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Il giardino più bello. Un premio alle case popolari

L’ASSESSORE CAUCINO: LA RIQUALIFICAZIONE DELLE CASE POPOLARI INIZIA DALLA CURA DEGLI SPAZI COMUNI
Iniziativa dell’assessorato regionale alla Casa: verranno premiati i tre condomìni piemontesi che realizzeranno i cortili e i giardini più belli. L’assessore Caucino: «Anche dalla consapevolezza del valore dei beni comuni e dalla cura di ciò che è di tutti parte la rinascita degli stabili più degradati e dei quartieri più problematici».
La riqualificazione, urbana, sociale e, di conseguenza, la sicurezza, partono anche dalla bellezza e dalla presa di coscienza dell’importanza di valorizzare i beni comuni e non solo quelli privati, della propria abitazione. Ne è convinta l’assessore regionale alla Casa, Chiara Caucino che ha indetto un concorso dedicato a tutti gli inquilini delle case popolari piemontesi gestite dalle tre Atc.
L’iniziativa si chiama «Il Giardino più bello» e premierà i condomìni di edilizia residenziale pubblica – e gli inquilini che si saranno impegnati per raggiungere l’obiettivo –  che realizzeranno i cortili e i giardini più belli nei loro stabili. Il riconoscimento andrà a un condominio dell’Atc Piemonte Centrale, a uno dell’Atc Piemonte Nord e un’altro ancora  a uno che insiste nel territorio dell’Atc Piemonte Sud.
Gli inquilini, che verranno avvisati dalle rispettive Atc, dovranno fotografare il proprio cortile «prima della cura» e «dopo la cura» inviando la foto all’assessorato regionale alla Casa entro e non oltre il 15 ottobre all’indirizzo email: giardinopiubello@gmail.com
Le immagini saranno valutate da una commissione interna dell’assessorato che sceglierà i vincitori: verrà assegnata una targa al condominio e verranno premiati coloro che si saranno distinti per il lavoro svolto. La premiazione verrà effettuata dall’assessore Caucino stessa, insieme ai presidenti delle Atc, in loco.
Si tratta di una prima edizione, che vuole diventare un appuntamento annuale fisso.
«In questi anni, girando frequentemente per le case popolari del Piemonte – spiega Caucino – ho potuto toccare con mano che, in generale, a fronte dell’importante cura dedicata alle abitazioni private, non corrisponde altrettanta attenzione per gli spazi comuni, in particolare per i giardini degli stabili, molto spesso vasti e in balia dell’incuria e della trascuratezza».
«Si tratta della dimostrazione – prosegue Caucino – che esiste una cultura – purtroppo diffusa non solo nelle case di edilizia residenziale pubblica, ma in tutta Italia – tesa a sottostimare l’importanza del bene pubblico, degli spazi comuni. Al contrario proprio dalla bellezza e dalla cura degli stessi può generarsi un volano positivo che porta alla riqualificazione dei singoli palazzi e, di conseguenza, di interi quartieri».
«Dove c’è il bello, dove le persone valorizzano il proprio territorio – conclude Caucino – c’è più sicurezza, meno degrado sociale a tutto beneficio degli assegnatari degli alloggi e delle loro famiglie. Auspico che questa iniziativa venga recepita e rappresenti l’incipit di quel cambiamento culturale che rappresenterebbe il primo vero passo verso una vera e duratura riqualificazione delle aree in cui insistono le case popolari e che deve essere portata avanti insieme: dall’Atc e dalla Regione, che devono svolgere con solerzia ed efficacia tutti gli interventi necessari ma anche – e forse soprattutto – da chi in quelle case ci vive, partendo proprio dagli spazi comuni, che rappresentano un patrimonio di fondamentale importanza».

Foraging, alla ricerca di erbe spontanee da cucinare

La primavera-estate, è il periodo in cui ritorna la voglia di stare all’aperto, camminare, respirare i profumi regalati da una natura nuovamente in fiore, in pieno rinascimento. Gironzolando per parchi, boschi, campi o spiagge, dove domina un meraviglioso tripudio cromatico e olfattivo, è facile trovare erbe o piante selvatiche edibili da raccogliere e portare direttamente sulle nostre tavole.

Questa attività, una spesa open air alternativa e gratuita, che ci porta un po’ indietro nel tempo ricalcando quello che facevano le nostre nonne, si chiama foraging e sta tornando di moda, è trendy. Probabilmente, oltre alla questione strettamente legata alla cucina e al cibo, il motivo di questo interesse agreste è dovuto al rinnovato bisogno di spontaneità, di semplicità e anche alla volontà di fare una azione concreta capace di procurarci benessere; ci sono dunque dei risvolti psicologici collegati a questa esperienza bucolica che ci parlano di bisogni legati alla cura della persona, di voglia di natura, di tempi dilatati e di necessità meditativa.

Queste erbe, accuratamente riconosciute e raccolte, rappresentano un alimento salutare vista la consistente quantità di sali minerali e vitamine in esse contenute. Naturalmente è importante che la raccolta avvenga con attenzione e in sicurezza scegliendo con cura i luoghi dove cogliere questi squisiti vegetali volontari. E’ necessario, per esempio, che ci si trovi in posti non inquinati, lontani sia dalle strade che dalle aree trattate con sostanze chimiche; a tal proposito sarebbe opportuno, per coloro non hanno conoscenze botaniche e vogliono iniziare questa pratica, iscriversi ad un corso di preparazione, disponibile anche online, attraverso cui acquisire le conoscenze base per il riconoscimento delle piante spontanee commestibili e per imparare ad identificare i luoghi giusti per raccogliere queste erbe alimurgiche, termine che deriva da “alimurgia” ovvero la scienza che studia la possibilità di nutrirsi di erbe selvatiche. Oltre ad assicurarsi la bontà dei prodotti che raccogliamo e portiamo nei nostri piatti è altrettanto essenziale fare foraging rispettando l’ambiente, garantendo quindi la conservazione e il mantenimento degli equilibri ecologici. Quest’ultimo punto viene certamente affrontato durante i corsi, ma è legato soprattutto alla sensibilità e al buon senso che ci dovrebbe guidare in una condotta riguardosa nei confronti del nostro pianeta, in poche parole non dobbiamo abusare e appropriarci in maniera sconsiderata dei frutti che la terra generosamente ci dona.

Le erbe e le piante spontanee commestibili sono davvero molte, alcune insospettabili. Vediamone alcune tra le diverse tipologie: alberi, piante, erbe, fiori.
Tra gli alberi edibili troviamo, per esempio, l’ imponente e profumato Tiglio, le sue foglie più giovani possono essere utilizzate nelle insalate o nelle zuppe e grazie alle sue proprietà emollienti questo arbusto rappresenta un valido digestivo e un leggero calmante. Altri meravigliosi fusti da portare nelle nostre cucine sono il Faggio, l’Abete Rosso di cui possiamo utilizzare i suoi rami per insaporire brodi e per creare sciroppi e infusi o la Betulla che offre, oltre al suo fogliame, anche la corteccia e la linfa. Tra le piante edùli invece abbiamo la rinomata cicoria che aiuta nel detox, ha proprietà antiage e, grazie al suo contenuto importante di inulina, aiuta a depurare il fegato attraverso tutte le sue parti edibili, sia le foglie che i fiori.
Nella famiglia delle Cactaceae rinveniamo invece il Fico d’India che produce, come tutti sanno, frutti coloratissimi, dolci e saporiti, di questa pianta dal look esotico tuttavia possono essere mangiate anche le pale sia sbollentate che passate in forno (ovviamente il tutto privato della buccia spinosa da eliminare con molta attenzione!). L’Agave Americana è un’altra scenografica succulenta che si trova invece sulle nostre coste. Il suo interno può essere utilizzato per fare dolcissime confetture, il gambo cucinato come gli asparagi e i semi macinati possono essere utilizzati nelle zuppe.
Le Pratoline che troviamo numerose nei campi possono essere utilizzate nella loro interezza durante la preparazione di frittate o possono essere messe sott’olio come i capperi, l’importante è che vengano raccolte ancora in bocciolo. Altre erbe edibili sono il Lampascione, un antibiotico naturale, il Trifoglio rosa, il Tarassaco da mangiare in tutte le sue parti, e molte altre ancora.
Il foraging, dunque, è una benefica attività all’aperto che, se fatta nella maniera corretta e con il criterio del rispetto per l’ambiente, può farci entrare profondamente in contatto con il verde prezioso che ci circonda, aiutarci a rallentare i ritmi frenetici che dominano la quotidianità e prenderci una pausa da tutto ciò che è smart e tecnologico. Sicuramente dopo mesi di chiusura, di meeting in videoconferenza e di Dad passeggiare nella natura e apprezzarne consapevolmente i frutti è un sistema, un metodo, per riconnettersi con l’universo, per respirare e ricominciare.

Maria La Barbera

 

 

 

Blocco diesel Euro 5, si corre ai ripari con misure alternative

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AL VIA IL CONFRONTO GOVERNO REGIONE PER GARANTIRE LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI 
Prosegue intanto il confronto con le associazioni di categoria per favorire il rinnovo delle flotte dei veicoli commerciali più inquinanti
Dopo le decisioni assunte lunedì scorso dal Consiglio dei ministri, ha preso il via ufficialmente il confronto tra il governo nazionale e la Regione Piemonte per individuare una soluzione che garantisca la tutela della salute e il mantenimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni inquinanti, scongiurando il blocco dei veicoli diesel Euro 5 a partire dal 15 settembre.
È un confronto tecnico tra i ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e della sicurezza energetica e delle Politiche Europee insieme alle strutture tecniche della Regione Piemonte e dell’Arpa.
L’obiettivo è valutare l’aggiornamento del piano della qualità dell’aria con la pianificazione di misure e interventi alternativi al blocco Euro 5, alla luce degli interventi già messi in campo negli ultimi anni, grazie agli investimenti regionali, nazionali e alle misure del Pnrr. Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni.
«Come è noto, la Regione Piemonte sul blocco degli Euro 5 si è trovata costretta ad attuare una scelta figlia di una procedura di infrazione europea – spiegano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore all’ambiente Matteo Marnati – Però, il governo italiano nel Consiglio dei ministri di lunedì scorso ha aperto alla possibilità di rivalutare le misure messe in campo e di procedere ad una analisi tecnica che prenda in considerazione l’impatto effettivo misure alternative al blocco dei veicoli diesel Euro 5. Si tratta di un passaggio di estrema importanza perché ci dà la possibilità di mettere sul tavolo e di valorizzare tutte le misure messe in campo dal 2021 ad oggi che, allora, non erano né conosciute né tanto meno previste. Ad esempio in questi due anni sono stati rottamati 704 autobus inquinanti e la quota di emissioni è stata ridotta notevolmente grazie agli interventi del bonus 110 per cento. Il lavoro è in corso e coinvolge ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e della sicurezza energetica e delle Politiche Europee insieme alle strutture tecniche della Regione Piemonte e di Arpa. L’obiettivo del governo è individuare possibili soluzioni tecniche che rispettino le indicazioni di Bruxelles, tutelando l’ambiente e la salute dei piemontesi, scongiurando però il blocco dei diesel Euro 5. Tutto questo in base a dati scientifici degli scenari predisposti da Arpa».
«Mentre tanti parlano – conclude il presidente – e strumentalizzano politicamente questa situazione che invece va affrontata con serietà e rigore, noi siamo al lavoro in silenzio da settimane  ed apprezziamo la sensibilità del governo nazionale e dei ministri Pichetto, Salvini e Fitto che si sono fatti carico di lavorare ad una rapida soluzione».
Nel pomeriggio gli assessori alle Attività produttive, Andrea Tronzano, e al Commercio, Vittoria Poggio hanno una serie di incontri con i rappresentanti delle associazioni di categoria per fare il punto sugli incentivi già in campo per la rottamazione dei veicoli e per raccogliere suggerimenti sul potenziamento di questi strumenti in modo che possano rispondere alle esigenze delle imprese e dei cittadini. La Regione Piemonte previsto una serie di misure già in campo per favorire la sostituzione dei veicoli più inquinanti. Nei mesi scorsi ha attivato un bando per la sostituzione dei veicoli commerciali che ha ancora una dotazione di 5 milioni di euro per i quali saranno rivisti i criteri di accesso. Altri 10 milioni sono disponibili già ora sul Fondo artigiani per l’acquisto di automezzi con una dotazione che può crescere fino a 25 milioni.
«Abbiamo aperto un tavolo col Governo che ringraziamo per la sensibilità dimostrata avviando un dialogo in un momento difficile – sottolineano gli assessori alle Attività Produttive, Andrea Tronzano e al Commercio, Vittoria Poggio -. Imprese e famiglie devono poter svolgere le proprie attività. Per questo stiamo lavorando su alcune misure anche ascoltando i consigli delle associazioni di categoria con le quali abbiamo avviato un confronto costruttivo. L’obiettivo è di individuare soluzioni che, oltre a superare il blocco dei diesel Euro 5, possano essere risolutiva anche e soprattutto nel lungo periodo».
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Merlo e Maurino: Euro 5, bene il Governo. A rischio tutta la seconda cintura torinese

 

“L’intervento del Governo sulla possibilità di utilizzare, o meno, gli euro 5 in città rischia di mettere in ginocchio tutta la seconda cintura torinese. Al di là di chi fa una sterile e ridicola polemica politica ed elettorale contro la Regione Piemonte, è indubbio che per tutte le persone che non abitano nella prima cintura torinese – dove è possibile, con meno problemi, recarsi a Torino con i mezzi pubblici – le difficoltà si moltiplicano e si aggravano in modo esponenziale per tutti gli altri. Per non parlare dei Comuni montani, di tutti i Comuni montani della provincia di Torino. E questo perchè una misura che penalizza, come un fulmine a ciel sereno, intere comunità e migliaia e migliaia di persone non può essere pianificata ed escogitata senza prevedere alcuna misura alternativa o realisticamente percorribile.

E un intervento del Governo, al riguardo, non può che essere salutato positivamente. Perchè sarebbe dettato dalla logica del buonsenso, della responsabilità e, soprattutto, per accogliere le esigenze e le istanze di decine di migliaia di persone che rischierebbero di trovarsi in gravissime difficoltà da un giorno all’altro”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Mauro Maurino, Vice Sindaco Pragelato.

Agenti di commercio, autotrasportatori, ambulanti: “Il blocco Euro 5 diesel penalizza tutta l’economia”

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LA POSIZIONE DI ASCOM TORINO

L’estate 2023 ha portato una ‘tempesta perfetta’ che rischia di mettere in ginocchio il terziario torinese. L’annuncio del blocco dei diesel Euro 5 è, infatti, l’ultimo atto di una concentrazione di elementi avversi al commercio, al turismo e ai servizi, dall’aumento dei biglietti dei mezzi pubblici e delle strisce blu al rincaro del carburante, dall’inflazione alle temperature eccessive, le bombe d’acqua e le strade interrotte per le frane.

«Siamo seriamente preoccupati – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa – per quella che si configura come un’amplificazione della crisi già in essere di molti settori del commercio, che rischia di pesare anche su un turismo che stava finalmente vedendo la ripresa. Rischiamo un cortocircuito letale, dove il blocco dei diesel Euro 5 rappresenta un problema enorme per molti lavoratori, in particolare per le categorie rappresentate da Ascom. Autotrasportatori, agenti di commercio, ambulanti e tutte le attività che devono portare e ricevere le merci sono le prime vittime di questa misura, che chiediamo di sospendere».

«I consumatori e i lavoratori non sono in grado di adeguarsi a queste disposizioni – dichiara Enzo D’Alicantro Pompilio, presidente F.A.I. Federazione Autotrasportatori Italiani di Torino -, anche in presenza dei pochi incentivi esistenti, che sono del tutto inadeguati. La soluzione proposta dalla Regione, il sistema del “move-in” appare comunque insufficiente e complicato dal punto di vista burocratico. Peraltro, i provvedimenti individuati non sono risolutivi del problema e creano difficoltà assurde alla sola economia e cittadinanza piemontese. Vogliamo inoltre ricordare che il settore dei trasporti è già in forte tensione a causa di due eventi: la chiusura del traforo del Monte Bianco per 15 settimane a partire da lunedì prossimo con un forte impatto sul traffico della A32, la Torino-Bardonecchia (attualmente interessata da un numero eccezionale di cantieri) e il blocco forzato del traforo del Frejus a causa della frana del 27 agosto. Al momento la chiusura del traffico merci ferroviario è previsto per almeno 4 settimane e per il traffico merci stradale si prevede una riapertura più breve, ma con forti limitazioni e tempi di attesa inquantificabili. L’autotrasporto piemontese è di fatto isolato, non può sostenere ulteriori limitazioni al libero esercizio di impresa a causa della nuova normativa regionale per motivi ambientali».

«I rappresentanti e gli agenti di commercio sono tra le categorie più colpite, ma l’emergenza è ben più ampia – evidenzia Gino Mattiolo, presidente Piemonte e Val d’Aosta FNAARC Federazione Nazionale Associazioni Agenti e Rappresentanti di Commercio -. Annunciare il blocco dei mezzi

 

da mattina a sera significa, di fatto, paralizzare totalmente l’economia del territorio. Non parliamo, infatti, solo delle difficoltà per gli agenti di commercio, per i quali l’automobile è il bene strumentale indispensabile, ma pensiamo anche, ad esempio, ai negozianti che non possono ricevere la merce dai padroncini o ai ristoratori a cui non vengono consegnati i prodotti. Non diciamo che le misure ambientali non vadano prese, ma chiediamo di dare ai lavoratori un tempo congruo per provvedere al cambio mezzo. La transizione significa ‘accompagnamento’, quindi le imprese devono essere accompagnate da misure governative utili, in modo che non siano una mannaia sul collo delle imprese».

«La categoria degli ambulanti – commenta Silvano Ritta, presidente UBAT Unione Battitori Ambulanti Torino – è nella totale disperazione. I nostri mezzi servono solamente per portare la merce sul posto di lavoro, rimangono fermi per otto ore, quindi non inquinano. In questo modo impediscono a molti di noi di lavorare. Il sistema del move-in proposto non è risolutivo e, inoltre, nella zona arancione non permette la circolazione. Acquistare un mezzo nuovo con la crisi in corso e dopo una pandemia è impossibile: i tempi di attesa per la consegna sono di un anno, un anno e mezzo. Temiamo, inoltre, che di questo passo a breve vengano bloccati anche gli euro 6».

«Da parte nostra – conclude la presidente Coppa – siamo impegnati a collaborare con le istituzioni locali per trovare soluzioni immediate e a lungo termine, dove le imprese non siano soggetti passivi, ma protagonisti delle innovazioni che ci permetteranno di superare questa crisi e le problematiche ambientali. Torino è una città sensibile al tema ambientale, ma i problemi non si risolvono senza la cooperazione e il supporto di tutte le istituzioni».

Euro 5, Confartigianato: “Non bastano rinvii e deroghe. Il blocco va abrogato”

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GIORGIO FELICI  Presidente Confartigianato Piemonte interviene nel dibattito

“Ci auguriamo che l’approfondimento tecnico tra ministri porti ad uno stop del provvedimento di blocco degli Euro 5 e non a un semplice rinvio o a qualche deroga. La priorità in questo difficile contesto economico segnato dai rincari deve essere la tutela delle categorie produttive, delle famiglie e non certo impedire agli artigiani di lavorare e raggiungere i loro clienti. Nell’attesa, apprezziamo l’iniziativa dei ministri Salvini e Pichetto Fratin che hanno dimostrato che è possibile far prevalere il buon senso contro le politiche fintoambientaliste da Ztl che rendono i ricchi liberi di circolare con le auto di ultima generazione e i poveri costretti ad andare a piedi o a viaggiare su scassati bus e treni. Oltre all’abrogazione del blocco, servono interventi strutturali che coinvolgano i vari livelli istituzionali, dal Governo alla Regione ai Comuni, e che non guardino solo alla mobilità privata. Rinnovare il parco auto è fondamentale, ma attraverso incentivi ben pensati ma sul lungo periodo e svincolati dalla richiesta di credito. Non servono gli incentivi a sostituire auto e furgoni se questi costringono le famiglie e gli imprenditori ad indebitarsi, perché bisogna aiutare chi i soldi per cambiare il mezzo non li ha e non chi li ha ed è in procinto di cambiare il mezzo. Ma soprattutto occorrono immediati, seri ed efficaci provvedimenti sugli impianti termici e sulle altre fonti di inquinamento ambientale, oltre al potenziamento del trasporto pubblico locale, da tutti invocato ma mai attuato. Non possiamo più accettare che la lotta all’inquinamento si traduca nell’imporre il fermo a oltre 600mila mezzi, penalizzando famiglie e imprese in termini di rinuncia alla libertà di movimento e alla libertà di impresa: se si supera un certo livello di vessazione le istituzioni perdono di credibilità, con tutto quello che può conseguirne”.

L’emergenza idrica non è finita, colture in stress a causa della carenza d’acqua e del caldo

L’ultima ondata di calore rischia di fare precipitare una situazione già critica nelle campagne piemontesi.

Nonostante le piogge primaverili e di inizio estate abbiano dato in parte sollievo alle colture del nostro territorio, siamo ancora in deficit idrico. A ricordarlo è Confagricoltura Alessandria che evidenzia come molte coltivazioni diano segnali di stress idrico.

Le precipitazioni del mese di luglio hanno solo sfiorato alcune aree della nostra provincia, mentre sono state più insistenti nel casalese e acquese. Nonostante ciò, il bilancio idrico resta negativo. Seppur benefiche soprattutto per la vite, a ben poco potranno servire  eventuali nuove piogge previste per fine mese, a stagione ormai conclusa per colture come girasole, mais, soia. Inoltre, dopo due anni di siccità, il livello delle falde resta basso. Se non ci saranno abbondanti piogge autunnali, gli agricoltori saranno impossibilitati a seminare culture irrigue nella prossima stagione in buona parte delle provincia”, fa presente la presidente di Confagricoltura Alessandria, Paola Sacco.

A mancare sono soprattutto le risposte politiche alle sollecitazioni del mondo agricolo. Confagricoltura Alessandria chiede da anni interventi strutturali e normativi per consentire agli agricoltori di gestire al meglio la risorsa.

“I nostri agricoltori – ricorda il direttore di Confagricoltura Alessandria, Cristina Bagnascosono da tempo impegnati nell’utilizzare sistemi di irrigazione localizzata e di precisione per una gestione accorta e razionale della risorsa idrica, ma ciò non è sufficiente a superare periodi sempre più siccitosi”.

Non siamo più in emergenza, ci troviamo piuttosto davanti ad un problema che si ripropone ogni anno. Ecco perché sosteniamo che sia necessario investire su una rete idrica efficiente (ricordiamo che, in media, oltre il 30% della risorsa va perduta), su un sistema di infrastrutture, come grandi invasi e micro invasi, che consenta di immagazzinare acqua quando disponibile. Ad oggi i costi per la siccità ricadono soprattutto sugli agricoltori, i quali devono sostenere crescenti spese per l’irrigazione o, in alternativa, rischiare di perdere parte del raccolto. Quest’anno, peraltro, non è stata neppure concessa la proroga, da noi richiesta, del credito d’imposta per l’utilizzo del gasolio agricolo adoperato anche per alimentare impianti di pompaggio dell’acqua o per refrigerare le stalle. Così come non sono previsti incentivi o sgravi per il mantenimento d’impianti irrigui di precisione. E stiamo ancora attendendo risposte sull’utilizzo del fondo di emergenza legato alla Pac”, conclude la presidente Paola Sacco.

Tra le richieste inoltrate alla Regione Piemonte ed in attesa di riscontro, figura anche un’assegnazione supplementare di gasolio agricolo a prezzo agevolato giustificata dal forte depauperamento dei contingenti di carburanti assegnati, dovuto alle ripetute irrigazioni di soccorso alle coltivazioni, a cui sono dovute ricorrere le aziende di estesi areali della provincia stante la carenza di precipitazioni piovose che perdura dal mese di giugno.

Scuola: la Regione vuole migliorare la qualità dell’aria in classe

PRONTA LA MISURA SPERIMENTALE REGIONALE: INVESTITI 3 MILIONI DI EURO.

PER L’ASSESSORE A ISTRUZIONE E MERITO CHIORINO:“LA SALUTE E LA SICUREZZA SONO PRIORITÀ ASSOLUTE”. 

“È come sempre una priorità assoluta garantire nelle scuole del Piemonte la tutela della salute e la sicurezza dei nostri studenti, degli insegnanti e di tutto il personale scolastico: introdurre degli ulteriori migliorativi per il loro benessere è un passo avanti che dimostra la nostra massima attenzione.  La scuola è il luogo dove i nostri figli trascorrono la maggior parte del loro tempo e per questo dobbiamo garantire loro luoghi confortevoli, accoglienti e adatti per le attività didattiche. Con questa nuova misura sperimentale, finanziata con 3 milioni di euro, in sinergia con gli amministratori locali, verranno installati sistemi di purificazione/ventilazione meccanica dell’aria in classe con l’utilizzo di strumenti innovativi di ultima generazione”. Cosi l’Assessore regionale all’Istruzione e Merito, Elena Chiorino commenta la nuova misura sperimentale il cui bando è già online e che assegnerà contributi per migliorare il comfort micro climatico negli edifici scolastici. 

A CHI E’ RIVOLTA LA MISURA

Comuni capoluogo di Provincia, Amministrazioni Provinciali e Area metropolitana potranno presentare progetti per un massimo di quattro edifici scolastici, mentre gli altri Enti Locali potranno richiedere il contributo per un solo fabbricato. Le sedi scolastiche ammissibili sono Scuole statali dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado.

INTERVENTI FINANZIABILI 

Dispositivi di purificazione e sanificazione (1 milione di euro), impianti fissi di aereazione (1 milione di euro), tinteggiatura con vernici fotocatalitiche (1 milione di euro). Per evitare di esaurire le risorse in un numero limitato di interventi per gli edifici scolastici più grandi, la Regione ha stabilito un tetto massimo di contributo per intervento di 300 mila Euro, ridotto a 100 mila Euro per gli edifici privi di verifica di vulnerabilità sismica. Inoltre, considerata l’attuale congiuntura che, per i combinati effetti del patto di stabilità e della diminuzione della possibilità di indebitamento, riduce la capacità di spesa di tutti gli Enti locali, non sarà richiesto il consueto cofinanziamento degli interventi da parte dell’ente proponente. Le domande potranno pervenire a partire da domani, mercoledì 9 agosto fino a martedì 19 settembre.

Il bando è pubblicato sul sito della Regione Piemonte alla pagina: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/qualita-dellaria-negli-ambienti-scolastici-2023

Stop ai Diesel Euro 5, è polemica

Dal  15 settembre 2023, i veicoli diesel Euro 5 non potranno circolare a Torino e in molti comuni del Piemonte. la Regione  Piemonte manterrà la restrizione  fino al 15 aprile 2024. Nel 2021, la giunta del presidente Cirio aveva approvato un provvedimento per anticipare di due anni il divieto per i diesel più recenti (inizialmente era previsto per il 2025), collegandolo alla limitazione già in vigore per i veicoli diesel Euro 3 ed Euro 4.

Le nuove restrizioni al traffico a Torino e in alcune zone del Piemonte hanno suscitato polemiche di automobilisti, artigiani e commercianti e coinvolgono i seguenti veicoli:

  1. Auto diesel omologate fino a Euro 5
  2. Moto omologate fino a Euro 1

Il divieto di circolazione è in vigore dal 15 settembre 2023 al 15 aprile 2024 e si applica nei seguenti orari e modalità:

  • Per le auto diesel adibite al trasporto di persone e/o merci, omologate fino a Euro 5 compresa, la circolazione è vietata dalle 8:00 alle 19:00 nei giorni feriali dal lunedì al venerdì.
  • Per le moto con classe d’inquinamento fino a Euro 1, il divieto è in vigore 24 ore al giorno, tutti i giorni, inclusi i festivi.

Via Druento, l’appello: Addio al polmone verde di Torino!

 Allarme per i lavori di via Druento: a rischio la vita di tantissimi animali 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
A Torino la vastissima area verde di via Druento finisce sotto il cemento: verranno costruite case popolari. A rischio la vita di tantissimi animali, e non solo.
È protesta per i lavori edilizi di via Druento 49, a Torino. La vastissima area incolta, piena di alberi e animali, è finita in un progetto di costruzione di case popolari, perciò i torinesi dovranno dire addio al polmone verde della loro città. A rischio inoltre la vita dei tantissimi animali abitanti del luogo, che rischiano di essere uccisi dalle ruspe. Oltre a una colonia felina, nell’area vivono ricci, scoiattoli, uccelli e altri animali.
“Un grave danno per tutti, non soltanto per gli animali che rischiano di essere uccisi dalle ruspe” – dice la referente dell’associazione Meta Parma – “Sembra che l’uomo, oltre all’importanza della tutela degli animali, si sia dimenticato anche l’importanza degli alberi per la nostra stessa esistenza. Gli animalisti stanno protestando per salvare la vita degli animali di via Druento, ma la protesta coinvolge anche la tutela dell’ambiente e della vita umana, perchè è tutto collegato. Perdere l’area verde di via Druento sarà un grave danno per la città di Torino, non dimentichiamoci che per vivere abbiamo bisogno degli alberi e l’aria che respiriamo è già troppo piena di smog. Gli alberi sono vita, bisogna tutelare e preservare le aree verdi come quella di via Druento, invece di cementificarle.”
L’allarme è stato lanciato dal veterinario Massimo Vacchetta del Centro Recupero Ricci La Ninna, che ha organizzato un presidio pacifico davanti all’area verde di via Druento 49 per salvare ricci, uccelli e scoiattoli. In diretta sulla sua pagina facebook il dottor Vacchetta ha invitato tutti a unirsi alle proteste per salvare gli animali: “Siamo preoccupati per i ricci, questa è la stagione degli amori, le mamme hanno i piccoli e di giorno è impossibile vederli perchè si nascondono. Oltre ai ricci, sono a rischio anche gli uccelli che hanno fatto i nidi sugli alberi, e ci sono anche tantissimi scoiattoli.  Non possono buttare tutto giù con le ruspe in questo modo, devono darci il tempo di salvare gli animali. Ora è il momento di unirsi tutti in questa battaglia di civiltà, non solo per salvare gli animali, ma anche per difendere il loro diritto alla vita.”
Il primo presidio pacifico è stato organizzato per lunedì 21 agosto in via Druento n.49, a partire dalle ore 8.30.
Per partecipare ai presidi contattare il veterinario Massimo Vacchetta al numero 337-352301
Link appello facebook: