia, Lazio e Sicilia le regioni più ferite. La provincia di Roma è la più coinvolta, seguita da quelle di Salerno e Trapani

 

Legambiente: “Al governo Meloni chiediamo cinque azioni urgenti: approvazione e risorse adeguate per il Piano di adattamento climatico; aggiornamento del PNIEC; nuove semplificazioni per le rinnovabili; linee guida aggiornate per le Sovrintendenze; potenziamento degli uffici regionali che rilasciano le autorizzazioni”

 

Il 2022 è stato un anno nero per il clima, segnato da un’accelerazione degli eventi meteo che hanno provocato tanti danni e vittime. Alluvioni, ondate di caldo anomalo e di gelo intenso, frane, mareggiate, siccità, grandinate non risparmiano ormai nessun Paese sul Pianeta. E a pagarne lo scotto è anche l’Italia, segnata quest’anno da più caldo e siccità, come ben raccontano i dati di bilancio dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il gruppo Unipol, e sintetizzati nella mappa del rischio climatico.
Nel 2022 la Penisola ha registrato un incremento del +55% di casi rispetto al 2021, parliamo di 310 fenomeni estremi che quest’anno hanno provocato impatti e danni da nord a sud e causato ben 29 morti. Nello specifico si sono verificati 104 casi di allagamenti e alluvioni da piogge intense, 81 casi di danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 29 da grandinate, 28 da siccità prolungata, 18 da mareggiate, 14 eventi con l’interessamento di infrastrutture, 13 esondazioni fluviali, 11 casi di frane causate da piogge intense, 8 casi di temperature estreme in città e 4 eventi con impatti sul patrimonio storico. Molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Nel 2022 sono aumentati, rispetto allo scorso anno, i danni da siccità, che passano da 6 nel 2021 a 28 nel 2022 (+367%), quelli provocati da grandinate da 14 nel 2021 a 29 nel 2022 (+107%), i danni da trombe d’aria e raffiche di vento, che passano da 46 nel 2021 a 81 nel 2022 (+76%), e allagamenti e alluvioni, da 88 nel 2021 a 104 nel 2022 (+19%).
A livello territoriale, quest’anno il nord della Penisola è stata l’area più colpita, seguita dal sud e dal centro. A livello regionale, la Lombardia è la regione che registra più casi, ben 37, seguita dal Lazio e dalla Sicilia, con rispettivamente 33 e 31. Rilevanti anche i casi registrati in Toscana, 25, Campania, 23, Emilia-Romagna, 22, e Piemonte, 20, Veneto, 19, Puglia, 18. Tra le province, quella di Roma risulta quella più colpita con 23 eventi meteo-idro, seguita da Salerno con 11, Trapani con 9, Trento, Venezia, Genova e Messina con 8 casi.  Tra le città, Roma (13) e Palermo (4). Per Legambiente i dati del bilancio dell’Osservatorio CittàClima indicano ancora una volta l’urgenza per l’Italia di un deciso cambio di passo nella lotta alla crisi climatica attraverso politiche climatiche più ambiziose e interventi concreti non più rimandabili. A tal riguardo l’associazione ambientalista, tra le azioni urgenti da mettere in campo, chiede l’approvazione in tempi rapidi del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici aggiornato e pubblicato nei giorni scorsi sul sito del Mase, e che ora dovrà essere oggetto di consultazione pubblica secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio CittàClima – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ci restituisce un quadro preoccupante di un anno difficilissimo, concluso con le notizie sulle temperature primaverili di fine dicembre in Italia, sulla tempesta artica che ha colpito il Nord America, causando decine di morti, e sull’ ondata di freddo in Giappone. Nella lotta alla crisi climatica il nostro Paese è ancora in grave ritardo, rincorre le emergenze senza una strategia di prevenzione, che farebbe risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Al Governo Meloni, al posto di nuovi investimenti sul gas, chiediamo cinque azioni urgenti da mettere al centro dell’agenda dei primi mesi del 2023 ad una veloce approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico, devono seguire lo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlo, non previste dalla legge di bilancio approvata; l’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) agli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, dimenticato dal governo Draghi; nuove semplificazioni per tutti gli impianti a fonti rinnovabili, a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti; la velocizzazione degli iter autorizzativi con nuove linee guida del Ministero della Cultura per le Sovrintendenze e una forte azione di sostegno e sollecitazione alle Regioni per potenziare gli uffici che autorizzano gli impianti”.

Tutti i dati dell’Osservatorio Città Clima sono raccolti nella mappa online del rischio climatico, aggiornata nel layout e nella grafica e con un focus sul progetto europeo LIFE+ AGreeNet che ha l’obiettivo di rendere le città della costa del Medio Adriatico più resilienti al cambiamento climatico attraverso vari interventi.

Focus siccità: In questo 2022 “anno nero per il clima” l’Italia, soprattutto il centro nord, è stata colpita da un lungo periodo di siccità. Secondo i dati di Isac-Cnr, nei primi sette mesi dell’anno le piogge sono diminuite del 46% rispetto alla media degli ultimi trent’anni. Cruciale la prima parte dell’anno con cinque mesi consecutivi gravemente siccitosi, e un’anomalia, da gennaio a giugno, pari a – 44% di piogge, equivalente a circa 35 miliardi di metri cubi di acqua in meno del normale. In crescente difficoltà i fiumi, come il Po che al Ponte della Becca (PV) risultava con un livello idrometrico di -3 metri, e i grandi laghi con percentuali di riempimento dal 15% dell’Iseo, al 18% di quello di Como fino al 24% del Maggiore.
In autunno è peggiorata la situazione delle regioni del centro, soprattutto in Umbria e Lazio. Nel primo caso il deficit pluviometrico si è attestato sul 40%, il lago Trasimeno ha raggiunto un livello ben inferiore alla soglia critica, con -1,54 metri. Nel Lazio, il lago di Bracciano è sceso a -1,38 metri rispetto allo zero idrometrico. Gravi le conseguenze per l’agricoltura e per gli habitat naturali. L’11% delle aziende agricole si è ritrovata in una situazione talmente critica da portare alla cessazione dell’attività. In molte aree urbane si sono dovute imporre restrizioni all’uso dell’acqua. La siccità ha causato la perdita di produzione di energia, in particolare da idroelettrico. Nonostante i dati di Terna[1] relativi ad aprile abbiano evidenziato un record assoluto di energia prodotta da fonti rinnovabili, è mancato all’appello l’idroelettrico. La produzione di energia da questa fonte, infatti, segnava -41% per effetto delle scarse precipitazioni, che hanno portato per mesi i livelli di riempimento degli invasi prossimi ai valori minimi registrati negli ultimi 50 anni. A dicembre, il livello del Po è rimasto inferiore alla media degli ultimi 20 anni ed a preoccupare è soprattutto la situazione delle falde, con livelli tra il 35 ed il 50% in meno della media mensile.
Focus caldo e ondate di calore: nel 2022 in Italia si sono registrate temperature eccezionali già da maggio con punte di 36,1°C a Firenze, 35,6°C a Grosseto, 34°C a Pisa e 32,8°C a Genova. Ma anche a Ustica con 33,4°C e Torino con 29,2°C. Il mese di giugno ha visto un’anomalia della temperatura media di +3,3°C se consideriamo l’Italia nel suo insieme, con punte di 41,2°C a Guidonia Montecelio (RM), 40°C a Prato, Firenze, Viterbo e Roma. A luglio record per le città lombarde: a Brescia e Cremona si sono registrati 39,5°C, a Pavia 38,9°C e a Milano 38,5°C. Ad agosto i termometri hanno segnato tra i 40 e i 45°C a Palermo, Catania e Reggio Calabria, mentre a Bari si è arrivati a 39°C. Questi livelli di caldo eccezionale, prolungati per settimane e mesi in gran parte del Paese, hanno portato a gravi conseguenze sulla salute umana. L’ondata di calore che ha impattato più duramente è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto, stando ai dati di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, il 36% in tutte le aree del Paese, ma in particolare in alcune città del nord. Tra le città maggiormente colpite Torino che ha visto un eccesso di mortalità pari a +70%, a cui segue Campobasso (+69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%), Viterbo (+48%), Firenze (+43%), Catania (+42%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, secondo le analisi di Ministero della Salute e Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, in crescita rispetto ai 1.472 del 2021 e ai 685 del 2020[2].

I casi più rilevanti del 2022 – In questo bilancio “clima 2022” Legambiente ricorda alcuni casi rilevanti: il 3 luglio il distacco di una grossa porzione dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, 11 le vittime e 8 i feriti.  Tra il 27 e il 28 luglio in Val Camonica è caduta in poche ore la stessa quantità di pioggia caduta sulla provincia di Brescia nei sette mesi precedenti. Le intense piogge hanno provocato anche delle frane che hanno colpito la Val di Fassa, in Trentino, il 5 agosto. Ad agosto a Scilla (RC), il litorale è stato investito da un’imponente massa d’acqua che ha invaso le strade. Occorre, in questo caso, evidenziare il legame con la cementificazione avvenuta negli anni e al tombamento del torrente Liurni. Il 18 agosto raffiche di vento a oltre 110 km/h hanno colpito la provincia di Massa Carrara. Quattro persone sono rimaste ferite in un camping a Marina di Massa a causa della caduta di alberi e in tutto il territorio si sono contate fino a 7mila persone senza corrente. L’evento alluvionale che ha segnato il 2022 è quello che ha colpito il 15 e 16 settembre le Marche, 13 i morti. Tra fine settembre e inizio ottobre Trapani per tre volte è stata colpita da violenti temporali ed è finita sott’acqua. Tragedia a Ischia il 26 novembre, a Casamicciola Terme (NA) dove le piogge intense hanno provocato una frana ed un’alluvione, con 12 vittime registrate. Record di pioggia, con 126mm caduti in 6 ore. Il 22 novembre, una mareggiata di forte intensità ha colpito Jesolo (VE), mentre il 3 dicembre in provincia di Messina sono stati registrati diversi danni provocati da piogge intense e frane. 

[1] https://www.terna.it/it/media/comunicati-stampa/dettaglio/consumi-elettrici-aprile-2022

[2] https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_3278_allegato.pdf

 

Rifiuti, nuova strategia del Piemonte: ridurre, differenziare, riciclare

Presentato in V Commissione il progetto del nuovo Piano Regionale dei rifiuti.

L’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati: «Questi obiettivi e queste sfide ci porteranno ad essere una delle regioni più virtuose d’Italia e d’Europa»

Riduzione della produzione complessiva dei rifiuti, incremento della percentuale di raccolta differenziata all’80%, miglioramento della qualità dei rifiuti differenziati per garantire un tasso di riciclabilità del 65% e riduzione del quantitativo di rifiuti indifferenziati prodotti all’anno per abitante fino ad arrivare dagli attuali 159 chilogrammi a quota 90: sono alcuni degli ambiziosi obiettivi del progetto del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate, adottato dalla Giunta e presentato  in sede di V Commissione, per poi arrivare in discussione sui banchi di Palazzo Lascaris.

Si conclude un lavoro avviato nel marzo del 2021 basato sulle indicazioni della Giunta e delle osservazioni che sono state presentate. Il piano ha una prospettiva di medio-lungo termine, fino al 2035, con il raggiungimento di obiettivi intermedi previsti per il 2025 e il 2030 e prende in considerazione gli obiettivi nazionali ed europei da raggiungere, soprattutto in tema di raccolta differenziata, percentuale di riciclo e riduzione del ricorso alla discarica.

«Questo nuovo piano – commenta l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – è molto importante perché potenzierà tutte le filiere dell’economia circolare nell’ottica dell’efficienza e dell’autonomia. Questi obiettivi e queste sfide ci porteranno entro meno di tredici anni ad essere una delle regioni più virtuose d’Italia e d’Europa, attraverso il recupero di quasi la totalità dei materiali provenienti dai rifiuti prodotti.  Abbiamo già raggiunto in anticipo, di quasi due anni rispetto alle nostre previsioni, la percentuale di raccolta differenziata al 65 percento e questa è la dimostrazione che siamo sulla strada giusta.  I rifiuti differenziati sono e saranno le nuove miniere di materiali, con grande risparmio economico per le tasche dei cittadini ma anche un grande beneficio ambientale, azzerando praticamente l’uso delle discariche»

Fra le azioni previste dal piano 2022-2035 dunque la contrazione graduale della produzione totale di rifiuti, l’estensione della modalità della tariffa puntuale (il sistema di calcolo dei rifiuti prodotti dal singolo cittadino o comunque da una singola utenza domestica e non domestica, che consente di determinare una tariffa proporzionale all’utilizzo del servizio di raccolta), la riorganizzazione dei servizi di raccolta estendendo quella a domicilio, il cosiddetto “porta a porta”,  la promozione del compostaggio domestico e ridurre il quantitativo da conferire in discarica in modo da raggiungere, al 2035, l’obiettivo almeno del 5% (l’obiettivo nazionale è del 10%).

Gli step fissati dal piano regionale prevedono:

-Percentuale raccolta differenziata (che nel 2020 era al 65% e oggi al 65,9)

70% al 2025,

75% nel 2030

80% nel 2035

-Produzione pro capite all’anno di rifiuti indifferenziati (quota attualmente attestata su 159 chilogrammi) atteso il passaggio a

126 chilogrammi al 2025

100 chilogrammi al 2030

90 chilogrammi al 2035.

-Percentuale di conferimento di rifiuti in discarica (oggi al 15%)

15% al 2025

10% al 2030

5% al 2035

Il Piano individua inoltre, tramite valutazioni tecniche-ambientali, un sistema impiantistico che si verrà a realizzare al 2035, in cui è previsto il ricorso alla termovalorizzazione solo per le frazioni per le quali non è possibili il recupero di materia, con una conseguente riduzione del conferimento di rifiuti in discarica inferiore al 3%. Il Piano non esclude comunque la possibilità di valutare tecnologie alternative qualora più efficienti, meno impattanti e più affidabili rispetto a quanto al momento è stato individuato

Per quanto riguarda le bonifiche delle aree inquinate, il piano regionale fissa alcuni obiettivi tra i quali, il costante aggiornamento dei siti, la pianificazione degli interventi di bonifica, la semplificazione dei procedimenti amministrativi, l’incentivazione delle tecnologie a basso impatto ambientale e la previsione di strategie per l’inquinamento diffuso.

Misure antismog. Prosegue fino al 27 dicembre il livello 1 (Arancio)

I dati previsionali forniti dalla da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.
Si ricorda che le limitazioni riguardanti la circolazione veicolare sono automaticamente sospese nei giorni 25, 26 dicembre e 1 gennaio, giornate durante le quali il servizio di TPL è ridotto.
L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Bando AmbientAzioni 2022, scelto il progetto “Irrigazione responsabile”

L’iniziativa mira a introdurre un impianto fotovoltaico negli orti urbani di Mirafiori Sud per la costituzione di una Comunità energetica

 

Torino, 21 dicembre 2022 – Un progetto per migliorare la sostenibilità energetica e ambientale degli orti urbani di Mirafiori, e che contribuirà alla costituzione di una comunità energetica coinvolgendo il territorio sui temi ambientali: questi, in sintesi, gli obiettivi di “Irrigazione responsabile”, l’iniziativa scelta per la realizzazione nell’ambito del Bando Ambientazioni Torino 2022 rivolto ai giovani tra i 18 e i 26 anni residenti o studenti nella Città Metropolitana.

Il Bando, promosso dal Comitato Territoriale Iren di Torino, aveva l’obiettivo di selezionare nuove idee progettuali per la sostenibilità e la transizione ecologica, capaci di generare un cambiamento sul territorio e una partecipazione il più possibile diffusa.

“Irrigazione Responsabile”, intende intervenire nell’area degli orti urbani di Mirafiori, in strada Castello di Mirafiori, con azioni strutturali volte a migliorarne la sostenibilità sotto il profilo del consumo energetico e idrico e, allo stesso tempo, coinvolgendo i cittadini e gli stakeholder locali con attività di divulgazione aperte a tutti. Nello specifico, il progetto prevede innanzitutto di ottimizzare il sistema di irrigazione centralizzato in uso e l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto dei containers presenti all’interno dell’area: l’impianto potrà contribuire alla nascente Comunità Energetica “Mirafiori”, che, nelle intenzioni dei proponenti dovrà avere tra i beneficiari primari i soggetti più esposti alla povertà energetica.

Grazie alla partecipazione di scuole, biblioteche e altre associazioni del quartiere, il progetto sarà accompagnato da un piano di attività di divulgazione che, attraverso eventi pubblici e corsi ludico-creativi, potrà rafforzare la conoscenza e consapevolezza sui temi ambientali e sull’uso consapevole delle risorse.

Questo progetto, che sarà supportato dal Comitato Territoriale Iren di Torino con un contributo di 25mila euro, è stato selezionato per la capacità di coniugare i valori della sostenibilità ambientale con quelli della partecipazione civica, dando vita a un percorso sviluppato con originalità e una metodologia che lo rendono realizzabile anche nel breve-medio periodo, nonché replicabile, come richiesto dal Bando. A concorrere alla selezione del progetto è stata inoltre l’ampia platea di studenti e giovani a cui è rivolto, grazie al coinvolgimento di scuole, realtà associative ed enti del territorio.

Grugliasco, abbattuti 60 alberi malati

A Grugliasco nel parco Pineta vengono abbattuti 60 alberi “anziani” e malati.  Molti di questi sono completamente secchi o comunque irrimediabilmente danneggiati dalla siccità estiva, tanto da non garantire le condizioni di sicurezza per la fruizione del parco da parte dei cittadini.

Misure antismog. Prosegue fino al 23 dicembre il livello 1 (Arancio)

Fino a venerdì 23 dicembre 2022 compreso (prossimo giorno di controllo) resterà in vigore il livello 1 (arancio) delle limitazioni emergenziali.

I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

Si ricorda inoltre che le limitazioni riguardanti la circolazione veicolare vengono automaticamente sospese nelle giornate del 25 e 26 dicembre e 1 gennaio, giorni durante i quali il servizio di Trasporto Pubblico Locale è ridotto, oltre che nei giorni in cui è indetto uno sciopero del TPL stesso.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Torino Airport riceve la certificazione di Livello 3-Optimisation Airport Carbon Accreditation

A cura di ACI Europe per la sostenibilità ambientale

Caselle Torinese, 20 dicembre 2022 – Torino Airport ottiene l’accreditamento al Livello 3 ‘Optimisation’ del programma di sostenibilità ambientale Airport Carbon Accreditation – il protocollo comune per la gestione attiva delle emissioni climalteranti negli aeroporti attraverso risultati concreti e misurabili – promosso da ACI Europe, l’associazione degli scali europei.
Il Livello 3 ‘Optimisation’ si caratterizza per la predisposizione di un piano di coinvolgimento degli stakeholder nel processo di riduzione delle emissioni da estendere ai diversi attori che operano in aeroporto (compagnie aeree, handler, subconcessionari, passeggeri, dipendenti, partner e realtà territoriali).
Tutti i requisiti di accreditamento del Livello 2 ‘Reduction’ (conseguito dallo scalo di Torino nel 2021) restano vincolanti, a partire dal piano attuativo per la riduzione delle emissioni di carbonio.
La certificazione è rivolta alle società di gestione aeroportuali che intendono perseguire obiettivi di carbon neutrality, neutralizzando le emissioni di CO2 sotto il proprio diretto controllo con
programmi di efficientamento energetico e con il ricorso a fonti rinnovabili di energia.
Nel corso degli ultimi cinque anni l’aeroporto di Torino ha ridotto del 34% le emissioni di CO2
sotto il proprio diretto controllo per un totale di oltre 3.000 tonnellate.
Per i prossimi anni, Torino Airport sta già lavorando ad ulteriori progetti volti alla neutralizzazione
delle emissioni di CO2. Tra questi si ricordano:
– l’autoproduzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici (nel 2023 si completerà un primo
lotto di interventi per garantire una potenza di picco pari a 1,6 MW);
– il rinnovo della flotta aeroportuale con veicoli ibridi o full electric;
– il completamento degli interventi di relamping sui sistemi di illuminazione;
– l’installazione di sistemi trigenerativi con fuel cell hydrogen ready per l’autoproduzione di energia
elettrica e termica
e di sistemi a pompa di calore;
– il programma di incentivazione all’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili rivolto sia ai partner sia ai dipendenti;
– la compensazione delle emissioni proprie (Scope 1 e Scope 2) con crediti di carbonio certificati.
Lanciato da Airports Council International (ACI) Europe nel 2009, il programma Airport Carbon Accreditation consente agli aeroporti di valutare i progressi compiuti nella gestione della propria carbon footprint. Il protocollo Airport Carbon Accreditation comprende in tutto 6 livelli di certificazione climatica: mappatura, riduzione, ottimizzazione, neutralità, trasformazione e transizione. L’amministrazione del programma è gestita da una società di consulenza ambientale WSP, che garantisce un’implementazione imparziale. Inoltre, le valutazioni per la concessione della certificazione sono controllate accuratamente da verificatori indipendenti.
1

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport ha dichiarato: “Siamo molto felici di aver ricevuto la certificazione al Livello 3 ‘Optimisation’ del programma Airport Carbon Accreditation: si tratta di un riconoscimento importante del grande impegno che abbiamo assunto verso l’ambiente, il territorio e le future generazioni per rendere la nostra industria sempre più sostenibile. Riuscire a coinvolgere le terze parti in questo processo di sostenibilità è un tassello fondamentale per diffondere la cultura di rispetto dell’ambiente e per contribuire in un’ottica condivisa alla lotta contro la crisi climatica”.
Olivier Jankovec, Direttore Generale di ACI Europe, ha dichiarato: “Sono lieto di congratularmi con l’aeroporto di Torino per aver raggiunto con successo il Livello 3 ‘Optimisation’ di Airport Carbon Accreditation. È importante che l’azione per la salvaguardia del clima nelle attuali circostanze estreme in cui si trova il nostro settore prosegua in maniera continuativa. Inoltre, il raggiungimento del Livello 3 dell’accreditamento significa che Torino Airport sta andando oltre le emissioni sotto il suo diretto controllo e si sta impegnando con le aziende che operano presso la sua sede per ottenere riduzioni di CO2 da parte di terzi. Complimenti a tutti coloro che hanno partecipato a questo impegnativo sforzo e ancora congratulazioni”.
Per approfondimenti: www.airportcarbonaccreditation.org

Smog, scatta il livello arancio

Da martedì 20 dicembre, e fino a mercoledì 21 dicembre 2022 compreso (prossimo giorno di controllo), le misure di limitazione del traffico passeranno al livello 1 (arancio).
I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Si ricorda che con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”. Si ricorda inoltre che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale